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Giorno: 20 Marzo 2020

Coronavirus: Oltre 1000 euro da ogni consigliere regionale PD

Da: Gruppo PD Regione Emilia Romagna.

L’Emilia-Romagna unita contro il Coronavirus, a partire dai consiglieri e assessori regionali PD che hanno donato oltre 1000 euro ciascuno a sostegno dell’emergenza sanitaria. “Insieme possiamo vincere questa battaglia – ha detto la capogruppo PD Marcella Zappaterra –. Per questo, abbiamo deciso di aderire alla raccolta fondi che la Regione ha messo in campo. Ognuno ha infatti la possibilità di dare il proprio contributo versando fondi sul conto corrente della Protezione civile regionale o a una struttura sanitaria del proprio territorio. Come è stato fatto per la ricostruzione post-sisma, ogni euro raccolto e il suo utilizzo verranno poi rendicontati pubblicamente.

Lega Emilia Romagna: “Regioni pensi anche ai 30mila tirocinanti che oggi sono senza tutele”

Da: Lega Emilia Romagna.

La Regione pensi a forme di tutela anche per i 30mila tirocinanti emiliano-romagnoli (nel 2018 la Regione aveva autorizzato 29.378 tirocini ndr) oggi a casa e senza alcuna forma di tutela”. E’ quanto chiede il Gruppo regionale Lega E-R, che ribadisce: “Così come la nostra Regione si era distinta per tutelare i tirocinanti con una legge ad hoc (entrata in vigore il primo luglio scorso) che garantiva loro di ricevere un compenso (a titolo di indennità) minimo di 450 euro, così non può chiudere gli occhi di fronte al fatto che oggi, nel pieno dell’emergenza, i tirocinanti non godano né di assegni una-tantum, né di alcuna forma di cassa integrazione. Semplicemente non esistono. La cosa più grave è che ben 21.443 tirocini riguardano giovani con età comprese fra i 16 e i 29 anni, dunque proprio quella fascia di popolazione che più dovremmo sostenere guardando in prospettiva futura” sottolineano Matteo Rancan, Lucia Borgonzoni, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Stefano Bargi, Daniele Marchetti, Andrea Liverani, Massimiliano Pompignoli, Fabio Bergamini, Maura Catellani, Michele Facci, Matteo Montevecchi, Emiliano Occhi, Valentina Stragliati e Simone Pelloni.

Tre ordinanze del presidente Bonaccini e l’impegno condiviso coi sindaci: “Necessario ogni sostegno economico possibile”

Da: Regione Emilia Romagna.

Tre provvedimenti e un documento comune per fronteggiare le conseguenze dell’emergenza Covid-19. Scadenze prorogate, nessun rischio di perdere i contributi della ricostruzione privata e delle attività produttive. Interessate anche le aziende agricole attive nei settori della produzione primaria, della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agroalimentari. Per la messa in sicurezza dei capannoni (bando Inail) riaperti i termini per le domande e prorogati quelli per la fine dei lavori degli interventi in corso

Bologna – Termini spostati in avanti, e quindi nessun pericolo di perdere i contributi. Maggiore liquidità alle imprese adesso, attraverso pagamenti più veloci e sicuri. E l’impegno condiviso con i sindaci, messo nero su bianco in un documento comune al centro di una riunione in videoconferenza ieri pomeriggio, a mettere in atto ogni attività che coniughi il completamento della ricostruzione con il riconoscimento economico ad aziende e tecnici impegnati nella stessa, contribuendo così alla tenuta di settori importanti per l’economia regionale.

Misure e obiettivi confluiti in tre ordinanze firmate dal presidente della Regione Emilia-Romagna e Commissario delegato per la ricostruzione, Stefano Bonaccini. Disposizioni rivolte a Comuni, cittadini e imprese ancora impegnate nelle fasi conclusive della ricostruzione post sisma del 2012 e decise per sostenerli e agevolarli questa fase di emergenza epidemiologica da Covid-19.

I tre provvedimenti prevedono la proroga delle scadenze relative alla concessione di contributi per la ricostruzione privata (Mude) e per la fine dei lavori delle imprese (Sfinge), che erano state fissate al 31 marzo prossimo: slittano rispettivamente al 30 settembre 2020 e al 30 giugno 2020. La sospensione dei termini per il deposito di saldo avanzamento lavori (Sal) e delle relative integrazioni, così come dei termini per i cantieri. Ancora: pagamenti più veloci e certi, con il saldo fino al 90% delle fatture relative ai lavori già realizzati, per garantire alle aziende risorse in un momento di grave crisi e tutelare investimenti fatti per centinaia di milioni di euro. Inoltre, per la messa in sicurezza dei capannoni (bando Inail) vengono riaperti i termini per presentare le domande e prorogati quelli per la fine dei lavori degli interventi in corso.

