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Giorno: 4 Ottobre 2019

INTERNAZIONALE A FERRARA 2019
Il premio Anna Politkovskaja alla giornalista nigeriana Augustina Armstrong-Ogbonna

Da alcuni anni il Festival Internazionale a Ferrara si apre con il premio per il giornalismo d’inchiesta dedicato ad Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa a Mosca nel 2006. Il premio, giunto alla sua undicesima edizione, sostiene l’impegno e il coraggio di giovani reporter che nel mondo si sono distinti per le loro inchieste.

Nella mattina di venerdì 4 ottobre 2019 il premio è stato conferito alla pluripremiata giornalista nigeriana Augustina Armstrong-Ogbonna, che ha affrontato minacce e persecuzioni per raccontare le comunità rurali in Nigeria devastate dai conflitti e dal degrado ambientale. La rivista Internazionale riconosce così l’importanza dell’impegno di Augustina nel denunciare le conseguenze ambientali dello sviluppo economico sulle piccole comunità locali di Lagos, in un momento in cui i giornalisti ambientali in tutto il mondo sono sempre più esposti ad aggressioni, violenze e pressioni.

Secondo il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ), infatti, negli ultimi 10 anni sono 13 i giornalisti ambientali uccisi per le inchieste che stavano portando avanti. La consegna del premio Anna Politkovskaja ad Augustina Armstrong-Ogbonna è quindi anche un gesto simbolico di omaggio alla sua battaglia e a quella degli altri giornalisti e attivisti che si impegnano per documentare sul campo gli impatti territoriali di opere con interessi spesso internazionali e sovranazionali, aiutando tutti coloro che non sono in grado di lottare per i propri diritti.

Foto di Valerio Pazzi

Coldiretti: attenzione a truffe e raggiri

Da: Organizzatori

Di qualche giorno fa un tentativo di truffa ai danni di una associata nel territorio ferrarese. I funzionari dell’associazione non portano fantomatici regali a domicilio. In caso di dubbio non far entrare nessuno in casa ed avvisare le forze dell’ordine.

Truffe ed inganni sono purtroppo all’ordine del giorno, a volte ordite con fantasiose varianti.

L’ultima in ordine di tempo coinvolge l’associazione agricola, la quale ha ricevuto la segnalazione da parte di una associata che si è trovata alle prese con un losco personaggio che, presentandosi come funzionario di Coldiretti, intendeva lasciare un pacco regalo, chiedendo di poter entrare in casa e visto il diniego dell’associata, apriva il pacco, contenente due orologi, pretendendo il pagamento delle spese di recapito per una discreta somma.

“Occorre diffidare di qualsiasi persona non conosciuta che si presenti in azienda o a casa a nome di Coldiretti – evidenzia il direttore dell’organizzazione agricola, Roberto Palù – ed in caso di dubbio contattare immediatamente il proprio ufficio zona o le forze dell’ordine, evitando di far introdurre in casa chiunque. Purtroppo i lestofanti ci sono e tentano di approfittare soprattutto di anziani o di situazioni tali da non attirare l’attenzione, quindi in posti isolati come può essere una pertinenza agricola. I nostri dipendenti nel caso in cui si rechino in azienda dagli associati sono ben conosciuti e concordano precedentemente la visita, per cui invitiamo tutti i soci e tutti i cittadini a prestare attenzione a chi tenta di introdursi nelle loro case o propone qualcosa di strano, come pacchi regalo o simili. Nel caso, ripeto, meglio avvisare immediatamente i nostri uffici o le forze di polizia, non trascurando di sporgere successiva denuncia per scoraggiare il ripetersi di questi episodi”.

Interpellanza sul volo di un drone durante la demolizione e bonifica campo sosta Via delle Bonifiche

Da: Gruppo Consiliare Partito Democratico

Premesso che nella giornata di mercoledì 2 ottobre 2019 abbiamo appreso che è iniziato il “cantiere” di demolizione e bonifica del Campo Sosta di via delle Bonifiche;
che durante la demolizione era presente, così come documentato da video e foto reperibili sia sulla stampa locale che sui siti online, il Vicesindaco del Comune di Ferrara;
che il tutto è avvenuto non solo alla presenza di giornalisti, ma anche di tecnici del Comune di Ferrara, agenti e ispettori della Polizia Locale del Comune di Ferrara, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, così come, anche in questo caso, documentato da video e foto reperibili sia sulla stampa locale che sui siti online;
che era presente anche un pilota di un drone che ha ripreso quello che il portavoce del Sindaco ha definito come un “show”.
Considerato che l’area sulla quale insisteva il Campo Sosta di via delle Bonifiche è classificata come LI P52 e il volo nella zona è regolamentato in maniera stringente e che determinate tipologie di volo sono espressamente vietate a chi non è in possesso e di specifiche autorizzazioni;
Si richiede quindi al Sig. Sindaco di conoscere il nominativo del pilota del drone;
di conoscere da chi e a quale titolo sia stato autorizzato a entrare nel “cantiere”, e se fosse in regola con le dotazioni di sicurezza necessarie;
di conoscere se il pilota fosse in possesso degli specifici attestati di volo su aree critiche rilasciati da ENAC e se il drone fosse in regola con la documentazione e l’assicurazione;
di conoscere, visto che le operazioni suddette sono avvenute sotto gli occhi di agenti della Polizia Locale e delle Forze dell’Ordine se queste abbiano verificato o intendano verificare quanto sopra e, onde evitare omissioni, sanzionare e denunciare alle competenti autorità eventuali atti contrari alla normativa.

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IN MEMORIA DI GIANFRANCO MAIOZZI
Il senso degli stracci per il volo. Rapidi rilevamenti aerofotogrammetrici sui malvezzi che deturpano il paesaggio della lingua italiana

Uomo generoso, arguto, colto, sensibile… Gianfranco Maiozzi ci ha lasciato dopo una lunga malattia. Ha sofferto molto, ma non si è mai arreso. Aveva voglia di vivere e con tutte le sue forze, fino all’ultimo, si è aggrappato alla speranza. Gli piaceva dialogare, stare in mezzo agli altri; nutriva mille passioni e le alimentava nel confronto e nella condivisione. Il suo lavoro era all’ufficio Comunicazioni del ministero per lo Sviluppo, ma i suoi interessi svariavano in mille ambiti differenti, dalla politica alla sport, con un’irresistibile attrazione per la lettura e la scrittura. Appena pochi giorni fa abbiamo avuto una lunga e piacevole conversazione, durante la quale, con il consueto trasporto, aveva vagheggiato di programmi futuri e di cose da fare. Ci siamo illusi che la sorte potesse essere benevola.
Nel ricordarlo con profondo affetto e rimpianto, riproponiamo un suo intervento edito qualche anno fa su Ferraraitalia, uno scritto dal tono lieve, ma ricco di citazioni e calembour, del quale era particolarmente soddisfatto. Crediamo sia la maniera più giusta per salutarlo stringendolo in un ideale indissolubile abbraccio. (s.g.)

 

(Pubblicato il 13 maggio 2014)

Ci troviamo idealmente sul monte Falterona, nel cuore del Casentino, provincia di Arezzo. Qui, in località Capo d’Arno ci sono le sorgenti del fiumicel cantato da Dante nella Commedia e qui siamo saliti, sfidando condizioni meteo a dir poco avverse, per risciacquare nella pura freschezza dell’acqua sorgiva dell’Arno, quei “panni” di cui parlava Manzoni; e non solo quelli. A voi possiamo dirlo: siamo in missione per conto della lingua italiana, stanca di venire imbrattata quotidianamente con macchie di pressappochismo. Queste macchie hanno la caratteristica di non essere troppo evidenti ma una volta fatte vengono via con difficoltà e nei casi più seri alterano in modo indelebile il tessuto della lingua. Nel nostro Paese il congiuntivo è diventato un optional e quando lo si usa, spesso lo si usa a sproposito e talvolta si riesce a scivolare persino sull’indicativo. Tuttavia la cosa peggiore è che ormai in Italia si scrive e si parla in… approssimativo, estendendo sempre più spesso questa deplorevole pratica di pressappochismo militante a lingue diverse dall’italiano. Esagerazioni? Sentimentalismi per una lingua aulica e pre-televisiva che non esiste più? Nostalgie di gente che passa il tempo a far la punta alle matite? (“siam mica qui…” avrebbe detto qualcuno).

