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Giorno: 1 Aprile 2019

Alan Fabbri (Lega): “Studieremo il modo di realizzare la pista ciclabile di Torre Fossa”

Da: Elettorale Lega Nord
“Dopo le elezioni, inizieremo uno studio di fattibilità per costruire la pista ciclabile a Torre Fossa e cercheremo le risorse necessarie per realizzarla”. Così Alan Fabbri, candidato a sindaco di Ferrara per il centrodestra, all’incontro con i cittadini di Torre Fossa di ieri sera (venerdì 29 marzo) al Diavolo Bar di via Giuseppe Fabbri 666.
“Al centro del nostro programma – ha proseguito Fabbri – c’è la volontà di aiutare i commercianti rivedendo i termini con la concessionaria Ica per ridurre le tariffe dell’imposta comunale sulla pubblicità dei negozi, quella di garantire maggior sicurezza, quella di dire ‘no’ all’arrivo dei rifiuti da altre regioni e quella la volontà di migliorare i servizi per i cittadini, anche e soprattutto attraverso nuove infrastrutture. E la pista ciclabile di Torre Fossa è un bisogno primario dei residenti del quadrante Sud-Est della città”.
“Chiederemo – ha puntualizzato Fabbri – qualche mese per ragionare sul bilancio, poi inizieremo concretamente a studiare il modo per realizzare la pista ciclabile, tenendo naturalmente ben presente il fattore urbanistico e ambientale. Ferrara non può essere solo la città delle biciclette, ma anche un insieme di frazioni delle biciclette”.

Appuntamenti Libreria Altrove

Da: Libreria Altrove
SABATO 6 APRILE ORE 18:00 – MARTIGNANI
COMUNICATO STAMPA:

Sabato 6 aprile, alle ore 18:00 la Libreria Altrove di Ferrara ospiterà la scrittrice Laura Martignani, che presenterà il saggio L’indebolimento dei legami umani. Come la competizione ha progressivamente ridotto la solidarietà, edito dalla casa editrice pavese Divergenze.
Laura Martignani è nata nel 1998 a Bologna. Ha scoperto la vocazione per la scrittura ai tempi dei diari segreti. Dopo un’infanzia e un’adolescenza trascorse tra la città natale e Ferrara, ha frequentato il liceo Carducci nella città estense e si è iscritta all’università di Verona, dove studia Lingue per il Commercio Internazionale. Inglese, russo e cinese, perché l’idioma del sol levante fa parte di lei da quando ne ha scoperto il fascino, trascorrendo il quarto anno di liceo nella patria dei ravioli a vapore. Nemmeno laggiù ha smesso di scrivere. A un paio d’anni dal suo rientro in Italia ha raccolto l’esperienza emotiva in un articolo, dal titolo Come ti disintegro i pregiudizi sulla Cina, pubblicato sulla web magazine Kultural.
Modera l’incontro la psicologa Marica Malagutti.

QUARTA DI COPERTINA:

L’indebolimento dei legami umani, ovvero come la competizione ha progressivamente ridotto la solidarietà, plaquette fuori collana in tiratura limitata, è un saggio breve ma illuminante su come la società dei consumi, con l’illusione del progresso, va allontanando tra loro gli uomini, e come l’inganno della lotta per il benessere stia minando alle basi il concetto di comunità. Una problematica quanto mai attuale di cui si evidenziano e discutono cause, manifestazioni e rimedi.

«Competere è diventato un fatto di quantità, di ramificazione distributiva e di efficacia dei messaggi pubblicitari da parte dell’industria, per spartirsi il cliente disposto ad annullare le sfide personali pur di avere l’utopia della comodità. Una comodità scontata solo sui cartellini, ma pagata a un prezzo sociale altissimo».

Postfazione e apparato critico a cura del filosofo Marco Vagnozzi.

Tutti i lettori sono invitati alla presentazione letteraria dell’autrice Laura Martignani, sabato 6 aprile alle ore 18:00, presso la Libreria Altrove in via Aldighieri 29, in centro a Ferrara.