“Il momento che stiamo vivendo rafforza il bisogno di dare risposte rapide e condivise, facendo il possibile per essere vicini alle nostre comunità e ringrazio tutti i sindaci per il lavoro che stiamo facendo insieme– afferma il presidente Bonaccini–. È quindi doveroso dare maggiore sicurezza e tranquillità anche a chi è alle prese con le fasi conclusive della ricostruzione. I cittadini, affinché non corrano il rischio di perdere i contributi. I Comuni, che stanno terminando le concessioni, ma anche alle imprese e ai professionisti che si trovano in oggettive difficoltà per quanto riguarda la sospensione dei cantieri, la documentazione necessaria e le forniture. Ma è importante anche assicurare adesso liquidità alle imprese, provando a dare loro più respiro attraverso pagamenti veloci e sicuri, in settimane nelle quali le difficoltà per loro sono davvero tante”.

Le ordinanze saranno pubblicate sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-Romagna (Burert).

Ricostruzione abitazioni (Mude)
In sintesi, l’ordinanza dispone: la possibilità per i dieci Comuni che avevano il maggior numero di pratiche, e che erano già stati prorogati al 31 marzo, di derogare tale termine emettendo degli atti di concessione con apposita motivazione entro il 30 settembre 2020. Per i Comuni che invece erano già in deroga dopo il 31 ottobre 2019 e che avrebbero dovuto emettere concessioni motivate entro il 31 marzo, la proroga del termine è fissata al 30 giugno 2020. Prorogato il termine per l’ultimazione dei lavori degli interventi delle imprese agricole, presentate tramite la piattaforma Mude, al 30 giugno 2020. Prorogato il termine per il deposito delle domande di contributo relative alle pertinenze (ordinanza 12/2019) al 30 giugno 2020. Prorogato il termine per la presentazione delle domande di contributo per i maggiori oneri sui mutui privati (ai sensi dell’ordinanza 23/2019 per l’annualità 2019 al 30 giugno 2020).
Inoltre, la stessa ordinanza prevede che, dal 23 febbraio al 15 aprile 2020, siano sospesi i termini per il deposito del primo Stato di avanzamento lavori e delle integrazioni per gli interventi di ricostruzione presentati tramite piattaforma Mude, nonché quelli per il riscontro alle richieste di integrazione effettuate per i contributi di cui all’ordinanza 23/2019 relativa ai maggiori oneri sui mutui sospesi.
Infine, è previsto che il periodo intercorrente tra il 23 febbraio 2020 e il 15 aprile 2020 non si calcoli ai fini del termine per l’ultimazione dei lavori di ricostruzione per gli interventi presentati tramite piattaforma Mude.

Ricostruzione attività produttive (Sfinge)
Di fronte alla difficoltà delle imprese a completare i lavori e la rendicontazione delle spese sostenute, vengono prorogati al 30 giugno 2020 i termini di conclusione degli interventi e al 30 settembre 2020 quelli di presentazione della documentazione di rendicontazione del saldo finale. Questo per le imprese di tutti i settori comprese le imprese agricole attive nei settori della produzione primaria, della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agroalimentari, a prescindere dalla data di concessione del contributo. Viene poi previsto che l’erogazione del saldo finale del contributo non possa essere inferiore al 10% di quanto concesso, anziché al 15% o al 30% come precedentemente disposto rispettivamente dalle modalità di liquidazione ordinarie e semplificate; le modalità di controllo degli interventi, con particolare riferimento ai sopralluoghi preventivi al saldo, potranno avvenire anche attraverso l’utilizzo di tecnologie che consentano tali verifiche a distanza.
Infine, per le domande presentate da persone fisiche i termini di fine lavori e rendicontazione rimangono i medesimi delle ordinanze precedenti, a prescindere dalla data di concessione del contributo (conclusione degli interventi al 31 ottobre 2020 e presentazione della documentazione di rendicontazione del saldo finale al 31 dicembre 2020).
Per quanto riguarda la messa in sicurezza dei capannoni, bando Inail, prevista la proroga al 30 giugno 2020 per la fine dei lavori e al 30 settembre 2020 la rendicontazione per le imprese di tutti i settori, nonché la riapertura dei termini per la presentazione delle domande dal 1^ giugno 2020 fino a esaurimento delle risorse e comunque non oltre il 31 dicembre 2020.

Gli psicologi dell’Emilia-Romagna sono anche online

Da: Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Le misure necessarie per combattere l’emergenza legata all’epidemia di COVID-19 richiedono che gli italiani restino nelle proprie case. Tra gli effetti di questa restrizione c’è anche la difficoltà a proseguire le terapie e le consulenze psicologiche, proprio in un periodo in cui è evidente che aumentano le situazioni di rischio, potenzialmente stressanti. Per permettere ai cittadini di iniziare o di continuare un percorso di cura psicologica, l’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna ha quindi deciso di mettere in evidenza sul proprio sito i professionisti che offrono ai cittadini la possibilità di avere servizi psicologici a distanza.

