Skip to main content

Mese: Gennaio 2019

Giornata della memoria: Omocausto

Da: Arcigay Ferrara

Nella Germania nazista la persecuzione di gay e lesbiche si trasformò in un vero e proprio sterminio che prende il nome di OMOCAUSTO. Durante il regime nazista si stima che morirono nei campi di concentramento 50.000 uomini omosessuali o presunti tali, travolti dalla folle idea di “selezione razziale”. Gli uomini omosessuali venivano deportati nei campi di concentramento e sterminio, identificati con un triangolo rosa sulla divisa di prigionia, e costretti a subire aberranti esperimenti medici, torture ed umiliazioni fino alla morte nelle camere a gas. Le donne non subirono la stessa persecuzione sistematica, ma molte furono prima rinchiuse in ospedali psichiatrici e poi deportate nei campi di concentramento, considerate come persone asociali, e insieme a prostitute e oppositrici politiche venivano identificate con un triangolo nero, e la loro sorte fu per la maggiore la morte. In Italia gli omosessuali furono perseguitati dal regime fascista in maniera diversa, meno cruenta ma non per questo meno efficace. Non fu pianificato lo sterminio di massa, ma furono migliaia coloro che subirono il confino in base alla discrezionalità della polizia. Le discriminazioni continuarono anche dopo la caduta del regime nazista e di quello fascista. Ad oggi, nonostante la conquista di molti diritti, non si è ottenuta la pari dignità come individui e cittadini.

Arcigay Ferrara, presso la sede di Via Ripagrande 12, per non dimenticare organizza una giornata, a partire dalle 16.00, con la proiezione dei film “Una giornata particolare”, il documentario “Paraghraph 175” e “Gli occhiali d’oro”. Alle 18,30 e alle 20,30 con la collaborazione del Ferrara Off Teatro, Marco Sgarbi leggerà alcuni passaggi del romanzo “Gli Occhiali d’oro”.

Documentario Rai 2: Primo Levi “passa” da Ferrara

Da: Organizzatori

Sabato 26 gennaio andrà in onda in seconda serata, alle ore 23.30, e in replica in occasione del Giorno della Memoria, domenica 27, alle ore 9.10, il nuovo documentario di Laura Gialli dedicato allo scrittore Primo Levi, dal titolo “LA FORZA DELLA MEMORIA”.

Apre il documentario una straordinaria testimonianza della senatrice a vita Liliana Segre.
Il documentario è un omaggio al grande scrittore del ‘900 nonché un’analisi attenta di quanto sia importante fare memoria, soprattutto assieme alle nuove generazioni.
Ma è anche un bellissimo affresco di Ferrara e dell’Emilia che non dimentica.
Tra i vari luoghi in cui è stato girato il documentario, infatti, vedremo Ferrara: il suo centro storico, la Sinagoga dove l’ingegner Andrea Pesaro, presidente della Comunità ebraica di Ferrara, racconta la storia della sua famiglia e dell’importante comunità ferrarese. Si continua, poi, all’interno del MEIS – Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, con l’intervento della direttrice Simonetta Della Seta.

Si arriva così all’Istituto di Storia Contemporanea, dove la presidente Anna Maria Quarzi racconta l’importanza della memoria, assieme al prof Giorgio Rizzoni.

Segue un capitolo dedicato a Giuseppe Muroni, insegnante e storico, il quale parlerà della web serie sulle leggi razziali “L’ultimo grido”, prodotta dall’Enciclopedia Treccani e recentemente presentata in senato con la senatrice Paola Boldrini e su Rai Uno. Alcune scene sono state girate anche al teatro ‘900 di Tresigallo, dove alcuni allievi del Centro Preformazione Attoriale di Ferrara recitano alcuni versi di Primo Levi.

L’attore Stefano Muroni, oltre ad aprire il documentario con una poesia dello scrittore, leggerà alcuni brani tratti da alcune opere di Levi all’interno del campo di smistamento di Fossoli. A pochi chilometri da Ferrara, sono state girate alcune scene al Museo Monumento al Deportato di Carpi, dove i ragazzi del Centro Preformazione Attoriale di Ferrara leggeranno sui muri alcune scritte a tema.

Sabato 26 Gennaio ore 15,30 guida all’ascolto (H)antologia del rock. Il caso dei Zz Top

Da: Associazione Musicisti di Ferrara

Sabato 26 gennaio ore 15,30 guida all’ascolto (H)antologia del rock. Il caso dei ZZ Top a cura di Giorgio Rimondi e Roberto Formignani

Anche quest’anno l’Associazione Musicisti di Ferrara propone una serie di 18 appuntamenti ad ingresso libero di guida all’ascolto; il sabato sulla musica moderna e la domenica sulla musica classica denominati rispettivamente Guida all’Ascolto e Classica d’Ascolto.

Guida all’ascolto

Per il sedicesimo anno consecutivo, allo scopo di promuovere la cultura e l’educazione musicale in tutte le sue forme moderne, l’Associazione Musicisti di Ferrara-Scuola di Musica Moderna, in collaborazione con il Comune di Ferrara-Assessorato alle Politiche e Istituzioni Culturali, Assessorato Politiche per i Giovani, organizza per l’ anno 2018-2019 una serie di appuntamenti nell’aula magna Stefano Tassinari della Scuola di Musica Moderna di Ferrara in via Darsena 57; gli incontri sono ad ingresso libero e hanno come temi la guida all’ascolto dei generi musicali moderni più importanti. “L’esigenza di questi appuntamenti è incominciata quando, durante le lezioni di strumento, facendo alcuni riferimenti a stili e/o ad artisti importanti per la musica studiata, ci siamo accorti che molte cose non si potevano dare per scontate; in poche parole, anche se siamo in un’ epoca in cui gli ipod straripano di brani, spesso non si sa che cosa si ascolta e da dove proviene tutta questa musica; con queste lezioni, cerchiamo di stimolare l’interesse e l’approfondimento della musica ascoltata e suonata, oltre a creare un ritrovo di persone con lo stesso interesse, siano queste interne alla scuola o esterne”.

L’orario delle guide all’ascolto è dalle 15,30 alle 17,30

Iniziative in merito al giorno della memoria al Montalcini

Da: Addetta stampa Montalcini

Al Montalcini una lezione di diritto e cittadinanza ‘per non dimenticare’: la Costituzione della Repubblica italiana sconferma e cancella le leggi razziali del 1938

Il 27 gennaio ovvero il giorno della memoria in cui non si devono dimenticare le vittime dell’olocausto quest’anno cade di domenica proprio quando la scuola é chiusa; ma il ruolo di un educatore, tra gli altri, é quello di far riflettere i propri studenti sulla totale privazione della libertà e sui danni indelebili che tale annientamento ha avuto sull’individuo.
I docenti del Montalcini hanno voluto, nell’ambito della disciplina di diritto ed economia e degli studi di cittadinanza e Costituzione, che saranno oggetto della prova orale nel nuovo esame di Stato, leggere assieme ai propri studenti le leggi razziali del 1938 ed in parallelo gli articoli della Costituzione della repubblica italiana che sconfermano definitivamente le disposizioni ingiuste di tali provvedimenti normativi.
I discenti del Montalcini sono partiti dalla lettura dell’Articolo 3 della nostra Costituzione sull’uguaglianza formale e sostanziale, sulla dignità sociale, sulla libertá e sulla partecipazione di tutti i cittadini alla vita del Paese in cui vivono per poi
studiare ed approfondire le conseguenze delle leggi razziali fasciste del 1938 emanate da Benito Mussolini e firmate dal re Vittorio a Emanuele III, che escludevano gli ebrei dalla scuola, dai lavori statali, dalla vita coniugale, da determinate professioni: portinai in case di ariani, fotografi, orafi, ottici, agentiviaggio, netturbini, insegnanti di ballo, piloti di aerei, agenti di pompe funebri, venditori di articoli per bambini, venditori di libri, di radio, di carte da gioco, di alcolici, di frutta, di lana per materassi ecc…
Le Vittime delle leggi razziali furono dieci mila: sei milioni di ebrei, un milione di omosessuali, seicento mila zingari, tre milioni di slavi, più di cento mila persone con handicap, ma a che pro?
Gli alunni del Montalcini hanno ascoltato, letto, riflettuto, fatto lezione su queste informazioni atroci e cruente seguite anche dalla proiezione di alcuni film sull’olocausto “La stella di Andra e Tati” e “Gli invisibili” con interviste registrate ai sopravvissuti e hanno concluso che la libertà di affermazione dell’essere umano in tutte le sue poliedriche forme é un bene caro e prezioso che nessuna legge, se giusta, dovrebbe mai prevaricare.
Ecco di cosa dobbiamo avere memoria e non dobbiamo dimenticare mai affermano studenti e docenti del Montalcini: preservare la nostra libertà e la nostra dignità in nome di coloro che hanno lottato con le unghie e con i denti per difenderle perché come diceva Primo Levi Comprendere il perché di tali barbarie é impossibile, ma conoscerle é necessario affinché la cultura vinca sempre.
La scuola, luogo di cultura per eccellenza, deve guidare i propri studenti verso una riflessione critica e costruttiva anche sulla giornata della memoria, per non dimenticare gli errori commessi e per evitare di ripeterli di nuovo.
Per tutta la prossima settimana, inoltre, continueranno nell’Istituto iniziative inerenti il giorno della memoria, che si concluderanno con l’incontro della giornalista Guendalina Dainelli, che venne ospitata nel 1943 insieme alla madre e ai due fratelli da Don Antonio Rasi parroco di San Biagio d’Argenta al fine di ‘strapparli’ dalla deportazione nei campi di sterminio.

