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Giorno: 14 Aprile 2019

Tre poesie di Angelo Andreotti: La scelta, La pena, Incuria

di Angelo Andreotti

 

LA SCELTA

Niente è più chiuso di una porta chiusa.

Oltre la porta soltanto lamenti

su un filo di voce si arrampicano
da un filo di voce scivolano
a un filo di spine si avvolgono.

Tu sei il possibile ascolto.
Tu sei

la speranza
il rifiuto
oppure l’indifferenza.

Tu sei la scelta, la parte del tutto
e il tutto della tua parte.

La differenza nel mondo sei tu.

LA PENA

Preme forte, il grido, sull’aria
scagliandosi contro la porta.
Trema la casa, dove sei svegliato
di soprassalto. Dalle imposte chiuse
non puoi guardare. Soltanto l’udito
chiama scuotendo il tuo corpo. Tu ascolti
il silenzio svuotato dal grido
che continua a tremarti la pelle.
Quel grido ti assale, raggiunge
te. Ovunque tu sia ti raggiunge
attraversando qualsiasi distanza
che ti separa dal te stesso più intimo
chiuso a chiave nella diffidenza.

INCURIA

In quell’esitazione
– quasi il tremito di un’amnesia –
sulle cui bianche spiagge
da tempo muovi in cerchio i tuoi passi,
a testa bassa, senza più un orizzonte,
stupisci distinguendo tra i fragori
in un suono una voce che ti cerca.

E cerca te, te come fossi un altro,
ma tu sei l’altro che nel cerchio resta,
dentro a fissarne il centro chiuso in solchi
così profondi da arginare il vento

ma non la voce a cui volgi le spalle
dopo aver inflitto
un dolore di cui non hai contezza.

(Angelo Andreotti – tutti i diritti riservati)
Le poesie inedite, anticipate per Ferraraitalia, fanno parte dell’antologia ‘L’attenzione’, in uscita a maggio per i tipi di Puntoacapo edizioni.

 

PER CERTI VERSI
Gocce al tramonto

Ogni domenica Ferraraitalia ospita “Per certi versi”, angolo di poesia che presenta le liriche del professor Roberto Dall’Olio, all’interno della sezione “Sestante: letture e narrazioni per orientarsi”.

NON VORREI TRAMONTARE

Non vorrei tramontare
Questo giorno
È così pieno di NOI
Non vorrei sentire il buio calare sulle mie palpebre
Silenziare i cinguettii che si articolano fra le canne
Vorrei piantare in asso il tempo
È sdraiarmi sui ricordi
Che poltrone
Che attimi prolungati…
Non mi attraggono i consigli della notte
Non i suoi archivi
Non un altro giorno
Vorrei musicare questo che ci siamo donati
…Ma lo farò
Con l’azzurro negli occhi
Il cielo in mano
I giorni se ne vanno
Come altri ne seguiranno

SCIVOLANO LE GOCCE

Scivolano le gocce
Come sussurri di pioggia
Navigano nell’aria e luccicano sulle foglie
Terra e cielo si impastano come NOI
Un passante di gioia attraversa la nostra città
Di piume
Ci sfiora la pioggia
Sugli abbracci
E io corro verso di te
Tu corri verso di me
Siamo lepri del vento
Navi dell’etere
E sottomarini viola
Di bouganville
Nell’acquario dei sensi
Molto di più di quanto non si pensi