In un solo giorno, sono già più di mille gli psicologi in regione che hanno dato la propria disponibilità ad incontri online. L’elenco completo è consultabile andando sul sito www.ordpsicologier.it e cliccando sulla sezione ‘Albo degli Psicologi’: è possibile spuntare l’opzione ‘consulenza online’ ed effettuare la ricerca dei professionisti, selezionando sia la zona geografica (importante per coloro che vorranno proseguire il percorso anche dal vivo al termine di questa fase di emergenza) che il contesto prevalente di lavoro (come, ad esempio, Psicologia Clinica, Psicologia delle Comunità, Psicologia dello Sport, Psicologia dello Sviluppo, e via dicendo).

La terapia e le consulenze online proposte si distinguono dagli interventi specifici in psicologia dell’emergenza realizzati da psicologi con specifica preparazione: la comunità professionale degli psicologi è infatti a fianco dei cittadini anche garantendo la prosecuzione delle attività professionali in un contesto di emergenza come quello attuale. Va infatti ricordato che l’emergenza connessa alla diffusione del virus COVID-19 si inserisce nella vita quotidiana con le difficoltà individuali e relazionali di ciascuno e di ogni famiglia o gruppo. Difficoltà affrontabili con l’aiuto di uno psicologo prima, adesso e dopo questa particolare emergenza.

Sulla Psicologia dell’Emergenza – quell’ambito della psicologia che si occupa primariamente della cura delle persone e dei gruppi coinvolti in eventi critici – l’Ordine sta realizzando attività di rete e integrazione tra diverse associazioni e realtà del territorio in modo da mettere a sistema e garantire maggiore efficacia a tutto l’impegno che viene messo in un servizio essenziale per i cittadini e per gli operatori sanitari.

Michele Mangolini, presidente di Confcooperative Ferrara :“Si prospetta una campagna incerta e difficile”.

Da: Confcooperative Ferrara.

“Stiamo lavorando con difficoltà, tempi dilatati, le distanze che per legge devono essere rispettate portano ad un regime di lavoro più rallentato” afferma il presidente di Confcooperative Ferrara Michele Mangolini” Problema serio anche con l’assunzione di nuova manodopera in vista della raccolta prodotti nelle prossime settimane: la campagna degli asparagi, ad esempio, è alle porte. Poi ci saranno fragole e radicchi…” continua Mangolini che si dice preoccupato anche per l’estero, sono già evidenti problemi di circolazione e trasporto per l’export con problemi logistici legati alle consegne degli ordinativi.

L’emergenza sanitaria che sta travolgendo tutto e tutti è purtroppo anche emergenza economica. L’agricoltura sta subendo un danno ingente sia per le filiere agricole, sia per i consumatori finali. Il decreto “Cura-Italia” risponde in parte a questa crisi epocale con un testo di legge che non permette agilità di assunzioni ad esempio, e questo è – e si dimostrerà a brevissimo termine – un grave ostacolo per l’agroalimentare.

I dati ci dicono intanto che crolla la frequenza d’acquisto di frutta e verdura. La restrizione alla mobilità delle persone infatti porta l’acquisto di ortofrutta – che prima dell’emergenza era di 2 o più volte la settimana, compreso coloro che la faceva tutti i giorni – a diminuire sensibilmente, arrivando anche da un unico acquisto settimanale scegliendo ovviamente prodotti non deperibili.

Giornata mondiale dell’acqua: Hera in prima linea per una nuova cultura della risorsa idrica

Da: Gruppo HERA.

La semplicità di un gesto, aprire il rubinetto e avere a disposizione direttamente nelle proprie case una risorsa eccellente, sintetizza la complessità di un lavoro quotidiano, da parte di aziende come il Gruppo Hera (secondo operatore nazionale nel ciclo idrico). Un lavoro che deve essere sostenibile, tendere al continuo miglioramento del servizio e deve far fronte a continui mutamenti in atto nel territorio servito. Per fare questo occorrono consistenti investimenti: basti pensare che il Piano Industriale al 2023 della multiutility ne prevede per circa 830 milioni di euro solo in questo settore.

Investimenti Hera sopra alla media nazionale
Come si legge nell’ultima edizione di ‘In buone acque’, il report annuale del Gruppo che raccoglie tutte le informazioni utili a conoscere la qualità dell’acqua di rubinetto, gli investimenti nel ciclo idrico effettuati da Hera sono superiori del 20% alla media nazionale e consolidano un trend che, dal 2002 a oggi, dimostra un impegno, mediamente, di oltre 100 milioni di euro l’anno. Nel 2018 hanno raggiunto i 158 milioni di euro (oltre 12 dei quali solo nel territorio modenese), destinati per il 52% all’acquedotto, per il 31% alle fognature e per il 17% alla depurazione.

