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Giorno: 20 Marzo 2019

Inaugurazione mostra Cardini atelier aperti Liceo Artistico “D.Dossi”

Da: Organizzatori

Venerdì 22 marzo alle ore 18.00 presso la Sala Espositiva del Liceo Artistico “Dosso Dossi” di via Bersaglieri del Po, verrà inaugurata la mostra dedicata agli artisti ferraresi che in occasione del progetto CARDINI aprono i loro atelier o botteghe artigiane. Saranno presenti i giovani artisti, i curatori del progetto, i componenti della giuria, i docenti referenti e i rappresentanti istituzionali della città.
Gli studenti della classe 4^A, indirizzo Arti Figurative, espongono opere stilisticamente diverse ma che hanno in comune una personale interpretazione degli artisti, restituendone le emozioni e le esperienze personali e culturali. Gli studenti attraverso un percorso di ricerca e studio ne hanno scoperto la poetica rielaborandola in chiave personale e riproponendola con opere ispirate ad un artista particolare.
Il percorso espositivo è il primo evento del progetto CARDINI di cui gli studenti sono collaboratori attivi.
CARDINI, promosso da CNA Ferrara con il patrocinio del Comune di Ferrara, è un percorso di scoperta degli atelier della città che permette l’accesso ad un inedito universo creativo attraverso cinque itinerari che si snodano tra le vie del centro storico. Il visitatore, guidato dagli studenti, nelle giornate di sabato 23 e domenica 24 marzo, sarà introdotto al lavoro degli artisti e degli artigiani nei loro atelier/ botteghe.
La sala espositiva del Liceo Artistico sarà il punto di partenza dei cinque percorsi e funzionerà come infopoint dell’evento.
Domenica sera alle ore 21.00 presso officina MECA di viale Cavour 189 si svolgerà la premiazione dei lavori artistici degli studenti selezionato da una giuria di esperti qualificati.
La mostra rimarrà aperta fino al 31 marzo con i seguenti orari: dalle 15.00 alle 18.00 tutti i giorni e la domenica anche alla mattina dalle 10.00 alle 13.00.
Per informazioni: cardiniatelieraperti.it per iscriversi ai percorsi: info@cardiniatelieraperti.it

Al via la 4° edizione del Ferrara Film Festival: Film di qualità, senza dimenticare il sociale

Da: Ufficio Stampa Ferrara Film Festival & Perpetuus

Una conferenza ricca di spunti e novità quella di presentazione della 4° edizione del Ferrara Film
Festival che inizierà ufficialmente sabato 23 marzo, ma che entrerà ancor prima nel vivo.
Maximilian Law, ideatore e direttore del Ferrara Film Festival, parla con soddisfazione di “un evento
in forte crescita in questi anni, sia a livello di pubblico che di qualità. Nelle ultime edizioni abbiamo
raddoppiato la presenza di spettatori, con un’audience social di oltre 40mila follower e più di mezzo
milione di visualizzazioni solo nell’ultimo mese, a testimonianza di un interesse crescente sul
Festival. Oltre ai numeri ci interessa offrire un contenuto di grande interesse – ha sottolineato il
direttore – con il coinvolgimento di case di distribuzione internazionali e moltissimi eventi creati in
sinergia con la città, a cominciare dalla premier nazionale del film “The Prodigy” che aprirà il Festival,
oltre a tutti gli altri film, con richieste di partecipazioni giunte da tutto il mondo”.
Di dialogo con la città ha parlato anche il vicesindaco Massimo Maisto, in rappresentanza del
Comune di Ferrara. “Il Ferrara Film Festival è un evento virtuoso che si autofinanzia grazie a sponsor
privati, ma ha sempre mantenuto un rapporto diretto con l’Amministrazione, rappresentando un
modello di evento in grado di integrarsi con varie anime della città”.
Concetto ripreso anche dal vicedirettore Giorgio Ferroni parlando della crescita del Festival anche
a livello di networking: “Un evento che si pone l’obiettivo di fornire intrattenimento, al contempo a
disposizione del sociale, attraverso il coinvolgimento di Unicef, Ospedale di Cona, associazioni a
sostegno di non vedenti e non udenti, per essere vicini a più realtà che ci hanno interpellato. Non
dimentichiamo poi i diversi eventi che si sono tenuti durante l’anno, tra cui il “Supercinema Apollo”,
ma anche il rapporto sinergico con le università e i tantissimi tirocini avviati per coinvolgere
attivamente i giovani. In più – ha precisato Ferroni – ci saranno ospiti illustri che arriveranno in città,
dal regista Christian Marazziti a Paola Lavini e Chef Rubbio, solo per citarne alcuni”.
Pre-apertura
Anche se il Ferrara Film Festival aprirà ufficialmente i battenti sabato 23, con l’anteprima del film
“The Prodigy – il figlio del male” (fuori concorso), venerdì 22 alle 18 presso Palazzo della Racchetta
si terrà la proiezione di un medio-metraggio a ingresso libero e successivo dibattito incentrato sulla
crisi-Carife con la partecipazione delle associazioni dei risparmiatori.
Sabato, dopo la premier, è in programma il party di apertura a tema Red Carpet presso Palazzo
Roverella.
Il FFF e il sociale
Il festival 2019 è sempre più improntato ai temi del sociale. A testimonianza di questa volontà è stato
accolto il progetto curato da Sara Giada Gerini, collegato all’hashtag #Facciamocisentire, per
l’accessibilità del cinema nei confronti dei non udenti, abbattendo alcune barriere purtroppo ancora
esistenti. Le proiezioni del Ferrara Film Festival saranno pertanto interamente sottotitolate, in modo
da promuovere una forma di comunicazione visiva e di divertimento apprezzabile da tutti.
Il Ferrara Film Festival torna inoltre all’ospedale di Cona, proseguendo un’esperienza avviata due
anni fa nel reparto di Nefrologia. Si terranno infatti proiezioni dedicate ai pazienti che seguono i
trattamenti di dialisi. Un modo – ha sottolineato la dottoressa Alda Storari – per interrompere una
quotidianità complicata attraverso un mezzo importante come il cinema.
Si consolida poi il rapporto con Unicef. Il cinema – e in questo caso il Ferrara Film Festival –
rappresentano uno strumento per denunciare problematiche, spesso trascurate, riguardante
bambini e giovani di varie aree del mondo. La sensibilità del FFF verso queste tematiche, con
un’apposita categoria, ha trovato il pieno sostegno di Unicef Italia, come testimoniato dal
rappresentante Gianni Cerioli.
Eventi correlati
Non solo proiezioni, il Festival coinvolgerà anche la città e alcune sue parti in particolare. Via
Carlo Mayr sarà la “Via del cinema” dal 24 al 30 marzo. I locali della via, per tutte le serate della
manifestazione, ospiteranno un evento a tema, oltre alla Mostra “Ciak sul Territorio” curata dal
critico Paolo Micalizzi. Si ratta di una collezione di immagini che ripercorrono l’epopea delle grandi
pellicole girate a Ferrara e provincia, a partire dal 1943 con Ossessione di Luchino Visconti e Gente
del Po di Michelangelo Antonioni, due film che contribuirono alla nascita del Neorealismo in Italia,
partendo proprio da Ferrara.
Via Carlo Mayr protagonista anche sabato 30 quando si terrà la festa di chiusura in strada con dj
set.
La cerimonia di assegnazione dei Golden Dragon Awards andrà in scena invece domenica 31
dalle ore 18 presso la Sala Estense.
Ogni giorno presso Palazzo della Racchetta – il FFF-hub – si entrerà nel vivo delle tematiche
cinematografiche con i Movie Talk, momenti di intrattenimento e interviste con i protagonisti,
disponibili sulle piattaforme social del Ferrara Film Festival.
Da non dimenticare, inoltre, il G24, occasione di unione e confronto tra i 24 festival del cinema
dell’Emilia Romagna, uniti proprio a Ferrara in occasione del FFF.
Per approfondimenti sul programma sul sito:
https://www.ferrarafilmfestival.com

Florilegio dell’arte ferrarese – Filippo De Pisis e Giovanni Boldini

Da: Organizzatori

Giovedì 21 Marzo ore 15.30
Filippo de Pisis – La poesia dell’attimo

Padiglione d’Arte Contemporanea
Corso Porta Mare, 9 – Ferrara

Giovedì 21 Marzo ore 17.15
Boldini e la moda

Palazzo dei Diamanti
Corso Ercole d’Este, 21 – Ferrara

Appuntamento e partenza davanti all’ingresso delle mostre alle ore 15.30 e ore 17.15
Partecipazione: De Pisis La poesia dell’attimo Ingresso ridotto euro 2. Visita guidata euro 5;
Boldini e la moda Ingresso ridotto euro 11, visita guidata euro 7. A cura di Alessandro Gulinati tel. 340-6494998 email ale.gulinati@gmail.com. NON OCCORRE LA PRENOTAZIONE!

La donna nei secoli, dagli etruschi all’età carolingia

Da: Comune di Comacchio – Segreteria Generale

Incontro con Maria Grazia Maioli archeologa emerita del Ministero dei beni e attività culturali e del turismo

Presso la sede di Palazzo Bellini, all’interno del programma “Marzo Donna 2019” si è svolto oggi l’incontro con la Dott.ssa Maioli, archeologa emerita della Soprintendenza bolognese, che ha descritto la figura femminile nei secoli dagli Etruschi all’età Carolingia, i ruoli e le peculiarità che, di volta in volta, venivano adottati. Introdotta dalla Dott.ssa Caterina Cornelio, direttrice del Museo Delta Antico di Comacchio, ha ripercorso le principali tappe storiche.
Nella Grecia antica, le donne, mogli e figlie, vivevano chiuse nei ginecei. Gli uomini presentavano i figli agli amici e preferivano come compagne le etere che sapevano, cantare, discutere, ma non erano sposabili; parlavano male delle donne etrusche che invece banchettavano con i loro mariti. Per le donne romane era invece molto diverso: erano loro che allevavano i figli in modo che diventassero buoni cittadini. Si tratta quindi di mondi e culture molto differenti, che variarono a seconda dei tempi e delle situazioni, anche perchè gli storici ci hanno riferito verità e pettegolezzi, tutti da interpretare. Possiamo riferire e interpretare quello che è stato detto su Messalina, Elena, Galla Placidia, Teodora; sappiamo quello che ne dicevano gli uomini, storici o meno, ma è difficile riuscire a capire quale fosse effettivamente la verità.

Gli ultimi appuntamenti della collezione autunno inverno di Ferrara Off

Da: Associazione culturale Ferrara Off

Si chiude questo fine settimana la stagione Autunno Inverno di Ferrara Off, che ha registrato più di 2000 presenze ai 34 appuntamenti di teatro, arte, cinema, teatro ragazzi, che da ottobre a marzo hanno animato il Teatro Ferrara Off.
In programma questo ultimo fine settimana, sabato 23 marzo alle ore 21.00, “Il Frate” di Roberto Roversi con Oscar De Summa. Il testo scritto da Roversi è un’inedita sceneggiatura sulla vita e le opere di San Francesco d’Assisi. Una figura, quella che disegna l’autore, potente e mistica, ma pienamente calata nella vita politica e sociale del suo tempo. Scritta su commissione, la sceneggiatura fu poi modificata da Roversi stesso con Tonino Guerra e Michelangelo Antonioni; purtroppo il film non fu mai realizzato. Come afferma lo stesso Roversi: “Vitale e moderna, anzi attuale come se ci precedesse, la figura di san Francesco nella sua completezza si propone a noi non come un esempio (non solo come un esempio), ma come una tensione costante della nostra vita. Un fuoco vivo.”
Domenica 24 marzo alle ore 17.30, invece, si chiude la stagione autunno inverno di Ferrara Off con la proiezione del film “Il labirinto del fauno”, rassegna cinematografica a cura di Giovanna Mattioli, in collaborazione con Associazione Rrose Sélavy e Garden Club Ferrara. Dove realtà e favola si mescolano senza interruzioni, nelle vicende della piccola Ofelia. Un viaggio di formazione sempre in bilico tra poesia pura e horror, tra l’incanto della Natura e la stupida cattiveria di uomini frustrati. Non c’è salvezza senza sacrificio. Il labirinto chiede il suo tributo. Forse la migliore opera di Guillermo del Toro. Film consigliato dai 14 anni in su. L’ingresso allo spettacolo “Il Frate” è di 10 € per i soci Ferrara Off, 8 € soci under30, 6 € per gli studenti Unife, 5 € soci under18, 12 € non soci (inclusa tessera associativa 2018/19). L’ingresso al film “Il labirinto del fauno” è di 3 €. Maggiori informazioni su www.ferraraoff.it o chiamando il numero 333.6282360.

Rimodulazione delle linee, ecologia e incentivi agli studenti: le proposte di Modonesi sulla mobilità

Da: Aldo Modonesi Sindaco

Aldo Modonesi: “Buoni dati sul traporto pubblico locale, ma a Ferrara possiamo muoverci meglio”

I dati recentemente presentati dall’Agenzia della Mobilità segnano un trend positivo per l’utilizzo del trasporto pubblico Ferrara. Aumentano i passeggeri e soprattutto nei giorni feriali le linee cittadine risultano più utilizzate che in passato. Una spinta particolarmente positiva arriva dagli studenti universitari.

