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Giorno: 2 Febbraio 2019

Il Montalcini per Giulio Regeni

Da: Addetta stampa IIS Montalcini

LA SCUOLA SI COLORA DI GIALLO IN MEMORIA DI GIULIO REGENI
GLI STUDENTI DEL MONTALCINI RICORDANO IL GIOVANE RICERCATORE ASSASSINATO IN EGITTO

A distanza di tre anni , la morte di Giulio Regeni rimane ancora senza un colpevole . Tre anni di indagini , ricerche , sospetti , false piste che non hanno ancora condotto alla verità , quella verità chiesta e pretesa a gran voce soprattutto dai genitori e dagli amici di Giulio.
Proprio per ricordare Giulio Regeni, gli studenti di tutti gli indirizzi del Montalcini hanno deciso di aderire al programma di iniziative che organismi mondiali operanti per la salvaguardia dei diritti umani e associazioni studentesche hanno promosso nella settimana che va dal 25 Gennaio (giorno della scomparsa ) al 3 Febbraio( giornata del tragico ritrovamento) per ricordare il giovane friulano.
Nella mattinata di sabato 2 febbraio , i ragazzi dell’Istituto hanno scelto , così , di indossare qualcosa di giallo e di osservare un minuto di silenzio , come segno della loro volontà di unirsi al coro di voci che chiedono VERITA’ PER GIULIO .
Giallo è , infatti , il colore scelto per commemorare Giulio , giallo come la luce di tante fiaccole che in queste serate invernali hanno rischiarato le strade di numerose città , giallo come la luce che dovrebbe condurre alla strada della verità , una verità che sembra essere ancora molto lontana .
Gli studenti hanno , inoltre, riservato uno spazio della mattinata alla lettura di articoli dove è stata ricostruita la vicenda di Giulio, lettura che ha costituito un’occasione per riflettere sul significato profondo della libertà di parola e di qualsiasi forma di espressione, sancite dalla nostra Carta costituzionale, ma negate in quei paesi dove sono presenti regimi oppressivi ed autoritari.

Mercoledì 6 presentazione del libro ‘Dicotomia d’amore’ alla Libreria Feltrinelli di Ferrara

Era la fine di novembre del 2016 quando su Ferraraitalia usciva il primo articolo di ‘I dialoghi della vagina‘, la rubrica ideata e scritta da Riccarda Dalbuoni, autrice, giornalista e collaboratrice della nostra testata.
Uno spazio di approfondimento e riflessione sul rapporto di coppia, sulle dinamiche relazionali tra uomo e donna. Un dialogo costante coi lettori, attori e testimoni essi stessi delle storie sentimentali raccontate ne I dialoghi.

Da questa esperienza nasce il libro ‘Dicotomia d’amore‘, opera prima di Riccarda Dalbuoni.
Uno sguardo a trecentosessanta gradi nelle relazioni tra i sessi. Sentimenti, affetti e umori in una duplice visione, femminile e maschile.

Mercoledì 6 febbraio, alle 18, presso la libreria Feltrinelli, l’autrice presenterà il proprio libro in compagnia di Donatella Bignardi.

Presentazione del libro Dicotomia d’amore di Riccarda Dalbuoni (prefazione di Annalena Benini)
Appuntamento: mercoledì 6 febbraio, alle ore 18, presso la libreria Feltrinelli di via Garibaldi 28 a Ferrara.
Altri appuntamenti: venerdì 15 febbraio a Ficarolo (Ro), venerdì 1 marzo a Castelmassa (Ro) e giovedì 7 marzo a Rovigo.

Le due muse dello studiolo di Belfiore nella Pinacoteca Nazionale di Ferrara

Da: Fondazione Carife

Le due tavole della Pinacoteca Nazionale di Ferrara raffiguranti la Musa Erato (?) e la Musa Urania sono state da tempo associate dalla critica alla decorazione dello studiolo nella villa di Belfiore, voluto da Leonello d’Este nel 1447 e completato dal fratello Borso dopo il 1460. Nel corso della conferenza si cercherà di ricostruire il contesto del cantiere di Belfiore attraverso una rilettura dei documenti d’archivio e delle fonti letterarie, per poi passare all’analisi iconografica e formale delle due Muse Strozzi Sacrati e al loro confronto con le altre tavole che si ritengono aver fatto parte della serie.