Il servizio, infatti, è caratterizzato da un’alta presenza di infrastrutture (reti e impianti) utilizzate per tutto il ciclo idrico, dalla captazione della risorsa fino alla depurazione. Queste esigono interventi continui e ingenti di monitoraggio, manutenzione, adeguamento, progettazione. Per metterli in atto il Gruppo pone al primo posto l’innovazione e il ricorso alle più moderne tecnologie, come i droni, aerei e acquatici, e la scansione satellitare del terreno.

Gruppo Hera: in prima fila per promuovere una vera ‘cultura dell’acqua’
L’uso intelligente della risorsa e la sua salvaguardia non possono prescindere dalla consapevolezza collettiva di un bene comune da preservare. Per supportare i clienti nell’adozione di buone pratiche finalizzate al risparmio, la multiutility ha creato il diario dei consumi idrici, che consente a tutti di monitorare nel tempo i propri consumi d’acqua confrontandoli con quelli di clienti dai consumi simili e di clienti virtuosi.

Acqua buona, sicura, comoda, ecologica ma anche economica
Le costanti azioni di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini stanno dando buoni frutti: attualmente circa il 35% dei clienti Hera sceglie di bere acqua del rubinetto, evitando la produzione e il trasporto di 250 milioni di bottiglie di plastica e il relativo impatto ambientale. Evidente il risparmio economico: una famiglia di tre persone che scelga acqua del rubinetto al posto di quella in bottiglia può risparmiare quasi 440 euro all’anno.
Il ‘filo diretto’ coi cittadini è costante, partendo dal già citato report ‘In buone acque’ che fornisce un quadro molto ampio sulla qualità dell’acqua gestita dal Gruppo, controllata da quasi 3 mila analisi al giorno. Il report offre anche la possibilità di consultare l’etichetta dell’acqua, con il dettaglio (territorio per territorio) dei principali parametri di riferimento. Dal loro esame emerge una qualità della risorsa distribuita dal Gruppo comparabile a quella delle acque minerali in commercio. L’etichetta dell’acqua è aggiornata ogni 6 mesi e i risultati sono inviati ai cittadini tramite la bolletta. All’impegno della multiutility per la trasparenza e l’accessibilità del servizio, concorrono anche l’Acquologo, app gratuita sul servizio idrico di Hera, e l’area web dedicata sul sito aziendale (www.gruppohera.it/acqua).
Ricordiamo che, anche in questo periodo di emergenza sanitaria per il Coronavirus, l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute hanno dato ampie rassicurazioni sulla totale sicurezza dell’acqua potabile, che si può utilizzare in completa tranquillità.

Economia circolare per l’acqua
Restituendo all’ambiente un’acqua compatibile con l’ecosistema, il Gruppo Hera conferma così, anche nell’ambito del servizio idrico integrato, il proprio orientamento in favore di un’economia circolare e rigenerativa. In particolare, aderendo alle richieste del Global Compact delle Nazioni Unite sulla gestione sostenibile della risorsa idrica, la multiutility conferma il proprio impegno a favore di una continua innovazione del servizio, tesa alla sua progressiva decarbonizzazione. Questo avviene non soltanto con l’utilizzo di sola energia rinnovabile, ma anche attraverso progetti di efficientamento energetico e di ottimizzazione dei processi coinvolti nella depurazione.

Come effetto di tutto ciò, entro il 2022 la multiutility si propone di ridurre del 10% i propri consumi di acqua, una misura pari a 134 mila metri cubi – cioè al consumo di mille famiglie, e di ridurre i consumi energetici necessari per le varie fasi del servizio idrico.

Coldiretti: nasce alleanza salva spesa made in italy

Da: Coldiretti Ferrara.

“Per affrontare l’emergenza Coronavirus nasce l’alleanza salva spesa Made in Italy con agricoltori, industrie alimentari e distribuzione commerciale che si impegnano a garantire regolarità delle forniture alimentari agli italiani e a combattere qualsiasi forma di speculazione sul cibo dai campi alle tavole” Lo rende noto Ettore Prandini il presidente della Coldiretti che ha promosso l’iniziativa insieme a Filiera Italia con l’adesione di Conad, Coop, Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Decò, Despar, Esselunga, Famila, Iper, Italmark, Metro, Gabrielli, Tigre, Oasi, Pam, Panorama, Penny, Prix, Selex, Superconti, Unes, Vegè.

Nell’appello ai cittadini e alle Istituzioni si legge in particolare:

“Ogni giorno 3,6 milioni di lavoratori coltivano, allevano, trasformano, trasportano e distribuiscono tutti i prodotti alimentari di cui il Paese ha bisogno. Prodotti che i consumatori trovano sempre a loro disposizione sugli scaffali. Anche in questi momenti di emergenza la catena produttiva, logistica e distributiva è riuscita a garantire i beni necessari per tutte le famiglie italiane. Il modo per ringraziare tutte queste persone del loro sacrificio e forte senso di responsabilità è uno solo: ogni volta che puoi chiedi e compra prodotti italiani.

