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Mese: Novembre 2019

Sardine ovunque: ma nuotare ‘in direzione ostinata e contraria’
è l’unico modo per non farsi mettere in scatola

Novembre Duemiladiciannove: le sardine dilagano in un’Italia allagata.

Dopo ‘La Prima’, andata in scena a Bologna il 14 novembre con 15.000 sardine protagoniste, lo spettacolo si sta ripetendo ovunque. All’appello hanno già risposto più di 60 città (grandi, medie e piccole). Hanno già riempito le piazze di Modena, Sorrento, Reggio Emilia, Palermo, Reggio Emilia, Rimini, Marsala, Parma… Giovedì scorso le sardine manifestavano a Genova, Piacenza e Verona, ieri a Mantova, oggi invece saranno in 20 città: da Milano a Firenze, da Monfalcone a Pesaro, da Rovigo a Treviso, e a La Spezia, Cosenza, La Maddalena, perfino ad Amsterdam.

Sempre oggi, le sardine si sono date appuntamento alle 20 in piazza Castello, a Ferrara, la ‘roccaforte rossa’ (si fa per dire) caduta dopo settant’anni in mano della Lega e del Centrodestra. E da domani si ricomincia: Milano, Padova, Taranto, Avellino, Benevento, Ascoli Piceno, Cagliari, Siena, Taranto, Pescara, Dublino, Bari, Forlì, Torino… fino all’appuntamento del 14 dicembre a Roma, proprio nella storica piazza San Giovanni: dove a ottobre Salvini aveva raccolto 200.000 seguaci, le libere sardine vogliono arrivare al milione.

Fin qui i numeri, davvero impressionanti. E, ancora più sorprendente, è la rapidità e la capillarità con cui questo movimento (io lo chiamo così anche se molti non sono d’accordo) si è diffuso in tutta la penisola. Gli stessi media sono rimasti spiazzati. Esattamente come era successo alcuni mesi fa davanti ai ragazzini del Friday for Future. E sorpreso è stato tutto il mondo dei partiti e della politica, tutta la nomenclatura che, normalmente, si sbraita e si accapiglia in parlamento, in televisione, sui social.

Primo fra tutti – il più sorpreso, il più spiazzato, il più in difficoltà – colui che da molti mesi percorre incontrastato le piazze mediatiche e quelle reali. Negli ultimi due anni Matteo Salvini era stato l’ultimo (il penultimo era stato Beppe Grillo con i suo Vaffa day) a girare per l’Italia accolto da folle osannanti, l’unico a ‘fare il ‘pieno’ in qualsiasi piazza. Tutti gli altri (a sinistra come a destra) nemmeno ci provano a presentarsi sopra un palco all’aperto. Passato all’opposizione del governo giallo-rosso, Salvini ha raddoppiato il suo attivismo e, dopo aver trionfato in Umbria, sta puntando il mirino sulle elezioni di gennaio in Emilia Romagna, la regione simbolo della Sinistra.

In realtà, anche stando all’opposizione – complice quel poderoso vento di destra che agita tutto il pianeta (da Orban alla Le Pen, da Trump a Maldonado) – continua ad avere, anzi, ad essere in maggioranza: la sua narrazione populista e sovranista, il suo ritornello sugli emigranti invasori, sembra sovrastare qualsiasi voce contraria. Finché un giorno, senza nessun preavviso, senza nessuna regia occulta, arrivano quelle maledette sardine: giovani, pacifiche, ironiche, coloratissime. Cantano Bella Ciao, sbeffeggiano il leader leghista, si dichiarano antifasciste, anti-populiste, anti-sovraniste. Così il popolo delle sardine ha occupato il campo e rischia di rubare la scena a Matteo Salvini. Il quale Salvini fa spallucce, ostenta la consueta sicurezza, ma non riesce a nascondere la preoccupazione. Come fai a vincere sulle sardine? Quelle, sono molto più pericolose di Conte, Di Maio e Zingaretti messi insieme.

Finita la sorpresa, sono cominciati i commenti, le analisi, le obiezioni, le critiche. Le insinuazioni. E naturalmente i buoni consigli alle giovani, ingenue e inesperte sardine che si stanno avventurando nel procelloso mare della politica.

La prima obiezione, solo apparentemente fondata, è che le sardine, prendendosela in primis con Salvini, fanno opposizione all’opposizione, invece che al governo in carica. ‘E’ un controsenso’, ripetono tutti gli esponenti della Destra e del Centrodestra. E non solo loro. Anche commentatori e intellettuali progressisti – anche Claudio Pisapia su questo giornale – muovono la medesima obiezione. Senza capire che siamo di fronte a un movimento spontaneo e di massa, non ad un partito o a una formazione politica organizzata. I movimenti fiutano l’aria e si muovono (pro o contro) di conseguenza. Così, le sardine hanno sentito come insopportabile l’egemonia (mediatica, culturale, politica) della narrazione populista, sovranista ed egoista. Contro questa egemonia – che oggi è di fatto in maggioranza in Italia e in Europa – hanno deciso di battere un colpo, di rendersi visibili, di proporre una diversa narrazione. E si sono dati appuntamento in piazza, una esperienza che molti ventenni e trentenni non avevano mai provato in vita loro.

Dietro Greta Thunberg, ad animare il movimento planetario del Friday for Future e del Green Friday (anche ieri è andata in scena una replica in 139 città italiane e in tutto il mondo), sono i teenager, i ragazzini del terzo millennio. Gli inventori e promotori del popolo delle sardine sono invece i ventenni e trentenni, la cosiddetta ‘generazione invisibile’. La grande novità – tutta politica – di questi movimenti sta proprio qui. L’emersione (nel caso delle sardine mi sembra la parola giusta) di nuovi soggetti che fino allora se n’erano stati zitti e buoni, solerti consumatori dell’ultimo articolo immesso sul mercato.

Eppure l’odore delle sardine a molti non piace, storcono il naso. Siete effimeri, un fuoco di paglia destinato a spegnersi rapidamente  Siete infantili, ‘troppo poco politici’, siete solo contro, non proponete niente di concreto. E, visto che affollate le piazze, visto che siete un popolo, siete populisti anche voi. In un talk show ho sentito un giornalista evocare addirittura gli orrori della Rivoluzione Russa e appioppare alle sardine una citazione (storpiata) di Lenin: “L’infantilismo è la malattia del comunismo”. In realtà Lenin diceva che “l’estremismo è la malattia infantile del comunismo”. Beh, tutto si può dire delle sardine, tranne che siano un movimento estremista e violento..

Non so se le sardine avranno una lunga vita, non so che direzione prenderanno nel prossimo futuro, ma la loro navigazione è piena di insidie. Insieme alle critiche, stanno infatti arrivando anche gli applausi e i complimenti. Più o meno interessati. Probabilmente c’è qualcuno che sogna – qualcuno ci prova sempre – di ‘incanalare il movimento’; di metterci sopra il cappello, o la propria bandiera.  Da qui viene il pericolo maggiore, non dai pinguini sovranisti recentemente apparsi sul web.

Per ora le sardine nuotano libere, se però non riusciranno a difendere la loro autonomia, corrono il rischio inscritto nel triste destino di alici e consimili, quello di finire in scatola.

 

Agrinsieme Ferrara: mobilitazione permanente di aziende agricole e cooperative agroalimentari

Da: Ufficio Stampa Cia – Agricoltori Italiani Ferrara

In occasione di FuturPera il coordinamento ha fatto il punto sui provvedimenti messi in campo per sostenere le aziende agricole colpite crisi di liquidità e chiedere date certe per l’attuazione dei provvedimenti e risposte concrete a livello istituzionale.

Risposte concrete e date certe per l’attuazione dei provvedimenti presi a livello regionale e nazionale per sostenere le aziende agricole colpite da cimice asiatica e le altre gravi fitopatologie del pero. Questo chiede il coordinamento di Agrinsieme Ferrara – che riunisce Cia – Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – che ha fatto il punto sulla situazione di aziende e cooperative in occasione di FuturPera – Salone internazionale della Pera. L’obiettivo di mantenere costante l’attenzione sulle difficoltà del comparto dopo l’importante mobilitazione, organizzata lo scorso 18 settembre a Ferrara e in tutte le province della Regione.

“Il coordinamento di Agrinsieme ha decretato uno stato di mobilitazione permanente – spiega Stefano Calderoni, presidente di Cia Ferrara e coordinatore di Agrinsieme – perché le nostre aziende non possono più attendere oltre, hanno bisogno di sapere quando arriveranno le risorse e saranno attuati i provvedimenti annunciati, in particolare gli stanziamenti straordinari da parte del ministero, la sospensione dei mutui di due anni – annunciata da ABI e ministro Patuanelli proprio nei giorni scorsi – e dei pagamenti dei contributi previdenziali all’INPS. Le nostre richieste, infatti, sono state accolte sia a livello regionale che nazionale, anche grazie alla visita della ministra Bellanova che si è resa conto del problema enorme che attraversa il settore. Ora, però, dobbiamo sapere concretamente se gli agricoltori dovranno pagare la rata di dicembre dell’INPS o se andando in banca potranno usufruire della moratoria sui loro mutui, senza naturalmente diventare “cattivi pagatori”. Perché la situazione è insostenibile e in questa fase non serve una politica degli annunci, ma scadenze e date precise. Inoltre – continua Calderoni – abbiamo chiesto a Bruxelles un fondo straordinario di almeno 300 milioni di euro, lo stesso assegnato per risolvere il problema della Xylella in Puglia, perché si tratta di una crisi del tutto analoga. La mobilitazione vedrà una serie di iniziative nelle prossime settimane e andremo avanti finché non otterremo quello che spetta al comparto frutticolo ma anche all’intero settore, perché certamente oltre ai problemi fitosanitari della frutticoltura, c’è una crisi dei prezzi che coinvolge tutte le aziende e le cooperative, che attraversano una fase produttiva ed economica difficilissima”.

Anche Gianluca Vertuani, presidente di Confagricoltura Ferrara, ha ribadito che il coordinamento di Agrinsieme ha aperto un percorso unitario di mobilitazione che continuerà ad oltranza.

“Nonostante gli importanti interventi e l’impegno dell’assessore regionale Caselli e della ministra Bellanova non abbiamo niente in mano e non riusciamo a dare risposte alle nostre aziende che devono chiudere i conti e avere una speranza e una prospettiva per ripartire. Attualmente non esiste ancora, nonostante la ricerca e la sperimentazione sulla vespa samurai, una soluzione alla cimice asiatica e temiamo che il 2020 sarà identico a questa annata. E non sappiamo se gli operatori della filiera, a partire dalla produzione, riusciranno a superarlo. Rischiamo di perdere un patrimonio che ha formato il nostro territorio e non è solo un indotto economico, ma fa parte della nostra cultura e della nostra identità. Si parla tutti i giorni di fondi per Ilva e Alitalia e non voglio fare paragoni tra quella crisi e la nostra, ma voglio dire: ci siamo anche noi, ci sono le nostre aziende che rischiano di chiudere e un intero indotto occupazionale che andrà in default”.

Concetti ribadite da Roberto Crosara, presidente di Confcooperative, che ha ribadito la forte necessità di unità sia a livello di associazioni che di istituzioni e la perdita di occupazione nel comparto.