“Per Ferrara però dobbiamo fare di più e muoverci meglio. L’obiettivo è ambizioso, ovvero che entro il 2030 il 20% del trasporto cittadino avvenga con mezzi pubblici, a basso impatto sull’ambiente. Possiamo raggiungerlo, con il coinvolgimento di pendolari, lavoratori e studenti, migliorando i collegamenti tra i poli del territorio comunale in modo che chiunque voglia contribuire al benessere di Ferrara, possa farlo con un gesto semplice come usare un mezzo pubblico. – spiega il candidato sindaco Aldo Modonesi, che puntualizza – Voglio che tutti i ragazzi e le ragazze da 12 a 16 anni possano salire sull’autobus senza pagare il biglietto, che la flotta diventi ancora più ecologica, con mezzi elettrici nel centro storico e a metano nei tragitti extraurbani, che le linee rispondano agli effettivi bisogni dei cittadini, arrivando dove serve e in tempi rapidi”.

“Da settembre 2018 sono stati diversi gli incentivi introdotti. La tariffa urbana è stata estesa a tutte le frazioni del Comune, gli studenti di terza media hanno l’abbonamento bus gratis e chi ha un abbonamento del treno non paga l’autobus. Grazie alla collaborazione del Comune, di AMI, di TPER e della Regione Emilia-Romagna sono stati raggiunti buoni risultati che vanno consolidati e rafforzati”.

Inserire un lavoratore disabile in azienda: le risposte di Cna

Da: Cna Ferrara

Venerdì alle 14.00 un convegno nella sala CNA di via Caldirolo dedicato alle normative e alle opportunità riservate alle aziende che intendono assumere lavoratori con disabilità

Quali sono le procedure da seguire per inserire un lavoratore disabile in azienda? Quali sono le normative? Quali effetti ha, sul lavoro quotidiano dell’impresa, l’inserimento di un lavoratore con disabilità? Ci sono delle esperienze positive da raccontare?

Sono questi i temi del convegno in programma per venerdì 22 marzo, dalle 14.00, presso la sede provinciale di CNA Ferrara. Il convegno, organizzato da CNA Ferrara, Patronato Epasa, e Servizio Sanitario Regionale, tratterà una serie di argomenti che interessano gli operatori sanitari, gli assistenti sociali, ma anche le imprese: la legge 68/99 che individua le categoria protette sul lavoro; i tirocini formativi riservati alle persone disabili; le opportunità a cui possono accedere le aziende interessate ad assumere una persona disabile; le questioni di natura reddituale e pensionistica.

Non mancherà la possibilità di ascoltare due testimonianze di grande interesse: parleranno infatti Stefano Castaldini, imprenditore e titolare della CPM di Portomaggiore, e Sonia Biavati, impiegata amministrativa della società Scacco Matto srl.

Il convegno si aprirà con o saluti istituzionali di Ughetta Ciatti, dirigente dell’Area sindacale e sociale di CNA, e Cristina Minia, Assistente sociale del Dipartimento salute mentale dipendenze patologiche dell’AUSL di Ferrara.

Replica del Vice Sindaco Fantinuoli sulle dichiarazioni del Cons. Umberto Cavallari su ponte dell’attraversamento di Borgo Pelandri

Da: Comune di Comacchio – Segreteria Generale

L’Amministrazione Comunale, in merito all’articolo di stampa apparso nella giornata odierna, sul quotidiano il Resto del Carlino, il quale raccoglieva dichiarazioni del Cons. Comunale Umberto Cavallari, sul ponte dell’attraversamento di Borgo Pelandri, comunica che tra ottobre e dicembre dell’anno 2018, il settore Lavori Pubblici del Comune di Comacchio ha incaricato diversi esperti per valutare le condizioni di staticità di 43 ponti presenti su tutto il territorio comunale e di competenza del Comune di Comacchio, investendo risorse per monitoraggio, controllo e sicurezza per gli utenti della strada.

Dichiara il Vice Sindaco Fantinuoli: “Come riferito al Cons. Cavallari, dai competenti uffici comunali, anche il ponte da lui segnalato è stato oggetto di verifica e dotato di regolare idoneità statica, certificata da un professionista competente”, precisando che gli atti di riferimento sono disponibili anche presso la sezione dedicata sul sito istituzionale. Detto ciò, sulla base della perizia agli atti, il ponte non presenta ad oggi alcuna criticità di carattere statico.

‘Futuro’, la fotografia viaggia nel tempo tra i luoghi chiusi di Ferrara con la terza edizione di Riaperture Photofestival

Da: Ufficio Stampa Riaperture

Riaprire con la forza delle immagini gli spazi chiusi di una città: Ferrara è pronta a ospitare la terza edizione di ‘Riaperture’, il festival di fotografia in programma dal 29 al 31 marzo e dal 5 al 7 aprile 2019. Autori da tutto il mondo, incontri e presentazioni, eventi e workshop, per una formula confermata dopo il successo nel 2018 con 3200 presenze, e che presenta diverse novità, tra i luoghi riaperti e gli autori in mostra a Ferrara.

«Riaperture è in costante crescita – spiega Giacomo Brini, direttore del festival – sia in termini di pubblico che di riscontri dall’esterno, con la nascita di nuove collaborazioni». La terza edizione conferma una formula «che coniuga contenuti mirati, la scelta di un tema, ‘Futuro’, che si apre in molteplici direzioni, con una ricerca continua di nuovi luoghi da proporre a cittadini e turisti, e la definizione di un programma collaterale di eventi sempre più corposo». Un festival che vuole radicarsi nella propria città, con la scelta di lanciare l’anteprima con ‘Displacement’: una mostra dedicata a L’Aquila, dieci anni dopo il sisma del 2009, installata a cielo aperto, fruibile gratuitamente, lungo l’intera via Mazzini. Riaperture 2019 apre poi per la prima volta la Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’, insieme alla Cavallerizza, edificio militare chiuso dal 1997.

La proposta fotografica si conferma di alto livello, con la presenza del maestro della fotografia italiana, Gianni Berengo Gardin, che porta a Riaperture il suo progetto su Venezia e le Grandi Navi e che sarà ospite a Ferrara sabato 30 marzo, e di Francesco Cito, uno dei più importanti fotoreporter italiani. Saranno esposti anche i lavori di autori internazionali come l’affermata Elinor Carucci e per la prima volta in Italia i giovani Simon Lehner, fotografo austriaco premiato a Paris Photo 2018, e Tania Franco Klein, autrice messicana che ha lavorato per il New York Times. Il racconto dei futuri della società sarà sviluppato poi da una serie di autori italiani che spazieranno su versanti diversi, non scontati, trasversali.

Sempre attento a coinvolgere il pubblico in un dialogo diretto con gli autori ospiti, Riaperture lancia la novità dei ‘Caffè con gli autori’ in alcuni hotel di Ferrara: un’ulteriore sinergia con le attività commerciali della città, che offre un’occasione di confronto tra pubblico e fotografi. Un festival «inclusivo come approccio e proposta», che garantisce l’accessibilità a tutte le sedi espositive e che «continua la sua crescita – aggiunge Brini – grazie ai volontari, il lavoro di ideazione e organizzazione dello staff dell’associazione, il sostegno di istituzioni pubbliche e il rapporto più intenso con il tessuto commerciale locale e non».

Il tema della terza edizione è il ‘Futuro’, che sarà sviscerato in molteplici direzioni grazie alle storie di autori nazionali e internazionali. Saranno presenti in mostra al festival: Gianni Berengo Gardin, Francesco Cito, Elinor Carucci, Simon Lehner, Claudia Gori, Mattia Balsamini, Fabio Sgroi, Eugenio Grosso, Tania Franco Klein, Ettore Moni, Claudio Majorana, Zoe Paterniani, Marika Puicher e Giovanni Cocco. Annichilito da prospettive curve su sé stesse, riposto in un asintoto irraggiungibile, ignorato da una realtà concentrata solo su ciò che è, atrofizzato da una narrazione contemporanea dove “il peggio” deve ancora venire, Riaperture ha scelto di (ri)portare al centro della scena il tempo che deve ancora arrivare. Il futuro è la promessa che la fotografia non può mantenere per definizione: per limiti congeniti, perché le immagini colgono l’istante, lo congelano, fissano il tempo per renderlo infinito. Un nodo paradossale che la terza edizione di Riaperture vuole sciogliere: per liberare la fotografia dai suoi confini spazio-temporali, per farla diventare liquida, in divenire. Elettrica. Futura.

Dal 29 al 31 marzo e dal 5 al 7 aprile 2019, il programma espositivo propone importanti autori italiani e stranieri. Gianni Berengo Gardin, uno dei più noti e importanti maestri della fotografia italiana, sarà a Ferrara con ‘Venezia e le Grandi Navi’, il suo lavoro sull’impatto del passaggio delle navi di crociera, e sabato 30 marzo alle ore 16.30 sarà protagonista di un incontro dove racconterà il suo lavoro e la sua vita. Francesco Cito, fotoreporter già vincitore World Press Photo, porta ‘Il Muro d’Israele’, che documenta la costruzione in continua progressione di un muro tra Israele e i territori palestinesi. Tra gli autori internazionali, torna in Italia l’affermata Elinor Carucci, con il progetto ‘Getting Closer, Becoming Mother: About Intimacy and Family. 1993 – 2012’, incentrato sulla sua figura di madre e il rapporto che delinea il futuro dei suoi figli. Reduce dal successo dell’ultima edizione di Paris Photo, arriva per la prima volta in Italia Simon Lehner, giovane autore austriaco premiato a Parigi per ‘How far is a lightyear?’, la ricostruzione del rapporto con il padre assente che torna nella vita di un bambino di nove anni che attraversa questo passaggio plasma la sua identità futura. È invece incentrato su non troppo implausibili scenari di inedite forme di interazione sessuale il progetto ‘Sex Robots’, della messicana Tania Franco Klein: un lavoro commissionato dal New York Times che mette in scena l’amore tra due androidi. La sfida di Riaperture 2019 è il racconto del futuro in più direzioni possibili e linguaggi possibili: indagini, reportage, ricerche e storie su temi diversi come salute, Europa, generazioni, tecnologie, politica e ambiente. Claudia Gori con ‘Le sentinelle’, vincitrice Premio Voglino 2018 come ‘Miglior Portfolio’, indaga gli effetti dell’elettrosmog come innesco di malattie che potrebbero diventare più frequenti in un futuro non troppo lontano. Mattia Balsamini destruttura le nuove tecnologie in ambienti lavorativi con ‘Risorse disponibili’. Eugenio Grosso racconta con ‘Kurdistan Memories’ le dinamiche di un territorio significativo in una zona calda del pianeta, mentre Zoe Paterniani con ‘Discovery’ ci svela possibili parallelismi visivi tra la cultura occidentale e quella islamica. Fabio Sgroi ci mostra con ‘Past-Euphoria. Post-Europa’ incertezze e disillusioni di un futuro di integrazione europea che doveva essere e che non è ancora compiuto, in un dialogo con le generazioni più giovane ripreso da Claudio Majorana in ‘The Lost Generation’, inchiesta già pubblicata su Repubblica che racconta le dinamiche della generazione NEET (non impegnata nello studio e nel lavoro). L’impatto dell’uomo sull’ambiente, tra i temi più importanti del nostro futuro, è al centro di ‘Alps’, l’indagine di Ettore Moni su come le Alpi sono state trasformate dalla presenza umana, fotografia di un futuro già in essere. I diritti lgbt sono invece protagonisti di ‘Solo’, il progetto di Marika Puicher che racconta la storia di Imane, giovane musulmana lesbica in Marocco.

Il programma delle rassegne propone ancora i selezionati del concorso fotografico nazionale, scelti dalla giuria composta da Francesco Zizola (World Press Photo) e Giacomo Brini, presidente Ass. Riaperture. In palio premi offerti da Foto Pandini, e la possibilità di esporre durante i giorni del festival. CIDAS insieme a Riaperture ha invece promosso un laboratorio fotografico con la partecipazione di giovani adulti migranti e cittadini italiani residenti a Ferrara: una spinta al dialogo transculturale in cui di confrontano molteplici visioni di futuri possibili. Il Liceo Artistico D. Dossi di Ferrara infine propone ‘Parola Chiave > Futuri’, cinque scatti realizzati da tredici alunni che nelle settimane precedenti al festival hanno cercato di rispondere alle domande sul futuro di Ferrara e delle loro aspettative.

La mostra a cielo aperto in via Mazzini è stata invece l’anteprima del festival: a dieci anni dal terremoto a L’Aquila, Riaperture ha prodotto ‘Displacement’, foto e poesie di Giovanni Cocco e Caterina Serra che danno voce allo spaesamento degli abitanti di una città sconvolta dal sisma. Realizzata con il sostegno del Comune di Ferrara, Commercianti di via Mazzini, Coop Alleanza 3.0 e IBS+Libraccio, è stata inaugurata sabato 16 marzo e sarà visibile gratuitamente fino al 28 aprile. La mostra in via Mazzini simboleggia per Riaperture la volontà di restituire all’intera città la forza delle immagini, per coinvolgerla sempre più nel rapporto con la fotografia.

