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Giorno: 29 Novembre 2019

Agrinsieme Ferrara: mobilitazione permanente di aziende agricole e cooperative agroalimentari

Da: Ufficio Stampa Cia – Agricoltori Italiani Ferrara

In occasione di FuturPera il coordinamento ha fatto il punto sui provvedimenti messi in campo per sostenere le aziende agricole colpite crisi di liquidità e chiedere date certe per l’attuazione dei provvedimenti e risposte concrete a livello istituzionale.

Risposte concrete e date certe per l’attuazione dei provvedimenti presi a livello regionale e nazionale per sostenere le aziende agricole colpite da cimice asiatica e le altre gravi fitopatologie del pero. Questo chiede il coordinamento di Agrinsieme Ferrara – che riunisce Cia – Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – che ha fatto il punto sulla situazione di aziende e cooperative in occasione di FuturPera – Salone internazionale della Pera. L’obiettivo di mantenere costante l’attenzione sulle difficoltà del comparto dopo l’importante mobilitazione, organizzata lo scorso 18 settembre a Ferrara e in tutte le province della Regione.

“Il coordinamento di Agrinsieme ha decretato uno stato di mobilitazione permanente – spiega Stefano Calderoni, presidente di Cia Ferrara e coordinatore di Agrinsieme – perché le nostre aziende non possono più attendere oltre, hanno bisogno di sapere quando arriveranno le risorse e saranno attuati i provvedimenti annunciati, in particolare gli stanziamenti straordinari da parte del ministero, la sospensione dei mutui di due anni – annunciata da ABI e ministro Patuanelli proprio nei giorni scorsi – e dei pagamenti dei contributi previdenziali all’INPS. Le nostre richieste, infatti, sono state accolte sia a livello regionale che nazionale, anche grazie alla visita della ministra Bellanova che si è resa conto del problema enorme che attraversa il settore. Ora, però, dobbiamo sapere concretamente se gli agricoltori dovranno pagare la rata di dicembre dell’INPS o se andando in banca potranno usufruire della moratoria sui loro mutui, senza naturalmente diventare “cattivi pagatori”. Perché la situazione è insostenibile e in questa fase non serve una politica degli annunci, ma scadenze e date precise. Inoltre – continua Calderoni – abbiamo chiesto a Bruxelles un fondo straordinario di almeno 300 milioni di euro, lo stesso assegnato per risolvere il problema della Xylella in Puglia, perché si tratta di una crisi del tutto analoga. La mobilitazione vedrà una serie di iniziative nelle prossime settimane e andremo avanti finché non otterremo quello che spetta al comparto frutticolo ma anche all’intero settore, perché certamente oltre ai problemi fitosanitari della frutticoltura, c’è una crisi dei prezzi che coinvolge tutte le aziende e le cooperative, che attraversano una fase produttiva ed economica difficilissima”.

Anche Gianluca Vertuani, presidente di Confagricoltura Ferrara, ha ribadito che il coordinamento di Agrinsieme ha aperto un percorso unitario di mobilitazione che continuerà ad oltranza.

“Nonostante gli importanti interventi e l’impegno dell’assessore regionale Caselli e della ministra Bellanova non abbiamo niente in mano e non riusciamo a dare risposte alle nostre aziende che devono chiudere i conti e avere una speranza e una prospettiva per ripartire. Attualmente non esiste ancora, nonostante la ricerca e la sperimentazione sulla vespa samurai, una soluzione alla cimice asiatica e temiamo che il 2020 sarà identico a questa annata. E non sappiamo se gli operatori della filiera, a partire dalla produzione, riusciranno a superarlo. Rischiamo di perdere un patrimonio che ha formato il nostro territorio e non è solo un indotto economico, ma fa parte della nostra cultura e della nostra identità. Si parla tutti i giorni di fondi per Ilva e Alitalia e non voglio fare paragoni tra quella crisi e la nostra, ma voglio dire: ci siamo anche noi, ci sono le nostre aziende che rischiano di chiudere e un intero indotto occupazionale che andrà in default”.

Concetti ribadite da Roberto Crosara, presidente di Confcooperative, che ha ribadito la forte necessità di unità sia a livello di associazioni che di istituzioni e la perdita di occupazione nel comparto.

“Abbiamo bisogno di una politica che si muova in maniera unitaria per rimanere accanto al settore agricolo che oggi e per molti anni si è sentito abbandonato. Questo stato di agitazione permanente deve servire per dare dei segnali continui a chi avrebbe il dovere di recepirli e mostrare attenzione nei confronti delle aziende agricole e delle cooperative. Non rimarremo con le mani in mano a vedere un’economia agricola sparire, le aziende uscire dal mercato e chiudere per una crisi di liquidità che può essere risolta. In dieci anni abbiamo già perso il 33% delle aziende agricole, ma in ballo ci sono anche un milione e 300mila giornate lavorative, delle quali 600-700 mila per raccolta, confezionamento e stoccaggio della pera. Un indotto che va preservato a tutti i costi”.

Codigoro: inaugurato in centro un centro diurno per pazienti con disturbi psichiatrici

Da: Ufficio Stampa Comune di Codigoro

Questa mattina il Sindaco Sabina Alice Zanardi e l’Assessore alle Politiche dell’Associazionismo, Melissa Bianchi, hanno preso parte alla cerimonia inaugurale di un nuovo centro diurno, dedicato ai pazienti con disturbi psichiatrici, aperto da Scacco Matto s.r.l., in via IV Novembre n° 4, a Codigoro.

Ad illustrare le finalità della struttura, concessa in locazione da Adele Spada all’interno dell’omonimo palazzo di famiglia, è stato Wladimir Fezza, amministratore unico di Scacco Matto. “Questa è la quinta presenza sul territorio. Siamo approdati qui un mese fa. La struttura funzione come un club, da qui il nome Club house – ha precisato Fezza – ed è parte integrante del nostro progetto. In tutta la provincia di Ferrara seguiamo 165 pazienti psichiatrici con 50 posti residenziali e il fiore all’occhiello della nostra mission è l’inserimento lavorativo degli stessi pazienti. Venti utenti sono già stati assunti e venti sono tirocinanti.”