“Abbiamo bisogno di una politica che si muova in maniera unitaria per rimanere accanto al settore agricolo che oggi e per molti anni si è sentito abbandonato. Questo stato di agitazione permanente deve servire per dare dei segnali continui a chi avrebbe il dovere di recepirli e mostrare attenzione nei confronti delle aziende agricole e delle cooperative. Non rimarremo con le mani in mano a vedere un’economia agricola sparire, le aziende uscire dal mercato e chiudere per una crisi di liquidità che può essere risolta. In dieci anni abbiamo già perso il 33% delle aziende agricole, ma in ballo ci sono anche un milione e 300mila giornate lavorative, delle quali 600-700 mila per raccolta, confezionamento e stoccaggio della pera. Un indotto che va preservato a tutti i costi”.

Codigoro: inaugurato in centro un centro diurno per pazienti con disturbi psichiatrici

Da: Ufficio Stampa Comune di Codigoro

Questa mattina il Sindaco Sabina Alice Zanardi e l’Assessore alle Politiche dell’Associazionismo, Melissa Bianchi, hanno preso parte alla cerimonia inaugurale di un nuovo centro diurno, dedicato ai pazienti con disturbi psichiatrici, aperto da Scacco Matto s.r.l., in via IV Novembre n° 4, a Codigoro.

Ad illustrare le finalità della struttura, concessa in locazione da Adele Spada all’interno dell’omonimo palazzo di famiglia, è stato Wladimir Fezza, amministratore unico di Scacco Matto. “Questa è la quinta presenza sul territorio. Siamo approdati qui un mese fa. La struttura funzione come un club, da qui il nome Club house – ha precisato Fezza – ed è parte integrante del nostro progetto. In tutta la provincia di Ferrara seguiamo 165 pazienti psichiatrici con 50 posti residenziali e il fiore all’occhiello della nostra mission è l’inserimento lavorativo degli stessi pazienti. Venti utenti sono già stati assunti e venti sono tirocinanti.”

Dopo il taglio del nastro ha preso la parola anche il Sindaco Sabina Alice Zanardi, ringraziando Fezza e lo staff dei suoi collaboratori per aver realizzato una Club house nel cuore di Codigoro. “Per noi è un piacere e un onore accogliervi qui – ha dichiarato il Sindaco anche a nome dell’Assessore Melissa Bianchi ; vi farete conoscere al meglio e potrete contare sulla collaborazione dell’associazione Insieme si può, qui rappresentata dal presidente William Pozzati, ma anche delle altre associazioni del territorio, attive e sempre disponibili, che sapranno certamente offrirvi il loro supporto. Anche l’Amministrazione Comunale vi assicura pieno sostegno. Non c’è posto per il pregiudizio, ma solo per l’accoglienza e per l’inclusione. Siamo a vostra disposizione.”

Presenti anche Gabriella Rossi, responsabile del Servizio Psichiatrico territoriale di Codigoro, Donatella Rossi, coordinatrice del Servizio psichiatrico territoriale, Sara Mantovani, coordinatrice di Scacco Matto srl e alcuni degli ospiti della struttura. Le persone, con le loro potenzialità, con il loro bagaglio di esperienze e con le loro qualità, sono la vera risorsa del centro diurno, come ha sottolineato Gabriella Rossi, all’interno del quale possono cogliere la loro dimensione ideale, incontrando altre persone e confrontandosi con loro, dedicandosi anche a momenti di svago ed avvicinandosi ad opportunità di inserimento lavorativo. “Ho visto nascere la realtà di Portomaggiore – ha detto la responsabile del Servizio psichiatrico territoriale – e ho constatato quanto sia cresciuta in questi anni. Ho sempre creduto nella qualità di questo progetto ed è proprio l’inclusione l’aspetto più importante, quello strategico, perché tende a migliorare e a stabilizzare le condizioni psichiche dei pazienti.”

La messa al bando dei pregiudizi e, di contro, l’accoglienza e l’inclusione sociale costituiscono le fondamenta del progetto calato in centro storico a Codigoro dalla nuova Club House, che risponde al recapito telefonico: 0532092607 (24 ore su 24). Nella Club house chi vive un disagio mentale è il benvenuto, è benvoluto ed è atteso ogni giorno, svolgendo un ruolo attivo, perché ciascuno sarà invitato a fornire un contributo in base alle proprie abilità e competenze. Si possono svolgere attività di segreteria ed ufficio, cucina, organizzazione dei trasporti, manutenzione, ricerca impiego, programmi educativi e molto altro ancora. La mission della Club house non è improntata sulla cura, ma sul coinvolgimento attivo del paziente, costantemente stimolato ed incoraggiato a ritrovare la propria dimensione di vita e, con essa, la dignità di persona, di lavoratore o lavoratrice.

Inchiesta su Cona per il decesso di Pier Paolo Padovani

Da: Ufficio Stampa Comune di Ferrara

Il Sindaco: “Personalmente vicino alla famiglia, sulla vicenda serve al più presto la massima chiarezza.”

“Conoscevo Pier Paolo da quando è nato, sono legato personalmente a tutta la sua famiglia e condivido con tutti i suoi cari e con gli amici il profondo dolore per la sua scomparsa. Mi auguro che al più presto sia fatta chiarezza su quanto accaduto nelle sue ultime ore di vita, perchè troppi interrogativi sono rimasti aperti”. Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, interviene sul decesso avvenuto all’ospedale di Cona lunedì scorso del giovane Pier Paolo Padovani, 29 anni, sulla cui morte improvvisa la Procura ha aperto un’inchiesta. “Ho piena fiducia nella magistratura e sono certo che tutto il personale della struttura ospedaliera collaborerà al meglio per garantire la massima trasparenza sulla vicenda. Nulla potrà restituire Pier Paolo a chi lo amava, ma per dare sollievo alla famiglia e per garantire tutti i cittadini è necessario verificare che tutte le buone prassi siano state adottate e che ogni azione possibile sia stata messa in atto nei confronti di un giovane paziente che si è rivolto in emergenza al Pronto Soccorso per ben due volte e che, oltretutto, era in cura per una malattia rara”.

Presentazione libro “Gianni Celati. Traduzione, tradizione e riscrittura”

Da: Organizzatori

Domani, sabato 30 novembre, alle ore 17.30, presso la Libreria La Pazienza di Via de’ Romei a Ferrara si terrà la presentazione del libro “Gianni Celati. Traduzione, tradizione e riscrittura”, alla presenza del curatore Michele Ronchi Stefanati (insegnante e ricercatore), Olga Campofreda (Università di Londra) e Jean Talon (traduttore e scrittore).

Si tratta di una raccolta di saggi sul grande narratore, traduttore e regista ferrarese Gianni Celati. I testi che contiene sono stati scritti da studiosi delle università di tutto il mondo e ognuno è il frutto di anni di ricerca e studio. In copertina c’è una foto di Luigi Ghirri scattata a Comacchio.

La prefazione è di Nunzia Palmieri, curatrice del Meridiano Mondadori di Celati. Il libro contiene anche una postfazione di Daniele Benati, scrittore e traduttore, e una lettera di Celati allo scrittore Enrico Palandri, mai pubblicata prima.

Alla presentazione ferrarese, si avrà la fortuna di ascoltare Olga Campofreda, studiosa di Pier Vittorio Tondelli e Gianni Celati all’Università di Londra e tra le autrici del volume e Jean Talon, amico e collaboratore di Celati, protagonista del libro di quest’ultimo Avventure in Africa (Feltrinelli, 1998).

Il libro “Gianni Celati. Traduzione, tradizione e riscrittura” nasce da un omaggio a Celati e un convegno sulla sua opera tenutisi dal 22 al 24 settembre 2016 in Irlanda, a Dublino e Cork e organizzati da Ronchi Stefanati insieme all’Istituto italiano di cultura di Dublino, all’Università di Cork e all’Università di Bergamo.

Al convegno parteciparono, oltre allo stesso Celati, intellettuali, studiosi, scrittori e traduttori di primaria importanza, tra i quali: Marco Belpoliti, Nunzia Palmieri, Daniele Benati, Enrico Palandri, Alessandro Carrera, Marina Spunta, Maria Josefa Calvo Montoro e altri.

Durante la tre giorni venne presentato il Meridiano Mondadori di Celati, appena uscito, e si tennero due letture pubbliche di opere di Celati e di James Joyce, Samuel Beckett e altri, in originale e nella traduzione dell’autore ferrarese. Rimane indelebile nei ricordi dei tanti partecipanti arrivati da tutto il mondo la lettura dell’Ulisse di Joyce nella versione originale inglese, grazie all’interpretazione magistrale del professor Daragh O’Connel (University College Cork).

Le autrici e gli autori dei testi che formano il libro sono:
Patrick Barron, Associate Professor of English all’Università del Massachussets a Boston); – Daniele Benati, professore nelle università di Cork e Galway in Irlanda, al MIT di Boston e in Ungheria, traduttore di Joyce, Beckett, Flann O’Brien, Ring Lardner e altri e autore dei libri di narrativa Silenzio in Emilia (Feltrinelli, 1997); Cani dell’inferno (Feltrinelli 2004 e Quodlibet 2018); Opere complete di Learco Pignagnoli (Aliberti 2006);
Olga Campofreda, studiosa di Tondelli a University College London;
Alessandro Carrera, professore di Italianistica all’Università di Houston, Texas e tra i massimi esperti di Bob Dylan, di cui ha tradotto tutte le canzoni e le prose (Bob Dylan. Lyrics, Feltrinelli 2006 e 2017);
Maria Teresa De Palma, studiosa di Celati e del suo rapporto con gli autori di area francofona come Perec alle università di Siena, Bologna e Strasburgo;
Alberto Della Rovere, studioso di Giambattista Vico, autore del libro Dialogo con Enrico Palandri (Saecula, 2015);
Monica Francioso, studiosa di Calvino, Celati e Palandri all’Università di Londra Royal Holloway;
Arianna Marelli, studiosa di Giorgio Manganelli, Primo Levi e altri all’Università di Pisa e alla Scuola Normale Superiore;
Matteo Martelli, studioso di Calvino e Celati all’Università di Strasburgo;
Giacomo Micheletti, studioso di Louise Ferdinand Céline, Fruttero e Lucentini all’Università di Pavia- Filippo Milani, studioso di Manganelli all’Università di Bologna;
Enrico Palandri, autore di Boccalone (ultima edizione Bompiani 2017), Le pietre e il sale (1986), Le vie del ritorno (1990) e tanti altri e docente di Modern European Literature a University College London;
Nunzia Palmieri, docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Bergamo;
Jacopo Rasmi, studioso della forma documentario all’Università di Grenoble;
Marina Spunta, docente all’Università di Leicester e tra le massime esperte del rapporto tra fotografia e narrativa, autrice di diversi saggi su Luigi Ghirri e Gianni Celati;
Michele Tenzon, studioso di architettura alle Università di Ferrara, Londra e Bruxelles.

Proiezione speciale al Cinema Boldini: “Marriage Story – Storia di un matrimonio”

Ufficio Stampa Arci Ferrara

Lunedì 2 e martedì 3 dicembre alle ore 21.00 arriva al Cinema Boldini – in versione originale sottotitolata in italiano – “Marriage story – storia di un matrimonio”, ultimo film del regista Noah Baumbach, un racconto intenso e empatico della fine di un matrimonio in una famiglia che riesce a restare unita.

Il film, produzione Netflix presentato in concorso alla 76ma Mostra di Venezia, inizia con due dolci e generose liste con le quali un marito e una moglie elencano tutto ciò che amano l’uno dell’altro, la loro unione sembra avere perfettamente senso, fino al momento in cui non ce l’ha più.

