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Giorno: 17 Luglio 2019

Incontro tra Confartigianato Ferrara e Confindustria Emilia

Da: Confindustria Emilia

Confindustria Emilia ospite di Confartigianato Ferrara

Gian Luigi Zaina, Giuseppe Vancini e Guido Montanari si sono incontrati in un clima informale e collaborativo confermando la sintonia sui principali temi economici del territorio.

Nei giorni scorsi, presso la sede di via Veneziani, si sono incontrati il segretario generale e il presidente di Confartigianato Ferrara, Giuseppe Vancini e Guido Montanari, e il vicepresidente di Confindustria Emilia Gian Luigi Zaina.

Durante l’incontro sono stati affrontati e discussi alcuni tra i principali temi di interesse per le imprese, quali la centralità delle aree industriali e dei centri artigianali per lo sviluppo e l’attrattività del territorio, la formazione e i rapporti con la scuola e le università, la burocrazia e i rapporti con la pubblica amministrazione e, non ultimi per importanza, i temi delle infrastrutture stradali e “informatiche” e il credito per la piccola e media impresa.

Sono stati inoltre approfonditi in maniera specifica argomenti che le associazioni reputano di viva attualità e strategici per il futuro quali ad esempio: l’importanza delle filiere e della collaborazione sempre più articolata che deve esistere all’interno del sistema produttivo nelle catene di fornitura; la necessità di lavorare insieme un “progetto culturale” mirato ad azioni di orientamento dei giovani (in particolare su famiglia e scuole medie inferiori) per contribuire a ridare il giusto valore al lavoro manuale, compendiando nella figura professionale del “Digital Maker” le abilità del lavoro manuale con le conoscenze dell’epoca digitale.

I vertici associativi erano accompagnati, rispettivamente, dal vicesegretario generale di Confartigianato Ferrara Paolo Cirelli e da Giacomo Pirazzoli, responsabile di territorio per Ferrara di Confindustria Emilia.

L’incontro si è svolto in un clima informale e collaborativo confermando la storica vicinanza tra le associazioni e la comunanza di pensiero sui principali temi economici del territorio.

Zappaterra e Calvano: “il governo rispetti e sostenga le fusioni”

Da: PD Stampa

Zappaterra e Calvano: “Il Governo rispetti e sostenga le fusioni”

Al prossimo consiglio regionale un ordine del giorno PD per chiedere ulteriori risorse per i comuni

“A fronte dei tagli del Governo, avevamo promesso di essere al fianco dei sindaci che amministrano comuni nati da processi di fusione e così stiamo facendo”. A dirlo sono la consigliera Marcella Zappaterra che, come prima firmataria, insieme al collega Paolo Calvano, e a tanti altri consiglieri del PD in Regione, presenterà un ordine del giorno collegato all’assestamento di bilancio durante il consiglio regionale che si terrà la prossima settimana.

“La Regione faccia propria la richiesta di ANCI e dei Sindaci ribadendo al Governo la necessità di trovare ulteriori risorse necessarie per il 2019 – dicono i consiglieri PD –. La Regione Emilia-Romagna, attraverso le dichiarazioni dell’Assessora al Bilancio e al Riordino istituzionale, ha già confermato che non abbasserà la propria quota di risorse destinate a quei territori. Ci aspettiamo che anche il Governo rispetti e sostenga il frutto di percorsi referendari e democratici quali sono le Fusioni”.

Alluvioni in Asia meridionale: più di tre milioni di bambini a rischio

Da: Save the Children

Alluvioni in Asia meridionale: Save the Children, più di 3 milioni di bambini a rischio in seguito alle inondazioni provocate dalle forti piogge monsoniche in India, Bangladesh e Nepal

L’Organizzazione preoccupata dal rischio di una grave crisi umanitaria che potrebbe provocare altri morti, sfollamenti ed epidemie

In India, Bangladesh e Nepal 3,2 milioni di bambini sono a rischio a causa delle imponenti inondazioni prodotte dalle forti piogge monsoniche che da più di una settimana si abbattono sull’Asia meridionale.

Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – è fortemente preoccupata che il deterioramento delle condizioni meteorologiche, con la stagione dei monsoni solo all’inizio, possa portare a una grave crisi umanitaria che potrebbe provocare ulteriori morti, sfollamenti di massa della popolazione e la potenziale diffusione di malattie trasmissibili con l’acqua.

Ad oggi, sottolinea l’Organizzazione, più di 150 persone hanno già perso la vita, ma altre centinaia restano disperse e il numero delle vittime è pertanto destinato ad aumentare.

Nello stato nord-orientale dell’Assam, in India, oltre 4.000 villaggi sono stati inondati. Le strade principali, dentro e fuori lo stato, sono bloccate e questo rende le operazioni di soccorso ancora più difficili. Circa 4,3 milioni di persone sono state colpite direttamente dalle alluvioni, più di un decimo della popolazione totale dello stato, tra cui 1,72 milioni di bambini. Un milione di minori sta subendo le conseguenze delle alluvioni anche nello stato settentrionale del Bihar.

“Contiamo di raggiungere urgentemente 15.000 bambini nell’Assam con aiuti salvavita, come ripari temporanei, acqua, servizi igienici e sanitari, che sono fondamentali per proteggerli dal rischio di contrarre malattie. I nostri team impegnati sul campo ci riferiscono che le strade sono bloccate e che manca la corrente elettrica e questo non fa che complicare ulteriormente l’accesso alle città e ai villaggi che in questo momento sono isolati. In questo momento siamo al lavoro con il governo e con i nostri partner locali sul terreno con l’unica priorità di supportare immediatamente le comunità più vulnerabili e difficili da raggiungere”, ha dichiarato Anindit Roy, Direttore dei Programmi e delle Politiche per l’infanzia di Save the Children in India.

La situazione non è certo migliore in Bangladesh, un Paese che sta ancora facendo i conti con le conseguenze delle prime forti piogge della stagione monsonica, e dove è la parte nord-orientale del Paese, al confine con l’India, quella più colpita. Quasi un milione di persone, tra cui oltre 400.000 bambini, è stato colpito in maniera diretta dalle alluvioni e 17 distretti su 64, nel Paese, sono stati inondati.