Dopo il taglio del nastro ha preso la parola anche il Sindaco Sabina Alice Zanardi, ringraziando Fezza e lo staff dei suoi collaboratori per aver realizzato una Club house nel cuore di Codigoro. “Per noi è un piacere e un onore accogliervi qui – ha dichiarato il Sindaco anche a nome dell’Assessore Melissa Bianchi ; vi farete conoscere al meglio e potrete contare sulla collaborazione dell’associazione Insieme si può, qui rappresentata dal presidente William Pozzati, ma anche delle altre associazioni del territorio, attive e sempre disponibili, che sapranno certamente offrirvi il loro supporto. Anche l’Amministrazione Comunale vi assicura pieno sostegno. Non c’è posto per il pregiudizio, ma solo per l’accoglienza e per l’inclusione. Siamo a vostra disposizione.”

Presenti anche Gabriella Rossi, responsabile del Servizio Psichiatrico territoriale di Codigoro, Donatella Rossi, coordinatrice del Servizio psichiatrico territoriale, Sara Mantovani, coordinatrice di Scacco Matto srl e alcuni degli ospiti della struttura. Le persone, con le loro potenzialità, con il loro bagaglio di esperienze e con le loro qualità, sono la vera risorsa del centro diurno, come ha sottolineato Gabriella Rossi, all’interno del quale possono cogliere la loro dimensione ideale, incontrando altre persone e confrontandosi con loro, dedicandosi anche a momenti di svago ed avvicinandosi ad opportunità di inserimento lavorativo. “Ho visto nascere la realtà di Portomaggiore – ha detto la responsabile del Servizio psichiatrico territoriale – e ho constatato quanto sia cresciuta in questi anni. Ho sempre creduto nella qualità di questo progetto ed è proprio l’inclusione l’aspetto più importante, quello strategico, perché tende a migliorare e a stabilizzare le condizioni psichiche dei pazienti.”

La messa al bando dei pregiudizi e, di contro, l’accoglienza e l’inclusione sociale costituiscono le fondamenta del progetto calato in centro storico a Codigoro dalla nuova Club House, che risponde al recapito telefonico: 0532092607 (24 ore su 24). Nella Club house chi vive un disagio mentale è il benvenuto, è benvoluto ed è atteso ogni giorno, svolgendo un ruolo attivo, perché ciascuno sarà invitato a fornire un contributo in base alle proprie abilità e competenze. Si possono svolgere attività di segreteria ed ufficio, cucina, organizzazione dei trasporti, manutenzione, ricerca impiego, programmi educativi e molto altro ancora. La mission della Club house non è improntata sulla cura, ma sul coinvolgimento attivo del paziente, costantemente stimolato ed incoraggiato a ritrovare la propria dimensione di vita e, con essa, la dignità di persona, di lavoratore o lavoratrice.

Inchiesta su Cona per il decesso di Pier Paolo Padovani

Da: Ufficio Stampa Comune di Ferrara

Il Sindaco: “Personalmente vicino alla famiglia, sulla vicenda serve al più presto la massima chiarezza.”

“Conoscevo Pier Paolo da quando è nato, sono legato personalmente a tutta la sua famiglia e condivido con tutti i suoi cari e con gli amici il profondo dolore per la sua scomparsa. Mi auguro che al più presto sia fatta chiarezza su quanto accaduto nelle sue ultime ore di vita, perchè troppi interrogativi sono rimasti aperti”. Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, interviene sul decesso avvenuto all’ospedale di Cona lunedì scorso del giovane Pier Paolo Padovani, 29 anni, sulla cui morte improvvisa la Procura ha aperto un’inchiesta. “Ho piena fiducia nella magistratura e sono certo che tutto il personale della struttura ospedaliera collaborerà al meglio per garantire la massima trasparenza sulla vicenda. Nulla potrà restituire Pier Paolo a chi lo amava, ma per dare sollievo alla famiglia e per garantire tutti i cittadini è necessario verificare che tutte le buone prassi siano state adottate e che ogni azione possibile sia stata messa in atto nei confronti di un giovane paziente che si è rivolto in emergenza al Pronto Soccorso per ben due volte e che, oltretutto, era in cura per una malattia rara”.

Presentazione libro “Gianni Celati. Traduzione, tradizione e riscrittura”

Da: Organizzatori

Domani, sabato 30 novembre, alle ore 17.30, presso la Libreria La Pazienza di Via de’ Romei a Ferrara si terrà la presentazione del libro “Gianni Celati. Traduzione, tradizione e riscrittura”, alla presenza del curatore Michele Ronchi Stefanati (insegnante e ricercatore), Olga Campofreda (Università di Londra) e Jean Talon (traduttore e scrittore).

Si tratta di una raccolta di saggi sul grande narratore, traduttore e regista ferrarese Gianni Celati. I testi che contiene sono stati scritti da studiosi delle università di tutto il mondo e ognuno è il frutto di anni di ricerca e studio. In copertina c’è una foto di Luigi Ghirri scattata a Comacchio.

La prefazione è di Nunzia Palmieri, curatrice del Meridiano Mondadori di Celati. Il libro contiene anche una postfazione di Daniele Benati, scrittore e traduttore, e una lettera di Celati allo scrittore Enrico Palandri, mai pubblicata prima.

Alla presentazione ferrarese, si avrà la fortuna di ascoltare Olga Campofreda, studiosa di Pier Vittorio Tondelli e Gianni Celati all’Università di Londra e tra le autrici del volume e Jean Talon, amico e collaboratore di Celati, protagonista del libro di quest’ultimo Avventure in Africa (Feltrinelli, 1998).

Il libro “Gianni Celati. Traduzione, tradizione e riscrittura” nasce da un omaggio a Celati e un convegno sulla sua opera tenutisi dal 22 al 24 settembre 2016 in Irlanda, a Dublino e Cork e organizzati da Ronchi Stefanati insieme all’Istituto italiano di cultura di Dublino, all’Università di Cork e all’Università di Bergamo.