L’obiettivo di Riaperture Photofestival Ferrara è di riaccendere l’attenzione su luoghi pubblici o privati attualmente non in uso, per portare loro nuova energia: per questo le mostre saranno ospitate in sedi aperte proprio per l’occasione. La manifestazione sarà dunque dislocata a Factory Grisù, ex caserma dei Vigili del Fuoco ora consorzio di imprese innovative e oggetto di un percorso di rigenerazione, e a Palazzo Prosperi Sacrati, uno degli edifici storici più belli della Ferrara estense, situato al centro dell’Addizione Erculea e chiuso da anni. Sarà riaperto ancora Palazzo Massari, per la seconda volta da Riaperture dopo il terremoto del 2012, per poterlo vedere senza le impalcature del restauro, restituito alla sua bellezza. E ancora, la salumaia dell’Hotel Duchessa Isabella, una stanza segreta dell’albergo solitamente non aperta al pubblico, e il negozio in via Garibaldi 3, spazio commerciale al momento non in uso, situato nel centro storico di Ferrara. La grande novità dei luoghi di Riaperture è la Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’, una vera prima volta per i cittadini di Ferrara e non solo. L’enorme edificio militare, insieme alla Cavallerizza in via Scandiana, sarà sede di numerose mostre del festival, per un’edizione di Riaperture che si conferma ‘polverosa’, ma che darà la possibilità di scoprire autentici spazi inediti per tutti. Ogni luogo del festival è accessibile anche alle persone con disabilità.
Riaperture unisce l’indagine fotografica alla rigenerazione urbana, portando le immagini di artisti dalla portata internazionale e giovani ma già significativi autori in luoghi della città attualmente non in uso. Riaprire gli spazi della città e gli occhi di chi osserva la realtà, attraverso la fotografia, è l’obiettivo della rassegna fotografica. Due weekend che trasformeranno ancora una volta Ferrara in un collettivo laboratorio fotografico, grazie al ricco programma che comprende, oltre alle mostre, concorso, workshop, letture portfolio, visite guidate, talk, presentazioni, proiezioni e laboratori per bambini.

Venerdì 29 marzo, alle ore 21.00 a Factory Grisù, in programma ‘Il futuro ha un cuore antico: Luzzara, Un Paese e l’eredità culturale di Cesare Zavattini’. Simone Terzi, Fondazione Un Paese, racconterà come un piccolo paese della provincia di Reggio Emilia’ sia diventato, grazie alla passione di Cesare Zavattini, un centro culturale all’avanguardia. Il dialogo sarà intrecciato al reading di Giulio Costa, Ferrara Off, che interpreterà brani dello scrittore emiliano. Sabato 30 marzo saranno ospiti a Factory Grisù con talk e presentazioni Francesco Zizola, TerraProject, collettivo emergente autore di reportage da tutto il mondo, Gianni Berengo Gardin e Marta Viola, autrice che ha affrontato con la fotografia la sua lotta vinta contro la leucemia. Domenica 31 marzo Francesco Cito racconterà le storie della sua carriera di fotoreporter tra i più significativi in Italia e non solo.

Sabato 6 aprile, alle ore 18 al Cinema Boldini, ci sarà in programma la proiezione di ‘The New Wild – Vita nelle terre abbandonate’, un film di Christopher Thomson, girato in una frazione sulle montagne in provincia di Udine. L’evento è in collaborazione con Arci Ferrara. Nel secondo weekend del festival proseguiranno poi gli incontri, tra i quali la lezione di Michele Smargiassi, giornalista di Repubblica, sulla contemporaneità della fotografia. Edicola 518, ‘caso’ editoriale degli ultimi anni, racconterà la rigenerazione nel centro di Perugia di un’edicola dismessa, ora spazio dedicato alla cultura con riviste, libri, oggetti d’arte e performance. Spazio anche al web con il talk di Simone Sbarbati, direttore di Frizzfrizzi, tra i più popolari magazine online di cultura e linguaggi.

Riaperture è il festival della fotografia che vuole mettere al centro di tutto i fotografi: saranno quindi proposti due workshop diversi, tutti ospitati a Factory Grisù. ‘Un’idea dietro la foto è il workshop con Francesco Cito, che porterà la sua esperienza per spiegare come nasce un reportage. Luca Panaro invece insegnerà i segreti del libro fotografico realizzato a mano, oggetto unico tra portfolio e prodotto editoriale, con ‘Dummy Photobook’.

Il programma, che si apre venerdì 29 marzo alle ore 10.00 con le mostre e sabato 30 marzo alle ore 10.30 con l’inaugurazione ufficiale nel cuore della manifestazione, a Factory Grisù, prevede anche letture portfolio: fotografi professionisti, curatori di mostre e progetti editoriali, photoeditor, saranno ospiti a Factory Grisù. Le letture saranno svolte da Francesco Zizola (World Press Photo), Claudia Gori (Premio Voglino 2018), Silvia Taletti (Art Director gruppo editoriale Sprea), Giada Storelli (redattrice Il Fotografo), Rocco Rorandelli (TerraProject) e Teodora Malavenda – Yourpictureditor (photo consultant e curatrice).

Tra le novità del programma collaterale i ‘Caffè con gli autori’. Grazie alla collaborazione delle strutture ricettive della città, nel programma della terza edizione si aggiunge un ulteriore momento di confronto con alcuni degli ospiti di Riaperture. Ogni sabato e domenica, durante il festival, alle ore 10.00 appuntamento davanti a una tazza di caffè per dialogare con i fotografi proprio come essere insieme a colazione. Ecco il calendario degli incontri in hotel, tutti in programma sempre alle ore 10.00: sabato 30 marzo Fabio Sgroi all’Hotel de Prati e Zoe Paterniani al Dolcemela Bed&Breakfast. Domenica 31 marzo Marta Viola all’Hotel Ferrara, Francesco Zizola all’Hotel Duchessa Isabella, TerraProject all’Hotel Europa ed Eugenio Grosso all’Hotel Annunziata. Domenica 7 aprile Edicola 518 all’Hotel Astra.

Saranno previste inoltre visite guidate di alcuni fotografi che racconteranno direttamente al pubblico le fasi del progetto esposto. Spazio anche per i più piccoli, con i laboratori didattici per bambini curati da Rossella Ibba.

Infine, sabato 30 marzo dalle 21.30 alle 24.00 si balla a Factory Grisù con il dj set di Alessio Falavena, conduttore di Propaganda, la trasmissione in onda su Web Radio Giardino. Sarà l’occasione per festeggiare l’apertura di Hangar Birrerie, nuovo locale situato proprio all’interno di Factory Grisù.

È possibile acquistare il biglietto che dà diritto alla visione di tutte le mostre durante tutti i sei giorni del festival già online, sul sito ufficiale www.riaperture.com, o durante i giorni del festival presso le due biglietterie ufficiali, a Factory Grisù (via Poledrelli 21) e alla Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’, ingresso via Cisterna del Follo. Tra le agevolazioni previste, sconto per i possessori della MyFe Card. Tutto il programma aggiornato è consultabile su www.riaperture.com/festival/programma.

Riaperture è organizzato dall’associazione culturale omonima, fondata nel maggio 2016 da un gruppo di fotografi, professionisti e non, che si sono riuniti per cercare di portare a Ferrara qualcosa che prima non c’era: un festival di fotografia, innanzitutto, ma anche la spinta a riaprire attività commerciali abbandonate o spazi pubblici chiusi. «”Riaperture” – spiega il presidente dell’associazione Giacomo Brini – è un nome che sottolinea la volontà di riaprire una città e riaprire anche i nostri occhi sulla realtà circostante, attraverso la fotografia di qualità, con un festival organizzato grazie soprattutto alla passione volontaria degli associati».

Dal 29 al 31 marzo e dal 5 al 7 aprile 2019 la fotografia riaccende la luce su quella Ferrara che non si vede in cartolina o sui libri di storia: la Ferrara dell’ex caserme dei pompieri, dei palazzi rinascimentali o di antiche dimore, dei negozi chiusi, di spazi in ristrutturazione, di caserme militari. Quella Ferrara brulicante vita (passata o futura) che, fosse anche solo per sei giorni, tornerà a illuminarsi proprio grazie alla fotografia. Il festival Riaperture è fatto per chi «non vuole lasciarsi stare, dietro o davanti alla macchina fotografica» dice il direttore Giacomo Brini, «e risponde alla necessità di guardare alla realtà che ci circonda, sia locale che globale, con occhi nuovi». Sei giorni di storie da tutto il mondo e da tutti i tempi, con diciassette mostre, otto luoghi e un programma parallelo di incontri e presentazioni, proiezioni e laboratori didattici, e altro ancora: «Per non avere più paura del futuro, ed entrarci dentro con mani, piedi, occhi, cuore».

Contatti

Giacomo Brini 3200152974
Fabio Zecchi 3489211531
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Segue scheda tecnica del festival

Riaperture Photofestival Ferrara 2019
3a edizione

Organizzazione, sponsor e partner del progetto

Riaperture Photofestival Ferrara è organizzato dall’APS Riaperture. Ha il patrocinio e il sostegno del Comune di Ferrara. Il festival si svolge in collaborazione con Consorzio Factory Grisù. Il concorso fotografico è sponsorizzato da Foto Pandini.

Partner
KIA Reali Auto, Krifi Caffè, Assicoop, Coop Alleanza 3.0, IBS+Libraccio, Commercianti di via Mazzini, Fujifilm, CIDAS, Zazie Ferrara.

In collaborazione con
Ferrara Arte, Arci Ferrara, FICE, Ferrara Off, Malimpensa, Hangar Birrerie, Web Radio Giardino, Astra Hotel, Hotel Annunziata, Hotel Europa, Hotel Duchessa Isabella, Hotel Ferrara, Hotel de Prati, Dolcemela, B&B Principessa Pio, Fotofabbrica, Viaindustriae, Pizzeria Slurp, CopyArt, Cose Comunicanti.

Media partner
Il Fotografo, The Mammoth Reflex, Filo Magazine

Orari e programma del festival

Apertura mostre venerdì 29, sabato 30, domenica 31 marzo, venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 aprile 2019, ore 10.00-19.00
Programma completo: www.riaperture.com/festival/programma

Ingresso del festival

Intero 15€ / Ridotto 13€*
* online, soci Riaperture, IBS+Libraccio, Arci, ACIS, Ferrara Off, YoungerCard, MyFe Card, studenti, over 65, disabili e accompagnatori. Ingresso gratuito per i bambini fino a 13 anni. In biglietteria verrà consegnato un braccialetto che darà l’accesso a tutte le mostre per i tre giorni del festival. Coloro che torneranno nel 2° weekend sprovvisti di braccialetto, possono riaccreditarsi in biglietteria presentando documento d’identità.
Tutti gli eventi a pagamento non inclusi nel biglietto sono segnalati nel programma.

Biglietteria e infopoint
Factory Grisù (via Poledrelli 21) – Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’ (via Cisterna del Follo 10)
Programma mostre

Gianni Berengo Gardin – Venezia e le Grandi Navi (Factory Grisù)
Francesco Cito – Il Muro d’Israele (Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’)
Elinor Carucci – Getting Closer, Becoming Mother: About Intimacy and Family. 1993 – 2012 (Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’)
Simon Lehner – How far is a lightyear? (Palazzo Prosperi-Sacrati)
Claudia Gori – Le sentinelle (Cavallerizza della Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’)
Mattia Balsamini – Risorse disponibili (Palazzo Massari)
Fabio Sgroi – Past Euphoria. Post-Europa (Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’)
Eugenio Grosso – Kurdistan Memories (Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’)
Tania Franco Klein – Sex Robots (Salumaia Hotel Duchessa Isabella)
Ettore Moni – Alps (Palazzo Massari)
Claudio Majorana – The Lost Generation (Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’)
Zoe Paterniani – Discovery (Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’)
Marika Puicher – Solo (Factory Grisù)

Giovanni Cocco, Caterina Serra – Displacement (via Mazzini)
Concorso fotografico nazionale (Factory Grisù)
Laboratorio CIDAS-Riaperture (Factory Grisù)
Liceo Artistico ‘Dosso Dossi’ – Parola chiave > Futuri (Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’)

Bio e abstract delle mostre: www.riaperture.com/festival/mostre
Foto in alta risoluzione di alcune delle opere degli artisti sono scaricabili all’indirizzo:
www.riaperture.com/file/riaperture2019-autori.zip

Luoghi del festival

Via Mazzini
Installazione lungo l’intera via di ‘Displacement’, mostra di Giovanni Cocco e Caterina Serra, a 10 anni dal terremoto de L’Aquila, dal 16 marzo al 28 aprile 2019.

Factory Grisù
via Poledrelli 21, Ferrara
La Caserma dei civici pompieri venne costruita su progetto dell’ing. Luigi Barbantini ed inserita in una ridisegnata trama viaria e degli spazi edificabili. Inaugurato il 28 ottobre 1930 ed abbandonato definitivamente nel 2004,l’ edificio di via Poledrelli è uno degli elementi architettonici che, nella prima metà del XX secolo, ridisegnarono il “Rione Giardino”. La progettazione di questo quartiere rappresentò un esempio moderno di programmazione e di sviluppo di un’area all’interno delle mura a misura d’uomo ed immersa nel verde.
Nell’agosto 2012 l’immobile è stato concesso dalla Provincia di Ferrara in comodato d’uso gratuito all’Associazione no profit “Grisù” che l’ha gestito fino al febbraio 2016, dando avvio al recupero degli spazi e alla selezione delle prime imprese che si sono insediate al suo interno. Il Consorzio Factory Grisù si è costituito a Ferrara nel febbraio 2016 con lo scopo di partecipare alla gara indetta dal Comune di Ferrara per la nuova gestione della factory creativa, ed è oggi il gestore dell’immobile fino al 2023.
In pieno centro storico Grisù, con i suoi 4000 mq di creatività, è un catalizzatore di progetti d’impresa caratterizzati da talento ed innovazione, solo “per chi ha fuoco dentro”.