Soltanto pochi mesi fa, stampa, radio, tv rendevano giustamente conto e altrettanto giustamente avanzavano ipotesi sul confronto tra i leader del Partito Democratico. E fin qui tutto bene, era il loro lavoro. Meno bene invece,quell’espressione che accompagnava i commenti sulle aspre contese che agitavano la segreteria del Pd: “volano gli stracci”, attribuendo a tale locuzione significato di resa dei conti. “Ma mi faccia il piacere!” avrebbe detto Totò. E infatti siamo di fronte ad un uso del tutto arbitrario e improprio degli “stracci volanti”. Certo quando due o più soggetti litigano, il traffico aereo nella zona può essere particolarmente intenso. Possono volare insulti, parole grosse, oggetti – preferibilmente stoviglie e vasellame – in genere. Possono volare anche scarponi e certo, anche gli stracci o meglio gli strofinacci e i tovaglioli, e finire magari nella pentola dello zuppone alla porcara, come nella solenne litigata tra Gassman e Tognazzi nel film “I nuovi mostri” di Monicelli. Ma coloro che scrivono o dicono “volano gli stracci” volendo significare un “redde rationem” senza esclusione di colpi, beh sbagliano, sono dei pressappochisti. E qui ci sono le prove:
“Stracci che volano” com. l’espressione prov. sono gli stracci (o i cenci) che vanno all’aria, o volano, significa che sono i più deboli e indifesi che pagano per gli altri”. (Dizionario Treccani della lingua italiana).

Capito? Possiamo comprendere anche se non condividere la scelta di chi, nel corso di una telecronaca, usa l’espressione “fare a sportellate” per dire di due calciatori che si confrontano in modo molto fisico per contendersi la palla, ma non coloro che evocano la levitazione dei cenci anche se si discute della temperatura di servizio del caffè. La prima almeno è un neologismo di senso compiuto, non bello ma nemmeno privo di efficacia evocativa, la seconda è solo un travisamento di senso. “E va beh che sarà mai! Tanto rumore per quattro stracci…”, penserà qualcuno. Il problema è che non ci sono solo i cenci e nella breve antologia che segue ve ne renderete conto voi stessi. Solo pochi esempi, per ragioni di spazio, ché altrimenti dovremmo citare i primi versi di una vecchia canzone degli E.L.& P. “Welcome back my friends, to the show that never ends…”.

Cominciamo da quelli che non fanno distinzione tra riluttante e reticente; e come si fa a non richiamare in causa il principe de Curtis? …riluttante sarà lei ha capito? Razza di reticente!… Poi ci sono quelli che “non per essere veniale” oh yeah che a pensarci bene essere venali non è affatto veniale, per passare a quegli altri che usano la problematica, magari raddoppiando la bbi al posto di problema, pensando così di dare maggiore importanza a quel che dicono e ignorando che le due parole hanno significati simili ma ben distinti. Per la serie “ma che ce frega ma che ce ‘mporta….”. E va bene. Andiamo avanti.

Vogliano benevolmente sorvolare su quella tale che, presentando in radio una mostra sul Rinascimento italiano, non trovò niente di meglio che accompagnare il servizio con musiche tratte dal concerto per chitarra e orchestra di Mauro Giuliani. Bella composizione, senza dubbio! Scritta però qualche tempo dopo il periodo storico cui la mostra si riferiva, tanto da venire dedicata al… viceré d’Italia Eugenio Beauharnais, cognato di Napoleone. Et bien, glissons. Ma come non restare interdetti quando leggendo il nostro bravo quotidiano ci troviamo di fronte alla graticola di colpi che avrebbero investito dei malcapitati durante una rissa? Forse si voleva dire gragniuola. E la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso confusa con la spada di Damocle? Oppure l’impero cinese che da celeste diventa “del sol levante”: ma quello non era il Giappone? E ancora, la foto azzurro e oro della Cupola della Roccia, o di Omar che caratterizza lo skyline di Gerusalemme confusa da una didascalia con la non meno bella Moschea di Al Aqsa, che pur trovandosi come la prima nel “Haram ash Sharif”, il nobile recinto o più comunemente spianata delle moschee, è un edificio a se stante. Un po’ come se uno scrivesse sotto la foto del Battistero di Firenze che invece è Santa Maria del Fiore. Certo stanno entrambi in Piazza del Duomo, però… “Che ci arifrega che ci arimporta…“.

E la “panchina corta”? Ne vogliamo parlare? Sentito in un programma radiofonico nazionale. Si cita Winston Churchill e la “cortina di ferro” definendola una frase. Ma no che non è una frase! E nemmeno una parola, bensì…. una definizione, un’espressione. E-spres-siò-ne! “non so se capisce questa parola signor Arbore” avrebbe detto con l’accento messinese grave sulla o, il bravo presentatore Nino Frassica di ‘Indietro tutta’.
Ma andiamo avanti invece, per penoso che sia. Da un giornale online apprendiamo di una “squadra che ha ancora fame di vittorie come hanno dimostrato le recenti vittorie”: 2 vittorie in 6 parole. Dizionario dei sinonimi no!? La seconda volta si poteva ben usare affermazione o successo, ottenendo un risultato migliore. Il fatto è che, per restare alla metafora calcistica, spesso si gioca con la “panchina corta”, dove anziché i giocatori sono le parole ad essere contate. Si fanno tante ripetizioni o si usano termini imprecisi perché il parco terminologico di chi parla o scrive è incompleto, lacunoso.
E quello che si butta sotto i binari, evocando scenari da Gotham City? Ma dai!! direbbe la Gialappa. Meglio tacere e andare avanti come… mormorava il Piave.

Tuttavia qualche considerazione sull’avverbio piuttosto, usato con valore disgiuntivo al posto della ‘o’, e tipico di quell’italiano di consumo bruttino e conformista, bisognerà pur farla. Piuttosto che, piuttosto che, piuttosto che… maddeké! Ci si perdoni l’intervento in tackle scivolato nel vernacolo romanesco ma quando ce vo ce vo! Tutti questi piuttosto messi in fila come catarifrangenti su una statale, fanno tanto presentazione di Windows 9 o di un ennesimo iPhone per non far torto a nessuno …si può taggare p.c. editare p.c . inviate una mail ….p.c. videogiocare.
E, per citare Forrest Gump, su questo argomento non abbiano altro da dire. Si legga piuttosto l’esilarante consulenza linguistica sull’ottimo sito dell’Accademia della Crusca [vedi], strumento che non dovrebbe mancare nel tool-kit di ogni buon comunicatore.

