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Giorno: 16 Dicembre 2019

Christmas in Gad

Ci sono due alberi di Natale a Ferrara. C’è quello in centro, bello, colorato, fotografato. Fulcro del turismo e del consumismo tipico delle festività natalizie, con alle spalle il duomo a fargli da guardia.
C’è poi un altro albero, quello del Gad. Solitario. Qui non incontrerete turisti a farsi selfie o mercatini affollati. Quando cala la notte, costui, diventa quasi tetro. Alle spalle il simbolo della decadenza ferrarese: due torri enormi che si ergono nella notte senza luna, come ululati di bestie partorite dalla mente dei peggiori incubi di Lovecraft.
E come i due alberi, ci sono due natali da queste parti: quello di chi sorride, e quello di chi vive nel buio…dimenticato.

Il volo

50 anni fa una bomba esplose. 50 anni fa si rischiò la legge marziale. 50 anni fa iniziarono gli anni di piombo. 50 anni fa un anarchico venne arrestato. 50 anni fa una porta si aprì e qualcuno lo fece volare giù. 50 anni fa i depistaggi, le false accuse, le parole non dette e quelle celate. Oggi, 50 anni dopo, Pinelli riposa senza che si sappia chi decise di farlo volare giù. 50 anni senza verità. Mezzo secolo. Una vita…come quella che gli tolsero.

“Quella sera a Milano era caldo.
Ma che caldo che caldo faceva.
“Brigadiere apra un po’ la finestra.
E ad un tratto Pinelli cascò.”

Da “La ballata di Pinelli”, autori vari.

Giù la testa… e giù il cappello!

Giù la testa (Ennio Morricone, 1971)

“Giù la testa coglione!” dice John Sean Mallory (James Coburn) a Juan Miranda (Rod Steiger) in una delle scene più memorabili del film di Sergio Leone Giù la testa, per l’appunto!
Siamo in Messico, nei primi anni della rivoluzione. Juan, un peone fuorilegge, incontra Sean, un rivoluzionario irlandese. Il primo, bandito con famiglia al seguito, e il secondo, esperto d’esplosivi, uniscono le loro forze per attraversare il paese ognuno con un preciso scopo da raggiungere. Superando le reciproche diffidenze, si uniscono ai ribelli di Villa e Zapata e, dopo scontri, sparatorie, esplosioni, tradimenti, agguati e fughe, diventano essi stessi degli eroi della rivoluzione…

Lo dico a scanso di equivoci: Giù la testa non è stato il film più riuscito di Leone. Nella trilogia di cui fa parte lo relegherei decisamente all’ultimo posto, cioè dopo C’era una volta il West e soprattutto dopo C’era una volta in America, il vero capolavoro assoluto del grande regista romano.
Aggiungo che, delle due famose trilogie dirette da Sergio Leone, la sopraccitata trilogia del tempo e la trilogia del dollaro, quest’ultima è stata di certo la più azzeccata, non foss’altro per il suo protagonista: un Clint Eastwood, futuro ispettore Callaghan, dall’indiscusso carisma.
Ecco, direi che C’era una volta in America e Il buono, il brutto, il cattivo, in un’eventuale sfida per decretare il migliore fra tutti, se la giocherebbero alla pari!

Ma ho rispolverato questo classico dello spaghetti western non tanto per celebrare il film in sé quanto piuttosto la sua splendida colonna sonora. È stata infatti soprattutto la sua musica ad aver reso questo film un cult movie per intere generazioni di cinefili.
Il soundtrack di Giù la testa è un capolavoro scritto da Ennio Morricone, uno dei tantissimi capolavori firmati dal grande compositore italiano. La parte più famosa di tutta la colonna sonora è senz’altro la cosiddetta “canzone di Sean”. Si tratta del brano di chiusura del film, il cui refrain accompagna l’intera trama e culmina nelle sequenze in flashback di Sean durante il suo passato irlandese. Un motivo famosissimo anche tra chi non ha mai visto il film, e questo testimonia come spesso la musica assuma nel cinema un’importanza primaria.
Ed è proprio il caso della musica di Ennio Morricone, le cui colonne sonore hanno fatto la fortuna di film come Mission, Gli intoccabili, Nuovo Cinema Paradiso, La leggenda del pianista sull’oceano, Il mio nome è Nessuno, Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo, C’era una volta il west, C’era una volta in America, Giù la testa e innumerevoli altri film in oltre sessant’anni di carriera.
Una carriera che non si può raccontare se non attraverso la musica. Perché il genio compositivo di Morricone, proprio grazie alla musica, ha fatto la storia del cinema. Magnifico esempio di sublime commistione d’arti.
Era Giù la testa… ora giù il cappello!

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