Al convegno parteciparono, oltre allo stesso Celati, intellettuali, studiosi, scrittori e traduttori di primaria importanza, tra i quali: Marco Belpoliti, Nunzia Palmieri, Daniele Benati, Enrico Palandri, Alessandro Carrera, Marina Spunta, Maria Josefa Calvo Montoro e altri.

Durante la tre giorni venne presentato il Meridiano Mondadori di Celati, appena uscito, e si tennero due letture pubbliche di opere di Celati e di James Joyce, Samuel Beckett e altri, in originale e nella traduzione dell’autore ferrarese. Rimane indelebile nei ricordi dei tanti partecipanti arrivati da tutto il mondo la lettura dell’Ulisse di Joyce nella versione originale inglese, grazie all’interpretazione magistrale del professor Daragh O’Connel (University College Cork).

Le autrici e gli autori dei testi che formano il libro sono:
Patrick Barron, Associate Professor of English all’Università del Massachussets a Boston); – Daniele Benati, professore nelle università di Cork e Galway in Irlanda, al MIT di Boston e in Ungheria, traduttore di Joyce, Beckett, Flann O’Brien, Ring Lardner e altri e autore dei libri di narrativa Silenzio in Emilia (Feltrinelli, 1997); Cani dell’inferno (Feltrinelli 2004 e Quodlibet 2018); Opere complete di Learco Pignagnoli (Aliberti 2006);
Olga Campofreda, studiosa di Tondelli a University College London;
Alessandro Carrera, professore di Italianistica all’Università di Houston, Texas e tra i massimi esperti di Bob Dylan, di cui ha tradotto tutte le canzoni e le prose (Bob Dylan. Lyrics, Feltrinelli 2006 e 2017);
Maria Teresa De Palma, studiosa di Celati e del suo rapporto con gli autori di area francofona come Perec alle università di Siena, Bologna e Strasburgo;
Alberto Della Rovere, studioso di Giambattista Vico, autore del libro Dialogo con Enrico Palandri (Saecula, 2015);
Monica Francioso, studiosa di Calvino, Celati e Palandri all’Università di Londra Royal Holloway;
Arianna Marelli, studiosa di Giorgio Manganelli, Primo Levi e altri all’Università di Pisa e alla Scuola Normale Superiore;
Matteo Martelli, studioso di Calvino e Celati all’Università di Strasburgo;
Giacomo Micheletti, studioso di Louise Ferdinand Céline, Fruttero e Lucentini all’Università di Pavia- Filippo Milani, studioso di Manganelli all’Università di Bologna;
Enrico Palandri, autore di Boccalone (ultima edizione Bompiani 2017), Le pietre e il sale (1986), Le vie del ritorno (1990) e tanti altri e docente di Modern European Literature a University College London;
Nunzia Palmieri, docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Bergamo;
Jacopo Rasmi, studioso della forma documentario all’Università di Grenoble;
Marina Spunta, docente all’Università di Leicester e tra le massime esperte del rapporto tra fotografia e narrativa, autrice di diversi saggi su Luigi Ghirri e Gianni Celati;
Michele Tenzon, studioso di architettura alle Università di Ferrara, Londra e Bruxelles.

Proiezione speciale al Cinema Boldini: “Marriage Story – Storia di un matrimonio”

Ufficio Stampa Arci Ferrara

Lunedì 2 e martedì 3 dicembre alle ore 21.00 arriva al Cinema Boldini – in versione originale sottotitolata in italiano – “Marriage story – storia di un matrimonio”, ultimo film del regista Noah Baumbach, un racconto intenso e empatico della fine di un matrimonio in una famiglia che riesce a restare unita.

Il film, produzione Netflix presentato in concorso alla 76ma Mostra di Venezia, inizia con due dolci e generose liste con le quali un marito e una moglie elencano tutto ciò che amano l’uno dell’altro, la loro unione sembra avere perfettamente senso, fino al momento in cui non ce l’ha più.

Charlie, interpretato da Adam Driver, regista teatrale, e Nicole (Scarlett Johansson), prima attrice della compagnia del marito, sono una coppia sposata con un figlio. Lei è una madre affettuosa e complice, lui, un padre attento e presente. I due sono ben consci dei pregi e dei difetti dell’altro, si amano per questo; ma sotto la superficie, assieme alla pulsante vena artistica che condividono, giace del taciuto risentimento. Il desiderio di rivalsa di Nicole prende il sopravvento: la donna si rende conto di come negli anni si sia dedicata ad alimentare la vitalità del marito più che la propria, e chiede il divorzio. Mentre il bambino cerca di tenere uniti i genitori, i due adulti dovranno capire cosa fare, affrontando tutti gli ostacoli di una separazione, ma potranno riuscirci solo assieme, per comprendere che la fine, a volte, è l’inizio della storia.

Noah Baumbach, a quattordici anni di distanza da “Il calamaro e la balena”, torna a parlare di divorzio, questa volta dalla prospettiva degli adulti coinvolti, e porta il suo pubblico in quello che è il fulcro di tutti i complessi sentimenti, di tutti gli aspri brontolii domestici e di tutte le pratiche legali che accompagnano una tale separazione, ma lo fa con una serie di momenti pieni di speranza ed ironia che riescono a bilanciare il contraccolpo emotivo.

“Quello che ho scoperto scrivendo questo film è che, quando qualcosa smette di funzionare, devi prenderne coscienza. Con il divorzio noi potevamo esplorare davvero il matrimonio dalla mia prospettiva. Abbiamo coreografato molto le scene, perché c’erano movimenti o inquadrature che sapevo bene come dovevano poi esserci nel montaggio, ma oltre alla tecnica il vero privilegio è stato avere due attori come Driver e la Johansson che si lasciano totalmente andare. È eccitante. Come nella scena del litigio. Avevamo provato, era tutto pronto, ma quando ero al montaggio ho notato che loro portavano la sequenza dall’inizio alla fine senza mai fermarsi. È stata una delle prove più stimolanti come regista.” (Noah Baumbach)

Bondeno: sostituzione delle lastre usurate sul Ponte di San Giovanni

Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Marco Vincenzi: “Intervento necessario per rimettere in sicurezza la circolazione dei pedoni sul ponte”.