Tranquilli, che ci avviamo a concludere. Non prima di aver rivolto un doveroso pensiero a tutti quei termini vittime di incidenti di pronuncia radiotelevisiva. Pochi, commossi esempi (piangere, in effetti, c’è da piangere). Prima di tutto il francese, la cui scarsa o inesistente conoscenza da parte di molti operatori dell’informazione nazionale, viene regolarmente aggirata pronunciandolo come se fosse inglese (a volte come fosse antani!). In un gr il nome del pilota ginevrino (Ginevra, Svizzera francofona: quella anglofona ancora non c’è: Svizzera, non Canada!) di Formula 1, Romain Grosjean diventava Grosgiin, come Billie Jean. Ma forse chi dava la notizia era un irriducibile fan di Michael Jackson. A proposito, se parliamo della pop star, il nome si legge Maikol ma se si tratta di Michael Schumacher che non è americano ma tedesco, si scrive nello stesso modo ma si dovrebbe dire Mihael con l’acca aspirata come pronuncia la c di casa un fiorentino di Borgo San Frediano.

E cambiamo senz’altro argomento. Che cosa diavolo sarebbe il “vin d’onor” sentito sempre in radio a proposito di un rinfresco legato a una mostra d’arte? Detto così ricorda la musicale lingua veneta usata da Carlo Goldoni nelle sue commedie “xe una dona /un cavalier d’onor” ma non è il francese dell’espressione vin d’honneur. Se non la si sa pronunciare comme il faut si dica vino d’onore che è comunque corretto e si fa più bella figura.
L’ultimo, toccante omaggio va alla nave militare italiana “Euro” che porta, come tutte le fregate c.d. di classe Maestrale, il nome di un vento. E quindi Grecale, Scirocco, Libeccio e così via. Euro è un vento ricordato anche da Dante “sopra ’l golfo che riceve da Euro maggior briga”, che spira da sud est. Vento mediterraneo il nostro Euro, nel mito greco accompagnatore dell’Aurora dalle dita rosate. Mai stato in Cornovaglia o alle isole Shetland. Come accidenti, sia potuto accadere che nel corso di un programma tv, a qualcuno sia venuto in mente di pronunciare Euro “iuro” (sic!) all’inglese, resta a tutt’oggi un mistero. Anche perché non risulta che la Royal Navy abbia vascelli con questo nome. E a proposito di Inghilterra, come non citare la frequente confusione tra gli steward, che sono come noto assistenti di volo o addetti alla sicurezza nelle manifestazioni sportive, e gli Stewart o Stuart, casa reale che diede re e regine ai troni di Scozia e di Inghilterra, ma anche cognome, tra gli altri, di un grande pilota di Formula 1 (Jackie) e di una giovane e promettente attrice (Kristen).

Un’ultima considerazione dal tavolino del caffè Le Giubbe Rosse di Firenze, che è il luogo reale (non lontano dall’Arno ma innegabilmente più comodo delle foreste casentinesi) dove abbiamo buttato giù queste righe. Lo stamani mattina cui ci sta abituando il nuovo presidente del consiglio ha una forte connotazione fiorentina ma per quanto un po’ ostentato è linguisticamente corretto. Meno bene la raffica di assolutamente sì (o assolutamente no) usati con troppa disinvoltura da cui veniamo investiti quotidianamente. Va bene nel caso in cui qualcuno ci chiede se siamo sempre convinti di partecipare a una regata transoceanica o a tentare una nuova via invernale sul Nanga Parbat. Meno bene se ci stanno servendo il caffè e ci chiedono se ci vogliamo lo zucchero. “Sia il vostro parlare sì, sì; no, no”, ammoniva saggiamente venti secoli fa un giovane galileo.

Oggi, 4 ottobre, inaugurazione targa dedicata a Lucio Dalla

Da Organizzatori

Sarà inaugurata venerdì 4 ottobre 2019 alle 18.00 in Piazzetta San Michele a Ferrara (adiacente Piazzetta Schiatti), nello stesso luogo in cui suonò il suo clarinetto, una targa con la scritta “Qui suonò Lucio Dalla il 22 agosto 1989 durante il Ferrara Buskers Festival®”, un ricordo d’onore semplice ed informale.

Era il pomeriggio del 22 agosto del 1989 e il Ferrara Buskers Festival®, Rassegna Internazionale del Musicista di Strada, era nato solo da due anni. Lucio Dalla volle rendergli omaggio, mettendosi spontaneamente a disposizione, offrendo la sua arte al pubblico casuale, tagliando ogni distanza creata dal palco o dai riflettori della tv, proprio come un vero busker, in un momento storico in cui non esistevano eventi di questo tipo. Si esibì a sorpresa con il chitarrista Jimmy Villotti insieme al Trio Blues Jeans.

Lucio Dalla aveva incontrato per la prima volta Stefano Bottoni, Ideatore e Direttore Artistico del Ferrara Buskers Festival®, nella sua Officina da fabbro e rimase colpito dalla sua idea, quella di creare una città in cui poter liberamente suonare per strada, tanto da voler sperimentare lui stesso, chiamando personalmente Stefano al telefono, aiutando così la manifestazione a crescere come eccellenza culturale.

All’inaugurazione della targa saranno presenti il Presidente della Fondazione Lucio Dalla Andrea Faccani, alcuni “amici musicisti” di Bologna, la sua vocalist Iskra Menarini, Franz Campi, Stefano Fucili, il Sindaco di Ferrara Alan Fabbri, il Direttore Artistico e Ideatore Stefano Bottoni e la Presidente dell’Associazione Ferrara Buskers Festival® Rebecca Bottoni.

Per informazioni: Associazione Ferrara Buskers Festival®.

Internazionale a Ferrara: assegnazione premio giornalistico “Anna Politkovskaja”

Da Addetta Stampa IIS Montalcini

Gli alunni dell’istituto Montalcini hanno partecipato all’assegnazione del Premio giornalistico “Anna Politkovskaja”, in apertura del Festival di Internazionale a Ferrara.

Classi quinte del Liceo Montalcini di Argenta incantati dalla vincitrice del Premio Politovskaja Augustina Armstrong-Ogbonna, una giornalista nigeriana che si occupa di cambiamenti climatici e dell’impatto ambientale causato dallo sfruttamento sempre più avido del territorio.
Nella sua attività da giornalista free lance, ha scoperto che un’azienda di un ex-ministro nigeriano prelevava sabbia nel delta del Niger per costruire una raffineria di petrolio, senza alcun permesso e con conseguenze ambientali devastanti per le popolazioni locali.
Per i suoi servizi sulla Radio pubblica della Nigeria, è stata minacciata di morte dall’ex-ministro ed ora vive in USA, dove ha chiesto asilo.
La giornalista nigeriana ha affermato che “Il cambiamento climatico esiste, è una realtà…E minaccia anche l’esistenza delle comunità, come Ferrara, perché quartieri come il mio spariscono per l’avidità degli uomini, che vogliono sempre più una bella vita, belle case e distruggono le piccole comunità”.
“Quando scrivo una storia, torno a vedere se le cose sono cambiate, se sono peggiorate…e se devo continuare a raccontare”.
“La natura ci manda segnali di un cambiamento climatico, che si intreccia con la disparità di potere ed economia che è spaventosa. A tutti piace lo sviluppo, ma…sviluppo per chi?”
Nel 2011 conferenza sul clima in Sudafrica partimmo in caravan da Lagos, poi Nairobi, Tanzania, Malawi fino Johannesburg. Vidi disastri ambientali e migrazioni di popoli: i Masai devono spostarsi per la siccità. In Botswana ci sono problemi di raccolta dell’acqua piovana.
La politica e l’impatto del cambiamento climatico dovrebbero ‘camminare’ di pari passo al fine di garantire un futuro migliore alle nuove generazioni.
Un incontro didattico-formativo arricchente ed entusiasmante che ha creato un dibattito vivo e sentito tra gli studenti e l’eclettica giornalista.