DOMENICA 7 APRILE ORE 17:00 – GIANLUCA MOROZZI
COMUNICATO STAMPA:

Domenica 7 aprile, alle ore 17:00 presso la Libreria Altrove di Ferrara, lo scrittore bolognese Gianluca Morozzi, autore di numerosi bestseller, presenterà il suo ultimo romanzo Dracula ed io, edito dalla storica casa editrice milanese TEA.
Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971 e, dopo gli esordi con la casa editrice ravennate Fernandel, ha raggiunto il grande pubblico grazie al romanzo Blackout, un thriller interamente ambientato all’interno di un ascensore. È il chitarrista degli Street Legal, una tribute band che omaggia Bob Dylan. È anche conduttore radiofonico e tiene numerosi corsi di scrittura creativa. Ha pubblicato molti romanzi per le case editrici Fernandel, Guanda (Blackout, L’era del porco, Chi non muore, Lo specchio nero, Radiomorte, L’Emilia, o la dura legge della musica, Despero e la graphic novel Il vangelo del coyote, Colui che gli dei vogliono distruggere) e TEA (Gli annientatori).
Modera l’incontro Alberto Amorelli.

“Gianluca Morozzi possiede una disinvoltura stilistica innata.” – Sergio Pent, Ttl – La Stampa

QUARTA DI COPERTINA:

Tutti dormono, nella Casa dalle cantine che ridono. Dorme la Betty, dorme Lobo, dorme la mia rumorosa ex, forse dorme addirittura l’Orrido nella sua stanza insonorizzata. E io sono qua, nel centro di Bologna, che cerco ancora una volta di mettere per iscritto l’incredibile avventura che ho vissuto. Pur sapendo che sarà inutile, che le parole, come per magia, svaniranno non appena cercherò di condividerle. Io, che mi faccio chiamare Lajos come un calciatore ungherese, che possiedo una fumetteria, che ho pubblicato un paio di romanzetti di risibile successo, ho conosciuto il più famoso dei vampiri. Ho dubitato fino all’ultimo che fosse chi diceva di essere, nonostante mi riempisse di complicati discorsi sui segreti della mia città, su mistici circuiti e pietre con incomprensibili iscrizioni. Anche quando mi ha portato nel circolo segreto dei suoi simili, ho dubitato. C’è anche da dire che ero sempre ubriaco, che è una circostanza che ti porta a dubitare di ciò che suona come inverosimile. Poi ho visto. Nel santo nome di Bram Stoker, io ho visto. E vorrei raccontarlo, vorrei spiegare chi c’era dietro a quegli orribili omicidi che hanno sconvolto Bologna in questa estate di sangue e placenta. Ma non posso. Lui ha preso precauzioni. Lui. Dracula.

Non perdete la presentazione letteraria dell’autore Gianluca Morozzi, domenica 7 aprile alle ore 17:00, presso la Libreria Altrove in via Aldighieri 29, in centro a Ferrara.

16 donne e 16 uomini dem per Aldo Modonesi: presentata la lista dei 32 candidati Pd Ferrara

Da: Aldo Modonesi Sindaco
16 donne e 16 uomini dem per Aldo Modonesi: presentata la lista dei 32 candidati Pd Ferrara
In un sabato mattina di sole il Pd di Ferrara ha presentato i suoi candidati per il consiglio comunale alle prossime amministrative del 26 maggio. 32 nomi di donne e uomini ferraresi di nascita o di adozione che correranno sotto il simbolo del Pd e con Aldo Modonesi candidato sindaco di Ferrara.
I candidati si presentano seguendo l’alternanza donna/uomo e in ordine alfabetico.