Che le lastre della pavimentazione presente sul ponte di San Giovanni necessitassero di un intervento di risistemazione non era un mistero. Gli uffici tecnici erano già al lavoro da tempo sulle misure da adottare, per via del fatto che i marciapiedi su entrambi i lati del ponte risultavano ormai ammalorati e scarsamente fruibili da parte dei pedoni in transito. Il Comune ha deciso di prendere in mano la situazione e, nell’ultima riunione di Giunta, ha approvato un intervento risolutivo di sostituzione delle lastre danneggiate e di rimessa in sicurezza dei due passaggi pedonali. «Avevamo avuto da tempo segnalazioni da parte dei cittadini – spiega l’assessore ai lavori pubblici, Marco Vincenzi – ed abbiamo cercato di intervenire con la massima sollecitudine, perché questi lavori non potevano più aspettare». Per la cronaca, l’Amministrazione ha messo a disposizione 7mila e 200 euro per il progetto definitivo-esecutivo, dei quali 5mila e 700 euro saranno necessari per il cantiere vero e proprio, mentre il resto attiene alle voci riguardanti all’Iva e agli oneri per la sicurezza. E’ stato il geometra comunale Paolo Romoli ad avere prodotto la progettazione necessaria alle operazioni di rimessa in sicurezza del passaggio pedonale che costeggia il ponte sul Panaro. L’intervento di manutenzione straordinaria è corredato da relazione tecnica, computo metrico estimativo, capitolato speciale descrittivo e prestazionale, assieme ad un elenco dei costi e ad una documentazione fotografica sullo stato di usura del passaggio pedonale, la quale viene conservata agli atti degli uffici tecnici. Le risorse necessarie agli interventi saranno attinte dal capitolo di bilancio relativo alla “Manutenzione straordinaria di strade e guard-rail, e ripresa frane”. L’approvazione in Giunta del provvedimento consentirà ora ai dirigenti del municipio di dare il via libera all’assegnazione dei lavori, mentre il direttore dell’esecuzione degli stessi sarà lo stesso Paolo Romoli. Il provvedimento ha ricevuto anche il dovuto parere di regolarità tecnica e, dunque, ora si potrà procedere. «Ringraziamo i cittadini che, costantemente, ci portano al correte delle criticità presenti sul territorio – sottolinea l’assessore Marco Vincenzi – e che anche grazie alla loro costante collaborazione riusciamo a risolvere nei tempi possibili per un’amministrazione pubblica”.

Domenica 1 dicembre con la Casanova Venice Ensemble

Da: Organizzatori

Domenica 1 dicembre si respirerà davvero aria di Natale a Ferrara con l’esibizione, presso il Fideuram Christmas Village in Piazza Trento Trieste, della Casanova Venice Ensemble.. Anche questo evento è sostenuto e promosso dal Comune di Ferrara e curato dall’Ati formata da Delphi International, Made Eventi e Sapori da mare, con il coordinamento generale di Riccardo Cavicchi e la direzione artistica di Alessandro Pasetti. Presenterà Elisa Giorio.

Buona la seconda (speriamo) è il caso di dire.
Domenica alle 16.30, sarà riproposto lo spettacolo della Casanova Venice Ensemble che era stato cancellato sabato 16 novembre a causa delle avverse condizioni meteo. L’orchestra ritmico sinfonica della Casanova Venice Ensemble, diretta dal maestro Costantino Carllo è formata da ben 60 artisti tra musicisti, vocalist, corpo di ballo, oltre alle voci soliste del tenore Vittorio Zambon, del soprano Aline Carraro e della cantante Chiara Luppi. Un tocco di classe sarà fornito dalle esibizioni aeree e a terra della performer Chiara Baltieri. La direzione artistica è curata da Gianmatteo Carollo. Lo spettacolo sarà un omaggio alle musiche di Ennio Morricone, musiche intramontabili e famosissime che hanno accompagnato capolavori del cinema come: c’era una volta il west, Per un pugno di dollari, Mission, Novecento. Uno spettacolo di forti emozioni e di musica travolgente che coinvolgerà il pubblico sotto un … cielo di stelle.

800/900: cultura e società nell’opera degli artisti ferraresi

Da: Organizzatori

Un Finissage con visita guidata gratuita insieme ai curatori conclude la mostra d’arte.

Si concluderà domenica 1 dicembre la mostra 800/900. Cultura e società nell’opera degli artisti ferraresi, che mette in dialogo 57 dipinti, sculture e disegni provenienti dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, dalle Raccolte Assicoop Modena&Ferrara e BPER Banca nella cornice di tre splendide residenze ferraresi: Palazzina Marfisa d’Este, Palazzo Bonacossi e il Museo di Casa Romei.

Per il Finissage della mostra, è programmata una visita guidata gratuita insieme a due dei curatori, Luciano Rivi e Andrea Sardo, e con Emanuela Fiori. La partenza è a Palazzina Marfisa d’Este alle ore 15:00, per poi proseguire alle ore 16:00 al Museo di Casa Romei. In conclusione, alle ore 17:00, un approfondimento tematico dello storico Michele Nani dal titolo “Immagini di Ferrara: un dialogo tra arte e storia”. Per la giornata, il Museo di Casa Romei resterà aperto con orario continuato, dalle ore 8:30 alle ore 18:00, ad ingresso gratuito.

I mutamenti del territorio e della città, gli affetti familiari, i luoghi del lavoro e dello svago, l’immaginario letterario e le nuove forme della spiritualità sono gli aspetti della vita pubblica e privata tra Ottocento e Novecento indagati dal percorso espositivo, grazie allo sguardo di interpreti ferraresi quali Giovanni Boldini, Filippo de Pisis, Gaetano Previati, Achille Funi, Roberto Melli, Giuseppe Mentessi e molti altri. A seconda dei percorsi biografici e creativi, questi artisti ci hanno consegnato sguardi ravvicinati sempre diversi sull’ambiente culturale e sociale di cui sono stati testimoni, in quella stagione che segna l’avvento della modernità.

