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Giorno: 9 Novembre 2019

Il rifugio incompiuto di Ludovico il Moro: Palazzo Costabili, capolavoro del Rinascimento

Ludovico Maria Sforza, detto il Moro per ragioni mai chiarite, lo voleva a tutti i costi. Divenne duca di Milano nel 1494 e lo sarebbe rimasto per cinque anni, ma la situazione era tutto fuorché stabile. Proprio quell’anno, Carlo VIII di Francia aveva avviato la sua calata in Italia e la preoccupazione era molta, tanto da indurre Ludovico ad affidare parecchio denaro ad Antonio Costabili, suo nobile ambasciatore, commissionandogli la costruzione di un rifugio nell’alleata Ferrara per avere un esilio sicuro, proprio nella città natale della moglie Beatrice e di Alfonso d’Este, marito della nipote Anna.

Fin qui la leggenda, tramandata dallo storico seicentesco Marcantonio Guarini. I conti, però, non tornano. Carte alla mano, sappiamo che il progettista del Palazzo Costabili, detto appunto di Ludovico il Moro, iniziò la costruzione attorno al 1500 ed è improbabile che il duca di Milano, spodestato l’anno prima e fatto prigioniero in Francia, potesse commissionare l’edificio. Ma chi era tale progettista? Anche in questo caso la risposta non è scontata, perché per decenni si è creduto qualcosa di diverso rispetto a oggi. Fino agli anni Venti del Novecento si riteneva, a ragione, che l’autore del complesso fosse stato Biagio Rossetti, l’architetto ducale degli Este e il nume tutelare dell’architettura rinascimentale ferrarese. Da quel momento, tuttavia, a causa dell’elevata qualità dell’opera, l’attribuzione slittò verso Donato Bramante, anch’egli importante artista del Rinascimento, che avrebbe ricevuto una commissione da parte – ancora una volta – del duca di Milano. Trattandosi di un’opera incompiuta, si procedette con un generale e radicale restauro delle rovine del palazzo, naturalmente usando uno stile bramantesco. Documenti ritrovati e studiati in seguito, però, dimostravano di non essere d’accordo, in quanto aggiudicavano, senza alcun dubbio, l’opera al suo legittimo ideatore, Biagio Rossetti, a cui si deve il progetto iniziale. Caratteristica costante delle sue costruzioni è quella delle due finestre accostate, che difatti il Palazzone mostra di avere. Dai dati appresi attraverso ricerche d’archivio, è emerso che il duca Ercole I d’Este si impegnò a concedere un prestito a partire dal 1496 in favore di Antonio Costabili, per l’avvio dei lavori. Restituita l’opera al legittimo autore, la cronistoria del palazzo risulta più chiara. Costabili, nobile ambasciatore estense a Milano durante il ducato di Ludovico il Moro, assegnò a Biagio Rossetti la definizione del progetto di un edificio fra i più prestigiosi, lontano dai nuovi quartieri cittadini, per quando avrebbe fatto ritorno a Ferrara. I lavori vennero dunque avviati nel 1500, ma già tre anni dopo l’architetto fu costretto ad abbandonare il tutto, poiché chiamato per un altro incarico di spessore. Da quel momento la costruzione fu presa in mano da altre persone, ma il palazzo non fu mai completato. Nonostante ciò, all’opera vi furono eccellenti maestranze dell’epoca, dagli scalpellini ai pittori di corte. Ebbe inizio così una serie di passaggi tra le famiglie aristocratiche ferraresi, dalla fine del Sedicesimo secolo, quando i Costabili si estinsero, fino al 1920, anno in cui fu acquistato dallo Stato italiano. Il palazzo, che poteva vantare un bellissimo cortile d’onore mai finito, uno scalone monumentale in marmo con fantasie mai decifrate e affreschi ritenuti veri capolavori del Rinascimento, era ormai in una condizione di grave degrado, determinato anche da modifiche apportate nel corso dei secoli. Nel 1929, a seguito dei primi ritrovamenti nel comacchiese, l’allora Ministero dell’Educazione Nazionale decise di farne un museo e, dopo un restauro, nel 1935 avvenne l’inaugurazione del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, ancora oggi lì ubicato.

Con la consapevolezza moderna, non era però pensabile lasciare i vecchi interventi restaurativi, poco rigorosi da un punto di vista filologico. Così, negli anni Novanta si è proceduto con operazioni in grado di riportare alla situazione iniziale l’intero complesso. E del meraviglioso cortile d’onore, lo storico Burckhardt ebbe a dire: “vale per dieci palazzi, sebbene incompiuto e cadente”.

 

Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
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Ultimo appuntamento con il ciclo di conferenze sull’Olocausto

Da: Ufficio Stampa Università di Ferrara

“La (in)dicibilità del Male: quale lingua per raccontare la Shoah?”. Lunedì 11 novembre alle 16.15 nell’Aula A1 del Polo Didattico degli Adelardi.