Caserma ‘Pozzuolo del Friuli’
via Cisterna del Follo 10, Ferrara
La caserma “Pozzuolo del Friuli”, chiamata dai ferraresi semplicemente “la caserma”, venne costruita durante il secondo decennio del Novecento dall’ingegnere Carlo Luppis e dal costruttore Alessio Lanosi ed inaugurata ufficialmente il 1930. In origine, l’area era occupata dal Duecentesco convento agostiniano di San Vito che venne progressivamente demolito per adibirla ad uso militare, poi fu un giardino dove la famiglia degli Este usava trascorrere i pomeriggi in tranquillità per sottrarsi al turbinio del centro e successivamente, dopo la Devoluzione del 1598, un orto.
La Caserma chiuse definitivamente i battenti nel 1997, in seguito alla disposizione ministeriale che prevedeva la riorganizzazione dell’Esercito italiano comportando un progressivo abbandono e degrado degli immobili. L’ex caserma “pozzuolo del Friuli” venne dedicata al 4° gruppo del 121° reggimento d’artiglieria contraerea in onore dei valorosi militari caduti in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale. Il complesso si estende a sud est della città per un’area di circa 3 ettari e mezzo e si compone principalmente di tre edifici: un corpo centrale e due laterali af iancati più piccoli af iancati da una piazza d’armi, una Cavallerizza e altri edifici minori. Visitando il corpo centrale, che si trova su via Cisterna del Follo, è possibile notare la scritta Fide iter ad astra, motto del reggimento, traducibile in “Con la fede si arriva alla stelle”. In più, all’interno di una piccola nicchia è presente a l’immagine di Santa Barbara con in mano la palma del martirio, protettrice degli artiglieri. I due corpi laterali invece ospitavano i dormitori, uno per i militari appartenenti al 4°/121° artiglieria contraerea leggera e l’altra alla 7° Batteria Missili, un reparto speciale della NATO operativo in Veneto. Attualmente, le stanze che ospitavano i militari sono completamente spoglie e ciò che è rimasto è solo poco dell’arredamento della zona di svago come il bancone del bar e il tavolo di biliardo. La Cavallerizza è un immenso capannone costruito in stile liberty utilizzato come parcheggio a veicoli, salmerie e gruppi elettrogeni.
Nel 1999, la proprietà della totalità dell’area della Caserma passa nelle mani dell’Agenzia del Demanio e dopo il sisma che, nel 2012, ha colpito la Regione Emilia Romagna, la gestione del recupero dell’intera struttura è gestita dalla Cassa Depositi e Prestiti, società per azioni, controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze e, in minor parte, da diverse fondazioni bancarie. Il compendio è sottoposto a vincolo da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Palazzo Prosperi-Sacrati
corso Ercole d’Este 23, Ferrara
Celebre edificio di Ferrara, posto di fronte al Palazzo Diamanti, al centro dell’Addizione Erculea disegnata dagli Estensi. Costruito nel 1493 da Francesco da Castello, archiatra di Ercole I d’Este, ha subito nel corso dei secoli modifiche significative: sono state demolite le due ali laterali e il cortile, su cui apre il loggiato rossettiano, è ridotto a una piccola striscia di terreno. L’interno ad oggi è in condizioni precarie in attesa di restauro.

Palazzo Massari
Corso Porta Mare 7-9, Ferrara
Eretto alla fine del Cinquecento e chiamato anticamente Palazzo Bevilacqua o Palazzo Rosso, venne commissionato dal conte Onofrio Bevilacqua nel 1591 tra il quadrivio degli Angeli, fulcro dell’ambizioso progetto urbanistico di Biagio Rossetti, e l’antica piazza Nova, oggi Ariostea.
Negli ultimi decenni del Settecento, in concomitanza con l’ampliamento dell’edificio, l’architetto Luigi Cosimo Bertelli trasformò gli orti retrostanti in un parco con giardini all’italiana e costruì l’attuale Palazzina dei Cavalieri di Malta, come dépendance in stile neoclassico.
Dopo alcuni decenni di incuria e spoliazioni seguiti alle conquiste napoleoniche e al tramonto delle fortune dei Bevilacqua, all’indomani dell’Unità d’Italia il palazzo divenne proprietà della famiglia Massari che dispose la trasformazione del parco in un giardino all’inglese.
Nel 1936 il complesso venne venduto dagli eredi dei Massari al Comune di Ferrara che, a partire dagli anni Settanta, vi allestì una collezione d’arte contemporanea ospitando tre importanti istituzioni museali civiche ferraresi: il Museo Giovanni Boldini, il Museo dell’Ottocento ed il Museo d’arte moderna e contemporanea Filippo de Pisis. In un edificio esterno è stato ricavato il Padiglione d’arte contemporanea, adibito a sede di esibizioni temporanee.
A causa del terremoto del maggio 2012 Palazzo Massari venne dichiarato inagibile e conseguentemente svuotato di tutte le opere all’interno, da allora è chiuso per lavori di restauro. Una parte delle opere del Museo Giovanni Boldini e del Museo d’arte moderna e contemporanea Filippo de Pisis sono al momento visibili presso il Castello Estense.
Nel luglio 2018 è stata terminata la prima parte dei lavori (iniziati ad ottobre 2016) che hanno permesso di scoprire la facciata su corso Porta Mare e i colori cinquecenteschi che la decorano. Tra giugno e settembre 2019 è previsto l’avvio della seconda parte dei lavori di riqualificazione del complesso museale che riaprirà probabilmente nel 2022.
Nel 2018 riapre per la prima volta grazie a Riaperture Photofestival, che realizza un allestimento speciale, integrato con le impalcature del restauro. Nel 2019 torna come sede espositiva, per mostrare l’avanzamento dei lavori: oggi la facciata è tornata a splendere, liberata dai ponteggi, così come l’atrio centrale.

Salumaia Hotel Duchessa Isabella
Via Palestro 70, Ferrara
Il lussuoso Hotel Duchessa Isabella, nome che omaggia Isabella D’Este, già membro del Relais & Chateaux, si trova nel centro storico di Ferrara ed è ospitato all’interno di un antico Palazzo del Cinquecento. Al suo interno sono ancora visibili splendidi soffitti a cassettoni con fregi in oro zecchino, porte laccate del XVI secolo, camini dai colonnati antichi, affreschi realizzati dalla scuola ferrarese e pezzi d’antiquariato come la splendida collezione di orologi d’epoca.
L’edificio apparteneva alla famiglia Bonfiglioli che erano di origine ebraica e la Salumaia era il rifugio usato per proteggersi dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1985 la casa viene acquistata in due atti dall’imprenditrice signora Evelina Bonzagni e da suo marito Claudio Cambia perché il piano nobile apparteneva ai Bonfiglioli e la parte alta era di proprietà della Montedison, successivi proprietari.
La signora Banzagni, dopo cinque anni di ristrutturazione, cambia la destinazione d’uso del Palazzo che, da casa privata diventò un albergo e il rifugio una salumaia come luogo per degustare di vini e prodotti tipici ferraresi. L’Hotel Duchessa Isabella venne ufficialmente inaugurato il 4 aprile 1990.
Riaperture riapre eccezionalmente un luogo solitamente non visitabile ai fruitori dell’hotel, l’antica salumaia: una stanza nel cortile con un’atmosfera intima e conviviale, che ospiterà una delle mostre del festival. Per accedere alla salumaia, i visitatori potranno attraversare gli splendidi saloni dell’Hotel Duchessa Isabella.
È rimasto dell’epoca il pavimento a triangolo in cotto ferrarese, le pareti che ospitano mensole di vini, grande passione di Claudio Cambia, piacentino, il tavolo frattino con sedie Thonet che potevano ospitare circa 20 persone. Qui era possibile infatti degustare piatti tipici ferraresi e, in speciali occasioni, pietanze della cucina kosher. Al di sopra si trova il giardino che donava all’ambiente la giusta temperatura fresca utile ad una buona conservazione dei salumi all’interno.

Negozio via Garibaldi
via Garibaldi 3, Ferrara
Bottega, ex sede di attività commerciale, inserita nel contesto urbano del centro storico, appena fuori dalla centralissima piazza Municipale, da cui si accede al Duomo. Le mura cittadine distano soltanto 2 km.
Nonostante l’ottima collocazione sia urbanistica che commerciale, negli ultimi anni risente della crisi delle peculiarità commerciali delle botteghe tradizionali, cambiando spesso gestione e restando inutilizzato per lunghi periodi.

Iniziative scuole Voghiera 21 marzo 2019 Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Da: Comune di Voghiera

In occasione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, il Comune di Voghiera ha il piacere di comunicare che domani anche gli istituti scolastici del territorio parteciperanno alle celebrazioni del 21 marzo.
Le iniziative che coinvolgeranno gli studenti sono due:
– Grazie alla collaborazione con CIR food s.c. , nel menù giornaliero della mensa scolastica della scuola primaria e scuola secondaria di primo grado verranno utilizzati alimenti (pasta) proveniente da territori confiscati alla mafia (vedi locandina allegata).

– Nelle classi della scuola media i docenti si sono resi disponibili ad un momento di riflessione su questa importante giornata, che coincide con il primo giorno di primavera, leggendo un passo che illustri ai ragazzi il senso di questa Giornata.

“Due momenti fondamentali – ricorda Isabella Masina, Vice Sindaco di Voghiera e referente della rete di Avviso Pubblico – reso possibile grazie alla completa disponibilità dimostrata nel primo caso da CIR e nel secondo caso dal personale scolastico: dirigenza e professori, che senza tentennamenti hanno accolto in tempi brevissimi le proposte dell’Amministrazione. Tutto ciò nella profonda convinzione che i giovani siano i protagonisti dell’impegno per la legalità e l’educazione civica. Persone che molto hanno da dare in termini di contributo per il contrasto alla criminalità e la difesa del nostro territorio. Ancora una volta le scuole di Voghiera hanno dimostrato il loro impegno su temi di attualità e la loro capacità di rispondere in maniera veloce, completa e collaborativa forti della funzione preziosa che svolgono nel nostro Comune”.

Queste iniziative si aggiungono a quelle già presentate in Comune a Ferrara lo scorso 11 marzo per la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, cui collabora il Comune di Voghiera, coinvolto nella presentazione di due volumi alla Libreria Feltrinelli:

– giovedì 21 marzo alle ore 18, “Vent’anni di lotta alle mafie e alla corruzione. L’esperienza di Avviso Pubblico”, Con Giulia Migneco, coautrice e responsabile comunicazione di Avviso Pubblico, Antonella Micele, vicesindaco di Casalecchio di Reno e coordinatrice regionale di Avviso Pubblico, Isabella Masina, giornalista e vicesindaco di Voghiera e Federica Pezzoli – volontaria e responsabile del settore informazione del Coordinamento di Ferrara di Libera.

– venerdì 29 marzo, alle ore 17.30, “Castel Volturno. Reportage sulla mafia africana” di e con Sergio Nazzaro, giornalista e scrittore dialoga con l’autore Isabella Masina, giornalista e vice sindaco di Voghiera.

Sostegno alle imprese locali

Da: Comune di Copparo Servizio Comunicazione

È in corso di rendicontazione il contributo relativo al Bando Multidiscipinare realizzato dal Comune di Copparo con la Camera di Commercio di Ferrara, «Un argomento importante per le nostre imprese – afferma Paola Bertelli assessore alle Attività produttive – abbiamo partecipato al bando per sostenere le imprese del nostro Comune che hanno investito e che hanno trovato in questo strumento una o più misure in riferimento agli investimenti fatti o programmati».

Il Bando, cofinanziato da Camera di Commercio e dai Comuni della Provincia di Ferrara, ha avuto un plafond di 400.000,00 € messi da Camera di Commercio a cui si sono aggiunte le risorse dei Comuni aderenti.

«L’Amministrazione Comunale di Copparo tramite il settore Attività produttive ha investito fortemente in questo bando –continua Paola Bertelli – e sono stati messi a disposizione 22.460,00 € che hanno finanziato investimenti per 77.600,00 € realizzati da 9 aziende che hanno trovato nelle prime tre misure i loro ambiti ideali rispetto agli investimenti fatti. Sottolineo che dopo Camera di Commercio e Comune di Ferrara, Copparo è stato l’ente che ha messo l’importo più alto».

I settori di attività delle imprese finanziate sono stati: agricoltura, professionisti, artigianato e industria. Gli ambiti di intervento sono: consolidamento e sviluppo d’impresa; occupazione; export; programmazione Unione Europea e Bandi Regione Emilia-Romagna; Start Up.

«Questo non è il primo bando – conclude l’assessore Bertelli – ma si aggiunge ad altri due bandi a sostegno delle imprese locali che hanno scelto di dotarsi di sistemi di sicurezza, con un impegno da parte del Comune pari a 18.000,00 €. Essere vicini alle imprese, colonne portanti del nostro territorio, “piccole o grandi che siano” è da sempre la volontà di questo Comune, e continueremo a operare su questa linea per continuare a fornire nuove opportunità alle aziende che investono in un mercato in continuo cambiamento».