Charlie, interpretato da Adam Driver, regista teatrale, e Nicole (Scarlett Johansson), prima attrice della compagnia del marito, sono una coppia sposata con un figlio. Lei è una madre affettuosa e complice, lui, un padre attento e presente. I due sono ben consci dei pregi e dei difetti dell’altro, si amano per questo; ma sotto la superficie, assieme alla pulsante vena artistica che condividono, giace del taciuto risentimento. Il desiderio di rivalsa di Nicole prende il sopravvento: la donna si rende conto di come negli anni si sia dedicata ad alimentare la vitalità del marito più che la propria, e chiede il divorzio. Mentre il bambino cerca di tenere uniti i genitori, i due adulti dovranno capire cosa fare, affrontando tutti gli ostacoli di una separazione, ma potranno riuscirci solo assieme, per comprendere che la fine, a volte, è l’inizio della storia.

Noah Baumbach, a quattordici anni di distanza da “Il calamaro e la balena”, torna a parlare di divorzio, questa volta dalla prospettiva degli adulti coinvolti, e porta il suo pubblico in quello che è il fulcro di tutti i complessi sentimenti, di tutti gli aspri brontolii domestici e di tutte le pratiche legali che accompagnano una tale separazione, ma lo fa con una serie di momenti pieni di speranza ed ironia che riescono a bilanciare il contraccolpo emotivo.

“Quello che ho scoperto scrivendo questo film è che, quando qualcosa smette di funzionare, devi prenderne coscienza. Con il divorzio noi potevamo esplorare davvero il matrimonio dalla mia prospettiva. Abbiamo coreografato molto le scene, perché c’erano movimenti o inquadrature che sapevo bene come dovevano poi esserci nel montaggio, ma oltre alla tecnica il vero privilegio è stato avere due attori come Driver e la Johansson che si lasciano totalmente andare. È eccitante. Come nella scena del litigio. Avevamo provato, era tutto pronto, ma quando ero al montaggio ho notato che loro portavano la sequenza dall’inizio alla fine senza mai fermarsi. È stata una delle prove più stimolanti come regista.” (Noah Baumbach)

Bondeno: sostituzione delle lastre usurate sul Ponte di San Giovanni

Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Marco Vincenzi: “Intervento necessario per rimettere in sicurezza la circolazione dei pedoni sul ponte”.

Che le lastre della pavimentazione presente sul ponte di San Giovanni necessitassero di un intervento di risistemazione non era un mistero. Gli uffici tecnici erano già al lavoro da tempo sulle misure da adottare, per via del fatto che i marciapiedi su entrambi i lati del ponte risultavano ormai ammalorati e scarsamente fruibili da parte dei pedoni in transito. Il Comune ha deciso di prendere in mano la situazione e, nell’ultima riunione di Giunta, ha approvato un intervento risolutivo di sostituzione delle lastre danneggiate e di rimessa in sicurezza dei due passaggi pedonali. «Avevamo avuto da tempo segnalazioni da parte dei cittadini – spiega l’assessore ai lavori pubblici, Marco Vincenzi – ed abbiamo cercato di intervenire con la massima sollecitudine, perché questi lavori non potevano più aspettare». Per la cronaca, l’Amministrazione ha messo a disposizione 7mila e 200 euro per il progetto definitivo-esecutivo, dei quali 5mila e 700 euro saranno necessari per il cantiere vero e proprio, mentre il resto attiene alle voci riguardanti all’Iva e agli oneri per la sicurezza. E’ stato il geometra comunale Paolo Romoli ad avere prodotto la progettazione necessaria alle operazioni di rimessa in sicurezza del passaggio pedonale che costeggia il ponte sul Panaro. L’intervento di manutenzione straordinaria è corredato da relazione tecnica, computo metrico estimativo, capitolato speciale descrittivo e prestazionale, assieme ad un elenco dei costi e ad una documentazione fotografica sullo stato di usura del passaggio pedonale, la quale viene conservata agli atti degli uffici tecnici. Le risorse necessarie agli interventi saranno attinte dal capitolo di bilancio relativo alla “Manutenzione straordinaria di strade e guard-rail, e ripresa frane”. L’approvazione in Giunta del provvedimento consentirà ora ai dirigenti del municipio di dare il via libera all’assegnazione dei lavori, mentre il direttore dell’esecuzione degli stessi sarà lo stesso Paolo Romoli. Il provvedimento ha ricevuto anche il dovuto parere di regolarità tecnica e, dunque, ora si potrà procedere. «Ringraziamo i cittadini che, costantemente, ci portano al correte delle criticità presenti sul territorio – sottolinea l’assessore Marco Vincenzi – e che anche grazie alla loro costante collaborazione riusciamo a risolvere nei tempi possibili per un’amministrazione pubblica”.

Domenica 1 dicembre con la Casanova Venice Ensemble

Da: Organizzatori

Domenica 1 dicembre si respirerà davvero aria di Natale a Ferrara con l’esibizione, presso il Fideuram Christmas Village in Piazza Trento Trieste, della Casanova Venice Ensemble.. Anche questo evento è sostenuto e promosso dal Comune di Ferrara e curato dall’Ati formata da Delphi International, Made Eventi e Sapori da mare, con il coordinamento generale di Riccardo Cavicchi e la direzione artistica di Alessandro Pasetti. Presenterà Elisa Giorio.

Buona la seconda (speriamo) è il caso di dire.
Domenica alle 16.30, sarà riproposto lo spettacolo della Casanova Venice Ensemble che era stato cancellato sabato 16 novembre a causa delle avverse condizioni meteo. L’orchestra ritmico sinfonica della Casanova Venice Ensemble, diretta dal maestro Costantino Carllo è formata da ben 60 artisti tra musicisti, vocalist, corpo di ballo, oltre alle voci soliste del tenore Vittorio Zambon, del soprano Aline Carraro e della cantante Chiara Luppi. Un tocco di classe sarà fornito dalle esibizioni aeree e a terra della performer Chiara Baltieri. La direzione artistica è curata da Gianmatteo Carollo. Lo spettacolo sarà un omaggio alle musiche di Ennio Morricone, musiche intramontabili e famosissime che hanno accompagnato capolavori del cinema come: c’era una volta il west, Per un pugno di dollari, Mission, Novecento. Uno spettacolo di forti emozioni e di musica travolgente che coinvolgerà il pubblico sotto un … cielo di stelle.

800/900: cultura e società nell’opera degli artisti ferraresi

Da: Organizzatori

Un Finissage con visita guidata gratuita insieme ai curatori conclude la mostra d’arte.

Si concluderà domenica 1 dicembre la mostra 800/900. Cultura e società nell’opera degli artisti ferraresi, che mette in dialogo 57 dipinti, sculture e disegni provenienti dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, dalle Raccolte Assicoop Modena&Ferrara e BPER Banca nella cornice di tre splendide residenze ferraresi: Palazzina Marfisa d’Este, Palazzo Bonacossi e il Museo di Casa Romei.

Per il Finissage della mostra, è programmata una visita guidata gratuita insieme a due dei curatori, Luciano Rivi e Andrea Sardo, e con Emanuela Fiori. La partenza è a Palazzina Marfisa d’Este alle ore 15:00, per poi proseguire alle ore 16:00 al Museo di Casa Romei. In conclusione, alle ore 17:00, un approfondimento tematico dello storico Michele Nani dal titolo “Immagini di Ferrara: un dialogo tra arte e storia”. Per la giornata, il Museo di Casa Romei resterà aperto con orario continuato, dalle ore 8:30 alle ore 18:00, ad ingresso gratuito.

I mutamenti del territorio e della città, gli affetti familiari, i luoghi del lavoro e dello svago, l’immaginario letterario e le nuove forme della spiritualità sono gli aspetti della vita pubblica e privata tra Ottocento e Novecento indagati dal percorso espositivo, grazie allo sguardo di interpreti ferraresi quali Giovanni Boldini, Filippo de Pisis, Gaetano Previati, Achille Funi, Roberto Melli, Giuseppe Mentessi e molti altri. A seconda dei percorsi biografici e creativi, questi artisti ci hanno consegnato sguardi ravvicinati sempre diversi sull’ambiente culturale e sociale di cui sono stati testimoni, in quella stagione che segna l’avvento della modernità.

L’esposizione è organizzata, in collaborazione tra pubblico e privato, dal Mibac, Direzione territoriale delle reti museali dell’Emilia-Romagna, Museo di Casa Romei, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e Musei di Arte Antica del Comune di Ferrara, Fondazione Ferrara Arte, Assicoop Modena&Ferrara UnipolSai Assicurazioni e Legacoop Estense.

«Per Assicoop Modena&Ferrara è la conclusione di un ciclo triennale di progetti espositivi – commenta il presidente Milo Pacchioni – che a partire dal 2017 ha visto protagoniste le opere della nostra collezione in tre differenti mostre – oltre a 800/900, Situazioni d’Arte a Palazzo Crema e Giuseppe Mentessi/Artista di Sentimento alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara – realizzate grazie a una proficua collaborazione con le principali istituzioni museali della città di Ferrara, che hanno messo a disposizione i loro spazi e il loro patrimonio artistico. Confidiamo che anche per il futuro ci siano opportunità di proseguire una collaborazione».

Per il momento, l’impegno di Assicoop Modena&Ferrara prosegue a Modena, con un passaggio di testimone: il 30 novembre inaugurerà infatti PASSIONI. Emozioni e sentimenti tra 800 e 900, con 62 opere di artisti modenesi, provenienti oltre che dalla collezione Assicoop anche dalle Collezioni dei Musei Civici di Modena e delle Gallerie Estensi, in mostra al Laboratorio Aperto di Modena Ex Centrale AEM (Viale Buon Pastore 43) fino all’8 gennaio 2020, con ingresso gratuito. L’esposizione, curata da Gianfranco Ferlisi, Francesca Piccinini e Luciano Rivi, offre una selezione di disegni, dipinti e sculture incentrati sulla rappresentazione di emozioni e sentimenti. Tra gli artisti Alfonso Chierici, Antonio Simonazzi, Giovanni Cappelli, Eugenio Zampighi, Giovanni Muzzioli, Gaetano Bellei, Giuseppe Graziosi, Casimiro Jodi, Vittorio Reggianini, Mario Vellani Marchi. Sette le sezioni in cui si sviluppa la mostra, ciascuna dedicata a una diversa condizione emotiva: Temperamenti sanguigni, La cognizione del dolore, I corpi dolenti della fede, Sospiri amorosi, Affetti familiari, La pluralità dei sentimenti intorno a un sorriso, La malinconia e i misteri dell’anima.

È stato inoltre pubblicato il terzo volume del catalogo della Raccolta Assicoop Modena&Ferrara, che ad oggi accoglie oltre 700 opere.

Sedi e orari d’apertura 800/900:
Palazzina Marfisa d’Este: da martedì a domenica 9:30–13:00 / 15:00–18:00;
Palazzo Bonacossi: lunedì e domenica 9:00–13:00, da martedì a sabato 9:00–18:00;
Museo di Casa Romei: da domenica a mercoledì 8:30–14:00, da giovedì a sabato 14:00–19:30.

Comacchio: il Teatro dei Piedi a San Giuseppe, in esclusiva per “I Colori del Natale”

Da: Ufficio Stampa Comune di Comacchio

L’artista argentina Veronica Gonzalez in scena per “I colori del Natale”.

