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Mese: Gennaio 2019

DIARIO IN PUBBLICO
Mentre il popolo s’abbuffa

“Il “popolo” si abbuffa di tartufi (iva al 10 %), e considera le mestruazioni roba dell’élite (assorbenti: iva al 22 %).” Così Roberto Escobar esibisce una tra le mille curiosità della legge appena varata. Spero ardentemente sia una Fake News, ma sembra veritiera. Certo che son proprio singolari gli ‘editti’ governativi!

Comunque la serata (secondo Eduardo de Filippo saggissimo ‘Ha da passà à nuttata’) si svolge dopo deliziosa cena a tre, noi due +Lilla tra coquilles Saint-Jacques e Champagne (in offerta) e ‘pastine’ dell’Europa davanti al televisore. Dapprima un film duro e angoscioso, Tre manifesti a Ebbing, Missouri che ben riflette quell’America triste, violenta e angosciosa di cui Trump è divenuto presidente fatta di lavoro, birre a volontà, raduni di maschi, puritanesimo di facciata e noia esistenziale. E sesso sempre più in azione meccanica.

Per scrollarci di dosso il freddo interno ‘zappiamo’ tra Matera e Ferrara per veder come si diverte il ‘popolo’ ormai nell’evoluzione della specie dotato di un prolungamento degli arti superiori chiamato telefonino. Non si guarda più quel che accade ma lo si fotografa secondo la più smaccata volontà di esserci, di partecipare. Naturalmente in modo virtuale. Braccia e braccine si levano mentre il ‘divo’di turno arringa il popolo a cantare con lui offrendo il microfono. Allora muggiti di applausi s’alzano tra sventolio di bambini in precario equilibrio sulle spalle di genitori infoiati e il bum bum raggiunge vertici inauditi. La bellezza di Matera assiste impassibile al sommovimento umano.

E infine m’arrischio a guardare l’incendio del Castello. Vengo accolto da una selva di berretti sopra i quali s’apposta il braccio sbarazzino pronto alla ripresa. Sul palco un signore in pelliccia e dall’accento romagnolo saltabecca invitando il popolo e usando una parola magica che non è la classica Salagadula megicabula bibbidi-bobbidi-bu, ma un ritornello condito da ‘gin gin’. Ho pensato fosse un invito a ristorarsi dal freddo con un po’ di bevanda spiritosa del resto saggiamente proibita nella piazza ma gli esegeti mi dicono che è il ritornello con cui l’impellicciato condisce le canzoni. Infine allo scoccar del tempo il Castello s’incendia. Sicuramente suggestivo ma…

E qui la mia anima ‘radical shit’ – e sono il primo ad ammetterlo- pensa con apprensione alle scosse anche minime che il monumento subisce; poi non si può commentarlo con un arruffio di temi ariosteschi e/o da Brancaleone alle crociate finendo con una atroce esecuzione dell’Inno alla gioia. Ma va bene se produce economia se Ferrara può competere con altre città d’arte e di cultura traendone profitto. Attenzione però a non esagerare. Si lascino fare i dovuti restauri poi se la moda resiste ancora lo si incendi, sigh!

In sottofondo mentre scrivo queste note il paffuto David Oistrakh suona il Larghetto del Concerto per Violino di Beethoven. Lo conobbi negli anni’80 a palazzo Guicciardini a Firenze dopo un favoloso concerto e mi sorpresi a pensare come la sua guancia potesse accarezzare con infinito amore lo strumento. Ma gli auguri che voglio inviarvi vengono da queste righe scritte dal grande Amos Oz nel suo ultimo libro ‘Finché morte non sopraggiunga’: “Qualche volta, sul far dell’alba, prima che il campo fosse risvegliato dal clangore delle stoviglie di ferro e dal tintinnio degli speroni e dal nitrito dei cavalli, capitò che Claude venisse travolto dall’amore del Cielo e svegliasse il suo padrone per la preghiera mattutina. Allora, durante la preghiera, l’universo si svelava e neutralizzava tutto con la sua incredibile pace. Era una pace triste, era mestizia delle colline deserte che non erano neanche più colline ma anima delle colline, era spasimo delle nuvole verso le quali la terra s’inarcava con un gesto di seduzione che nessuna sazietà avrebbe mai placato.

E sotto, sotto, in fondo al silenzio, era il corpo stesso a desiderare per un attimo di annullarsi. Il vapore trasparente, così pareva, era la vera consistenza solida. E la preghiera toccava l’orante”.

Il laico vi affida queste sublimi parole per augurarvi tempi migliori, cose migliori, un mondo migliore. All’utopia bisogna sempre dare uno spazio.

Buone Feste.

Cia Ferrara: agricoltura sempre più Bio

Da: Ufficio stampa e comunicazione Cia – Agricoltori Italiani Ferrara

Crescono gli agricoltori che scelgono il biologico certificato, cogliendo una richiesta di mercato in
continuo aumento. Stefano Calderoni: “I prodotti bio non sono più di nicchia”

FERRARA – Crescono a livello nazionale, regionale e locale. Le produzioni biologiche, secondo una
recente indagine di Accredia, Unioncamere e Infocamere, non sono più una tendenza passeggera, scelta
da un gruppo ristretto di agricoltori, ma riguarda oltre 62mila aziende italiane. Solo nei primi nove mesi
del 2018 sono cresciute di 4.500 unità ed è aumentato anche il cosiddetto “paniere bio”, che contiene da
verdure e legumi, fino a carne, pasta e naturalmente vino, che lo scorso anno ha registrato un vero e
proprio boom. Un altro dato interessante è il tipo di conduzione, che si caratterizza per una marcata
presenza di imprese femminili, quasi il 28% del totale, e di giovani under 35 che sono l’11,5%. Secondo
Cia – Agricoltori Italiani Ferrara si tratta di un segnale importante verso il rispetto della salute e
dell’ambiente, perché non solo le aziende agricole tradizionali producono in maniera sempre più
sostenibile, ma c’è una forte tendenza a diventare aziende totalmente biologiche.
Il trend nazionale si riflette anche a livello regionale – l’Emilia-Romagna è una delle cinque Regioni dove
si registrano il maggior numero di aziende certificate – tanto che dal 2014 al 2018 le superfici coltivate a
biologico sono aumentate di bel il 70%, con più di 150.000 ettari investiti che rappresentano il 15% del
totale (dati assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna). Sull’aumento delle aziende in
Emilia-Romagna hanno influito anche i due bandi dedicati del Psr, attraverso i quali la regione ha messo
a disposizione 16,7 milioni di euro. Ai bandi, che puntavano a valorizzare un’agricoltura capace di
risparmiare risorse preziose come acqua, aria e suolo, hanno aderito, infatti, oltre 3.250 aziende.
Anche nel ferrarese, in base agli ultimi dati pubblicati dalla Camera di Commercio di Ferrara nel 2017, la
crescita delle aziende agricole che ha scelto il biologico è a due cifre – oltre 350 aziende e 18.000 ettari
coltivati – una tendenza che pare confermata anche nel 2018. Secondo Stefano Calderoni, presidente
provinciale Cia Ferrara, l’agricoltura biologica è diventata: “Una possibilità concreta di reddito, ma serve
maggiore aggregazione produttiva”. “Analizzando i dati – continua Calderoni – salta all’occhio
naturalmente la crescita esponenziale di una modalità produttiva che, fino a pochi anni fa, era
considerata marginale, come marginale nel nostro paese era il numero di consumatori che sceglieva
prodotti bio. Ma è evidente anche che gli operatori biologici non sono organizzati perché quasi 3 realtà
su 4 (il 72,5% del totale) sono imprese individuali, il 9,8% società semplici e soltanto l’8,4% ha una
veste giuridica più “forte” e solo il 2,2 sono cooperative. Questa è la maggiore fragilità del sistema
agricolo, non solo bio ma anche tradizionale. Per conquistare nuovi mercati servono filiere e
aggregazione, perché il singolo agricoltore può pensare magari di fare vendita diretta dei propri prodotti
biologici o magari di aprire un e-commerce. Ma sarà sempre troppo piccolo per affrontare la concorrenza
o per garantire una certa quantità e varietà di prodotti. Ora che il bio è diventata una tendenza, bisogna
lavorare perché diventi una grande opportunità di crescita per le aziende e l’intero settore agricolo.”