Inizia il Tour del Documentario “At The Matinée”

Da La Sarraz Distribuzione

At The Matinée di Giangiacomo De Stefano: a Ferrara la prima tappa del tour

Il 9 Ottobre parte da Ferrara il tour di presentazione nelle sale italiane del documentario At The Matinée, premiato dal pubblico all’ultima edizione del Biografilm Festival di Bologna.
L’appuntamento è alle 21.00 al Cinema Boldini (Via Previati, 18), al termine della proiezione incontro con il regista e Marco Pecorari, giornalista di Rumore.
Ingresso: 5 euro.
Nel 2006, il CBGB di New York, il più famoso rock club al mondo, chiude le sue porte per sempre. Tutti lo conoscono per Blondie, The Ramones e Talking Heads, ma nessuno ricorda che ciò che lo rese grande furono i matinée punk hardcore degli anni ’80.
Attraverso l’utilizzo di immagini di archivio e di interviste ai personaggi più autorevoli del tempo, At The Matinée ci riporta indietro nel tempo, quando New York e il Lower East Side erano completamente differenti, alla scoperta di un genere musicale che ha segnato un’epoca e una generazione, e le cui influenze sono arrivate fino in Italia. Diretto da Giangiacomo De Stefano, regista e produttore emiliano, il film è stato realizzato con il sostegno della Emilia Romagna Film Commission.

Domenica 6 ottobre, la giornata dell’Autiere 2019

Da Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Tutto pronto per il grande raduno degli Autieri, che avrà luogo domenica 6 ottobre, a partire dalle ore 10.30 davanti al monumento di via V.Veneto.

Gli Autieri tornano a riunirsi nella loro giornata più importante. Quella del raduno davanti al monumento di via V. Veneto e della celebrazione di una delle associazioni più longeve e attive del territorio. Il cerimoniale non sarà molto diverso dal solito, ma certamente saprà caricarsi di significati nuovi anche stavolta: lo scorso anno, fu la prima edizione senza la presenza dell’indimenticato monsignor Marcello Vincenzi (che agli Autieri, come al volontariato in generale era particolarmente legato) a pochi giorni dalla sua scomparsa. Quest’anno, quasi un anno dopo quella data, i labari delle associazioni ex combattentistiche e del volontariato faranno nuovamente bella mostra di sé, nel parco intitolato ad un altro storico ex autiere, quale “Ercoliano Fortini”. Il ritrovo avverrà attorno alle 10,30, dopodiché (alle 10,45) si svolgerà l’alzabandiera sulle note dell’Inno di Mameli. Alle ore 11 è previsto l’intervento delle autorità, con il sindaco Fabio Bergamini, il capitano Fabio Cavicchioli (presidente di sezione) ed i vertici degli Autieri. Prima che il corteo si incammini in duomo per la S. messa e la celebrazione eucaristica officiata (alle ore 11,20) da don Andrea Pesci. Come tradizione vuole, il momento di aggregazione della Giornata degli Autieri si concluderà al ristorante Tassi di viale Repubblica, per il pranzo che (di solito) porta sempre con sé le anticipazioni circa le attività future del gruppo militare.

Domenica inaugura la mostra sul ‘Catasto Carafa’ al Museo di Casa Romei

Da Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara

Il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara e il suo importante patrimonio storico culturale

Tra le tante mission del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, c’è anche la forte volontà di condividere il proprio patrimonio culturale mettendolo a disposizione di tutti ed è proprio in quest’ottica che è stata allestita una mostra tanto particolare quanto preziosa e rara da ammirare.
Grazie alla collaborazione che si è instaurata tra il Consorzio di Bonifica e il Museo di Casa Romei, domenica 6 ottobre alle 16, nella bella cornice di via Savonarola 30, apre ufficialmente la mostra dal titolo “Il fascino della cartografia: il catasto Carafa”, esposizione realizzata su progetto dell’Arch. Barbara Pazi che si potrà ammirare fino al 6 gennaio 2020.
“Sono documenti preziosi, di proprietà del Consorzio che mostrano chiaramente che l’evolversi della geografia estense è strettamente legata alla storia del territorio, nel tempo e nello sviluppo culturale ed economico – spiega il presidente Franco Dalle Vacche – Sono carte uniche e bellissime capaci già nel ‘700 di mostrare un’impressionante precisione nel tracciare spazi, corsi d’acqua, città e con strabiliante minuzia, anche le podesterie e ville estensi. Queste preziose opere consentono di ricostruire l’economia del territorio, le caratteristiche produttive, di studiare il tracciato delle vie di comunicazione d’acqua e di terra ma anche la comparazione delle opere idrauliche presenti nel settecento con quelle attuali”
Il “Catasto Carafa”, costituito da 92 registri, fu realizzato nel 1779 da esperti agrimensori che eseguirono la misurazione e la classificazione dei terreni tassabili dei tre comprensori del Polesine di Ferrara, di San Giorgio e della Transpadana veneta. Importante bene archivistico e fantastica documentazione per studi, statistiche e confronti con le realtà consorziali attuale e storiche del territorio ferrarese.
“Fu il cardinale Francesco Carafa, Legato di Ferrara, ad ordinare l’estimazione di tutti i terreni sottoposti alla “Congregazione dei Lavorieri”, antica istituzione che affidava ai proprietari diretti interessati la gestione e il controllo idraulico dei territori del Polesine di Ferrara, del Polesine di San Giorgio e della Transpadana Veneta, posti in gronda ai fiumi Po Grande, Po di Volano, Po di Primaro e Reno – dice Barbara Guzzon del Consorzio di Bonifica – ne derivò un Catasto, che raccoglie i quadri d’unione, detti topografia o corografia, ed i singoli fogli di mappa. La rappresentazione cartografica, geometrico-particellare, è riportata sulla facciata destra del registro ed ogni particella è contrassegnata da un numero che rinvia al possessore descritto sulla facciata sinistra. Ciascuna particella è descritta secondo la qualità di terreno. L’opera di accatastamento prevedeva, infatti, la distinzione delle superfici agrarie in cinque classi e sulla base di questo estimo rurale (dimensioni del possesso fondiario e qualità del terreno) veniva graduato il pagamento della cosiddetta Tassa de Lavorieri per poter eseguire i lavori di sistemazione degli Argini dei corsi d’acqua e l’escavazione degli Scoli”.

INTERNAZIONALE A FERRARA 2019
Al via la tredicesima edizione del festival del giornalismo

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

Più di 250 ospiti provenienti da 38 paesi e da 5 continenti per 250 ore di programmazione e 122 incontri, questi i numeri della XIII edizione di Internazionale a Ferrara, il festival di giornalismo organizzato dal settimanale Internazionale e dal Comune di Ferrara, presentato mercoledì alla Sala degli Arazzi del Palazzo Municipale di Ferrara.

“Questo festival – ha dichiarato Chiara Nielsen, vice direttore di Internazionale – è un’impresa collettiva che non riguarda solo noi e i giornali esteri che rendono per tre giorni Ferrara la redazione più grande del mondo, ma riguarda il coinvolgimento di tutte le realtà cittadine e che trasformano il festival in un momento di incontro tra tante anime e personalità. Quest’anno il filo rosso tra gli appuntamenti sarà il tema dell’emergenza climatica declinato in ogni settore, dall’economia alla società. Ricorderemo anche teatri di crisi dove l’attualità è incandescente. Inoltre, come ci siamo prefissi da diversi anni, ci saranno tante donne e si parlerà tanto di carcere. Come sempre non mancheranno i momenti di intrattenimento e una ricchissima programmazione per bambini”.
[Qui il programma completo]

“Diamo il benvenuto al festival di Internazionale – ha dichiarato il sindaco del Comune di Ferrara, Alan Fabbri – nella nostra bellissima Ferrara, patrimonio dell’Unesco, città ricca di storia e di tradizioni. Questi tre giorni dedicati a temi di grande attualità rappresentano, per tutti, un’occasione di riflessione sulle dinamiche che muovono politica ed economia, a livello nazionale e internazionale, e sulle ricadute che queste hanno sulla vita di ogni cittadino. Il valore intrinseco di una manifestazione come questa, sta nel dare spazio al confronto tra idee, anche diverse, senza limitazioni dettate da logiche di appartenenza. Siamo certi che dagli spunti che il festival saprà proporre potranno nascere ulteriori momenti di riflessione, capaci di arricchire l’intera comunità nella consapevolezza che le vicende del presente e del futuro ci appartengono e sono determinate dal percorso, dalle scelte e dalle idee di ciascuno di noi”.