L’esposizione è organizzata, in collaborazione tra pubblico e privato, dal Mibac, Direzione territoriale delle reti museali dell’Emilia-Romagna, Museo di Casa Romei, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e Musei di Arte Antica del Comune di Ferrara, Fondazione Ferrara Arte, Assicoop Modena&Ferrara UnipolSai Assicurazioni e Legacoop Estense.

«Per Assicoop Modena&Ferrara è la conclusione di un ciclo triennale di progetti espositivi – commenta il presidente Milo Pacchioni – che a partire dal 2017 ha visto protagoniste le opere della nostra collezione in tre differenti mostre – oltre a 800/900, Situazioni d’Arte a Palazzo Crema e Giuseppe Mentessi/Artista di Sentimento alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara – realizzate grazie a una proficua collaborazione con le principali istituzioni museali della città di Ferrara, che hanno messo a disposizione i loro spazi e il loro patrimonio artistico. Confidiamo che anche per il futuro ci siano opportunità di proseguire una collaborazione».

Per il momento, l’impegno di Assicoop Modena&Ferrara prosegue a Modena, con un passaggio di testimone: il 30 novembre inaugurerà infatti PASSIONI. Emozioni e sentimenti tra 800 e 900, con 62 opere di artisti modenesi, provenienti oltre che dalla collezione Assicoop anche dalle Collezioni dei Musei Civici di Modena e delle Gallerie Estensi, in mostra al Laboratorio Aperto di Modena Ex Centrale AEM (Viale Buon Pastore 43) fino all’8 gennaio 2020, con ingresso gratuito. L’esposizione, curata da Gianfranco Ferlisi, Francesca Piccinini e Luciano Rivi, offre una selezione di disegni, dipinti e sculture incentrati sulla rappresentazione di emozioni e sentimenti. Tra gli artisti Alfonso Chierici, Antonio Simonazzi, Giovanni Cappelli, Eugenio Zampighi, Giovanni Muzzioli, Gaetano Bellei, Giuseppe Graziosi, Casimiro Jodi, Vittorio Reggianini, Mario Vellani Marchi. Sette le sezioni in cui si sviluppa la mostra, ciascuna dedicata a una diversa condizione emotiva: Temperamenti sanguigni, La cognizione del dolore, I corpi dolenti della fede, Sospiri amorosi, Affetti familiari, La pluralità dei sentimenti intorno a un sorriso, La malinconia e i misteri dell’anima.

È stato inoltre pubblicato il terzo volume del catalogo della Raccolta Assicoop Modena&Ferrara, che ad oggi accoglie oltre 700 opere.

Sedi e orari d’apertura 800/900:
Palazzina Marfisa d’Este: da martedì a domenica 9:30–13:00 / 15:00–18:00;
Palazzo Bonacossi: lunedì e domenica 9:00–13:00, da martedì a sabato 9:00–18:00;
Museo di Casa Romei: da domenica a mercoledì 8:30–14:00, da giovedì a sabato 14:00–19:30.

Comacchio: il Teatro dei Piedi a San Giuseppe, in esclusiva per “I Colori del Natale”

Da: Ufficio Stampa Comune di Comacchio

L’artista argentina Veronica Gonzalez in scena per “I colori del Natale”.

Dopo il successo registrato a Volania con lo spettacolo d’apertura, la rassegna “I colori del Natale” prosegue a San Giuseppe con un evento di caratura internazionale: domenica primo dicembre infatti, in esclusiva per la rassegna diretta da Massimiliano Venturi, l’artista argentina Veronica Gonzalez presenterà il suo spettacolo “C’era due volte un piede”.

Uno lavoro di grande originalità, basato su di una esilarante galleria di personaggi pronta ad intrattenere, divertire ed emozionare il pubblico di tutte le età, grazie ad una tecnica di animazione unica nel suo genere, dove saranno infatti i piedi e le gambe dell’artista a dare corpo e forma a pupazzi e marionette, in un caleidoscopio di storie mozzafiato che ha commosso e divertito gli spettatori di più di 30 paesi lungo tutto il pianeta.

La maestria dell’interprete è tale da rendere difficile credere che sia sola nell’eseguire ogni scena e trasformazione, frutto in realtà dell’utilizzo inconsueto delle diverse parti del corpo dell’animatrice, secondo una particolarissima declinazione delle tecniche e dei linguaggi del teatro di figura. A dare un volto ai personaggi saranno le piante dei piedi, e le storie si svolgeranno secondo un ritmo così serrato e con una tale espressività che sembrerà quasi di assistere ad un cartone animato.
L’appuntamento è per domenica 1 dicembre a partire dalle ore 16, presso il Teatrino Parrocchiale di San Giuseppe (piazza Rimembranza).

La programmazione proseguirà domenica 8 dicembre a Vaccolino, dove alle ore 16 presso la Tensostruttura Parrocchiale la compagnia Le Strologhe presenterà lo spettacolo Storie da mangiare.

L’ingresso è sempre gratuito, e gli spettacoli sono adatti a tutti a partire dai 3 anni di età. Per restare aggiornati sui prossimi eventi è possibile iscriversi alla newsletter su www.comacchioateatro.it.
Infoline: +39 349 0807587. Anteprime ed aggiornamenti in tempo reale sulla pagina facebook ‘Comacchio a Teatro’.

Jonathan Bazzi presenta “Febbre”

Da: Organizzatori

Domenica 1 dicembre alle 17.30, presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino – Libreria Libraccio di Ferrara. In occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS. In collaborazione con Arcigay Ferrara. Dialoga con l’autore Massimiliano De Giovanni.

Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un’infinità di autodiagnosi, pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all’ultimo stadio. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell’HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato. A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano – o Rozzangeles –, il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri, dei tamarri, dei delinquenti, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un pidgin di milanese, siciliano e napoletano. Dai cui confini nessuno esce mai, nessuno studia, al massimo si fanno figli, si spaccia, si fa qualche furto e nel peggiore dei casi si muore. Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e che lo rendono diverso. Un libro spiazzante, sincero e brutale, che costringerà le nostre emozioni a un coming out nei confronti della storia eccezionale di un ragazzo come tanti. Un esordio letterario atteso e potente.