Cia Ferrara: la siccità è ormai uno “stato di calamità” permanente

Da: Ufficio stampa e comunicazione Cia – Agricoltori Italiani Ferrara

Fiumi e falde a secco. A rischio la capacità irrigua della prossima primavera-estate

FERRARA – “Non piove in maniera consistente da diversi mesi, il livello del fiume Po è ampiamente sotto
lo zero idrometrico e manca la neve sul nostro Appennino. In poche parole siamo in una situazione di
grave siccità, perché è in inverno che, come sappiamo, si fa scorta e si riempiono le falde. Si raccoglie,
insomma, per il periodo successivo che richiederà una grande capacità irrigua. La siccità ormai non è più
un’emergenza, ma uno “stato di calamità” permanente per le aziende agricole” – spiega Stefano
Calderoni, presidente provinciale di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara.
Secondo i tecnici dell’associazione, che stanno monitorando attentamente la situazione delle principali
colture, se non arriveranno piogge consistenti, le aziende agricole rischieranno di non riuscire a irrigare
in maniera capillare la prossima primavera-estate, stagioni che peraltro negli ultimi anni, sempre a causa
di quello che è il nostro “nuovo clima”, sono state calde e siccitose.
“Le previsioni di Arpae – continua Calderoni – che ha applicato i modelli climatici globali alla nostra
Regione, indicano che le temperature medie sono destinate ad aumentare ancora, in quale misura
dipenderà da quanto gli Stati si impegneranno per diminuire le emissioni di anidride carbonica
nell’atmosfera. E attualmente il loro impegno apparare alquanto modesto e frammentario. Inoltre,
appare ormai una tendenza certa il concentrarsi delle precipitazioni in alcuni periodi, in particolare in
autunno, seguiti da mesi senza precipitazioni. E il futuro non sembra roseo: si stima che nel periodo
2021-2050 il trend di crescita delle temperature diventerà stabile e porterà ondate di calore diurne e
notti tropicali, alternate a eventi di pioggia estremi. Modelli che parlano della necessità profonda di
cambiamento.
In questo sistema, le risorse idriche sono talmente preziose che rappresentano, ormai, uno dei fattori di
maggior incidenza sull’andamento colturale e reddituale delle aziende. Non soddisfare le necessità irrigue
di mais, soia e produzioni ortofrutticole d’eccellenza può provocare danni inestimabili. Cosa fare?
Innanzitutto vorrei che si uscisse, una volta per tutte, dalla logica dell’emergenza climatica, un termine
che mi sembra utilizzato in senso troppo fatalistico, come se non si potesse fare nulla per intervenire. E
in questo modo si sta alla finestra, o si dichiara lo stato di calamità chiedendo un risarcimento che,
seppur fondamentale, non risolve un problema che è ormai strutturale. Dobbiamo scendere a patti con
questo clima – conclude il presidente Cia – lavorando per non farci più sorprendere e chiedendo che
vengano realizzate le opere idrauliche a lungo promesse – penso alla mai realizzata creazione di bacini
idrici nel Delta del Po, che garantirebbe acqua dolce per irrigare i campi. E dobbiamo chiedere che la
ricerca scientifica pubblica possa lavorare su piante ibride più resistenti, che possano affrontare meglio la
siccità o l’eccesso di pioggia. Queste sono le nostre armi per continuare a fare agricoltura, nonostante il
cambiamento climatico.”

Libreria Altrove – Stefano Bonazzi presenta nuovo libro

Da: Libreria Altrove

Continuano gli incontri letterari ospitati presso la Libreria Altrove, nel centro storico della stupenda città di Ferrara.

Sabato 26 gennaio alle ore 18:00, lo scrittore ferrarese Stefano Bonazzi presenterà il suo nuovo romanzo A bocca chiusa, edito dalla storica casa editrice ravennate Fernandel, con la moderazione di Alberto Amorelli. Bonazzi è nato nella città estense, dove tutt’ora vive e lavora. Di professione grafico pubblicitario, realizza composizioni e fotografie ispirate al mondo dell’arte surrealista. Le sue opere sono state esposte, oltre che in Italia, a Londra, Zhengzhou, Miami, Seul e Monaco. Nel 2017 ha pubblicato con Fernandel il romanzo L’abbandonatrice, molto apprezzato dal pubblico e dalla critica.

Sull’orlo del baratro: il Venezuela e la (quasi) guerra civile

Articolo aggiornato alle 08:42 del 25 gennaio 2019

 

Nelle ultime ore il Venezuela sta attraversando una delle peggiori crisi sociali degli ultimi decenni. Il presidente del Parlamento, eletto a gennaio, si è autoproclamato nuovo presidente del Venezuela, sconfessando Nicolas Maduro e gettando benzina sul fuoco in una situazione economica e sociale già molto difficile.

Chi è Juan Guaidó
Trentacinque anni, ingegnere, cresciuto a La Guaira, città vicino Caracas. Ha iniziato a fare politica nel 2007, durante le proteste studentesche contro Hugo Chávez. È un seguace di Leopoldo López, agli arresti domiciliari dal 2014 proprio per la sua opposizione al regime ‘chavista’.

È stato eletto presidente del Parlamento, governato dalle opposizioni ma reso improduttivo da Nicolas Maduro, ed è l’esponente di spicco del partito Voluntad Popular, tra i più radicali della coalizione Mesa de la Unidad Democràtica, raggruppamento di opposizione dell’Assemblea Nazionale.
Finora praticamente sconosciuto, è appena diventato famoso sullo scenario internazionale per essersi proclamato presidente del Venezuela mercoledì 23 gennaio, dopo un solenne discorso a culmine delle proteste indette nel paese contro Maduro.

La reazione internazionale
La prima reazione in campo internazionale è stata quella di Donald Trump. Il tycoon non si è fatto attendere è ha dichiarato che Guaidó è ufficialmente il presidente del Venezuela. In sequenza anche il Canada e l’Unione Europea l’hanno riconosciuto come presidente ad hinterim. Altri che hanno riconosciuto ufficialmente Guaidó sono il Brasile di Bolsonaro, la Colombia, l’Argentina il Guatemala, il Costa Rica il Perù e l’Ecuador.

La reazione di Maduro
La reazione del presidente non si è fatta attendere. La prima mossa è stata contro i gringos: 72 ore di tempo a tutti i funzionari statunitensi per lasciare il paese. Denunciando il tentativo di golpe e dichiarandosi l’unico legittimo presidente, il successore di Chávez ha ottenuto dagli alleati storici il pieno sostegno. Infatti la Turchia, Cuba, il Messico non hanno riconosciuto il nuovo presidente, confermando Maduro quale unico interlocutore.

Russia e Cina
Quello che preoccupa, oltre alla situazione sociale sempre più disastrosa, è la reazione dei due maggiori creditori e alleati del Venezuela. Putin e Xi Jinping, infatti, hanno fatto lauti investimenti e prestiti nel paese garantendosi, come contropartita, di poter usufruire dei giacimenti di petrolio presenti. Il Venezuela, infatti, ha i giacimenti di greggio più grandi al mondo, il che lo rende uno Stato potenzialmente ricco, ma l’alto tasso di corruzione, le tecnologie antiquate, l’economia non diversificata e l’embargo attuato dagli Usa fanno sì che il tasso di povertà della popolazione sia altissimo.

Situazione sociale
Quello che sta distruggendo il Paese è la fortissima inflazione. Il bolivar, moneta locale, è oramai carta straccia. L’unica valuta utile per acquistare qualcosa è il dollaro americano. Il tasso dell’inflazione si aggira intorno ai 10 milioni per cento. In pratica se qualcosa costava un dollaro ora ne costa 100 mila. In questa situazione a poco sono valsi gli aumenti di salario, e la gente vive letteralmente senza più cibo e medicinali. La bomba sociale si è trasformata in una vera e propria crisi umanitaria, con migliaia di venezuelani che ogni giorno cercano di abbandonare il loro Paese. Basti solo pensare che negli ultimi anni più di un milione di venezuelani ha cercato di lasciare lo Stato. Numeri paragonabili alla crisi siriana.

Possibili scenari
Il ‘golpe’ di queste ore crea ulteriore incertezza in una zona da bollino rosso: a Caracas si contano già 26 morti a causa delle proteste. Tutto questo, come già accennato, causato da un’inflazione frutto di una gestione errata dell’economia. Pur essendo una nazione ricca di risorse naturali e soprattutto di petrolio, il Venezuela ha un’economia basata solo sull’export dell’oro nero. La conseguenza: dipendenza dal dollaro e dalle oscillazioni del prezzo del greggio a livello mondiale. Molte sono state le azioni attuate per sopperire a questo problema: per esempio, lo scambio di petrolio in cambio di medici con l’alleato storico cubano. Ma non è bastato.
Naturalmente in questa situazione politica così instabile e incerta, gli equilibri internazionali si fanno più che mai delicati: da una parte i gringos che vorrebbero estendere il campo di influenza su uno dei paesi più ricchi di idrocarburi; dall’altra Russia e Cina che hanno un saldo altissimo di credito con il paese di Maduro. La rivolta di queste ore è un chiaro segnale di insoddisfazione da parte dei parlamentari, stretti nella morsa di un potere tolto da Maduro e senza interlocutori, sbeffeggiati soprattutto dalle sinistre mondiali. All’esterno poi, Stati-cowboy pronti a tutto pur di avere il controllo e un alleato nel continente latino americano. Una situazione in veloce declino verso lo scontro sempre più violento; uno scenario da guerra fredda, con i due blocchi già scesi in campo.
È altrettanto significativo, infine, come tutto ciò sia accaduto a pochi giorni dalla salita al potere di Bolsonaro in Brasile.

In sostanza è un intreccio pericoloso il Venezuela, intreccio tra affari molto grossi e una popolazione stremata da politiche che l’hanno ridotta alla fame. Un paese in balìa della povertà e della violenza, che sicuramente deve essere cambiato, ma il rischio è che cambino solo gli alleati, non lo Stato autoritario. La tentazione è forte, la storia ce lo insegna: dove ci sono interessi economici, la democrazia passa in secondo piano. Allende docet.