Dopo il successo registrato a Volania con lo spettacolo d’apertura, la rassegna “I colori del Natale” prosegue a San Giuseppe con un evento di caratura internazionale: domenica primo dicembre infatti, in esclusiva per la rassegna diretta da Massimiliano Venturi, l’artista argentina Veronica Gonzalez presenterà il suo spettacolo “C’era due volte un piede”.

Uno lavoro di grande originalità, basato su di una esilarante galleria di personaggi pronta ad intrattenere, divertire ed emozionare il pubblico di tutte le età, grazie ad una tecnica di animazione unica nel suo genere, dove saranno infatti i piedi e le gambe dell’artista a dare corpo e forma a pupazzi e marionette, in un caleidoscopio di storie mozzafiato che ha commosso e divertito gli spettatori di più di 30 paesi lungo tutto il pianeta.

La maestria dell’interprete è tale da rendere difficile credere che sia sola nell’eseguire ogni scena e trasformazione, frutto in realtà dell’utilizzo inconsueto delle diverse parti del corpo dell’animatrice, secondo una particolarissima declinazione delle tecniche e dei linguaggi del teatro di figura. A dare un volto ai personaggi saranno le piante dei piedi, e le storie si svolgeranno secondo un ritmo così serrato e con una tale espressività che sembrerà quasi di assistere ad un cartone animato.
L’appuntamento è per domenica 1 dicembre a partire dalle ore 16, presso il Teatrino Parrocchiale di San Giuseppe (piazza Rimembranza).

La programmazione proseguirà domenica 8 dicembre a Vaccolino, dove alle ore 16 presso la Tensostruttura Parrocchiale la compagnia Le Strologhe presenterà lo spettacolo Storie da mangiare.

L’ingresso è sempre gratuito, e gli spettacoli sono adatti a tutti a partire dai 3 anni di età. Per restare aggiornati sui prossimi eventi è possibile iscriversi alla newsletter su www.comacchioateatro.it.
Infoline: +39 349 0807587. Anteprime ed aggiornamenti in tempo reale sulla pagina facebook ‘Comacchio a Teatro’.

Jonathan Bazzi presenta “Febbre”

Da: Organizzatori

Domenica 1 dicembre alle 17.30, presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino – Libreria Libraccio di Ferrara. In occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS. In collaborazione con Arcigay Ferrara. Dialoga con l’autore Massimiliano De Giovanni.

Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un’infinità di autodiagnosi, pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all’ultimo stadio. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell’HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato. A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano – o Rozzangeles –, il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri, dei tamarri, dei delinquenti, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un pidgin di milanese, siciliano e napoletano. Dai cui confini nessuno esce mai, nessuno studia, al massimo si fanno figli, si spaccia, si fa qualche furto e nel peggiore dei casi si muore. Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e che lo rendono diverso. Un libro spiazzante, sincero e brutale, che costringerà le nostre emozioni a un coming out nei confronti della storia eccezionale di un ragazzo come tanti. Un esordio letterario atteso e potente.

Jonathan Bazzi è cresciuto a Rozzano, paese all’estrema periferia sud di Milano. Laureato in filosofia, ha collaborato negli ultimi anni con vari magazine tra cui The Vision, Gay.it, Vice, Freeda. Febbre (Fandango), uscito a maggio 2019 e già alla seconda ristampa, è il suo primo romanzo.

Presentazione del libro “Scrivere è vivere. Una biografia visiva di Giorgio Bassani” alla Feltrinelli

Da: Organizzatori

Martedì 3 dicembre alle ore 17.00 presso la libreria Feltrinelli di Ferrara Via Garibaldi, 30.
Moderano l’evento: Portia Preybs, Curatrice del Centro Studi Bassaniani e Gianni Venturi , Co-curatore del Centro Studi Bassaniani.
Intervengono: Dora Liscia, Università degli studi di Firenze e Claudio Cazzola, Università degli studi di Ferrara.

Il 5 dicembre 2019 all’istituto di Storia Contemporanea la presentazione del nuovo numero de l’Ippogrifo

Da: Organizzatori

Le eclissi rappresentano un dono del cosmo, il momento perfetto per liberare le energie più profonde, lasciarsi andare alla creatività e all’intuizione: la splendida Eclisse dell’artista Gianni Deserri introduce il nuovo numero de l’Ippogrifo, la rivista del Gruppo scrittori ferraresi.
Il sesto volume blu del Gsf sarà presentato il prossimo 5 dicembre alle 16.30 all’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, vicolo Santo Spirito 11.
L’Ippogrifo propone 88 pagine di contributi originali: dall’intervista a Athos Tromboni alla lettura critica di Michele Govoni, presidente del Club Amici dell’Arte; dai racconti inediti ai saggi critici, dalle recensioni alla narrazione dei “Primi vent’anni dell’associazione”. Tra le poesie un’attenzione speciale è riservata all’ultima toccante lirica composta da Francesco Benazzi, affezionato socio scomparso lo scorso ottobre.
Questi e molti altri curiosi approfondimenti vi aspettano nella rivista del Gsf, un’associazione di volontari della letteratura che riunisce appassionati dai 17 ai 91 anni.
La rivista sarà presentata dalla vicepresidente del Gsf Gina Nalini Montanari, insieme alla direttrice responsabile della rivista Eleonora Rossi e ai redattori Isabella Cattania, Paola Cuneo, Dario Deserri, Giuseppe Ferrara, Stefano Franchini, Federica Graziadei, Nicola Lombardi, Simonetta Sandra Maestri, Matteo Pazzi, Nicoletta Zucchini.

Grisù al Polo Sud

Da: Ufficio Stampa Factory Grisù

Lunedì 2 dicembre a partire dalle ore 19 si tiene ad Hangar Birrerie presso Factory Grisù in via Poledrelli 21 l’ultimo incontro dell’appassionante e partecipata rassegna “L’Hangar del Nautilus”.

L’ultimo appuntamento dal titolo ANTARTIDE vedrà protagonista l’ingegnere Sergio Sgroi, Station Leader e referente per ENEA del Progetto Antartide che negli ultimi 8 anni ha preso parte all’incredibile avventura italiana in Antartide.

È da 35 anni che l’Italia è presente nel continente antartico con proprie stazioni scientifiche. Da allora generazioni di tecnici, ingegneri e scienziati, si sono avvicendati, anno dopo anno, con passione e impegno, sfidando l’ultimo dei continenti scoperti dall’uomo, quello più inaccessibile, con temperature che sfiorano i -90°C e venti impossibili.

L’Antartide è grande quanto l’Europa ed ha una piattaforma continentale ricoperta quasi interamente da ghiacci perenni con spessori che raggiungono i 4000 m; questa terra, che non appartiene a nessuno, è governata da accordi internazionali sottoscritti ad oggi da 49 paesi e le cui finalità è limitare la presenza umana ai solo scopi scientifici

L’Italia vi opera dal 1985, con il programma nazionale di ricerca antartico, il PNRA, i cui temi sono legati fondamentalmente allo studio dell’ambiente e degli ecosistemi; l’impegno italiano è garantito da enti pubblico di ricerca, sostanzialmente dal CNR per la parte scientifica e dall’ENEA per la logistica e la gestione delle basi e delle attrezzature.

Sono 3 tre basi antartiche italiane, la stazione Mario Zucchelli, la base scientifica Concordia e la base logistica di Cap Prud’Homme queste ultime due gestite in collaborazione con i francesi.

Gli appuntamenti della rassegna sono organizzati da Factory Grisù ed Hangar Birrerie in collaborazione con Lega Navale di Cesenatico e la Scuola di Vela Oltremare.

Nel corso della serata la Ciurma di Hangar Birrerie servirà un inedito “Aperitivo in Banchina” con assaggi di mare di antipasti e secondi di pesce, acqua e vino abbinato. Informazioni e Prenotazione obbligatoria allo: 0532.1716522 oppure 327.2353670.

A Longastrino la presentazione del libro “Tutti o nessuno, la rivoluzione cooperativa dei braccianti di Romagna”

Da: Organizzatori

All’inizio degli anni Settanta la giovane ricercatrice americana Alison Sanchez Hall giunse a Ravenna con l’obiettivo di studiare la storia e il funzionamento delle cooperative braccianti. Il suo professore voleva dimostrare che la cooperazione è una “utopia residua”, un relitto del passato “a tinte rosse”, ma le conclusioni a cui Alison giunse lo smentirono, evidenziando come nel movimento cooperativo vi siano valori solidaristici e umani che vanno al di là della semplice ricerca del profitto. Quella ricerca è poi diventata molti anni dopo l’occasione per un libro in lingua inglese, edito dalla Berghan Books di New York, che oggi è stato tradotto per i tipi della Giorgio Pozzi Editore.

Il volume “Tutti o nessuno, la rivoluzione cooperativa dei braccianti di Romagna” sarà presentato giovedì 5 dicembre, alle ore 20,30, nella sala della Casa del popolo di Longastrino (Ferrara), in via Giulio Mezzogori, 2.

Per l’occasione sarà presente l’autrice, che già protagonista di un fortunato tour di presentazione del volume in lingua originale. Interverranno Sergio Felletti, Centro Documentazione di Longastrino, il Sindaco di Alfonsine, Riccardo Graziani, il Sindaco di Argenta, Andrea Baldini, il presidente della Fondazione Primaro, Egidio Checcoli, la coordinatrice territoriale di Legacoop Estense, Chiara Bertelli, il responsabile settore agroalimentare di Legacoop Romagna, Stefano Patrizi e la consigliera regionale Marcella Zappaterra.

L’incontro è promosso da Legacoop Romagna, Legacoop Estense, Fondazione Primaro e Casa del Popolo di Longastrino,Promosagri. I cooperatori e la cittadinanza intera sono invitati.

L’autrice
Alison Sànchez Hall si è laureata all’Università della California di Santa Barbara e ha ricevuto il Ph.D nel 1977. La sua lunga carriera accademica si è imperniata attorno alla University of Central Arkansas e altri prestigiosi atenei statunitensi. “Tutti o Nessuno” rappresenta la summa di 40 anni di studi dell’autrice, che ha cominciato a studiare il modello cooperativo emiliano-romagnolo all’inizio degli anni Settanta e da allora ha compiuto numerosi viaggi in Italia per approfondire le sue ricerche. Nel 2014 si è ritirata dall’insegnamento, ma continua a essere impegnata come attivista politica.

Ferrara in Jazz 2019 – 2020: The Bad Plus

Da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara

Sabato 30 novembre segna l’atteso ritorno al Jazz Club Ferrara di The Bad Plus con cui il piano trio è entrato nel post-moderno. Vent’anni di brillante carriera che ne hanno fatto un gruppo di culto, campione del cortocircuito tra gli stili, che oggi cambia direzione: nel presentare l’ultimo album, Never Stop II, potremo infatti ascoltare per la prima volta al Torrione il pianista Orrin Evans a fianco dei fondatori Reid Anderson e Dave King.

