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Giorno: 29 Aprile 2020

IL RITORNO ALLA TERRA PROMESSA:
la (pericolosa) tentazione del divino

Per secoli, neppure tanto distanti dai nostri, le pestilenze sono state considerate flagelli divini per punire l’umanità corrotta. Qualcuno, in giro per il mondo, lo sostiene anche ora che siamo nel terzo millennio dell’Era Comune.
Per espiazione e per invocare la misericordia divina su un’umanità secolare e terrena venivano organizzate processioni penitenziali, grandi raduni di massa, di popolo, di congregazioni e di ordini religiosi.

I tempi cambiano ma la natura umana pare la stessa. La tentazione del sacro e del mistico irrompe con la sua eco nella prolungata clausura di questi giorni. La televisione moltiplica nelle nostre case l’immagine del Pontifex Maximus, capo della Chiesa Universale, immolato per la salvezza dell’umanità, solo sotto la pioggia battente, al centro di piazza San Pietro, a invocare la misericordia divina contro il flagello del male, liturgia rinnovellata nella solitaria Via Crucis innanzi al sagrato della Basilica.
Lo spirito del pentimento e del ravvedimento sembra accompagnare l’incontro con gli animi che questa solitudine forzata favorisce. Non saremo più come prima, non faremo gli errori di prima, abbiamo peccato nei confronti di noi stessi e della madre terra.

C’è un diffuso bisogno di primitivismo, nel senso di ritorno al prima di prima, ad epoche lontane sobrie ed austere.
Così, lo spirito penitenziale ed espiatorio, ora che il tempo è a nostra disposizione, porta a letture poco frequentate in Italia, come Walden di Thoreau, una sorta di bibbia del ritorno alla natura. Narra dei due anni che l’autore trascorse in solitudine e in autonomia, vivendo in un bosco vicino al laghetto di Walden nel Massachusetts, in realtà a due chilometri dal centro abitato di Concord. La filosofia di Thoreau predica una economia rigida, una vita semplice, severa e più che spartana, convinto che mantenersi su questa terra non sia una fatica ma un passatempo, se si vive con semplicità e saggezza. Per il nostro, possedere saggezza è sufficiente, chi è saggio non ha bisogno di tanta istruzione, se ci accontentiamo di poco e non pretendiamo di possedere beni non serve neppure studiare più di tanto, lo dice lui che aveva frequentato Harvard. Un manuale per i biblici profeti della decrescita felice, che temo non sarà di grande utilità quando usciremo dalla quarantena e dovremo rimboccarci le maniche di fronte alla decrescita infelice che ci attende oltre la porta di casa.

Il mio ego cartesiano e la mia indole ostinatamente kantiana incominciano a dare segni di turbolenza di fronte a una sorta di misticismo e di pauperismo francescano striscianti, che trasuda da riflessioni sul ritorno a genuine epoche di rispetto della natura e addirittura del ‘creato’, se mai ce ne sono state, con un’ involuzione più o meno cosciente al ‘creazionismo’ che si traducono in militanze politiche e religiose per l’avvento di un mondo palingenetico.
Se non si sta attaccati alla conoscenza che è quella cosa fredda che ha le sue radici nella ragione, nella logica e nella matematica, nella narrazione dell’esperienza si rischia di annegare nel mare dell’irrazionalità che secondo il filosofo di Königsberg, circonda l’isola della razionalità.

Il divino e il mistico sono approdi che presuppongono la fuga dal mondo e dalla realtà come ci narra la letteratura agiografica, noi abbiamo bisogno di affondare le radici nel presente, di sporcarci le mani con i nostri errori e le nostre debolezze, con i conflitti e con le idee. Fuggire dalle nostre contraddizioni non ci è permesso.
La nostra umanità per essere tale non ha bisogno di trovare motivazioni e giustificazioni al di fuori di sé. Non ha bisogno dell’Iperuranio platonico, ma della logica stringente di Aristotele, dell’Etica Nicomachea, quella che cerca la verità che si cela nel mondo concreto.
L’incertezza è la nostra cifra, l’incertezza è il motore che ci spinge a sapere e a ricercare, a sbagliare come a correggerci, la storia non è mai un ritorno indietro, ma quella che sapremo scrivere anche affrontando gli eventi che non possiamo controllare. Non ci sono pagine già scritte, quelle fanno parte di un libro già letto. Noi viviamo per scrivere ciò che ancora non è stato scritto. Non saranno le militanze di fede né laiche né religiose, i misticismi e i pauperismi francescani che ci potranno aiutare, ma le nostre menti e le nostre intelligenze sgombre da pregiudizi, da orpelli, da pensieri zavorra, aperte al nuovo che ancora dobbiamo incontrare.

 

Emergenza Coronavirus, il sindaco convoca il tavolo sulla fase 2: “Tutti uniti per la sfida che ci attende: Ferrara deve diventare un modello di ripartenza”

Da: Organizzatori

“Il primo tavolo di lavoro sulla Fase 2 si terrà mercoledì prossimo: ‘sarà un confronto serrato di idee tra i principali soggetti economici del territorio finalizzato a creare un progetto comune di rinascita, dopo l’emergenza sanitaria. Serve uno spirito unitario: dobbiamo lavorare tutti insieme, non solo per superare le difficoltà, ma anche per fare della nostra città un esempio positivo di ripartenza”.

Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, annuncia la convocazione del tavolo di lavoro ‘Fase Due – Ferrara Rinasce’ che si terrà mercoledì prossimo, 6 maggio 2020, alle ore 10.00 in videoconferenza.

Nella mattinata di domani (giovedì 30 aprile 2020) partiranno le mail ufficiali con le indicazioni utili alla partecipazione al meeting, che prevede strumenti di lavoro condivisi per garantire concretezza ed efficacia al confronto.

“Quelle appena trascorse sono state settimane difficili, segnate dall’emergenza Coronavirus che ha messo a dura prova il sistema sanitario e da un lockdown prolungato che sta minacciando in termini economici, la tenuta dell’intero Paese e del nostro territorio – spiega il sindaco nelle mail di convocazione -. Ognuno di noi è stato chiamato ad un grande impegno e a grandi sacrifici, grazie ai quali la nostra provincia e la nostra città sono state tra le meno toccate dal contagio, in tutta l’Emilia Romagna e, questo è un punto importante su cui basare una serie di progetti attrattivi anche in termini di turismo e offerta culturale”.

La Fase 2, nonostante le difficoltà che inevitabilmente comporterà, “può, e deve, diventare per Ferrara un’occasione per migliorare, per puntare ad un rilancio a livello regionale e nazionale, che faccia finalmente emergere tutte le competenze e le grandi capacità di reazione dei ferraresi – aggiunge -. La parola sarà ‘Fare sistema’, cioè condividere le idee, uniformare gli interventi e mettere in collaborazione ogni settore con quelli collegati”.

Al tavolo saranno invitati i rappresentanti di ogni singolo settore: la cultura, il turismo, il commercio, insieme al sistema produttivo, all’agricoltura e alla promozione degli eventi. Lo scopo del tavolo è l’elaborazione di un progetto unitario dal titolo Fase 2 – Ferrara Rinasce, contenente le linee guida per la ripartenza, da rendere pubblico nelle settimane a venire per garantire ai cittadini una condivisione degli obiettivi comuni.

Marchetti (Lega E-R): “Fase 2, diamoci una mossa: più concretezza dai tavoli di confronto. Fissare regole certe per far ripartire le aziende”

Da: Ufficio Stampa Lega

“Se si vuole parlare concretamente di “Fase 2” è ora di darsi una mossa. Sono troppi i tavoli di confronto aperti dalla Regione a cui non segue concretezza , mentre è essenziale fissare regole certe e chiare per far ripartire le aziende”. Così il consigliere regionale della Lega, Daniele Marchetti che spiega: “Oggi ho partecipato alla seconda riunione del tavolo metropolitano sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. I tavoli tecnici suddivisi per settore, hanno sostanzialmente prodotto delle check list per dare uniformità alle azioni introdotte dalle aziende per mantenere la sicurezza sul lavoro durante l’emergenza Coronavirus. Il problema però è un altro: molte attività sono ancora ferme e rischiano di non ripartire, serve un progetto per suonare le sveglia al Governo per arrivare a qualche allentamento in più perché le aziende hanno bisogno di sopravvivere”.

Marchetti lancia quindi l’allarme per le attività commerciali e i pubblici esercizi. “Certo – ha aggiunto il consigliere del Carroccio – al primo posto deve esserci la salute, ma se vogliamo dare un senso a questi tavoli, si lavori ad un progetto per arrivare a qualche allentamento in più. Molte attività oggi hanno bisogno di sopravvivere tornando quanto prima in attività”

Campeggi e villaggi turistici pronti a ripartire. presentate alla regione le procedure di sicurezza per emergenza Covid 19

Da: Ufficio Stampa

Le Associazioni dei gestori dei campeggi e villaggi turistici della Regione Emilia– Romagna, ASSOCAMPING–CONFESERCENTI e FAITA–CONFCOMMERCIO hanno predisposto e presentato alla Regione, le procedure di sicurezza da adottare nelle proprie strutture ricettive per la gestione e l’accoglienza degli ospiti, chiedendo di conoscere al più presto la data per la loro riapertura.

“Intendiamo aprire i campeggi e i villaggi turistici con tutti gli accorgimenti gestionali, organizzativi e strutturali che rendano sicuri il lavoro dei nostri collaboratori e la permanenza dei nostri ospiti. Le misure proposte interpretano al meglio le esigenze e le richieste di sicurezza che saranno fondamentali per affrontare la fase 2” dichiarano i due presidenti Monica Saielli di Assocamping e Franco Vitali di Faita.

“I campeggi e i villaggi turistici sono tipicamente caratterizzati da grandi spazi, aperti e chiusi, individuali e collettivi, e da un elevato rapporto ospite/mq disponibili (almeno 30 mq. per ospite e 120 mq. per ogni nucleo familiare o equipaggio formato da 4 persone). Con le opportune implementazioni organizzative e la formazione specifica degli addetti – continuano i due presidenti – è possibile gestire la struttura facendo rispettare le misure di distanziamento, evitando ogni assembramento e realizzando l’equilibrio necessario per garantire l’erogazione del servizio in condizioni di sicurezza e sostenibilità̀, senza snaturarne le caratteristiche, contemperando le esigenze di una accurata accoglienza con quelle della tutela della salute, nostra e degli ospiti ”.

“La pulizia, da sempre, è una priorità assoluta nelle nostre strutture; porteremo gli standard di igiene ai massimi livelli, implementando i turni di pulizia, disinfezione e sanificazione di tutti gli ambienti, sia comuni (servizi igienici e docce) che privati (bungalow e casemobili). Le modalità di arrivo, di ingresso e di partenza della struttura saranno rese il più possibile in modalità smart, incentivando le operazioni da remoto per il check in ed il check out. Anche le attività di svago e di animazione saranno riorganizzate e previste in piccoli gruppi, con spazi ed orari in modo da permettere il distanziamento. Nei ristoranti, nei bar e nei negozi interni, comprese le lavanderie, saranno applicate le misure di distanziamento disposte dalle autorità per tali strutture, limitando i tavoli e gli accessi.
Verrà incentivata la consegna dei prodotti e del food and beverage ordinati in remoto, presso le piazzole, i bungalow e le casemobili, piscina e spiagge”.

“La stagione deve ripartire al più presto, permettendo alle persone di spostarsi e riprendere a viaggiare” concludono la Saielli e Vitali “e noi saremo pronti offrendo, anche in questo contesto emergenziale, una vacanza all’aria aperta sicura”.

Castaldini (fi): “pieno sostegno all’amministrazione comunale”

Da: Valentina Castaldini, capogruppo regionale FI Emilia-Romagna

Siamo vicini all’amministrazione comunale di Ferrara costretta, dalla solita sinistra, a presentarsi addirittura in Tribunale per giustificare i criteri stabiliti per l’erogazione dei buoni spesa. La giunta ferrarese ha giustamente deciso di dare priorità ai ferraresi e agli stranieri regolari che, a causa dell’emergenza da Covid-19, non riescono nemmeno a fare la spesa. Non si capisce in cosa consista la cosiddetta accusa di “discriminazione” a carico dell’amministrazione comunale, se è vero che i nuclei stranieri che avevano fatto ricorso hanno percepito regolarmente i buoni spesa. Per quanto riguarda i richiedenti asilo ricordiamo, come ha già fatto il sindaco Fabbri, che essi godono già di uno specifico sistema di protezione individuale garantito dal nostro welfare e che nulla c’entra con l’emergenza sanitaria.