I DIALOGHI DELLA VAGINA
Gli amanti delle sei

Sono le sei del pomeriggio e ci accomodiamo in un bar. Siamo tre amici che si sono dati appuntamento per ascoltarsi, ciascuno ha le proprie magagne e le soluzioni a quelle degli altri. Siamo completamente dentro ai nostri discorsi che rimbalzano fra noi tre: due sensibilità femminili e una maschile che si mescolano perché noi donne ci mettiamo a fare anche un po’ i maschi certe volte.
Ridiamo perché quello è un martedì in cui ciascuno si porta ciò che ha vissuto proprio quel giorno lì e siamo lucidi solo a tratti, certe emozioni influenzano i nostri modi di vedere. Decidiamo che i discorsi andrebbero fatti in momenti diversi della settimana per poi fare la tara.
Ridiamo e siamo ancora concentrati su di noi, finché tutti e tre vediamo che c’è qualcosa di più attrattivo a cui prestare attenzione.
Nel tavolo a fianco, e riflessi in un’enorme vetrata, ci sono due amanti. L’evidenza degli amanti è sempre cristallina. Hanno superato i cinquanta, lei ha gli orecchini di perle, un cappotto cammello, è fresca di messimpiega e indossa un dettaglio che per un marito non metteresti mai alle sei del pomeriggio: elegantissime scarpe di vernice bordeaux col tacco a spillo, senza calze.
Lui è più semplice, un viso anonimo, del resto è lei che deve attirare gli sguardi. Lei non teme niente e nessuno, si capisce. Lo sovrasta, si alza per andare in bagno e, come una femmina che sa di esserlo, lo bacia da in piedi, è magra ma imponente, è carica e lui atterrito da tanta sicurezza.
Finché lei è in bagno, lui aspetta quasi smarrito e lei lo sa, quel bacio grande serviva a tranquillizzarlo, a farsi attendere. Finalmente torna, la subordinazione di lui è evidente. Addirittura è lei a pagare il conto: hanno preso il tè, come due signori in pace con se stessi.
Mentre va alla cassa, si gira verso di noi, anche lei ci avrà visti riflessi nella vetrata, spettatori di una parentesi di amore maestoso, rapace, ma non volgare, di fronte al quale puoi solo stare a guardare e farti distrarre.
Ci lancia un’occhiata, è una signora che sa quello che fa e quello che vuole. Escono dal bar, torniamo ai nostri discorsi che non finiscono e li rimandiamo al fine settimana.

Vi è mai capitato di assistere o essere protagonisti di amori che se ne fregano e si impongono ovunque si trovino?

Potete scrivere a parliamone.rddv@gmail.com

Tavolo del turismo stagione 2019: fare sistema per migliorare l’offerta

Da: Comune di Comacchio – Segreteria Generale

Oggi, presso la Sala Consiliare di piazza Folegatti 15, si è tenuto un tavolo tra Associazioni di categoria e rappresentati del Comune di Comacchio. Presenti il Vice Sindaco Denis Fantinuoli con delega ai Lavori Pubblici, gli Assessori Riccardo Pattuelli con delega al Turismo e Alice Carli con delega alla Cultura. Diversi i temi trattati dall’assemblea, uniti tutti da un unico filo conduttore: la volontà di fare sistema e unire risorse preziose alla volta dell’imminente stagione turistica 2019. Primo punto all’ordine del giorno l’adesione al progetto “Biosfera Delta del Po”, brand di qualità che racchiude al suo interno entrambe le aree del Delta del Po e che si propone come catalizzatore delle attività promosse all’interno del MAB Unesco e le realtà del territorio, con diversi attori economici accreditati. Per maggiori informazioni e adesioni è possibile visitare il sito http://www.biosferadeltapo.org/

Secondo punto trattato, riguarda le infrastrutture, la manutenzione ed il rifacimento della viabilità. A questo proposito, il Vice Sindaco Fantinuoli, ha prontamente presentato gli imminenti lavori in partenza tra i mesi di febbraio e marzo, condizioni atmosferiche permettendo. A marzo, è prevista la realizzazione di un ulteriore stralcio di rifacimento del manto stradale sui lidi, con prosecuzione a giugno. Sono previsti anche i lavori di riqualificazione del Lungomare Italia di Lido delle Nazioni, il cui appalto è appena stato aggiudicato alla ditta vincitrice della gara, la quale, in tempi brevi, dovrebbe procedere all’accantieramento. Questi lavori sono finanziati dai proventi della tassa di soggiorno 2018, mentre quelli previsti per il 2019, andranno a coprire i costi del progetto di rigenerazione ciclopedonale tra via Genova a Porto Garibaldi e Lido degli Scacchi. In programma anche il proseguo della via ciclabile fino a Pomposa e lidi nord. Sempre nel 2019 è prevista la riqualificazione della banchina sul Porto canale a Porto Garibaldi finanziata da fondi FEAMP ed altri lavori di mitigazione urbana di minor impatto. Comunicato anche ai partecipanti l’affidamento della progettazione definitiva per la riqualificazione dei viali Carducci e delle Querce a Lido degli Estensi.

Gli assessori Pattuelli e Carli hanno illustrato il ricco programma turistico e culturale previsto per il 2019 ancora in fase di elaborazione, che verrà pubblicamente presentato in conferenza stampa il prossimo marzo, nonché le strategie da mettere in campo con diversi partner regionali, che continueranno ad essere promotori ed amplificatori dell’offerta turistica del territorio. “APT Servizi” e “Visit Romagna” saranno impegnati rispettivamente sul mercato estero e nazionale. Volontà comune di tutti i soggetti presenti al tavolo, quella di ribadire l’interesse strategico e centrale che Comacchio ed i suoi Lidi suscita in Italia ed all’estero. La forte componente empatica dei suoi abitanti, connessa con un “know how” ricettivo frutto di decenni d’esperienza, fanno di questo territorio una delle destinazioni più amate dai turisti teutonici e del nord Europa. Innestati sulla scia di un positivo riscontro, sono programmati diversi appuntamenti estivi già confermati. Come l’anno scorso si riproporranno la “1000 Miglia” prevista a maggio, il “Beach Festival” con ospiti di livello internazionale, “Mare di musica” e il già pubblicizzato “Jova Beach Tour 2019”, uno dei concerti estivi più attesi del panorama musicale italiano.

Sold out a Comacchio per il Moliere Di Paolo Rossi

Da: Comune di Comacchio – Segreteria Generale

Dopo il successo registrato dallo spettacolo inaugurale con Dario Vergassola, che ha visto la platea della Sala Polivalente gremita di pubblico, la settima edizione di Comacchio a Teatro prosegue con un altro tutto esaurito. Venerdì 25 gennaio è infatti in programma uno degli appuntamenti più attesi della stagione teatrale diretta da Massimiliano Venturi, che vedrà protagonista l’istrionico Paolo Rossi circondato da un ricco cast di attori e musicisti. A fianco dell’indomabile guitto calcheranno il palco comacchiese Renato Avallone e Marco Ripoldi (già attori culto del Terzo Segreto di Satira), Marianna Folli, Chiara Tomei, Francesca Astrei e Caterina Gabanella, che accompagnati dalle musiche dal vivo di Emanuele Dell’Aquila e Alex Orciari presenteranno Il re anarchico e i fuorilegge di Versailles. Lo spettacolo è una novità di carattere nazionale per questa stagione, e segna una nuova tappa del lungo viaggio di Paolo Rossi attorno al pianeta Moliere.Un lavoro di grande originalità ed improvvisazione, un sogno attraverso cui la compagnia arriva finalmente a destinazione; un varietà onirico di diversi numeri e di diversi livelli di espressione artistica, che spaziano dalla prosa alla musica. Ancora una volta si incrociano con le visioni del tempo presente la storia del conflitto tra il potere e i fuorilegge, intesi come coloro che vivono ai margini della strada e non hanno voce, in bilico tra la scena e la vita, tra il teatro e il potere. Uno spettacolo di teatro, sogno, speranza, parola, musica e risate.
L’appuntamento è dunque per venerdì 25 gennaio alle ore 21 in Sala Polivalente (via Agatopisto 7, Comacchio). Lo spettacolo è già sold out, ma la prevendita per i prossimi appuntamenti prosegue ogni martedì ore 15-18 a Comacchio in Biblioteca a Palazzo Bellini, ed ogni mercoledì ore 16-19 al Teatro Barattoni di Ostellato. Nelle giornate di spettacolo la biglietteria apre alle ore 20. Informazioni al 349 0807587, prevendita on-line sui siti www.comacchioateatro.it e www.sipariostellato.it.
La programmazione teatrale proseguirà poi facendo tappa ad Ostellato, dove venerdì primo febbraio Paolo Hendel inaugurerà la stagione del Teatro Barattoni con il suo nuovo spettacolo. Sarà nuovamente la volta di Comacchio venerdì 8 febbraio, quando sul palco della Sala Polivalente sarà protagonista Annagaia Marchioro, con lo spettacolo Fame mia, quasi una biografia, libero adattamento dell’omonimo best seller di Amélie Nothomb. Domenica 27 al via anche la programmazione pomeridiana per ragazzi e famiglie: si partità da Vaccolino, dove alle ore 16 andrà in scena lo spettacolo di burattini Cavoli a Merenda, presentato dalla compagnia marchigiana Teatro alla Panna.

Sicurezza e legalità sul lavoro sul tavolo dell’osservatorio provinciale della prefettura di Ferrara.

Da: Addetto stampa Prefettura Di Ferrara

Nell’ambito delle iniziative sviluppate in tema di sicurezza e legalità sul lavoro, il Prefetto di Ferrara Michele Campanaro ha presentato stamane a Palazzo Giulio d’Este i contenuti del Seminario di studio “BENE INSIEME”, organizzato dall’ Osservatorio Provinciale sulla Sicurezza e Legalità del Lavoro operativo in Prefettura.
La giornata seminariale, che si terrà il 31 gennaio prossimo presso la sede di CNA Ferrara, si propone di approfondire i principi scientifici che stanno alla base della gestione dei comportamenti sul lavoro, in particolare quelli orientati alla salute e sicurezza, e alla loro ricaduta in termini di benessere, sia personale che organizzativo. La BBS, Behavior Based Safety o sicurezza basata sui comportamenti, è una tecnica di gestione della sicurezza che concentra l’attenzione sui comportamenti e utilizza metodologie partecipative per ridurre gli infortuni sul lavoro, attraverso la riduzione o l’eliminazione dei comportamenti e delle azioni insicure. Si tratta di un protocollo scientifico nato nell’ambito delle scienze del comportamento, evolute in un insieme di metodi e tecniche, appunto la Behavior Based Safety.
I dati statistici presentati stamane dal direttore provinciale INAIL di Ferrara dicono che il numero di infortuni denunciati nel 2017 è aumentato di 2,5% rispetto all’anno precedente. E, anche se il trend non consolidato nei primi 11 mesi del 2018 sembra prefigurare una lieve inversione di tendenza, resta preoccupante il dato sugli infortuni mortali che, a novembre 2018, era di 13 casi rispetto ai 10 dello stesso periodo dell’anno precedente.
Il Rappresentante del Governo, nel commentare i dati, ha sottolineato quanto sia importante “oltre alla attività di contrasto operata quotidianamente dagli Enti preposti alla vigilanza, rafforzare l’attività di prevenzione. Dopo la campagna di comunicazione promossa lo scorso anno e dedicata alla figura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), quella presentata oggi è un ulteriore iniziativa che l’Osservatorio provinciale prefettizio si pone tra gli obiettivi da perseguire per il 2019 per sviluppare ulteriormente la cultura della sicurezza a tutti i livelli, favorendo la diffusione ed il consolidamento di comportamenti virtuosi nella realtà economica della provincia, con una mirata sensibilizzazione delle imprese ad adottare più efficaci modelli di organizzazione del lavoro”.
All’incontro erano presenti l’Assessore alle politiche del lavoro del Comune di Ferrara, Caterina Ferri, il Segretario Generale della CCIAA, Mauro Giannattasio, il direttore della sede INAIL di Ferrara, Davide Lumìa, il direttore della sede INPS di Ferrara, Massimo Formichella, il capo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ferrara, Maurizio Tedeschi, il responsabile del servizio UOPSAL-AUSL di Ferrara, Valerio Parmeggiani e il delegato delle Organizzazioni sindacali confederali dei lavoratori, Riccardo Grazi.