Ultimo appuntamento lunedì 11 novembre con il ciclo di seminari “La (in)dicibilità del Male: quale lingua per raccontare la Shoah?” a cura di Isabella Mattazzi del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara e patrocinata da Comune di Ferrara e MEIS.

Niccolò Scaffai dell’Università di Lausanne alle ore 16.15 nell’Aula A1 del Polo Didattico degli Adelardi, (Via degli Adelardi, 33), parlerà de “Lo stile della memoria. Testimonianza e racconto in Primo Levi”. La conferenza è aperta a tutta la cittadinanza fino a esaurimento posti.

Uno degli studiosi oggi più importanti in Italia di poesia del Novecento, Scaffai parlerà di Levi entrando nello specifico del suo linguaggio e utilizzerà il discorso sulla sua lingua come laboratorio per capire la Shoah e la sua scissione in esperienza dicibile/indicibile.

L’appuntamento di lunedì chiude il ciclo di seminari sulla narrazione della Shoah, pensati come un laboratorio di riflessione sui limiti del linguaggio, su una possibile declinazione politica della parola letteraria, così come sul rapporto complesso tra l’Uomo e la Storia.

Note biografiche
Niccolò Scaffai insegna Critica letteraria e letterature comparate all’Università degli Studi di Siena e Letteratura contemporanea all’Università di Lausanne. Specialista di Primo Levi, ha dedicato anche una corposa parte dei suoi studi a Eugenio Montale, in particolare con la monografia Montale e il libro di poesia (2002), il commento alle Prose narrative nella collana Oscar di Mondadori (2008) e quello a La bufera e altro nella collana Lo Specchio (2019). Tra i suoi libri recenti ci sono anche Il lavoro del poeta. Montale, Sereni, Caproni (2015); Letteratura e ecologia (2017); À l’italienne. Narrazioni dell’italianità dagli anni Ottanta a oggi (2018).

Jazz Club Ferrara presenta The Tower Jazz Composers Orchestra CD Release Party

Da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara

Lunedì 11 novembre esce Tower Jazz Composers Orchestra, omonimo album d’esordio dell’apprezzata resident band del Jazz Club Ferrara. Al Torrione si festeggia con un party di presentazione a cui seguirà il tour. L’album prodotto da Over Studio Records e distribuito da Jazzos.com – Goodfellas è stato realizzato grazie alla collaborazione tra Jazz Club Ferrara e Bologna Jazz Festival, con il contributo di Regione Emilia-Romagna e Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna.

Il Jazz Club Ferrara e Over Studio Recording sono orgogliosi di annunciare l’uscita di Tower Jazz Composers Orchestra, omonimo album d’esordio dell’apprezzata resident band del Torrione. Il progetto nuovo di zecca sarà presentato al pubblico lunedì 11 novembre (a partire dalle ore 20.00), in occasione della consueta residenza mensile dell’ampio organico. Scelti da un book di oltre sessanta arrangiamenti originali, i quattordici brani incisi offrono una visione ad ampio raggio sulle diverse sfaccettature compositive e performative dell’ensemble, restituendone un’immagine completa. Anticipa il concerto l’aperitivo a buffet al wine bar del Torrione accompagnato dalla selezione musicale di France dj, lo segue l’imprevedibile jam session.
L’esperienza condotta al Jazz Club Ferrara da tre anni a questa parte, unita ai diversi concerti fuori dalle mura del Torrione, si è concretizzata in questo primo album prodotto dalla neonata Over Studio Records, etichetta emanazione dell’omonimo studio discografico che si è occupato della registrazione e produzione del disco, registrato a fine settembre al Teatro De Micheli di Copparo (FE) e distribuito da Jazzos.com – Goodfellas. La realizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione del Jazz Club Ferrara con Bologna Jazz Festival e al sostegno di Regione Emilia Romagna (“Legge Musica L.R 2/18, art. 8”) e Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna.
La TJCO intraprenderà altresì un tour italiano ed europeo di presentazione dell’album (ancora in fase di definizione). Oltre al Jazz Club Ferrara (13 dicembre 2019 e 24 gennaio 2020), l’ensemble farà tappa al Musicus Concertus di Firenze nell’ambito della rassegna ‘A Jazz Supreme’ (29/11), all’Ancona Jazz Festival (25/02) e al Teatro Ristori di Verona (30/04, in occasione della Giornata internazionale del jazz Unesco).
Già tra i dieci migliori gruppi dell’anno al Top Jazz 2018 di Musica Jazz, la Tower Jazz Composers Orchestra ha preso forma nel 2016 come naturale evoluzione di due progetti didattici (The Unreal Book e The Tower Jazz Workshop Orchestra) organizzati al Jazz Club Ferrara negli anni scorsi.
Affidati alla direzione di Piero Bittolo Bon e Alfonso Santimone, gli oltre venti elementi che la costituiscono mettono in gioco collettivamente le proprie idee musicali con creatività e sorprendente empatia, eseguendo partiture pensate per l’orchestra stessa e rivisitazioni di brani provenienti da varie tradizioni.
È così possibile definire la TJCO come un’esperienza orizzontale a dimensione variabile e con un regime partecipativo. Ogni componente più o meno stabile dell’organico, in veste di compositore e improvvisatore, contribuisce alla ricerca a tutto campo che è propria dell’attitudine artistica di questa formazione.
In questi anni l’orchestra ha costruito un repertorio piuttosto vasto e variegato, dove le voci dei vari compositori si confrontano tra loro nella ricerca di un’identità riconoscibile e di un percorso teso a sconfinare oltre, pur attraversandolo in lungo e in largo, l’idioma classico della big-band jazzistica.
Al di fuori del Torrione San Giovanni, in cui si esibisce mensilmente nell’ambito delle stagioni di “Ferrara In jazz”, la TJCO ha calcato i palcoscenici di prestigiosi festival quali Bologna Jazz Festival (a fianco di David Murray), Correggio Jazz nell’ambito di Crossroads jazz e altro in Emilia-Romagna ed Euphonie festival di suoni in natura, nella suggestiva cornice dei Trepponti di Comacchio.