Coronavirus, l’aggiornamento: 25.177 i casi positivi in Emilia-Romagna, 263 in più rispetto a ieri

Da: Organizzatori

Salgono a 176.865 i tamponi effettuati: 4.276 in più rispetto a ieri. In diminuzione sia i ricoverati nei reparti Covid (-47) che quelli in terapia intensiva (-2). I nuovi decessi sono 40. Arrivate 560mila mascherine alla Protezione civile regionale

In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus si sono registrati 25.177 casi di positività, 263 in più rispetto a ieri. Le nuove guarigioni sono 364 (9.803 in totale) mentre i test effettuati hanno raggiunto quota 176.865 (+4.276). In netto calo i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: -141 rispetto a ieri (11.862 contro 12.003).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, arrivano complessivamente a 8.288, 96 in meno rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 226 (-2). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-47).

Le persone complessivamente guarite salgono a 9.803 (+364): 2.762 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 7.041 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 40 nuovi decessi: 19 uomini e 21 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.512.

I nuovi decessi riguardano 8 residenti nella provincia di Piacenza, 8 in quella di Parma, 4 in quella di Reggio Emilia, 3 in quella di Modena, 7 in quella di Bologna (uno nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 2 ciascuno in quelle di Ravenna e Forlì-Cesena (i 2 nuovi decessi nel cesenate), 5 nel riminese. Nessun nuovo decesso da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ,ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 3.993 a Piacenza (75 in più rispetto a ieri), 3.144 a Parma (22 in più), 4.613 a Reggio Emilia (20 in più), 3.630 a Modena (21 in più), 3.977 a Bologna (80 in più), 375 le positività registrate a Imola (9 in più), 918 a Ferrara (9 in più). In Romagna sono complessivamente 4.527 (27 in più), di cui 981 a Ravenna (3 in più), 880 a Forlì (3 in più), 676 a Cesena (4 in più), 1.990 a Rimini (17 in più).

La rete ospedaliera: 4.403 i posti letto aggiuntivi destinati ai pazienti Covid-19

Da Piacenza a Rimini, il piano di rafforzamento messo a punto dalla Regione ha portato complessivamente ad oggi a 4.403 posti letto attivati per i pazienti Covid-19: 3.944 ordinari (36 meno di ieri) e 459 di terapia intensiva (19 in meno). Nel dettaglio: 534 posti letto a Piacenza (di cui 34 di terapia intensiva), 894 Parma (50 di terapia intensiva), 501 a Reggio Emilia (45 di terapia intensiva), 502 a Modena (70 di terapia intensiva), 1.045 tra Bologna e Imola, e dunque nell’area metropolitana (138 terapia intensiva, di cui 8 a Imola), 322 a Ferrara (38 di terapia intensiva), 605 in Romagna, di cui 84 per terapia intensiva. Nel dettaglio: 178 a Rimini (di cui 39 per la terapia intensiva), 104 a Ravenna (di cui 14 per la terapia intensiva), 97 a Lugo (di cui 10 per la terapia intensiva), 24 a Faenza, al San Pier Damiano Hospital; 89 a Forlì (di cui 10 per la terapia intensiva), 73 a Cesena (di cui 11 per la terapia intensiva) e 40 posti letto a Villa Serena.

L’attività dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile

Dispositivi di protezione individuale

Dal Dipartimento nazionale della protezione civile, sono pervenuti oggi ai magazzini dell’Agenzia 560.000 mascherine chirurgiche, di cui 40.000 provenienti da donazioni, 80.080 mascherine ffp2 e 100.000 mascherine monovelo Montrasio.Il materiale verrà distribuito secondo le necessità del sistema sanitario regionale.

Sul sito del Dipartimento e del Ministero della Salute, sono aggiornati i dati complessivi dei DPI e delle apparecchiature elettromedicali distribuiti dalla Protezione Civile a Regioni e Province autonome, attraverso il sistema informatico ADA (Analisi Distribuzione Aiuti): https://bit.ly/3cSrAci

Personale sanitario volontario da altre Regioni

Dall’inizio dell’emergenza, sono pervenuti in Emilia-Romagna quattro contingenti di infermieri (totale 69) e quattro di medici (totale 56).

Volontariato

Martedì 28 aprile sono stati 948 i volontari di protezione civile dell’Emilia-Romagna impegnati nell’emergenza; dall’inizio delle attivazioni del volontariato, si sono accumulate 35.171 giornate complessive. Ecco le attività più rilevanti: supporto ai Comuni per l’assistenza alla popolazione (comprese le funzioni di segreteria e logistica presso i Coc dei Comuni), estesa su tutto il territorio regionale, questa attività ha coinvolto circa 600 volontari (fra cui 54 scout Agesci); supporto alle Ausl nel trasporto degenti con ambulanze, nel trasporto campioni sanitari e tamponi, nella consegna di farmaci (Cri e Anpas): 255 volontari; funzioni di segreteria e supporto logistico presso i Coc dei vari Comuni o presso le sedi dei Coordinamenti provinciali; sanificazione dei mezzi di soccorso nel Parmense, in Val di Taro.

Si segnala che volontari Anpas sono stati impegnati tra l’altro nel trasporto di una struttura prefabbricata ad uso sanitario davanti al PalaPanini di Modena per rafforzare i presidi già presenti (punto per prelievi sierologici) in previsione dell’intensificarsi dell’afflusso di persone nei prossimi giorni, a cui dare riparo anche in vista del previsto brutto tempo. Volontari del Coordinamento provinciale di Rimini sono invece stati impiegati nel montaggio della tenda davanti alla casa di cura “Villa Maria”.

Drive Through e Pre-Triage

Sono 13 le strutture per effettuare i tamponi di verifica a chi è in via di guarigione, approntate con il concorso dell’Agenzia e dei coordinamenti provinciali del volontariato di protezione civile: da tempo sono attive postazioni a Parma (2, l’ultima presso il Campus universitario), Castelnovo ne’ Monti (RE), Guastalla (RE), due a Modena (di cui una davanti al PalaPanini svolge gli screening sierologici sulla popolazione), Bologna e Imola (BO), Cesena (FC), Forlì (FC), Bagno di Romagna (FC), Rimini (RN) e Faenza (RA). Strutture che si aggiungono a tutte la altre presenti sul territorio regionale allestite dalle Aziende sanitarie.

Sono 34 i punti-di pre-triage attivi in E-R (11 davanti alle carceri, 23 per ospedali e cliniche): 3 in provincia di Piacenza (Piacenza città, Fiorenzuola d’Arda e Castel San Giovanni); 3 in provincia di Parma (Parma città, Vaio di Fidenza e Borgotaro); 3 in provincia di Reggio Emilia (Reggio Emilia città, Montecchio e Guastalla); 5 in provincia di Modena (Sassuolo, Vignola, Mirandola, Pavullo e Modena città); 3 nella città metropolitana di Bologna (Sant’Orsola e Maggiore, e a Imola); 2 in provincia di Ferrara (Argenta e Cento); 1 in provincia di Forlì-Cesena (Meldola); 2 in provincia di Rimini (Rimini città, di cui una montata oggi davanti alla Casa di cura “Villa Maria”); 1 nella Repubblica di San Marino (la postazione davanti all’Ospedale di Stato è composta dal pre-triage per i pazienti in ingresso e dalla nuova tenda per gli screening sierologici alla popolazione).

Dopo l’allestimento, lunedì 27 aprile, di una seconda tenda davanti all’Ospedale di Stato di San Marino dove viene effettuato il servizio di screening sierologico sulla popolazione, questa mattina, i volontari del Coordinamento provinciale di Rimini, in collaborazione con il personale dell’unità Protezione civile del Servizio Area Romagna, hanno installato una tenda pre-triage presso la Casa di cura “Villa Maria” di Rimini, struttura convenzionata con l’Ausl della Romagna. La tenda è stata messa a disposizione dall’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile.

Donazioni

I versamenti vanno effettuati sul seguente Iban: IT69G0200802435000104428964

Causale – Insieme si può Emilia Romagna contro il Coronavirus

Bernini (fi): “su buoni spesa sinistra alla frutta. solidarietà all’amministrazione comunale”

Da: Ufficio Stampa Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia

In un momento di difficoltà estrema come quello che il Paese sta vivendo, appare davvero ingiustificato e incomprensibile l’atteggiamento di una certa area di sinistra che, attraverso associazioni e sindacati, ha deciso di portare in tribunale l’amministrazione comunale di Ferrara per i criteri stabiliti per l’erogazione dei buoni spesa. Criteri che, lo ricordiamo, avevano il semplicissimo obiettivo di dare priorità a chi ha davvero bisogno di mangiare poiché i mezzi di sostentamento sono venuti meno a causa dell’emergenza sanitaria. Spiace altresì constatare che il ricorso che ha dato origine al tutto sia arrivato da un nucleo familiare straniero che, in realtà, aveva ottenuto 300 euro di buoni spesa senza alcun tipo di discriminazione. L’ideologia che muove i soliti propagandisti è dannosa e deleteria per i cittadini e sono certa che i ferraresi abbiano già ben compreso che siamo di fronte a un fatto assolutamente strumentale che mira a colpire una amministrazione “colpevole” solo di essere riuscita a vincere le elezioni dopo 70 anni di governo monocolore.

Assemblea dei soci Hera: rinnovate le cariche sociali e approvato il dividendo a 10 centesimi

Da: Relazioni con i media, area Ferrara-Modena

Si è riunita questa mattina a Bologna l’Assemblea ordinaria e straordinaria dei Soci Hera. Fra le diverse deliberazioni assunte, l’Assemblea ha provveduto alla nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale per il prossimo triennio.
È stato, inoltre, approvato il bilancio economico 2019 e la conseguente distribuzione di 10 centesimi di dividendo per azione.

Approvazione del bilancio con risultati in forte crescita
Nella seduta ordinaria l’Assemblea ha approvato il bilancio economico 2019, che ha evidenziato risultati in ulteriore miglioramento rispetto al precedente esercizio più che compensando gli importanti impatti della parziale ulteriore riduzione degli incentivi per i termovalorizzatori e dei minori margini dei clienti in salvaguardia. La partnership con Ascopiave, finalizzata a dicembre 2019 che ha portato alla creazione del principale operatore energy del Nord Est, contribuirà ai conti fin dall’inizio del corrente esercizio.
In particolare, l’esercizio 2019 si è chiuso con ricavi per 7.443,6 milioni di euro (+12,3%), margine operativo lordo a 1.085,1 milioni (+5,2%) e un utile netto per gli Azionisti a 385,7 milioni (+36,8%).
Il percorso di sviluppo del Gruppo, nei 17 anni dalla nascita, continua a bilanciare attività regolamentate e a libero mercato, crescita interna ed esterna, con il raggiungimento di importanti economie di scala e sempre maggiori sinergie, grazie a una strategia industriale multi-business, che nel tempo si è confermata vincente per Hera, oggi prima multiutility in Italia per capitalizzazione.

Al via la distribuzione di un dividendo pari a 10 cent./azione
L’Assemblea ha quindi approvato la proposta del Consiglio di Amministrazione di distribuire un dividendo di 10 centesimi di euro per azione, in linea con quanto già annunciato nel Piano industriale. Lo stacco della cedola avverrà il 6 luglio 2020, con pagamento a partire dall’8 luglio 2020.
Complessivamente gli Azionisti hanno quindi beneficiato nel 2019 di un ritorno del 50%, frutto del rendimento annuo del dividendo approvato e dell’aumento del titolo Hera nel corso del 2019 sostenuto dai risultati sopra le attese e dell’ingresso nell’indice FTSE MIB.

Si riconferma, così, una forte attenzione alla creazione di valore per tutti gli stakeholder e lo stesso Piano industriale prevede una politica dei dividendi trasparente e in crescita, per arrivare fino a 12 centesimi nel 2023.