La terza edizione della rassegna Ferrara – Roma Film Corto anticipa il Ferrara Film Corto

Da: Ufficio Stampa Ferrara Film Commission

La Ferrara Film Commission, con il patrocinio del Comune di Ferrara e il sostegno di Ascom Confcommercio
Ferrara e dell’Hotel Torre della Vittoria di Ferrara, in occasione della 2^ edizione del Festival Nazionale Ferrara
Film Corto, 26 e 27 gennaio 2019, presenta la terza edizione della rassegna FERRARA – ROMA FILM CORTO
che si terrà presso la Sala Estense venerdì 25 gennaio 2019, dalle ore 15.30 alle 19.30 e dalle 20.30 alle 23.30.
Durante la rassegna saranno presentati alcuni corti che hanno partecipato alla decima edizione del Festival
Internazionale Roma Film Corto, i vincitori e una selezione proposta da Roberto Petrocchi, Direttore Artistico del
Festival, che sarà presente all’evento.
Novità di quest’anno è il Premio del Pubblico. All’ingresso sarà consegnata a tutti gli spettatori una scheda sulla
quale indicare il proprio corto preferito. Il corto che raccoglierà più preferenze sarà premiato pubblicamente con
una targa di riconoscimento.
Oltre alla selezione di corti romani, nel pomeriggio saranno presentati:
– il docufilm “Omaggio a Folco Quilici” di Teo Rinaldi, film maker ferrarese vincitore del Ferrara Film Corto 2018,
sulla giornata dedicata nel 2018 al documentarista e scrittore ferrarese dalla Ferrara Film Commission, realizzato;
– un video dedicato al ‘fare cinema’ realizzato dalla Scuola di Cinema di Cesena sotto la direzione
dell’insegnante, l’attore Gian Paolo Mai.
In chiusura di serata sarà proiettato il mediometraggio “Il pesce rosso dov’è?” di Elisabetta Sgarbi, facente parte
di una trilogia dedicata agli uomini e alle donne del Delta del Po, presentato alla 72^ Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia.

Fabbri E Lodi (Lega): “Modonesi, Patetico Mea Culpa. Il Turno Notturno Polizia Locale? No Agli Agenti Disarmati In Gad”

Da: Ufficio Stampa Lega Nord Emilia Romagna

“All’assessore Modonesi non possiamo dire altro che: benvenuto nella realtà. Peccato che il suo patetico mea culpa su una sicurezza che è sempre mancata a Ferrara arrivi, guarda caso, proprio a quattro mesi dalle elezioni. I turni di notte per la polizia locale? Impossibili da realizzare se gli agenti non sono armati. Quella del Pd è becera propaganda, ma i ferraresi sanno come è andata e non si lasceranno confondere”.

Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione e Nicola Lodi segretario comunale Lega Ferrara, riprendono le dichiarazioni dell’assessore alla Sicurezza Aldo Modonesi sul corpo di polizia municipale.

“Quella dell’assessore è una tardiva presa di coscienza della gravissima situazione in cui si trova Ferrara in termini di sicurezza e arriva proprio da uno di quelli che non voleva l’esercito in zona Gad quando era la Lega a proporlo”. ricorda Fabbri. “Come al solito il Pd arriva tardi: oggi è limitativo parlare di zona Gad perchè nel frattempo, mentre la giunta Tagliani nascondeva la testa sotto la sabbia, il problema della criminalità si è esteso ben oltre quel quartiere diffondendosi a tutta la città”, aggiunge il consigliere. “Modonesi che è assessore alla Sicurezza, dovrebbe saperlo bene e ammettere la sconfitta, invece si lancia in un patetico mea culpa a poche settimane dall’appuntamento elettorale”. Per Fabbri “Se sarà la Lega a guidare Ferrara prenderemo finalmente in mano la situazione applicheremo tutte le misure che il Decreto Sicurezza ha messo a disposizione dei sindaci, chiederemo più forze di polizia e rafforzeremo il più possibile la collaborazione per impostare azioni interforze, efficaci e che non mettano a repentaglio la sicurezza degli agenti della locale”.

A proposito di polizia locale sul tema interviene anche Nicola Lodi, bocciando l’ipotesi del turno notturno. “A Modonesi che annuncia il quarto turno ricordiamo che la polizia locale a Ferrara non è armata, mentre per fare il quarto turno è obbligatorio per legge che gli agenti escano armati”, spiega Lodi. “Mandare agenti di polizia locale in Gad durante la notte, non è uno scherzo nè una cosa che va presa alla leggera”, aggiunge “sono necessarie strutture adatte, servono corsi di preparazione e servono anche le armi, mentre oggi a Ferrara non c’è ancora nulla di tutto questo”, a partire dalla caserma che non ha la struttura adatta perchè “mancano locali attrezzati necessari per un diverso tipo di organizzazione” oltre al fatto che “la decisione dovrebbe comunque passare al vaglio del consiglio comunale”, spiega ancora Lodi. “Nella foga di arrivare alle elezioni con qualche proposta di richiamo il Pd improvvisa, ancora una volta malamente, sul delicatissimo tema della sicurezza, a costo, a quanto pare, di mettere a repentaglio l’incolumità degli agenti pur di tentare di raccimolare qualche consenso all’ultimo momento”.

Da Unife nuova speranza per chi soffre di epilessia

Da: Università degli Studi di Ferrara Ripartizione Marketing e Comunicazione

Individuato dai ricercatori dell’Università di Ferrara un approccio innovativo
capace di ridurre drasticamente le crisi epilettiche

E’ in grado di eliminare più del 90% delle crisi epilettiche nell’arco di 3 mesi, il dispositivo biologico di ultimissima generazione messo a punto – e già testato a livello preclinico –  dall’équipe del professor Michele Simonato dell’Università di Ferrara.

I risultati, pubblicati sul Journal of Neuroscience, organo ufficiale della più importante società scientifica di neuroscienze, lasciano davvero ben sperare: “Oltre ad una rapida e progressiva riduzione delle crisi epilettiche, meno 75% nell’arco di due settimane e meno 93% nell’arco di due mesi, lo strumento riduce significativamente anche i sintomi legati allo stress e migliora di molto le capacità cognitive” chiarisce Simonato.

Il dispositivo, che agisce rilasciando una molecola capace di ripristinare l’attività fisiologica delle cellule malate, è impiantato direttamente nell’ippocampo, l’area del cervello colpita dalla malattia: “Si tratta di un sistema che rilascia in maniera costante il fattore GDNF (glial cell line-derived neurotrophic factor), ripristinando la normale attività elettrica del tessuto nervoso e correggendo in parte il danno prodotto dalle crisi” aggiunge il professore.

“Il trattamento è in grado di correggere anche le alterazioni dei tessuti cerebrali che sono associate all’epilessia. Tutto questo ci fa sperare che l’approccio possa dare ottimi risultati clinici nel bloccare le crisi e fermare la progressione della malattia” conclude Michele Simonato.

Lo studio è stato svolto in collaborazione con il laboratorio LTTA del Tecnopolo di Ferrara, l’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, l’Università di Lund (Svezia) e la biotec Gloriana Therapeutic (USA) nell’ambito del progetto europeo Epixchange, coordinato dal Prof. Simonato.

L’epilessia colpisce oltre 60 milioni di persone in tutto il mondo, più delle persone con sclerosi multipla, Parkinson, paralisi cerebrale e distrofia muscolare insieme. Sono 700 milioni le persone che presentano una crisi epilettica nell’arco della propria vita, 10.000 i nuovi casi di epilessia ogni giorno e più di 60.000 le morti improvvise causate da epilessia. Un terzo dei pazienti non risponde alle terapie oggi esistenti.

Articolo originale:
Long-Term, Targeted Delivery of GDNF From Encapsulated Cells is Neuroprotective and reduces seizures in the pilocarpine model of epilepsy.

Autori: Giovanna Paolone, Chiara Falcicchia, Francesca Lovisari, Merab Kokaia, William J. Bell, Tracie Fradet, Mario Barbieri, Lars U. Wahlberg, Dwaine F. Emerich e Michele Simonato.

Lectio magistralis ” verso il giusto processo nell’ambito del processo penale e minorile. Il falso ricordo. Profili giuridici e psicologici”.

Da: Organizzatori

Siamo lieti di potervi ospitare il giorno venerdì 25 gennaio 2019 – dalle ore 15,00 alle ore 18,00 – presso la prestigiosa sede dell’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza, Corso Ercole I d’Este a Ferrara in occasione della Lectio Magistralis della Professoressa Giuliana Mazzoni dal titolo ” Verso il giusto processo nell’ambito del processo penale e minorile. IL FALSO RICORDO. Profili giuridici e psicologici “.

La Prof.ssa Giuliana Mazzoni Psicologa e Neuroscienziata, professoressa ordinaria di Psicologia presso University of Hull (UK), Docente di Medicina e Psicologia Università la Sapienza di Roma è esperta,a livello internazionale, di problematiche legate alla memoria ed alle sue distorsioni e vanta numerose pubblicazioni, saggi ed interventi. Sará affiancata, tra i relatori,dal Prof. Dott. Camillo Valgimigli Psichiatra e Psicoterapeuta – Modena, dalla Dott.ssa Chiara Brillanti Psicologa forense e Psicoterapeuta – Bologna, e dal Dott. Fabio Nicolicchia Assegnista di ricerca di Diritto Processuale PenaleUniversità degli Studi di Ferrara.

Moderatore sarà l’Avv. Patrizia Micai del Foro di Ferrara.