Consorzio di bonifica avvisa tutti i proprietari e affittuari dei terreni frontisti dei canali di effettuare la pulizia dei corsi d’acqua per ragioni idrauliche e igienico-sanitarie

Da: Ufficio del sindaco Comune di Bondeno

La pulizia dei fossi e dei corsi d’acqua del territorio è una priorità. A dirlo è il Consorzio di Bonifica di Burana, che sta scrivendo in questi giorni ai vari comuni interessati dai provvedimenti di “manutenzione dei fossi irrigui e di scolo delle acque”. I quali, sul territorio matildeo, per vocazione, sono numerosi e disseminati un po’ ovunque. «Quello che è successo lo scorso autunno – ricorda l’assessore ai lavori pubblici, Marco Vincenzi – deve insegnarci che è fondamentale la pulizia di fossi e corsi d’acqua, affinché sia mantenuta la perfetta funzionalità ed efficienza idraulica. Questo in considerazione del fatto che i ristagni d’acqua, provocati anche dal non corretto scolo, possono in qualche caso provocare smottamenti. Per esempio, delle sedi stradali, con ingenti costi di manutenzione per la ripresa delle numerose frane». Il Consorzio di Bonifica, che con il Comune si sta occupando di riprendere alcune frane (per esempio, recentemente si è lavorato a Zerbinate, in via Ferrarese, ed è in programma anche l’intervento in via Comunale per Burana e in seguito quello a Settepolesini, dove sono stati abbattuti numerosi alberi) ha deciso ora di intraprendere la strada delle prevenzione. «Per ragioni di sicurezza idraulica, igienico-sanitaria e di circolazione stradale – spiega nella sua lettera agli enti locali il presidente del Consorzio, Francesco Vincenzi – occorre mantenere puliti gli alvei di tutti i corpi d’acqua superficiali o tombinati di scolo, di drenaggio e irrigazione, al fine di evitare allagamenti delle aree circostanti, ristagni e qualsiasi altro ostacolo al libero deflusso delle acque». Le conseguenze del mancato rispetto delle suddette disposizioni sono sotto gli occhi di tutti, in occasione di ogni fortunale e in caso di precipitazioni intense. La misura richiesta dal Consorzio per la manutenzione di fossi e opere di scolo riguarda i proprietari, gli affittuari e tutti coloro che hanno «un diritto di godimento sui terreni frontisti di canali, fossi e corsi d’acqua di scolo e irrigazione». Affinché si provveda all’esecuzione dei lavori atti a mantenere i medesimi corsi d’acqua in condizioni di perfetta funzionalità idraulica. Tra gli interventi richiesti ai frontisti: lo spurgo delle condotte di cemento sotto i ponticelli e dei fossi tombinati, in corrispondenza di tutti gli accessi carrai privati, allo scopo di evitare ristagni, maleodoranze, ed allagamenti delle aree circostanti; la conservazione di un buono stato delle sponde dei fossi laterali alle strade, per impedire gli smottamenti del terreno; l’espurgo e pulizia dei canali derivatori, il diserbo dei fossi, la potatura dei rami, delle piante, delle siepi; la liberazione dei fossi, cavi e canali. Senza dimenticare la riparazione di manufatti idraulici di derivazione irrigua e scolo e la rimozione (e trasporto) dei materiali di scarto delle suddette operazioni di pulizia e manutenzione.

Centro intercomunale di raccolta rifiuti

Da: Organizzatori
Copparo – Centro intercomunale di raccolta rifiuti

La Giunta comunale ha approvato in linea tecnica il progetto per la realizzazione di un centro intercomunale di raccolta rifiuti che sarà situato in via del Lavoro a Copparo.
«Si tratta di un intervento che sarà eseguito da Clara spa – afferma l’assessore Marco Mazzali – per la realizzazione di un’area in cui i cittadini del Comune di Copparo potranno conferire rifiuti quali ingombranti, olii esausti, ecc.
Sino ad oggi per i cittadini era a disposizione il solo sito della Crispa, piuttosto lontano dal centro cittadino e scomodo per molti utenti. Da tempo si è dunque avviato questo progetto per diminuire le distanze, offrire un servizio di prossimità e per contrastare al contempo l’annoso problema dell’abbandono di rifiuti soprattutto ingombranti.
Il conferimento sarà gratuito e a breve verrà proposto al Consiglio Comunale un regolamento per disciplinare orari, modalità e tipologia di rifiuti di conferimento.

All’Università di Bologna aziende Pharma e Associazioni pazienti si confrontano sulla sostenibilità del Sistema Sanitario – Bologna, 20 marzo 2019

Da: Ufficio Stampa Pro Format Comunicazione srl
Bologna, 20 marzo 2019 – L’industria del farmaco si conferma in buona salute e occupa il gradino più alto del podio dell’innovazione. Rispetto ai 107 miliardi di euro spesi a livello globale in Ricerca & Sviluppo nel farmaceutico, l’Italia sta a quota 1,4 miliardi. Nel 2015, dati ultimissimi di Farmindustria, gli investimenti sono cresciuti ancora con un aumento del 15% dal 2013, distribuiti per il 50% su studi clinici, per il 30% in personale di ricerca e per il 20% in studi pre-clinici. Le aziende del farmaco sono destinate a diventare sempre più un interlocutore importante non solo degli organismi nazionali e regionali cui spetta il controllo e la gestione delle risorse destinate al sistema Salute, ma anche delle Associazioni dei pazienti chiamate a tutelare i diritti di tutti i malati e a rappresentare in modo efficace i loro bisogni clinici e sociali. Da qui la necessità che i futuri ‘manager’ delle Associazioni pazienti acquisiscano conoscenze e competenze anche sul funzionamento delle aziende farmaceutiche e sugli step che portano dalla progettazione alla messa in commercio di un farmaco. Per questo l’Università di Bologna nell’ambito del Corso di Formazione Permanente “Formare le Associazioni impegnate per la salute”, ha messo a punto il terzo modulo sugli aspetti regolatori, brevettuali ed economici del farmaco, che si tiene dal 21 al 23 marzo con il coinvolgimento di referenti delle più importanti aziende farmaceutiche in Italia: Alfasigma, Amgen, Biogen, Bristol-Myers Squibb, Celgene, Fondazione MSD, Lilly, Novartis, Roche e Sanofi Genzyme.
Il Corso, dedicato a operatori e dirigenti di Associazioni ed Enti del Terzo settore che operano in area salute e tutela dei diritti dei pazienti con patologie croniche, è realizzato su iniziativa di 5 Associazioni pazienti – FederASMA e Allergie Onlus, FeD.E.R. Federazione Diabete Emilia Romagna, le Associazioni pazienti con malattie reumatiche AMRER, ANMAR e APMAR – in collaborazione con la Scuola Superiore di Politiche per la Salute-CRIFSP (Centro di Ricerca e Formazione sul Settore Pubblico) dell’Università di Bologna.
Il terzo modulo sarà incentrato sugli aspetti regolatori ed economici del farmaco, nonché sui brevetti, tutto dal punto di vista delle aziende produttrici. Vedrà inoltre l’impegno delle aziende farmaceutiche per l’empowerment delle Associazioni pazienti con un modello innovativo di formazione sul campo attraverso una visita guidata in un’azienda farmaceutica di Sesto Fiorentino (FI).
«La novità rispetto ai moduli precedenti è che i futuri ‘manager’ entrano in contatto con il mondo reale delle aziende del farmaco – spiega Cristina Ugolini, Direttrice della Scuola Superiore di Politiche per la Salute (SSPS) dell’Università di Bologna e Presidente del CRIFSP – attraverso l’organizzazione di una Tavola rotonda cui parteciperanno referenti aziendali per un confronto sulle dinamiche delle aziende nello scenario attuale. Ogni referente potrà raccontare la propria esperienza “dall’interno” e l’approccio della propria azienda rispetto a specifici temi. A questo incontro, seguirà una visita aziendale. L’obiettivo di questo terzo modulo è creare un nuovo modello di confronto e collaborazione tra aziende farmaceutiche e Associazioni dei pazienti».
Importante per le Associazioni pazienti acquisire conoscenze e competenze sulle attività interne delle aziende del farmaco sempre più coinvolte nella sostenibilità del sistema Salute. «È necessario dare strumenti di autonomia e decisionali ai manager delle Associazioni pazienti – dichiara Daniele Conti, Direttore di AMRER Onlus Associazione Malati Reumatici Emilia Romagna – affinché possano relazionarsi in modo corretto con le aziende del farmaco, con le quali non è sempre facile dialogare e che rappresentano un punto di vista importante nel sistema Salute dal momento che la maggior parte della ricerca sui farmaci è finanziata da privati».
Il modulo affronterà il tema del controllo e della razionalizzazione della spesa sanitaria e farmaceutica e i referenti delle aziende farmaceutiche si confronteranno sui vari aspetti della vita aziendale: dal profilo organizzativo, alle attività di ricerca e sviluppo, dalle strategie di marketing alla comunicazione istituzionale, attraverso le esperienze e le case histories. Durante il modulo saranno previsti interventi anche sul tema delle patologie croniche, con un’attenzione particolare al monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva; e su criticità e ruolo dell’azienda nello sviluppo di un farmaco.
Il Corso prevede il rilascio di 15 crediti formativi universitari e la partecipazione di 35 ‘manager’, rappresentanti delle 5 Associazioni promotrici e altre 8 Associazioni che hanno aderito al progetto: AMICI, AIBAT, ALOMAR, Comitato Pazienti Cannabis Terapeutica, Diabete Lazio, Famiglie SMA, FANEP, Fondazione Corazza.
La Scuola Superiore di Politiche per la Salute-CRIFSP ha tradotto in un programma formativo articolato in sei moduli mensili di tre giornate ciascuno le esperienze e i bisogni delle Associazioni, che avevano da tempo identificato l’esigenza di certificare le competenze necessarie alle figure professionali apicali per essere interlocutori sempre più ascoltati dalle Istituzioni.
Il Corso di Formazione Permanente “Formare le Associazioni impegnate per la salute” è realizzato grazie al contributo incondizionato di Alfasigma, Amgen, Biogen, Bristol-Myers Squibb, Celgene, Fondazione MSD, GlaxoSmithKline, Lilly, Novartis, Roche e Sanofi Genzyme.

“Aprile capuzziano” 2019: si parte il 3 aprile con lo spettacolo di tango argentino

Da: Ufficio Stampa
BONDENO (FERRARA), 20-03-2018.
Un mese di eventi, per commemorare come di consueto il celebre pittore Mario Capuzzo. E non si può certo dire che qualcosa, nel fitto programma che è stato allestito per l’edizione 2019 della rassegna, sia stato lasciato al caso. «Primavera e musica classica fanno ormai rima, da molti anni, a Bondeno – spiega il vicesindaco con delega alla promozione del territorio, Simone Saletti –. Dove, come di consueto, il mese di aprile diventa quello “Capuzziano”, per omaggiare il grande poeta Mario Capuzzo». Su iniziativa della moglie del pittore e con la fattiva collaborazione del Comune e di vari altri soggetti (Pro Loco Stellata, Lions Club e Parrocchia Natività di Maria di Bondeno) anche per quest’anno la primavera della sala 2000 comincerà a suon di musica. Si comincerà domenica 3 aprile (ore 15,30) con “El tango en vivo… vivo en el tango”, suggestivo spettacolo di tango argentino, a cura dell’Orquestra Tìpica Estetango y Scuola Tango Diferente. Il 14 aprile, sempre alle 15,30, sarà la volta dell’ensemble: “Sull’Ali dorate”. Un’esibizione che vedrà molti talenti in campo: Pietro Selvaggio (pianoforte), Marcel Frumusachi (violino), Stefano Zanon (flauto), Cristina Chiaffoni (mezzosoprano), Ugo Cingano (basso/baritono). Tornerà lirica, anzi “Moderatamente lirica”, la scaletta del 22 aprile, all’orario canonico: un viaggio musicale a cura di Mara Paci (soprano) e Paolo Lazzarini (pianoforte). Domenica 28 aprile, quindi, il gran finale (sempre alla sala 2000, alle ore 15,30): non poteva mancare la Filarmonica “G. Verdi” di Scortichino, che torna ad esibirsi a Bondeno dopo i recenti concerti natalizi e in occasione del Centenario della Vittoria. Stavolta, l’esibizione ripercorrerà le “Melodie da film di tutti i tempi”, con la Filarmonica diretta da Roberto Padovani a strappare come sempre applausi a scena aperta. «Ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile anche quest’anno la rassegna – dice Saletti – che si svolge ad ingresso libero, per dare a ciascuno la possibilità di fruire della migliore musica da camera, rinverdendo una tradizione che portiamo avanti ormai da tanti anni in città».

“Un’ecologia per l’uomo”. La Boiardo incontra il biologo marino Dario Nardi e don Massimo Manservigi.

Da: Istituto Comprensivo 2
I ragazzi delle classi terze Boiardo, subito dopo la grande mobilitazione mondiale dei giovani a difesa dell’ambiente, hanno partecipato martedì 19 marzo all’iniziativa “Un’ecologia per l’uomo”, promossa dalla docente Clara Andreasi.
Hanno potuto vedere direttamente il livello di degrado ambientale di parecchie parti del pianeta, grazie alle immagini di Dario Nardi, il biologo marino che ha già compiuto un giro in sudamerica di 5.000 km con una bicicletta di bambù documentando anche con filmati, nel progetto “Ocean Traceless”, l’entità dei danni che può fare l’abbandono della plastica nell’ambiente.
Ciò che ha colpito è la sensibilità di Nardi che nella sua attività ha documentato oltre ai segni del degrado, anche il disagio delle persone che lo subiscono e le ripercussioni sulla qualità della vita dei poveri del pianeta, come ha evidenziato anche Don Massimo Manservigi nel suo intervento.
Il sacerdote che unisce l’attività pastorale con quella di regista e di giornalista, in questa circostanza ha mostrato quanto l’enciclica di Papa Francesco “Laudato sii” abbia dato ragioni contemporaneamente umane e religiose alla difesa dell’ambiente. E questo è possibile anche attraverso una corretta comunicazione che non metta censure all’informazione. “Proteggere il Creato per difendere l’uomo” potrebbe essere la sintesi, il punto di incontro dell’impegno civile con quello religioso.
E mentre Dario Nardi, in continuità con le esperienze precedenti, si prepara ad un nuovo viaggio del progetto “H2oPLANET”, per sensibilizzare il pianeta sul problema dell’inquinamento delle acque, tutti i ragazzi della Boiardo hanno recepito con grande attenzione e coinvolgimento le sfide per il rispetto dell’ambiente a cui sono stati messi di fronte.