Coldiretti: concluso con successo il primo corso base di apicoltura organizzato insieme a Dinamica Ferrara

Da: Coldiretti Ferrara Ufficio Stampa

Durante le tre giornate offerte nozioni sulle caratteristiche delle api, il loro allevamento, le malattie dell’apiario e le norme previste per gli apicoltori, hobbisti o professionali. Il presidente Tassinari “aperto un percorso concreto ed interessante”.

Poco prima della pausa natalizia si è concluso il primo corso base per apicoltori, hobbisti o professionali, propedeutico a successivi corsi di approfondimento più mirato.
A parere dei partecipanti, per la maggioranza giovani, è stato un successo, e nelle tre serate i docenti hanno offerto un quadro del settore in grado di offrire le nozioni più basilari per intervenire nel proprio apiario ed individuare un possibile percorso di specializzazione e di consolidamento di questa importante ed interessante attività.
Il corso, organizzato in collaborazione con l’ente accreditato di formazione Dinamica, sezione di Ferrara, ha toccato diversi temi, dalla conoscenza della biologia dell’ape, alla storia degli alveari, ai moderni apiari, alle principali avversità, specie parassitarie, delle api ed ai metodi di prevenzione e cura, sino alle normative del settore apistico per operare in modo corretto. Oltre ai docenti di Dinamica (il dott. Riccardo Cabbri e la dott.ssa Sara Danielli), di interesse anche gli interventi dei funzionari di Coldiretti Ferrara, Alessandra Mariotti, Riccardo Casotti e Ida Dalla Libera, che per quanto di loro competenza professionale hanno affrontato con i partecipanti al corso, i temi pratici della gestione amministrativa e fiscale dell’attività oltre che le opportunità e le connessioni tra apicoltori ed agricoltori.
“Scopo di questa iniziativa – evidenzia il presidente di Coldiretti Ferrara, Floriano Tassinari – è di fare un passo concreto nella costruzione del progetto di “ApInforma”, che riteniamo essere utile per valorizzare le sinergie tra agricoltura e apicoltura, fortemente connesse ed interdipendenti l’uno con l’altro, offrendo occasioni di confronto e di opportunità per entrambi i settori. L’ape è un importante indicatore dello stato di salute dell’ambiente, ma l’apicoltura è anche fonte di reddito e di servizio per le produzioni agricole, così come corrette pratiche agricole contribuiscono al benessere degli apiari ed alla produzione di miele, alimento nobile dalle molteplici proprietà. Coldiretti su questi temi c’è ed è disponibile a dialogare con tutti gli interessati per migliorare l’apicoltura ferrarese”.

Peruffo, Natalità-zero a Ferrara: se n’è accorto anche il PD

Da: Forza Italia Ferrara

Leggo il post di un esponente della nostra Giunta sulla drammaticità delle culle vuote il primo giorno dell’anno (non accadeva da 12 anni) e rimango a mia volta perplessa, domandandomi se i rappresentanti del PD si accorgano solo ora di questo problema che un domani costituirà un serio problema, con una stragrande maggioranza di cittadini anziani rispetto ai giovani continuamente in calo? Questo dopo 70 anni di governo monocolore?
La situazione era ben chiara già dall’indagine fatta eseguire nel 2017 dallo Studio Ambrosetti, pagato dalla Holding Ferrara Servizi.

Diciamolo chiaramente, se a Ferrara nascono meno bambini che in quasi tutta Italia (solo 5 province vantano record più negativi dei nostri) non è perché i ferraresi sono bamboccioni impenitenti che non si assumono la responsabilità di creare una famiglia. Sappiamo tutti che se i nostri giovani non si sposano o non vanno a convivere è perché non ci sono le condizioni per farlo, in primis per la mancanza di opportunità lavorative che caratterizzano questo territorio, come confermano gli indici di espatrio.
Non sarà facile per nessuno invertire questa tendenza e trasformare la provincia di Ferrara in un proliferare di aziende, passando inevitabilmente anche dal comparto della cultura.

Quel che è certo però è che gli sforzi maggiori per il prossimo sindaco dovranno riguardare la necessità di invertire questa tendenza con programmi chiari, passando dalle chiacchiere ai fatti, incentivando le risorse naturali del territorio, dall’agricoltura alla ricettività, compresa la possibile ulteriore revisione del numero chiuso di alcune facoltà del nostro prestigioso Ateneo.
Che a proporlo siano gli stessi che governano da sempre e che hanno creato queste condizioni, più che sorridere, fa piangere.

Ultimi giorni per visitare Courbet

Da:Segreteria di Direzione Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea Fondazione Ferrara Arte

Ancora pochi giorni per visitare la mostra Courbet e la natura che chiuderà i battenti il 6 gennaio prossimo.
Per tutti coloro che non hanno ancora avuto l’occasione di ammirare i capolavori di questo genio indiscusso dell’Ottocento sarà possibile scoprire il suo rivoluzionario approccio con il paesaggio approfittando dell’apertura serale in programma il 4 e il 5 gennaio, quando la rassegna chiuderà alle 22.30 (chiusura biglietteria ore 22.00).
Per informazioni: 0532 244949, www.palazzodiamanti.it, facebook.com/palazzodiamanti

Guida all’opera Nabucco

Da: Circolo culturale amici della musica Girolamo Frescobaldi – Ferrara

Domenica 6 gennaio 2019 alle ore 17 nella sede del Circolo Frescobaldi (via Foro Boario 87, Ferrara) sarà realizzata una “Guida all’opera Nabucco” molto particolare. L’opera di Verdi andrà in scena nel Comunale Abbado venerdì 11 gennaio come secondo titolo della stagione lirica: e il Circolo Frescobaldi la prepara con una conferenza che affronterà non solo i temi musicologici (relatore Athos Tromboni) del capolavoro verdiano, ma anche il confronto fra la poesia del librettista ferrarese Temistocle Solera e quella dei principali poeti italiani di quel periodo, quali Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi e Alessandro Manzoni (relatrice Mara Guerra).
Sarà dunque anche e soprattutto un confronto di carattere letterario l’elemento centrale che caratterizzerà la guida al Nabucco verdiano.
Le voci recitanti per le poesie di Solera, Foscolo, Leopardi e Manzoni sono quelle del Gruppo di Lettura Espressiva guidato da Catia Gianisella: in ordine di apparizione, Elvira Tanzilli, Daniela Chersoni, Lina Fratti, Gianna Andrian e la stessa Gianisella. Ingresso gratuito per soci e invitati. Seguirà aperitivo offerto dal Circolo Frescobaldi.