Ad una settimana dalle grandi manifestazioni internazionali del 27 settembre scorso, parte il festival di Internazionale a Ferrara che ha scelto come filo conduttore le mobilitazioni che in tutto il mondo chiedono alla politica di agire contro il cambiamento climatico: #FerraraForFuture. Racconteranno il loro attivismo i protagonisti delle manifestazioni #FridaysForFuture: Maxime Lelong, organizzatore della prima Marcia per il Clima a Parigi, Daze Aghjl, attivista britannica di Extinction rebellion e Alexander Fiorentini, esponente di #FridaysForFuture Italia. Il premio Anna Politkovskaja, con cui si aprirà il festival, andrà alla giornalista ambientale nigeriana Augustina Armstrong-Ogbonna che per la sua inchiesta del 2016 sulle attività di dragaggio della società dell’ex Ministro degli Interni nigeriano Emmanuel Iheanacho è stata minacciata, sorvegliata dalle forze di sicurezza dello Stato e costretta a fuggire negli Stati Uniti.

Si parlerà del Brasile di Bolsonaro con Mônica Benicio, compagna di Marielle Franco, femminista brasiliana e attivista lgbt assassinata a marzo 2018, mentre il giornalista cileno Patricio Fernàndez con i colleghi Luz Mely Reyes, dal Venezuela, e Carlos Salinas Maldonado, dal Nicaragua, parleranno della svolta a destra nei governi dei loro paesi favorita dalla crisi economica e degli scandali di corruzione della sinistra. Approfondimenti anche sul Medio Oriente: dalla Siria allo Yemen fino alla rivalità tra Iran e Arabia Saudita che sta destabilizzando la regione. Ne discuteranno il professore Pejman Abdolmohammadi dell’Università di Trento, Stéphane Lacroix, politologo francese e il giornalista de L’Orient-Le Jour, Anthony Samrani.

Religione e nazionalismo saranno invece al centro del dibattito tra il politologo francese Olivier Roy e Monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo della diocesi di Ferrara e direttore della fondazione Migrantes. Sarà ospite del festival di Internazionale Shoshana Zuboff, attivista e professoressa alla Harvard Business School, autrice del libro The Age of Surveillance Capitalism che affronta il tema del controllo dei cittadini attraverso l’uso dei big data. Di tecnologie e futuro del lavoro discuteranno Maurizio Landini e il giornalista britannico Paul Mason, autore del recente Il futuro migliore (Il Saggiatore, 2019). Come ogni anno non mancheranno incontri dedicati al tema dei diritti umani e dei diritti delle donne. Dagli Stati Uniti, il giornalista Shane Bauer, la visual artist Nigel Poor e l’ex detenuto Earlonne Woods, co-conduttore e ideatore del podcast Ear Hustle, racconteranno come si vive all’interno delle prigioni americane. Un focus particolare sarà dedicato a come gli uomini che lavorano nell’industria culturale propongono l’immagine della donna. Ne parleranno Ellen Maria Tejle, promotrice della campagna A-rating per valutare i film in base alla rappresentazione delle donne, Christina Knight, copywriter e direttrice creativa svizzero-inglese, e Livia Podestà che promuove una corretta rappresentazione di genere sui media allo Swedish Institute di Stoccolma. Attenzione puntata anche sui diritti delle donne in Medio Oriente con Farahnaz Forotan, giornalista afghana, Fatima Faizi, corrispondente del New York Times da Kabul, e Rafia Zakaria, scrittrice e avvocata pachistana. Dialogheranno di femminismi la scrittrice e regista francese Virginie Despentes e il filosofo spagnolo Paul B. Preciado, filosofo della teoria queer e di studi di genere. E a Ferrara verrà lanciato l’European Network for Women Excellence, un database che raccoglie voci di donne autorevoli in tutta Europa.

Non mancheranno le presentazioni di libri e gli incontri con gli autori, fra gli altri il francese Edouard Louis. Infine, il cinema, la fotografia, il giornalismo per bambini e la musica. Alice Rohrwacher con Lazzaro Felice e Phaim Bhuiyan, che ha debuttato nei cinema italiani con Bangla. L’inchiesta di Laia Abril, fotografa e artista spagnola, lavoro multimediale sui rischi e le conseguenze dell’aborto illegale. Mentre dedicato al meglio del giornalismo per bambini sarà l’incontro con lo scrittore Davide Morosinotto e le giornaliste di due delle realtà internazionali editoriali più interessanti nel settore: Cécile Bourgneuf di P’tit Libé, Inge Kutter di Zeit Leo. Dedicati alla musica due appuntamenti speciali: sabato sera il concerto del cantautore italiano Diodato e domenica l’esibizione della band dei Musicisti per i diritti umani.

Appuntamento rinnovato anche per questa edizione con i documentari su attualità, diritti umani e informazione di Mondovisioni a cura di CineAgenzia, con la rassegna di audiodocumentari Mondoascolti, a cura di Jonathan Zenti e con i laboratori dedicati a bambine e bambini. Internazionale a Ferrara è un festival senza barriere architettoniche e accessibile a tutti. Alcuni degli incontri saranno tradotti nella Lingua dei segni italiana.

Michele Pinelli, delegato alla Terza Missione Università di Ferrara

“La diffusione del sapere, del dialogo e della riflessione sono le basi su cui si fonda la ormai solida e duratura collaborazione dell’Università di Ferrara con il Festival. Il coinvolgimento dell’Ateneo ha diverse manifestazioni: dall’apertura di palazzi di prestigio e aule per accogliere appuntamenti e incontri del programma ufficiale al tradizionale workshop organizzato dal Master in giornalismo scientifico. Novità di quest’anno, lo stand Unife presente in piazza Trento Trieste, in cui sarà possibile raccogliere informazioni sull’offerta formativa dell’Ateneo e su come immatricolarsi e in cui saranno presenti le nuovissime linee di abbigliamento e oggettistica griffate Unife. Ma soprattutto, lo stand veicolerà il messaggio del progetto di crowdfunding dedicato alla raccolta fondi per progetti di ricerca dell’Ateneo ad alto valore scientifico e con ricadute concrete sulla collettività”.

Francesca Molesini, Assessore alla Cultura del Comune di Portomaggiore

“Per il quarto anno il Comune di Portomaggiore aderisce al programma del Festival di Internazionale a Ferrara, ospitandone in Sala Consiliare l’unica tappa ‘fuori sede’. Sabato 5 Ottobre alle 10, avremo l’onore di incontrare la vincitrice del Premio Anna Politkovskaja 2019, Augustina Armstrong-Ogbonna, giornalista multimediale nigeriana, specializzata in informazione sull’ambiente e sviluppo sostenibile. Verrà intervistata dal giornalista Edoardo Vigna, caporedattore del magazine Sette del Corriere della Sera, dove cura anche la rubrica Afrasia e titolare del blog Globalist su corriere.it. Sarà un’importante occasione di confronto e approfondimento su una delle tematiche attualmente più rilevanti a livello mondiale”.