Questo evento sarà anche occasione per affrontare argomenti di stretta attualità legati alla miglior tutela dei minori in un giusto processo.

Il mondo dei Tecnici e i Tribunali, competenze a confronto per offrire spunti e riflessioni al mondo politico.

L’incontro é aperto al pubblico.

Donazione al Meis all’insegna del rinascimento e del dialogo

Da: Ufficio Stampa Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS

Il MEIS ha acquisito in questi giorni, grazie a una donazione privata, un raro manoscritto del periodo rinascimentale, noto agli esperti come la “Bibbia di Mosè da Castellazzo”. Il donatore è l’Ambasciatore Giulio Prigioni, che ha voluto contribuire sia alla collezione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah che alla preparazione della mostra “Il Rinascimento parla ebraico”, in allestimento per il 2019.

La Bibbia di Mosheh da Castellazzo è un codice illustrato, eseguito probabilmente a Venezia negli anni Venti del Cinquecento. Il manoscritto, ritrovato alla fine della Seconda guerra mondiale negli scantinati del comando della Gestapo di Varsavia e poi conservato presso l’Istituto di Storia ebraica della capitale polacca, fu inviato nel 1980 a uno studio fotografico per essere riprodotto. Ma non tornò più alla biblioteca e ad oggi risulta smarrito o rubato. La riproduzione donata al Museo è stata curata da Kurt e Ursula Schubert e pubblicata in pochissimi esemplari.

Mosheh da Castellazzo (1466-1526) fu un pittore e un disegnatore piuttosto noto, come lui stesso afferma nella richiesta di privilegio di stampa che rivolse al Senato veneziano nel 1521. In quel documento, Mosheh dichiara di aver disegnato un ciclo d’illustrazioni bibliche, di cui intende far approntare dalle proprie figlie (“mie fiole”) le incisioni su legno. Il privilegio fu accordato, ma di quel ciclo sembrano essere rimaste solo due incisioni. Il manoscritto è una copia delle incisioni complete.

La Bibbia di Mosheh da Castellazzo è un documento molto importante della cultura artistica ebraica nell’Italia del primo Cinquecento, con illustrazioni che ampliano il dettato biblico attraverso aggiunte tratte dai “midrashim”, ovvero dai commenti dei maestri ebraici agli scritti biblici.

L’Ambasciatore Prigioni ha raccontato come, grazie all’aiuto dell’ebraista Giulio Busi, curatore della mostra sul Rinascimento in programma al MEIS, sia riuscito a trovare la rara riproduzione in un paesino sperduto della Svizzera.

“Le donazioni che stanno arrivando al MEIS – ha detto il Direttore Simonetta Della Seta durante la cerimonia di acquisizione dell’opera – confermano il riconoscimento del ruolo del Museo in Italia, in Europa e nel mondo. La mostra sul Rinascimento, intorno alla quale c’è molta attesa, tratterà un periodo aureo del dialogo tra cristianesimo ed ebraismo nel Paese. Un fenomeno sul quale desideriamo mettere un particolare accento, avendo il MEIS la missione di far comprendere come la lunga vicenda degli ebrei d’Italia possa servire da parabola, da esempio di dialogo tra culture. Siamo convinti che questa ambizione sia assolutamente attuale”.

“Non a caso anche il Ministero dei Beni Culturali – ha concluso Della Seta – sta valorizzando il MEIS come progetto culturale nazionale che promuove il valore del dialogo e della convivenza tra i popoli e le etnie nel nostro Paese e in Europa. La storia della nostra penisola ha le proprie radici nel dialogo, grazie anche al rapporto con l’ebraismo, e da Ferrara vogliamo raccontarlo al resto del mondo”.

Primo Congresso Di +Europa: Numerosi Da Ferrara

Da: Coordinatore di +Europa di Ferrara

Venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 a Milano si terrà il primo Congresso di +Europa, al quale parteciperanno 7/8 persone del Gruppo +Europa di Ferrara.
Emerge nel nostro Paese, in Europa e nel mondo, un’ondata nazionalsovranista che minaccia di travolgere nei suoi fondamenti la stessa civiltà democratico-liberale e le speranze di un ordine di pace. Il nostro impegno di +Europa, che sarà presente alle elezioni europee, è volto a cercare di costruire, di offrire a noi stessi e a quanti condividono questo sentire, uno strumento d’azione in una forma necessariamente nuova.
Abbiamo l’ambizione di far riscoprire ai cittadini la passione per l’impegno comune, diventando protagonisti con la voglia di pensare, discutere, lottare, lavorare e contare insieme.
Un progetto che individua negli Stati Uniti d’Europa la sfida più impegnativa della politica di oggi perché qualsiasi problema non può più essere affrontato dentro i confini nazionali.
A Ferrara poi, come da tempo comunicato, con una nostra lista sosterremo la candidatura di Roberta Fusari a sindaca.

Concerto nel ridotto teatro comunale

Da: Circolo Culturale Amici Della Musica Girolamo Frescobaldi – Ferrara

Sabato 26 gennaio 2019 alle ore 17 nuovo appuntamento con i Concerti nel Ridotto del Teatro Comunale Abbado di Ferrara (Corso Martiri della Libertà 4): sarà ospite del Circolo Frescobaldi la giovane e talentuosa pianista Fernanda Damiano già applaudita protagonista negli anni scorsi di prestigiosi recital alla rassegna “Musica a Marfisa d’Este”. Ingresso soci 1 euro, non soci 7 euro.
La Damiano eseguirà musiche di Franz Liszt (Ballade N.2 in Si minore), Claude Debussy (Suite Bergamasque), Enrique Granados (Allegro de Concierto op. 46) e Sergej Rachmaninov (Sonata op.36 n.2).  
Di lei il famoso pianista e didatta Aldo Ciccolini ha scritto: “La giovanissima Fernanda Damiano è un fenomeno, in possesso di un pianismo notevolissimo. Ed è destinata, ne sono sicuro, ad una brillantissima carriera”.
Dopo il suo primo recital solistico a soli 8 anni, a 10 anni la Damiano ha debuttato con il Concerto in Re maggiore di Haydn al Teatro Impero di Trani. A tutt’oggi ha tenuto oltre 50 concerti da solista e con l’orchestra, esibendosi per i principali festival e rassegne musicali in Italia e all’estero.
Nata a Taranto nel 1995, si è diplomata a 17 anni con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore
presso il Conservatorio Piccinni di Bari. Ha conseguito il diploma accademico di secondo livello presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Vittadini” di Pavia con Roberto Paruzzo con 110 e lode e menzione. Dal 2017 è docente di pianoforte dell’ ISSM “Vittadini” di Pavia.

Comune di Tresignana – riorganizzazione uffici – comunicato del commissario prefettizio

Da: Ufficio Elettorale – Servizio Segreteria Comune di Tresignana

COMUNE DI TRESIGNANA
Provincia di Ferrara
Piazza Italia, 32 – 44039 –Tresignana loc. Tresigallo –
Sede distaccata: Via Vittoria, 29 – 44035 – Tresignana – loc. Formignana
COMUNICATO STAMPA
In seguito alla fusione dei Comuni di Tresigallo e Formignana, nel nuovo Comune di Tresignana, è stata effettuata una
riorganizzazione degli uffici che ha modificato in parte sia la logistica che gli orari di apertura al pubblico.
La nuova logistica prevede :
– presso la sede distaccata di Tresignana, sita in loc. Formignana (Via Vittoria n. 29 – Loc. Formignana) i servizi
demografici, l’ufficio tecnico e la biblioteca.
Una volta a settimana – il giovedì – saranno comunque aperti gli sportelli dei servizi tributi ed alla persona;
– presso la sede di Tresignana, in loc. Tresigallo SEDE (Piazza Italia n. 32 – Loc. Tresigallo), oltre ai servizi
demografici ed alla biblioteca, tutti gli altri uffici e servizi.
In conseguenza della riorganizzazione logistica, in via sperimentale gli orari di apertura al pubblico presso le due sedi,
con decorrenza dal giorno 11 febbraio 2019 e fino al 31 dicembre 2019, risultano essere i seguenti:
SEDE (Piazza Italia n. 32 – Loc. Tresigallo)

Ufficio Segreteria generale
Lunedì chiuso
Martedì 8:30-13:00/ 15:00-17:00
Mercoledì Chiuso
Giovedì 15:00-17:00 su appuntamento
Venerdì 8:30-13:00
Sabato Chiuso

Ufficio Economico finanziario e Tributi
Lunedì Chiuso
Martedì 08:30-13:00/15:00-17:00
Mercoledì Chiuso
Giovedì 15:00-17:00 su appuntamento
Venerdì 08:30-13:00
Sabato Chiuso

Ufficio Servizi alla persona
Lunedì Chiuso
Martedì 08:30-13:00/15:00-17:00
Mercoledì Chiuso
Giovedì 15:00-17:00 su appuntamento
Venerdì 08:30-13:00
Sabato Chiuso

Ufficio Servizi demografici
Lunedì 08:30-13:00
Martedì 08:30-13:00
Mercoledì 08:30-13:00
Giovedì 08:30-13:00
Venerdì 08:30-13:00
Sabato 08:30-13:00

Biblioteca (Via del Lavoro n.2)
Lunedì Chiuso
Martedì 15:00-18:30,Orario estivo 15:30-19:00
Mercoledì 9:00-13:00/15:00-18:30,Orario estivo 15:30-19:00
Giovedì 15:00-18:30,Orario estivo 15:30-19:00
Venerdì 15:00-18:30,Orario estivo 15:30-19:00
Sabato 9:00-13:00

SEDE DISTACCATA (Via Vittoria n. 29 – Loc. Formignana)

Ufficio Tecnico
Lunedì Chiuso
Martedì 08:30-13:00/15:00-17:00
Mercoledì Chiuso
Giovedì 08:30-13:00/15:00-17:00 Su appuntamento
Venerdì Chiuso
Sabato Chiuso

Ufficio Tributi
Lunedì Chiuso
Martedì Chiuso
Mercoledì Chiuso
Giovedì 08:30-13:00/15:00-17:00 Su appuntamento
Venerdì Chiuso
Sabato Chiuso

Ufficio Servizi alla persona
Lunedì Chiuso
Martedì Chiuso
Mercoledì Chiuso
Giovedì 08:30-13:00/15:00-17:00 Su appuntamento
Venerdì Chiuso
Sabato Chiuso

Ufficio Servizi demografici
Lunedì 08:30-13:00
Martedì 08:30-13:00/15:00-17:00
Mercoledì 08:30-13:00
Giovedì 08:30-13:00/15:00-17:00 Su appuntamento
Venerdì 08:30-13:00
Sabato Chiuso

Biblioteca(Viale Roberto Mari n. 4)
Lunedì 14:30-18:30
Martedì 14:30-18:30
Mercoledì 14:30-18:30
Giovedì 8:30-12:30
Venerdì 14:30-18:30
Sabato Chiuso

Seminare legalità al Montalcini

Da: Addetta stampa Montalcini

Al Montalcini si educa alla Legalita’ con il progetto “Seminare legalità” Mercoledì 23 gennaio 2019 presso l’Aula Magna dell’ ITE di Portomaggiore le classi 3A, 4A, 5A dell’Istituto Tecnico Economico dell’IIS Rita Levi Montalcini hanno partecipato all’incontro formativo con i referenti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione nell’ambito del progetto “Seminare legalita’ “. Il progetto ideato dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione aderisce alla Carta d’intenti del MIUR avente ad oggetto “L’educazione alla legalità economica come elemento di sviluppo e crescita sociale” e ha l’obiettivo di spiegare i principi base della legalità fiscale ed il ruolo e i compiti dell’Agenzia delle entrate-Riscossione. Un incontro interessante e coinvolgente, che ha permesso ancora una volta ai discenti del Montalcini di entrare a stretto e diretto contatto con il mondo dell’economia e della finanza.