Mercoledì 6 febbraio alle ore 17,30 presso la sede della Fondazione a palazzo Crema, via Cairoli 13, condurrà l’incontro il Dott. Marcello Toffanello, responsabile delle collezioni dal 1300 al 1600 delle Gallerie Estensi di Modena, Sassuolo e Ferrara, nonchè curatore del riallestimento della Pinacoteca Nazionale di Palazzo dei Diamanti e della mostra “Cantieri paralleli”, incentrata sulle due Muse Strozzi Sacrati.

Siete tutti invitati a partecipare all’iniziativa, ad ingresso libero e gratuito.

Non mancate!

Laboratorio Alda Costa/Gaf a Palazzo Costabilli

Da: Istituto Comprensivo 2

Prosegue anche quest’anno scolastico la collaborazione tra le scuole e il GAF, Gruppo Archeologico Ferrarese, associazione di volontari attiva nella città di Ferrara dal 1980 e affiliata ai Gruppi Archeologici d’Italia dal 1999, sotto la direzione di Letizia Bassi. Venerdì 1 febbraio, la classe 5 B della Primaria Costa Costa, Istituto Comprensivo Alda Costa, ha visitato il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara con le insegnanti Milva Boarini e Gloria Fabbri, quest’ultima nel duplice ruolo di docente e guida volontaria del GAF. I volontari del Gruppo Archeologico Ferrarese hanno accompagnato i ragazzi in un percorso storico e di conoscenza del contenuto museale partendo dall’antica civiltà etrusca, scoprendo poi i reperti della necropoli di Spina e infine approfondendo il periodo rinascimentale, soffermandosi sulla struttura di Palazzo Costabili, sede del museo. Al termine della visita è stato proposto alla classe un laboratorio di scrittura etrusca. La collaborazione continuerà in classe, quando con Anna Veronesi, responsabile della didattica, si realizzerà un plastico di una domus romana. Da sempre il GAF collabora con le scuole per favorire la più larga partecipazione di grandi e piccini alla conoscenza e alla valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale.

FERRARA VERSO LE ELEZIONI
A cominciar dalla sicurezza

di Gaetano Sateriale

Anche a Ferrara, in vista delle prossime elezioni, emergono a sinistra, tra civiche e Pd diversi nomi, tutti rispettabili. Forse allora è il momento di aprire una discussione sui contenuti programmatici di ciascuno, in modo da valutare le candidature, verificare le possibili convergenze e le alleanze necessarie. Chi vota pentastellato pensa di sapere per cosa vota (giusto o sbagliato, reale o virtuale che sia il messaggio che arriva da Salvini o da Di Maio), chi vota a sinistra non lo sa ancora. E per amministrare una città non basta ostentare la propria opposizione al governo nazionale. E nemmeno, purtroppo, valorizzare quel che di buono si è fatto.

Chi segue la politica nazionale e locale, dice che alle prossime elezioni amministrative si vince o si perde sul tema della sicurezza. Se è vero, è giusto che si parta da qui. Con una precisazione (per altro già fatta): la distinzione tra sicurezza percepita e sicurezza reale è sbagliata. Se i cittadini che vanno a votare si sentono insicuri e tu ti limiti a dire, dati alla mano, che Ferrara è una città con bassa criminalità e che non c’è motivo per sentirsi insicuri, quei cittadini voteranno per la Lega. Quindi bisogna dare delle risposte, giuste, equilibrate, solidali, efficaci…, ma delle risposte che aumentino il senso di sicurezza, specie in una città anziana.

Siccome non tocca a me dare le risposte, comincio con qualche domanda. Intanto, dove sono finiti i “vigili di quartiere” e i “poliziotti di quartiere” di cui si parlava nei primi anni 2000? Ci sono ancora? E se, come sembra, non ci sono più, la loro eliminazione ha influito sulla sicurezza percepita? Io credo di sì…

Seconda domanda: e le circoscrizioni? Il luogo dove un cittadino ogni giorno poteva andare a segnalare qualche problema e qualche emergenza, è stato intelligente sopprimerle? Io credo di no.

Dice: cosa c’entrano i vigili e le circoscrizioni con la sicurezza? Se vigili e dipendenti comunali se ne stanno nei loro uffici, nulla. Se si limitano a controllare il rispetto (pur indispensabile) del codice stradale, nemmeno. Ma sono, dovrebbero essere, le braccia dell’amministrazione nei quartieri e nel territorio. Penso che dovremmo chiedergli di occuparsi anche di sicurezza (non solo stradale), di ascoltare e interrogare i cittadini. Quando, abbiamo messo un presidio di vigili urbani e una sede dell’assessorato alla sicurezza in un locale alla base del grattacielo (nel 2006, mi pare), la situazione è cambiata e la popolazione residente in quella zona ce ne ha dato atto.