Jonathan Bazzi è cresciuto a Rozzano, paese all’estrema periferia sud di Milano. Laureato in filosofia, ha collaborato negli ultimi anni con vari magazine tra cui The Vision, Gay.it, Vice, Freeda. Febbre (Fandango), uscito a maggio 2019 e già alla seconda ristampa, è il suo primo romanzo.

Presentazione del libro “Scrivere è vivere. Una biografia visiva di Giorgio Bassani” alla Feltrinelli

Da: Organizzatori

Martedì 3 dicembre alle ore 17.00 presso la libreria Feltrinelli di Ferrara Via Garibaldi, 30.
Moderano l’evento: Portia Preybs, Curatrice del Centro Studi Bassaniani e Gianni Venturi , Co-curatore del Centro Studi Bassaniani.
Intervengono: Dora Liscia, Università degli studi di Firenze e Claudio Cazzola, Università degli studi di Ferrara.

Il 5 dicembre 2019 all’istituto di Storia Contemporanea la presentazione del nuovo numero de l’Ippogrifo

Da: Organizzatori

Le eclissi rappresentano un dono del cosmo, il momento perfetto per liberare le energie più profonde, lasciarsi andare alla creatività e all’intuizione: la splendida Eclisse dell’artista Gianni Deserri introduce il nuovo numero de l’Ippogrifo, la rivista del Gruppo scrittori ferraresi.
Il sesto volume blu del Gsf sarà presentato il prossimo 5 dicembre alle 16.30 all’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, vicolo Santo Spirito 11.
L’Ippogrifo propone 88 pagine di contributi originali: dall’intervista a Athos Tromboni alla lettura critica di Michele Govoni, presidente del Club Amici dell’Arte; dai racconti inediti ai saggi critici, dalle recensioni alla narrazione dei “Primi vent’anni dell’associazione”. Tra le poesie un’attenzione speciale è riservata all’ultima toccante lirica composta da Francesco Benazzi, affezionato socio scomparso lo scorso ottobre.
Questi e molti altri curiosi approfondimenti vi aspettano nella rivista del Gsf, un’associazione di volontari della letteratura che riunisce appassionati dai 17 ai 91 anni.
La rivista sarà presentata dalla vicepresidente del Gsf Gina Nalini Montanari, insieme alla direttrice responsabile della rivista Eleonora Rossi e ai redattori Isabella Cattania, Paola Cuneo, Dario Deserri, Giuseppe Ferrara, Stefano Franchini, Federica Graziadei, Nicola Lombardi, Simonetta Sandra Maestri, Matteo Pazzi, Nicoletta Zucchini.

Grisù al Polo Sud

Da: Ufficio Stampa Factory Grisù

Lunedì 2 dicembre a partire dalle ore 19 si tiene ad Hangar Birrerie presso Factory Grisù in via Poledrelli 21 l’ultimo incontro dell’appassionante e partecipata rassegna “L’Hangar del Nautilus”.

L’ultimo appuntamento dal titolo ANTARTIDE vedrà protagonista l’ingegnere Sergio Sgroi, Station Leader e referente per ENEA del Progetto Antartide che negli ultimi 8 anni ha preso parte all’incredibile avventura italiana in Antartide.

È da 35 anni che l’Italia è presente nel continente antartico con proprie stazioni scientifiche. Da allora generazioni di tecnici, ingegneri e scienziati, si sono avvicendati, anno dopo anno, con passione e impegno, sfidando l’ultimo dei continenti scoperti dall’uomo, quello più inaccessibile, con temperature che sfiorano i -90°C e venti impossibili.

L’Antartide è grande quanto l’Europa ed ha una piattaforma continentale ricoperta quasi interamente da ghiacci perenni con spessori che raggiungono i 4000 m; questa terra, che non appartiene a nessuno, è governata da accordi internazionali sottoscritti ad oggi da 49 paesi e le cui finalità è limitare la presenza umana ai solo scopi scientifici

L’Italia vi opera dal 1985, con il programma nazionale di ricerca antartico, il PNRA, i cui temi sono legati fondamentalmente allo studio dell’ambiente e degli ecosistemi; l’impegno italiano è garantito da enti pubblico di ricerca, sostanzialmente dal CNR per la parte scientifica e dall’ENEA per la logistica e la gestione delle basi e delle attrezzature.

Sono 3 tre basi antartiche italiane, la stazione Mario Zucchelli, la base scientifica Concordia e la base logistica di Cap Prud’Homme queste ultime due gestite in collaborazione con i francesi.

Gli appuntamenti della rassegna sono organizzati da Factory Grisù ed Hangar Birrerie in collaborazione con Lega Navale di Cesenatico e la Scuola di Vela Oltremare.

Nel corso della serata la Ciurma di Hangar Birrerie servirà un inedito “Aperitivo in Banchina” con assaggi di mare di antipasti e secondi di pesce, acqua e vino abbinato. Informazioni e Prenotazione obbligatoria allo: 0532.1716522 oppure 327.2353670.

A Longastrino la presentazione del libro “Tutti o nessuno, la rivoluzione cooperativa dei braccianti di Romagna”

Da: Organizzatori

All’inizio degli anni Settanta la giovane ricercatrice americana Alison Sanchez Hall giunse a Ravenna con l’obiettivo di studiare la storia e il funzionamento delle cooperative braccianti. Il suo professore voleva dimostrare che la cooperazione è una “utopia residua”, un relitto del passato “a tinte rosse”, ma le conclusioni a cui Alison giunse lo smentirono, evidenziando come nel movimento cooperativo vi siano valori solidaristici e umani che vanno al di là della semplice ricerca del profitto. Quella ricerca è poi diventata molti anni dopo l’occasione per un libro in lingua inglese, edito dalla Berghan Books di New York, che oggi è stato tradotto per i tipi della Giorgio Pozzi Editore.

Il volume “Tutti o nessuno, la rivoluzione cooperativa dei braccianti di Romagna” sarà presentato giovedì 5 dicembre, alle ore 20,30, nella sala della Casa del popolo di Longastrino (Ferrara), in via Giulio Mezzogori, 2.