Sabato 30 novembre (ore 21.30) segna l’atteso ritorno al Jazz Club Ferrara di The Bad Plus con cui il piano trio è entrato nel post-moderno. Vent’anni di brillante carriera che ne hanno fatto un gruppo di culto, campione del cortocircuito tra gli stili, che oggi cambia direzione: nel presentare l’ultimo album, Never Stop II, potremo infatti ascoltare per la prima volta al Torrione il pianista Orrin Evans; anche il titolo del cd è un chiaro segnale di emancipazione che si collega al precedente Never Stop (2010), primo disco della band basato interamente su composizioni originali.
Un punto fermo è il fatto che con i Bad Plus anche l’orecchio più addestrato alle molteplici combinazioni sonore prodotte dal classico trio jazz avrà modo di scardinare le proprie convinzioni, poiché il percorso di questi abilissimi artisti mira da sempre a ridefinire ed espandere i confini della triade piano-basso-batteria.
È passata diversa acqua sotto i ponti da quando Anderson e King, due liceali del Minnesota, suonavano in rock band alle prime armi, scandagliando il repertorio di Coltrane e dei Police. Il 1989 segna poi l’incontro con Iverson, e l’occasione per suonare insieme prima di intraprendere strade diverse per dieci anni ancora.
The Bad Plus, infatti, nasce nel 2000: bastano pochi concerti per approdare in studio e sfornare quello che il New York Times definisce uno dei migliori album del 2001. Il tempo di un biennio e “These Are The Vistas” (2003) sancisce l’esordio discografico con la Columbia Records. Questi ultimi e i numerosi album successivi sono costituiti in parte da brani originali e dall’audace reinterpretazione di brani pop, rock e avant-garde jazz.

Informazioni:
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Per informazioni e prenotazione cena 331 4323840 tutti i giorni dalle ore 12:00 alle ore 22:00.

Dove:
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

Costi e orari:
Il Jazz Club Ferrara è un’associazione affiliata ad Endas
Intero € 30, intero + tessera € 35
Ridotto € 25, ridotto + tessera € 30

Apertura biglietteria 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Primo set ore 21.30
Secondo set ore 23.00

NB: non si accettano pagamenti POS

Le piazze, le sardine, il populismo… e Salvini vince ancora

Il manifesto delle sardine, che non ha nulla a che vedere con il Manifesto del 1848, recita “Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita” e poi “Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto”. Il loro leader si chiama Mattia Santori e in una delle tante interviste che ha concesso, diceva che le sardine vogliono parlare di cose pratiche, della vita reale. Tutte cose per le quali loro hanno già ricevuto attestati di merito.
L’attacco ai populisti che campeggia nel manifesto ittico svela già l’origine e la fine del mistero sulla provenienza e sulle intenzioni di questo “nuovo” movimento sorto proprio nel momento giusto. Elezioni regionali, riforma del Mes, governo in bilico sulla legge di bilancio, pignorabilità più facile dei conti correnti, Germania (con Finlandia e Olanda) all’attacco sul fronte banche e misure espansive. Insomma ci voleva una boccata d’ossigeno ed ecco che le piazze si riempiono. Ma non perché da solo il nuovo Mes rischia di trasformare l’Italia nella Grecia di qualche anno fa, piuttosto e semplicemente perché Salvini sta disturbando la “normalità” delle nostre giornate.
Il problema sono i populisti dunque, anche se loro si sentono popolo, forse. “Cari populisti”, cari voi che vi ispirate a quel movimento che idealizzava il popolo come portatore di valori positivi in contrasto con le élite. A quel movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia tra il 19° e 20° secolo, che si proponeva di raggiungere […] un miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate, specialmente dei contadini e dei servi della gleba, insomma proprio per voi… “la festa è finita” (cit. Enciclopedia Treccani).
Ed è finita allora anche per il povero Chomsky, anche lui ovviamente un sovversivo della destra estrema, che dava la sua “faziosa” definizione di populismo quando diceva che questa parolaccia “significa appellarsi alla popolazione” e spiegava che “chi detiene il potere vuole invece che la popolazione venga tenuta lontana dalla gestione degli affari pubblici”. Vuole insomma che si occupi di mantenere la sua vita “normale”.
Casualmente occuparsi della cosa pubblica una volta significava anche “democrazia” e la democrazia si nutre anche di politica e in politica di solito si riempiono le piazze per protestare contro il governo o per proporre un’alternativa, magari proprio un manifesto che proponga soluzioni diverse rispetto a iniziative governative. Non tanto per rivendicare il proprio diritto alla normalità, cioè svegliarsi, andare a lavorare, tornare a casa, dormire e ricominciare modello George Orwell formato millennial ed oltre.
Rivendicare il proprio diritto alla tranquillità e alla normalità va bene ma non è un progetto politico degno di attenzione, da portare in piazza. A me personalmente piace vedere giovani impegnati in qualcosa che non sia video giochi on line o a seguire gli “amici di Maria”. Ma pretendere la normalità in tempi dove non c’è nulla di normale, dove si attenta al futuro delle persone, richiede qualcosa in più. Magari un Manifesto anche scopiazzato da quello del 1848, potrebbe funzionare meglio. Ma forse risulterebbe troppo populista “Proletari di tutti i Paesi, unitevi!”, figuriamoci. Roba vecchia come il Cynar e il mito del Che Guevara.
L’esercizio della democrazia richiede impegno e va al di là della capacità di riempire una piazza, bisogna anche far capire per cosa lo si fa in maniera chiara e spiegare se si sta scendendo in piazza per i diritti del popolo oppure per i bisogni della casta, che sono sempre gli stessi dai tempi di Marx, ovvero che la massa non si occupi di cose serie come oggi sono le questioni economiche. Non si occupi, ad esempio, della riforma del Mes che attenta ai principi di giustizia sociale, ai diritti acquisiti in anni di lotte sindacali e di quel popolo che voleva contare qualcosa.
La parola populista è diventata sinonimo di demagogia, si è accuratamente storpiata per oscurarne la radice popolare e antisistema. E con le piazze oggi vogliamo far vincere il sistema? Dargli ragione quando pretende che non dobbiamo occuparci del nostro futuro e ritornare alla nostra normalità? Oggi più che mai sta passando il concetto che sia inutile occuparsi di questioni più grandi di noi, che all’Unione bancaria devono pensarci gli esperti come hanno fatto fino a quando poi abbiamo scoperto che esisteva un caso Carife. Quante volte sono scesi in piazza i giovani per le banche fatte fallire da un sistema di potere che vuole addossare le responsabilità di ogni cosa al popolo in stile bail in?
Dobbiamo convincerci che gli interessi popolari, populisti, non siano di nostra competenza e per farlo dobbiamo confonderli con la demagogia. Dobbiamo convincerci che ci sono questioni talmente utopiche, oltre la possibilità di realizzazione, impossibili, come una volta era impossibile immaginare il voto alle donne e quindi cullarci nella nostra normalità, fare volontariato, parlare di accoglienza qui e ora, non preoccuparci del perché le cose succedono. Dobbiamo far diventare contemporaneamente affari seri e imprescindibili questioni come la paura del passato che non potrà mai più tornare, confortati in questo dalle statistiche appena sfornate. Tranne nelle piazze delle sardine e nelle trasmissioni di Lucia Annunziata, ovviamente.
E poi “Occuparsi di cose pratiche”. Il motivo del successo di Salvini sta proprio nel fatto che parla alla pancia della gente, gli parla della quotidianità, delle aziende che chiudono per mancanza di credito, dell’incapacità dimostrata dai vari governi sull’accoglienza, dei tetti delle scuole che cadono, delle difficoltà delle forze dell’ordine nel fare il loro lavoro, della svalutazione del lavoro causata dal sistema della moneta unica, delle ingerenze della Commissione europea, dell’impossibilità di proporre politiche economiche a causa di vincoli europei ritenuti oramai da tutti gli economisti obsoleti e troppo rigidi. E a dirlo sono addirittura Mario Draghi e Christine Lagarde, che scomoda persino San Tommaso per convincere i tedeschi che sono necessarie politiche fiscali espansive.
Ed è su questo che andrebbe contestato Salvini e la sua Lega a cui “l’Emilia non si lega”, sulle cose pratiche e sugli argomenti politici, sulle soluzioni che propone dicendo perché e come invece sarebbe meglio procedere, ma andava fatto quando era al governo. Ora al governo vuole tornare ed occupa le piazze in un gioco che si chiama democrazia e che vede chi è all’opposizione protestare contro il governo. Contro l’opposizione si protesta non andando alle loro manifestazioni. Che senso ha e quanto è democratico fare opposizione all’opposizione? Se ci si sente sulla stessa linea dei partiti che sono al governo li si sostenga, si aiuti il governo ad illustrare quanto bene stanno facendo nell’attuare le loro politiche economiche e sociali. Ve ne saremmo grati, a dir poco.

“Se tu fossi una città”, Roberto Dall’Olio illustra il suo itinerario poetico fra memoria e presente

Se tu fossi una città è il titolo della più recente raccolta di poesie pubblicata da Roberto Dall’Olio, impreziosita dalla prefazione di Romano Prodi: “In quest’opera – scrive il noto statista – si coglie un sentimento ampio, universale, romantico e cosmopolita, ma pur sempre intimo. Con la sua poesia Roberto Dall’Olio mette in scena una continua migrazione, grazie all’uso del ‘leitmotiv’ “Se tu fossi una città saresti…”. Il Diverso, l’Altro diventano valori da esaltare… Ogni città, da Bologna a New York, da Epidauro a Matera, arricchisce il testo a modo suo… Il soggetto principale, l’individuo a cui è rivolto il testo, è un prodotto diretto di questo continuo riaffiorare del passato e delle radici che ci sostengono. Viaggio e memoria…”.

Questo pomeriggio, alle 17,30, il volume edito da l’Arcolaio sarà presentato alle libreria Feltrinelli di Ferrara. Con l’autore dialogheranno Maria Calabrese, Roberta Barbieri (docenti del liceo Ariosto) e Sergio Gessi, direttore di Ferraraitalia.

Mercatino di Natale Solidale a Santo Spirito

Da: Organizzatori

Solidarietà e spirito natalizio si incontrano alla parrocchia di Santo Spirito, ed anche quest’anno danno vita all’ormai consueto “Mercatino per Santo Spirito”. L’allestimento, significativamente ingrandito ed arricchito, viene proposto nei locali dell’antico refettorio del convento francescano attiguo alla Parrocchia di Santo Spirito (vi si può accedere dai cortili di Via Resistenza, 11 attraversando il campo di basket, sia sabato 30 novembre che domenica 1 dicembre, dalle 9 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30).

L’iniziativa è volta a sostenere le spese di rifacimento dell’impianto elettrico della chiesa parrocchiale di Via Montebello, non ricomprese nei fondi regionali che consentiranno l’avvio del cantiere per il grande restauro post sisma con l’anno nuovo.

La partecipazione sempre più consistente e numerosa dei commercianti ferraresi, che con generosità ancora una volta hanno devoluto oggetti di ogni tipo a supporto della causa, merita di incontrare il buon cuore ed anche la curiosità di chi, al “winter market”, potrà andare alla ricerca di un’idea regalo per l’imminente Natale, ma anche di capi di abbigliamento, calzature, oggetti per la casa e giocattoli, e supportare con un piccolo gesto la raccolta fondi che andrà a corroborare un imponente lavoro di ripristino e recupero della preziosa struttura, dopo 8 anni dal terremoto.

Associazione musicisti di Ferrara propone appuntamenti di “Guida all’ascolto” ad ingresso libero

Da: Organizzatori

Anche quest’anno l’Associazione Musicisti di Ferrara propone una serie di 18 appuntamenti ad ingresso libero di guida all’ascolto; il sabato sulla musica moderna e la domenica sulla musica classica denominati rispettivamente Guida all’Ascolto e Classica d’Ascolto.