Il bilancio di sostenibilità: MOL a valore condiviso a 422,5 milioni
Durante l’Assemblea è stato presentato il bilancio di sostenibilità 2019, che evidenzia come il miglioramento dei risultati economico-finanziari vada di pari passo alla crescente creazione di valore condiviso e alle positive ricadute per i territori serviti, nell’interesse delle comunità locali e, più in generale, di tutti gli stakeholder in linea con i Global Goals delle Nazioni Unite. In particolare, nel 2019 il MOL a valore condiviso del Gruppo Hera è stato di 422,5 milioni di euro e rappresenta il 39% del MOL complessivo (+13% rispetto ai 375,2 milioni dell’anno precedente). Un risultato perfettamente in linea con la traiettoria segnata dal Piano industriale, che proietta al 2023 questo valore al 42%.

Il rinnovo del Consiglio di Amministrazione
Si è proceduto, inoltre, al rinnovo del Consiglio di Amministrazione per il prossimo triennio (in scadenza con l’Assemblea che approverà il bilancio 2022). In relazione all’esito della votazione, risultano nominati:
Lista di maggioranza (espressione del patto di sindacato dei soci pubblici Hera): Tomaso Tommasi di Vignano, Stefano Venier, e i consiglieri indipendenti Gabriele Giacobazzi, Monica Mondardini, Fabio Bacchilega, Danilo Manfredi, Lorenzo Minganti, Manuela Cecilia Rescazzi, Marina Vignola, Alessandro Melcarne, Federica Seganti.
Lista di minoranza: i consiglieri indipendenti Erwin Paul Walter Rauhe, Paola Gina Maria Schwizer, Alice Vatta, Bruno Tani.
I curricula dei nuovi consiglieri sono disponibili all’indirizzo: http://www.gruppohera.it/gruppo/corporate_governance/assemblee/

Il rinnovo del Collegio Sindacale
Per quanto riguarda il Collegio Sindacale, sono risultati nominati:
Lista di maggioranza (espressione del patto di sindacato dei soci pubblici Hera): Marianna Girolomini, Antonio Gaiani (sindaci effettivi), Valeria Bortolotti (sindaco supplente).
Lista di minoranza: Myriam Amato (Presidente), Stefano Gnocchi (sindaco supplente).
I curricula dei nuovi sindaci sono disponibili all’indirizzo: http://www.gruppohera.it/gruppo/corporate_governance/assemblee/

Presenza femminile in Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale
La composizione degli organi sociali dà piena attuazione alle disposizioni della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019 in vigore dal 1° gennaio 2020 che, a superamento della precedente Legge n. 120 del 2011, ha innalzato la percentuale di componenti da almeno un terzo a due quinti sia per l’organo amministrativo che di controllo e ha accresciuto il periodo di vigenza del nuovo criterio di riparto per sei mandati consecutivi. La presenza femminile in Consiglio di Amministrazione pesa per 6 membri su 15 e in Collegio Sindacale per 1 membro su 3 componenti effettivi. Per quanto riguarda il Collegio Sindacale la Comunicazione Consob n. 1 del 30 gennaio 2020 ha chiarito, infatti, che per la nomina degli organi di controllo composti da tre membri effettivi, trova applicazione il criterio di arrotondamento per difetto all’ unità inferiore.

Le altre deliberazioni approvate
L’Assemblea ha approvato, inoltre, il rinnovo dell’autorizzazione al Consiglio di Amministrazione all’acquisto di azioni proprie (e modalità di disposizione delle medesime), per un controvalore fino a 270 milioni di euro per 18 mesi, con annessa revoca della precedente deliberazione dello scorso anno per la parte non eseguita. Il rinnovo dell’autorizzazione all’utilizzo delle azioni proprie è stato richiesto per perseguire le finalità consentite dalla normativa e dalle prassi di mercato ammesse, al fine di aumentare la creazione di valore, nell’ambito di operazioni per le quali si concretizzino opportunità di investimento come avvenuto lo scorso esercizio con la fusione di Cosea Ambiente e CMV finanziate con le azioni proprie in portafoglio.
L’Assemblea ha, infine, approvato la Relazione sulla politica di remunerazione e sui compensi corrisposti, in linea con le best practice internazionali.

Riconfermati Presidente e Amministratore Delegato
Si è tenuta nel pomeriggio a Bologna la seduta d’insediamento del Consiglio di Amministrazione Hera, nominato nella mattinata dall’Assemblea dei Soci della multiutility. L’organo ha provveduto alla nomina, di Presidente, Vicepresidente e Amministratore Delegato.
Alla Presidenza di Hera, come amministratore esecutivo, è stato riconfermato Tomaso Tommasi di Vignano. Bresciano, guida il Gruppo Hera sin dalla nascita nel 2002, dopo una lunga esperienza nelle telecomunicazioni e nel settore delle utility.
Vicepresidente Hera (non esecutivo) è stato nominato Gabriele Giacobazzi. Modenese, è presidente dell’Ordine degli Ingegneri e professore a contratto alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Tra gli incarichi ricoperti in passato, è stato presidente della cooperativa Politecnica, nel settore progettazione, e ha presieduto l’Oice, l’Associazione nazionale delle organizzazioni di progettazione aderente a Confindustria.
Come Amministratore Delegato è stato riconfermato Stefano Venier. Udinese, in Hera dal 2004, dove ha ricoperto in passato la carica di Direttore Generale Sviluppo e Mercato. In precedenza, Venier ha svolto incarichi di crescente responsabilità nel Gruppo Eni e presso una primaria società di consulenza internazionale, di cui è stato, fra 2002 e 2004, Vicepresidente Energy & Utilities.
La riconferma di Presidente esecutivo e Amministratore Delegato testimonia la continuità nella governance del Gruppo, uno dei principali punti di forza del Gruppo Hera.

Fabio Bergamini: incentivare i controlli delle forze dell’ordine per evitare che la chiusura forzata di acconciatori ed estetisti

Da: Ufficio Stampa Lega

«Occorre vigilare affinché la chiusura forzata e prolungata di saloni di acconciatura ed estetisti non presti il fianco alle parrucchiere e sedicenti esperte di cosmesi, che si recano a domicilio in sfregio ai decreti e alle misure di sicurezza». E’ questo l’appello del consigliere regionale leghista, Fabio Bergamini, che fa suo l’appello di numerose associazioni di categoria. Soltanto alcuni giorni fa, Confartigianato aveva messo in allerta a livello regionale per quello che si starebbe verificando in varie zone, «per via di chi approfitta della chiusura di saloni e centri estetici per vendere servizi a casa dei clienti, provati da settimane di quarantena, e che si concedono con un senso di ritorno alla quotidianità a parrucchiere improvvisate, manicure, estetiste, arrecando un danno gravissimo ad un settore che vede il proprio “stop” prolungato fino al 1° giugno dalle misure adottate dal governo». Accanto a ciò, «esiste anche un problema di salute per i cittadini: le Istituzioni sono irremovibili nel dire che occorre riaprire in sicurezza, mentre registriamo testimonianze a tutte le latitudini di un fenomeno sotterrano che rischia di agire come un vettore di contagio», osserva il consigliere leghista. Inoltre, mentre i saloni e i centri estetici, da sempre, devono sottostare a rigorosi requisiti igienico-sanitari, assicurando l’utilizzo di prodotti certificati, «le stesse tutele e garanzie, di igiene e qualità, non possono essere rispettate da professioniste abusive che si recano a domicilio, creando un danno gravissimo all’economia e all’erario». Il sindaco facente funzioni di Bondeno, Simone Saletti, è stato tra i primi a sostenere la battaglia del consigliere Bergamini in Regione. «Come amministrazione – aggiunge il sindaco Saletti – siamo pronti a raccogliere segnalazioni di parrucchiere ed estetiste abusive, sanzionando comportamenti irregolari, ed anche chi incentiva il tutto». Intanto, l’invito è sempre quello di segnalare eventuali controlli scorretti (sia in termini di concorrenza sleale, sia di violazione al “Lockdown” per l’emergenza sanitaria) alle forze dell’ordine.

Per la fase 2 dell’emergenza coronavirus puntare sulla mobilità urbana sostenibile

Da: Ufficio Stampa

La Consigliera regionale di Europa Verde Silvia Zamboni: “Non perdiamo i benefici ottenuti in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico nella fase 1 dell’emergenza Covid-19”

Il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa regionale chiede che la cosiddetta Fase 2 dell’emergenza coronavirus sia caratterizzata dall’avvio della svolta verde nel settore della mobilità e dei trasporti sia per non perdere i benefici ottenuti in queste settimane in termini di riduzione dell’inquinamento, sia per promuovere modalità di spostamento sostenibili. Si teme infatti che, a seguito della ripresa delle attività lavorative e dell’allentamento delle restrizioni per l’emergenza Covid-19, molte persone, preoccupate dal rischio del contagio e obbligate a rispettare il distanziamento di un metro, potrebbero abbandonare il trasporto pubblico e scegliere di muoversi in automobile, con inevitabili ripercussioni sul traffico e sulla qualità dell’aria. Per evidenziare tali rischi e proporre soluzioni concrete, la consigliera Verde Silvia Zamboni ha depositato due risoluzioni con cui sollecita la Giunta a mettere in campo politiche e risorse per promuovere la mobilità ciclistica e a rafforzare la figura del mobility manager.

Nella prima risoluzione, incentrata sulla mobilità ciclistica con riferimento prioritario agli spostamenti urbani, si chiede alla Giunta di: 1) rifinanziare la legge regionale 10 del 2017 e di convocare il Tavolo regionale per la ciclabilità al fine di coinvolgere le associazioni del settore nella programmazione del sistema regionale della ciclabilità; 2) incentivare l’acquisto di biciclette (comprese quelle pieghevoli ed elettriche a pedalata assistita) e di monopattini, anche elettrici; 3) coordinare e sostenere, con fondi dedicati, interventi urgenti nei Comuni per la realizzazione di reti ciclabili di emergenza e per l’ampliamento delle aree di transito dei pedoni; 4) prevedere incentivi alle aziende che si doteranno di strumenti (ad esempio piattaforme informatiche) per monitorare le modalità di spostamento dei loro dipendenti; 5) promuovere campagne informative a sostegno dell’uso della bicicletta, prevedendo anche misure premiali per chi passerà all’utilizzo di questo mezzo.

Nella seconda risoluzione la Giunta viene sollecitata a: 1) realizzare un nuovo Piano post-coronavirus della mobilità aziendale in Regione sulla base di una nuova indagine da svolgere tra i dipendenti regionali per promuovere modalità di spostamento ambientalmente sostenibili; 2) dare maggiore impulso all’attività, in capo al mobility manager regionale, di promuovere e coordinare, insieme ai mobility manager d’area, azioni e progetti a supporto della mobilità sostenibile negli spostamenti casa-lavoro del personale aziendale, e casa-scuola, sull’intero territorio regionale.

“Pedalare e camminare per andare al lavoro e per gli altri spostamenti cittadini è la soluzione raccomandata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel vademecum che ha predisposto – dichiara la Consigliera Silvia Zamboni. “Il tema della mobilità post emergenza deve essere messo al centro dell’agenda politica: in queste settimane nella popolazione è cresciuta la sensibilità per i temi della mobilità. Servono interventi urgenti sia per rendere il Tpl su gomma e su ferro compatibile con la sicurezza anti-contagio, sia per promuovere modalità di mobilità sostenibile nelle nostre città. A tal fine – conclude Zamboni – proponiamo anche un maggiore coordinamento dei mobility manager per rendere efficaci nei territori le misure che incentivano l’uso del Tpl su gomma e su ferro, della bicicletta e di altri mezzi non inquinanti per gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola”.

Nota Buoni Spesa

Da: Il Coordinamento Provinciale
di Articolo Uno – Ferrara

La vicenda buoni spesa ferrarese ha ormai assunto una rilevanza nazionale. Sulla delibera della giunta estense è infatti intervenuto anche il Senatore di Articolo Uno Leu Vasco Errani. Come parlamentare espressione del territorio, ha infatti ritenuto imprescindibile formulare una precisa interrogazione al Governo affinché faccia chiarezza sulle modalità di acquisizione delle domande e sui criteri discriminatori indicati dal Comune.