Sala Estense ultimo appuntamento: L’Acciarino Magico

Da: Organizzatori

Venerdì 4 Gennaio alle ore 16,00 la ventunesima edizione della rassegna natalizia “Babbo Natale, Gnomi e Folletti” (Sala Estense – Ferrara, Piazza Municipale), si chiude con uno spettacolo che, finalmente, pensa anche ai più grandi “L’Acciarino Magico” del Baule Volante: un’ora di sogno e magiche avventure, fra mille pericoli e scene emozionanti per un pomeriggio in famiglia in cui, una volta tanto, non sono le immagini a dominare e si fa spazio all’immaginazione.

“L’Acciarino Magico”, fra le tante, magnifiche fiabe lasciateci da Hans Christian Andersen, si distingue per un ottimismo e una positività tipiche della sua opera giovanile che non si riscontrano nelle opere della maturità dell’artista.
La storia, ispirata ai racconti delle mille e una notte, racconta di un soldato che ritorna dalla guerra: il suo zaino è quasi vuoto e la sua pancia pure, ma nel cuore ha grandi speranze e sente il mondo sorridergli. Cammina cammina, incontra una strega che, in cambio del suo coraggio, gli offre monete d’oro, d’argento, rubini e diamanti. È solo la prima di una serie di avventure mirabolanti dove trovano posto un cane fatato, ricchezze, fortuna ma anche pericoli, vicoli oscuri, speranze, profezie, incontri misteriosi, l’amore di una bella principessa e persino un immancabile lieto fine.
La fiaba è, da sempre, cara all’immaginario collettivo per i significati reconditi che racchiude: la speranza verso il futuro, l’indomita forza della gioventù, l’importanza del coraggio ma anche della prudenza e ancora, saper andare nel profondo, superare la paura, domare l’”animale misterioso e potente” nascosto laggiù, farselo amico e poi, nei momenti di pericolo, saperlo evocare e persino cavalcare.
La voce e il corpo narrante di Andrea Lugli si arricchiscono, in questa avventura, della voce di Stefano Sardi con i suoi virtuosismi e con le sue sorprese: canto, suono, evoluzioni multimediali con la pedaliera multieffetto alla ricerca di suggestioni metamelodiche che prendono per mano e portano dentro la storia.
Ma è proprio la narrazione la tecnica prediletta da Andrea Lugli, storico fondatore della compagnia cittadina di Teatro Ragazzi che, con i suoi oltre vent’anni di esperienza e le oltre 3000 repliche realizzata fino a oggi in Italia e in Europa, ancora non è pago di regalare ai bambini le storie più avvincenti ed emozionanti. Ecco la sua testimonianza diretta in merito alla creazione di questo spettacolo: “Il mio desiderio è stato quello di restare fedele alla tradizione della narrazione orale. Nessun effetto speciale, nessun trucco scenico, desideravo cercare un contatto diretto e sincero con il pubblico.
Per me la narrazione è la quintessenza del teatro: tutto viene creato dal nulla, o meglio, dalla parola che prende corpo. Non ci sono filtri e le immagini giungono pure alle orecchie e al cuore del pubblico, materializzandosi sulla scena come per incanto. Come quando nella notte dei tempi si tramandavano oralmente le storie che costituiscono ancora le radici delle nostre culture. Ed è proprio la narrazione tra le prime forme di teatro, o almeno così mi viene da immaginare. Immagino il rito dell’ascolto, del gruppo, della comunità che si incontra e rivive le esperienze attraverso il racconto, esperienze che si fanno mito. Questa bellezza dell’incontro, dell’ascolto di un gruppo di persone, è un bisogno che ha origini antiche, profonde. Può darsi che la solitudine imposta dalla fruizione dei moderni mezzi di comunicazione, dai social, dal web, modifichino la nostra struttura dall’interno e ci rendano diversi dai nostri avi, non più inclini ai tempi lunghi che richiedono l’ascolto e l’attenzione. Ma questo mi sembra un lato negativo del progresso. Il rito collettivo va perpetuato.”

Per tutti i bambini dai 6 agli 11 anni.

Inizio spettacoli: ore 16,00 (la biglietteria apre a partire dalle ore 15,00)
Biglietti: adulti € 6,00, bambini € 5,00

Informazioni: Il Baule Volante –Paola Storari 347/9386676.

Assemblea pubblica dei risparmiatori

Da: Organizzatori

Si parlerà di indennizzo agli azionisti e obbligazionisti di ex Carife nell’assemblea pubblica dei Risparmiatori che avrà luogo a COPPARO Sabato 5 gennaio.alle ore 9,45 presso il Palazzo Zardi di via Garibaldi 104. Promossa dall’associazione Risparmiatori Associati di Ferrara, l’iniziativa intende illustrare la parte riguardante le banche dell’ultima legge di bilancio 2019 appena approvata, che prevede, per l’indennizzo ai RISPARMIATORI (sia azionisti che obbligazionisti) delle due banche venete e delle quattro “risolte” tra cui Carife, l’istituzione di un fondo di 1,5 miliardi in tre anni finanziato utilizzando le somme accantonate nel “fondo dormienti” degli importi giacenti nei conti correnti presso le banche e non più movimentati da oltre venti anni. Una legge importante quindi, che aggiornando quella emanata lo scorso anno dal governo precedente, arriva dopo ben tre anni di manifestazioni e proteste organizzate dalle varie associazioni dei Risparmiatori. La legge, oltre alle procedure per i rimborsi, prevede aspetti positivi come l’ulteriore ristoro del 15% agli obbligazionisti ma anche negativi, il più eclatante dei quali è la fissazione dell’indennizzo agli azionisti del solo e striminzito 30% del costo di acquisto sostenuto, smentendo, così, le numerose promesse fatte in campagna elettorale e le dichiarazioni fatte dai sottosegretari più volte negli incontri ufficiali avute con le associazioni in sede MEf. Ad illustrare la legge sarà Alberto Dolcetti degli Azzerati ferraresi rivolgendosi a tutti gli interessati che vorranno partecipare.