So bene che il problema è più complesso e che non bastano i vigili urbani senza un accordo operativo con gli altri corpi di pubblica sicurezza, ma se il Comune si impegna in prima persona è più facile raggiungerlo l’accordo. Voglio essere provocatorio: un gippone dell’esercito davanti alla stazione non è in grado di cambiare la situazione sotto i portici di fronte o nei giardini del grattacielo. Un presidio H24, magari a rotazione, tra vigili urbani, polizia, carabinieri e finanza, insediato in uno dei negozi vuoti tra Piazzale della Stazione e Piazzale Castellina forse sì.

Conosco l’obiezione. Anche se riuscissimo ad allontanare gli spacciatori da lì, andrebbero poi in un altro quartiere a fare le stesse cose. Ma questa è un’obiezione incomprensibile per coloro che abitano nel GAD e hanno visto negli anni peggiorare le loro condizioni di vita e crollare il valore delle loro proprietà immobiliari. Risaniamo quel quartiere ed evitiamo, intervenendo per tempo, il degrado degli altri.

Azzardo un altro esempio di “interventismo”. In giro vediamo spesso i nostri bravi “gilet gialli”: gli ausiliari del traffico. Sono ragazzi che affiancano i vigili urbani, immagino dopo essere stati addestrati, per controllare il rispetto del codice da parte degli automobilisti: per far multa a chi parcheggia fuori dalle regole o senza pagare le tariffe di parcheggio, per intenderci. Perché allora, dopo averli addestrati, non mettiamo per strada anche degli “ausiliari alla sicurezza”? Dei ragazzi, magari non da soli, magari coordinati da un vigile urbano, magari collegati alla centrale di polizia o dei carabinieri, che percorrono in bicicletta o a piedi le strade dei quartieri a controllare che non vi siano rischi per le persone (a partire dagli anziani che vivono soli)? Certo se li facciamo girare tra le 10 del mattino e le 5 del pomeriggio, non conta nulla. Se li facciamo girare di notte, la cosa invece cambia radicalmente. Mi permetto di credere che sarebbe una risposta molto ben accolta dai cittadini. E persino partecipata dal punto di vista economico, se il motivo per cui non si è ancora realizzata è un motivo di scarsità di risorse.

Ultima considerazione. Io non credo che il popolo italiano sia improvvisamente diventato razzista. Ma una volta dicevamo che i problemi nascevano nelle città dove c’era il 10% di immigrati sulla popolazione residente. Ora sembra, senza che nessun governo abbia fatto nulla di significativo, che quel10%, soglia di allarme, sia diventata la media nazionale e quindi non possiamo sorprenderci se c’è un’emergenza nazionale. Ma chiediamoci una cosa: come mai la diffidenza (o il pregiudizio) scatta soprattutto verso gli africani (e non verso i cinesi, gli indiani, i pakistani, gli ucraini, ecc? La mia risposta è netta. Perché gli africani in genere non hanno un lavoro. Se è così, per superare i pregiudizi un lavoro dobbiamo trovarglielo. Penso, in questo caso, prima di tutto al verde pubblico, alla manutenzione urbana, a quelle attività che possono essere promosse da un Comune e dalle sue società di servizio. Insieme un investimento di giustizia e integrazione vera. Non è possibile né umanamente né politicamente che un giovane immigrato africano stia a Ferrara da 20 anni a vendere accendini nei ristoranti (o libri davanti alle librerie)… Oppure, come succede a Roma, che senso (sociale, culturale, politico, civico) ha vedere un ragazzo che spazza un marciapiede, che l’azienda municipale non pulisce, chiedendo 1 euro di elemosina ai passanti? È umiliante per lui e imperdonabile per noi.

Per dirla un po’ più in generale, con l’occhio anche all’attualità nazionale: certo i diritti delle persone, certo la libera circolazione, certo la solidarietà in mare, certo un’accoglienza dignitosa, certo la battaglia contro i muri e chi li sostiene. Ma la differenza sta nel processo di integrazione, non solo nell’accoglienza. Vogliamo che gli immigrati non siano un problema per la nostra sicurezza (reale o percepita che sia?) dobbiamo aiutarli a diventare cittadini pieni. Questo si fa con la scuola e il lavoro. Ma del tema del lavoro parleremo ancora alla prossima puntata…

1.segue – Ferrara verso le elezioni