Per l’occasione sarà presente l’autrice, che già protagonista di un fortunato tour di presentazione del volume in lingua originale. Interverranno Sergio Felletti, Centro Documentazione di Longastrino, il Sindaco di Alfonsine, Riccardo Graziani, il Sindaco di Argenta, Andrea Baldini, il presidente della Fondazione Primaro, Egidio Checcoli, la coordinatrice territoriale di Legacoop Estense, Chiara Bertelli, il responsabile settore agroalimentare di Legacoop Romagna, Stefano Patrizi e la consigliera regionale Marcella Zappaterra.

L’incontro è promosso da Legacoop Romagna, Legacoop Estense, Fondazione Primaro e Casa del Popolo di Longastrino,Promosagri. I cooperatori e la cittadinanza intera sono invitati.

L’autrice
Alison Sànchez Hall si è laureata all’Università della California di Santa Barbara e ha ricevuto il Ph.D nel 1977. La sua lunga carriera accademica si è imperniata attorno alla University of Central Arkansas e altri prestigiosi atenei statunitensi. “Tutti o Nessuno” rappresenta la summa di 40 anni di studi dell’autrice, che ha cominciato a studiare il modello cooperativo emiliano-romagnolo all’inizio degli anni Settanta e da allora ha compiuto numerosi viaggi in Italia per approfondire le sue ricerche. Nel 2014 si è ritirata dall’insegnamento, ma continua a essere impegnata come attivista politica.

Ferrara in Jazz 2019 – 2020: The Bad Plus

Da: Ufficio Stampa Jazz Club Ferrara

Sabato 30 novembre segna l’atteso ritorno al Jazz Club Ferrara di The Bad Plus con cui il piano trio è entrato nel post-moderno. Vent’anni di brillante carriera che ne hanno fatto un gruppo di culto, campione del cortocircuito tra gli stili, che oggi cambia direzione: nel presentare l’ultimo album, Never Stop II, potremo infatti ascoltare per la prima volta al Torrione il pianista Orrin Evans a fianco dei fondatori Reid Anderson e Dave King.

Sabato 30 novembre (ore 21.30) segna l’atteso ritorno al Jazz Club Ferrara di The Bad Plus con cui il piano trio è entrato nel post-moderno. Vent’anni di brillante carriera che ne hanno fatto un gruppo di culto, campione del cortocircuito tra gli stili, che oggi cambia direzione: nel presentare l’ultimo album, Never Stop II, potremo infatti ascoltare per la prima volta al Torrione il pianista Orrin Evans; anche il titolo del cd è un chiaro segnale di emancipazione che si collega al precedente Never Stop (2010), primo disco della band basato interamente su composizioni originali.
Un punto fermo è il fatto che con i Bad Plus anche l’orecchio più addestrato alle molteplici combinazioni sonore prodotte dal classico trio jazz avrà modo di scardinare le proprie convinzioni, poiché il percorso di questi abilissimi artisti mira da sempre a ridefinire ed espandere i confini della triade piano-basso-batteria.
È passata diversa acqua sotto i ponti da quando Anderson e King, due liceali del Minnesota, suonavano in rock band alle prime armi, scandagliando il repertorio di Coltrane e dei Police. Il 1989 segna poi l’incontro con Iverson, e l’occasione per suonare insieme prima di intraprendere strade diverse per dieci anni ancora.
The Bad Plus, infatti, nasce nel 2000: bastano pochi concerti per approdare in studio e sfornare quello che il New York Times definisce uno dei migliori album del 2001. Il tempo di un biennio e “These Are The Vistas” (2003) sancisce l’esordio discografico con la Columbia Records. Questi ultimi e i numerosi album successivi sono costituiti in parte da brani originali e dall’audace reinterpretazione di brani pop, rock e avant-garde jazz.

Informazioni:
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Per informazioni e prenotazione cena 331 4323840 tutti i giorni dalle ore 12:00 alle ore 22:00.

Dove:
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

Costi e orari:
Il Jazz Club Ferrara è un’associazione affiliata ad Endas
Intero € 30, intero + tessera € 35
Ridotto € 25, ridotto + tessera € 30

Apertura biglietteria 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Primo set ore 21.30
Secondo set ore 23.00