Guida all’ascolto:
Per il diciassettesimo anno consecutivo, allo scopo di promuovere la cultura e l’educazione musicale in tutte le sue forme moderne, l’Associazione Musicisti di Ferrara-Scuola di Musica Moderna, in collaborazione con il Comune di Ferrara-Assessorato alle Politiche e Istituzioni Culturali, Assessorato Politiche per i Giovani, organizza per l’ anno 2019-2020 una serie di appuntamenti nell’aula magna Stefano Tassinari della Scuola di Musica Moderna di Ferrara in via Darsena 57. Gli incontri sono ad ingresso libero e hanno come temi la guida all’ascolto dei generi musicali moderni più importanti. “L’esigenza di questi appuntamenti è cominciata quando, durante le lezioni di strumento, facendo alcuni riferimenti a stili e/o artisti importanti per la musica studiata, ci siamo accorti che molte cose non si potevano dare per scontate; in poche parole, anche se siamo in un’ epoca in cui gli ipod straripano di brani, spesso non si sa che cosa si ascolta e da dove proviene tutta questa musica; con queste lezioni, cerchiamo di stimolare l’interesse e l’approfondimento della musica ascoltata e suonata, oltre a creare un ritrovo di persone con lo stesso interesse, siano esse interne o esterne alla scuola”.

Sabato 30 novembre ore 15,30
Guida all’ascolto a cura di Angelo Adamo
Sonora è la notte
I concerti per notte stellate e orchestra di John Cage
Un appuntamento tra musica e stelle da non perdere!!
Ingresso libero.

Nel 2012 ricorrevano cento anni dalla nascita del compositore americano John Cage.
Questa guida all’ascolto sarà dedicata ad un aspetto che, fra tutti quelli analizzati e inerenti la produzione artistica di Cage, sembra essere il più ignorato: si tratta del rapporto suo con l’astronomia, un rapporto che lo ha condotto a scrivere ben quattro brani (forse cinque, come spero avrò modo di dire nel mio discorso) ispirati alla volta stellata.
Queste composizioni, di cui racconteremo la genesi a partire dai cataloghi stellari di cui Cage si è servito, costituiscono di sicuro un turning point nella produzione dell’autore come anche nella storia della musica del ‘900.
Se confrontate poi con quanto detto da altri artisti, esse sembrano offrire finalmente la possibilità di parlarne in modo diverso da quanto viene fatto di solito, dei rapporti tra astronomia, musica, pittura e, più in generale, tra scienza e arte.

Lotteria degli scontrini: riflessioni del presidente Ascom Giulio Felloni

Da: Ufficio Stampa Ascom Ferrara

Il lancio dell’agenzia di stampa Ansa di una serie di emendamenti (ora al vaglio della Commissione Finanze) che riguardano lo slittamento al 1° luglio della Lotteria degli scontrini e la sospensione delle sanzioni previste ai commercianti inadempienti, sono lo spunto di alcune riflessioni da parte del presidente provinciale Ascom Confcommercio Ferrara, Giulio Felloni; “In sinergia con la Confcommercio nazionale e regionale ci siamo fatti portavoce della forte preoccupazione della nostra base associativa di questa Lotteria degli scontrini che avrebbe reso oltremodo difficoltosa la gestione della nostra attività quotidiana. Ora ci auguriamo che le nostre istanze di rinvio e di riconsiderazione di questi strumenti, riportate all’interno di una nostra recente lettera aperta ai parlamentari del territorio, siano accolte in questo emendamenti, e che questi ultimi vengano poi approvati nel loro iter parlamentare per arrivare prima al rinvio e poi ad una futura e definitiva sospensione della Lotteria degli scontrini” conclude il presidente Felloni.

Per FuturPera prima giornata da tutto esaurito

Da: Organizzatori

Molto ampia la partecipazione al Salone da parte degli operatori del settore che hanno visitato le oltre 150 aziende nei padiglioni e partecipato ai due convegni del World Pear Forum.

Una prima giornata con numeri da record per la terza edizione di di FuturPera – Salone Internazionale della Pera, che continuerà a Ferrara Fiere fino a sabato 30 novembre. Davvero ampissima la partecipazione degli operatori che hanno visitato le aziende nei padiglioni di Ferrara Fiere, per scoprire le ultime novità nei settori chiave: ricerca varietale, vivaismo, agrofarmaci e fitofarmaci, produzione, raccolta e post-raccolta, meccanizzazione agricola, logistica, packaging, commercializzazione del prodotto e import-export.

L’evento già dalle prime ore promette dunque di dare risposte concrete e proporre strategie per affrontare i principali problemi fitosanitari e di mercato della pericoltura italiana. Il Salone è stato inaugurato alle ore 12.00, con il taglio ufficiale del nastro e gli interventi di Simona Caselli, assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna Alan Fabbri, sindaco del Comune di Ferrara; Paolo Govoni, presidente Camera di Commercio di Ferrara; Stefano Calderoni, presidente della società FuturPera; Gianni Amidei, presidente dell’Oi Pera, Filippo Parisini, amministratore delegato e presidente di Ferrara Fiere e Congressi, Albano Bergami, vicepresidente dell’Oi Pera.

“Voglio ringraziare chi ha lavorato a questa straordinaria edizione, alle 150 aziende che ci hanno creduto, a sponsor e istituzioni che ci hanno consentito di realizzare un evento che ormai è diventato globale perché coinvolge aziende e buyer di cinque continenti. Quest’anno FuturPera è più che mai necessaria – ha detto Stefano Calderoni – perché la crisi di reddito dei nostri frutticoltori è forte. Questo non sarà lo spazio dove si troveranno tutte le soluzioni, ma un pezzo del percorso per costruire delle risposte. Dobbiamo ridare vitalità e anche speranza ai produttori agricoli e all’intera filiera.

“Anche Alan Fabbri, sindaco di Ferrara ha ribadito l’importanza di questa manifestazione per il territorio e l’intero territorio produttivo in Emilia-Romagna. “L’attenzione politica deve concentrarsi sul settore agricolo, che è un importante traino per l’economia del territorio. Il Comune di Ferrara è orgoglioso di ospitare questa realtà, che mette in campo non solo un settore economico ma anche una storia, una tradizione e un’identità. A seguire l’intervento di Albano Bergami che ha detto:” Sei anni fa, quando abbiamo deciso di realizzare una fiera dedicata unicamente alle pere, molti hanno pensato che fosse un azzardo. Non lo era per l’Oi Pera perché l’Italia è il quarto paese produttore di pere a livello globale e non esiste in nessun altro paese del mondo una concentrazione di pereti così grande come in EmiliaRomagna (il 70% dei 30.000 ettari presenti in Italia). Oggi possiamo dire che la sfida di questa fiera è vinta, perché abbiamo il 30% in più degli espositori e quindi abbiamo tutti gli strumenti necessari per un forte rilancio del settore”.

Anche il presidente di Ferrara Fiere, Filippo Parisini, ha ribadito che: “FuturPera è cresciuta in maniera incredibile rispetto alla sua prima edizione, abbiamo investito molto su questa manifestazione che valorizza l’economia agricola del territorio. Il successo di questo evento è talmente importante per il comparto che stiamo anche pensando a un evento intermedio, nel 2020 per indagare altri campi e comparti della produzione locale”.

Ha chiuso gli interventi dell’evento inaugurale Simona Caselli che ha detto: “È la terza volta che ho l’onore di tagliare questo nastro e anche a occhio si può dire che una fiera verticale dedicata alla pera non solo ha senso, ma è necessaria in questo momento complesso per il settore pericolo”. La Regione ha sempre creduto nell’evento perché parla di un prodotto identitario. Realizzare questa manifestazione è stata un’intuizione eccezionale da parte degli organizzatori, anche grazie alla presenza di un’organizzazione Interprofessionale che ci ha investito. Qui si parlerà di lotta alla cimice asiatica, che ha potuto fare tutti questi danni anche a causa dei cambiamenti climatici. Per questo la Regione sta lavorando, insieme a Ministero e Commissione Europea, per risolvere il problema e rimanere accanto ai nostri produttori. A primavera ci saranno i primi rilasci della vespa samurai e a livello di risorse per il settore la ministra Bellanova è andata ieri a contrattare una moratoria sui mutui, per far slittare i pagamenti di due anni. Il nostro obiettivo è mantenere questo straordinario patrimonio di aziende pericole.”

Ottima la partecipazione ai primi due appuntamenti del World Pear Forum, che al mattino ha visto l’intervento dell’agronomo australiano Marcel Veens e dei tecnici della Fondazione Fll. Navarra, per un confronto sulle modalità produttive in areali molto differenti, ma utile per capire nuove metodologie di gestione del frutteto. Al termine dell’incontro è stato proiettato il video della giornata tecnica in campo che si è svolta alla Fondazione Navarra. Nel pomeriggio, al convegno dedicato alla maculatura bruna, si è affrontato il problema da diversi punti di vista: dalla ricerca scientifica messa in campo dal Distal (Università di Bologna) per cercare nuove strategie mirate di difesa, fino alle prove di saggio per contenere la malattia e le esperienze dei consorzi fitosanitari.

FuturPera continua domani, venerdì 29 novembre, con il terzo appuntamento del World Pear Forum di FuturPera dove si discuterà un tema cruciale per il settore: “Le prospettive commerciali e le nuove opportunità di mercato” con gli esperti nazionali e internazionali che si confronteranno sulle strategie per valorizzare il prodotto sul mercato interno e all’estero. Davvero ampio anche il calendario degli incontri tecnici in programma: “Ultimi risultati sulla difesa contro la cimice asiatica” di Bayer Cropscience; “Le specialità nutrizionali Compo Expert per il pero” di Compo Expert; “Novità sulla gestione dei diserbi e sui biostimolanti nel frutteto” di Sipcam; Friendly Fruit – Climate Kic: melicoltura innovativa e sostenibile a cura del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari – Unibo; Pirodiserbo: dal controllo delle infestanti al controllo delle patologie” di Mingozzi Group; “La nutrizione del pero con i fertilizzanti Timac” di Timac Agro; “Strategie integrate per la difesa da Maculatura bruna e colpo di fuoco” di Manica.

Ricordiamo che il Salone rimarrà aperto dalle 9 alle 18.30. e l’ingresso è gratuito ma viene chiesta la registrazione che può essere effettuata online sul sito www.futurpera.com per evitare code all’ingresso, oppure direttamente in fiera nei giorni dell’evento.

Premiati i volontari che hanno partecipato alle iniziative in tema di Educazione alla Legalità e Rispetto dell’Ambiente

Da: Ufficio Stampa Prefettura di Ferrara

Presentato il bilancio dei Progetti “Un mare di legalità 2019” e “Acqua 100% Plastic Free”.

Presieduta dal Prefetto di Ferrara, Michele Campanaro, con la partecipazione del Questore Giancarlo Pallini e dei vertici territoriali delle Forze dell’Ordine, del Presidente della Camera di Commercio Paolo Govoni, del Sindaco di Comacchio e Presidente dell’Ente Parco Delta del Po regionale Marco Fabbri, del Sindaco di Riva del Po, Andrea Zamboni, e dei presidenti del Consorzio Acque Delta Ferrarese – CADF s.p.a. e della società per i servizi ambientali CLARA s.p.a., Maira Passarella e Annibale Cavallari, si è tenuto in mattinata, presso il Centro di Educazione Ambientale di Riva del Po (FE), alle porte del delta del Po, la cerimonia di premiazione dei volontari impegnati nei Progetti “Un mare di legalità 2019” e “Acqua 100% Plastic Free”, per la divulgazione della legalità e del rispetto dell’ambiente.