A sconcertare è il fatto che si sia individuata come una possibilità, peraltro scarsamente trasparente, quella telefonica, determinando così impossibilità comunicative e l’esclusione certa di diversi bisognosi pur rientranti nei vincoli stabiliti. Nel testo dell’atto parlamentare si fa riferimento anche all’incostituzionalità e illegittimità di questi ultimi, sui quali peraltro è atteso a breve un pronunciamento del Tribunale di Ferrara, in conseguenza del ricorso promosso da ASGI e Altro Diritto.

Si allega alla presente nota il testo dell’interrogazione, che può essere anche consultata e scaricata al seguente link al sito del Senato:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1150192/index.html

La Regione Emilia-Romagna chiede al Governo una moratoria Plastic e Sugar tax

Da: Organizzatori

La richiesta inviata al ministro dell’Economia e Finanze. Chiesto anche di destinare parte delle entrate alla riconversione delle produzioni

Una moratoria per Plastic tax e Sugar tax fino alla fine del 2020, da inserire nel prossimo decreto di aprile. È quanto chiede la Regione l’Emilia-Romagna al Governo, per non gravare ulteriormente sull’economia regionale già fortemente provata dall’emergenza coronavirus. La richiesta è stata inviata dall’assessore regionale allo Sviluppo economico e Green economy, Vincenzo Colla al ministro dell’Economia e Finanze, Roberto Gualtieri.

“Visto il difficile momento causato dall’emergenza legata alla diffusione del Covid-19- afferma Colla- ora è sicuramente necessario pensare ad uno slittamento al 2021 della misura contenuta nella legge di Bilancio 2020. La crisi che stiamo vivendo richiede un intervento del Governo per alleggerire la pressione fiscale sulle imprese, già in forte difficoltà. La moratoria naturalmente non arresterà la ricerca verso soluzioni innovative e la progettazione per la riconversione della produzione già avviate. È stato anche chiesto in merito di destinare una parte delle entrate alla riconversione delle produzioni”.

Già dalla fine dello scorso anno la Regione si era impegnata affinché il Governo avviasse un confronto con l’industria delle materie plastiche e del packaging, particolarmente importante per l’Emilia-Romagna, nonché con i settori che maggiormente utilizzano materie plastiche, per approfondire una strategia nazionale orientata sia alla ricerca e sviluppo di nuovi materiali e prodotti eco-compatibili, sia all’approntamento di soluzioni in grado di applicare i principi dell’economia circolare, riducendo per quanto possibile l’impatto economico del provvedimento previsto dal Governo.

“Per l’Emilia-Romagna- conclude l’assessore- la piena sostenibilità sociale e ambientale resta l’obiettivo primario del nuovo Patto per il Lavoro”.

Coronavirus. Le Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia chiedono al Governo l’istituzione di un fondo di 800 milioni di euro per il sostegno al sistema fieristico

Da: Organizzatori

Lettera al premier Conte firmata con i presidenti Zaia e Fontana. Comunicazione di viale Aldo Moro ai sindaci di Bologna, Parma, Ferrara, Modena, Piacenza, Forlì e Rimini, dove hanno sede gli expo, e ai loro presidenti. L’assessore Colla: “Necessario un impegno straordinario da parte di tutti per riattivare contatti e rapporti che inevitabilmente andranno ricostruiti o rinsaldati”

Serve istituire, presso il ministero dello Sviluppo economico, un fondo nazionale per sostenere il sistema fieristico quale piattaforma di internazionalizzazione del sistema produttivo italiano.

È questa la richiesta inviata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e dai colleghi presidenti della Lombardia, Attilio Fontana, e del Veneto Luca Zaia. Missiva che l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, ha inviato anche ai sindaci di Bologna, Parma, Ferrara, Modena, Piacenza, Forlì, e Rimini tutte città dove hanno sede gli expo emiliano romagnoli, oltre che ai presidenti delle stesse Fiere.

La richiesta al Governo prende le mosse dal perdurare della crisi sanitaria determinato dal Covid-19, che ha colpito soprattutto le tre regioni italiane leader nel settore fieristico. Realtà queste che rappresentano da sole il 65% dell’attività fieristica in Italia e oltre il 75% delle manifestazioni internazionali e che a partire dal febbraio scorso hanno visto la totale cancellazione degli eventi programmati nel 2020, con un danno stimato per le solo tre realtà regionali di oltre 700 milioni di euro e di oltre un miliardo se si considera anche l’indotto.

“Il fondo, che per stendere la sua efficacia dovrebbe avere almeno una dotazione di 800 milioni di euro– spiega il presidente Bonaccini, punta al salvataggio dell’intera filiera fieristica-congressuale nazionale che ha fortissime implicazioni di immagine e di leadership internazionale delle nostre realtà produttive sui mercati mondiali. Le fiere, comparti con il più alto moltiplicatore d’indotto diretto e indiretto nell’economia, sono una vera e propria piattaforma di internazionalizzazione del nostro sistema produttivo e giocano un ruolo non sostituibile dalle tecnologie digitali. Inoltre, in termini di fattibilità, occorre ricordare che interventi analoghi a quelli da noi avanzato al Governo sono già stati assunti fin dalle prime fasi della crisi sanitaria in Danimarca Francia e Germania”.

Nel mercato fieristico italiano l’Emilia-Romagna si posiziona al secondo posto, preceduta dalla Lombardia, due regioni ove si concentra il 60% delle manifestazioni internazionali (in Lombardia 35% e 25% in Emilia-Romagna). Nel corso del 2018 l’attività fieristica in Emilia-Romagna ha raggiunto 1.222.630 mq di superficie espositiva affittata, distribuiti su 89 manifestazioni che hanno raccolto oltre 35 mila espositori diretti e quasi 2,6 milioni di visitatori.

“Le fiere- spiega l’assessore Colla- sono un elemento cardine della filiera economica internazionale per lo sviluppo del sistema-impresa dell’Emilia-Romagna e del Paese intero. L’annullamento o lo spostamento al 2021 delle principali esposizioni è causa di gravi perdite non soltanto finanziarie, ma anche di immagine e di competitività del nostro territorio, con un forte rischio di impatto occupazionale. Anche la filiera delle relazioni internazionali, costruite negli anni dalle nostre Fiere, è un valore che non possiamo dissipare e necessita di un impegno straordinario da parte di tutti per riattivare contatti e rapporti che inevitabilmente andranno ricostruiti o rinsaldati una volta superata questa fase emergenziale”.

Il fondo punta a sostenere tutta la filiera degli operatori del settore fieristico, ovvero i soggetti organizzatori presso quartieri fieristici di proprietà o di terzi gli eventi di carattere almeno nazionale, i soggetti aventi la proprietà e la gestione dei quartieri fieristici presso i quali si svolgono eventi di carattere almeno nazionale.
L’aiuto, che dovrà essere notificato alla Commissione europea, dovrà essere connesso alle perdite registrate e vincolato alla calendarizzazione degli eventi cancellati, anche eventualmente nel biennio 2021/2022. Aiuti anche subordinati all’impegno a realizzare tutti quegli investimenti sui quartieri necessari per garantire la sicurezza sanitaria degli eventi e la predisposizione di aree attrezzate da adibire ad eventuali situazioni di emergenza sanitaria.

Cgil Cisl Uil Ferrara: estremo ritardo di intervento del Presidente della CTSS

Da: Ufficio Stampa

E’ diventato sgradevole dover intervenire nuovamente in maniera pubblica per sottolineare l’estremo ritardo di intervento del Presidente della CTSS. In più di due mesi, considerando solo la fase dell’emergenza, la CTSS non è stata in grado di sciogliere i nodi locali nella programmazione sanitaria territoriale. Confidiamo in un intervento decisivo, seppur tardivo, di esercitare la responsabilità propria del ruolo di Presidente la CTSS, lontana da qualsiasi polemica politica.
Gli anziani sono le nostre radici e come tali tra le cose più preziose e da tutelare ancor più per la loro condizione di fragilità e vulnerabilità al covid19.
E’ trascorsa ormai più di un’altra settimana dall’ultima CTSS e oltre due mesi dalla nostra prima sollecitazione, e nulla è dato sapere sulle necessarie e cogenti misure organizzative da adottare su scala provinciale.
Dall’emergenza delle strutture per anziani di Argenta, in pochi giorni siamo passati a leggere che il modello “anti-covid” delle strutture per anziani di Codigoro non è tale e si trova nelle stesse condizioni di quelle argentane. Questo dovrebbe essere un preciso monito per tutti i Sindaci.
Nell’ultima CTSS sembrava chiara l’analisi contenuta nelle slide presentata dal sub commissario Carradori in merito alla condizione delle strutture residenziali socio-sanitarie per andamento epidemiologico in forte aumento e la proposta delle relative misure terapeutiche ed organizzative da adottare:
a. Sottoporre tempestivamente a tampone gli ospiti;
b. Verificare rigorosamente le condizioni di idoneità strutturale per l’isolamento;
c. In caso di inadeguata capacità di compartimentazione, dovrebbe essere previsto il trasferimento in residenze esclusive covid+ individuate tra pubblico e privato
Per le strutture sanitarie veniva proposto:
a. Va massivamente evitata la commistione di ricoveri covid+ e non. Dove è presente una situazione di oggettiva contaminazione dei ricoverati è consigliabile la trasformazione di tutto l’ospedale in covid+ (sembra essere il caso di Argenta)
b. Nel caso in cui in un ospedale covid free si oggettivino condizioni di alta contaminazione del personale di assistenza, serve una sorveglianza continuativa per personale e pazienti sospetti (sembra essere il caso di Cento).
Ad oggi, sforzi a parte degli operatori, dell’impegno nella gestione emergenziale dei Sindaci coinvolti direttamente sui loro territori, nessuna decisione di carattere generale si è presa in CTSS: dovrebbe essere l’unica sede preposta ad assumere decisioni e, torniamo a dirlo, non esiste l’ospedale di proprietà di un singolo sindaco e poco utile assistere a discussioni mezzo stampa e non a decisioni in Conferenza Sanitari.
La CTSS di oggi deve assumere delle decisioni! I cittadini della provincia non possono più aspettare, ne hanno il diritto e va dimostrato loro rispetto e attenzione.

Cristiano Zagatti, Bruna Barberis e Massimo Zanirato

Coronavirus, vicina anche se da lontano: la sanità si riorganizza e va on line

Da: Organizzatori

Tante le prestazioni erogate a distanza, grazie a Skype, Whatsapp, Youtube. Nonostante l’impegno prioritario per la cura dei pazienti Covid, si è cercato di garantire il più possibile continuità assistenziale e di cura. Da Piacenza alla Romagna, le iniziative avviate grazie all’impegno di medici, infermieri, operatori sanitari

Vicina anche se da lontano, grazie alle opportunità offerte dal web, la telemedicina, i consulti telefonici o via Skipe, i tutorial su Youtube.

Nei giorni più difficili dell’emergenza coronavirus la sanità emiliano-romagnola, nonostante il forte impegno per curare i malati e fronteggiare l’epidemia, non si è fermata e si è organizzata per cercare di offrire continuità assistenziale e di cura a tutti i cittadini.

Da Piacenza alla Romagna grazie al lavoro di medici, infermieri e operatori sanitari sono numerosi i servizi erogati “a distanza”, nel rispetto delle prescrizioni di distanziamento sociale per frenare il contagio: corsi di preparazione al parto, supporto ai pazienti con problemi cardiaci, sostegno psicologico e neuropsichiatrico per adulti, bambini e adolescenti. Passando per le attività di riabilitazione motoria e fisioterapica.

“In queste difficili settimane la nostra priorità sono stati i malati di coronavirus ai quali i nostri operatori sanitari hanno dedicato un impegno e un’energia ineguagliabili. Tuttavia abbiamo anche cercato di non lasciare soli gli altri cittadini. Pazienti con malattie croniche o reduci da interventi. Ma anche famiglie alle prese con una quotidianità inedita e difficile – spiega l’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini –. Di fronte alla necessità di sospendere molti servizi sanitari erogati in ambulatorio, abbiamo pertanto messo in campo iniziative che ci permettessero, ove possibile, di portare la sanità direttamente nelle case, utilizzando le moderne tecnologie. Anche ora che con le recenti Linee guida abbiamo consentito alle Aziende l’erogazione di alcune prestazioni programmabili e non urgenti, per un progressivo ritorno alla normalità. Alcune delle esperienze avviate sono di particolare interesse e sono certo che potranno diventare occasione di riflessione per rendere la nostra sanità ancora più flessibile, personalizzata, a misura di paziente”.