Dal 5 gennaio 2019 l’appuntamento è con i Saldi Invernali – il commento di Ascom Ferrara

Da: Ufficio Stampa – Ascom Ferrara

Scatta il count down per i saldi invernali – gli unici autorizzati e che possono chiamarsi in questo modo – che partiranno ufficialmente in Emilia Romagna, sabato 5 gennaio e proseguiranno per i tradizionali sessanta giorni per concludersi, martedì 5 marzo. Secondo le stime dell’ufficio studi nazionale di Confcommercio il volume d’affari previsto in Italia per i Saldi è intorno ai 5,1 miliardi di euro interessando all’incirca 15,6 milioni di famiglie con una spesa pro capite stimata intorno ai 140 euro (325 a nucleo famigliare secondo i parametri Istat)

“C’è grande attesa per i saldi tradizionali perché quest’occasione coincide con l’opportunità di poter avere sconti significativi (e quindi di fare ottimi affari nel rapporto qualità/prezzo) anche su capi importanti (abiti, cappotti, camice, pantaloni, giubbotti, maglieria, calzature, accessori e pelletteria), magari riuscendo ad acquistare i marchi desiderati ad un prezzo molto vantaggioso.
“In media lo sconto si aggira intorno al 30% – spiega Giulio Felloni presidente provinciale Ascom Confcommercio Ferrara e Federazione Moda Italia, che prosegue: ” I saldi invernali sono anche un modo per riappropriarsi dei centri storici, passeggiare in un contesto monumentale che nel capoluogo così come in provincia offre spunti suggestivi con una rete di negozi di vicinato su tutto il nostro territorio che sposa qualità, competenza ed eccellenti livello di servizio. Insomma una bella opportunità da cogliere al volo”.
Un lavoro di promozione del commercio di vicinato che deve fare i conti con ombre che lo oscurano: come accade con i colossi dell’e-commerce contro i quali serve da un lato una nuova mentalità che trasformi lo shopping diretto in un esperienza coinvolgente che veda nel fattore umano il suo punto di forza. Dall’altro l’introduzione di una “Web tax che regolarizzi questo settore sempre più incontrollato e che genera nei fatti una concorrenza sleale nei confronti del negozio tradizionale”. Senza contare l’aspetto dei blocchi del traffico scattato anche in queste ore e che di nuovo rischia di penalizzare, oltre ogni misura l’afflusso in centro, senza peraltro essere risolutivo.
Tra i punti dolenti di queste settimane inoltre come “ci è stato segnalato dalla nostra stessa base associativa, qualche furbetto che ha effettuato illegalmente promozioni nei 30 giorni antecedenti i saldi. Un divieto stabilito dalla delibera regionale (n.1804/2016) con sanzioni da un minimo di 516 ad un massimo di 3096 euro. Segnalazioni che abbiamo provveduto ad inoltrare formalmente e tempestivamente agli assessorati competenti per i dovuti controlli del caso” conclude Felloni

Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Federazione Moda Italia-Confcommercio ricorda alcuni principi di base:

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Oppure ancora esiste la possibilità dell’emissione di un ulteriore buono acquisto rilasciato dal negoziante e da spendersi entro 120 giorni. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

“Dare speranza e dignità agli ultimi”: e in 284 si schierano a sostegno del volontariato

Con questa lettera intendiamo sottolineare il valore dell’impegno di coloro che, mediante le associazioni e il terzo settore, operano per dare speranza e dignità agli ultimi. Si tratta di un lavoro prezioso che si realizza in un clima sociale difficile. In questi giorni il mondo del volontariato e del terzo settore ha protestato contro l’annuncio di una tassa sulla solidarietà. La rivista dei padri francescani aveva pubblicato un editoriale con un titolo volutamente provocatorio: “Se si fa del male al bene c’è da preoccuparsi”. La pressione di una parte dell’opinione pubblica ha prodotto un primo importante risultato. Il vice presidente Di Maio ha dichiarato: “La tassa sul volontariato è sbagliata e la cambieremo dopo la manovra”. Il controllo e l’attenzione dell’opinione pubblica non devono cessare fino alla cancellazione di una misura sciagurata. C’è una lezione importante da ricavare da questa vicenda: se si reagisce in modo compatto si ottengono risultati. Intanto, i firmatari di questa lettera, manifestano gratitudine e riconoscenza per chi lavora ogni giorno per il bene comune, per una inclusione e civilizzazione dei rapporti, per chi sta dalla parte dei più deboli qualunque sia la loro condizione sociale, provenienza etnica e appartenenza religiosa. Inclusione, solidarietà, rispetto dei diritti e dei doveri, significano sicurezza e qualità della vita per tutti, oltre che attribuire un significato concreto alla parola umanità. Nei giorni scorsi si è verificato una grave episodio di intolleranza verso don Domenico Bedin. Nell’esprimergli piena solidarietà, rinnoviamo la nostra vicinanza e il nostro sostegno a tutti coloro che operano per soccorrere coloro che papa Francesco ha chiamato “gli scarti dell’umanità”. In conclusione, ci riconosciamo nelle parole pronunciate dal Presidente Sergio Mattarella: “L’accoglienza, la generosità e il confronto tra donne e uomini di culture, etnie e confessioni diverse costituiscono valori irrinunciabili, poiché solo coltivando il dialogo con l’altro siamo in grado di ampliare i nostri orizzonti, comprendere le sensibilità dei diversi popoli, riconoscere e affrontare le sfide, costruire il bene comune nelle nostre società”.