Noi dal canto nostro faremo la nostra parte. Vigilando insieme che lungo tutta la filiera sia premiato e valorizzato chi adotta pratiche commerciali corrette e trasparenti. Ed escludendo e denunciando chiunque possa pensare in un momento così delicato di speculare o approfittare di situazioni di carenza o di eccesso di prodotto abbassando il prezzo ingiustificatamente sui prodotti più richiesti.

Chiediamo al Governo e alle autorità pubbliche di aiutarci nel lavoro di rifornire gli italiani dei beni essenziali, con provvedimenti semplici e chiari che permettano con la massima sicurezza possibile la continuità della raccolta, della produzione, della trasformazione e della distribuzione dei prodotti di largo consumo.

Per questi obiettivi faremo tutti gli sforzi necessari e invitiamo tutte le altre organizzazioni dell’agroalimentare ad aderire a questi impegni e ad unirsi a noi in questa battaglia fatta nell’interesse di una filiera virtuosa, dei cittadini italiani e piu’ in generale del nostro meraviglioso Paese”.

La filiera allargata dai campi agli scaffali – conclude la Coldiretti – vale 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil e offre lavoro a 3,6 milioni di persone impegnate a garantire quotidianamente le forniture alimentari attraverso 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita in Italia

Occorre un piano concreto ed urgente per le imprese

Da: Ascom Ferrara.

“Il primo pensiero di solidarietà è rivolto a quanti sono colpiti dal virus, alle loro famiglie, ai medici, agli operatori sanitari che sono in prima linea per fronteggiare questa emergenza sanitaria” così interviene il presidente provinciale di Ascom Confcommercio Ferrara, Giulio Felloni che poi compie alcune riflessioni sull’emergenza economica: “Gli interventi devono essere concreti, strutturali e proseguire nel tempo. Come sta sottolineando il nostro Presidente nazionale Carlo Sangalli, ritengo sia necessaria un azione urgente che possa far ripartire l’economia . Sono preoccupato per la situazione sanitaria così come per quella economica perché la prima risposta del Governo non è certo sufficiente rispetto alle istanze di Confcommercio: l’aiuto non è semplicemente lo spostamento delle scadenze, ma il vero e proprio annullamento delle stesse. La preoccupazione è forte tra gli imprenditori del nostro territorio perché si è creata una ferita profonda nel sistema economico che sta procurando un azzeramento del fatturato nel Turismo, nelle eccellenze della Moda, dell’Enogastronomia e dei Servizi”. A seguito delle norme emesse dal Governo i musei e le mostre sono chiusi. Lo storico Palio si sposta a settembre, la Mille Miglia slitta ad ottobre, i grandi appuntamenti fieristici, nella vicina Bologna, come Cosmoprof e Sana slittano a settembre. In queste settimane, nella nostra provincia, nel commercio al dettaglio si stima che si siano abbassate oltre 1900 saracinesche alle quali si sommano i servizi alla persona con oltre 1000 imprese che hanno sospeso l’attività. Inoltre si aggiungono i 2mila Pubblici Esercizi (bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie…), chiusi dalle ordinanze e per i quali rimane solo la possibilità della consegna a domicilio: per un totale di circa 5mila attività. Pertanto ” Il nostro obiettivo come Ascom Confcommercio Ferrara – conclude Felloni – è la difesa del lavoro, delle aziende, dei dipendenti, dei collaboratori, delle loro famiglie. Chiediamo al Governo chiarezza, innovazione, semplificazione ma soprattutto di alleggerire il carico fiscale per poter far ripartire le imprese e salvare l’occupazione. Se ognuno di noi farà la propria parte, ne sono convinto ne usciremo e potremo ripartire con maggiore fiducia e determinazione”.

“Come settore alberghiero in città – prosegue Zeno Govoni, presidente provinciale di Federalberghi Confcommercio – su marzo e aprile le perdite sono totali rispetto al 2019 (-100%), su maggio e giugno possiamo stimare una contrazione dell’80%. Gli stranieri sono completamente azzerati ed anche un eventuale ripresina in estate non sarebbe percepita da Ferrara. Il turista preferisce luoghi aperti (mare, monti, campagna..). Degli oltre trenta alberghi in città in queste settimane ne sono rimasti aperti non più di 5 o 6. E’ anche difficile pianificare un business plan finanziario da richiedere al sistema bancario di fronte ad un incertezza senza eguali. Questa crisi cambierà radicalmente il sistema d’approccio nel turismo”. Un emergenza destinata ad impattare profondamente anche sul piano della ristorazione “Nel Decreto ci sono alcuni strumenti ed incentivi positivi per il nostro settore, ma non è certo sufficiente – è Matteo Musacci presidente provinciale di Fipe (Pubblici Esercizi di Confcommercio) ad analizzare il quadro – tra gli interventi utili cito ad esempio il credito d’imposta del 60% sugli affitti per il mese di marzo, la cassa integrazione in deroga totale, la moratoria sui mutui, la proroga delle scadenze fiscali ed altri incentivi sono stati indicati dall’assessore regionale Corsini proprio in queste ore (finanziamenti a tasso zero fino ad un massimo di 150mila euro). Musacci aggiunge: “Ci siamo battuti con forza, come Confcommercio e Fipe, per evitare il click day per ottenere una tantum i 600 euro” con una procedura che sarebbe stata avvilente ed umiliante. E l’altro controsenso è “che che le verifiche fiscali proprio in queste fase vengano addirittura prorogate per due anni..e tutto questo in un provvedimento che si chiama…Cura Italia” conclude il presidente provinciale della Fipe .