La riabilitazione a distanza di Montecatone, quella cardiologica per i pazienti del Bellaria di Bologna e dell’Ausl di Piacenza

Tra le tante iniziative a distanza nel campo della riabilitazione, nel Bolognese l’ospedale di Montecatone ha dato il via al progetto #nonlasciaresolonessuno. Obiettivo: dare a pazienti, familiari e operatori sanitari, la possibilità di restare in contatto – attraverso Skipe, Google Hangouts o una semplice telefonata – garantendo la continuità assistenziale, anche in queste settimane di chiusura temporanea delle attività di day hospital e ambulatoriali. L ’Ospedale Bellaria di Bologna propone la ”home rehabilitation”, per i pazienti cardiologici reduci da un intervento. In collegamento on line gli operatori sanitari possono verificare la corretta esecuzione del programma riabilitativo e il previsto automonitoraggio. Anche a Piacenza i pazienti con pacemaker e defibrillatore cardiaco possono essere controllati direttamente da casa, attraverso un sistema di trasmissione dati che viene fornito dopo il primo controllo ambulatoriale. In caso di rilevazione di anomalie il paziente viene contattato e invitato in ospedale per il controllo.

Gli “esercizi utili” dell’Ausl di Modena, la consulenza a distanza degli ortopedici di Parma, le iniziative a Ferrara e Reggio

I fisioterapisti dell’Azienda Usl di Modena propongono ai pazienti operati che non possono accedere alla consueta attività in palestra, una serie di “esercizi utili” da fare nella propria abitazione. Anche l’Ausl di Pama offre a domicilio indicazioni sanitarie per la riabilitazione ortopedica, video di esercizi riabilitativi, counselling telefonico fisiatrico e fisioterapico.

E’ stato avviato dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara un progetto per una presa in carico a distanza dei pazienti. Grazie ad una webcam il personale della riabilitazione può collegarsi per un consulto, monitorare le condizioni e proporre esercizi di mantenimento da eseguire a domicilio. E’ on line anche il ” programma di autocura” dell’’Ausl di Reggio Emilia, rivolto sia alle persone sane alle prese con dolori muscolari e articolari dovuti alla mancanza di movimento in questi giorni di permanenza forzata entro le mura domestiche, quanto ai pazienti con patologie, compresi quelli usciti dai reparti Covid.

Sostegno psicologico, “Parla con noi” a Bologna. A Ferrara un aiuto contro lo stress da Covid. Le video favole e i giochi da stampare delle logopediste di Imola

In prima fila anche il sostegno psicologico on line. “Parla con noi” è il servizio dell’Ausl di Bologna per offrire un supporto alle persone con problemi psichici e ai loro familiari. “#nondasoli. Insieme a distanza” è il progetto avviato dall’Azienda USL di Ferrara, per il sostegno e la presa in carico dei pazienti, soprattutto quelli in condizioni di fragilità. A Imola le logopediste della Neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza offrono consigli utili, oltre a tanto materiale come le videofavole e i giochi da stampare.

Accompagnamento al parto: tanti i corsi on line. Un aiuto anche dalla app “Non da sola” offerta dalla Regione

Per non lasciare sole le future mamme, sono partiti i corsi pre e post parto dell’Ausl di Reggio Emilia con la partecipazione di psicologi, neonatologi e pediatri di libera scelta. Corsi online anche da parte dell’Azienda ospedaliera universitaria di Modena, dell’Ausl di Parma, di Piacenza, della Romagna. Solo alcune delle tante iniziative avviate sul territorio, che si affiancano alle informazioni fornite dalla nuova app “Non da sola”, realizzata dalla Regione per accompagnare la donna e la coppia dalla gestazione ai mesi successivi alla nascita del bimbo.

Lo sportello telefonico dell’Ausl modenese contro le violenze domestiche. Le iniziative contro l’isolamento di giovani e gli anziani

Tra i problemi che si sono aggravati in seguito all’emergenza Coronavirus quello delle violenze domestiche. Per questo l’Ausl modenese ha ampliato l’attività dello sportello telefonico a disposizione delle donne maltrattate, mentre il centro “Liberiamoci dalla violenza” dedicato agli uomini maltrattanti ha messo on line materiali dedicati. Per non lasciare soli giovani e anziani, alcune iniziative adottate dall’Ausl Romagna. Quella dello Spazio Giovani di Cesena e Savignano con la possibilità di effettuare un colloquio telefonico o via Skype. Oppure il Consultorio Giovani di Forlì che fa regolarmente video colloqui personali con i giovani adolescenti, tramite Whatsapp o Skype. Sono invece rivolti ai più anziani alle prese con isolamento sociale e solitudine i Centri d’incontro e Cafè Alzheimer che nel Riminese operano a distanza con brevi video, tutorial e videochiamate proponendo attività cognitive, occupazionali e di movimento da svolgere a domicilio.

VENEZIA, LUOGO DELL’ANIMA
Brodskij: migliora l’aspetto del tempo e abbellisce il futuro

– Sire, ormai ti ho parlato di tutte le città che conosco
– Ne resta una di cui non parli mai
Marco Polo chinò il capo.
– Venezia – disse il Kan
Marco sorrise.E di che altro credevi che ti parlassi?
L’imperatore non batté ciglio. Eppure non ti ho mai sentito fare il suo nome.
E Polo Ogni volta che descrivo una città dico qualcosa di Venezia.

Così, nel sesto capitolo de Le città invisibili di Italo Calvino, Marco Polo spiega al melanconico imperatore dei Tartari, il Gran Khan Kubilai, cosa è la ‘sua Venezia‘.
L’imperatore vorrebbe ricondurre il suo visionario viaggiatore al racconto di una rappresentazione oggettiva di Venezia , completamente separata dalla descrizione delle altre città e non confusa con quelle, come fino ad ora aveva ascoltato dalla bocca del suo ospite straniero. Chiede cioè quello che pretende sempre dai suoi ambasciatori quando vuole essere informato su questioni a lui sconosciute: una relazione su Venezia “così com’è, tutta quanta, senza omettere nulla di ciò che ricordi dei lei”.
Questo è il metro che sempre ha utilizzato per misurare le cose del mondo e questo gli ha permesso di arrivare a possedere uno sterminato potere. Invece Marco Polo restituisce non il riflesso di una unica realtà, ma tante immagini della memoria, ricordi della ‘sua Venezia’, ritrovate nelle altre città. Ma “le immagini della memoria, una volta fissate con le parole si cancellano, arrivando a ricostruire un’altra realtà; narrano di una città ideale, di un sogno, il sogno della propria vita.

E così come Polo ritrova le sue origini anche in altre città, così facciamo anche noi, raccontando ma ancheascoltando’ la nostra storia. E’ quello che capita quando altri rievocano episodi della nostra vita di cui non avevamo memoria, accaduti quando eravamo bambini: man mano che il tempo li allontana, vengono trasformati in nostri ricordi, anche se rammentati da altri. Di una persona cara scomparsa, dopo non molto, abbiamo difficoltà a rimembrare il suono della sua voce e anche i lineamenti esatti del viso comincerebbero a sfuggirci, se non ci fosse una sua fotografia a fissarne la ricordanza; l’espressione ritratta da quella immagine alla fine sarà ciò che rammenteremo di quella persona. E’ il passaggio del Tempo, che tutto trasforma in un sogno composto da un numero indefinito di immagini, suoni e colori provenienti da ogni dove.

E’ in questo modo che si incontra Venezia.
Subito dopo l’arrivo del treno in stazione, mentre si fanno i primi passi verso l’uscita, cercando di rimettere a posto la camicia sgualcita, di chiudere per bene il giubbotto, insomma di sistemarsi un poco dopo il viaggio, proprio mentre si alza frettolosamente lo sguardo per capire la direzione da prendere, ecco apparire in modo del tutto inaspettato, come racconta Fernand Braudel, uno dei maggiori storici del ‘900, un vero e proprio straordinario “spettacolo che si apre immediatamente davanti: l’acqua rabbrividita del Canal Grande, agitata dalle eliche dei motoscafi e che ricorda l’acqua di un fiume, la cupola in rame di san Simeone Piccolo, e le trattorie con le loro piante sempre verdi ben allineate…” (F.Braudel, Venezia, Il Mulino, p.10).

Si presenta così Venezia a chi la vede per la prima volta all’uscita della stazione di Santa Lucia, tutta, e tutta insieme, senza un elemento urbanistico che faccia da introduzione. L’assenza di un ‘prologo’ la fa apparire quale è, una creatura sublime e, per chi non l’avesse mai vista, una eterea visione.
Ma, come ogni visione, così come magicamente è comparsa dal nulla in tutta la sua bellezza, in un attimo può scomparire. Bene lo sa quel turista che, volendo iniziare il suo percorso attraversando il ponte della Costituzione, disegnato dall’architetto Santiago Calatrava, appena sceso l’ultimo gradino, mentre si accinge a proseguire verso il sestiere di Santa Croce, avverte un certo fastidio, notando sulla destra l’ultimo lembo di terraferma da dove partono e arrivano pullman e automobili di ogni genere e, spontaneamente, gira lo sguardo dall’altra parte, per ritrovare ciò che temeva di avere già perduto.

E’ per questa città sospesa nel tempo, visione che trascolora in personalissime partiture di illusioni, che lo scrittore russo Iosif Brodskij scrive Fondamenta degli Incurabili, entrando con le immagini dei suoi ricordi nella città che ha rappresentato ristoro e rifugio per la sua anima negli anni dell’esilio. Iosif Brodskij, originario di San Pietroburgo, dopo essere stato condannato per ‘parassitismo’ a cinque anni di lavori forzati, espulso dal regime sovietico, inizia a viaggiare e a tenere lezioni nelle università americane. Conseguita la cittadinanza statunitense, non smetterà mai di ritornare a Venezia con periodicità quasi annuale.
In Fondamenta degli Incurabili, presentato nel 1989 su richiesta del Consorzio Venezia Nuova, emerge tutto l’amore di Brodskij per la città, che ”a tratti assume connotati femminili ed erotici, a tratti suscita in lui una dimensione divina: l’acqua rispecchia Dio ed è l’immagine del tempo.Venezia è la città che più di ogni altra dialoga con l’acqua e la sfida con quella proprietà che il tempo-acqua, non possiede: la bellezza”. Leggo questa nota nel sito Turismo Letterario che caldeggia la lettura del volume di Brodskij  prima di visitare Venezia. [Consulta il blog]
Ma ascoltiamo le parole, stavo per scrivere i versi, con cui Brodskij conclude la sua memoria di Venezia: ” […] acqua è uguale a tempo, e l’acqua offre alla bellezza il suo doppio. Noi, fatti in gran parte d’acqua, serviamo la bellezza allo stesso modo. Toccando l’acqua, questa città migliora l’aspetto del tempo, abbellisce il futuro. Ecco la funzione di questa città nell’universo. Perché la città è statica mentre noi siamo in movimento. La lacrima ne è la dimostrazione. Perché noi andiamo e la bellezza resta. Perché noi siamo diretti verso il futuro mentre la bellezza è l’eterno presente. La lacrima è una regressione, un omaggio del futuro al passato. Ovvero è ciò che rimane sottraendo qualcosa di superiore a qualcosa di inferiore: la bellezza all’uomo. Lo stesso vale per l’amore, perché anche l’amore è superiore, anch’esso è più grande di chi ama” (Iosif Brodskij, Fondamenta degli Incurabili, Milano, Adelphi).