1) Accardo Paolo
2) Accorsi Emanuela
3) Albano Laura
4) Alberani Chiara
5) Alessandrini Nicola
6) Alvisi Angela
7) Andreasi Carmen
8) Andreatti Giuliana
9) Arnaldo Santoni
10) Arnoffi Sandro
11) Baio Giuliana
12) Baio Maria Beatrice
13) Baraldi Ilaria
14) Baratelli Fiorenzo
15) Barillari Antonio
16) Barone Adele
17) Bassi Beatrice
18) Bassi Valeria
19) Battista Francesca
20) Benini Eugenio
21) Berdelli Ketty
22) Boldrini Andrea
23) Bellini Anna
24) Bellini Barbara
25) Bellistracci Marco
26) Benfenati Gloria
27) Beniamino Marino
28) Benvenuti Chiara
29) Benvenuti Marinella
30) Bertocchi Andrea
31) Bertocchi Gabriele
32) Bertocchi Riccardo
33) Bertolasi Chiara
34) Bertolasi Davide
35) Bertuzzi Cassio
36) Bianchi Ilaria
37) Bianchini Patrizia
38) Bindini Giorgio
39) Bonazza Daniela
40) Bonfa’ Livia
41) Bondi Loredana
42) Bonora Fabrizio
43) Bordini Maria
44) Borelli Alessandra
45) Borgata Giovannella
46) Bosco Jean Mutamvala
47) Bosi Giuseppe
48) Bozzolan Romea
49) Bracardi Monica
50) Braglia Gabriella
51) Cacciato Manuela
52) Calanda Cristina
53) Calabrese Maria
54) Caleffi Simonetta
55) Caleffi Vittorio
56) Campi Roberta
57) Cappagli Daniela
58) Casari Andrea
59) Casaroli Rita
60) Casini Silvana
61) Cassoli Roberto
62) Castelluzzo Mario
63) Caranti Alda
64) Cariani Miriam
65) Cardinale Katia
66) Carletti Fabrizio
67) Cappellani Marco
68) Cavallini Mirko
69) Cavazzini Mauro
70) Cavicchi Claudio
71) Cavicchi Emanuela
72) Cerini Sabrina
73) Chendi Arianna
74) Chiappini Alessandra
75) Chiarioni Antonella
76) Chiarioni Fausto
77) Chiccoli Paola
78) Chieregatti Agnese
79) Chieregatti Francesca
80) Chieregatti Massimo
81) Cobianchi Biagia
82) Colaiacovo Francesco
83) Corallini Alfredo
84) Corinna Mezzetti
85) Costantini Irma
86) Cristofori Tommaso
87) Croce Eva
88) Cuoghi Tito
89) D’Aloja Maria Geltrude
90) Dal Buono Rosa
91) Da Lan Paolo
92) Del Bello Tonino
93) De Los Rios Carlo
94) De Rose Anna
95) Di Martino Agnese
96) Danieli Anna
97) Disaro’ Antonietta
98) Dugoni Gabriella
99) Faccini Anna Maria
100) Fantoni EMANUELA
101) Facchini Fausto
102) Fedeli Silvia
103) Ferraresi Chiara
104) Ferrari Annalisa
105) Ferrari Antonietta
106) Ferrari Beatriz Norma
107) Finotelli Franco
108) Fioravanti Giovanni
109) Fiorentini Leonardo
110) Fiorini Giorgio
111) Folletti Marcello
112) Folletti Nicola
113) Fornito Elisabetta
114) Francesconi Ornella
115) Gallerani Enrico
116) Gallesini Isabella
117) Gallio Rossana
118) Gallini Giuliano
119) Gallottini Riccardo
120) Gambetti Francesca
121) Gardi Gianluca
122) Garuti Susanna
123) Gasparini Marco
124) Gavioli Morena
125) Gavioli Odilia
126) Gessi Sergio
127) Ghezzo Luisa
128) Ghetti Roberto
129) Giannella Eris
130) Giorgi Dario
131) Giorgi Micol
132) Grandi Enrico
133) Grazzi Riccardo
134) Govoni Laura
135) Gualandi Cristina
136) Guarnieri Antonella
137) Guerra Guerrino
138) Guerrini Cinzia
139) Gubinelli Annamaria
140) Guidarelli Guido
141) Lavezzi Francesco
142) Libanori Daniela
143) Liguori Luca
144) Luciani Michele
145) Leonardi Gioacchino
146) Leonzi Daniela
147) Levorato Chiara
148) Lodi Fiorenza
149) Lombardi Paola
150) Lucchini Patrizia
151) Izzi Fabio
152) Kalaja Lumturi
153) Kulli Eduard
154) Maestra Katia
155) Maestri Paolo
156) Mambelli Alberto
157) Mambelli Alessandra
158) Manfredini Rodolfo
159) Mantovani Carla
160) Magagna Claudio
161) Maragna Michela
162) Marchetti Lucia
163) Marchetti Roberto
164) Marchi Massimo
165) Marchiano’ Giovanna
166) Marcolini Paolo
167) Maresca Dario
168) Martiello Noel
169) Martiello Vito
170) Marzola Luca
171) Marzola Roberto
172) Marzola Sara
173) Mascellani Mario
174) Massellani Francesca
175) Massellani Grazia
176) Massellani Marco
177) Mastrangelo Luca
178) Mazzacurati Demetrio
179) Melcesia De Michelis
180) Mencarelli Flavio
181) Mezzetti Corinna
182) Micai Laura
183) Micheli Mirco
184) Milan Claudia
185) Mingozzi Gabriella
186) Mirella Nicoletta
187) Mirolo Graziella
188) Monini Francesco
189) Montanari Ivana
190) Monti Vincenzo
191) Montosi Roberta
192) Morsucci Mascia
193) Murador Piera Francesca
194) Namari Sergio
195) Nani Davide
196) Nannini Fiorenza
197) Occhiali Mariangela
198) Oddi Corrado
199) Omuri Dora
200) Osti Alberta
201) Paganini Samuel
202) Pagnoni Beatrice
203) Paiolo Elisa
204) Palazzi Angelo
205) Paoli Paolo
206) Pardi Angela
207) Pasqualini Silvana
208) Passerini Roberto
209) Pasti Gabriella
210) Pasti Ilaria
211) Pastorello Paolo
212) Patrizi Renata
213) Patroncini Giovanni
214) Pavanelli Lina
215) Pazi Patrizia
216) Picco M.Claudia
217) Piccoli Filippo
218) Piccoli Nadia
219) Pistone Cristiano
220) Piva Giorgio
221) Piva Maria Giuditta
222) Piva Massimiliano
223) Preka Ferdinant
224) Presini Mauro
225) Pulizzi Alessio
226) Ragazzi Anna
227) Ravani Maurizio
228) Rinaldi Francesca
229) Rinaldi Raffaele
230) Rivetti Carlo
231) Rolfini Greta
232) Roncagli Laura
233) Rossi Francesco
234) Rossi Gabriella
235) Rossi Paola
236) Rotola Carmela
237) Rubele Tiziana
238) Ruzziconi Giuseppe
239) Sansoni Gabriella
240) Santolini Ennio
241) Saravalli Erica
242) Sarto Davide
243) Sammarchi Maria Teresa
244) Scanavini Roberta
245) Scaramuzza Teresa
246) Scardovi Gianfranco
247) Schlumper Laura
248) Scida Vincenzo
249) Sbarbanti Silvia
250) Siri Daniela
251) Soriani Elisabetta
252) Soriani Margherita
253) Stabellini Franca
254) Stabellini Gianna
255) Stabellini Sergio
256) Stefani Franco
257) Strozzi Velleda
258) Talassi Renata
259) TrasforiniDaniela
260) Tassinari Fabrizio
261) Tromboli Adriana
262) Tonioli Fabio
263) Tosi Ruggero
264) Turchi Marco
265) Turolla Maria Chiara
266) Turri Pietro
267) Uba Leonardo
268) Vagni Guido
269) Valenti Nazzareno
270) Vanzini Roberta
271) Venturi Gianni
272) Venturi Ivana
273) Vignolo Mauro
274) Vitali Natale
275) Vitelletti Bianca Maria
276) Zaccaria Nino
277) Zagatti Carlo
278) Zagatti Cristiano
279) Zambonati Antonella
280) Zanella Alberto
281) Zanirato Massimo
282) Zanotti Carlo
283) Zattoni Giorgio
284) Zucchini Maurizio