“Nonostante in Bangladesh siamo abituati a eventi climatici estremi, ciò che ci preoccupa maggiormente è la frequenza e l’imprevedibilità con cui si stanno verificando le alluvioni e crediamo che questo possa essere conseguenza dei cambiamenti climatici. I bambini sono i più colpiti nel corso di queste calamità, sono i più vulnerabili alle malattie, rischiano di rimanere feriti e per via della fuga dai propri villaggi rischiano di soffrire la fame. In questo momento siamo profondamente preoccupati per la sicurezza e la salute di milioni di bambini che vivono nelle aree più remote del Bangladesh. I monsoni persistenti, l’innalzamento del livello del mare e le frequenti inondazioni stanno mettendo a forte rischio le loro vite”, ha affermato Ishtiaq Mannan, vicedirettore di Save the Children in Bangladesh.

Save the Children sta attualmente intervenendo in quattro distretti del Paese per raggiungere 20.000 persone, tra cui 12.000 bambini, alle quali fornire acqua pulita e servizi igienici e sanitari, supporto materiale e sensibilizzazioni su come proteggersi dalle alluvioni.

A subire le conseguenze delle alluvioni, in Bangladesh, anche i rifugiati Rohingya – oltre un milione – che vivono in rifugi precari fatti di bambù a Cox’s Bazar, nel sud-est del Bangladesh, i quali hanno bisogno di assistenza dopo giorni di forti piogge che hanno trasformato le strade in fango. In seguito alle alluvioni, più di 6000 rifugiati Rohingya sono rimasti sfollati poiché le loro abitazioni sono stati parzialmente o completamente distrutte.

” A Cox’s Bazar almeno 90 strutture di Save the Children sono state danneggiate, tra cui i nostri centri per l’apprendimento e gli spazi a misura di bambino. Si tratta degli unici spazi dove i bambini Rohingya possono studiare e giocare in un ambiente sicuro e protetto e per questo i nostri team si sono subito attivati per ripararli, in modo da poter continuare a offrire servizi essenziali e supporto alla comunità”, ha affermato David Skinner, coordinatore degli interventi di Save the Children a Cox’s Bazar.

Anche in Nepal, circa 385.000 persone, tra cui 155.000 bambini, sono stati colpiti da un violento nubifragio durato una settimana che ha provocato frane e inondazioni diffuse. Decine di persone hanno perso a vita, ma il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi ulteriormente. In questo contesto, i bambini sono particolarmente vulnerabili e rischiano di morire o subire lesioni, anche gravi, di contrarre malattie o rimanere vittime di sfruttamento e abusi.

“Le forti alluvioni e gli smottamenti stanno lasciando decine di migliaia di persone senzatetto, in molti sono costretti a dormire all’aperto e tante persone sono rimaste isolate. È assolutamente indispensabile raggiungere queste comunità prima che questa situazione si trasformi in un’emergenza sanitaria. Siamo molto preoccupati dalla possibile diffusione di epidemie di malattie che si trasmettono attraverso l’acqua, come diarrea, dissenteria, tifo, epatite A ed E, in particolare nelle aree in cui le fonti d’acqua sono state contaminate dalle inondazioni”, ha dichiarato Ned Olney, Direttore di Save the Children in Nepal.

In Nepal, l’Organizzazione si è già attivata per fornire supporto a 77.000 persone, tra cui 19.250 bambini, attraverso la fornitura di rifugi temporanei, servizi idrici e fognari e sostegno materiale alla popolazione.

Per sostenere gli interventi di Save the Children per rispondere alle emergenze: https://www.savethechildren.it/dona-fondo-emergenze

Cinema Castellina

Da: Ufficio stampa

Cinema Castellina

Piazzale Castellina, Ferrara

Venerdì 19 luglio ore 21.30

UP

regia di Pete Docter e Bob Peterson

Ingresso gratuito

Prosegue la rassegna cinematografica in Piazzale Castellina, venerdì 19 luglio alle 21.30 con il film vincitore di due Premi Oscar capolavoro della Pixar

UP

di Pete Docter e Bob Peterson

Carl Fredricksen è un anziano signore che per tutta la vita ha sognato di girare il mondo assieme alla moglie Ellie, ma ha dovuto scontrarsi con i problemi della realtà quotidiana come le bollette e gli acciacchi dell’età. Quando a 72 anni, circondato dai soli ricordi della moglie e delle avventure mai realizzate, la vita sembra non offrirgli più tempo bussa alla sua porta Russell, un boyscout di 8 anni che deve fare la sua buona azione.

Sarà con lui che Carl Fredricksen intraprenderà il viaggio dei suoi sogni in Sudamerica, salpando nei cieli attraverso milioni di palloncini legati alla sua casa.

Durante il viaggio i due incontreranno animali selvaggi e persino degli inaspettati nemici. Up è una poesia animata che racconta l’impresa rara di condividere tutto con la persona che ami.

Venerdì 19 luglio dalle 17.30 in Piazzale Castellina ci saranno inoltre i laboratori creativi organizzati dall’Associazione Culturale UnBelDì.

I laboratori creativi e la rassegna cinematografica fanno parte del progetto GIARDINO WOW realizzato con il sostegno e la collaborazione del Centro Mediazione del Comune di Ferrara.

Coldiretti: giugno record, sconvolti consumi, +20% frutta

Da: Coldiretti Emilia Romagna

Il caldo record del mese di giugno ha sconvolto anche i consumi con un boom degli acquisti di frutta e verdura in aumento del 20%, ma rispetto al mese precedente un balzo si registra anche per i gelati, la birra e l’acqua che aiutano a combattere la grande afa. È quanto stima Coldiretti Emilia Romagna in riferimento alle temperature record fatte registrare nello scorso mese di giugno che con una temperatura superiore di 3,3 gradi rispetto alla media si classifica al secondo posto tra i piu’ caldi dal 1880 in Italia secondo Isac Cnr. Un’anomalia climatica che ha riguardato in realtà l’intero 2019 che – sottolinea Coldiretti regionale – è stato caratterizzato da primi mesi dell’anno particolarmente siccitosi ai quali ha fatto seguito un maggio freddo e bagnato, un giugno bollente ed ora un mese di luglio segnato nella prima metà da tempeste e temporali con in media più di 10 grandinate violente al giorno e ben 9 trombe d’aria, sulla base della Banca dati europea sugli eventi estremi ESWD. Eventi estremi che hanno causato gravi conseguenze nelle campagne con piante sradicate, serre divelte, frutta come le pesche, le mele e i kiwi flagellata come pure meloni e pomodori ma anche campi allagati e grano e mais stesi a terra – spiega Coldiretti Emilia Romagna – con perdite per milioni di euro. Per ottimizzare la spesa, ottenere il miglior rapporto prezzi-qualità e aiutare il proprio territorio e l’occupazione, il consiglio di Coldiretti regionale è quello di verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori nei mercati o in fattoria. Sono gli effetti dei cambiamenti climatici che – conclude Coldiretti Emilia Romagna – si manifestano con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi e spesso traumatici.