Il momento migliore per cogliere la visione di Venezia è l’alba. Quando la realtà turistica quotidiana non l’ha ancora inghiottita con tutto il suo ciccaleccio, è possibile sentire la città pulsare di vita propria attraverso l’ascolto delle sue pietre. Ed è il momento che ricorda di più la città prima della costruzione della ferrovia e della stazione, prima che l’impero Austro Ungarico promuovesse la costruzione del ponte ferroviario tra il 1842 e il 1846.
Sin dagli inizi dell’Ottocento i turisti inglesi, come il critico e professore d’arte John Ruskin, erano arrivati via mare e sbarcati in Piazzetta. Ed è con John Ruskin che, dopo esserci ripresi  dalla meraviglia iniziale dell’incontro con Venezia, mentre ci addentriamo nella città ancora deserta, assaporando fino in fondo l’odore dell’acqua salmastra nell’aria, continuiamo a ripetere quasi inconsapevolmente, l’esclamazione con cui lo scrittore inglese inizia il suo Diario Italiano 1840-1841, descrivendo il suo arrivo in laguna: “Grazie a Dio sono qui!” (John Ruskin, Diario Italiano 1840-1841, Mursia).

Vagando per calli e passando ponti lo sguardo abbraccia contemporaneamente cielo, terra e acqua, gli elementi fondamentali della vita. Non ci sono volumi, ma superfici, dove la luce riflessa dall’acqua si appoggia come un lenzuolo luminoso ricoprendo le facciate dei palazzi e passando per il vuoto dei ricami di marmo che impreziosiscono finestre, capitelli, bancali, cornicioni ne determina il ritmo. Un ritmo continuo. A Venezia infatti “il primum non è l’edificio singolo, ma ciò che lo lega agli altri in una continuità figurativa che è il canale, la calle, infine la città intera (Catalogo mostra Venezia e Bisanzio, Electa). Certo, continuità non tra le forme plastiche, ma tra le superfici, ma anche metafora di una comunità che è sopravvissuta perché gli uni hanno trovato appoggio negli altri, e dove anche ciò che potrebbe separare, il canale, viene congiunto da un ponte, mai collocato a metà del corso d’acqua, ma quasi sempre prima del suo sbocco, per garantire la continuità di passaggi e di sguardi.
Qui l’urbanistica e l’architettura non sono ottenute tracciando con la squadra angoli retti, prospettive perfette, simmetrie razionali: “non vi sono che incroci, rotture, deviazioni…cerchi deviati, verticali barcollanti, pilastri di diversa grossezza, capitelli eterogenei, spallette esitanti…nessuno schema unificatore”. Domina l’irrazionalità, o meglio una differente razionalità. Ed è la stessa logica che ha permesso a comunità le più diverse, per religione e provenienza, quali ebrei, turchi, dalmati, albanesi, greci, tedeschi di poter convivere in modo pacifico sotto lo stesso cielo.

Infine, arrivati a San Marco, il sogno  si concretizza e prende forma nella visione della Basilica d’Oro e qui le ultime, poche certezze cedono, come diceva scherzosamente Jean Cocteau, vedendo i piccioni camminare e i leoni volare. Una volti entrati nella Basilica, prima del mezzogiorno, è possibile infine vedere i raggi del sole che, colpendo l’oro dei mosaici, inondano lo spazio sotto le cupole di una luce vivida e calda. Alzando istintivamente gli occhi per scrutarne l’origine, lo sguardo non riesce a sostenere l’intensità ma, abbassandosi umilmente a cospetto di tanta bellezza, riesce a ritrovare la stessa luce dentro di sé.

Cover: foto di Beniamino Marino (cliccare per vedere l’immagine intera)

Prefettura di Ferrara e “Centro Donna Giustizia” per la protezione di donne vittime di violenza esposte al rischio dell’epidemia COVID-19

Da: Ufficio Stampa

Raccogliendo l’invito rivolto dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ai Prefetti della Repubblica, il Prefetto Michele Campanaro ha avviato immediati contatti con il “Centro Donna Giustizia” di Ferrara per assicurare, anche nelle difficoltà connesse alle restrizioni imposte dalle misure di contenimento da COVID-19, idonea protezione alle donne vittime di violenza.
Le direttive del Ministro dell’Interno assegnano, infatti, ai Prefetti, con il coinvolgimento dei Sindaci e delle associazioni che operano sul territorio, la “cabina di regia” delle attività tese a individuare nuove soluzioni alloggiative, anche temporanee, nelle quali offrire ospitalità alle donne vittime di violenza che per motivi sanitari non possono trovare accoglienza negli esistenti Centri Anti Violenza e nelle Case Rifugio. Attività che possono tradursi, ove necessario, anche in requisizioni in uso temporaneo di strutture alberghiere ovvero altri immobili aventi analoghe caratteristiche di idoneità, per ospitarvi le persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare, nei casi in cui le misure stesse non possono essere attuate presso il domicilio della persona interessata.
Su questa linea, il Prefetto di Ferrara ha immediatamente rafforzato le interlocuzioni con il “Centro Donna Giustizia”, centro antiviolenza di riferimento della provincia estense, i cui sportelli, dislocati anche nei comuni di Argenta, Cento, Codigoro e Comacchio, sono momentaneamente chiusi al pubblico, ma continuano ad assicurare assistenza continuativa da remoto, telefonica e con videochiamate.
Il tema della violenza nei confronti di donne e minori è già al centro di un apposito Tavolo tecnico operante presso la Prefettura di Ferrara, con il coinvolgimento di una pluralità di Istituzioni e con compiti di prevenzione e contrasto del fenomeno. Il raccordo con tale Organismo viene ora rafforzato con l’individuazione di un “Punto di contatto”, nella persona del Capo di Gabinetto della Prefettura, al quale i responsabili delle strutture dedicate ad offrire ospitalità alle vittime di violenza potranno rivolgersi direttamente, sia per segnalare eventuali criticità riscontrate nell’accoglienza, sia per agevolare la concreta fruibilità di nuove sistemazioni alloggiative.
“Oggi più che mai – ha sottolineato il Prefetto – non possiamo lasciare sole le donne che subiscono violenza. Una violenza che, lo ricordiamo, ha tanti volti – fisica, economica, sociale, sessuale, psicologica – e che in questi giorni rischia di venire sottovalutata in relazione alla gravità dell’emergenza sanitaria in atto e rischia di passare ancora più sotto silenzio, chiusa nelle case. Per questo voglio ricordare che il numero antiviolenza e anti stalking 1522 promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio è sempre attivo ed è anche possibile scaricare la app della Polizia di Stato You Pol per segnalare con il proprio smartphone i reati di violenza domestica e trasmettere in tempo reale messaggi e foto agli operatori della Polizia di Stato”.

Prestito a domicilio per le biblioteche di Tresignana

Da: Dott.ssa Anita Arlotti
Responsabile del servizio
Biblioteca di Tresigallo – Comune di Tresignana

In base al nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri la
chiusura delle biblioteche è stata prorogata fino al 17 maggio, ma per
tutti i cittadini di Tresignana sarà attivo a partire da domani, giovedì
30 aprile, il servizio di prestito a domicilio.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Comune di Tresignana e la
Cooperativa le Pagine, che ha in appalto la gestione delle biblioteche
di Formignana e Tresigallo.

I cittadini potranno contattare le due biblioteche per richiedere di
libri e dvd, dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 sia
telefonicamente che via mail. Si potranno chiedere fino a 3 libri e 3
dvd e sarà possibile effettuare anche la riconsegna dei libri in proprio
possesso.

Le richieste verranno preparate dalle bibliotecarie in tutta sicurezza
con l’uso di guanti e mascherine, libri e dvd saranno poi imbustati e
recapitati a domicilio da un operatore della cooperativa le Pagine
coadiuvato da volontari che saranno dotati degli ausili di sicurezza
(guanti e mascherine).

Sono già arrivate le prime richieste e siamo pronti per partire

Ecco i recapiti

Biblioteca di Tresigallo : tel 0533/607761- 607763
mail: biblioteca.tresigallo@comune.tresignana.fe.it

Biblioteca di Formignana : tel 0533/608503 – 59012
mail: biblioteca.formignana@comune.tresignana.fe.it

Ecco le richieste delle imprenditrici di Cna per la ripartenza

Da: Organizzatori

“Priorità assoluta: riaprire le scuole, pianificare il dopo-emergenza, coinvolgere le donne”. Ecco le richieste delle imprenditrici di Cna: “le donne stanno pagando il prezzo più alto”

Avviare subito un processo di riorganizzazione che permetta alle scuole di riaprire in piena sicurezza a settembre. Favorire la riapertura dei centri estivi e di altre forme di aggregazione rivolte ai giovani e all’infanzia. Ripensare il trasporto pubblico in vista delle nuove esigenze che sorgeranno alla riapertura delle scuole, favorendo anche la mobilità alternativa. Supportare le donne (imprenditrici, lavoratrici autonome e dipendenti) durante la fase di ripartenza. Creare tavoli di lavoro coordinati a livello provinciale, per analizzare queste problematiche e affrontarle.

Sono le principali richieste che le imprenditrici di Cna Impresa Donna Ferrara rivolgono alle istituzioni, al mondo scolastico ed educativo, alla società.

“Le donne imprenditrici e lavoratrici autonome, in questa difficile fase di emergenza, hanno sostenuto carichi pesantissimi – spiega la presidente di Cna Impresa Donna, Jessica Morelli – La loro attività imprenditoriale da gestire, la famiglia da curare, i figli da seguire e sostenere, i legami sociali e educativi da mantenere in vita, i membri anziani della famiglia da tutelare e proteggere. Nonostante questo, le donne hanno pochissima voce in capitolo nelle decisioni sul futuro post-emergenza, sulla cosiddetta Fase 2. Per questo abbiamo deciso di dar voce al nostro appello e avanzare una serie di proposte”.

La conciliazione tra tempi di lavoro e di gestione della famiglia è una priorità che non si può trascurare oltre: “abbiamo fatto grandi passi avanti negli ultimi anni – spiega Jessica Morelli – ora, in emergenza, servono soluzioni nuove per non tornare indietro”.

Tra i punti indicati come prioritari da Cna Impresa Donna c’è sicuramente la riapertura in sicurezza delle scuole e degli spazi educativi e di aggregazione: “Non si tratta di trovare un parcheggio per bambini e ragazzi, questo va precisato – spiega Jessica Morelli – Si tratta di prendere atto che la segregazione forzata di queste settimane, le lunghe giornate da soli, l’isolamento sociale, stanno creando grossi problemi psicologici ai nostri figli. Per questo bisogna intervenire creando spazi di aggregazione e istruzione sicuri e fruibili: senza escludere l’utilizzo in parallelo della didattica a distanza e della didattica in presenza”.

Una priorità assoluta, la riapertura delle scuole e degli spazi educativi, che ne porta con sé altre: “La riorganizzazione del trasporto, pubblico e privato, è una di queste: bisogna prevedere il sostegno a forme di mobilità alternative, dalla bicicletta al ‘piedibus’. Un’altra priorità è garantire dispositivi di protezione individuale per tutti, e i necessari test per gli operatori della scuola e degli altri centri di aggregazione e istruzione.”

Conclude Jessica Morelli: “La parola chiave è: programmare, insieme, da subito. Solo se iniziamo subito a lavorare, creando linee guida condivise, le scuole a settembre potranno riaprire in sicurezza. Altrimenti ci troveremo a rimpiangere l’ennesima occasione perduta”.​

Agricoltura. Cimice asiatica, a metà giugno via ai primi lanci in campo aperto della vespa samurai

Da: Organizzatori

Nel corso dell’anno saranno liberati complessivamente oltre 65 mila esemplari del piccolo imenottero in circa 300 corridoi ecologici situati a ridosso dei principali comprensori frutticoli dell’Emilia-Romagna. Cinquecento persone collegate al webinar trasmesso oggi da LepidaTV per illustrare il Piano regionale

La prima tornata di “lanci” in ambiente naturale della vespa samurai, alleata dei nostri agricoltori nella lotta contro la cimice asiatica, sarà effettuata a metà giugno, in circa 300 aree accuratamente selezionate per garantire il massimo di diffusione e ripopolamento della stessa vespa nei principali comprensori frutticoli dell’Emilia-Romagna. La seconda serie di immissioni mirate è invece prevista per metà luglio.

La Regione Emilia-Romagna mette dunque in campo la scienza per contrastare la Halyomorpha halys, nome scientifico dell’insetto originario della Cina che negli ultimi anni ha causato ingenti danni nelle campagne, e per provare a neutralizzarlo, o perlomeno a renderlo meno aggressivo, “arruola” il suo nemico naturale, appunto la vespa samurai (Trissolcus japonicus). È un minuscolo imenottero, originario anch’esso dell’Asia, innocuo per l’uomo, che riesce a contrastare in maniera efficace l’avanzata della cimice grazie alla sua capacità di ridurre il potenziale biotico del parassita che minaccia soprattutto le produzioni frutticole.

