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Giorno: 11 Aprile 2019

Medici di base, Peruffo: “Allarme pensionamenti, disagi nelle frazioni”

Da: Forza Italia Ferrara
Sulla questione dei Medici di Medicina Generale – o più comunemente Medici di base – sono intervenuta più volte in questi anni, rivolgendomi anche alla Regione Emilia Romagna attraverso l’allora consigliere Galeazzo Bignami.
I fatti sono abbastanza chiari, seppure non conosciuti da tutti: oltre all’invecchiamento generale della popolazione, si sta registrando un innalzamento medio molto preoccupante dell’età dei Medici di base.
I dati li ha recentemente forniti la stessa FIMMG (Federazione Nazionale dei Medici di Famiglia) evidenziando come il 49% dei Medici di base abbia più di 55 anni. Una situazione già critica, ma destinata a peggiorare in modo drastico e allarmante: nel 2023 si prevede il pensionamento di 21.700 medici e, senza un repentino cambio di tendenza, ne mancheranno 16.000 sul territorio nazionale prima del 2025.

In questi anni ho avvertito pochissima attenzione su questa problematica da parte dell’Azienda Usl locale, ma anche dello stesso Sindaco, quale vertice locale in materia sanitaria.

Diverse frazioni ferraresi come Ravalle e Malborghetto di Boara sono sprovviste di medico di base, creando forti disagi ai cittadini.
In altre frazioni come Francolino, invece, la mancata comunicazione preventiva tramite lettera personale ad ogni singolo cittadino sulla cessazione dell’attività di un medico di base ha creato difficoltà ai pazienti, specie quelli più fragili, che si sono trovati impreparati di fronte alla necessità di scelta di un altro medico, rimanendo senza un importantissimo punto di riferimento.
Non solo: si sono verificate anche problematiche legate all’indisponibilità di medici dell’area urbana nell’accettare pazienti delle aree periferiche carenti a causa delle difficoltà nella gestione logistica in caso di visite domiciliari.

Occorre pertanto attivare un percorso che evidenzi le aree carenti ponendo soluzioni tempestive, anche perché l’attuale sistema provoca, tra le altre cose, un evitabile intasamento del Pronto Soccorso, oltre a pregiudicare la salute di molti pazienti.
Sul tema mi aspetto la massima attenzione da parte del nuovo Sindaco e dell’Assessore Regionale competente.

Presidio a Bologna: le associazioni davanti al Palazzo della Regione

Da: Arcigay Ferrara
Giovedì 11 aprile alle ore 17.00 Arcigay Ferrara, insieme a molte altre associazioni emilliano romagnole, parteciperà al presidio organizzato davanti al Palazzo della Regione in Via Aldo Moro n° 50 a Bologna.
Il presidio è stato organizzato contro la presenza a Bologna di F. Savarese direttore di CitizenGo Italia, il vice presidente del XIII Congresso Mondiale delle Famiglie J. Coghe e la referente nazionale Italia di Generazione Famiglia M. R. Ruiu, che sono tutti stati invitati dai consiglieri regionali di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, durante la discussione della legge regionale sull’omotransnegatività, che è una legge che ha il compito di prevenire le violenze, che le statistiche danno in aumento nell’ultimo anno, sulle minoranze sessuali e di genere. ” Quello che stupisce-dichiara Eva Croce Presidente Arcigay Ferrara- di questa ennesima chiamata evidentemente omofobica, è il titolo di questo incontro: Sì alle leggi per la famiglia; No alla legge sulla Omotransnegatività. Come spesso succede c’è la volontà di creare confusione, in quanto non vi è nessun rapporto conflittuale tra le famiglie e la difesa delle minoranze LGBTI*, se non quella di una propaganda che non fa altro che alimentare quell’odio, estremamente pericoloso, di cui la Legge Regionale in discussione vuole risolvere. Siamo evidentemente in campagna elettorale, ma noi crediamo fermamente che non si possa fare campagna elettorale sulle nostre vite, e per questo motivo, così come abbiamo fatto a Verona, il nostro presidio ha lo scopo di contrastare ogni forma di pensiero che sia portatore di odio per le minoranze”.

qualita-della-vita

In Emilia-Romagna circa 2 milioni le persone con patologie croniche: all’Università di Bologna Istituzioni e Associazioni pazienti esplorano la nuova frontiera della medicina d’iniziativa