Scomparsa Andrea Camilleri

Da: Coordinamento nazionale diritti umani

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione della triste scomparsa dello scrittore Andrea Camilleri, vuole associarsi ai tanti messaggi di condoglianze pervenuti da più parti, ricordandone l’alto contributo letterario e l’attualità dei temi affrontati, in molteplici circostanze, con ferma e lucida ironia.
Se ne va uno dei più carismatici affabulatori del Novecento; un siculo in cui risuonava la sapienza universale di derivazione magno-greca, che lo rendeva un libero pensatore e un autentico cosmopolita, sensibile al dolore dell’uomo in quanto tale. Molti studenti hanno scoperto il piacere della lettura attraverso le sue opere e i suoi personaggi. La sua lezione non verrà dimenticata.
“Non basta leggere, bisognerebbe anche capire. Ma capire è un lusso che non tutti possono permettersi.” ( A. Camilleri, Segnali di fumo).

Slow Food: “Adesso servono impegni consistenti”

Da: Slow Food

Eletta la nuova presidente della Commissione Europea

Slow Food: Bene le priorità dedicate alla crisi climatica, adesso servono impegni più consistenti sulla riforma della PAC e misure concrete verso una Politica alimentare comune pulita ed equa
Nonostante una visione di un’Europa più verde rispetto ai suoi predecessori, Slow Food esprime alcune perplessità nei confronti delle priorità annunciate dalla nuova presidente della Commissione Europea eletta ieri dal Parlamento Europeo, che non paiono sufficientemente rigorose ed esplicite per fronteggiare la crisi climatica che stiamo vivendo. Ursula von der Leyen, infatti, che sarà a capo della Commissione a partire da novembre, non ha suggerito alcun cambiamento nella Politica agricola comune, nonostante il settore agricolo e alimentare sia tra i fattori che più incidono su cambiamento climatico e perdita di biodiversità.

«La nuova Presidente ha parlato di impegni sul fronte climatico, promettendo di lavorare sulla prima legge europea sul clima e mettendo sul tavolo obiettivi molto ambiziosi, come raggiungere la cosiddetta neutralità climatica entro il 2050 o la riduzione delle emissioni del 50% entro il 2030. Risultati che per essere conseguiti hanno però bisogno di contenuti e politiche dettagliate: non ci si può occupare di crisi climatica senza rivedere la Politica agricola comune che, così come si presenta oggi, sostiene modelli che hanno effetti disastrosi sull’agricoltura europea, il clima e la biodiversità», commenta Rachele Lodi, consigliere internazionale di Slow Food.

Allo stato attuale, infatti, la riforma della Pac favorisce quel modello di agricoltura intensiva responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra su scala globale, mentre un recente studio a cura dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (Ipbes – agenzia delle Nazioni Unite) denuncia una perdita di biodiversità senza precedenti. «Non si può rafforzare la biodiversità senza includere un modello agricolo ecologico come elemento fondamentale per ripristinare un ambiente sano e la capacità di produrre cibo buono, pulito e giusto», conclude Lodi.

Lascia ben sperare il fatto che la Presidente von der Leyen, eletta con 383 voti a favore e 327 contrari, abbia posto l’accento sul cambiamento climatico menzionandolo tra le priorità principali, ribadendo come «mantenere il pianeta in salute è una delle più grandi responsabilità e opportunità del nostro tempo». L’auspicio è che, grazie anche alla crescita di movimenti politici ambientalisti e in considerazione dei risultati delle scorse elezioni europee, la Commissione affronti temi come la crisi climatica in modo molto più audace e concreto rispetto al passato.

Per trasformare la filiera del cibo, dalla produzione al consumo, e renderla più pulita ed equa è però altresì fondamentale dar vita a una Politica alimentare comune, che non si limiti alla sovvenzione della produzione ma integri tutti gli aspetti che intercorrono lungo la filiera: dalla salute al commercio, dalla biodiversità al benessere animale, tenendo in considerazione le necessità e diversità dei produttori di piccola scala. Ecco perché Slow Food, insieme ad altre organizzazioni, ha chiesto la nomina di un vice presidente della Commissione che assicuri la transizione verso un sistema alimentare davvero sostenibile.

L’addio a Camilleri, laborioso artigiano della scrittura

Non so quanto resterà dell’opera di Andrea Camilleri, morto cieco – come Borges, come Omero – dopo aver dominato per più di vent’anni le classifiche dei libri più venduti. Il suo Montalbano non ha solo arricchito gli scaffali di tanti italiani (conosco amici che vantano la collezione completa) ma è arrivato trionfalmente in prima serata di Rai 1, quella che una volta si chiamava la Rete Ammiraglia.
Milioni di volumi venduti (25 milioni solo per le avventure del commissario di Vigata), tantissimi lettori affezionati, record di ascolti per le serie televisive. Eppure Camilleri ha fatto molto altro prima di diventare uno scrittore cult, lo scenografo, il regista teatrale e televisivo, ma quando ha preso la penna in mano ci ha preso gusto e in trent’anni ha raggiunto e superato la soglia dei 100 volumi. Cento libri! Non tutti dedicati alle avventure del suo commissario, alcuni anzi – quelli incentrati su piccoli e dimenticati episodi di storia sicula – forse più belli, perché liberi dal necessario tributo alla serialità dei suoi apprezzatissimi gialli.
Non credo che la sua scrittura – nemmeno il suo celebrato pastiche linguistico ispirato (e inventato) a un godibilissimo idioma pseudo siciliano – diventeranno quello che si suole definire ‘un classico’. Insomma, tra la più riuscita avventura del Commissario Montalbano e l’indagine del Commissario Ingravallo nel Pasticciaccio di Carlo Emilio Gadda rimane un abisso incolmabile. Di vocabolario, di lingua, di stile, di invenzione. Camilleri ne era perfettamente conscio: si è sempre definito un laborioso e artigiano della scrittura, non un grande autore in attesa del Nobel.
Ma se Andrea Camilleri non potrà essere accostato a Luigi Pirandello, a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, a Leonardo Sciascia – e nemmeno a un altro grande scrittore siciliano come Leonardo Consolo – il suo rimane un posto di rilievo, non solo e non tanto nella ‘storia della letteratura italiana’, quanto della italica ‘storia della lettura’. Basta scorrere la serie storica delle classifiche dei libri più venduti. Trent’anni fa, prima del fenomeno Camilleri/Montalbano, la vetta (con rare eccezioni) era appannaggio di volumi usa e getta o tuttalpiù dall’ennesimo bestseller americano. Oggi non è più così. Potremo dire che Camilleri ha insegnato a leggere gli italiani. A leggere libri migliori. Ha aperto la strada alla new wave dei giallisti italiani di qualità. Soprattutto ha condito di intelligenza e ironia una produzione letteraria che sembrava essersi impantanata nella retorica o nel consumo.
Una ironia preziosa, quella di Camilleri, gemella anche se diversa da quella praticata da un altro grande intellettuale scomparso pochi giorni fa, Ugo Gregoretti. Entrambi erano intellettuali impegnati civilmente, con una grande attenzione, rispetto, com-passione verso gli ultimi. Entrambi avevano in odio ogni retorica. Ci mancheranno.

