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Giorno: 7 Aprile 2019

Tre poesie di Angelo Andreotti: Non è tardi, Il fulcro, La chiusura

di Angelo Andreotti

 

NON E’ TARDI

Nel declino di un mondo inguantato
la nudità del corpo ti protegge,
quel suo sentire, quel tuo aspro tremore
che tu credi di ignorare
mentre sprofondi dentro a quello sguardo,
silenziosissimo, che hanno gli uccisi.

IL FULCRO

Più lontano di tutto è l’orizzonte,
non i pianeti, né il fondo del mare,
ma quell’irraggiungibile e sfuggente
assedio dello sguardo dove il tempo
si rivolta in se stesso, si pietrifica
pur di non misurare le distanze.

Ma chi dall’orizzonte si avvicina
non conosce confini, né se il tempo
ha per misura un passo dopo l’altro,
soltanto
sa che alla terra si appoggia il suo cielo
e che il confine è un bottino di guerra.

Più lontano di tutto ci sei tu,
talmente inerte che dell’orizzonte
sei punta di compasso dentro a un cerchio
che ha mura d’aria ottuse come specchi.

LA CHIUSURA

Chiamami
dalla soglia sbarrata sul giardino
dalla tua finestra chiusa
dal buio della stanza
dove a tentoni conosci ogni cosa
e altro non sai se non ciò che hai saputo.

Chiamami
sono qua fuori,
ma dalla tua porta
voce non esce, né voce entrerà,
troppo profonda è la tua diffidenza,
tu non puoi vedermi
non vuoi sentirmi
non mi conosci

io non esisto.

Come potresti chiamarmi?

(Angelo Andreotti – tutti i diritti riservati)
Le poesie inedite, anticipate per Ferraraitalia, fanno parte dell’antologia  ‘L’attenzione’, in uscita a maggio per i tipi di Puntoacapo edizioni.

PER CERTI VERSI
Fiori e nuvole

Ogni domenica Ferraraitalia ospita “Per certi versi”, angolo di poesia che presenta le liriche del professor Roberto Dall’Olio, all’interno della sezione “Sestante: letture e narrazioni per orientarsi”.

Senza titolo

Il cielo mi annoia
Senza nuvole
Come una donna
Senza seni
Sembrano i cieli
Pallidi
Di Guido Reni
Mi piacciono i cieli
della Garonna
Tumultuosa
Come i nostri cuori
Che si cercano
Mi piacciono le tue battute secche
Fatte sul tabiel
Della minestra fatta a mano
La mia Clitennestra
con il suo uovo
Di Elena Castore e Polluce
E le tagliatelle
in nuce
Come le mie bretelle
La pipa di Magritte
Che non è una pipa
Tu invece
Sei la mia ripa
Del placido Don
E i tuoi capelli bagnati
Sollevati dal fon

Senza titolo

Il tiglio ricorda
la tenerezza tua
Delle donne
Quel profumo dolce
Che rende l’aria squisita
del mito di Fileri
Che fece del tiglio
l’emblema della femminilità
Della cura
Che tanto assomiglia alla quiete
Di Unterdenlinden a Berlino
La lunga passeggiata
Nel viale dei tigli
Le panchine
Per la lettura
La meditazione
I giochi
Gli amori
Sì è il nostro viale
La nostra scia
Che lasciamo agli altri
Alla prossima volta che torneremo
A stringerci forte
Con la delicata felicità dei fiori
Appena gialli
Che sventolano come fazzoletti
Ai treni della vita