Paolo Govoni, presidente della Camera di Commercio di Ferrara

“Internazionale ci ricorda quanto complesse e difficili siano ancora oggi le problematiche del nostro tempo, che è importante documentare con misura critica, trasparenza e coraggio raccogliendo e valorizzando i fermenti di riscatto e di progresso che pure non mancano, e che si manifestano in tanti campi e settori, anche particolarmente avanzati e innovativi, e specialmente tra le nuove generazioni. Sono convinto che il Festival saprà, ancora una volta, assolvere un ruolo cruciale per promuovere il confronto pubblico sui problemi ancora aperti e sulle prospettive da perseguire”.

Chiara Magni, responsabile Public engagement di MSF Italia

“Anche quest’anno porteremo a Ferrara la nostra testimonianza dalle crisi umanitarie in cui operiamo – come il Venezuela, la Libia, l’Ebola in RDC – ma anche sulle sfide in corso per garantire le cure a chi ne ha bisogno. Oggi pazienti affetti da malattie come HIV, Tubercolosi ed Epatite C continuano a morire perché non hanno accesso ai trattamenti salvavita, ancora inadeguati, inaccessibili o troppo costosi. Ne parleremo celebrando i venti anni della nostra Campagna per l’Accesso ai Farmaci, che dal 1999 opera per promuovere l’accesso alle cure. Al corner di MSF in piazza Trento e Trieste una speciale installazione interattiva sul tema della Luna – anch’essa inaccessibile fino a 50 anni fa – coinvolgerà il pubblico e lo inviterà a fare la propria parte perché il diritto alla salute sia davvero garantito”.

Valentina Preti, Ufficio Comunicazione Alce Nero

“Torniamo al Festival di Internazionale perché troviamo qui il naturale contesto per affrontare le tematiche che mettiamo al centro del nostro lavoro. In particolare, quest’anno portiamo a Ferrara il progetto “Siamo fatti di terra”: un ciclo di eventi nati per approfondire, insieme ad agronomi, nutrizionisti e ricercatori, lo stretto rapporto tra la salute del pianeta e quella delle persone, partendo da un’agricoltura responsabile, biologica. Saremo al Teatro Nuovo domenica 6 ottobre alle 11:30″.

Daniele Bertarelli, Presidente della cooperativa Sociale CIDAS

“Anche quest’anno CIDAS conferma il sostegno al Festival Internazionale a Ferrara. La nostra cooperativa sociale è nata nel 1979 dalla volontà di un gruppo di famiglie di ragazzi con disabilità, che si è associato per fornire servizi a loro tutela. Oggi, 40 anni dopo, ci siamo ulteriormente specializzati nella cura della disabilità con 7 strutture tra centri socio riabilitativi residenziali e diurni, e un centro socio occupazionale. Nel tempo la cooperativa si è sviluppata ed attualmente offre anche servizi socio sanitari per anziani, attività educative per l’infanzia e l’adolescenza, fornisce trasporto sanitario, gestisce servizi rivolti all’accoglienza ed integrazione dei migranti, si occupa di mediazione sociale ed inclusione lavorativa, in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Al centro del nostro lavoro ci sono sempre i diritti di cura e i bisogni degli ospiti e delle loro famiglie, per questo abbiamo proposto al Festival un appuntamento sull’affettività e la sessualità delle persone con disabilità, che vedrà la partecipazione di esperti del settore tra cui un nostro educatore.
Inoltre, dato il nostro impegno per l’inclusione delle persone migranti, con una nostra insegnante di italiano per stranieri, parteciperemo all’incontro sull’arricchimento linguistico e culturale dato dalla presenza nelle nostre comunità di persone di altri paesi”.

Luca Grandini, responsabile provinciale Cna Artistico e Tradizionale Ferrara

“Come ogni anno la Cna di Ferrara partecipa a Internazionale con l’eccellenza degli artigiani e dei sapori tradizionali delle nostre terre, in collaborazione con la strada dei Vini e dei Sapori. L’esposizione dell’artigianato artistico, la cena per i giornalisti e il mercato dei sapori artigiani sono altrettante dimostrazioni che uno sguardo sul mondo aperto e senza pregiudizi ben si concilia con la consapevolezza profonda delle proprie tradizioni”.

Paolo Bruni, presidente Cso Italia

“Le pere IGP dell’Emilia Romagna non sono solo straordinari frutti autunnali pieni di gusto e proprietà nutrizionali ma rappresentano anche una vera e propria bandiera del Made in Italy nel mondo. Sono coltivate esclusivamente in aree storicamente vocate tra le quali spicca Ferrara che, rappresenta la culla mondiale della produzione di pere seguita da Modena, Bologna, Reggio Emilia e Ravenna.
Il patrimonio produttivo della pericoltura emiliano romagnola rappresenta un importante traino per l’export agroalimentare che, come è noto è una delle voci più significative del pil nazionale. Una bandiera quindi che rappresenta i produttori italiani e che quest’anno sta vivendo una crisi drammatica legata alla presenza massiccia della cimice asiatica. Una crisi che rischia di mettere in ginocchio il settore. Per questo è importante unire le forze e le competenze per sostenere tutta la filiera”.

Francesca Tamascelli, responsabile Doc Servizi Ferrara

“Doc Press è la cooperativa dei giornalisti indipendenti nata per promuovere un giornalismo sostenibile e di qualità. I soci, che si sono dati un regolamento interno, puntano sulla professionalità, la cooperazione e utilizzano l’opportunità data dallo sviluppo di nuove tecnologie. Partecipiamo al Festival di Internazionale con una serie di iniziative e, tra queste, l’incontro ‘Cooperazione e nuove tecnologie per un giornalismo forte e sostenibile’ – venerdì 4 ottobre alle 15,30 – nell’Arci Bolognesi di Ferrara. Durante il Festival, del quale condividiamo i valori, vogliamo incontrare e parlare con il maggior numero possibile di giornalisti freelance. Ai colleghi vogliamo raccontare cosa facciamo e capire se possiamo sviluppare insieme opportunità. Doc Press fa parte di Doc, la rete di professionisti nei settori di Arte, Cultura, Industria Creativa e Impresa Culturale che gestiscono la propria attività in cooperativa per ottenere più vantaggi e tutele”.

Serena Scarfi, responsabile organizzazione mostra World Press Photo

“Anche quest’anno siamo felici di portare la mostra World Press Photo a Ferrara perché crediamo che sia la più importante rassegna internazionale di fotogiornalismo che, attraverso il linguaggio della fotografia, è in grado di restituire la complessità dell’umanità attuale. Ci auguriamo che la mostra rappresenti uno strumento di riflessione e di apertura verso la diversità e le paure, spesso indotte dai mezzi di comunicazione di massa. Per questo invitiamo tutti a visitare la mostra che si terrà al Padiglione d’Arte Contemporanea dal 4 ottobre al 3 novembre 2019”.