Laboratori dell’artigianato

Da: Cna Ferrara

I laboratori dell’artigianato artistico per quattro venerdì nella casa museo Remo Brindisi

Quattro appuntamenti con l’artigianato artistico nella casa dell’arte per eccellenza, la Casa Museo Remo Brindisi di Lido di Spina.
Arti e Mestieri al Museo Remo Brindisi: è questo il titolo dell’iniziativa, che vedrà impegnate quattro aziende artigiane del settore artistico e tradizionale per quattro venerdì di seguito, dalle 19.00 alle 23.00, a partire dal 19 luglio.
“Abbiamo voluto creare quattro momenti di vero turismo esperienziale – spiega Dario Guidi, imprenditore e Presidente di Cna Ferrara Turismo e Commercio – I villeggianti, previa prenotazione, potranno infatti partecipare ai laboratori allestiti dalle quattro aziende partecipanti e vivere in prima persona tutte le esperienze legate alla nascita di un vero prodotto d’arte.
La sede di un’iniziativa come questa – prosegue Guidi – non poteva che essere la Casa Museo Remo Brindisi, che fu concepita dal grande artista per ospitare l’arte del ‘900 ed essere essa stessa un’opera d’arte”
I laboratori e le esposizioni sono organizzati da PoDelta Tourism e da Cna Artigianato Artistico e Tradizionale. Ecco le aziende che allestiranno i laboratori per quattro venerdì: il laboratorio di ceramiche artistiche Metakeramos di Copparo di Claudia Marino; Franco Antolini, legatoria e restauro di libri d’arte; OCA Officina di Ceramica artistica di Greta Filippini; Pig’Oh di Marco Pigozzi, che realizza gioielli con materiale di riciclo.
Le esposizioni e i laboratori saranno attivi il 19 e 26 luglio, e il 2 e 9 agosto, dalle 19.00 alle 23.00. Le imprese di artigianato artistico saranno presenti con le loro esposizioni tutti i venerdì della manifestazione mentre ogni venerdì sarà caratterizzato da un laboratorio specifico: si partirà il 19 luglio con Metakeramos di Marino Claudia, il 26 luglio con Oca Officina Ceramica Artistica di Greta Filippini, il 2 agosto con Antolini Franco e il 9 agosto con Pig’Oh di Marco Pigozzi.
Per info e prenotazioni contattare lo IAT di Lido Spina al numero 0533333656 o via mail a iatlidospina@comune.comacchio.fe.it.

Andamento positivo per Ifiver

Da: Cassa di risparmio Cento

Primo semestre 2019: andamento positivo per Ifiver
La controllata di Caricento prosegue la sua crescita nel mercato della cessione del quinto

Cento, 17 luglio 2019 – Ifiver, società controllata dalla Cassa di Risparmio di Cento SpA, che opera con successo nel mercato della cessione del quinto dello stipendio da oltre 30 anni, ha confermato il trend positivo anche per il primo semestre 2019.

I volumi erogati da Ifiver sono in forte crescita rispetto a quelli dell’anno precedente, a conferma dell’interesse del mercato nei confronti delle soluzioni proposte dalla società parte del Gruppo Cassa di Risparmio di Cento da oltre un anno.

Per effetto dell’aumento del capitale sociale effettuato da tutti i soci (Caricento 55% e soci Varotto 45%) si è consolidata ulteriormente anche la stabilità di Ifiver, la quale continua a sostenere i volumi erogati in termini di assorbimento patrimoniale. La titolarità dei crediti erogati alla clientela, infatti, rimane comunque in carico alla controllata Ifiver.

Per far fronte alla crescita, Caricento ed Ifiver proseguono nell’attuazione del piano di ampliamento della rete commerciale e distributiva che sarà presto in grado di raggiungere tutto il territorio nazionale.

L’Amministratore Delegato Marco Varotto ha manifestato la sua soddisfazione per i risultati conseguiti: “Il trend positivo dell’attività è la conferma che stiamo andando nella giusta direzione. Le nostre soluzioni abbinate alla consulenza di agenti esperti creano un mix fondamentale per soddisfare le esigenze della clientela.

Nell’ambito della mediazione creditizia collaboreremo con chi condivide la nostra visione di mercato e operativa, condizione primaria per uno sviluppo organico e uniforme come già sta avvenendo con i nostri partner storici.”

Anche Fabio Bianchi, Responsabile del Progetto Caricento e Consigliere di Ifiver con delega commerciale, si è espresso favorevolmente sui numeri relativi alla prima parte del 2019: “Abbiamo riscontrato con piacere un importante sviluppo del business di Ifiver rispetto all’anno precedente. I volumi, erogati anche sulle Filiali Cassa di Risparmio di Cento, sono più che raddoppiati, a testimonianza dell’ottimo lavoro che tutta la rete sta svolgendo nel collocamento delle soluzioni proposte da Ifiver.”