La Bibbia riveduta e scorretta degli Oblivion

Da: Organizzatori
Copparo – La Bibbia riveduta e scorretta degli Oblivion

Questa sera (giovedì 21 marzo) appuntamento con la Stagione di Prosa che presenta “Gli Oblivion” in La Bibbia riveduta e scorretta. Per la prima volta gli Oblivion si mettono alla prova con un vero e proprio musical comico.
Siamo nella Germania del 1455, Johann Gutenberg introduce la stampa a caratteri mobili creando l’editoria e inaugurando di fatto l’Età Moderna. Conscio della portata rivoluzionaria di questa scoperta, Gutenberg sta per scegliere il primo titolo da stampare. Al culmine della sua ansia da prestazione bussa alla porta della prima stamperia della storia un Signore. Anzi, il Signore. È proprio Dio che da millenni aspettava questo momento.
Dio si presenta con un’autobiografia manu-scolpita di suo pugno su lastre di pietra e chiede a Gutenberg di pubblicarla con l’intento di diffonderla in tutte le case del mondo e diventare così il più grande scrittore della storia. Gutenberg, da bravo teutonico, è molto risoluto e sa bene cosa cerca il pubblico in un libro. Cercherà quindi di trasformare, con ogni mezzo possibile, quello che lui considera un insieme di storie scollegate e bizzarre in un vero e proprio best seller: La Bibbia.
Tra discussioni infinite, riscritture e un continuo braccio di ferro tra autore ed editore, nella tipografia prenderanno vita le vicende più incredibili dell’Antico e Nuovo Testamento, le parti scartate e tutta la Verità sulla Creazione del mondo, finalmente nella versione senza censure.
Per info, biglietteria del teatro 0532864580.

Ascanio Celestini in scena a Comacchio

Da: Organizzatori
Si approssima il sesto e penultimo appuntamento con Comacchio a Teatro, la stagione teatrale in Sala Polivalente a Palazzo Bellini diretta da Massimiliano Venturi. Venerdì 22 marzo alle ore 21, il pubblico potrà ammirare una delle creazioni più recenti di Ascanio Celestini, protagonista indiscusso della scena contemporanea, apprezzatissimo in Italia ed all’estero. A Comacchio Celstini presenterà Laika, una delle sue ultime e più acclamate produzioni; uno spettacolo che la critica ha definito ‘Bellissimo. Struggente, strampalato, arruffato, indignato, divertente, commovente’ (Andrea Porcheddu, Gli Stati Generali), ‘Uno spettacolo riuscitissimo, in cui l’attore e drammaturgo ipnotizza il pubblico’ (Manuela Murgia, Eugenio Murrali, Dazebao news) ed ancora ‘Laika è una delle migliori prove teatrali del Celestini degli ultimi anni: denso, poetico, allucinato, sa essere politico senza cedere alla tentazione del moralismo’ (Graziano Graziani, Minima et Moralia).
Uno spettacolo di e con Ascanio Celestini, accompagnato dal vivo dalle musiche della fisarmonica di Gianluca Casadei, e con la voce fuori campo di Alba Rohrwacher. Tornando dal bar, il personaggio narratore (un ubriacone? un povero cristo qualunque?) racconta a Pietro, col quale divide un monolocale, i prodigi ai quali ha assistito. Nulla di inspiegabile, ma proprio per questo straordinario. I prodigi della solidarietà tra gli umili. Della vecchia che insegna alla prostituta che per il sapere e la cultura non serve il denaro, che i libri nelle biblioteche sono gratis e che anche i musei un giorno al mese aprono le porte anche ai barboni. Ed è proprio il barbone che in questa storia dorme nel parcheggio di un supermercato a cucire insieme tutte le storie. L’ultimo tra gli ultimi. L’unico che nemmeno parla. Ma anche quello che, sopravvissuto alla traversata del deserto e del mare è finito in quel mondo sotterraneo del lavoro che produce per tutti, ma che non è visibile a nessuno. Infatti LAIKA è soprattutto questo: un piazzale nel quale si incontrano la fatica e l’umiliazione del lavoro, la rabbia e la solidarietà di chi non ha nulla da perdere e per questo riesce ad alzare la testa.
L’appuntamento è dunque per venerdì 22 marzo alle ore 21 in Sala Polivalente (via Agatopisto 7, Comacchio), con apertura della biglietteria alle ore 20. Biglietti interi 12 €, under 18 8 €. La prevendita per i prossimi appuntamenti prosegue ogni martedì ore 15-18 a Comacchio in Biblioteca a Palazzo Bellini, ed ogni mercoledì ore 16-19 al Teatro Barattoni di Ostellato. Informazioni al 349 0807587, prevendita on-line sui siti www.comacchioateatro.it e www.sipariostellato.it. La programmazione teatrale proseguirà poi facendo tappa ad Ostellato, dove venerdì 29/3 al Teatro Barattoni andrà in scena Delitto a Teatro, il fortunatissimo ed esilarante format proposto dalla compagnia Quelli del Delitto. Con l’inizio di aprile arriverà poi il momento dell’ultimo appuntamento comacchiese: dopo il successo registrato lo scorso anno con Romeo e Giulietta, l’amore è saltimbanco, Stivalaccio Teatro sarà di nuovo di scena in Sala Polivalente, con il nuovo spettacolo Il malato immaginario. L’ultimo viaggio.

Ferrara Fiere. Commento del Sindaco Tagliani

Da: Organizzatori
“In relazione alla notizia riportata dalla stampa circa l’esistenza di un esposto per truffa da parte di un ex fornitore di Ferrara Fiere l’Amministrazione Comunale, indirettamente socia di minoranza della predetta società, afferma la propria incondizionata fiducia nelle attività di riscontro che la autorità Giudiziaria ha in corso auspicando sia fatta piena chiarezza.
Al tempo stesso ribadisce l’affidamento agli organi amministrativi e al Presidente Filippo Parisini che in questi anni hanno saputo confrontarsi con sfide impegnative sia nel difficile campo fieristico proprio, sia mettendosi a disposizione delle esigenze del territorio e dell’Università di Ferrara.
Qualora i riscontri dessero, come confidiamo, ragione della trasparenza e della correttezza condotta da Ferrara Fiere, mai messa in discussione fino ad oggi, invitiamo la stessa ad agire verso chiunque sia responsabile per la tutela della propria immagine.
Tiziano Tagliani, Sindaco di Ferrara”

Paola Batianoni, Mauro Serio e Alessio Grossi presentano “Il sogno dell’eternità”. Il necroforo tra imprevedibilità e rito” presso libreria Ibs+Libraccio Ferrara

Da: Eventi Ferrara
Dialoga con gli autori Stefano Ravaioli.
Questo volume è l’ultimo di una serie dedicata alla morte al morire, all’elaborazione del lutto e alla death education che abbiamo pubblicato in questi anni nell’ambito del progetto “Uno sguardo al cielo. Percorso di avvicinamento all’elaborazione del lutto” arrivato alla VII edizione. Il progetto realizzato dall’Università degli Studi di Ferrara in collaborazione con le agenzie di Onoranze funebri AMSEF e PAZZI prevede iniziative culturali ed educative sui temi della perdita, dell’educazione alla morte e dell’elaborazione del lutto; un servizio di assistenza al lutto; una newsletter periodica; formazione a professionisti e volontari sulle tematiche del fine vita e dell’elaborazione del lutto.

Festival europèen latin grec

Da: Liceo Ariosto Ferrara
Venerdì 22 marzo 2019 le classi IA e IB del Liceo Ariosto (indirizzo classico) eseguiranno, contemporaneamente ad altri circa seimila lettori di 38 paesi del mondo, una lettura pubblica del VI canto dell’Iliade, in cui Glauco e Diomede rifiutano di combattere perché si scoprono legati da antico vincolo di ospitalità ed Ettore si accomiata dalla moglie Andromaca prima di cadere in battaglia. L’evento, che avrà luogo nella Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea alle ore 10.00, è organizzato dal Festival Européen Latin Grec di Lione, un festival interamente dedicato alla letteratura e cultura classiche e rivolto non solo a studiosi e specialisti, ma anche al grande pubblico. L’ingresso è aperto al pubblico.

Nuovo appuntamento con i venerdì dell’universo – viaggio alle origini dell’universo

Da: Comunicazione Istituzionale e Digitale Unife Ufficio Stampa
Venerdì 22 marzo alle ore 21, alla Sala estense, nuovo appuntamento con “I Venerdì dell’Universo”. Paolo Natoli, professore associato di cosmologia e teoria della relatività presso il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife, parlerà sul tema “Un viaggio alle origini dell’Universo con la radiazione cosmica di fondo” .

“Presenterò un secolo di progressi in cosmologia, dalla pubblicazione della teoria della relatività generale di Einstein all’odierna esplorazione dell’inflazione cosmica – afferma Natoli- una fase primordiale di espansione accelerata che ha posto le condizioni iniziali del nostro Universo e permesso la nostra esistenza”. Un momento chiave di questa storia è la scoperta, poco più di cinquant’anni or sono, della radiazione cosmica di fondo, la “luce” del Big Bang, grazie alla quale sappiamo che l’Universo primordiale era molto diverso da come appare oggi. Oggi questa radiazione, studiata a fondo dal satellite Planck dell’ESA (con un rilevante contributo italiano e della nostra agenzia spaziale), rappresenta uno strumento primario per la comprensione della Fisica delle altissime energie.

Il campo di ricerca di Paolo Natoli è l’indagine dell’universo primordiale e il suo studio attraverso le osservazioni, in particolare quelle della radiazione cosmica di fondo. E’ membro di numerose collaborazioni internazionali, tra cui il satellite ESA Planck, per il quale ha coordinato vari gruppi di lavoro ed è leader di uno dei progetti di “core science”. È membro del “Governance Board” della missione LiteBIRD, un satellite dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA) dedicato allo studio dell’inflazione cosmica. È autore di oltre 250 pubblicazioni su riviste di alto livello internazionale e il suo h-index è superiore a 80 (NASA/ADS).

Il sistema è uomo. La protesta è donna.

di Roberta Trucco

“C’è martirio e martirio. L’iconografia del supplizio femminile nella storia dell’arte”: è il titolo di una conferenza che ho ascoltato pochi giorni fa al museo di Sant’agostino a Genova, organizzata dal comitato cittadino di Senonoraquando.
Santa Caterina di Alessandria, Santa Anastasia, Santa Barbara, Sant’Apollonia, Sant’Agnese e molte altre. Tutte donne colte, donne indipendenti, alcune diaconesse, donne che parlavano in pubblico e che, dopo un diniego al potente di turno sono prima state rinchiuse in prigione, o nei bordelli per essere corrotte, e poi – dopo processi spaventosi – sacrificate nei modi più orrendi. Perché il no al potente non era un semplice rifiuto a un singolo, ma il diniego ‘all’ordine Naturale’ su cui si fonda il patriarcato e il potere stesso.
In questi pochi mesi del 2019. Angela, uccisa a Genova nell’aprile del 2018 dal suo compagno: il giudice ha deciso di dimezzare la pena al suo assassino perché “disperato, deluso, risentito del comportamento di lei…”. A Bologna all’assassino di Olga è stata dimezzata la pena perché in preda a una “tempesta emotiva”. Ad Ancona, l’assoluzione da parte di un collegio giudicante al femminile di uno stupratore perché lei era “troppo mascolina”. Tutti tentativi agghiaccianti di reintrodurre il delitto passionale abolito nel 1981, che prevedeva attenuanti per uomini che uccidevano donne per punirle delle loro condotte disonorevoli. Condotte appunto che si discostano dall’ordine Naturale. Donne che hanno l’ardire, con i loro rifiuti, di spostare l’ago della bilancia su cui si misurano i valori della comunità.