La Candidata Sindaca Fusari A Francolino Per Incontrare I Cittadini

Da: ufficio stampa – Roberta Fusari Sindaca

Roberta Fusari sarà sabato a Francolino per incontrare i cittadini interessati a conoscerla e confrontarsi con lei sul futuro di Ferrara. La candida sindaca – che si propone con una lista civica alle elezioni amministrative di maggio – sarà a disposizione di chiunque vorrà condividere opinioni e riflessioni, problemi da affrontare e proposte di miglioramento. L’appuntamento è sabato 26 gennaio alle ore 14.30, presso il Bar al Filò di via Calzolari 593.

«Tengo moltissimo alla partecipazione degli abitanti, al dialogo diretto, spontaneo e informale», sottolinea Fusari. «Per questo ho avviato un ciclo di incontri che proseguirà nelle settimane a venire e che coinvolgerà tanto il centro storico quanto, capillarmente, i territori e le frazioni che lo circondano. Anche l’esperienza di lunedì scorso in via Bologna è stata importante e formativa, spero che i residenti di Francolino siano altrettanto interessati e franchi. La città è un bene comune ed è fondamentale – per la sua crescita – ascoltare le sue diverse voci e confrontarsi insieme sulle possibili soluzioni».

La distanza tra la povertà e Davos

Parte il Forum economico mondiale 2019 di Davos e, come tutti gli anni dal lontano 1971, anche in questi giorni economisti, politici, dirigenti d’azienda, leader dell’alta finanza, banche, case farmaceutiche e studiosi, ovvero i potenti e ricchi del mondo, si riuniscono per disquisire del fatto che i poveri sono sempre più poveri, che la ricchezza si sta accentrando sempre di più e che il mondo è più disuguale che mai.
E questo forse continuerà fino a quando a parlare di povertà saranno solo i ricchi, cioè quelli che hanno sempre avuto la possibilità di cambiare le cose ma si sono ben guardati dal farlo. Anche quest’anno come di consueto gli ospiti avranno tra le mani l’ennesimo Rapporto Oxfam sulle disuguaglianze che anticipa di qualche giorno il Forum. Niente di nuovo, insomma.
La povertà è un fenomeno dalle tante sfaccettature e, seppur strano, si presta ad interpretazioni diverse. La povertà è economia, antropologia, sociologia, persino psicologia ma se aumenta o diminuisce è grazie alla statistica o a chi decide e commenta i dati e anche per questo: la povertà è prima politica e poi realtà.
Nella sua fase politica non viene colta da tutti nello stesso momento e allo stesso modo, come appunto succede a Davos. Nella sua fase reale è più chiara e magari si manifesta nel pianto dei bambini che vediamo in tv che cercano inutilmente di succhiare da seni vuoti oppure nelle nostre città, nelle file davanti alla mensa della caritas, nelle famiglie costrette a dormire in auto perché dopo aver perso il lavoro hanno perso anche la casa, nell’abbandono scolastico o nelle stazioni, davanti alla metro e al pronto soccorso, di sera, quando umanità diverse si ammassano in cerca di un riparo.
Nel 2011 (alla quarantesima riunione di Davos) il governo italiano decise di salvare l’Italia dalla catastrofe e varò, di conseguenza, un decreto che chiamò “decreto salva Italia” pensato per le giovani generazioni e per il loro futuro. La conseguenza pratica è possibile osservarla nel grafico dell’Istat seguente che visualizza l’impennata della povertà tra i giovani fino ai 18 anni.

Ho aggiunto anche il fondo “salva stati” che fu istituito per “salvare” la Grecia ma che servì per salvare soprattutto le banche tedesche, per rendere ancora meglio la svolta orwelliana della fase politica nella creazione della povertà.
Attraverso un grafico del 2015 (siamo arrivati alla quarantaquattresima riunione di Davos), elaborato da truenumbers su dati Eurostat, riusciamo a mettere insieme la relazione tra povertà e istruzione.

Il grafico divide infatti la categoria di lavoratori per livello di istruzione e qui possiamo notare che i paesi che hanno un livello di istruzione più basso tra la popolazione che lavora (es.: Bulgaria, Romania, Ungheria) hanno anche un rischio povertà più elevato. I paesi invece con un rischio povertà giovanile al di sotto del 20% hanno mediamente meno lavoratori con la sola istruzione di base. Il tutto, comunque, in un quadro che ha visto tendenzialmente la disoccupazione crescere tranne che in paesi particolarmente avvantaggiati da fattori esterni, es.: la Germania, o da politiche di deficit, ad es.: Giappone, Usa e Gb.

Dunque, nonostante l’incessante impegno di politici, economisti, dirigenti d’azienda, leader dell’alta finanza, banche, case farmaceutiche e studiosi (cioè nonostante Davos), la povertà esiste e anzi quando si prova a fare qualcosa la situazione mediamente peggiora. In realtà le politiche di austerità, che in particolare i paesi europei hanno messo in campo, erano rivolti a risanare i bilanci, pagare gli interessi alla rendita ed evitare la svalutazione dei crediti e quindi hanno funzionato benissimo per quelle persone e quegli istituti per i quali erano state messe in campo. Tra questi non c’erano ovviamente giovani, disoccupati, operai, commessi, piccoli imprenditori, studenti statali, i quali sono risultati quelli maggiormente colpiti prima dalla crisi e poi successivamente dalle ricette messe in campo per salvarli dalla crisi stessa.
Il “colpo” ai salari in Italia è partito dagli anni 90 (diciannovesima riunione di Davos), ovvero da quando lo Stato ha cominciato a privilegiare rendita e capitale rispetto al lavoro.

I dati sui salari fino ad oggi li ho riportati qui: Il demone dell’austerità manda all’inferno l’Europa. La graduale distruzione della dignità nel campo del lavoro e lo spostamento dell’attenzione dei governi verso i ricchi e i potenti ha fatto esplodere il fenomeno della disuguaglianza.

Questo grafico, tratto proprio dall’ultimo Rapporto Oxfam 2019 (quarantottesima riunione a Davos) ci mostra per chi l’azione delle scelte dei politici, economisti, dirigenti d’azienda, leader dell’alta finanza, banche, case farmaceutiche e studiosi riuniti a Davos ha un senso. La detassazione dei ricchi non è un cruccio di Salvini, viene da lontano.
Ritorniamo all’istruzione, che uno dei grafici sopra illustrati metteva in relazione al rischio povertà. L’istruzione dovrebbe sempre essere nei pensieri di chi dirige anche in virtù del fatto che sembra sia utile a migliorare le condizioni di benessere personale e magari collettiva (come i vaccini?). Dal 2011 le politiche di austerità hanno particolarmente caratterizzato l’Europa lasciando una scia di disastri che invece in altri paesi sono stati più contenuti, come abbiamo visto sul grafico relativo alla disoccupazione. Meno spesa sociale equivale purtroppo anche a meno spesa per istruzione. A tal proposito il grafico di seguito mostra come in Italia si spenda meno della media europea per il settore.