Un fiume di musica sulla darsena

Da: Informazione Wunderkammer

Daniella Firpo
Un fiume di musica…. Brasileira sulla darsena di Ferrara
Giovedì 18 luglio dalle ore 19:00
Piazzale davanti a Palazzo Savonuzzi

via Darsena 57 a Ferrara

La musica brasiliana, fusione di tradizione europea, ritmica africana e armonie jazz, questi ingredienti sono l’essenza della cultura brasileira. Attraverso questa fusion sonora il Quintetto di Daniella Firpo sarà protagonista a Un fiume di Musica, giovedì 18 luglio sul piazzale di Palazzo Savonuzzi (via Darsena 57 a Ferrara).

La voce di Daniella Firpo, insieme ad Ambra Bianchi (flauto), Roberto Poltronieri (chitarra), Massimo Mantovani (pianoforte) e Flavio Piscopo (percussioni), dà vita a un repertorio che esalta la ricchezza dei generi brasiliani, interpretandoli con originalità e rivisitando celebri canzoni da Ari Barroso a Baden Powell, da Dorival Caymmi a Tom Jobim, ripercorrendo opere di grandi compositori che hanno influenzato generazioni di musicisti di tutto il mondo. L’evento è a ingresso libero.

Non mancherà qualche brano dell’ultimo album della cantautrice Daniella Firpo “Vento di Bahia e Nebbia”, così come non mancheranno i sentimenti e gli stati d’animo viscerali del popolo brasiliano: la “felicidade” (la felicità) e la “saudade” (la nostalgia), tradotti in musica.

Il fiume, però, non accoglie solo la musica. Per la serata del 18 luglio arriva anche il teatro a Un fiume di Musica, organizzato dalla Scuola di Musica Moderna. Alle 21.30 circa, dopo il concerto, c’è lo spettacolo teatrale “Il gioco dei semi”, adattamento di Riccardo Roversi tratto dall’atto unico “Fiori”, dello scrittore bolognese Mario Giorgi. Recitano Shamira Benetti, Leonardo Pompa e Giorgio Testoni. Prima e dopo lo spettacolo, verrà dato spazio anche ai libri, fra i quali il recentissimo “Fiori. Julianeo, il teatro che c’è e non c’è”, di Mario Giorgi e Flavio Baroni, un’edizione in tiratura limitata, numerata e firmata dagli autori.

Musica, cibo, socialità. Anche nel 2019 la musica torna a scorrere lungo il fiume Volano di Ferrara, con la quarta edizione di Un Fiume di Musica e con un programma ricco di buona musica e ricette prelibate. Dal 16 maggio al 15 agosto, il tratto di darsena di fronte Palazzo Savonuzzi in via Darsena, 57 si trasformerà in una vivace piazza sul fiume grazie agli aperitivi musicali e i saggi organizzati dalla Scuola di Musica Moderna-AMF.

Filo rosso del progetto saranno gli appuntamenti settimanali del giovedì sera in darsena, dove si potrà ascoltare la musica suonata dal vivo dagli insegnanti della Scuola di Musica Moderna. Diversi repertori e differenti sonorità si avvicenderanno una settimana dopo l’altra, sempre affiancati da una ricca offerta enogastronomica. Il ristorante La Romantica (via Ripagrande 36 Ferrara) e Da Maria pasta fresca (via Ripagrande 138 Ferrara) prepareranno ogni settimana un menu diverso, spaziando dalle ricette tradizionali ai piatti vegetariani e vegani, alla cucina più sperimentale.

Un Fiume di Musica è un progetto curato dall’ AMF – Scuola di musica moderna di Ferrara, in collaborazione con il Consorzio Wunderkammer (di cui l’AMF fa parte), con il patrocinio del Comune di Ferrara e la partecipazione di Nena battello fluviale. Il progetto Un Fiume di Musica è la colonna portante di Smart Dock, un più ampio e corale percorso di rigenerazione urbana della darsena, ideato e coordinato dall’APS Basso Profilo dal 2015. La creazione di un giardino di alberi da frutta per la darsena ha avviato il progetto nella primavera di quattro anni fa. Un’azione concreta che ha trasformato in maniera sensibile l’aspetto di questo tratto di darsena per lungo tempo trascurato. Oltre a proporre buona musica e aperitivi da gustare in compagnia, Un Fiume di Musica è anche un invito a riscoprire e riconquistare il fiume, un appello rivolto alla città e in modo particolare a chi abita il quartiere Darsena-Giardino.

Coldiretti: accordo con lega

Da: Coldiretti

Coldiretti: arriva menù contadino a km zero
Per squadre e tifosi di calcio, grazie ad accordo con lega pro

In campo 11mila tra fattorie, mercati e agriturismi per promuovere il consumo del vero cibo Made in Italy, all’insegna del consumo consapevole ed informato.

Per la prima volta i contadini italiani scendono in campo negli stadi per promuovere la conoscenza e il consumo del vero cibo Made in Italy con una squadra di oltre 11mila tra fattorie, mercati e agriturismi di Campagna Amica. E’ quanto spiega la Coldiretti in occasione della firma del primo accordo con la Lega Pro per la valorizzazione fra tifosi e calciatori delle migliori produzioni agroalimentari del territorio a chilometri zero. L’intesa firmata a Firenze dal Presidente di Coldiretti Ettore Prandini e dal Presidente di Lega Pro Francesco Ghirelli, alla presenza del Presidente della FIFA Gianni Infantino e del Presidente della FIGC Gabriele Gravina, prevede una collaborazione su un ampio progetto legato alla sana e corretta alimentazione nello sport rivolto ai bambini, ai ragazzi e a tutti gli appassionati di calcio che frequentano gli stadi.

Ogni partita – spiega la Coldiretti – le squadre e i loro tifosi delle diverse regioni d’Italia avranno l’occasione di conoscere e provare il patrimonio agroalimentare del territorio facendo al tempo stesso un viaggio fra i tesori del gusto conservati e protetti da generazioni di agricoltori nelle campagne. Negli stadi non più solo hot dog e noccioline, patatine e popcorn ma anche – sottolinea la Coldiretti – prodotti tipici del territorio, dai salumi ai formaggi dal pane alla frutta e alla verdura di stagione. L’obiettivo è orientare i consumatori verso scelte alimentari corrette e sicure, nel rispetto della stagionalità con prodotti 100% Made in Italy della rete di Campagna Amica che garantisce l’identità, l’origine e la tracciabilità di tutta la filiera dal campo alla tavola. L’accordo prevede presenze negli stadi, in occasione delle partite organizzate dalla Lega Pro, con oasi del gusto degli agricoltori di Coldiretti, partecipazione degli agrichef di Campagna Amica con i propri prodotti durante eventi o manifestazioni, coinvolgimento della Lega Pro in percorsi di approfondimento sui temi della legalità e nel progetto “Educazione alla Campagna Amica” nelle scuole italiane con la partecipazione a iniziative su tutto il territorio nazionale.