1) BARALDI Ilaria – 44 anni, imprenditrice e segretaria comunale Pd, consigliera uscente
2) BERTOLASI Davide – 31 anni, informatico, consigliere uscente
3) BIANCHINI Patrizia – 66 anni, segretaria del circolo Pd Lambertini di via Bologna, consigliera uscente
4) BOLDRINI Andrea – 33 anni, operaio al Petrolchimico di Ferrara, indipendente
5) BORDONARO Valentina – 34 anni, libero professionista e avvocato
6) BURIANI Simone – 32 anni, tecnico presso SNAM Centrale di compressione gas a Poggio Renatico
7) CANDUCCI Simona – 29 anni, tesoriere dell’Associazione Culturale Ferrara Off e componente della Segreteria comunale Pd Ferrara
8) CALO’ Girolamo – 49 anni, Presidente del Consiglio Comunale, consigliere uscente
9) CHERUBINI Sabrina – 48 anni, responsabile Urp ITL (Ispettorato del lavoro) di Ferrara
10) CARLETTI Fabrizio – 52 anni, avvocato e segretario del circolo Pd di Barco
11) CHIAPPINI Anna – 60 anni, docente di lingua inglese al Liceo Roiti di Ferrara
12) COLAIACOVO Francesco – 59 anni, pensionato e Presidente del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara
13) CORAZZARI Cristina – 48 anni, insegnante di lettere, assessora alla pubblica istruzione
14) CUSINATO Elia – 18 anni, studente al 5^ anno delle superiori e segretario del circolo Pd di Francolino
15) FALDUTO Mariantonietta – 20 anni, studentessa di biotecnologie della salute e senatrice accademica
16) FACCHINI Fausto – 69 anni, capo tecnico radiologia in pensione, consigliere uscente
17) FEDELI Silvia – 42 anni, impiegata in una scuola pubblica, consigliera uscente
18) GRASSI Egidio – 60 anni, dipendente amministrativo di Unife e ex rappresentante sindacale per FLC CGIL
19) FERRI Caterina – 42 anni, impiegata e assessora a lavoro e ambiente
20) GUZZINATI Vito – 59 anni, funzionario dell’Agenzia delle Entrate e segretario del circolo Pd di San Martino-Zona Sud, consigliere uscente
21) MARESCOTTI Deanna – 71 anni, ex insegnante, socialista e consigliera uscente
22) MERLI Simone – 39 anni, assessore allo sport, decentramento e servizi demografici
23) PASQUALINI Luisa – 60 anni, pensionata
24) NANNI Davide – 32 anni, insegnante di scuola superiore specializzato sul sostegno
25) PRATI Maura – 47 anni, infermiera e segretaria del circolo Pd Cona-Corlo
26) NASCOSI Alessandro – 45 anni, docente universitario presso il Dipartimento di Giurisprudenza
27) ROMAGNOLI Cinzia – 45 anni, insegnante, indipendente
28) TURRI Pietro – 63 anni, pensionato, consigliere uscente
29) SEJDINI Ornela – 26 anni, laureanda in Economia e commessa
30) VIGNOLO Mauro – 54 anni, bancario e presidente del Coro Santo Spirito, consigliere uscente
31) ZANNINI Monica – 59 anni, presidente Polisportiva Doro
32) VITELLIO Luigi – 36 anni, Segretario provinciale Pd Ferrara, consigliere uscente

L’ARIA CHE TIRA:
Su FerraraItalia segui in diretta la campagna elettorale

Mancano meno di due mesi alle elezioni amministrative per la nomina del sindaco di Ferrara: il dibattito pubblico è ancora sottotono, ma comincia a crescere l’attivismo degli esponenti politici e dei partiti. I candidati – tutti o quasi tutti – sono già scesi in campo, manifestato le loro intenzioni. Fino ad ora abbiamo ascoltato slogan e parole d’ordine, ma le pochi programmi e idee precise sulla Ferrara del futuro. Speriamo di capirci di più nelle prossime settimane.

Questo giornale non è interessato a voci di corridoio o illazioni di alcun tipo: gossip e pettegolezzi non ci appassionano. Le elezioni sono una cosa seria. E pensiamo che i ferraresi l’abbiano capito benissimo: il 26 maggio si decide il futuro di Ferrara e, conseguentemente, un pezzo di avvenire per ciascuno di noi.

Questo giornale ha deciso di dare direttamente la parola ai protagonisti: ai candidati e a coloro che li sostengono attivamente. E daremo spazio anche a chiunque voglia dire la sua, commentare i programmi elettorali, esprimere preferenze, indicare i problemi da affrontare e magari anche idee concrete per risolverli.

Abbiamo scelto un modo semplice e innovativo. Aprite la bacheca L’ARIA CHE TIRA  https://www.freedonia.it/ferraraitalia/ e potrete leggere le parole dei candidati e di chi li sostiene. E tutti i ferraresi potranno partecipare al flusso utilizzando Twitter e digitando gli hashtag #Ferraraelezioni oppure #elezioniFerrara19.Ogni nuovo commento farà scalare in basso il commento precedente, sicché troverete il più recente sempre in testa.
A Ferrara, in queste e nelle prossime settimane, il vento soffia e soffierà forte, il dibattito si arricchisce continuamente di nuove voci. Visitando la bacheca L’ARIA CHE TIRA vedrete che gli aggiornamenti saranno costanti e frequenti, minuto per minuto.

L’ARIA CHE TIRA è un modo per seguire in diretta questa lunga campagna elettorale, Un modo per essere informati di ogni appuntamento e dichiarazione, per sapere cosa propongono i protagonisti. E per partecipare.