Da: Ufficio Stampa Pro Format Comunicazione srl
Bologna, 10 aprile 2019 – In Emilia-Romagna quasi una persona su due – 42%, pari a circa 1,8 milioni – convive con una patologia cronica e il 21,3% della popolazione è affetto almeno da due (dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane).
Con l’aumento dell’aspettativa di vita nei Paesi a economia avanzata aumenta anche la possibilità per le persone di entrare in una condizione di cronicità e i cambiamenti demografici impongono un drastico ripensamento dei modelli organizzativi sanitari e sociosanitari.
Fondamentale ridefinire i confini delle cure per acuti e incrementare l’area delle cure territoriali più attrezzate per prendere in carico la gestione delle cronicità. In questo ambito, essenziale anche il ruolo delle Associazioni pazienti chiamate a tutelare i diritti di tutti i malati e a rappresentare in modo efficace i loro bisogni clinici e sociali.
Per ridurre il peso delle future cronicità sul territorio, le maggiori speranze si appuntano sulla medicina d’iniziativa che significa organizzare l’offerta sanitaria in modo da prevenire o ritardare il più possibile l’insorgenza delle malattie croniche senza aspettare la malattia del paziente. Questo nuovo approccio viene approfondito nel quarto modulo del Corso di Formazione Permanente “Formare le Associazioni impegnate per la salute” dell’Università di Bologna, che si tiene dall’11 al 13 aprile.
Il Corso, dedicato a operatori e dirigenti di Associazioni ed Enti del Terzo settore che operano in area salute e tutela dei diritti dei pazienti con patologie croniche, è realizzato su iniziativa di 5 Associazioni pazienti – FederASMA e Allergie Onlus, FeD.E.R. Federazione Diabete Emilia Romagna, le Associazioni pazienti con malattie reumatiche AMRER, ANMAR e APMAR – in collaborazione con la Scuola Superiore di Politiche per la Salute-CRIFSP (Centro di Ricerca e Formazione sul Settore Pubblico) dell’Università di Bologna.
«La medicina d’iniziativa lavora sulla diffusione di adeguati stili di vita e per questo richiede un potenziamento delle cure territoriali – afferma Cristina Ugolini, Direttrice della Scuola Superiore di Politiche per la Salute (SSPS) dell’Università di Bologna e Presidente del CRIFSP – si tratta di un approccio completamente nuovo per le politiche sanitarie: l’idea che la salute della popolazione sia il risultato di un processo produttivo che coinvolge molti fattori, di cui i servizi sanitari sono solo una componente».
L’Emilia-Romagna è all’avanguardia in questo nuovo approccio e insieme ad altre Regioni come Veneto o Toscana, sta investendo sul modello del Population Health Management, che permette di ottenere informazioni utili per una medicina d’iniziativa attraverso l’analisi delle banche dati amministrative sui consumi sanitari. Potenzialità che potranno essere accentuate grazie alla digitalizzazione dei modelli organizzativi.
La presa in carico delle patologie croniche è un tema prioritario per tutte le Regioni in questo momento. Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Toscana e Piemonte stanno sperimentando modelli di presa in carico strutturati per le patologie croniche con un focus sulla medicina d’iniziativa e sulla valutazione della complessità assistenziale, il che vuol dire un superamento della logica dei percorsi per singola patologia. «I modelli regionali sono diversi per ogni Regione – spiega Antonio Brambilla, DG Ausl Alessandria, Regione Piemonte – ma hanno alcuni punti in comune: utilizzo di dati amministrativi per profilare la popolazione di riferimento e individuare il bisogno assistenziale, integrazione tra le professioni sanitarie, percorsi di presa in carico con definizione di un piano assistenziale e sistemi di monitoraggio dei risultati. Per ottenere un modello efficace è importante che la Regione sappia organizzarsi bene, abbia un buon sistema amministrativo, un buon rapporto con i professionisti e una rete territoriale ben strutturata. Tuttavia, a mio avviso, il nodo più importante per ottenere dei risultati migliori in termini di salute e di presa in carico dei pazienti cronici è lo sviluppo e la condivisione dei modelli con le Associazioni di pazienti. Lavorare congiuntamente con Istituzioni e rappresentati dei pazienti è la sfida del futuro per la gestione di un tema così rilevante per i sistemi sanitari regionali».
In Emilia-Romagna questa condivisione è già una realtà per l’Associazione pazienti Fe.D.E.R., Federazione Diabete Emilia-Romagna. «Noi come Associazione pazienti dal 2015 siamo all’interno della programmazione congiunta con la Regione del modello dedicato ai pazienti con diabete, abbiamo superato il ruolo consultivo – dichiara Rita Stara, Presidente di Fe.D.E.R., Federazione Diabete Emilia-Romagna – programmare insieme ai pazienti competenti e formati significa avere migliori esiti clinici. Tutto il percorso diabete infatti è migliorato e gli esiti sono migliori da quando programmiamo insieme».
Per dare risposte appropriate ai bisogni dei pazienti con patologie croniche è fondamentale che le scelte delle amministrazioni siano basate sui dati e sullo studio prospettico degli stessi. «In Regione Emilia-Romagna l’ampliamento delle prestazioni LEA è nato grazie al monitoraggio di AMRER sui codici di esenzione per patologia, sul loro andamento e sulla profilazione dei consumi. Ciò ha permesso di attivare una collaborazione virtuosa con la Regione e di orientare in Day Service prestazioni che prima erano in regime di ricovero e riallocare le risorse recuperate nell’aumento delle prestazioni esenti – dichiara Daniele Conti, Direttore di AMRER Onlus, Associazione Malati Reumatici Emilia-Romagna – con un minimo investimento i pazienti hanno guadagnato in appropriatezza prescrittiva, riducendo esami inappropriati, e in presa in carico, garantendo tempi e prestazioni necessarie. In tutto questo il Sistema Sanitario ha addirittura risparmiato aumentando le prestazioni in regime di esenzione. Questo modulo vuole favorire ai futuri manager delle Associazioni la conoscenza dell’importanza e del ruolo dei livelli prima di assistenza, dei percorsi di presa in carico e del contributo proattivo che possiamo dare portando a conoscenza degli amministratori i bisogni in modo appropriato, supportato dai dati, per parlare uno stesso linguaggio».
Il Corso prevede il rilascio di 15 crediti formativi universitari e la partecipazione di 35 ‘manager’, rappresentanti delle 5 Associazioni promotrici e altre 8 Associazioni che hanno aderito al progetto: AMICI, AIBAT, ALOMAR, Comitato Pazienti Cannabis Terapeutica, Diabete Lazio, Famiglie SMA, FANEP, Fondazione Corazza.
La Scuola Superiore di Politiche per la Salute-CRIFSP ha tradotto in un programma formativo articolato in sei moduli mensili di tre giornate ciascuno le esperienze e i bisogni delle Associazioni, che avevano da tempo identificato l’esigenza di certificare le competenze necessarie alle figure professionali apicali per essere interlocutori sempre più ascoltati dalle Istituzioni.
Il Corso di Formazione Permanente “Formare le Associazioni impegnate per la salute” è realizzato grazie al contributo incondizionato di Alfasigma, Amgen, Biogen, Bristol-Myers Squibb, Celgene, Fondazione MSD, GlaxoSmithKline, Lilly, Novartis, Roche e Sanofi Genzyme.