L’Italia ha tagliato più della maggior parte degli altri paesi proprio nel campo dell’istruzione. Ma il grafico, come altri proposti finora, non si riferisce al 2018 né tantomeno al 2019 bensì al 2014, e la cosa è ovviamente voluta, per dimostrare che l’accanirsi contro l’attuale Governo per dei tagli imputati sul bilancio 2020 – 2021 in una legge di bilancio che deve dimostrare le spese dell’anno corrente, quindi del 2019, è assolutamente pretestuoso, distrae il popolo e non centra il problema. Soprattutto fa il gioco di chi ci vuole poco concentrati sui problemi di base (magari non quelli importanti al momento, ma di base, cioè che creano tutti gli altri problemi).
Siamo quelli tra i 27 che hanno ridotto di più il bilancio del settore dal 2010 al 2012 (-10,4%) e abbiamo proseguito nel taglio anche fuori dal periodo della grande crisi e quindi nel 2014, durante i governi di quelli bravi e attenti al futuro degli italiani, come dimostra il grafico sopra. Il problema è antico almeno quanto le riunioni dei politici, economisti, dirigenti d’azienda, leader dell’alta finanza, banche, case farmaceutiche e studiosi a Davos. Del resto a questa riunione partecipa il Fmi che quando “aiuta” pretende quelle politiche tipo quelle imposte alla Grecia oppure decreti “salva Italia”, di cui abbiamo mostrato gli effetti sopra.
E se prima del problema istruzione scadente venisse il problema … delle decisioni prese alle riunioni di Davos?
Nel 2017 (quarantaseiesima riunione a Davos) l’Istat raccontava un’Italia in costante peggioramento. In povertà assoluta, cioè quando è difficile la sopravvivenza, vengono rilevate 1 milione e 778mila famiglie italiane, corrispondenti a 5 milioni e 58mila persone. La povertà relativa sfiora invece i 10 milioni di italiani.
Secondo l’Istat, rispetto al 2016, la povertà cresce sia per numero di famiglie che di individui, e questo vale indistintamente per la povertà assoluta che relativa.
Avviciniamoci sempre di più ad oggi (gennaio 2019, notizie Ansa), per aggiungere al filo povertà-giovani-istruzione- lavoro-salari, la sanità. Scopriamo (se non ce ne fossimo accorti) che nonostante “siamo fra i paesi con i migliori risultati sanitari nel mondo con costi controllati” continuano ad aumentare le difficoltà ovvero l’impoverimento delle famiglie “quando ci sono situazioni sanitarie complesse, mentre le spese sanitarie sono un lusso per il 5,5% dei nuclei, che arriva quasi all’8% fra le famiglie del Sud”. E questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto Crea Sanità – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
Viviamo in un Paese di eccellenza sanitaria (è anche questo per i più è difficile da credere, ma è vero, e non fa altro che confermare la disuguaglianza crescente) in cui “il 17,6% delle famiglie residenti (4,5 milioni) ha dichiarato di aver cercato di limitare le spese sanitarie per motivi economici (100.000 in più rispetto al 2015), e di queste 1,1 milioni le hanno annullate del tutto”.
Una “summa” dei dati su povertà e disuguaglianza la troviamo sull’ultimo rapporto Oxfam 2019 (https://www.oxfamitalia.org) che rappresenta con dovizia di particolari quanto detto fino ad ora, ovvero che politici, economisti, dirigenti d’azienda, leader dell’alta finanza, banche, case farmaceutiche e studiosi (cioè i ricchi e i potenti) sono diventati ancora più ricchi e più potenti. Ma mentre un tempo si aveva l’impressione che si stesse andando verso un futuro in cui tutti avremmo potuto studiare, avere un lavoro e un salario con diritti, curarci senza patemi, immaginare un futuro per i nostri giovani anche senza avere la barca ormeggiata a Posillipo, adesso non siamo più sicuri di nulla.
La nostra colpa non è aver speso troppo, non aver staccato qualche fattura o addirittura aver rubato una pensione di invalidità – anche se queste cose non si fanno -, la nostra colpa è stata di pensare che gli interessi di Marchionne fossero gli stessi di quelli dell’operaio della Fiat e per questo abbiamo firmato una delega in bianco che ci ha fatto precipitare in un medioevo culturale.
La povertà esiste in Italia come in Europa e non solo a gennaio di ogni anno dal 1971. In alcuni posti le percentuali sono inferiori ad altre ma tutti abbiamo un problema da risolvere. La povertà non è uguale dappertutto, a differenza della ricchezza, perché in Europa è calcolata diversamente che in altre parti del mondo dove ad esempio il limite è di 1,9 dollari al giorno (economia) e magari non vi sono ammortizzatori sociali. Nel mondo vi sono più di 700 milioni di persone che vivono sotto questa soglia, esattamente il 9,6% della popolazione mondiale nel 2015. Percentuale in calo vertiginoso, visto che nel 1990 erano il 37,1%.
Statistiche che ci permettono ottimismo e fanno sperare che di questo passo, un giorno, la povertà potrebbe scomparire semplicemente perché ci saremo tutti abituati a vivere con un paio di dollari al giorno, evitando colazione e cena, scuola e materasso, gelato due gusti d’estate e riscaldamento d’inverno in un mondo dove Jeff Bezos sarà passato da 132 miliardi di patrimonio personale a 300, mentre noi passeremo il tempo a discutere di statistiche e a scoprirci vigliaccamente invidiosi (psicologia).
Il termine povertà può indicare vari stadi, dalla mancanza di risorse essenziali per sopravvivere, cibo e acqua, tetto o riscaldamento oppure condizioni di vita pari alla media nazionale e quindi il doversi accontentare del necessario o del sufficiente per vivere (sociologia). Ma la povertà, o la condizione sociale umana, è comunque una scelta della società ben prima che diventi un destino beffardo, una scelta intrinseca ad un sistema di sviluppo e ad una visione di comunità (politica). Se per sviluppo si intende accumulo e mercificazione di qualsiasi cosa, compreso il denaro per scambiare i beni, allora l’accettazione degli squilibri è conseguenziale, come è altrettanto conseguenziale che la comunità basata su tale sistema non può avere la solidarietà e la condivisione nelle sue corde.
L’Europa nata dall’euro ne è un ottimo esempio, una moneta che è diventata più importante di qualsiasi bene, dal diritto al pane alla possibilità di curarsi, che ha reso i paesi contendenti, concorrenti e misurabili dalla potenza industriale o dalla capacità di esportare prodotti piuttosto che da quanto lavoro e che diritti assicurano ai lavoratori, da quanto sono capaci di accogliere, aumentare istruzione o quanto abbiano intenzione di condividere.
Nel XXI secolo non si è poveri per mancanza di risorse come nel passato ma per chiare scelte politiche legate all’accumulo, alla mercificazione dell’essere umano e di tutto ciò che egli e la natura sono in grado di dare. In tale contesto, il suo superamento non può che essere altrettanto, una scelta che cambi l’attuale paradigma antropologico dello sviluppo umano (antropologia).

in copertina elaborazione grafica di Carlo Tassi

Mattiuzzi con Roaming Minds inaugura ‘Ladies In Mercedes’, rassegna nella rassegna di Ferrara in Jazz dedicata a vocalità e creatività femminili

Da: Ufficio Stampa Ufficio Stampa

Ferrara in Jazz 2018 – 2019

XX Edizione
05 ottobre 2018 – 30 aprile 2019

COMUNICATO STAMPA

Venerdì 25 gennaio, ore 21.30
Gaia Mattiuzzi ‘Roaming Minds’
Gaia Mattiuzzi, voce e live electronics
Alessandro Lanzoni, pianoforte
Gabriele Evangelista, contrabbasso

Roaming Minds, nuovo progetto della cantante Gaia Mattiuzzi, inaugura – venerdì 25 gennaio – Ladies in Mercedes, “rassegna nella rassegna” interamente dedicata a vocalità e creatività femminili. Affiancano la leader due giovani protagonisti del jazz nazionale come Alessandro Lanzoni al pianoforte e Gabriele Evangelista al contrabbasso.

Roaming Minds, nuovo progetto della cantante Gaia Mattiuzzi, inaugura – venerdì 25 gennaio, inizio ore 21.30 – la nuova “rassegna nella rassegna” firmata Ferrara in Jazz dal titolo Ladies in Mercedes, interamente dedicata a vocalità e creatività femminili. Affiancano la leader due giovani protagonisti del jazz nazionale come Alessandro Lanzoni al pianoforte e Gabriele Evangelista al contrabbasso.
In Roaming Minds si fondono sonorità rarefatte, intime ed evocative, melodie oniriche ed instabili a frammenti mutevoli ed inafferrabili di un discorso in sospeso, mai finito e in costante trasformazione. I tre musicisti vagano senza una meta precisa lungo un percorso imprevedibile, migratori erranti esplorano lo spazio ed il suono tra scrittura e improvvisazione alla ricerca di una libertà espressiva che abbraccia i linguaggi contemporanei. Lungo il cammino si incontrano e si scontrano, si avvicinano e si allontanano, dialogano e rimangono in silenzio, e nell’attesa non hanno paura delle contraddizioni, amano il rischio e seguono le intuizioni per lasciarsi sorprendere.
Cantante attiva nell’ambito della musica jazz e contemporanea, Gaia Mattiuzzi svolge un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero esibendosi all’interno di importanti teatri, stagioni concertistiche e festival jazz come Umbria Jazz, European Jazz Jamboree di Berlino, Metastasio Jazz, Krakow Jazz Festival, Novara Jazz Festival, Vicenza Jazz Festival, Padova Jazz Festival… Nel tempo ha maturato importanti collaborazioni con artisti del calibro di Michele Rabbia, Gabriele Mirabassi, Jean Marc Monterà, Ernest-Ludwig Petrowsky, Sergio Krakowsky  e David Linx, Elliot Sharp, Cristina Zavalloni, Luca Mosca, Francesco Cusa, Achille Succi, Stefano Senni, Giorgio Pacorig, Gianni Gebbia e Walter Paoli tra gli altri, oltre a condividere con il pianista Fabrizio Puglisi e il batterista Cristiano Calcagnile il progetto “Laut” e con il vibrafonista Pasquale Mirra il progetto “Ex Aequo”. Diplomata in canto lirico e in musica jazz al Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna, la Mattiuzzi è attualmente docente di Canto Jazz ai Conservatori “A. Boito” di Parma e ” S. Giacomantonio” di Cosenza.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Per informazioni e prenotazione cena 331 4323840 tutti i giorni dalle ore 12:00 alle ore 22:00.

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

COSTI E ORARI
Intero € 10
Ridotto € 5

Non si accettano pagamenti POS

Apertura biglietteria 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Concerto ore 21.30

PRESIDENZA
Andrea Firrincieli

DIREZIONE ARTISTICA
Francesco Bettini

Alan Fabbri (LEGA): “Cona, Emergenza Posti Letto: Interrogazione In Regione Analizzare Le Cause E Trovare Risposte Adeguate”

Da: Ufficio Stampa Lega Nord Emilia Romagna

“La grave situazione che si è creata all’ospedale di Cona va affrontata in modo strutturale, non è più possibile parlare di emergenza se ogni inverno assistiamo ad un picco di accessi e di ricoveri tale da mettere in difficoltà i reparti. Se i tagli ai posti letto che la struttura ha operato negli ultimi anni sono eccessivi l’Ausl Ferrarese deve assumersi la responsabilità di ammetterlo e agire di conseguenza, se si tratta degli effetti del piano di rientro appena completato ne rispondano i responsabili e se le cause sono diverse vanno comunque sondate e sanate. E’ importante fare chiarezza sulla situazione e per questo ho presentato una interrogazione in Regione sul tema”.

Alan Fabbri, capogruppo Lega Nord in Regione, interviene dopo l’ennesima conferma di una emergenza ricoveri all’ospedale di Cona.