Giornata internazionale dell’insegnante

Da Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata Internazionale degli insegnanti istituita dall’UNESCO nel 1994, intende porre l’accento sulla figura dei docenti come professionisti della formazione e mettere in evidenza il loro preziosissimo ruolo di guida dei nostri giovani. Dal 1994, quindi, ogni 5 ottobre vengono commemorate le organizzazioni di insegnanti di tutto il mondo. Tale giornata permette di riflettere sul ruolo importante e difficile degli insegnanti e sulle tante sfide che quotidianamente essi ,oggi, si trovano ad affrontare.
E’ opportuno ricordare che le Nazioni Unite, tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, riconoscono gli insegnanti come soggetti chiave per favorire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva. Tra gli Obiettivi comuni che i 193 Paesi membri dell’Onu si sono impegnati a raggiungere entro il 2030, un posto di rilievo è occupato dalla funzione educativa dei docenti i quali sono investiti, tra le altre cose, della responsabilità di portare in classe i valori dell’Agenda 2030. Si tratta di un compito singolare che dovrebbe solo accrescere l’importanza che da sempre ha avuto questo mestiere, il nostro.
In tutte le epoche, indipendentemente dai metodi pacifici o violenti adoperati, non mancava mai il rispetto e a volte la venerazione verso la figura dell’insegnante, di colui che aveva la responsabilità di istruire coloro che all’interno della nostra società rappresentavano il futuro, la frontiera del domani. La figura del maestro è sempre stata profondamente rispettata perché rispecchiava la sincera esigenza di apprendere da coloro che erano ritenuti saggi. L’insegnante era importante perché tramandava ai posteri una solida e indispensabile conoscenza e trasmetteva ai più giovani la passione per lo studio.
L’insegnamento quindi era un lavoro, un mestiere, una professione, un’arte. Un’arte forse per pochi, che richiedeva talento, competenza, inventiva. L’insegnante era uno specialista del sapere perennemente impegnato nell’avventura intellettuale. Nessuno doveva subirlo, perché insegnava certamente ciò che nei libri non si poteva trovare, insegnava in primis la sua specialità e poi qualche altra straordinaria cosa. Insegnava l’onestà, il desiderio di sapere, il coraggio di riflettere. Ed educava insegnando.
Quello dell’insegnamento è sempre stato uno lavoro straordinario e difficile. Negli ultimi tempi, almeno per quanto riguarda la situazione del nostro Paese, l’insegnamento è diventato un lavoro usurante, frustrante e sempre più povero di soddisfazioni. Probabilmente questo è dovuto all’irrimediabile conseguenza dei continui tagli che negli anni ha subito la scuola pubblica. Ciò ha portato a stipendi sempre più bassi per maestri e professori e soprattutto a un numero di cattedre ridotto al minimo (con conseguente aumento del precariato)
La cronaca, inoltre, ci consegna troppo spesso l’immagine di una scuola che arranca, di una scuola sofferente dove insegnanti, alunni e genitori, faticano a realizzare quella alleanza educativa indispensabile per la formazione dei giovani. Eppure gli insegnanti ce la mettono tutta. Ce la mettono tutta anche se mancano le risorse, anche se c’è poco personale, anche se le classi sono troppo numerose, anche se la burocrazia è sempre maggiore e i corsi di aggiornamento sempre di più e i compensi, almeno nel nostro Paese, tra i più bassi in Europa. Gli insegnanti ce la mettono tutta perché amano il loro lavoro.
Il CNDDU, alla vigilia di una giornata così importante per chi opera nel campo della formazione e dell’insegnamento, ci tiene ad affermare senza polemica alcuna e con spirito critico che molto spesso i docenti sono solo il capro espiatorio dei mali della società, anche se purtroppo appaiono come i colpevoli nel degrado dei comportamenti dei più giovani e della mancanza di competenze di questi ultimi.
Siamo fortemente convinti, e lo ribadiamo ancora, che non ci si può improvvisare insegnanti, perché ci vuole tanto studio e una preparazione che non è solo competenza tecnica sull’argomento, quella è data per scontato. Bisogna acquisire una capacità comunicativa per diventare affidabili e validi agli occhi dei nostri studenti i quali devono poter scommettere su di noi e vincere questa scommessa. Spesso chiediamo ai ragazzi curiosità, e ripetiamo loro che se manca quest’ultima manca tutto. Ma noi siamo abbastanza curiosi di loro? Siamo ironici? Parliamo la loro stessa lingua o saliamo sulla cattedra per segnare distanze, perderli e non ritrovarli più?
Le incombenze scolastiche sono tante, i pacchi di compiti da correggere anche. E c’è sempre un nuovo progetto da buttar giù. Noi del CNDDU lo sappiamo bene, siamo anche noi docenti e la scuola è casa nostra. Solo che a volte questa casa è caotica e stressante. Ma non molliamo! Non facciamoci prendere dallo sconforto, miglioriamo noi stessi, se vogliamo migliorare loro. E poco importa se quella collega somiglia alla maestrina dalla penna rossa o se quel collega invece ricorda gli austeri maestri del tempo che fu. Magari i nostri studenti hanno bisogno di entrambi e da entrambi possono imparare qualcosa. Del resto, la scuola insegna che c’è posto per tutti al mondo! Buon proseguimento, cari colleghi! E buona meritata festa!

Il decennale (2009/2019) del Riso del Delta del Po IGP

Da Ufficio Stampa Ascom Ferrara
Le iniziative del Consorzio Riso del Tapo con il supporto di Ascom e Fipe Confcommercio

I ristoranti del territorio celebrano il decennale del Riso del Delta del Po IGP. Uno dei prodotti agroalimentari più caratteristici del territorio, coltivato nelle sue quattro varietà (Arborio, Baldo, Carnaroli, Volano), verrà espressamente inserito nei menu di ristoranti e gastronomie nel Delta del Po (compresa la provincia di Rovigo), nel resto del ferrarese e a seguire in città. Attualmente sono una trentina i locali che finora hanno aderito all’iniziativa (ma presto diventeranno una cinquantina): il progetto è promosso da Ascom Confcommercio, Fipe e Consorzio del Riso del Delta IGP con l’impegno di offrire ai clienti non un riso qualsiasi ma il prodotto così come riconosciuto e disciplinato dal marchio europeo di qualità di ‘indicazione geografica protetta’. La conferenza stampa odierna è: “Un’occasione per incrementare la conoscenza di una materia prima tipica ed eccellente della nostra zona ma non ancora diffusa come merita – sottolinea Davide Urban direttore generale di Ascom Ferrara -. Ed è di fatto un modo per allargare con semplicità le proposte dei menu, anche a beneficio del turismo”. La provincia di Ferrara (7mila gli ettari coltivati complessivamente a riso, di cui 1587 IGP) è una delle prime cinque province, al livello nazionale, per resa su ettaro. Una coltivazione di cui si ha testimonianza fin dalla fine del XV secolo, in un’area dalle condizioni particolarmente favorevoli, sia per la natura dei terreni (a natura argillosa, limosa a grande ricchezza minerale) sia per il basso livello di inquinamento data la vicinanza al mare e la scarsa urbanizzazione e industrializzazione. I ristoranti che partecipano al progetto si estendono da Cento fino a Goro, e hanno potuto avvalersi della collaborazione del consorzio, che senza intermediazioni ha permesso la vendita e la consegna del Riso IGP a condizioni vantaggiose tramite i risicoltori associati.
” Secondo l’indagine Qualivita – ricorda Adriano Zanella presidente del Consorzio – nel 2018 ben l’86% degli esercizi di ristorazione usa prodotti IGP/DOP nelle proprie ricette. Eppure, solo il 39% dei ristoratori intervistati comunica e valorizza l’utilizzo di prodotti IGP/DOP presso i consumatori (carte del menù, listini, presentazioni, certificati, etc.). L’iniziativa creata in collaborazione con Ascom e Fipe tende a valorizzare sempre di più la ristorazione d’eccellenza legata all’utilizzo dei prodotti a marchio di qualità, come il Riso del Delta del Po IGP, in particolare nella informazione/formazione verso i consumatori. L’inserimento nei menù dei ristoranti è l’inizio di un percorso importante, che parte dalle province di Ferrara e Rovigo, ma che sarà ampliato nei territori circostanti per creare un vero e proprio circuito d’eccellenza “. I menu contenenti ricette di risotti sono consultabili attraverso i canali sia del consorzio stesso sia di Ascom Confcommercio (sito e facebook istituzionali).
“Con il lancio di questa iniziativa, intendiamo dimostrare che i ristoratori possono costituire un canale privilegiato per affermare un prodotto e renderne abituale il consumo – auspica Matteo Musacci presidente provinciale Fipe Confcommercio –. Oltretutto la caratterizzazione come Igp costituisce di per sé un valore aggiunto; spetta e conviene agli stessi pubblici esercizi valutare come sfruttare al meglio questa ricchezza, in maniera tradizionale o innovativa. Perciò l’iniziativa non ha limiti di durata, e resta aperta a ulteriori adesioni di chi creda in questo progetto di valorizzazione, al tempo stesso della propria attività e del territorio”.