Pettazzoni (LN): all’Università di Bologna si insegna che Matteo Salvini è un fascista.

Da: Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna
Quando abbiamo notato che tra i testi di studio consigliati alla Facoltà di
Scienze politiche di Bologna, c’era il libro “La lega di Salvini,estrema destra
di governo” siamo rimasti esterefatti” – A dirlo sono il consigliere
regionale del Carroccio Marco Pettazzoni, insieme a Luca Cardi della Lega
Giovani. Pettazzoni ha subito presentato un’interrogazione in Regione,
mentre l’On. Guglielmo Golinelli, coordinatore emiliano della Lega Giovani
è al lavoro su un omologa interrogazione alla Camera dei Deputati.
“Siamo rimasti basiti – spiegano Pettazzoni e Cardi – quando leggendo il
libro abbiamo visto come la Lega venisse definita: una formazione politica
xenofoba, razzista e socialmente violenta. Dove sta l’imparzialità, tanto
decantata dalla sinistra, quando si propone un testo che attacca un partito
politico votato e voluto in maniera democratica dalla stragrande
maggioranza degli italiani? Qualcuno vuole forse affermare che tutti i
cittadini che votano Lega sono razzisti e fascisti?” si chiedono i due.
Pettazzoni si spinge oltre: “Nel libro sono contenute espressioni
gravissime, e pesanti attacchi al Ministro Salvini. E’ inaudito che in una
Università pubblica si consigli un testo del genere. Voglio ricordare che i
Professori sono dipendenti pubblici e come tali sono tenuti a un dovere di
lealtà verso lo Stato, indipendentemente dalla forza politica che si trovi al
Governo, e una sede universitaria deve essere luogo di studio e non di
propaganda politica”.
“Pertanto – continuano Pettazzoni e Cardi – abbiamo chiesto chiarimenti
in merito alla Regione, e alla Camera dei Deputati mediante l’On.
Guglielmo Golinelli, per sapere se si ritenga opportuno che tra i libri
consigliati per la preparazione di un esame debba esserci un testo che
offende tutti quanti politicamente sono affini al pensiero della Lega.”