La Provincia dilaziona il pagamento delle rate cosap

Da: Provincia di Ferrara.

Slitta al giorno trenta rispettivamente di giugno, settembre e dicembre di quest’anno, il pagamento delle tre rate del canone di occupazione spazi e aree pubbliche (cosap), rispetto alle scadenze normali di marzo, giugno e settembre 2020.
È la decisione presa con lo scopo di dare più respiro a chi deve versare il canone all’amministrazione provinciale.
Si tratta di un’imposizione che riguarda i passi carrai, i cartelloni pubblicitari e altre forme di occupazione, che interessano la rete delle strade provinciali, con un gettito annuo di circa 400mila euro.
“È una possibilità prevista dai nostri regolamenti – dice la presidente della Provincia, Barbara Paron – ma abbiamo preso questa decisione anche per dare un segno come amministrazione provinciale, di aiuto a cittadini e imprese durante questa fase delicata di contagio da Coronavirus, che sta influendo pesantemente sulla salute e sull’economia anche del nostro territorio”.

IL TEMPO DEL SILENZIO
(ancora da Brescia)

Chi si aggira in questi giorni per i paesi e le città del Nord Italia scopre l’intensità del silenzio. Il Covid-19, che costringe tutti a casa, ha svuotato i normali luoghi di socialità. Centri ricreativi, sportivi, cultuali, religiosi completamente vuoti e da oggi chiuse anche quasi tutte le fabbriche. Le scuole sono chiuse da settimane e i ragazzi tutti a casa.
Spazi aperti privi di rumore dilatano l’impressione di vuoto e indeterminatezza, e con il loro nuovo status suggeriscono profonde riflessioni.
Ci sono molte silenzi che si addensano in quelle strade vuote.
Il silenzio di chi ha perso un familiare senza aspettarselo. A volte senza nemmeno capire cosa stesse succedendo. E’ un silenzio doloroso che non trova consolazione immediata ma che anela a una rivalsa nel tempo.
Il silenzio di chi è ammalato e spera di guarire. Per molte persone sarà davvero così e questa esperienza diventerà un racconto ammantato da quella struggente coperta che avvolge i ricordi e li trasforma in storie che qualcuno ricorderà.
Il silenzio di chi ha improvvisamente smesso di lavorare e non riesce a credere che quello che sta succedendo è vero, più vero della fantascienza, del complottismo, delle illusorie convinzioni di sapere cosa davvero ci toccherà. Bisogna prendere atto che nessuno sa cosa succederà e questo annienta molta presunzione e apre le porte all’indeterminatezza e al conseguente timore.
Si respira la sorpresa di chi credeva di conoscere il silenzio e improvvisamente scopre che il silenzio personale è diverso da quello collettivo. Anche qui si svela una presunzione. Quella di pensare che l’esplorazione del silenzio personale esaurisca la possibile esperienza in questo senso. Non è così. Il silenzio di tanti, non è il silenzio di uno solo.
Attraverso il silenzio si riscoprono strade e questa è una risorsa, comunque.

C’è un silenzio che permette di ripensare a ciò che si è fatto e a ciò che si stava facendo e che riverbera come alcune strade intraprese non siano quelle buone. Suggerisce che, se mai ci sarà la possibilità, sarà il caso di tornare indietro, di andare verso ciò che è autentico, ciò che da valore all’esistere, ciò che fa sentire più vivi. Diventa fondamentale riscoprire ciò da cui proviene l’amore.
C’è un silenzio che ti permette di scavare dentro te stesso alla ricerca dei tuoi pensieri poco mediati dalle convenzioni sociali, che ti ricopre affascinato da ciò che sembra un sentire rigoroso e un procedere intellettuale corretto e progressivo. Un procedere non lineare ma circolare dove chi è in pista ritrova un senso profondo dell’esistere.
C’è un silenzio di chi aveva già sofferto tanto e nel vedere l’attuale sofferenza intorno a lui si affranca da un senso di ingiustizia che lo ha annientato a lungo e ritrova improvvisamente la vita. In una dimensione di sofferenza che non è più individuale ma corale si riscopre una vera parità che coglie e ricostituisce gli aspetti profondi dell’essere. Lo stupore della vita è la sua esistenza, è il ritrovare soddisfazione profonda nell’essere persone vive. Tutto ciò è lontanissimo dal consumismo, dai soldi, dalla finanza, dalla dicotomia stato-mercato che non è mai esistita.
C’è il silenzio di una collettività che aspetta l’arcobaleno e mentre aspetta ritrova l’amicizia come valore, la solidarietà come scopo, la sopravvivenza della specie come unico anelito esistenziale.
Il silenzio permette di riscoprire la propria anima e di connettere il proprio vuoto con quello degli altri, ma anche il proprio “sentire” con quello del prossimo.