Pensioni in pagamento a partire da Giovedì 3 Gennaio

Da: Poste Italiane – Media Relations

Assicurazione gratuita contro furti e scippi fino a € 700 per chi ha scelto
l’accredito su Libretto Postale o conto Bancoposta

Poste Italiane informa la clientela che in tutti gli uffici postali della provincia di Ferrara le pensioni saranno in pagamento a partire da giovedì 3 gennaio 2019. La pensione può essere riscossa direttamente allo sportello durante gli orari di apertura, oppure dagli Atm Postamat (fino a €600 al giorno, 24 ore su 24) se si è in possesso della carta Libretto o della carta Postamat. Questa seconda modalità di ritiro, riservata a chi ha già richiesto l’accredito della pensione sul libretto postale o sul conto Bancoposta, permette di usufruire gratuitamente di una polizza assicurativa che consente un risarcimento fino a € 700 all’anno sui furti di contante subìti nelle due ore successive al prelievo effettuato sia dagli sportelli postali sia dagli Atm Postamat o bancari.

Il Lago dei Cigni

Da:ufficio stampa

Il lago dei cigni, ancora oggi il più emozionante tra i balletti classici, sarà in scena il 9 Gennaio 2019 alle ore 21.00 presso il il Teatro Nuovo Ferrara In scena l’incanto delle coreografie e dei costumi di uno dei corpi di ballo più famosi al mondo.
La trama, decisamente romantica, racconta la storia della principessa Odette che un perfido sortilegio del malefico mago Rothbart, a cui la principessa ha negato il suo amore, costringe a trascorrere le ore del giorno sotto le sembianze di un cigno bianco. La maledizione potrà essere sconfitta soltanto da un giuramento d’amore. Il principe Sigfrid si imbatte alla caccia di Odette, se ne innamora e promette di salvarla. Ad una festa nella Corte del Principe Sigfrid, il mago presenta sua figlia che ha assunto le sembianze di Odette, e che, convinto di trovarsi al cospetto della sua amata, le giura eterno amore. A quel punto Il mago rivela la vera identità della fanciulla e Odette, destinata alla morte, scompare nelle acque del lago. Sigfrid, disperato, decide di seguirla: è proprio questo suo gesto a rompere l’incantesimo consentendo ai due giovani innamorati di vivere per semprefeliciL’interpretazione del Balletto di San Pietroburgo di questo balletto classico per eccellenza e con la partecipazione di Tatiana Tkachenko, rende questa data un appuntamento da non perdere. La grande ballerina, Solista gia da anni al Teatro MAriinsky, è riconosciuta a livello mondiale come la stella ed Etoile internazionale. Con questa versione del IL LAGO DEI CIGNI , il Balletto di San Pietroburgo ha voluto mantenere intatte le Coreografie Originali di Marius Petipa e da LevIvanov del lontano 1895, e di tornare ad un’ autentica versione della coreografia creata per il Teatro Mariinsky . Le Scenografie si rifanno alla Corte Imperiale Russa di quel periodo, inserendo realtà storica e fantasia gotica.  Le scene del I e del III Atto presentano uno stile Classico Fiabesco , quasi magico , mentre il II e IV atto cioè Il lago, ha un ambiente mistico, quasi lunare , dove si alternano attimi tenebrosi e giochi di ombre e luci.
Il lago dei cigni rappresenta la perfetta unione di coreografia e musica ed è diventato sinonimo del balletto stesso e fonte d’ispirazione per generazioni e generazioni di ballerini, nonché emblema della cultura popolare.

BIGLIETTI DISPONIBILI

biglietteria del TEATRO NUOVO DI FERRARA

aperta dal martedì al sabato
dalle ore 11.00 alle ore 13.00
dalle ore 16.00 alle ore 19.00

ON LINE

sul sito www.vivaticket.it

PREZZO BIGLIETTI
POLTRONISSIMA intero € 43,00 ridotto € 37,00
PLATEA intero € 41,00 ridotto € 35,00
I GALLERIA intero € 36,00 ridotto € 30,00
II GALLERIA intero € 30,00 ridotto € 25,00

Ultimi bagliori degli Anni Dieci

Siamo all’ultimo passo degli anni ’10. Anni degni di storia ma non di memoria… Perlomeno, rispetto al secolo scorso, ci siamo risparmiati la tragedia della guerra. Ma in guerra, forse, siamo ugualmente: una guerra strisciante, diffusa, non dichiarata come sostiene Papa Francesco; una guerra intestina, fomentata dalla reviviscenza del terrorismo, la cui matrice – a differenza di ciò che avvenne in Europa mezzo secolo fa – non è interna ma esogena; eppure, anch’essa in un certo senso frutto di un dogmatismo ideologico. Stavolta non sono le falangi estremiste (e talora deviate) delle nuove generazioni che si battono per il ribaltamento dello Stato, ma i fanatici seguaci di un culto, quello islamico, che seminano morte e terrore per le strade delle nostre città… E forse anche loro in parte manipolati. Per contrappunto, truppe statunitensi, sovietiche e milizie di altri Paesi del nord del mondo combattono e seminano morte in Africa e in Oriente.
D’altronde, di odio questi anni 10 si sono alimentati. Sono stati gli anni della grande crisi, scoppiata – ma inizialmente non compresa come tale – già nel 2008; e poi divampata come una folgore, che tutto ha incenerito e rivoluzionato… Anni in cui l’insicurezza, che sovrasta le nostre esistenze, ha riesumato quei ferini istinti di sopravvivenza che credevamo vinti dalla civilizzazione: così, è rinato l’odio dell’uomo verso il proprio simile, sol che abbia a contrasto il colore della pelle, o il modo di pensare, o le abitudini di vita… Sono stati, questi, gli anni del rifiuto, dell’intolleranza e del razzismo, del respingimento, del “ciascuno a casa sua”… E’ sempre la diversità a spaventare (anziché incuriosire).