Non serve dunque guardare al passato: i supplizi femminili non finiscono perché la libertà delle donne non rientra nel sistema in cui viviamo. L’ autodeterminazione viene sbandierata nelle dichiarazioni dei diritti umani, ma deve restare inattuata e inattuabile per le donne, simbolicamente le deboli per eccellenza: per loro, condizione duratura, mentre i bambini crescono liberandosi da questo stigma. E, dunque, meritano sì la protezione, ma non la libertà di scelta, che se riconosciuta minerebbe le fondamenta del sistema patriarcale.
Non stupisce quindi che rappresentanti del governo presentino il Ddl 735, conosciuto come Ddl Pillon, decreto da cui anche il Movimento delle Donne per la Chiesa ha preso distanze chiare e nette. Nella dichiarazione delle donne per la Chiesa si legge: “Il substrato culturale del decreto parte innanzitutto da una immagine del tutto stereotipata della donna e dalla volontà di confinarla nel ruolo di madre e moglie […] denunciamo l’utilizzo della religione come strumento di potere, nel nostro caso di potere patriarcale, che ha buon gioco nell’estrapolare e strumentalizzare alcuni passi delle scritture per legittimare una condizione di inferiorità femminile che non può riferirsi al messaggio evangelico, ma che si ha estremo interesse a mantenere immutata”. (Leggi di più QUI)
Un decreto il cui obiettivo primario, anche se celato dietro la fallace e menzognera dicitura “garanzia di bigenitorialità”, è quello di distruggere l’autorevolezza delle donne e le libertà da loro recentemente conquistate.
Non stupisce che rappresentanti del governo come il ministro Salvini, presenzieranno al Wcf, il Congresso mondiale delle famiglie, che si terrà a Verona il prossimo 29/30 marzo. Un forum che vede riunirsi gruppi reazionari sparsi per il mondo che proclamano un ‘ordine Naturale’ in nome del quale sanciscono la subordinazione delle donne quale diritto sociale inalienabile, perché unico in grado di stabilire un ‘Ordine’ (leggi anche ‘Seguaci di un Dio violento’ su ‘Estreme Conseguenze’).
Per i pochi potenti e i pochi ricchi di questo pianeta l’unico modo per mantenere lo status quo è rifondare ‘l’ordine Naturale’ a partire dal suo primo tassello: la subordinazione di un genere e dunque la soppressione della sua autodeterminazione.

Come mi disse un paio di anni fa in un’intervista Grazia Francescato, leader dei Verdi, ecofemminista, da sempre in prima linea in difesa della natura e dei diritti delle donne: “l’ideologia patriarcale riduce la Natura a merce da sfruttare, la considera passivo oggetto di dominio. Identico processo di sfruttamento/oppressione riservato alle donne”.
Il volto della protesta però in tutti i campi è donna. Berta Cachares, Marielle Franco, Malala, Nadia Murad, Emma Gonzalez, Alexandra Octavio Cortes, Nasrin Sotoudeh, Greta Thunberg, Teresa Forcades… E potrei continuare.
“Non possiamo risolvere una crisi se non la trattiamo come tale […] E se le soluzioni sono impossibili da trovare all’interno di questo sistema significa che dobbiamo cambiare il sistema”, ha detto Greta Thunberg, mentre Alexandra Octavio Cortes ha affermato: “Il sistema è rotto”.
Il sistema vacilla, e purtroppo è fisiologico che in queste condizioni ci sia una recrudescenza reazionaria, ma bisogna continuare a picconarne le fondamenta con coraggio.
Il pianeta è femmina è interesse di tutte e tutti impedirne il massacro.

CIA Ferrara – Contrastare i danni da fauna selvatica con i coccodrilli

Da: Ufficio Stampa Cia Ferrara
Proteggere le colture da oche canadesi e nutrie con palloni e cannoni è oneroso e poco efficace. Ma questa invasione potrebbe essere fermata grazie all’”importazione” di un loro predatore naturale

Ferrara, 19 marzo 2019 – Risolvere i problemi provocati da fauna selvatica, in particolare nutrie e oche canadesi che danneggiano pesantemente le colture e gli argini dei canali, si può. La soluzione, secondo Gianfranco Tomasoni di Cia – Agricoltori Italiani Ferrara è molto semplice: “Dobbiamo importare dei coccodrilli e liberarli nei canali di tutto il territorio. Forse, in questo modo, un problema che si trascina da anni e non è mai stato risolto, potrebbe trovare una risoluzione definitiva”.

La provocazione è evidente, ma la questione è di quelle davvero fondamentali per il settore agricolo che, ormai da anni, deve convivere con una fauna selvatica che non viene contenuta e non attacca solo le colture, ma mette a rischio l’equilibrio idrogeologico del territorio. Cia – Agricoltori Italiani Ferrara ha da sempre sollecitato interventi più efficaci, ma gli animali selvatici non autoctoni continuano a dilagare. In più le aziende agricole devono sostenere i costi per la dissuasione, acquistando palloni e cannoni che non rappresentano una soluzione efficace.

“I palloni, soprattutto con il vento forte di questi giorni, sono volati via o hanno subito danni considerevoli – continua Tomasoni -. E saremo noi agricoltori, naturalmente, a doverli ripristinare, sostenendo dei costi aggiuntivi perché il contributo regionale di 2500 euro a fondo perduto, soprattutto per chi ha molto terreno, non copre certamente la spese. Conti alla mano, servono almeno 10 palloni per ettaro che costano dai 9 ai 10 euro. Poi bisogna aggiungere bastoni e ferri per fissarli. Quindi un’azienda di dimensioni medie, di circa 60 ettari, dovrà spendere 6mila euro. Parliamo poi dei cannoni, un’altra nota dolente. In questo caso dobbiamo mettere un cannone ogni 3 ettari a un costo che può variare dai 300 ai 500 euro e prendendo la nostra solita azienda di 60 ettari, siamo a venti cannoni che, anche considerando il range di prezzo inferiore, costano altri 6mila euro. Se la regione ne dà 2500 gli altri dove li va a recuperare l’azienda? Inoltre gli ambientalisti, sempre molto attenti alla salvaguardia del territorio, dovrebbero preoccuparsi anche di proteggere la bellezza del paesaggio rurale, e una campagna disseminata di cannoni e palloni somiglia più a un campo di battaglia, che a un armonioso paesaggio, soprattutto se parliamo di zone a ridosso del Parco del Delta del Po.

Ma torniamo ai nostri coccodrilli. Non sarebbe una buona idea – conclude Tomasoni – contrastare e limitare la proliferazione incontrollata di una fauna non autoctona – le oche canadesi erano parte di una ex oasi WWF e sono rimaste sul territorio e le nutrie hanno origini sudamericane – con un antagonista naturale, come si fa già con gli insetti per la lotta integrata? Perché una soluzione va trovata ed è incredibile che una situazione di disagio così forte per l’agricoltura e l’ambiente, continui a venire affrontata con strumenti palliativi e mai completamente risolutivi”.

Venerdì 22 marzo, grazie a Giardino del mondo e CPIA, nuove favole prendono forma al Nido Giardino di via Cassoli

Da: Il Giardino del Mondo
Venerdì 22 marzo e 12 aprile 2019 c/o Nilo Giardino, via Cassoli 26 – Ferrara
Lettura delle favole a cura degli studenti del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Ferrara
Partecipanti tre sezioni del Nido Giardino

Venerdì 22 marzo, grazie al CPIA, nuove favole dal mondo prendono forma al Nido Giardino di via Cassoli. L’iniziativa è parte de’ ‘Il Giardino del mondo’, progetto vincitore del concorso “Io amo i beni culturali” edizione 2018 bandito da IBACN Emilia-Romagna.

Conoscere “l’altro da sé” attraverso le fiabe del mondo. Con ‘Il Giardino del mondo’, progetto vincitore del concorso “Io amo i beni culturali” edizione 2018 bandito da IBACN Emilia-Romagna, è possibile a partire sin dall’asilo Nido.
Venerdì 22 marzo e 12 aprile, nell’atmosfera rilassata e raccolta dell’angolo dedicato alla lettura del Nido Giardino di via Cassoli, due studenti di lingua italiana del Centro provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Ferrara (una donna di origine ucraina ed un uomo del Tagikistan in grado di parlare molto bene italiano, nonché dotati di una spiccata versatilità comunicativa), assieme all’insegnante e tutor Alberta Gaiani, leggeranno ai bambini – prima del consueto riposino pomeridiano – alcune fiabe illustrate della tradizione russa desunte da “Nel bosco della Babaiaga”, testo ad opera di Luigi Dal Cin, vincitore del Premio Andersen nel 2013 come “Miglior libro per l’età fra i 6 e i 9 anni”.

Come promuovere la tua azienda sui Social – giovedì 21/03 ore 15.00 sede Ascom/Iscom Ferrara

Da: Ufficio Stampa Ascom Ferrara
Social: conoscerli e saperli usare per sviluppare la propria attività d’impresa nel Terziario. Si conclude domani (21 marzo, ore 15.00) nella sala conferenze di Ascom Confcommercio a Ferrara (al I piano in via Baruffaldi, 14/18) – con il suo terzo appuntamento – il corso (per nove ore complessive) dedicato a questi nuovi strumenti di web marketing. L’iniziativa formativa gratuita era promossa e finanziato completamente da Ebiter Ferrara con l’organizzazione realizzata da Iscom ed Ascom Ferrara e vedeva impegnati in qualità di relatori gli specialisti della Medhit (sviluppo software, grafica, web marketing, social). Al centro dunque dell’ultima lezione gli accorgimenti e le competenze per comunicare efficacemente il proprio marchio (social media branding) e realizzare così una “vetrina” commerciale utilizzando i social più noti (Facebook ed Instagram), mettendo in campo progetti concreti e sostenibili.
Chi volesse inserirsi nella data del 21 marzo potrà farlo chiamando lo 0532.234274.

Bruno Tognolini alla scuola di Cocomaro

Da: Organizzatori
“Rime Rimedio”: Bruno Tognolini incontra i bambini della scuola di Cocomaro di Cona
Come ultima tappa del percorso avviato col convegno “Mi prendo cura di te”,  lunedì 18 marzo Bruno Tognolini ha tenuto una lezione poetica per gli alunni e le alunne della scuola primaria “Bruno Ciari” di Cocomaro di Cona.
L’incontro intitolato “Rime rimedio” ha regalato i “rimedi” che le rime, le storie, le risorse culturali, accanto a quelle mediche e altre, possono offrire agli esseri umani di ogni età che soffrono di ogni male.
Durante l’incontro, Bruno Tognolini ha saputo creare un’atmosfera davvero magica fatta di grande attenzione e partecipazione da parte dei bambini.
La sua bravura nel raccontare e la sua maestria nell’incantare ha attratto, in maniera magnetica, la curiosità dei bambini e degli adulti presenti.
Il ritmo e la musicalità delle sue rime, la loro profondità espressa con leggerezza, ha divertito, commosso e meravigliato tutti.
L’umiltà e la generosità con cui si è presentato sono state davvero straordinarie.
I bambini della scuola, per ringraziarlo della sua arte e della sua generosità, gli hanno regalato alcune copie del loro giornale “Gazzetta del Cocomero”, il secondo quaderno della ricerca internazionale sulle conte “A star sotto tocca a te” ed un CD con registrazioni di filastrocche provenienti da scuole che le hanno spedite, nel tempo, da diverse parti del mondo.

CHI È BRUNO TOGNOLINI – SCHEDA DI PRESENTAZIONE
Nato a Cagliari nel 1951, Bruno Tognolini abita dal 1975 a Bologna, dove ha compiuto la sua formazione artistica: dalla laurea al DAMS in Comunicazione e Spettacolo alla lunga stagione del teatro di base nella cooperativa Centro Teatrale Roselle. Tra gli anni Ottanta e Novanta collabora con autori teatrali come Gabriele Vacis, Marco Paolini e Marco Baliani e si avvicina anche al mondo della televisione. Il suo lavoro inizia allora a dividersi tra romanzi, racconti e poesie per i bambini, TV e multimedia. Come artista multimediale realizza, tra i tanti titoli, il CD-rom “Nirvana X-rom”, tratto dal film di Gabriele Salvatores. Per la TV è stato tra gli autori di popolari trasmissioni per bambini della RAI come “L’albero azzurro” e la “Melevisione”. Per il cinema ha scritto i testi cantati del film “La gabbianella e il gatto” di Enzo D’Alò e ha collaborato per lungo tempo con il documentarista Gianfranco Cabiddu. Nel 2007 ha ricevuto il Premio Andersen come miglior scrittore italiano per ragazzi; nel 2011 il Premio Speciale della Giuria per il suo “Rime di rabbia”.