Obiettivi e cronoprogramma del piano regionale di lotta biologica alla cimice, in contemporanea con analoghi progetti pronti a partire anche in altre regioni italiane, soprattutto al Nord, sono stati illustrati questa mattina in un webinar organizzato dall’assessorato regionale all’Agricoltura, in collaborazione con il settimanale “Terra e Vita”, trasmesso in diretta streaming sul portale di LepidaTv, con 500 persone collegate.

All’incontro, aperto dall’assessore regionale, Alessio Mammi, hanno partecipato il direttore generale dell’assessorato, Valtiero Mazzotti, il responsabile del Servizio fitosanitario regionale, Stefano Boncompagni, oltre a numerosi tecnici ed esperti, tra cui Pio Federico Roversi, direttore del Crea Difesa e Certificazione di Firenze. I relatori hanno poi risposto alle numerose domande del pubblico pervenute via whatsapp.

“Dopo la recente pubblicazione del decreto ministeriale con i criteri per autorizzare l’immissione di insetti esotici come la vespa samurai- ha sottolineato Mammi- siamo ora pronti a dar corso alla realizzazione di un progetto nel quale crediamo fortemente e sul quale abbiamo investito molto. Il Servizio fitosanitario regionale, in collaborazione con una rete di laboratori pubblici e privati, ha lavorato nel periodo autunno-invernale per la raccolta delle ovature di cimice che servono alla riproduzione della vespa samurai. Siamo già nelle condizioni di far decollare il piano; la definitiva autorizzazione ministeriale dovrà arrivare entro metà giugno per garantire i primi lanci su grande scala di Trissolcus japonicus proprio nel momento del picco delle ovature naturali di cimice”.

Cosa prevede il piano regionale

Saranno nel complesso oltre 65 mila, in base al piano messo a punto dalla Regione, gli esemplari di vespa samurai che nel 2020 saranno liberati in circa 300 “corridoi ecologici” sparsi in tutto il territorio regionale, con una maggiore concentrazione nelle zone di pianura e bassa collina dove si trovano le principali aree frutticole che hanno subito i maggiori danni da cimice asiatica.

I siti prescelti per il lancio sono aree verdi adiacenti alle coltivazioni (siepi, argini fluviali, boschetti, ecc.) dove non vengono eseguiti trattamenti chimici e che quindi sono particolarmente adatti all’insediamento e al ripopolamento della vespa samurai. I primi nuclei del Trissolcus japonicus saranno prelevati in questi giorni dal Crea di Firenze, unico laboratorio autorizzato in Italia per la riproduzione dell’insetto-amico, per essere poi affidati a quattro centri di moltiplicazione presenti sul territorio regionale.

Si tratta dell’Università di Bologna e di quella di Modena e Reggio Emilia e di due centri di saggio: il Centro agricoltura e ambiente di Crevalcore (Bo) e Agri 2000 di Bologna. Queste quattro strutture per tutto l’inverno hanno raccolto e immagazzinato migliaia di uova di cimice che saranno “inseminate” con quelle della vespa samurai per far nascere gli adulti del Trissolcus japonicus.

Una produzione massiva di decine di migliaia di esemplari che tra circa un mese e mezzo saranno rilasciati nell’ambiente, con l’obiettivo che la vespa samurai quanto prima faccia il suo dovere, parassitizzando le uova di cimice, in modo da ridurre progressivamente la sua presenza nelle campagne dell’Emilia-Romagna, contribuendo così a ristabilire l’equilibrio ecologico compromesso dalla cimice.

Il coordinamento con Università e associazioni

Il progetto messo a punto dal Servizio fitosanitario regionale, in stretto coordinamento con i tecnici sul territorio, i ricercatori universitari e le associazioni dei produttori, prevede due lanci per sito, con 110 insetti per lancio, di cui 100 femmine e 10 maschi, per un totale appunto di oltre 65 mila esemplari. Sulla carta i periodi più indicati per effettuare i due lanci sono stati individuati a metà giugno e metà luglio. Per decidere il momento più favorevole per i lanci è stato attivato un sistema di monitoraggio per stabilire quando sarà presente il picco di ovature di cimice da parassitizzare.

Nel corso del convegno è stata comunque ribadita l’importanza di non abbandonare gli altri strumenti di difesa contro la cimice, integrando strategie di difesa attiva con l’installazione negli impianti frutticoli delle reti protettive. Le indicazioni del coordinamento regionale per la difesa delle colture sono diramate settimanalmente tramite gli appositi bollettini di produzione integrata e biologica, disponibili anche sul sito del Servizio fitosanitario regionale. Invece per aiutare le aziende a dotarsi di reti anti-insetto la Regione ha già varato tre bandi ad hoc che hanno messo a disposizione degli agricoltori circa 15,4 milioni di euro di contributi nel triennio 2017-2019.

A che punto siamo per l’indennizzo dei danni da cimice

Per quanto riguarda l’indennizzo dei danni alle colture (melo, pero, pesco, nettarina e kiwi) causate della cimice, si è in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del provvedimento che dichiara lo stato di eccezionalità dell’evento, dopodiché scatteranno i 45 giorni per la presentazione delle domande di indennizzo, per le quali la Regione Emilia-Romagna ha già messo a punto una procedura on line con un applicativo specifico per la presentazione delle istanze.

A disposizione ci sono gli 80 milioni di euro stanziati dall’ultima legge di bilancio per tutto il territorio delimitato a livello nazionale.

“Se le disponibilità del Fondo si rivelassero insufficienti a coprire i danni accertati alle aziende agricole emiliano-romagnole- chiude Mammi- è nostra ferma intenzione tornare a sollecitare il governo e il Mipaaf affinché tutte le aziende che rientrano nei criteri per beneficiare degli indennizzi siano adeguatamente ristorate”.

#laculturanonsiferma. Una programmazione speciale tutta dedicata alla Giornata internazionale del Jazz, il 30 aprile

Da: Organizzatori

Maratona musicale coordinata dal Bologna Jazz Festival, in collaborazione con Crossroads, Jazz Club Ferrara, Amici del Jazz di Modena e Cantina Bentivoglio. In diretta 13 musicisti per un’iniziativa che continua a essere a sostegno della campagna regionale di raccolta fondi per la lotta al coronavirus

Cinque ore di diretta, una speciale programmazione musicale in occasione del 30 aprile, Giornata internazionale del jazz, istituita dall’Unesco nel 2011. Il festival multimediale #laculturanonsiferma, organizzato dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con gli operatori culturali del territorio, propone in questa giornata un omaggio alla creatività della musica improvvisata in un momento in cui il jazz, come le altre forme artistiche, si trova ad affrontare un momento di grande difficoltà per la musica dal vivo a causa delle restrizioni dovute alla pandemia.
Per questa importante occasione tredici musicisti dall’ambito regionale a quello internazionale, proporranno ininterrottamente musica dalle 18 alle 23, su Lepida TV (canale 118 del digitale terrestre e 5118 di Sky), sui canali regionali (Fb e YouTube) de #laculturanonsiferma e sui canali social di tutte le organizzazioni musicali coinvolte.

Coordinatore dell’iniziativa è il Bologna Jazz Festival, che fin dal 20 marzo ha trasmesso concerti in diretta streaming dalle abitazioni dei musicisti, grazie al suo format Jazz a Domicilio / La Maratona del Jazz. Ma per l’occasione la kermesse si espande su scala regionale coinvolgendo i principali operatori nel campo della musica jazz dal vivo: Jazz Network di Ravenna (festival Crossroads e Ravenna Jazz), Jazz Club Ferrara, Amici del Jazz di Modena, Cantina Bentivoglio di Bologna. Con questa iniziativa si rinnova il contatto tra i musicisti e il pubblico, per tenere unita la comunità degli appassionati in attesa di un ritorno alla normalità.
La programmazione è mirata anche a sostenere la campagna regionale di raccolta fondi destinati alla lotta al coronavirus, invitando gli spettatori a fare donazioni sul conto corrente IT69G0200802435000104428964 intestato ad Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna.

Alle ore 18, inaugurerà la diretta streaming della Giornata internazionale del jazz in chiave emiliano-romagnola Crossroads on Air, a cura di Crossroads, il festival regionale itinerante organizzato da Jazz Network in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna e con il sostegno del ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e di numerose altre istituzioni. Crossroads con questa iniziativa dà spazio ad artisti che sarebbero apparsi nel suo cartellone concertistico, con due set di mezzora l’uno: il primo coinvolgerà Laura Avanzolini e Michele Francesconi (voce e pianoforte), mentre dalle 18:30 si esibiranno (da Roma) due dei più rinomati jazzisti del panorama italiano, Fabrizio Bosso e Lorenzo Tucci (tromba e batteria).
La Avanzolini e Francesconi proporranno per l’occasione alcuni brani tratti dai progetti musicali realizzati negli ultimi dieci anni e confluiti in dischi come Skylark (Zone di Musica, 2013) e Songs (Alfa Music, 2016), oltre a composizioni appartenenti al loro più recente repertorio.
Bosso e Tucci hanno condiviso vent’anni di musica insieme, attraverso progetti diversi, compreso un disco in duo, Drumpet, nato con l’idea di unire i tamburi, considerati la prima forma musicale, alla tromba, lo strumento che più si avvicina alla voce umana.

Alle ore 19 il collegamento sarà con Casa Bentivoglio, ovvero la versione streaming della Cantina Bentivoglio, con il suo #teniamovivoiljazzdalvivo, iniziativa promossa in collaborazione con il dipartimento Cultura e Promozione della Città di Bologna, nell’ambito di Bologna città della musica Unesco. Su Lepida TV e sulle pagine social dello storico jazz club bolognese (https://it-it.facebook.com/cantina.bentivoglio/) si assisterà a due performance in solo di fisarmonica. Prima con Domenico Saccente, poi dalle 19:30 con Simone Zanchini in collegamento da San Leo.
Nel solo di Saccente si creano connessioni tra musiche del Mediterraneo, jazz afroamericano e composizioni originali, percorsi trasversali tra l’antico e il contemporaneo. Zanchini crea una musica ricca di contrasti, che può essere inondata di pathos come virare verso la più totale ed estemporanea improvvisazione. Nel suo stile eclettico le sonorità ricercate convivono con un senso della forma musicale dal quale si intuiscono gli studi di fisarmonica classica. La varietà degli approcci musicali di Zanchini emerge chiaramente dalle sue collaborazioni (Gianluigi Trovesi, Javier Girotto, Marco Tamburini, Paolo Fresu, Antonello Salis, Mauro Ottolini, Han Bennink).

Dalle ore 20 alle 21 Amici del Jazz di Modena propone in streaming #JazzInQuarantine, grazie al sostegno di Regione Emilia-Romagna, Comune di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Bper Banca, Abate Road 66 e altri partner. L’associazione modenese programmerà quattro set musicali, in diretta dalle case degli artisti, visibili su Lepida TV e sui canali social (https://www.facebook.com/ModenaJazzFestival/).
La prima parte vedrà gli interventi di tre musicisti modenesi doc: Lorena Fontana (cantante e docente dei conservatori di Monopoli e Mantova, che si esibirà su musiche appositamente eseguite e registrate per questa occasione da Carlo Morena), Ivan Valentini (sassofonista, compositore e docente presso il liceo musicale di Modena), Giulio Stermieri (giovane pianista e compositore emergente). La seconda parte sarà dedicata alla produzione discografica degli Amici del Jazz di Modena, con il duo formato dal pianista Andrea Pozza e il sassofonista Bobby Watson, autori di una registrazione dal vivo allo Smallet Jazz Club nel luglio scorso (rimasta momentaneamente inedita a causa dell’emergenza sanitaria). Watson (in collegamento da Kansas City) e Pozza (da Genova) eseguiranno un paio di brani tratti dal repertorio del Cd registrato.