La comunità si è disgregata, gli ammortizzatori sociali che lo Stato del welfare aveva garantito, sulla spinta delle lotte sociali di mezzo secolo fa, sono svaporati. E oggi in tanti gridano, come pappagalli, le parole d’ordine dei regimi che ci addomesticano: fra questi, il “basta tasse” mostra la sciagurata inconsapevolezza del fatto che sono proprio le tasse che garantiscono i servizi ed è la proporzionalità dell’imposta rapportata al reddito a garantire che la leva del prelievo operi con equità: chi più ha più paga, come è giusto che sia! Altro che aliquote semplificate e flat tax (che generano esattamente il risultato opposto). Le tasse vanno pagate allo Stato secondo questo meccanismo di perequazione da Passator Cortese, in maniera che i ricchi garantiscano un po’ di benessere anche ai meno abbienti… Banale ricordarlo, ma necessario ripeterlo: perché le persone sembrano oggi ignare di ciò.
Anche questo è frutto dell’impazzimento attuale. Assistiamo, inermi, alla disgregazione del soggetto collettivo, al respingimento dal noi all’io, all’affermarsi di un individualismo sovrano che ha disintegrato la capacità di organizzazione e di resistenza della maggior parte delle persone, atomizzate e – nel frattempo – declassate da cittadini a consumatori, quindi a ingranaggi funzionali al sistema produttivo capitalistico basato – appunto – sul consumo. E addio all’idea di individui da rispettare in quanto tali, ciascuno legittimato a svolgere una propria significativa funzione all’interno del contesto sociale, politico e comunitario.
Ci siamo risparmiati l’onta della guerra, sì, ma il disfacimento è avvenuto ugualmente: del legame sociale, della consapevolezza del sé, dei diritti e dei non meno importanti doveri. Siamo ormai ridotti a esseri disgregati e perciò più facilmente controllabili e malleabili…

Il quadro è fosco e drammatico. Grandi luci all’orizzonte non si vedono, come non si vede più neppure il baluginare di un’utopia, di una significativa stella polare verso la quale abbia senso orientare il cammino e per la quale valga la pena affrontare qualche sacrificio.
Non è facile immaginare come si potrà uscire da questa situazione. Speriamo non servano trent’anni, come fu nel secolo scorso, per rinsavire e ricominciare a vivere…

 

Sarà un buon anno se ciascuno di noi si impegnerà per renderlo tale, per tutti e non solo per sé. Auguri a chi, con abnegazione, si cimenterà in questa impresa.