Le proteste antisistema che rigenerano il sistema

Il film tributo del 2018, Bohemian Rhapsody, diretto da Bryan Singer, ci ha riproposto una delle più belle esibizioni dei Queen, quella al Live Aid di Bob Geldof. Una manifestazione organizzata allo scopo di raccogliere fondi per aiutare il popolo etiope che nel 1985 versava in una grave carestia. La ricostruzione cinematografica fa trasparire che la partecipazione fu dettata più da motivi personali che per la volontà di aiutare l’Etiopia. Un dettaglio che poco interessa quando si guarda a quelle meravigliose scene con Freddie Mercury che canta ad uno stadio pieno all’inverosimile.
Sul Live Aid e sulla Band Aid che ne seguì molti artisti espressero pesanti critiche, Morrissey degli Smiths disse “… uno può avere grande preoccupazione per il popolo etiope, ma è un’altra cosa rispetto a infliggere torture quotidiane al popolo inglese. E non è stato fatto timidamente, era la cosa più ipocrita mai fatta nella storia della musica popolare. Persone come Thatcher e la famiglia reale potrebbero risolvere il problema etiope in dieci secondi. Ma la Band Aid ha evitato di dire questo, rivolgendosi invece ai disoccupati”. Forse la critica più centrata a mio avviso. Coloro che dettano le regole, creano i problemi e traggono i profitti, non intervengono mai per risolverli definitivamente, anche se restano gli unici a poterlo fare.
I profitti sono per pochi e solo le colpe, inevitabilmente, sono solite essere distribuite.
Nelle campagne televisive di raccolta fondi vengono solitamente mostrati bambini straziati dalla fame e mamme dai seni vuoti per fare appello al senso di umanità dei disoccupati di Morrisey, un modo triste per distribuire le colpe anche con coloro che magari non sono mai usciti dal loro quartiere. Non si parla mai del fatto che se invece venissero semplicemente distribuiti i profitti non ci sarebbero bambini a morire di fame.
Nel tempo c’è stato anche Bono Vox degli U2 a chiedere con forza la cancellazione del debito pubblico dei paesi poveri. Cosa che aveva fatto anche il presidente del Burkina Faso Thomas Sankarà di cui pochi oggi ricordano il discorso all’Onu dell’ottobre del 1984 o quello del luglio del 1987, in occasione della riunione dell’Oua (Organizzazione per l’Unità Africana) ad Addis Abeba. Esattamente tre mesi prima di essere ucciso da quel mondo che non voleva accettare si mettesse in discussione l’impianto neoliberista basato sullo sfruttamento dell’uomo e della natura e che utilizzava proprio il debito come strumento per accaparrarsi le risorse, e la finanza come mezzo per aumentare i profitti del capitale.
A fine anni ’90 fu la volta del Movimento studentesco “La pantera”. Si protestava e si occupava da Palermo a Bologna, passando dalle facoltà di Psicologia e Scienze Politiche di Roma, contro il progetto di riforma che prevedeva una trasformazione netta in senso privatistico delle Università italiane. Il movimento della pantera prese poi una piega fondamentalmente pacifista districandosi tra i vari tentativi di strumentalizzazione.
Ci fu anche ampio spazio per il movimento no global nato intorno al 1999 in occasione della Conferenza Ministeriale dell’Omc (l’Organizzazione mondiale del commercio) a Seattle negli Stati Uniti. Un movimento che fu identificato come il “popolo di Seattle” e che si scagliava contro il sistema predatorio di banche e multinazionali che riducevano gli Stati a territori di conquista senza che questi mettessero in campo difese per limitare lo sfruttamento dell’ambiente e del lavoro minorile nei paesi del terzo mondo. Chiedevano che i governi la smettessero di attuare politiche non sostenibili da un punto di vista ambientale ed energetico, imperialiste, non rispettose delle peculiarità locali e dannose per le condizioni dei lavoratori. Una decina di anni dopo fu seguito da “Occupy Wall Street”, movimento più decisamente indirizzato contro gli eccessi della finanza.
Ma a precedere Greta Thunberg in tema di proteste per l’ambiente e di rimbrotto verso gli adulti insensibili, e anche a contenderle il titolo di attivista più giovane, ci fu la 12enne Sevren Suzuki, ovvero “la bambina che zittì il mondo per 6 minuti” con un bellissimo discorso all’Onu nel 1992 in cui chiedeva appunto ai potenti più o meno le stesse cose che si stanno chiedendo di nuovo in questi giorni. Non so se qualcuno se ne ricordasse, ma vale la pena di rileggerlo cercandolo su internet per scoprire quanto sia del tutto attuale e soprattutto quanto sia facile nascondere le cose mettendole alla portata di tutti.
Ma oggi la protesta si rinnova con le stesse parole e l’intensità dei nuovi e più potenti mezzi di comunicazione. È l’ora del Movimento per la salvaguardia del clima e della Terra di Greta Thunberg. Le istanze sono le stesse e in alcuni casi addirittura le parole, anche questa generazione è convinta di essere quella giusta per cambiare il mondo e per ricordare ai vecchi i loro errori, poi “… sei entrato in banca anche tu” cantava Antonello Venditti.
I film non anticipano la realtà, spesso descrivono quello che succede ma che solo alcuni riescono a vedere ed è il caso di Matrix, scritto e diretto dai fratelli Andy e Larry Wachowski. Alla fine della trilogia, il protagonista Neo si ritrova di fronte alla mente, il computer centrale che aveva preso possesso dell’intera pianeta. Gli vengono mostrate le immagini di centinaia di altri Neo che avevano già messo in discussione il sistema centinaia di volte e che erano giunti altrettante volte al suo cospetto.
Ma non erano nati per caso, erano nati per volontà del sistema stesso che aveva necessità di dare una speranza di cambiamento che però confermasse alla fine l’indissolubilità di tutto il costrutto. Dovevano lottare contro il sistema non per cambiarlo ma solo per mostrare che era possibile farlo, lasciando scorrere il dissenso in un solco preciso e controllabile.
Alle persone non piace sentirsi in gabbia, protestano o si ribellano solo quando è indispensabile e comprendono di non avere altre possibilità. Quindi basta nascondere la gabbia oppure rendere libera e democratica la protesta. Anche una ragazzina di 16 anni può cambiare tutto, i giornali lo dicono, le televisioni mandano immagini di grandi manifestazioni di piazza, i grandi della terra approvano e… noi ci crediamo.
L’ultimo Neo della serie riuscirà a cambiare davvero e distruggere l’infame sistema della Matrix tecnologica che aveva preso il sopravvento sugli esseri umani, riducendoli a batterie da Pc. Ma lo farà andando all’origine del male, togliendo la corrente e l’approvvigionamento di energia al sistema basato sui freddi codici binari.
Greta può essere davvero l’ultima dei Neo? Gli studenti richiamati in piazza che sfilano con i loro cartelli in una mano, sanno da dove vengono le materie prime per lo smartphone che stringono nell’altra? Scriveva qualche tempo fa Amnesty international “…pochi di noi però hanno la consapevolezza del fatto che il cobalto, elemento grazie al quale si riesce a produrre quelle batterie, viene ottenuto attraverso il lavoro sottopagato e inumano di adulti e bambini nelle miniere della Repubblica democratica del Congo (Rdc)…” e sono storia recente le polemiche sugli assemblaggi esteri dell’americano iphone, solo in parte risolte o dimenticate, il che nell’odierna Matrix ha lo stesso significato.
Non c’è bisogno di rinunciare alla tecnologia, c’è bisogno di rinunciare ai metodi disumani per renderla disponibile al mondo.
E il mondo, nella pratica rappresentato da tutto ciò che va in Tv, non si è risvegliato mentre Tony Blair chiedeva scusa ammettendo che l’Iraq non aveva mai avuto armi di distruzione di massa. E nemmeno quando venivano alla luce i retroscena dell’attacco francese in Libia ma anzi già incombe la scelta su un nuovo intervento militare in Venezuela per “motivi umanitari”. Il mondo, i giornali e le Tv e quindi i 16enni e gli studenti universitari di economia, non hanno approfondito una sola delle parole di Mario Draghi quando diceva che la Bce “ha ampie risorse per far fronte alle crisi” … e che … “i soldi della Bce non possono finire” mentre si negavano risorse per la ricostruzione dell’Aquila e mentre la disoccupazione ristagna all’11 percento perché le aziende chiudono per mancanza di credito.
La Nuova di Ferrara scrive che un italiano su due non riesce a curarsi perché non ha i soldi per farlo e lo Stato non può garantire un’assistenza completa a tutti mentre nessuno ha fatto caso che in audizione al Senato americano Alan Greenspan, governatore della Fed, dichiarava che i soldi non sarebbero stati un problema se si fosse voluto aumentare i sussidi. A Greenspan seguì, dopo la crisi del 2008, Ben Bernanke che in un’intervista spiegò che i soldi per salvare le banche non erano quelli dei contribuenti ma quelli creati schiacciando un pulsante, perché “così opera una Banca Centrale”. Il potere non si nasconde, chi potrebbe risolvere in 10 secondi i problemi ha uno stuolo di privilegiati a disposizione per confondere le idee anche quando dice pubblicamente la verità.
Il riscaldamento globale non si ferma perché poche persone perderebbero troppi soldi e quindi diventa accessibile a tutti l’aria condizionata, magari a rate.
Nessuno fa caso a quanto sarebbe semplice salvare il mondo dalla fame e dal riscaldamento globale mentre Greta sciopera e non va a scuola.
Sgombriamo il dubbio. Non c’è un complotto e non c’è una regia occulta che muove i fili, Matrix era solo un esempio. Ma Black Rock esiste davvero e gestisce un patrimonio di 6.000 miliardi di dollari, esistono multinazionali delle armi, dei farmaci e del cibo ed esistono amministratori delegati che hanno come missione quella di distribuire proventi agli azionisti. Ci sono borse valori che vedono girare in un giorno quanto uno Stato muove di Pil in un anno e soprattutto ci sono legislatori che studiano per depotenziare gli Stati. Ci sono Banche Centrali che possono creare denaro e controllare i debiti degli stati ma siamo stati convinti che queste non debbano essere strumenti degli stati, e quindi dei cittadini, ma un mezzo dei mercati per condizionare la democrazia.
A che serve lottare per lo scioglimento dei ghiacciai se non chiediamo che tutto questo cambi e comprendiamo che è solo il risultato di una scelta? A che serve scendere in piazza per il lavoro se il tasso di disoccupazione viene fissato in base al livello di inflazione desiderato dagli investitori?
E perché pensiamo non ci sia lavoro in un paese dove non ci sono abbastanza infermieri, medici, muratori, impiantisti, poliziotti, insegnanti, assistenti sociali e le città sono sporche? Sicuramente è tutta colpa nostra, perché non siamo competitivi, perché c’è la Cina, perché siamo piccoli e corrotti come l’inquinamento dipende dal fatto che andiamo a lavorare in auto invece di usare la bici.
Nessuno di noi è stato ascoltato veramente quando ha protestato in piazza anche se ha avuto l’impressione di aver fatto la sua parte. E non lo sarà adesso, anche perché a farlo è una ragazzina di 16 anni e cosa ci può essere di più innocente e innocuo in questo sistema malato su cui abbiamo incentrato il nostro sviluppo?
I governatori delle banche centrali, i grandi finanzieri, gli amministratori delegati della Black Rock non li ascolteranno mai. Non metteranno in atto cambiamenti epocali perché Greta glielo sta chiedendo, magari faranno qualche donazione insieme a qualche dichiarazione certo, ma poi tutto ritornerà come prima aspettando il prossimo Neo.
Il sistema si combatte in un solo modo: con la consapevolezza che si sta colpendo davvero il sistema. Riprendendosi in mano la capacità di trasformare le istanze in progetti politici a lungo termine. Si scende in piazza per contarsi e ritrovarsi intorno ad un’idea ma poi bisogna mantenere la linea nel tempo considerando che uno degli errori più classici degli ultimi tempi è allontanarsi dalla politica che invece è l’unico modo per cambiare le cose.
Banchieri, finanzieri e speculatori non ascolteranno mai ragazzini in protesta oggi come non lo hanno fatto ieri, quindi bisogna concentrarsi realmente su cosa chiedere. Ed è inutile pretendere dalla Cina o dal paese in ritardo con lo sviluppo rispetto all’Occidente di svilupparsi in maniera diversa e senza inquinare, in un mondo che si basa sul modello di sviluppo che eleva la concorrenza a valore trainante e considera la competitività una scelta ineluttabile. È una contraddizione in termini, non ha logica.
Non si può chiedere di non essere concorrenziali in un mondo basato sulla concorrenza e quindi l’inquinamento in questo mondo non si può fermare, facciamocene una ragione. Il neoliberismo si basa sullo sfruttamento di ogni cosa e ogni cosa diventa un bene e quindi prezzabile, anche l’essere umano e la luna.
Abbiamo scelto, o ci siamo ritrovati per scelte altrui, un modello di sviluppo. Studiamolo prima e poi contestiamolo. Smettiamola di chiedere il solito cambio delle tende all’edificio costruito sulla palude.
Quando si parla di alta velocità, si parla di arrivare 10 minuti prima da qualche parte, e per farlo siamo disposti a distruggere o trasformare interi territori. Il problema è capire perché oggi c’è tanto bisogno di correre e dove stiamo andando. Se quei 10 minuti servono a tutti noi, compresi i disoccupati di Morrisey o invece a qualcuno serve che noi corriamo come dei criceti sulla ruota. Tra aerei supersonici e treni superveloci che attraversano il mondo e che già ci permettono in una sola vita di fare centinaia di volte il giro del mondo, cosa ci siamo persi veramente?
Nel 2017 gli Stati hanno speso 1.739 miliardi in armi mentre i membri dell’Oecd spendono circa 150 miliardi per progetti di cooperazione allo sviluppo ma sarebbe ingenuo chiedere quello che sembrerebbe logico chiedere, ovvero che almeno il 10% della spesa militare venga destinato agli aiuti.
Ciò che va chiesto finalmente e coerentemente è ancora un cambio di modello antropologico di sviluppo, ripartire dagli anni ’70 quando ancora si stava sviluppando, tra le tante contraddizioni, la democrazia e mentre si lottava per il salario a differenza di oggi che si accetta la compressione salariale perché la colpa è dei mercati e dello spread, cioè anche qui si è spersonalizzata la responsabilità mentre i profitti scompaiono nelle mani sapienti di pochi. All’epoca si poteva forse pretendere democrazia perché c’era qualcuno o qualcosa a cui poterla chiedere: lo Stato. Oggi esiste la globalizzazione guidata dall’economia, ovvero la negazione della cornice democratica e le istanze vanno indirizzate ai mercati, allo spread o a entità sovranazionali che distribuiscono colpe e non soluzioni.
Ciò che impone il momento è la definizione delle cause reali dello svilimento dei valori dell’umanità per chiedere poi che siano ripristinati. Guardare a fari come la nostra Costituzione e alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo del ’48, studiare i principi della rivoluzione americana, quella inglese e quella francese. Ancorarsi a basi sicure, pretendere che l’azione politica sia indirizzata a questo, sapendo che l’arco temporale è lungo perché richiederà almeno la partecipazione consapevole di milioni di cittadini che vogliono tornare ad esserlo, smettendo di essere indirizzati anche quando protestano.

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