Non sembrerebbe possibile ma è esattamente così, il silenzio è uno dei maggiori tramiti dove l’esperienza soggettiva diventa esperienza collettiva. E’ come se il silenzio di tutti ampliasse la possibilità di trovare strade nuove per ciascuno. Il silenzio di tutti amplifica il silenzio di uno e gli permette di trovare nuove strade, gli permette di scavare dentro se stesso alla ricerca di una nuova verità che è sua ma anche degli altri, che diventa forte della concomitanza e prossimità dei tanti silenti.
Il silenzio grida forte come una frana, come un tornado in avvicinamento, come il terremoto. E’ una strada per riscoprire ciò che di se stessi e degli altri veramente conta. Il silenzio cerca l’essenziale e in questa sua ricerca è feroce. Una impresa al limite come la scalata di una grande cima, come un’immersione in un fondale profondo, come il troppo freddo, come il troppo caldo e come l’esperienza del deserto che di silenzio si nutre e compiace.

Le grandi passioni si nutrono di silenzio e non di rumore, i sentimenti profondi si nutrono della sospensione del rumore come se questa fosse una linfa vitale che porta forza. Il silenzio fa pulizia tra ciò che è profondo e ciò che solo lo sembra.
Ho ripensato all’amore, a quella passione profonda che diventa desiderio di bene prima individuale e poi universale. A quel sentire che travolge tutto e che stupisce tanto per la sua stessa esistenza e, subito dopo, per la suo voglia illimitata di crescere. Quel sentire propulsivo come l’inizio della vita, come l’eros, come il cammino.
Ciò che noi possiamo trovare nel silenzio è la differenza che esiste tra il poco che nutre la vita ed il tanto che la avvilisce. L’attuale esperienza di silenzio può essere per tanti una strada tortuosa di rinascita, di riscoperta di ciò che è umanamente vero, di ciò che conta almeno per un po’, per quel che potremo vivere.
Immersa nel silenzio delle nostre città del nord, riesco a pensare ai colori del sole e del mare, alle albe e ai tramonti, alla musica, ai piedi che scricchiolano sulle foglie secche e a tutte le volte che ho desiderato qualcuno che non c’era. Quando avrei tanto voluto una sua parola e non ho potuto che respirare il suo silenzio amplificato dal mio.
Immersa nel silenzio delle città del nord ho capito che ci sono silenzi che decidono della vita, del futuro, dell’amore e della sua fine.
Il silenzio è come uno specchio dentro il quale possiamo ritrovare noi stessi oppure perderci definitivamente dentro una verità inutile che qualcuno ha amplificato proprio per noi.

IL RUMORE DEL VENTO
(qualche giorno fa nella campagna bresciana)

Il vento fa rumore? Si, fa il rumore del vento.
A chiunque sia capitato di camminare in strade di campagna quando c’è il vento sa che è una magia.  Sibila, scricchiola, rantola, sospira e sospira a lungo.
Scompiglia i capelli, gli abiti, entra nelle orecchie, negli occhi, in bocca.  Il vento è anche molto laborioso: rimuove la polvere, pulisce l’aria, spazza via paglia e fieno, distrugge i legni e le tegole marcie, increspa l’acqua del fiume.
Il vento suona campane, carillon, sonagli, giochi dei bambini. Suona anche il gong del tempo che passa e raddensa gli attimi di vita tutt’attorno.
Io che nel vento amo camminare e che, per quel poco che posso, sto continuando a farlo in questi giorni dove il Covid19, qui nel bresciano, sta sconvolgendo la vita di tutti, so che il vento amplifica il silenzio. Quel silenzio interiore che torna indietro nel tempo, si avvolge su se stesso come una vecchia pellicola e restituisce immagini della mia vita, della vita di tutti.

La prima immagine è  quella di un foglio di carta appallottolato che va di qua e di là.  Lo rincorro e lui si avvicina a un tombino, mi chino per prenderlo e lui fa un balzo improvviso e si attacca a un portone dall’altra parte della strada. Mi sposto velocemente per prenderlo e lui si sposta più velocemente di me e si impiglia  tra i mattoni di una vecchia casa. Lo prendo al volo, lo apro velocemente … ci sono delle righe scritte a penna con la biro blu.
Si intitola “errori”:
– Per il mio compleanno ho chiesto una bicicletta rossa ma era meglio la chiedessi Blu;
– Nell’orto ho piantato le more ma sono più buoni i lamponi;
– Ho lavato la mia coperta di lana con un lavaggio troppo pesante e si è infittita.
Il vento sornione e furbissimo, come sempre, cerca di rubarmi la carta, ma io la tengo stretta e comunque adesso so cosa c’è scritto sul foglio e nessuno mi potrà più impedire di ricordarlo.