I ristoranti che aderiscono al Decennale del Riso del Delta del Po Igp si trovano a: Argenta (Cavallino bianco), Cento (Il girone dei golosi), Codigoro (L’oasi di Canneviè, Vo d’or), Comacchio e Lidi (Bagno Astor, Bagno Nettuno, Bagno Sarah, Gallanti Beach – Il Gallantino, Locanda del Delta, Nuovo Apollo, Quelli di Flip, Sagano, Trattoria del borgo), Ferrara ( Manifattura Alimentare, Leon d’Oro [solo punto vendita], Gelateria K2), Goro (Locanda Ferrari, Motonave Principessa), Lagosanto (Bottega e Cucina Da Pateracchio, La Saraghina, Osteria Matterello), Mesola (Locanda del Bosco), Ostellato (Il Tassone, Osteria delle Vallette, Trattoria Stella d’oro), Portomaggiore (Al Baruffino), Porto Tolle (Canarin, Osteria Arcadia), Porto Viro (Zafferano), Spazzate Sassatelli (M’Attira), Ariano nel Polesine (Villa Ferri).

Il 2019 è l’anno di celebrazione del Decennale di ottenimento del marchio d’eccellenza IGP (2009/2019).

Progetti principali:
progetto con i ristoranti del territorio per inserire il Riso IGP nei menù
progetto con gli istituti alberghieri dell’Emilia-Romagna e del Veneto per ampliare la didattica sui prodotti del territorio
partecipazione alle principali fiere dell’agroalimentare italiano (Vinitaly Verona, Cibus Connect Parma, Festival della Cucina Veneta Albignasego, Festival DOP/IGP Lazise
Vetrina del Riso alla Sagra del Riso a Jolanda di Savoia, e alla Fiera del Riso a Porto Tolle
progetto solidale con le Caritas diocesane di Adria-Rovigo, Chioggia e Ferrara-Comacchio per la distribuzione di confezioni di Riso IGP alle famiglie in stato di bisogno
settimana del Riso IGP a FICO Bologna (domenica 20 ottobre si parte con l’evento “Tramonto diVino” organizzato dalla Regione Emilia-Romagna, poi dal 21 al 26 ottobre tante attività dedicate al Riso IGP all’interno di FICO Bologna)
Le iniziative promozionali sono patrocinate da: Ministero Politiche Agricole, Regione Emilia-Romagna, Regione Veneto, Camera di Commercio Ferrara, Camera di Commercio Venezia-Rovigo, MAB Unesco / Parco del Delta del Po, Ascom Confcommercio, Caritas Italiana, BPER Banca.

Lega: il crocifisso resta nelle scuole

Da Gruppo Lega Nord Emilia e Romagna

Il consigliere regionale della Lega, Matteo Rancan, primo firmatario della Risoluzione che impegna la Giunta ad attivarsi, per quanto di sua competenza, perché in tutte le scuole emiliano – romagnole continui ad essere affisso il crocifisso, in conformità con quanto previsto dai Regi decreti n.965 del 1924 e n. 1297 del 1928; dal Consiglio di Stato n. 556 del 2006 e dalla sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo del 18 marzo 2011. La candidata del Carroccio alla presidenza della Regione, Lucia Borgonzoni: “Rappresenta la storia, la cultura, i valori e le tradizioni della Regione e di tutta l’Italia”.

“Ad oggi la disputa sulla presenza del crocifisso nelle scuole è quanto mai campata per aria: il crocifisso resta nelle aule scolastiche perché così impone la legislazione vigente. Spiace sottolinearlo, ma il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramenti, deve studiare di più”.

Così il consigliere regionale della Lega, Matteo Rancan, primo firmatario della Risoluzione che impegna la Giunta ad attivarsi, per quanto di sua competenza, perché in tutte le scuole emiliano – romagnole continui ad essere affisso il simbolo cristiano.

“La scelta di esporre il crocifisso nelle aule scolastiche è il risultato di una serie di interventi della legislazione italiana dall’epoca risorgimentale ad oggi – si legge nel documento firmato anche da Gabriele Delmonte, Stefano Bargi, Fabio Rainieri, Daniele Marchetti, Marco Pettazzoni, Massimiliano Pompignoli e Andrea Liverani-: la normativa, relativa all’imposizione del crocifisso nelle scuole italiane, trova una prima indiretta indicazione nella legge Casati del 1859. Ad essa, sono susseguiti due Regi decreti (da ritenersi ancora in vigore in quanto mai abrogati) del 1924 e del 1928, relativi agli arredi scolastici delle scuole primarie e secondarie di primo grado, dove il crocifisso appare insieme al ritratto del re (aggiornato con il ritratto del presidente con l’avvento della Repubblica)”

Ma c’è di più: la presenza del crocifisso negli spazi pubblici è passata anche al vaglio del Consiglio di Stato, della Corte Costituzionale e della Corte europea dei diritti dell’uomo (2009).

Il Consiglio di Stato si è pronunciato due volte: la prima nel 1988 in cui ha ricordato che i due Regi decreti del 1924 e del 1928 sono tutt’ora vigenti, sottolineando che il crocifisso “a parte il significato per i credenti, rappresenta il simbolo della civiltà e della cultura cristiana, nella sua radice storica, come valore universale, indipendentemente da specifica confessione religiosa” e la seconda volta, nel 2006, quando il Consiglio di Stato medesimo ha ribadito “la valenza dei due Regi decreti”. In più, il Consiglio di Stato n. 556 del 2006 ha, inoltre, chiarito l’idea di laicità in Italia, sostenendo che “il principio di laicità non risulta compromesso dall’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche.

“Il crocifisso – aggiunge la candidata leghista alla presidenza della Regione, Lucia Borgonzoni- costituisce anche un simbolo storico – culturale; esso rappresenta un segno di identificazione nazionale. Insieme ad altre forme di vita collettiva e di pensiero, esso rappresenta uno dei percorsi di formazione del nostro Paese e in genere di gran parte dell’Europa, la cui origini cristiane non non possono essere né negate né cancellate”.

“D’altronde il crocifisso non è un simbolo discriminatorio, bensì richiama valori civilmente rilevanti ed è simbolo della cultura italiana e, come tale, ha anche una funzione educativa, a prescindere dalla religione professata: è la testimonianza delle radici del Paese. La presenza del crocifisso nelle aule scolastiche non impedisce infatti agli studenti di altre culture e religioni di esprimersi, ma esprime che la laicità, tutelata dalla stessa Costituzione, è conseguenza delle radici cristiane d’Italia. Il rischio vero, infatti, è quello di intendere il concetto di laicità della scuola e dello Stato come luoghi privi di storia, di radici e di cultura. Pretendere che gli insegnanti e gli alunni siano privi di idee proprie. Uno Stato laico dovrebbe garantire a tutti di poter vivere la propria fede, non per togliere ma per aggiungere e tutelare; in questo modo la laicità diventa una ricchezza e non un impoverimento, ma il crocifisso nelle scuole non è una questione di fede, bensì di cultura” conclude Borgonzoni.