Alan Fabbri: “Polizia locale: Tagliani ritiri le deleghe a Modonesi”

Da: Elettorale Lega Nord

“Modonesi sostiene di voler armare i vigili, dunque Tagliani sia coerente e gli ritiri le deleghe”. Alan Fabbri, candidato a sindaco di Ferrara per il centrodestra commenta così l’esito dell’ultimo consiglio comunale dell’era Tagliani. “E’ quasi ridicola la contraddizione in cui sono caduti il sindaco uscente di Ferrara e il suo assessore alla sicurezza, nonchè candidato a sindaco del Pd, Aldo Modonesi, in relazione al corpo di polizia municipale”, spiega Fabbri “il primo continua a sostenere che gli agenti della polizia locale non devono essere armati mentre il secondo, in campagna elettorale promette che li armerà”.
Per Fabbri “questo dà già la misura di quanto possa essere (poco) credibile la promessa elettorale dell’assessore uscente per il futuro, ma c’è di più. Il sindaco ha ribadito, anche due giorni fa, nell’ultimo consiglio la volontà di togliere le deleghe a Modonesi se avesse voluto armare gli agenti. Ebbene, comunichiamo al sindaco che il suo assessore ha già sostenuto più volte che lo farà. Dunque chiediamo a Tagliani un gesto di coerenza: ritiri le deleghe al suo assessore e lo sfiduci”, prosegue il candidato. “E Modonesi come giustificherà ora la sua posizione? Come una boutade elettorale? Una idea personale contraria ai dictat del Pd? O è Tagliani ad essere rimasto indietro?”, incalza Fabbri. “Semplicemente forse dovrebbe ammettere che, sulla sicurezza il Pd, è come sempre impreparato a governare e che la sua promessa di armare gli agenti è solo l’ennesimo goffo tentativo di inseguire il nostro programma elettorale in vista del voto”.

Modonesi ospite della Fondazione Zanotti: “La loro esperienza è da esempio per il futuro Quartiere Giardino, a misura di studenti e residenti storici”

Da: Informazioni Aldo Sindaco
Martedì 9 aprile Aldo Modonesi, candidato Sindaco alle prossime elezioni del 26 maggio, è stato ospite della Scuola di Politica organizzata dalla Fondazione Enrico Zanotti di Ferrara.
“Sono grato alla fondazione dell’invito, è stato un appuntamento molto partecipato di dibattito e confronto con chi segue la politica con passione, amicizia e spirito di iniziativa. Il tema della serata era la sussidiarietà, complicato di primo acchito, ma che risponde al principio semplice e chiaro di dare risposte mirate ai cittadini. Proprio la valorizzazione della società, che si organizza secondo molteplici forme per andare incontro ai bisogni dell’uomo è un passaggio fondamentale per chi è chiamato a gestire la cosa pubblica”.
“Penso che la fortunata e positiva esperienza della Fondazione Zanotti sia da esempio nella costruzione di quello che immagino per il futuro quartiere Giardino, un quartiere a misura degli studenti universitari e dei residenti storici. Ai presenti ho potuto dire che da Sindaco mi sentirei custode di tutte le identità che crescono nella società ferrarese”.