Cosa faccio ora? chi avrà mai perso nel vento i suoi sbagli? Direi che è un bambino, o poco più. Un bambino che inavvertitamente ha lasciato nel vento il suo cruccio e adesso non lo possiede più. Un dilemma sui colori, uno sul cibo, uno sul tepore mancato: questo mi ha portato il silenzio del vento e questo io provo a capire.  Crediamo che i grandi temi della vita siano il lavoro, la politica, la filosofia, la salute, la morte. Ma forse non è solo così: c’è un sentire quotidiano che è profondissimo nel suo incedere, che è autentico nel suo manifestarsi che è trasparente nella sua capacità di insegnamento. Siamo uomini e donne che amano i colori, che hanno un potente rapporto col cibo che non è solo nutrizionale. Il cibo ha un valore simbolico, archetipico, di appartenenza ad un clan. Siamo uomini e donne che non vogliono stare al freddo, che hanno un forte istinto di protezione verso le intemperanze climatiche, che vogliono il conforto del sole. In queste considerazioni è racchiuso il senso del nostro primordiale bisogno e il senso del nostre cercare archetipico e ideale. Credo che l’idealità si sia sempre nutrita e si nutra tutt’ora del sentire e non viceversa. Il  sentire nutre il pensare, il raccontare, lo scrivere, l’inventare. Il sentire è la linfa dell’esistere e la nostra società con la sua forte tendenza a deprivarlo ci toglie della vita vera, ci restituisce mediocrità.

Il tempo ruba il foglio di carta perso dal bambino, da tutti i bambini del mondo e il vento dei ricordi riavvolge la sua pellicola per un po’ e poi si ferma. Rotola qualcosa tra i miei piedi.

Cammino su un sentiero di campagna, come faccio sempre quando c’è il vento, e trovo mescolati ai miei passi dei baci. Non so chi abbia perso sul sentiero della mia vita quei baci. Baci che qualcuno avrebbe voluto regalare ma che forse non ha potuto, baci abbandonati da una persona distratta e superficiale, baci ricevuti e baci sospirati. Ma comunque baci persi. Non so cosa ci facciano sul mio cammino tali baci. Li ho guardati, raccolti  e messi tra le pieghe del mio maglione. Tra la mia pelle e la lana, tra la mia carne e un po’ d’aria che entra comunque. Ho messo quei baci al sicuro, vicino al posto che mi sembra il più adatto, vicino al cuore. Ognuno di noi ha perso dei baci e in questo ha perso un po’ di vita. I baci di chi lavora troppo e non sa più ascoltare, i baci di chi ha tradito, i baci di  chi è distratto e colpevole, i baci di chi non ha ancora capito che questi piccoli doni vanno dosati e distribuiti con parsimonia e passione. Tra il mio maglione e la mia pelle ci sono i baci che abbiamo perso, che vorremmo, che arriveranno. Baci persi e abbandonati qua e là su un sentiero di campagna che sono diventati  mei insieme a tutte le mancanze del mondo, a tutti i suoi dolori, le sue ingiustizie, il suo infinito e colpevole silenzio ma anche a tutta la sua speranza. In quei baci c’è la ferocia dell’ingiustizia, la pesantezza della colpa ma c’è anche la gioia della scoperta. I baci sono sulla mia pelle. Il vento mi ha portato baci con tutto il loro potere vivifico, con tutta la loro incommensurabile capacità esplicativa, simbolica e narrativa. Mi metto a correre con i baci tra il maglione e la pelle, sicuramente li salverò e diventeranno per me fonte di grande apprendimento. Prima o poi li regalerò oppure li abbandonerò, li butterò a manciate sulle margherite.

Intanto di nuovo il vento riavvolge la pellicola dei ricordi e riporta il silenzio. Nel silenzio del vento c’è la vita così come la vediamo e così come la vorremmo, c’è il futuro che adesso davvero non sappiamo come sarà, c’è il passato con tutti i suoi ricordi. I ricordi portati dal vento sono quelli autentici, leggeri, profondi e svelati. Sono gli unici che sanno essere contemporaneamente pesanti e leggeri, ma comunque belli e importanti. I ricordi portati dal vento sono parlanti ma sanno rispettare il silenzio. Il silenzio di chi li trova e li costudirà. I baci ricordati sanno confondersi con il  silenzio del loro agente primario, col senso del loro esistere e con la loro possibile realtà. I ricordi silenti portati dal vento parlano in fondo proprio di lui esattamente come un quadro che parla di chi l’ha dipinto, come una danza che vive grazie alla vita di chi la fa, come un parassita dorato e prestigioso che senza di noi morrà.
Il silenzio è il vento e ciascuno di noi lo sa.