Fate una prova. Visitate L’ARIA CHE TIRA alle 8 del mattino. Tornate a visitarla a mezzogiorno nell’intervallo del pranzo. E all’ora del te, all’ora di cena, appena prima di coricarvi. Il vento soffia, Il rullo dei commenti continua a girare. Potrete assistere minuto per minuto all’evolversi del confronto e dello scontro elettorale.

C’è solo un vincolo, una cosa non accettiamo, ed è bene che lo sappiano tutti, compresi i candidati e gli esponenti politici: i commenti espressi con insulti, ingiurie, toni razzisti, e frasi violente verranno cancellati. L’ARIA CHE TIRA deve rimanere un luogo civile, uno spazio per esprimersi e per capire, non lo squallido sfogatoio che incontriamo troppo spesso sui social.

Non resta che augurarvi buona lettura.

La redazione di Ferraraitalia

Ripartiamo dal rispetto e dal bene comune

Caro direttore,

la recente presentazione del tuo ultimo libro ‘Responsabilmente liberi’ mi dà lo spunto per qualche considerazione. Parto dall’inquadramento dei tuoi scritti che ha proposto Fiorenzo Baratelli – quello della razionalità, che si lega all’etica e alla morale, richiamandosi soprattutto a Kant – e dal concetto che ne deriva “per li rami”, direbbe Dante, di “civile conversazione”, frutto dell’Illuminismo, oggi rinnegato per far posto alla canea, all’invettiva, all’offesa, alla violenza preconcetta.
Sono convinto, con Baratelli, che oggi la civile conversazione (che è poi un rapporto umano tra le persone, rispetto dell’altro, capacità di ascolto, esercizio che deve tendere dialetticamente al “giusto mezzo” indicato da Aristotele come virtù etica) sia da raggiungere, in politica e nella società, con il conflitto. Cioè con una lotta – non saprei definirla altrimenti – culturale, che può assumere i connotati di un movimento di resistenza e di rivolta civile, in diverse forme (mai violente, sia chiaro!). Ci soccorre, ed è di piena attualità, il pensiero di Antonio Gramsci.

Se questo movimento saprà suscitare sentimenti profondi nella Grande Indifferenza – così per me si esprime oggi lo spirito del tempo – troverà seguaci: anzitutto per difendere la nostra autonomia intellettuale – e quindi la nostra libertà – e la nostra sopravvivenza (leggi: dignità dell’individuo e futuro dell’ambiente e del pianeta) avrà seguaci.
La libertà e la responsabilità del singolo – alla base, credo, dei tuoi scritti – è una questione antica, teologica e filosofica, da declinare nei tempi moderni. Temo che i condizionamenti pervasivi di cui soffriamo abbiano modificato negli anni in moltissime persone i concetti di bene e di male, instaurando progressivamente un relativismo etico che impedisce – secondo me da Nietzsche in poi con ragionamenti progressivamente stravolgenti – di scegliere con ragione l’uno o l’altro (semplifico, ovviamente).

Quello che ieri era illecito moralmente ed eticamente oggi non lo è più: il campo della discrezionalità e dell’arbitrio si è allargato pericolosamente, anche nell’informazione (vedi ad esempio le regole stracciate dal giornalismo dei quotidiani tipo ‘Libero’, la connivenza tra giornalismo e potere, gli effetti ventennio berlusconiano altamente diseducativo, ecc.). C’è bisogno di un nuovo sistema di diritti e di doveri?
Purtroppo sappiamo che non è avvenuto – per colpa di tanti, anche della sinistra, inutile qui riaprire processi – un vero rinnovamento etico dei costumi. Un Rinascimento morale. Viene in mente Franco Fortini, e la sua profetica affermazione: “Tutto è diventato gravemente oscuro”.

Dunque, vivere nella selva di oggi significa resistere, rifiutando con ogni energia le grida e le bestialità, il pensiero unico e le idee imposte; mostri da combattere, ognuno come può e sa fare meglio. Agendo, come ha insegnato Hans Jonas, in modo che le conseguenze di ogni nostra azione “non distruggano la possibilità futura di un’autentica vita umana sulla terra”.
Mi pare un punto di (ri)partenza. Forte? debole? Non lo so. Sono certo però che la battaglia è sui valori, e per l’affermazione di comportamenti rispettosi dell’altro e del bene comune. Forse in questo modo possiamo recuperare una nuova razionalità e una qualche prospettiva, per noi e per chi viene dopo di noi.