NB: non si accettano pagamenti POS

Le piazze, le sardine, il populismo… e Salvini vince ancora

Il manifesto delle sardine, che non ha nulla a che vedere con il Manifesto del 1848, recita “Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita” e poi “Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto”. Il loro leader si chiama Mattia Santori e in una delle tante interviste che ha concesso, diceva che le sardine vogliono parlare di cose pratiche, della vita reale. Tutte cose per le quali loro hanno già ricevuto attestati di merito.
L’attacco ai populisti che campeggia nel manifesto ittico svela già l’origine e la fine del mistero sulla provenienza e sulle intenzioni di questo “nuovo” movimento sorto proprio nel momento giusto. Elezioni regionali, riforma del Mes, governo in bilico sulla legge di bilancio, pignorabilità più facile dei conti correnti, Germania (con Finlandia e Olanda) all’attacco sul fronte banche e misure espansive. Insomma ci voleva una boccata d’ossigeno ed ecco che le piazze si riempiono. Ma non perché da solo il nuovo Mes rischia di trasformare l’Italia nella Grecia di qualche anno fa, piuttosto e semplicemente perché Salvini sta disturbando la “normalità” delle nostre giornate.
Il problema sono i populisti dunque, anche se loro si sentono popolo, forse. “Cari populisti”, cari voi che vi ispirate a quel movimento che idealizzava il popolo come portatore di valori positivi in contrasto con le élite. A quel movimento culturale e politico sviluppatosi in Russia tra il 19° e 20° secolo, che si proponeva di raggiungere […] un miglioramento delle condizioni di vita delle classi diseredate, specialmente dei contadini e dei servi della gleba, insomma proprio per voi… “la festa è finita” (cit. Enciclopedia Treccani).
Ed è finita allora anche per il povero Chomsky, anche lui ovviamente un sovversivo della destra estrema, che dava la sua “faziosa” definizione di populismo quando diceva che questa parolaccia “significa appellarsi alla popolazione” e spiegava che “chi detiene il potere vuole invece che la popolazione venga tenuta lontana dalla gestione degli affari pubblici”. Vuole insomma che si occupi di mantenere la sua vita “normale”.
Casualmente occuparsi della cosa pubblica una volta significava anche “democrazia” e la democrazia si nutre anche di politica e in politica di solito si riempiono le piazze per protestare contro il governo o per proporre un’alternativa, magari proprio un manifesto che proponga soluzioni diverse rispetto a iniziative governative. Non tanto per rivendicare il proprio diritto alla normalità, cioè svegliarsi, andare a lavorare, tornare a casa, dormire e ricominciare modello George Orwell formato millennial ed oltre.
Rivendicare il proprio diritto alla tranquillità e alla normalità va bene ma non è un progetto politico degno di attenzione, da portare in piazza. A me personalmente piace vedere giovani impegnati in qualcosa che non sia video giochi on line o a seguire gli “amici di Maria”. Ma pretendere la normalità in tempi dove non c’è nulla di normale, dove si attenta al futuro delle persone, richiede qualcosa in più. Magari un Manifesto anche scopiazzato da quello del 1848, potrebbe funzionare meglio. Ma forse risulterebbe troppo populista “Proletari di tutti i Paesi, unitevi!”, figuriamoci. Roba vecchia come il Cynar e il mito del Che Guevara.
L’esercizio della democrazia richiede impegno e va al di là della capacità di riempire una piazza, bisogna anche far capire per cosa lo si fa in maniera chiara e spiegare se si sta scendendo in piazza per i diritti del popolo oppure per i bisogni della casta, che sono sempre gli stessi dai tempi di Marx, ovvero che la massa non si occupi di cose serie come oggi sono le questioni economiche. Non si occupi, ad esempio, della riforma del Mes che attenta ai principi di giustizia sociale, ai diritti acquisiti in anni di lotte sindacali e di quel popolo che voleva contare qualcosa.
La parola populista è diventata sinonimo di demagogia, si è accuratamente storpiata per oscurarne la radice popolare e antisistema. E con le piazze oggi vogliamo far vincere il sistema? Dargli ragione quando pretende che non dobbiamo occuparci del nostro futuro e ritornare alla nostra normalità? Oggi più che mai sta passando il concetto che sia inutile occuparsi di questioni più grandi di noi, che all’Unione bancaria devono pensarci gli esperti come hanno fatto fino a quando poi abbiamo scoperto che esisteva un caso Carife. Quante volte sono scesi in piazza i giovani per le banche fatte fallire da un sistema di potere che vuole addossare le responsabilità di ogni cosa al popolo in stile bail in?
Dobbiamo convincerci che gli interessi popolari, populisti, non siano di nostra competenza e per farlo dobbiamo confonderli con la demagogia. Dobbiamo convincerci che ci sono questioni talmente utopiche, oltre la possibilità di realizzazione, impossibili, come una volta era impossibile immaginare il voto alle donne e quindi cullarci nella nostra normalità, fare volontariato, parlare di accoglienza qui e ora, non preoccuparci del perché le cose succedono. Dobbiamo far diventare contemporaneamente affari seri e imprescindibili questioni come la paura del passato che non potrà mai più tornare, confortati in questo dalle statistiche appena sfornate. Tranne nelle piazze delle sardine e nelle trasmissioni di Lucia Annunziata, ovviamente.
E poi “Occuparsi di cose pratiche”. Il motivo del successo di Salvini sta proprio nel fatto che parla alla pancia della gente, gli parla della quotidianità, delle aziende che chiudono per mancanza di credito, dell’incapacità dimostrata dai vari governi sull’accoglienza, dei tetti delle scuole che cadono, delle difficoltà delle forze dell’ordine nel fare il loro lavoro, della svalutazione del lavoro causata dal sistema della moneta unica, delle ingerenze della Commissione europea, dell’impossibilità di proporre politiche economiche a causa di vincoli europei ritenuti oramai da tutti gli economisti obsoleti e troppo rigidi. E a dirlo sono addirittura Mario Draghi e Christine Lagarde, che scomoda persino San Tommaso per convincere i tedeschi che sono necessarie politiche fiscali espansive.
Ed è su questo che andrebbe contestato Salvini e la sua Lega a cui “l’Emilia non si lega”, sulle cose pratiche e sugli argomenti politici, sulle soluzioni che propone dicendo perché e come invece sarebbe meglio procedere, ma andava fatto quando era al governo. Ora al governo vuole tornare ed occupa le piazze in un gioco che si chiama democrazia e che vede chi è all’opposizione protestare contro il governo. Contro l’opposizione si protesta non andando alle loro manifestazioni. Che senso ha e quanto è democratico fare opposizione all’opposizione? Se ci si sente sulla stessa linea dei partiti che sono al governo li si sostenga, si aiuti il governo ad illustrare quanto bene stanno facendo nell’attuare le loro politiche economiche e sociali. Ve ne saremmo grati, a dir poco.

“Se tu fossi una città”, Roberto Dall’Olio illustra il suo itinerario poetico fra memoria e presente

Se tu fossi una città è il titolo della più recente raccolta di poesie pubblicata da Roberto Dall’Olio, impreziosita dalla prefazione di Romano Prodi: “In quest’opera – scrive il noto statista – si coglie un sentimento ampio, universale, romantico e cosmopolita, ma pur sempre intimo. Con la sua poesia Roberto Dall’Olio mette in scena una continua migrazione, grazie all’uso del ‘leitmotiv’ “Se tu fossi una città saresti…”. Il Diverso, l’Altro diventano valori da esaltare… Ogni città, da Bologna a New York, da Epidauro a Matera, arricchisce il testo a modo suo… Il soggetto principale, l’individuo a cui è rivolto il testo, è un prodotto diretto di questo continuo riaffiorare del passato e delle radici che ci sostengono. Viaggio e memoria…”.

Questo pomeriggio, alle 17,30, il volume edito da l’Arcolaio sarà presentato alle libreria Feltrinelli di Ferrara. Con l’autore dialogheranno Maria Calabrese, Roberta Barbieri (docenti del liceo Ariosto) e Sergio Gessi, direttore di Ferraraitalia.