Solo a Capodanno

racconto di Maurizio Olivari
foto di Giordano Tunioli

Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno al botto del buon anno. Andrea sistematicamente si svegliava interrompendo un sogno che era diventato ricorrente ormai da qualche anno, tre o quattro volte e specialmente durante le feste natalizie.
La sua età s’avvicinava ai settant’anni, vissuti da single per scelta ed in particolare per l’attività che lo aveva impegnato fino a pochi anni prima. Era stato un brillante uomo di spettacolo, un intrattenitore e presentatore di manifestazioni ed aveva sempre pensato che per esercitare la professione, bisognava essere liberi da impegni familiari. E così aveva fatto: se ne andava in giro per l’Italia avendo un donna in ogni città, come i marinai in ogni porto. Erano amori fuggenti, disimpegnati.
Con gli anni che passavano si riducevano le scritture artistiche e, non avendo mai ottenuto un successo nazionale, gli impresari si erano ormai dimenticati di lui. Rimaneva appena qualche occasione di spettacolo nella sua città natale, dove aveva deciso di tornare a vivere gli anni di una vecchiaia che incombeva. Solo com’era sempre stato, non tanto materialmente quanto spiritualmente.
E questo senso di solitudine lo assaliva soprattutto nel periodo delle feste di fine anno, quando la gente, in modo più o meno sincero, cerca e trova l’unione coi propri cari, rinsalda gli affetti, si riempie di buoni propositi per l’anno che verrà. Lui no, dopo i soliti contatti coi soliti amici, rimaneva puntualmente solo, senza particolari propositi o desideri per il futuro, tranne forse quello di un po’ di salute.
Ogni fine anno Andrea scavava nella sua memoria alla ricerca di qualcuno che l’avesse amato per davvero. E finiva sempre di ricordare di quando era ragazzino e aspettava la mezzanotte con sua madre in un piccolo bar sotto casa insieme ad altre famiglie, con la musica trasmessa dalla radio e lo scandire dei secondi prima del brindisi generale e dei cori d’auguri gioiosi e spensierati.
Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno, BUON ANNO! E poi lo scoppiettio di tappi di spumante da due soldi che gli adulti si passavano allegramente, ma anche le spume analcoliche destinate ai ragazzini come lui.
Era il 1954. Erano momenti economicamente difficili. La mamma comprava una fetta di panettone che divideva con lui ed erano comunque felici, o forse la mamma fingeva d’esserlo, chissà.
Degli anni successivi non c’era nulla che gli ricordasse la notte di Capodanno. Notte che puntualmente lo vedeva impegnato nel suo lavoro d’intrattenitore nelle sale da ballo o nei ristoranti, dove centinaia di persone si ritrovavano per ascoltare musica, banchettare e festeggiare in allegria.
Lui in mezzo a tanta gente viveva la sua solitudine indossando la maschera del ragazzo allegro, giocoso, disponibile con tutti e in particolare con tutte. Una parte che ripeteva uguale ogni anno in ogni locale, un cliché che al pubblico piaceva, un lavoro collaudato e di successo.
Cenoni quasi sempre modesti in sale di ristoranti addobbati a festa, con più tavoli di quanti ne dovessero contenere e il lavoraccio dei camerieri nel consegnare le portate tra i commensali. I piatti passati di mano in mano tra la selva di braccia e teste che si agitavano in cerca di un po’ di spazio. Le lasagne che arrivavano ai propri affamati destinatari ormai fredde, quasi immangiabili. Ma era Capodanno e tutto andava bene, bastava divertirsi spendendo anche centocinquantamila delle vecchie lire a testa, ballo e orchestra compresi.
E nel conto c’era ovviamente Andrea, che tra una portata e l’altra raccontava le sue storielle, improvvisava scambi di battute scherzose, improbabili interviste agli ospiti, e dedicava poesie d’amore alle signore, alcune delle quali venivano letteralmente sedotte da quel suo affascinante modo di fare.
Alla mezzanotte il solito countdown e più tardi ci si scatenava col trenino musicale che coinvolgeva tutti quelli che occupavano la pista da ballo. Andrea stava in testa a dirigere l’allegro serpentone a passo di danza, lo guidava tra i tavoli a raccogliere nuovi ballerini. In testa cappellini di cartone e in bocca trombette e fischietti, la baldoria era al suo apice.
Non mancava nulla. Dalle gare di ballo, all’elezione della Lady della serata, per finire con l’immancabile lotteria che regalava le prelibatezze gastronomiche del luogo.
Alle quattro del mattino Andrea salutava tutti. Gli ultimi auguri di buon anno e se ne tornava in albergo da solo, come sempre, come ogni anno, in ogni locale con così tanta gente, eppure inesorabilmente da solo.
Da una decina d’anni non veniva più chiamato a fare serate. Un po’ per la sua età e un po’ perché erano cambiati i costumi: il proliferare di discoteche e pub, dove lavoravano scatenati dj con le loro scalette musicali a tutto volume. Nei ristoranti si proponeva menù alla carta con al massimo un sottofondo musicale al pianoforte, lasciando liberi i clienti di andarsene altrove a cercar baldoria prima della mezzanotte, soprattutto nelle piazze con musica e spettacoli pirotecnici.
Del resto, nella città di Andrea la festa in piazza era ormai diventata una tradizione, trasformata in un’attrattiva per un vasto pubblico proveniente da ogni parte, anche dall’estero. L’evento era chiamato “L’incendio del Castello”, uno spettacolo pirotecnico che simulava un vero e proprio incendio del monumento cittadino più illustre. Migliaia di persone circondavano il maestoso edificio e riempivano la piazza adiacente, mentre in un palco si alternavano orchestre e cantanti fino allo scoccare della mezzanotte, quando dalle torri e dal fossato partivano centinaia di fuochi d’artificio, mirabolanti giostre luminose e cascate incandescenti sulle pareti a strapiombo. Il tutto accompagnato da un suggestivo sottofondo musicale.
Da quando era uscito dal giro, le sere di Capodanno le passava in casa. Una casa da single, arredata in modo semplice, con l’unico vezzo di aver riempito tutte le pareti di fotografie che lo ritraevano durante i suoi spettacoli. Eppure quelle foto – aveva confessato – lo facevano sentire meno solo.
Aveva anche pensato di portarsi in casa un animale da compagnia, un gatto o un cane. Un gatto pensò di no, era un animale che non si affezionava troppo al padrone; un cane che avrebbe preferito di taglia medio grande no, perché non adatto a vivere in un mini appartamento, senza un minimo di spazio scoperto.
Quindi solo, decisamente solo. Anche quell’ultimo anno aveva garbatamente rifiutato l’invito di coppie di amici ad andare al cenone insieme a loro, con la musica, il ballo e cento euro a testa da sborsare.
Accidenti no! Aveva partecipato come mattatore almeno quaranta volte a quei cenoni con ballo annesso! Meglio soli, in casa davanti alla tv.
Quel pomeriggio del trentuno dicembre, dopo un giro nel centro storico tutto addobbato a festa dalle luminarie dorate e le vetrine multicolori dei negozi, si fermò tra le casette di legno del mercatino natalizio, quelle con le offerte gastronomiche regionali, e si comprò quello che sarebbe stato il suo cenone di Capodanno.
Nello stand ligure linguine e pesto alla genovese, in quello laziale un paio d’etti di porchetta alla brace, in quello toscano un bel pezzo di pane, dalla Sicilia invece quattro cannoli, per finire in Piemonte con una bottiglia di ottimo barbera doc.
Il piccolo tavolo del suo monolocale era apparecchiato come ogni sera con una tovaglietta americana e lo stretto necessario per la sua cena.
Quella sera, chissà come, Andrea decise di cambiare. In fondo era pur sempre una festa, un anno che se ne andava ed uno che stava per arrivare. Bisognava accoglierlo nel migliore dei modi.
Prese da un cassetto dell’armadio, una tovaglia con ricami di seta che aveva trovato e tenuto per ricordo dopo la morte della madre. Era troppo grande per il suo tavolino e la piegò in quattro parti cercando di lasciare in vista il bellissimo ricamo di seta.
Piatti, posate e bicchieri per acqua, vino e spumante, mai usati, ciò che restava di un servizio da tavola messo in palio in una delle tante lotterie che aveva organizzato in passato. Accese anche una candela che teneva in casa per le emergenze, casomai fosse mancata la luce.
Si accomodò per la cena, accese la tv e mangiò in compagnia del Presidente della Repubblica che pronunciava il consueto discorso di fine anno. Fece zapping col telecomando, passando al setaccio le varie dirette nelle tante piazze italiane gremite di gente fino ad arrivare all’emittente locale che trasmetteva le immagini intorno al Castello, pronto per lo spettacolo del finto incendio. In tv c’erano migliaia di persone, musica e allegria, mentre nella stanza c’era lui, soltanto lui, come sempre.
Mancava mezz’ora a mezzanotte e d’improvviso s’alzò da tavola, s’infilò cappotto, sciarpa e berretto, avviò la macchina e a tutto gas si diresse in centro. Non riuscì a trovare un parcheggio abbastanza vicino al centro e, con l’ansia che saliva, dovette uscire dalle mura finendo per parcheggiare in divieto di sosta. Mancava appena un quarto d’ora alla mezzanotte e si mise quasi a correre per raggiungere in tempo il castello distante dalla macchina circa un paio di chilometri. Mentre s’avvicinava udiva la musica dell’orchestra, le voci dei cantanti e dello speaker che invitava il pubblico a preparare le bottiglie per il brindisi di mezzanotte.
Mancavano ormai solo due minuti quando la sua corsa s’arrestò davanti alla muraglia umana festante che riempiva le strade nei pressi del Castello. C’erano famiglie con bambini, gruppi di giovani amici e molte coppie strette in un abbraccio affettuoso.
Chiedeva permesso per passare tra la folla, ma teneva ancora ben stretta a sé la sua solitudine.
Dagli amplificatori lo speaker cominciò il conto alla rovescia (quante volte l’aveva fatto anche lui…), la gente cominciava a scartare i colli delle bottiglie di spumante, si preparava a stapparli all’unisono, e iniziava a contare col tono della voce che cresceva numero dopo numero. Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro. Anche Andrea si unì al coro generale gridando con tutto il fiato che aveva. Tre, due, uno… BUON ANNO!
Oltre ai botti, esplose tutt’intorno un frenetico scambio di auguri, di baci e abbracci fra le persone che lui guardava con ammirazione ma anche con un misto di invidia e nostalgia. Nella confusione generale non sapeva affatto a chi augurare buon anno e finì per augurarlo a se stesso: auguri Andrea!
Dalle torri del castello iniziarono i fuochi d’artificio, accompagnati da una coinvolgente colonna sonora, il cielo s’illuminò di mille colori, le pareti del castello s’infiammarono con cascate di luci colorate di un rosso incandescente, offrendo l’effetto di un vero incendio. La gente era entusiasta e, armata di fotocamere e cellulari, riprese e immortalò quello spettacolo unico nel suo genere.
Anche Andrea apprezzò moltissimo quello che negli anni precedenti aveva visto solo in tv, ma venne assalito da un velo di tristezza perché per la prima volta avrebbe voluto condividere con qualcuno l’emozione che stava provando.
All’improvviso si sentì toccare un braccio, non ci fece caso, stretto com’era fra tanta gente. Dopo un attimo sentì una mano sulla spalla, si girò e vide una ragazza che gli sorrise e gli disse: “Buon anno!” Questa gli s’affiancò e gli baciò una guancia, poi gli porse un bicchiere di plastica riempito a mezzo di spumante e col suo bicchiere alzato sussurrò: “cin cin…”
Andrea, tanto sorpreso quanto contento di ciò che gli era appena accaduto, la guardò quasi con ammirazione e, poiché la musica era assordante, le si accostò all’orecchio e le disse: “Chi sei, come ti chiami?”
La ragazza rispose: “Sono un’amica, mi chiamo Felicità!”
Andrea lasciò per sempre la sua solitudine, le prese la mano, la strinse dolcemente ed entrambi, alzando lo sguardo verso il castello che bruciava, gridarono con forza: “Benvenuto anno nuovo! Benvenuta felicità!”