Il progetto è stato realizzato dalla Prefettura di Ferrara, con la collaborazione della Camera di Commercio, del Comune di Comacchio e della Provincia di Ferrara.
Nell’ambito della campagna estiva per il contrasto al fenomeno dell’abusivismo commerciale sulle spiagge del litorale, che ha impegnato Forze dell’Ordine, Polizia Provinciale e Polizia Locale di Comacchio, i volontari delle Associazioni Agriambiente, G.E.V. e L.I.D.A., con il sostegno di CADF s.p.a. e CLARA s.p.a.,, oltre a sviluppare lungo il litorale comacchiese attività si sensibilizzazione al consumo di prodotti legali non contraffatti, hanno fornito un importante contributo sul tema della riduzione di rifiuti in plastica, ai fini della promozione di comportamenti consapevoli e sostenibili per l’ambiente, distribuendo borracce in alluminio, in sostituzione delle bottiglie in plastica.

“Il progetto “Un mare di legalità” – ha sottolineato il Prefetto Campanaro – è la dimostrazione dell’efficacia del sistema di sicurezza partecipata, che sviluppa sinergie interistituzionali e con il terzo settore. Un’iniziatica importante di promozione della cultura della legalità – ha proseguito il Rappresentante del Governo – che quest’anno, con “Acqua 100% Plastic Free”, si è arricchita di una ulteriore attività di sensibilizzazione sul tema attualissimo del rispetto dell’ambiente, tema che si integra perfettamente in un contesto di straordinaria valenza naturalistica quale il litorale comacchiese, nel cuore del Parco del Delta del Po, patrimonio UNESCO”.

Al termine della cerimonia di premiazione, le Autorità hanno visitato il Centro di Educazione Ambientale, all’interno del quale è attivo l’impianto di potabilizzazione idrica di proprietà del Consorzio Acque del Delta Ferrarese, che si approvvigiona direttamente dall’adiacente fiume Po. Insieme all’impianto nella vicina località di Ro, ha una potenzialità complessiva di 1.000 litri/sec. di acqua trattata e potabile, immessa in circa 2.200 km. della rete che rifornisce le utenze del medio-basso ferrarese.

Dove lo metto Giulio Regeni?

No,non prendete per vera la foto di copertina. Niente facciata del Duomo per adesso. E’ solo una ‘modesta proposta’. L’idea (lo stupendo  fotomontaggio) l’ho presa a prestito da un profilo di un amico su Facebook. Ma la faccio mia senz’altro: è troppo tempo che la verità per Giulio Regeni non ha più casa a Ferrara.

La storia (tremenda e inconclusa) di Giulio Regeni, il giovane dottorando italiano torturato ed ucciso a Il Cairo nel febbraio del 2016, è nota a tutti. La magistratura italiana indaga, il coinvolgimento della polizia e dei servizi segreti egiziani è ormai acclarato, ma le autorità egiziane non sembrano disposte a far piena luce sulle circostanze dell’omicidio Regeni. Pressato dall’opinione pubblica il governo Gentiloni ha insistito (sottovoce, con molto garbo) sul governo egiziano. Il primo Governo Conte molto meno: è rimasto alle cronache il sommo cinismo dell’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini che, nel giugno dell’anno scorso, rispondeva così a una domanda di un giornalista: “Regeni? Sono più importanti i rapporti con l’Egitto.”.

Intanto il nome di Giulio Regeni, la richiesta di arrivare alla verità sulla sua morte, si spargeva in tutte le piazze d’Italia. Ovunque veniva appeso lo striscione giallo di Amnesty International. Anche a Ferrara, dove da oltre tre anni stava appeso allo Scalone di piazza Municipale.

Ci eravamo tanto abituati, che la piazza non sarebbe stata più la stessa senza quella invocazione alla giustizia e alla verità. Poi, dopo la vittoria leghista alle ultime elezioni comunali, quello striscione ha iniziato a diventare scomodo. E qualche volonteroso militante aveva subito pensato a coprirlo con una bandiera di partito.

La storia continua. Per la destra ferrarese quello striscione doveva risultare davvero indigesto, infatti, la notte dello scorso 7 agosto sparisce del tutto. Da allora sono passati più di tre mesi. Il gruppo Amnesty International di Ferrara ha ripetutamente chiesto alla nuova Giunta di ripristinarlo. Senza successo. Sembra proprio non si riesca a trovare un posto per Giulio Regeni. E per la verità.

Proprio ieri il Sindaco Alan Fabbri prendeva altro tempo. Ma siccome Alan Fabbri ama far la parte del poliziotto buono – lasciando al vicesindaco Naomo Lodi il ruolo di poliziotto cattivo – la questione striscione diventa puramente un problema di estetica e di decoro urbano. Lo striscione non tornerà sullo scalone del municipio, ma “la nostra idea – dice il Sindaco rispondendo ad Amnesty International – è di spostarlo in un altra collocazione, altrettanto importante, per ragioni legate all’afflusso turistico e alla attività istituzionale collegati allo Scalone”. Collegati come, non è dato intuire.

Non ci pareva che qualche turista avesse protestato per l’obbobrio di uno striscione civile sul fianco dello Scalone. Non ci sembrava costituire un vulnus alla bellezza di Ferrara. Né che potesse in qualche modo intralciare i lavori del Consiglio Comunale e della Giunta. Ma insomma, vogliamo prendere per buone le intenzioni del Sindaco che da più di 100 giorni si sta lambiccando il cervello per trovare un posticino adatto (“altrettanto importante” ha detto) per Giulio Regeni. L’idea della facciata del Duomo, fasciata a lungo per i lavori di restauro, ci pare un’ottima location. Ci pensi su. E prenda una decisione. Non credo che il vescovo avrà obiezioni.

 

 

Ferrara accende il Natale con l’illuminazione di ben tre alberi

Da: Organizzatori

Due grandi spettacoli sul listone del Fideuram Christmas Village.

Nel prossimo week end si respirerà davvero aria di Natale a Ferrara. Sabato 30 novembre si accenderanno addirittura tre alberi di Natale preceduti da grandi e suggestivi momenti di spettacolo. Anche questi eventi sono sostenuti e promossi dal Comune di Ferrara e curati dall’Ati formata da Delphi International, Made Eventi e Sapori da mare, con il coordinamento generale di Riccardo Cavicchi e la direzione artistica di Alessandro Pasetti. Presenterà Elisa Giorio.
Vai col musical
In piazza Trento Trieste, sul palco allestito al Fideuram Christmas Village, alle 16 comincerà l’animazione musicale di Radio Bruno. Seguirà alle 17 lo spettacolo “Notte di Natale 1223”, un suggestivo e coinvolgente musical di Carlo Tedeschi, interpretato dai giovani allievi dell’Accademia del musical “Arte e luce” di Ferrara, per la direzione artistica di Annamaria Bianchini. Il presepe vivente diventa un musical: canti, danze e musiche si fondono coinvolgendo gli spettatori nella suggestiva atmosfera del primo presepe vivente ideato nel 1223 da San Francesco nel paesie di Greccio. L’opera è stata eseguita la notte del 24 dicembre in Piazza San Pietro a Roma, in occasione dell’accensione del Lume della pace, alla presenza di Papa Francesco. Poi alle 18 il momento dell’accensione dell’albero di Natale, il Bricoman Christmas Tree, adornato da ben 770 palle fluorescenti, di grande pregio artistico, alla presenza del sindaco della città, Alan Fabbri. Alla base del grande albero di oltre 16 metri di altezza, per la prima volta è stata posta una Natività, un presepe donato dall’Anffas Ferrara Onlus.

Ferrara accende il Natale
In contemporanea, e cioè sempre alle ore 18 di sabato, si accenderanno anche altri due alberi natalizi voluti dall’amministrazione comunale. Il primo nella zona acquedotto, che sarà inaugurato dall’assessore alla Attività Produttive Angela Travagli, mentre il terzo albero sarà acceso in zona Gad, dall’assessore al Turismo Matteo Fornasini.

Apre il Ferrara Ice Park
Dopo il rinvio a causa delle temperature elevate della settimana scorsa, sabato 30 novembre alle ore 10 aprirà il Ferrara Ice Park, con la pista di pattinaggio su ghiaccio all’interno del suggestivo Giardino delle Duchesse. La pista del ghiaccio, con due aree rispettivamente per adulti e bambini, è realizzata anche quest’anno da EngiEvents, società leader per l’impiantistica sportiva.

Domenica torna l’orchestra Casanova.
Buona la seconda (speriamo) è il caso di dire. Domenica alle 16.30 sul palco del Fideuram Christmas Village in piazza sarà riproposto lo spettacolo della Casanova Venice Ensemble che era stato cancellato sabato 16 novembre a causa delle avverse condizioni meteo. L’orchestra ritmico sinfonica della Casanova Venice Ensemble, diretta dal maestro Costantino Carllo è formata da ben 60 artisti tra musicisti, vocalist, corpo di ballo, oltre alle voci soliste del tenore Vittorio Zambon, del soprano Aline Carraro e della cantante Chiara Luppi. Un tocco di classe sarà fornito dalle esibizioni aeree e a terra della performer Chiara Baltieri. La direzione artistica è curata da Gianmatteo Carollo. Lo spettacolo sarà un omaggio alle musiche di Ennio Morricone, musiche intramontabili e famosissime che hanno accompagnato capolavori del cinema come: c’era una volta il west, Per un pugno di dollari, Mission, Novecento. Uno spettacolo di forti emozioni.

Ferrara Civica: Palazzo Prosperi – Sacrati e la città museo

Da: Ufficio Stampa Gruppo Ferrara Civica

Ferrara Civica, in merito all’ipotizzato recupero di Palazzo Prosperi-Sacrati, ritiene che sia un grande risultato, dopo tanti anni, per un bene architettonico e culturale importante per Ferrara; come altrettanto grande e impegnativo sarà il successivo percorso di valorizzazione.

Valorizzazione, infatti, per cosa? Già si è espressa parte della Giunta per un allargamento degli spazi dell’Università cittadina (una scelta anche della precedente amministrazione sconfitta alle urne). Questa nostra riflessione invita, invece, a una destinazione più strategica e maggiormente legata alla posizione topografico-urbanistica in cui si trova il Palazzo e che riteniamo utile alla progettazione di un’espansione innovativa di Ferrara città patrimonio culturale dell’Unesco.

Tutto parte dalla considerazione di un comparto urbanistico in cui sono già presenti edifici adibiti alla valorizzazione della “Memoria”, in particolare di quella artistica: vale a dire i Musei.
Teniamo sempre presente che il concetto di “Memoria” è legato al concetto di “futuro”, perché chi non ha memoria non ha futuro e il Museo è uno dei momenti di materializzazione tridimensionale del concetto Memoria. È però limitativo pensare a una struttura museale finita e completa, in quanto attualmente la conservazione museale va dal neolitico ai “giorni nostri”; e questa è la ragione per cui in futuro ci sarà bisogno sempre di maggiori spazi disponibili, appunto, per la conservazione e valorizzazione dinamica, moderna, digitale e proiettata nel futuro della Memoria.