Oltre a coinvolgere alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia con lezioni nelle aziende agricole e in classe – spiega la Coldiretti – la rete didattica di “Educazione alla Campagna Amica” si estende agli stadi con l’obiettivo di formare consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per fermare – sottolinea la Coldiretti – il consumo del cibo spazzatura e valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e il legame fra i prodotti dell’agricoltura ai cibi consumati ogni giorno. La dieta mediterranea – evidenzia la Coldiretti – è stata dichiarata la migliore dieta al mondo nel 2019 sulla base del best diet ranking 2019 elaborato dal media statunitense U.S. News & World Report, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori. La dieta mediterranea – sottolinea la Coldiretti – ha vinto la sfida tra 41 diverse alternative grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute. La dieta mediterranea ha consentito all’Italia di conquistare una speranza di vita che è tra le più alte a livello mondiale con 80,8 anni per gli uomini e 85, per le donne. Si tratta – afferma la Coldiretti – della conferma della bontà di un regime alimentare che rispecchia il valore e la grande varietà enogastronomica italiana.

“Acquistare prodotti locali è un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – si tratta di una responsabilità sociale che si è diffusa tra i cittadini nel tempo della crisi con la crescita dei mercati contadini che in Italia sono diventati – conclude Prandini – non solo luogo di consumo, ma anche momenti di educazione, socializzazione, cultura e solidarietà”.

Solidarietà al centro sociale la resistenza

Da: Rifondazione comunista Ferrara

Il centro sociale la resistenza di Ferrara

Difendiamo lo spazio sociale del Centro La Resistenza, quale importante punto di aggregazione, di solidarietà, di socializzazione, d’inclusione sociale, politica e culturale, contro atteggiamenti di rivendicazione o prevaricazione; ci riferiamo alle affermazioni del Vicesindaco di non voler più destinare contributi allo stesso, con argomentazioni del tutto pretestuose.

Consideriamo grave che un’amministrazione locale invece di occuparsi di problematiche reali della cittadinanza, quali difficoltà economiche, di disoccupazione, di tagli alla Sanità e alla Scuola, voglia distrarre la comunità stessa tramite una becera propaganda a danno periodicamente di: giovani universitari, immigrati e donne.

Saremo in piazza mercoledì sera a fianco degli studenti, per dimostrare assieme a loro che piazza Verdi si può vivere, trovando un giusto equilibrio di convivenza tra la fruizione degli spazi e i diritti di chi ci vive e lavora.

Reputiamo inoltre gravi le affermazioni di un Vicesindaco, che sembra non voler rispettare gli altrui ruoli istituzionali, di chi è preposto fattivamente e collegialmente a scegliere come destinare fondi. Ricordiamo che le precedenti amministrazioni hanno sempre assegnato risorse a seguito di progetti, con finalità socio-culturali con ricadute spesso, nel sociale e che tanto hanno reso peculiare la nostra bella città rinascimentale.

Modalità di questo tipo inoltre, potranno creare pericolosi precedenti in merito all’assegnazione di risorse ad altri tipi di associazione, anche se di diverso orientamento; presumibilmente oggi si cerca di colpire il centro sociale La Resistenza, domani si estenderà il diniego ad altri.

Noi continueremo a lottare a fianco del Centro Sociale La Resistenza contro chi realmente ci impoverisce, pronti a contaminarci e intersecarci nelle lotte antirazziste, femministe, antiliberiste.

Coldiretti, calcio

Da: Coldiretti

Calcio: Coldiretti, arriva menù contadino a km zero per squadre o tifosi
In campo 11mila tra fattorie, mercati e agriturismi, accordo con la Lega Pro

Per la prima volta i contadini italiani scendono in campo negli stadi per promuovere la conoscenza e il consumo del vero cibo Made in Italy con una squadra di oltre 11mila tra fattorie, mercati e agriturismi di Campagna Amica. E’ quanto spiega la Coldiretti in occasione della firma del primo accordo con la Lega Pro per la valorizzazione fra tifosi e calciatori delle migliori produzioni agroalimentari del territorio a chilometri zero. L’intesa firmata a Firenze dal Presidente di Coldiretti Ettore Prandini e dal Presidente di Lega Pro Francesco Ghirelli, alla presenza del Presidente della FIFA Gianni Infantino e del Presidente della FIGC Gabriele Gravina, prevede una collaborazione su un ampio progetto legato alla sana e corretta alimentazione nello sport rivolto ai bambini, ai ragazzi e a tutti gli appassionati di calcio che frequentano gli stadi.

Ogni partita – spiega la Coldiretti – le squadre e i loro tifosi delle diverse regioni d’Italia avranno l’occasione di conoscere e provare il patrimonio agroalimentare del territorio facendo al tempo stesso un viaggio fra i tesori del gusto conservati e protetti da generazioni di agricoltori nelle campagne. Negli stadi non più solo hot dog e noccioline, patatine e popcorn ma anche – sottolinea la Coldiretti – prodotti tipici del territorio, dai salumi ai formaggi dal pane alla frutta e alla verdura di stagione. L’obiettivo è orientare i consumatori verso scelte alimentari corrette e sicure, nel rispetto della stagionalità con prodotti 100% Made in Italy della rete di Campagna Amica che garantisce l’identità, l’origine e la tracciabilità di tutta la filiera dal campo alla tavola. L’accordo prevede presenze negli stadi, in occasione delle partite organizzate dalla Lega Pro, con oasi del gusto degli agricoltori di Coldiretti, partecipazione degli agrichef di Campagna Amica con i propri prodotti durante eventi o manifestazioni, coinvolgimento della Lega Pro in percorsi di approfondimento sui temi della legalità e nel progetto “Educazione alla Campagna Amica” nelle scuole italiane con la partecipazione a iniziative su tutto il territorio nazionale.