Il Def garantisce i mercati e scontenta i cittadini

È durata davvero poco la riunione del Governo di martedì sera, circa mezz’ora, a seguito della quale è stata pubblicata una nota che è possibile trovare qui http://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/2019/comunicato_0073.html in cui si chiariscono i punti principali del nuovo Def 2019.
I numeri sembrano in sintonia con quanto dichiarato precedentemente, quindi nessun aumento di tasse e (più o meno) rispetto degli obiettivi fissati dalla commissione Ue.
Osservando il quadro macroeconomico rilasciato si legge di una crescita programmatica allo 0,2% e di una disoccupazione che non scenderà mai sotto il 10% e fino al 2022.

La crescita del Pil dovrebbe migliorare dall’anno prossimo grazie al fatto “che il Governo ha fronteggiato (…il momento di crisi generale …) mettendo in campo due pacchetti di misure di sostegno agli investimenti (il dl crescita e il dl sblocca cantieri) che dovrebbero portare ad una crescita aggiuntiva di 0,1 punti percentuali, fissando così il livello di Pil programmatico allo 0,2%, che salirebbe allo 0,8% nei tre anni successivi,”

Deficit, debito e investimenti
Il deficit (la spesa non coperta da entrate) nel 2019 tornerà al 2,4% scendendo poi fino al 1,5% nel 2022 mentre il deficit strutturale si dovrebbe attestare al 1,6% nel 2019 per arrivare allo 0,8% per la fine del triennio.
Il debito pubblico salirà al 132,6% quest’anno, al 131,3% nel 2020, 130,2% nel 2021 fino all’ottimistica previsione del 2022 quando si dovrebbe attestare al 128,9%. Debito che comunque cresce anche in considerazione dei 58 miliardi che l’Italia ha versato all’Europa nel 2018 (vedi nota 3) e che continuerà a versare fino al 2022.

Il governo ha in animo di aumentare gli investimenti portandoli dall’1,9% del 2018 al 2,5% del Pil nel 2022 agendo su più fronti per incrementare la produttività di diversi comparti dell’economia e spingendo sulle riforme.

In tale ottica sono previste misure quali:
· l’introduzione di un salario minimo orario per chi non rientra nella contrattazione collettiva;
· la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro;
· strategie nazionali per la diffusione di banda larga e 5G
· il rilancio della politica industriale;
· lo stimolo alla mobilità sostenibile
· le semplificazioni amministrative
· maggiore efficienza della giustizia
· interventi di sostegno alle famiglie ed alla natalità.

Sembra che il Def 2019 prevederà anche la Flat Tax ma difficile dire quali potrebbero essere i termini. Matteo Salvini continua a spingere per la sua introduzione mentre il Ministro dell’economia Tria continua a non esserne entusiasta proponendo come contropartita addirittura l’aumento dell’Iva (23 miliardi di euro), che anche se può non piacere, in macroeconomia ha un senso. Il Movimento 5 stelle e Di Maio ondeggiano tra la fedeltà al contratto di governo e l’evidente ingiustizia sociale del provvedimento.
Si parla comunque di una graduale estensione del regime d’imposta sulle persone fisiche con due aliquote del 15 e del 20%, ad iniziare dai redditi più bassi. Prevista anche una riduzione dell’aliquota Ires applicabile agli utili non distribuiti, una misura volta ad incentivare gli investimenti delle imprese.

Risparmiatori truffati
E il tema dei risparmiatori truffati? Nella giornata di lunedì, l’atteso accordo è stato trovato. Cosa prevede? Nello specifico l’erogazione di rimborsi automatici per chi ha redditi inferiori ai €35.000 o patrimoni immobiliari sotto i €100.000. L’approvazione del decreto è stato per ora rinviato.
La nota programmatica evidenza anche che non vi è nessuna inversione di tendenza sul piano del pagamento degli interessi sul debito pubblico e che questo continuerà ad essere pagato dai cittadini. Infatti si prevede un aumento costante del saldo primario (ovvero entrate superiori alle uscite) fino al 2,4% nel 2022 a fronte di interessi che rimangono costanti nel tempo, il tutto a fronte di un deficit sempre più contenuto. Insomma si continua la strada del consolidamento di bilancio, i cittadini non potranno vedere reali miglioramenti ma continueranno a ricevere generalmente meno servizi rispetto a quanto pagheranno di tasse mentre nulla cambia per i mercati finanziari che avranno, come sempre, chi pagherà i loro guadagni.

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