“Secondo quanto riportato dalla stampa, ancora una volta e ormai da settimane, assistiamo al picco di accessi e di ricoveri che mette in difficoltà la gestione all’interno dei reparti”, spiega Fabbri “e se e è vero che quest’anno la situazione pare particolarmente grave, certamente non si tratta di una novità”. Da tempo, infatti, l’emergenza posti letto nei periodi invernali è irrisolta : “Considerato che negli ultimi anni i posti letto disponibili in città sono calati, secondo gli ultimi dati, di oltre 200 unità, e che l’ospedale è appena uscito da un piano di rientro economico partito nel 2016, sull’applicazione del quale c’è stato proprio nelle scorse settimane il placet della Regione”, continua Fabbri “non vorremmo che l’emergenza posti letto fosse l’ennesimo effetto di una gestione sbagliata delle politiche sanitarie”. In ogni caso “vogliamo sapere, a nome dei cittadini, in che termini le autorità preposte intendano affrontare l’evidenza di un nosocomio che non regge all’afflusso di pazienti ,che si ripete periodicamente nei periodi invernali e rischia di mettere a rischio la qualità dei servizi e delle prestazioni”.

Per Fabbri “l’interrogazione che abbiamo depositato serve a fare chiarezza sull’intera situazione individuando le reali cause di questa mancanza”. In un ospedale come quello di Cona “che serve un bacino di utenza tanto ampio non si può continuare ad agire senza una chiara strategia per affrontare e risolvere il problema dei periodi di emergenza”, conclude il capogruppo “la qualità dell’assistenza sanitaria di cui la regione Emilia Romagna si fa vanto sanità va garantita anche nei periodi difficili e sotto tutti i punti di vista”.

Pettazzoni (LN): Ospedale Ss.Annunziata Di Cento Risultati Deludenti O Inesistenti Dopo Anni Di Proclami E Nuovi Programmi Di Riorganizzazione.

Da: Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

Il consigliere leghista Marco Pettazzoni ha presentato una interrogazione per conoscere la reale situazione in cui versa il nosocomio di Cento, dopo l’ inchiesta giornalistica avviata da Area Centese , quotidiano telematico del territorio, che ha messo in evidenza una serie di carenze dell SS Annunziata.

“Ritengo giusto – spiega il consigliere – chiedere all’assessore di competenza regionale chiarimenti su una serie di questioni relative al buon funzionamento dell’ospedale. Dall’inchiesta giornalistica – continua – si evince che nonostante numerosi programmi di riorganizzazione la situazione in termini di servizio nei confronti dei cittadini non è per nulla cambiata, anzi peggiorata. Ho ricevuto anche tante lamentele da residenti di Cento e di comuni limitrofi che lamentano disagi, mal funzionamento e soprattutto tempi lunghi. ”

Pettazzoni punta l’indice contro la Usl ferrarese per capire come mai in tutti questi anni si sono verificati riduzioni di posti letto in vari reparti e carenze nell’ambito degli esami di diagnostica.

“ In questi anni – evidenzia il consigliere del Carroccio – si è tanto parlato di riorganizzazione e di una nuova programmazione dei servizi che avrebbe portato benefici sia al personale che ai cittadini. Mi sembra invece che a fronte di tanti proclami ben poco è stato fatto. Anzi. Dalla ginecologia dove assistiamo ad un drastico calo dei parti alla pediatria, dove nonostante il servizio di guardia attiva un neonato su 4 viene trasferito a Ferrara. Le gravidanze a rischio sono aumentate e vengono dirottate a Cona o Bologna. I parti , come dicevo , sono drasticamente calati a poco più di 400 all’anno. Contestualmente all’interno del servizio di ostetricia non si è provveduto ad una riorganizzazione e ad una riqualificazione seria che avrebbe potuto invertire il trend e convincere le partorienti a scegliere la struttura centese e non quella ferrarese o bolognese”.

Pettazzoni continua “ I reparti sotto esame sono tanti. L’urologia per esempio: si era partiti con una vocazione della chirurgia del pavimento pelvico e poi bloccata. Esistono poi numerosi spazi vuoti, come l’ala parallela alla Lungodegenza, che è attualmente abbandonata e ricoperta di guano e sporcizie varie, l’area dell’accettazione di Radiologia da poco ristrutturata, assieme al Pronto Soccorso, entrambe non utilizzate. Inoltre c’è carenza di personale, medici e infermieri e tecnici. Ho l’impressione che i vertici dell’azienda sanitaria si concentrino molto più al risparmio economico piuttosto che erogare prestazioni di qualità ai cittadini. Ribadisco che la sanità è al servizio della collettività e il potenziale paziente deve avere tutte le attenzioni di un servizio di eccellenza. A tale proposito – continua e conclude l’esponente leghista – ho chiesto all’assessorato competente regionale quali sono le reali misure che vuole intraprendere per risolvere le eventuali carenze in essere, e soprattutto se valuta la possibilità di mettere in sinergia e in rete altre strutture per garantire maggiori servizi e predisporre politiche di gestione che realmente tutelano i pazienti”.

comune-ferrara

Una mostra in municipio racconta il progetto di restauro e riqualificazione di palazzo dei Diamanti

Da: Segreteria di Direzione Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea Fondazione Ferrara Arte

Dal 24 gennaio alle ore 15 la Sala delle Lapidi della Residenza Municipale di Ferrara ospiterà una mostra che illustra alla cittadinanza il progetto di restauro e riqualificazione del Polo museale di Palazzo dei Diamanti che è stato, di recente, al centro di una accesa polemica mediatica.

Il progetto è l’esito di un concorso internazionale di progettazione, bandito nel febbraio 2017, che ha avuto come oggetto la riqualificazione degli spazi esistenti della fabbrica rinascimentale, con il ripristino dell’antico sistema delle corti e dei percorsi interni, e la sostituzione della passerella architettonicamente incoerente e deturpante con un nuovo padiglione di collegamento tra le due ali dell’edificio da realizzare nell’area verde retrostante il complesso, secondo criteri di reversibilità e trasparenza, di autonomia e armonia con il contesto. Delle 70 proposte pervenute, a novembre 2017 è stata proclamata vincitrice quella del team di professionisti costituito da 3TI progetti, studio Labics, Arch. Elisabetta Fabbri e Vitruvio srl. Il 18 gennaio 2019 il Ministero ha espresso il nulla osta sul progetto esecutivo, con l’eccezione della realizzazione del nuovo padiglione sul quale ha pronunciato invece un parere ostativo.

La mostra presenta il progetto nella sua coerenza e completezza, attraverso testi, foto, planimetrie, rendering e un plastico in scala 1:200. I materiali esposti illustrano gli interventi previsti in relazione all’edificio e agli spazi verdi adiacenti, al fine di poterne constatare l’effettiva incidenza dal punto di vista storico-architettonico nonché le opportunità di valorizzazione del monumento stesso e dell’attività espositiva che ospita. Vengono inoltre descritte le nuove funzioni che il percorso di visita acquisirà grazie alla riqualificazione degli ambienti storici, dall’aula didattica alla caffetteria a nuovi servizi, e quelle nel nuovo padiglione, deputato a spazio espositivo di grande flessibilità nonché a area polifunzionale da destinare a conferenze, concerti, performance artistiche, che permetterebbe di estendere l’offerta culturale di Palazzo dei Diamanti.

Jazz Studio Dance – Uisp Ferrara organizza una masterclass di danza contemporanea

Da: Organizzatori

La scuola di danza Jazz Studio Dance – Uisp Ferrara organizza una Masterclass di danza contemporanea con la coreografa e danzatrice Elena Bottaretto sabato 26 gennaio 2019 dalle ore 15 alle ore 17 presso la sede della scuola in Vicolo Boccacanale n.3, Ferrara. La masterclass è aperta anche ad allievi esterni alla scuola.

Elena Bottaretto inizia la sua formazione artistica con lo studio della danza classica e modern jazz.
Approfondisce la tecnica modern jazz con Thierry Verger, Christopher Huggins, Neil Johnson, Patrick Duncan, Deidre Lovell, Claud Paul Henry, della tecnica Horton con Max Luna III , e contemporanea con Arlette Van Boven (repertorio Jiri Kyliàn), Hans Camille Vancol, Fabrizio Monteverde, Jim May (tecnica Limòn), Enzo Cosimi (teatro danza). Vincitrice di una borsa di studio per Vignale Danza e per il Teatro Nuovo di Torino. Come insegnante perfeziona la tecnica classica con Cristina Bozzolini presso l’Aterballetto di Reggio Emilia e presso l’Accademia Teatro alla Scala di Milano. Ha seguito un seminario didattico di danza creativa per bambini tenuto da Ulla Wenzel. La sua attività di insegnante e coreografa inizia nel 1998, lavorando con le scuole: Accademia Padova Danza, Scuola D. Ballet di Mira (VE), Dance Sky Land di Vigonovo (VE) e dal 2003 è docente presso la Dance School DNA. Le sue coreografie hanno vinto nei concorsi nazionali ed internazionali: Concorso Mantovadanza, Concorso internazionale DanzAfirenze, Concorso Orso d’Oro Teatro Nuovo di Torino, Concorso Internazionale Salieri Danza Verona, Concorso Shakespeare in dance Verona, Concorso Città in Danza Pordenone, Concorso Veneto Danza, Concorso Danza al Femminile, Dream On Casting Verona, Concorso Trofeo DenStar.
Ospite con due coreografie al Galà di fine anno del liceo coreutico Teatro Nuovo di Torino.

Peruffo, Incendi Al Sant’anna: “Interpellanza In Regione Sulla Sicurezza Degli Impianti”

Da: Paola Peruffo Consigliere Comunale Forza Italia Ferrara

Apprendiamo dai media i ripetuti casi di principio di incendio all’interno del Sant’Anna di Cona. Una situazione che, giustamente, preoccupa sia i cittadini che, ancor di più pazienti e personale dell’ospedale.
Mi auguro che le indagini in corso da parte dei Vigili del Fuoco aiutino a chiarire le origini di questi incendi.
Almeno in un caso, quello del surriscaldamento della console e il relativo fumo sprigionatosi nel reparto di Malattie Infettive, appare chiaro che sia un problema di impianti. Tutto questo è particolarmente grave, trattandosi di un ospedale nuovo e, teoricamente, all’avanguardia, visti anche i costi di realizzazione.
Alla luce di questi fatti ho contattato il capogruppo di Forza Italia in Regione Andrea Galli per cercare di far luce, tramite interpellanza, sui criteri di sicurezza degli impianti, al fine di individuare le cause di tali incidenti, eventuali responsabili per impianti non a norma, oltre alla verifica dei sistemi di vigilanza e sicurezza della struttura, considerando casi di fuochi innescati da ignoti piromani.
Auspico inoltre che siano stati previsti, come da normative vigenti, i piani di evacuazione e l’effettuazione dei corsi antincendio per i responsabili di ogni reparto.