Oltre a coinvolgere alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia con lezioni nelle aziende agricole e in classe – spiega la Coldiretti – la rete didattica di “Educazione alla Campagna Amica” si estende agli stadi con l’obiettivo di formare consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per fermare – sottolinea la Coldiretti – il consumo del cibo spazzatura e valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e il legame fra i prodotti dell’agricoltura ai cibi consumati ogni giorno. La dieta mediterranea – evidenzia la Coldiretti – è stata dichiarata la migliore dieta al mondo nel 2019 sulla base del best diet ranking 2019 elaborato dal media statunitense U.S. News & World Report, noto a livello globale per la redazione di classifiche e consigli per i consumatori. La dieta mediterranea – sottolinea la Coldiretti – ha vinto la sfida tra 41 diverse alternative grazie agli effetti positivi sulla longevità e ai benefici per la salute. La dieta mediterranea ha consentito all’Italia di conquistare una speranza di vita che è tra le più alte a livello mondiale con 80,8 anni per gli uomini e 85, per le donne. Si tratta – afferma la Coldiretti – della conferma della bontà di un regime alimentare che rispecchia il valore e la grande varietà enogastronomica italiana.

“Acquistare prodotti locali è un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – si tratta di una responsabilità sociale che si è diffusa tra i cittadini nel tempo della crisi con la crescita dei mercati contadini che in Italia sono diventati – conclude Prandini – non solo luogo di consumo, ma anche momenti di educazione, socializzazione, cultura e solidarietà”.

“La città che vogliamo”

Da: La città che vogliamo Ferrara

Ieri 15 luglio 2019 si è tenuta l’Assemblea Pubblica congiunta del gruppo civico La Città Che Vogliamo e della lista civica Coalizione Civica, che si è presentata alle ultime elezioni a sostegno del Terzo Polo, rappresentato dalla candidata sindaca Roberta Fusari.
Gli oltre sessanta presenti si sono confrontati sul modo migliore per dare seguito da una parte al percorso partecipato del gruppo civico, dall’altra al programma della lista civica, che ha ricevuto ampio sostegno dagli elettori.
Sono state presentate e discusse le proposte di governance interna e le tappe che vogliono scandire il cammino da qui al 2024, anno delle prossime amministrative.
Un dialogo che rimane aperto con tutti i cittadini che si riconoscono nelle forze progressiste e che sono disposti ad impegnarsi concretamente, non solo per monitorare l’operato della giunta, ma diventare una forza propositiva ed aggregante per tutti gli abitanti del territorio ferrarese.
Un percorso che proseguirà durante l’estate e che si può seguire attraverso i canali social (pagine Facebook: @laferrarachevogliamo e @coalizionecivicaferrara) o scrivendo alla mail laferrarachevogliamo@gmai.com.

Monti, Cottarelli, l’austerità, le partite correnti, il lavoro e la movida ferrarese.

“Well, we are gaining a better position in terms of competitiveness because of the structural reforms. We’re actually destroying domestic demand through fiscal consolidation. Hence, there has to be a demand operation through Europe, a demand expansion.
As you pointed out, most clearly, we, for example, in Italy, are having problems because we have achieved very good fiscal results, but will they really be sustainable in the longer term unless the dominator, GDP, increases through growth.”
È la trascrizione di una famosa intervista della Cnn a Mario Monti avvenuta il 20 maggio 2012. E’ stata usata dai sovranisti per dimostrare che l’allora Presidente del Consiglio si vantava demoniacamente di aver distrutto la domanda interna ma anche dai difensori dell’austerity per dimostrare che i sovranisti distorcevano a propri fini le sue parole. Come sempre tutto e il contrario di tutto, motivo per cui l’ho riproposta in originale e senza traduzione. Ma cosa vuol dire distruggere la domanda interna?
La questione diventa importante perché il 9 luglio scorso Carlo Cottarelli, in uno degli articoli periodici sulle pagine dell’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani di cui è presidente, ha messo giù delle riflessioni davvero interessanti, e che al netto delle interpretazioni del testo di cui sopra, si riallacciano necessariamente, e suo malgrado, a quelle parole.
La domanda interna, o domanda aggregata, in macro economia rappresenta la capacità di spesa di un paese. Ed è ovvio che se un paese è in salute spende di più, sia dal lato della spesa pubblica sia dal lato della spesa privata. Un po’ un termometro all’incontrario, quando il mercurio va su vuol dire che il paese spende e sta bene, quando cala il paese spende poco e sta male. Il mercurio, in questo caso, è l’inflazione. Un po’ di inflazione rappresenta la ripresa in atto e, come dice il prof. Sapelli economista e docente all’Università degli Studi di Milano, il 2% previsto dai Trattati europei non è ancora inflazione.
Nel 2012 venivamo da due momenti di crisi, il 2008 e il 2011, che avevano piegato l’Italia, la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda e la Spagna in particolare ma un po’ la maggioranza dei paesi industrializzati. Gli Usa, la Gran Bretagna ed il Giappone ad esempio. Ma mentre proprio questi ultimi tre intraprendevano subito la via della monetizzazione dei debiti pubblici per aumentare il denaro in circolazione e quindi la capacità di spesa dei loro cittadini e a tutela delle loro imprese, a noi veniva imposta l’austerità e la conseguente “distruzione della domanda interna”.
Il motivo principale della differenza tra le due risposte alla crisi stava nel fatto che in quei paesi c’era coincidenza tra l’autorità monetaria con l’autorità fiscale (cioè esisteva ed esiste un minimo di controllo da parte del Tesoro sulle banche centrali). Nei 19 paesi dell’eurozona invece non esistono più queste relazioni istituzionali. Di conseguenza per avere tale stimolo si è dovuto aspettare il 2015 e il famoso “whatever it takes” di Mario Draghi.
In eurozona comunque ci si è arrangiati e si è proceduto all’italiana proprio mentre l’Italia decideva di germanizzarsi e quindi si decideva il rispetto dei parametri mentre gli altri come Irlanda, Francia, Spagna e persino Germania baravano alla luce del sole. Gli uni spendendo in deficit fino al 33,1%, gli altri eccedendo sulla quota permessa di surplus della bilancia commerciale. Chiaramente nessuno è stato mai multato dalla solerte Commissione europea mentre lo si voleva fare quest’anno all’Italia che, come si vede, ha sforato meno di tutti e per soli tre anni il fatidico 3%.