In concreto, vedremmo bene quest’occasione per realizzare un fatto che entrerebbe di diritto nella storia della città e del suo storico cambio di passo politico voluto dai cittadini attivi per il suo governo: la creazione di un “Polo museale Diamanti”; un polo unico al mondo sviluppato lungo e attorno la dorsale di Corso Ercole d’Este -prima strada moderna d’Europa- comprendente i palazzi e i relativi giardini dei:
Diamanti (sede espositiva di mostre d’arte antica e il Museo del Risorgimento e della Resistenza);
Turchi-Di Bagno (con Museo della Paleontologia e l’Orto Botanico, sede di mostre scientifiche);
Prosperi-Sacrati nuova, esclusiva sede di una potenziata sezione d’arte contemporanea-moderna;
Massari (con il Museo dell’Ottocento e del Novecento, e un “rinato” PAC Padiglione di Video Arte Contemporanea), nonché, una riflessione progettuale che coinvolga anche l’antico complesso degradato della ex Chiesa e Convento di Santa Caterina in via Roversella confinante col quadrivio attraverso le aree verdi interne del Diamanti.

Ricordiamo, ancora, l’intelligente proposta, di qualche anno fa, del critico d’arte ferrarese Lucio Scardino, di realizzare una sorta di “Pantheon” (statue, busti di artisti e personalità locali nel corso dei secoli) da realizzarsi in un percorso storico-culturale-turistico con fulcro il Parco Massari, che potrebbe inglobare anche i parchi prossimi a Diamanti e Prosperi-Sacrati con esposizioni temporanee di opere scultoree, che nel tempo, tramite le donazioni, potrebbero diventare esposizioni permanenti e quindi, creare le basi per la realizzazione di un vero e proprio Museo della Scultura en plei-air.

Vorremmo poi citare che esistono diverse “collezioni” ancora prive di degna sede -nonché d’importanti lasciti bibliotecari-: le opere della donazione Farina (oltre 190 opere di arte del Novecento), le opere della ex Cassa di Risparmio S.p.a oggi Bper, la collezione Cavallini-Sgarbi, nonché quelle di altri privati che potrebbero mettere in visione di un vasto pubblico anche esterno alla città il loro valore artistico.

Ancora, si potrebbe collegare il “Polo” alla topografia dei luoghi della Certosa Monumentale di Ferrara sottostimata e da riqualificare e promuovere sistematicamente- la rinata Chiesa di San Cristoforo, le opere-tombe monumentali di assoluto pregio architettonico artistico-culturale e l’antistante area verde proscenio naturale di appuntamenti estivi musicali di pregio per le produzioni del locale Conservatorio: per questo parliamo di un unicum. Insomma, il recupero del Palazzo Sacrati è l’occasione per pensare e progettare spazi aperti e chiusi per mostre permanenti, temporanee e luoghi di qualità per valorizzare la città e la sua vitale ospitalità.

E se poi dovesse prevalere dal confronto pubblico un orientamento del Sacrati a sede di un rinnovato Museo Antonioni, ebbene, che sia, con questo nome, il Museo di Ferrara e il Cinema, della storia del ferrarese attraverso l’arte cinematografica e l’opera di tutti i suoi cineasti.

Palazzo Sacrati è, anche, l’occasione anche per rilanciare il Diamanti alla sua vocazione naturale di perno centrale perché si potrebbe pensare a una nuova sistemazione e allestimento del Museo del Risorgimento, che libererebbe spazi per i servizi complessivi del Polo Museale (caffetteria, sala internet, laboratori didattici, biglietteria, ecc.), in una visione più ampia e creativa. Questo, in attesa che si possa cogliere per il “Progetto Polo” le opportunità offerte dal complesso Caserma Bevilacqua, garantendo nuova collocazione più moderna e funzionale alle esigenze e servizi garantiti dalla Polizia di Stato.

Per quanto riguarda l’ipotesi di destinare il Sacrati a sede universitaria, ricordiamo che nel futuro restauro di Palazzo di Renata di Francia, sede del rettorato, è presente un’aula magna prestigiosa, come pure già nella vicina ex Facoltà di Lettere e Filosofia, come quella prevista dopo gli interventi alla Facoltà di Matematica, senza dimenticare quella già attiva alla Facoltà di Giurisprudenza.

Invece, il “piatto langue” di spazi pubblici -non consegnati a una esclusiva priorità universitaria- per eventi congressuali di prestigio, vista la sottrazione a questo uso dell’ex Teatro Verdi.
Quale migliore cornice di Palazzo Sacrati per una sala adeguata e avveniristica -pubblica anche se del caso gestita da privati- per avviare lo sviluppo del turismo congressuale?

Questo, senza nulla togliere al ruolo fondamentale di UniFe per lo sviluppo della città, che per raggiungere tale obiettivo -da noi evidenziato in più occasioni- può rivolgere il suo potenziamento utilizzando altri “buchi neri” della città da anni dismessi sui quali si dovrà, comunque, presto tardi intervenire come -e ci limitiamo a due gravi esempi- l’ex ospedale San Giorgio di via Boschetto vincolato dalla Soprintendenza e le cosiddette Nuove Cliniche dell’ex Sant’Anna proposte alla demolizione dalla vecchia giunta. Per non parlare poi: della vuota Casa del Pellegrino; dell’abortita Scuola della Guardia di Finanza nel complesso di San Benedetto, della sede Ausl Ferrara di via Cassoli, prossimo contenitore “da destinare” una volta traslocate le attività alla Cittadella della Salute.

Infine, non dimentichiamo i nuovi strumenti finanziario-patrimoniali pubblico-privati per gli interventi di ristrutturazione e di gestione di un Polo così concepito.

Ci sono, quindi, elementi per avviare tra i componenti della coalizione, il sistema economico-produttivo locale ed esterno alla città e la cittadinanza tutta, un’equilibrata riflessione e un confronto di ampia prospettiva prima di adottare scelte in favore di legittime e fondamentali aspirazioni universitarie che limiterebbero però altre e ben più strategiche e innovative espansioni; un clima favorevole testimoniato dalla civilissima, alta e condivisa riflessione del Prof. Ranieri Varese sul tema. Uno spirito che ritroviamo quando, presentando il 29 Luglio all’approvazione del Consiglio Comunale di Ferrara le Linee di Mandato, il Sindaco Fabbri afferma ”…se vuoi arrivare lontano, cammina insieme agli altri”- e che: ”siamo profondamente convinti del valore della programmazione politico-strategica come impegno comunitario e condiviso, in grado di far crescere Ferrara e tutto il territorio, e riteniamo che questa occasione debba essere uno stimolo per le forze politiche, di maggioranza e dì opposizione, ad alzare il livello del confronto in una sintesi di alto profilo, capace di innescare un circolo virtuoso che possa andare ben oltre la durata di questo mandato”.

Ferrara Civica, per nascita e vocazione, con spirito di collaborazione, in virtù di quanto annunciato dal Sindaco, risponde per costruire assieme alla città un Progetto di respiro per un settore fondamentale per Ferrara.

Con il secondo film di Mondovisioni inizia il dicembre di Ferrara Off

Da: Ufficio Stampa Associazione Culturale Ferrara Off

Ad aprire il dicembre di Ferrara Off, domenica 1 alle ore 17.30 verrà proiettato negli spazi di viale Alfonso I d’Este 13 il secondo docufilm di Mondovisioni scelto dalla rete di associazioni composta da Agire Sociale, Gruppo giovani di Amnesty International Ferrara, Cgil, Cittadini del mondo, Emmaus, Ferrara Off, Ibo, Intercultura, Movimento Nonviolento, Parrocchia di Santa Francesca Romana, Pax Christi, Segnidipace.
‘Mission lifeline’ di Markus Weinberg e Luise Baumgarten, segue la storia della ONG tedesca Mission Lifeline, che si dedica al soccorso dei migranti nel Mediterraneo, dove l’impegno a salvare persone dalla morte certa si trasforma in lotta per l’ideale europeo. Il film è in versione originale con sottotitoli in italiano.
Sabato 30 novembre, dalle 11 alle 13, a Ferrara Off verrà ospitato il workshop di body percussion con Anselmo Luisi dedicato a tutti coloro che vogliono sperimentare ritmi nuovi a partire dal proprio corpo.
Per questioni organizzative la lettura a puntate di ‘Piccole donne’ di Louisa May Alcott con Gloria Giacopini è stata spostata da sabato 30 novembre a sabato 7 dicembre (prima puntata) e i due sabati successivi (seconda e terza puntata). Sabato 21 dicembre, al termine della lettura seguirà un momento conviviale con spumante e panettone per festeggiare le vacanze natalizie.
Maggiori informazioni chiamando il 333 6282360 o scrivendo a info@ferraraoff.it

Le verità nascoste su piazza Fontana. Oggi a Ferrara il giornalista-scrittore Paolo Morando

Una piccola storia ignobile della giustizia italiana, subito cancellata e rimossa. “Prima di piazza Fontana. La prova generale”, accurata e approfondita analisi condotta dal giornalista e scrittore Paolo Morando raccolta nel recente volume edito da Laterza “Prima di piazza Fontana. La prova generale”, sarà oggetto di confronto e dibattito alla presenza dall’autore, oggi all 18 alla libreria Ibs – Il libraccio di piazza Trento e Trieste. Il volume fa seguito alle due precedenti preziose analisi di Morando sulle radici del nostro anestetizzato presente: “Dancing days: ’78/’79 i due anni che hanno cambiato l’Italia” e “’80, l’inizio della barbarie”.

Sempre oggi, ma alle 16, al Polo di Unife in via degli Adelardi 33, è in programma il seminario (aperto a tutti) dal titolo: “Tensione e distrazione: strategie per il controllo sociale”, nell’ambito del ciclo “l’Etica in pratica” organizzato dal prof. Sergio Gessi a integrazione del suo corso di Etica della comunicazione. A tenerlo sarà proprio il giornalista autore del libro-inchiesta che, a cinquant’anni dai fatti, rivela le verità nascoste di uno dei momenti chiave della storia repubblicana.

La misconosciuta vicenda oggetto del saggio di Paolo Morando fa riferimento ai due ordigni scoppiati a Milano il 25 aprile 1969, alla Fiera campionaria e all’Ufficio cambi della Banca Nazionale delle Comunicazioni della Stazione centrale, che provocarono una ventina di feriti. La tesi dell’autore è che si tratti del primo atto della campagna di attentati che pochi mesi dopo porterà a Piazza Fontana.
Anche in quella circostanza l’Ufficio politico della questura, fin dalle prime ore, punta verso gli anarchici. A condurre le indagini sono il commissario Luigi Calabresi e i suoi uomini, gli stessi che si troveranno nel suo ufficio la notte della morte di Giuseppe Pinelli, nome che nell’inchiesta spunterà di continuo, come quello di Pietro Valpreda, che già qui si profila come futuro capro espiatorio. Nel giro di pochi giorni vengono arrestati tre giovani (e altrettanti nelle settimane successive) e una coppia di noti anarchici milanesi, amici dell’editore Giangiacomo Feltrinelli, che pure verrà rinviato a giudizio assieme alla moglie. Due anni dopo, con un colpo di scena dietro l’altro, il processo chiarirà le dimensioni della macchinazione anti-anarchica innescata da quegli attentati. Una vicenda determinante per comprendere fino in fondo i misteri di Piazza Fontana. Un racconto serrato di una pagina nera per la giustizia italiana, da allora totalmente rimossa dalla memoria, che assume nuova luce grazie alla scoperta di documenti fin qui inediti.