Dalle ore 21 alle 22, prenderà il testimone il Jazz Club Ferrara, che esordisce nella realizzazione di concerti in diretta streaming con il live del trio Não Sonamu del cantante e chitarristaDanilo Lico (con Claudio Francica a voce e chitarra ed Enrico Dolcetto a voce e contrabbasso), in onda su Lepida TV e sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/jazzclub.ferrara. Poi Musica popolare brasiliana, jazz e sound mediterraneo: con i NãoSonamu i classici del repertorio di Caetano Veloso, Chico Buarque e JoãoGilberto incontrano quelli di Rino Gaetano e i grandi standard statunitensi, in una trascinante e raffinata commistione di ritmi e culture differenti.

Chiuderà la Maratona musicale, dalle ore 22 alle 23, il Bologna Jazz Festival proponendo in diretta la giovane cantante e chitarrista Simona Severini (su Lepida TV e sulla pagina Facebook https://it-it.facebook.com/BolognaJazzFestival), nell’ambito della programmazione di Jazz a Domicilio – La Maratona del Jazz realizzata in collaborazione con il Camera Jazz & Music Club e con il patrocinio del Comune di Bologna.
Simona Severini è una cantautrice dalla formazione poliedrica. Il suo stile, influenzato da pop, folk e jazz, è un crossover originale, applicato sia a canzoni di sua composizione che a rivisitazioni di brani della più varia provenienza (da Monteverdi a Brian Eno). La sua carriera jazzistica si è sviluppata attraverso collaborazioni con Giorgio Gaslini, Enrico Pieranunzi, Gabriele Mirabassi, Enrico Intra, Tiziana Ghiglioni.

Il programma

Giovedì 30 aprile

Crossroads on Air / Jazz Network
ore 18:00, Laura Avanzolini & Michele Francesconi (voce e pianoforte)
ore 18:30, Fabrizio Bosso & Lorenzo Tucci (tromba e batteria)

Casa Bentivoglio / Cantina Bentivoglio
ore 19:00, Domenico Saccente (fisarmonica)
ore 19:30, Simone Zanchini (fisarmonica)

#JazzInQuarantine / Amici del Jazz di Modena
ore 20:00, Lorena Fontana (voce; su musiche eseguite da Carlo Morena)
ore 20:10, Ivan Valentini (sax)
ore 20:20, Giulio Stermieri (pianoforte)
ore 20:30, Andrea Pozza & Bobby Watson (pianoforte & sax)

Jazz Club Ferrara
ore 21:00, Não Sonamu (Danilo Lico – voce e chitarra; Claudio Francica – voce e chitarra; Enrico Dolcetto – voce e contrabbasso)

Jazz a Domicilio – La Maratona del Jazz / Bologna Jazz Festival
ore 22:00, Simona Severini (chitarra e voce)

Il Consiglio provinciale approva il Consuntivo 2019 e la seconda variazione al bilancio 2020

Da: Ufficio Stampa

Con le astensioni di Rita Canella, Michele Sartini e Gino Soncini (lista Terre Estensi), il Consiglio provinciale approva il Consuntivo 2019 e la seconda variazione al bilancio di previsione 2020.
“Approvare il Consuntivo entro aprile, senza ricorrere alla deroga concessa dal governo al 30 giugno – ha detto il vicepresidente con delega al Bilancio, Nicola Minarelli – è una scelta saggia e appropriata, per rendere spendibili da subito, in questa difficile fase di emergenza, tutte le risorse a disposizione della Provincia”.
Una gestione, quella del 2019, che si è conclusa con il rispetto di tutti i vincoli di finanza pubblica (pareggio bilancio, limiti spesa di personale e altri limiti di spesa delle Province) e conseguendo un risultato di amministrazione di 24,4 milioni di euro che, al netto degli accantonamenti e dei fondi vincolati previsti per legge, si sostanzia in 6 milioni di euro di avanzo destinato alla realizzazione di investimenti.
A oltre a 1,4 milioni ammonta l’avanzo libero, che, come ha spiegato Minarelli, “abbiamo deciso di accantonare per prudenza, in previsione del calo delle entrate che sarà causato dalla crisi innescata dall’emergenza pandemica in corso”. Una misura prudenziale, in attesa di quanto deciderà Palazzo Chigi nell’annunciato prossimo decreto legge, specie per quanto riguarda le misure a sostegno delle finanze degli enti locali.
Per quanto riguarda le entrate, il 2019 ha registrato un andamento in linea con l’anno precedente, grazie al contributo stanziato dalla Legge di bilancio 2019 – 4,9 milioni – che ha arrestato il pesante trend in calo delle risorse (da trasferimenti e da entrate extra tributarie) che ha caratterizzato il periodo 2015-2018, in conseguenza della riforma delle Province del 2014 (meno 19%). Questo ha consentito alla Provincia estense di garantire i vincoli e gli equilibri di bilancio, senza ricorrere a entrate straordinarie.
Per quanto riguarda le spese correnti, si segnala una riduzione di circa 2,2 milioni rispetto al 2018, nonostante il rilevante aumento del costo per interessi passivi, a causa del riavvio del pagamento delle rate dopo la cessazione delle misure a favore degli enti colpiti dal sisma del maggio 2012.
Sul lato investimenti, fra gestiti e avviati, si sono messi in moto quasi 13 milioni di euro, la maggior parte dei quali per interventi sugli edifici scolastici (2,9 milioni) e sulla rete stradale provinciale (7,7 milioni).
In continuità con gli esercizi precedenti è stata la riduzione del debito da finanziamenti contratti, che a fine 2019 si attesta a 57,3 milioni, con una riduzione di oltre 15 milioni rispetto al debito del 2015.
Il Consuntivo 2029 ha confermato anche il dato dei tempi di pagamento della Provincia nei confronti di fornitori ed esecutori di lavori, mediamente con 10 giorni di anticipo rispetto alla scadenza.

L’approvazione del Consuntivo 2019 ha reso possibile la conseguente variazione al bilancio 2020 (la seconda dell’anno in corso), con l’immediata applicazione di parte delle risorse dell’avanzo di amministrazione dell’anno scorso.
Le principali variazioni approvate hanno riguardato: 275 mila euro per interventi di manutenzione ordinaria delle strade, sfalci delle banchine e interventi sulla segnaletica, riduzione delle rate di ammortamento dei mutui a seguito dell’utilizzo dell’avanzo vincolato a estinzione di mutui con un risparmio di 250 mila euro sul 2020 e di oltre un milione sul triennio 2020-2022. Risorse alle quali si aggiunge l’aumento di stanziamenti di spesa, sia corrente che in conto capitale, completamente finanziati da entrate vincolate derivanti principalmente da contributi dello Stato o della Regione, per un saldo contabile nel 2020 di oltre 1,3 milioni di euro, di cui oltre 744 mila euro in più per interventi sulla viabilità e 320 mila per interventi di edilizia scolastica.
Inoltre sono stati applicati più di 1,5 milioni di avanzo 2019 per investimenti e in particolare 374 mila euro per manutenzioni straordinaria delle strade e un milione per interventi di valorizzazione dell’edilizia scolastica.
Ultimo dato sottolineato dalla ricognizione sui conti, è stato il volume di pagamenti effettuati dall’amministrazione provinciale dall’11 marzo, con un flusso finanziario a favore del tessuto imprenditoriale misurato in 2,2 milioni e con tempi di pagamento mediamente di 15 giorni in anticipo rispetto alla scadenza delle fatture.

La soap opera della conferenza territoriale socio-sanitaria

Da: Comitato salvaguardia ospedale del Delta

Dopo un periodo di attesa “alla finestra” eccoci nuovamente qua a parlare di sanità: una bella parola vero? Specialmente in questo cupo periodo storico mondiale. Si è letto, sui quotidiani di ieri, del dottor Tiziano Carradori (che dal 1° marzo non è più direttore generale dell’ospedale di Cona ma commissario straordinario dell’azienda ospedaliera di Ferrara, in più è anche sub commissario per la provincia di Ferrara per l’emergenza Coronavirus) di un suo intervento alquanto disarmante che, a mio avviso, è possibile riassumere in un’unica frase: Cona si è sacrificata per “ben un mese e mezzo”, adesso rimandiamo sulla rete territoriale, pubblica e privata, l’utenza COVID positiva che non necessita di terapia intensiva. Ma stiamo scherzando? Ma il “grande HUB di Cona” (che io preferisco chiamare “l’ospedalone”) vuole scaricare sull’azienda USL tutto il pacchetto? Non è proprio il caso esimio dottor Carradori, non è giusto! È sin dal lontano 2013 (attraverso i vari “piani strategici e di riorganizzazione”, replicati anche negli anni successivi attraverso i famigerati tagli lineari nel nome della sostenibilità) che l’azienda USL è stata depauperata dei propri servizi a favore di Cona, in pratica l’AUSL si sta sacrificando da 7 anni a oggi! Sindaci dovete dire basta a questo scempio, dovete farlo per la vostra comunità dal momento che la rappresentate come Prima Autorità Sanitaria del territorio in Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria! Non permette che avvenga un ulteriore depauperamento, non permettete che tutto si concentri ulteriormente su Cona! E poi, per favore, la CTSS è sempre stata pubblica: perché se ne sente parlare ma non è possibile seguirla in nessun luogo, a parte “stringati riassunti delle puntate precedenti”? Dovete permettere alle persone di partecipare alla vita sociale e politica (in particolare se si parla di politiche sanitarie), anche se in streaming, di questa provincia: siamo chiusi in casa e non abbiamo nemmeno il diritto di assistere alla CTSS proprio in questo delicatissimo momento? Assurdo, surreale! Nemmeno gli operatori sanitari stessi, volendo, possono assistere! Ma non è solo questo che fa rimanere basiti, lo è anche il fatto che il Presidente della CTSS Alan Fabbri abbia, non si capisce bene per quale motivo, richiesto l’intervento della Regione facendo partecipare, alla CTSS di domani, il commissario ad acta regionale dottor Sergio Venturi: ma per cosa scusate? Perché i due direttori “non vanno d’accordo”? Ma non serve mica un genio per comprendere che il dottor Claudio Vagnini, direttore dell’azienda USL, sta difendendo a giusta ragione la rete ospedaliera territoriale: al dottor Vagnini massima solidarietà e rispetto per come sta attualmente gestendo l’emergenza Coronavirus, uno dei migliori direttori generali che la provincia di Ferrara abbia mai avuto l’onore di ospitare. E quindi il dottor Venturi cosa dovrebbe venire a fare? A dare ragione all’uno o all’altro? A riappacificare i due direttori? Ma stiamo scherzando? E lei sindaco Alan Fabbri alla fine non ha poi mica detto ciò che pensa e in particolare cosa avrebbe intenzione di fare (a parte i 350 test che la Regione le deve autorizzare), come mai? Mi sono perso qualche cosa? Io non credo. Smettetela per favore con questa “soap opera” e date un forte segnale dalla CTSS: ovvero che il sistema sanitario ferrarese non venga ulteriormente depauperato, anzi che sia rafforzato e che torni agli “antichi splendori” dal momento che mai più che oggi questa esigenza è prioritaria e fondamentale.

Guccini, “Bella ciao” e il 25 aprile

Da: Adelmo Rossini

Ho visto in TV il video nel quale Francesco Guccini canta “Bella ciao” in versione rivisitata. Ecco il testo:
“C’eran Salvini con Berlusconi, con i fasci della Meloni che vorrebbero ritornar… Ma noi faremo la resistenza, come fecero i partigian … O partigiano, portali via come il venticinque april …”

Guccini è stato incredibilmente difeso a spada tratta da Enrico Rossi, autorevole esponente PD e presidente della Regione Toscana. E ha ricevuto entusiastici commenti sui social. Qualcuno ha riesumato anche un vecchio slogan dei sessantottini : “Ci piace – di più – Almirante a testa in giù”.

A questo punto mi chiedo come è possibile pretendere, in buona fede, che il 25 aprile diventi veramente la festa di tutti gli Italiani, visto che anche autorità istituzionali come Rossi apprezzano le parole di Guccini. Il cantante e i suoi ammiratori, evidentemente – se le parole utilizzate hanno un senso – sarebbero lieti se i nuovi partigiani portassero via Berlusconi, Salvini e la Meloni, magari appendendoli per i piedi in una nuova piazzale Loreto.

E meno male che Walter Veltroni auspicava un futuro nel quale non ci fossero più “nemici” ma solo avversari politici…

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