Dunque, in piena crisi, Monti doveva scegliere se fare tanto deficit come stavano facendo gli altri colleghi dell’eurozona oppure “distruggere la domanda interna”. Non aveva le possibilità del Giappone, della Gran Bretagna o degli Usa ovvero decidere autonomamente politiche monetarie, non poteva agire sul cambio e non poteva nemmeno fare politiche fiscali accomodanti.
Quindi scelta obbligata a carico dei cittadini. Il problema fondamentale in quel momento era il riequilibrio delle partite correnti, cioè avere un risultato positivo nel rapporto tra import ed export. I paesi del mondo, tranne i 19 dell’eurozona, hanno gli strumenti propri e legittimi della politica economica per poterlo fare (cambio, banca centrale, politica fiscale), e questo gli ha permesso di operare per aumentare la domanda interna. Il contrario di quello che abbiamo fatto noi, costretti a “distruggerla”.
Distruggere la domanda interna vuol dire limitare il credito alle aziende, tenere gli stipendi bassi, poter licenziare più facilmente. Tenere una disoccupazione “strutturale” abbastanza alta in modo da poter contrattare al ribasso sui salari e sui diritti dei lavoratori. Basta guardarsi indietro dal 2012 e osservare cosa hanno fatto dopo Monti i governi Letta, Renzi e Gentiloni per una plastica dimostrazione di quanto appena scritto.
L’operazione riuscì perfettamente e siamo passati da un deficit di bilancia commerciale di 68 miliardi di dollari nel 2011 ad un surplus di 51 miliardi nel 2018.

Tutti gli economisti e i politici del mainstream ad elogiare questa crescita e il nuovo miracolo italiano. L’export come soluzione a tutte le crisi, anche se la maggioranza della popolazione, in considerazione dell’aumento del numero dei poveri, dei disoccupati e dei salari fermi ai livelli della fine degli anni Novanta sembrava non accorgersene. Ma si sa, gli italiani sono distratti e sarà per questo che paghiamo Cottarelli, per ricordarci cosa ricordare.

Detto questo, cosa aggiunge Cottarelli con il suo articolo? Ebbene, come a dimenticare tutto quello successo dal 2012 ad oggi e soprattutto che i risultati ottenuti sono dovuti alle scelte fatte da coloro che lo sostengono e che lui sostiene, ci informa che i nostri attuali avanzi sulla bilancia commerciale sono in realtà una specie di fake news. Questo perché se dal 2008 i salari avessero seguito un normale trend di crescita e quindi gli italiani avessero continuato a comprare almeno quanto erano soliti comprare fino al 2008, ed ovviamente se lo Stato avesse seguito lo stesso trend di spesa, non avremmo l’attuale avanzo di bilancio tra import ed export.
Il surplus della bilancia commerciale e quindi l’avanzo delle esportazioni rispetto alle importazioni è dovuto piuttosto che alle buone capacità delle nostre aziende esportatrici, al fatto che agli italiani era stata sottratta la capacità di spendere e quindi acquistavano meno prodotti italiani e tanto più meno prodotti stranieri.
Insomma per aggiustare un bilancio si è distrutto un pezzo di vita reale. Per noi niente di nuovo sotto le stelle ma per i Cottarelli una nuova storia distorta da vendere al popolo ignorante (nel senso che ignora).
In perfetta lingua orwelliana si lamenta del fatto che l’aumento dell’export è dovuto alla nostra mancanza di capacità di spesa, piuttosto che ad un reale aumento delle esportazioni. Abbiamo un surplus perché sono diminuite le importazioni, e solo per questo. Sembra quasi che per l’ennesima volta la colpa sia nostra, o del tempo che è cambiato e si sta mettendo al brutto. Chi può controllare del resto il cambiamento del tempo? Tutto per far dimenticare che in economia succedono invece cose prevedibili, che dipendono dalle politiche economiche messe in atto che a loro volta dipendono dalle teorie economiche che le supporta. Quello che sta succedendo è solo la logica conseguenza della scelta di tutelare tutto tranne i cittadini e i lavoratori.
La giusta analisi dovrebbe appunto prendere in considerazione le politiche economiche messe in atto dall’era Monti e portate poi avanti dai governi di sinistra che si sono succeduti fino a Gentiloni. Ci si è piegati alle logiche austere volute dall’Europa della finanza e degli speculatori che vogliono una banca centrale autonoma e che non solo ogni paese faccia da se in caso di crisi ma lo faccia senza utilizzare gli strumenti propri della macroeconomia, che sono cambio e politica fiscale. Una mission impossible, dunque.
Chi ha ancora a disposizione questi strumenti ha ottenuto i seguenti risultati nel 2018 sul piano della disoccupazione: Usa 3,9% (nel 2010 era 9.6%), Uk 4% (nel 2010 era 7,8%), Giappone 2,4% (nel 2010 era 5%).
È andata bene anche a chi ha speso a deficit nei 19 paesi dell’eurozona preferendo tutelare i propri cittadini piuttosto che i parametri (forse non hanno il Pd): Irlanda 5,7% (nel 2010 era 14,5%), Spagna 15,3% (nel 2010 era 19,9%); Francia 9,1% (nel 2010 era 8,9%); Portogallo 7% (10,8%); Belgio 5,9% (nel 2010 era 8,3%); Olanda 3,8% (nel 2010 era 5%)
Insomma tutti hanno diminuito la percentuale di disoccupazione, la Francia più o meno stabile, l’Italia peggiora. Di seguito graficamente la situazione

L’analisi dovrebbe tener conto del perché questo è successo, e non si dovrebbe prescindere dal confronto con gli altri paesi e sul fatto conseguenziale che questi hanno potuto mettere in campo strumenti che noi abbiamo deciso di non utilizzare sacrificandoli sull’altare… di cosa?
Cottarelli cercando di dire altro e sviare come al solito l’attenzione, non fa che confermare che la politica dell’austerità non ha fatto bene al paese e quindi che chi ne ha fatto una fede ha sbagliato e ha trascinato l’Italia alle soglie del baratro. La tutela della domanda interna, sinonimo di benessere soprattutto per le classi medie e basse, dovrebbe essere la bandiera della sinistra ma è stata invece lasciata in mano alla Lega e ai 5s mentre Cottarelli e l’Osservatorio Cpi oggi attentano ancora alla memoria storica.
La sinistra dopo aver perpetrato all’infinito le ricette sbagliate di Monti si è inventata Cottarelli e Fazio, la difesa dei migranti e della movida ferrarese, tralasciando le istanze di giustizia sociale e di difesa della Costituzione, quindi del credito, dell’uguaglianza e dei confini nazionali, ultimo baluardo al movimento del capitale e della finanza speculativa.