Tower Jazz Composers Orchestra, Over Studio Records – 001. overstudiorecording.bandcamp.com/releases, www.overstudio.it, www.jazzos.com .

Line up:
Alfonso Santimone – direttore, direzione musicale e live electronics
Pietro Bittolo Bon – direzione musicale, sax alto, clarinetto basso, flauto basso
Marta Raviglia – voce

Sandro Tognazzo – flauto e flauto alto
Gianluca Fortini – clarinetto e clarinetto basso
Filippo Orefice – sax tenore, clarinetto, flauto
Tobia Bondesan – sax tenore e soprano
Giulia Barba – sax alto e baritono, clarinetto basso
Mirko Cisilino – tromba, corno francese
Gabriele Cancelli – tromba e cornetta
Paolo Malacarne – tromba e flicorno
Andrea Del Vescovo – tromba e flicorno
Federico Pierantoni – trombone
Lorenzo Manfredini – trombone
Max Ravanello – trombone
Fabio De Cataldo – trombone basso
Glauco Benedetti – tuba

Luca Chiari – chitarra elettrica ed acustica
Federico Rubin – pianoforte
Stefano Dallaporta – contrabbasso e basso elettrico
Simone Sferruzza – batteria (3, 4, 6, 7, 9, 10, 11, 12)
Andrea Grillini – batteria
 (1, 2, 5, 8, 11, 13, 14)
William Simone – percussioni

Tracklist:
01. Okapi, Pt. I (Piero Bittolo Bon) – 01:03
02. Lucid Dream (Stefano Dallaporta) – 07:35
03. High Tension Store (Alfonso Santimone) – 08:01
04. Trova L’Intruso, Pt. I (Giulia Barba) – 02:06
05. Tammorra (Lorenzo Manfredini) – 07:03
06. Provvisorio (Filippo Vignato) – 06:03
07. Yellow Trip (Simone Sferruzza) – 05:42
08. B – Brisbane (Piero Bittolo Bon) – 05.44
09. Trova L’Intruso, Pt. II (Giulia Barba) 0.30
10. Transitions (Filippo Orefice) – 05.48
11. 81 (Alfonso Santimone) – 06:38
12. Tower War (Federico Pierantoni) – 04:38
13. Ecce Combo (Alfonso Santimone) 07:10
14. Iuvenes Doom Sumus / Okapi, Pt. II (Piero Bittolo Bon) – 09.24

Totale 1:17:33

B-Brisbane – testo di Piero Bittolo Bon
Provvisorio – testo di Filippo Vignato
Lucid Dream – testo liberamente ispirato da “Psicomagia” di Alejandro Jodorowsky
High Tension Store – testo liberamente ispirato da Silence di Antonin Artaud

Tour:
29 novembre ’19 – ‘A Jazz Supreme’, Musicus Concertus, Firenze
24 gennio ’20 – ‘Ferrara In Jazz’, Jazz Club Ferrara
25 febbraio ’20 – Ancona Jazz Festival, Ridotto Teatro Duse, Ancona
30 aprile ’20 – Teatro Ristori, Verona

Informazioni TJCO CD Release Party – Lunedì 11 novembre al Jazz Club Ferrara
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Infoline 331 4323840 attiva tutti i giorni dalle ore 12:00 alle ore 22:00.
Il Jazz Club Ferrara è un’associazione culturale affiliata ad Endas.

Dove:
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

Costi e orari:
Ingresso € 5
Ingresso + tessera € 15
Ingresso + tessera per studenti Unife € 10

Non si accettano pagamenti POS.
Apertura biglietteria 19.30
Aperitivo a buffet con dj set a partire dalle ore 20.00
Concerto ore 21.30
Jam session ore 23.00