Il piacere della collaborazione

Collaborare: da cum laborare, etimologia piuttosto semplice. Eppure, tanto è semplice capirne astrattamente il significato, tanto è difficile metterlo in pratica.
Perché collaborare non significa lavorare stando fisicamente vicini, o nello stesso ufficio o per il raggiungimento del medesimo obiettivo, ma percorrendo strade parallele.
Collaborare significa condividere tutto quello che il percorso, più o meno accidentato, ci costringe ad affrontare fino alla meta.
E sebbene l’uomo sia animale sociale, vi è un’inclinazione all’egoismo, a voler mettere sé al centro di tutto, ed allora collaborare diventa un grande sforzo, che ci richiede un superamento.
Tuttavia la gratificazione che si prova ottenendo un risultato frutto di collaborazione è assai maggiore di quella vissuta individualmente, perché non è fine a se stessa, ma produce un legame tra le persone, è condivisa e quindi moltiplicata.

“Qual è il suono di una sola mano che applaude?”
Koan Zen

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

Una ragazzina di nome Greta

Lei è Greta Thunberg e con il suo cartello “sciopero scolastico per il clima” ha fatto il giro del mondo. Ha iniziato saltando la scuola tutti i venerdì per recarsi di fronte al parlamento svedese per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei cambiamenti climatici, causati dall’arroganza e dall’incuria dell’uomo, e soprattutto per scuotere i politici nel tentativo di ottenere risposte concrete.
La sua protesta in un primo momento isolata, è diventata virale grazie ai social, come ormai sempre più spesso accade. Ed effettivamente le si deve attribuire il merito di aver dato origine ad una manifestazione mondiale che, pochi giorni fa, ha richiamato in piazza un numero tale di ragazzi che da molti tanti anni ormai non si vedeva più.
Lungi da me voler fare la disfattista e ben venga che una ragazza così giovane si preoccupi di temi ambientali con così tanto fervore, ma di fronte ad eventi che manifestano cosi platealmente il loro aspetto positivo, e sul quale quindi si tende spontaneamente a concentrarsi tralasciando il resto, io, per mia abitudine, cerco di non lasciarmi accecare o guidare solo dall’aspetto emotivo, perché alle cose si può attribuire il giusto valore solo se si valutano a tutto tondo. E allora mi trovo a domandarmi se sono davvero disposta a credere che una sola bambina possa ottenere dai politici del mondo ciò che anni di accordi e trattati non hanno ottenuto, ed interessi economici hanno impedito.

Pol Pot e il suo petrolio a.k.a. signora mia, dove andremo a finire?

L’altra settimana ero all* fest* di laure* dei miei due compagni di band e così, fra un cicchetto di aceto – a onorare Gesù Cristo – e l’altro, qualcuno si prende la briga di informarmi che: una nuova teoria del complotto si aggira per l’Europa.
Ebbene sì, non erano abbastanza.
Dopo i negazionisti della Shoah, i sempreverdi terrapiattisti e chi più ne ha più ne metta, ecco a voi: i sostenitori di Pol Pot come baluardo dell’autonomia petrolifera della Cambogia.
Secondo questi sedicenti revisionisti storici Pol Pot avrebbe massacrato tutte quelle persone in un atto di “ottimistica ed estrema lungimiranza atta a creare – primo al mondo – giacimenti petroliferi sul suolo cambogiano che dopo anni e anni e anni e anni e anni avrebbero consentito l’agognata autonomia petrolifera della Cambogia”.
A quel punto, dopo essere stato informato di questa cosa, ho deciso di mollare la bottiglia dell’aceto – Gesù Cristo era già stato onorato a sufficienza – per attaccarmi a quella ben più balsamica – per il corpo e per la mente – del vino rosso che stava in tavola.
Nei giorni seguenti, riprendendomi dal vino e dalle birre mandate giù a caso ore dopo – chiedo scusa ma ero molto scosso – mi son fatto coraggio e mi son deciso a cercare riscontri su internet a proposito di questa strampalata teoria.
Per ora, per fortuna o purtroppo, non ho trovato ancora niente e non so cosa pensare.
Ho sospettato e sto sospettando di essere stato vittima di una colossale burla di pessimo gusto ma io so, sono sicuro – anche se non so i nomi conosco già i colpevoli – che presto salterà fuori qualcuno a sostenere questa cosa al grido di “Pol Pot come Enrico Mattei”.
Che dire?
Che fare?
Boh, direi che forse è il caso di attendere questi pazzi scatenati prossimi venturi con un pezzo a tema così da poter giungere ben preparati alla loro comparsa.

Pol Pot Pie (Royal Trux, 1997)

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