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Giorno: 31 Maggio 2020

STALKING NO, STOLTING MAGARI SÌ!
Credevo che un cittadino avesse diritto di sapere…

Dopo un annetto di governo leghista, chi credeva che il ‘metodo naomo’ consistesse solo nel prendere a calci in culo immigrati e stranieri in genere, avrà dovuto ricredersi. Il ‘metodo naomo’ è qualcosa di più grande e complesso. Un modo di comportarsi? Una formula di governo? Ma neppure, è qualcosa di più: una visione del mondo, una filosofia di vita, una risposta automatica a un insopprimibile imperativo categorico.
Che riassumerei così: Io mi chiamo Naomo e comando la piazza di Ferrara, quindi infrango leggi, norme, regolamenti e dico e faccio quel che mi pare e piace, poi – siccome (ve lo siete scordato?) comando Io – alzo muri, metto reti, invento divieti, nego i buoni spesa  e perseguito i poveracci (come ero io una volta, però ora Io comando) e tutti quelli che non hanno il mio colore e che mi sono antipatici.
La morale potrebbe essere questa: non è vero per niente che Destra e Sinistra sono vecchie categorie ideologiche. Le differenze ci sono eccome. Per dirne una: la differenza che passa tra ‘comandare’ e ‘governare’. Ho l’impressione (o è solo speranza?) che dopo un anno di Destra al Comando, dopo un lunga sfilza di stupidaggini, castronerie, prepotenze e vergogne, molti ferraresi se ne stiano rendendo conto. E fortunata Ferrara ad avere un Daniele Lugli che non si rassegna, che non ‘lascia perdere’, e che continua a insistere, con la cortesia del nonviolento e il puntiglio del difensore civico.
(Francesco Monini)

Ritorno – non lo farò più – su una piccola vicenda già illustrata su ferraraitalia [Qui]
Partito dallo sconcerto per l’itinerante concerto nel territorio del comune di Ferrara, promosso dal sig. Nicola Lodi, in arte Naomo il 4 maggio scorso, ho ridotto le mie aspettative. La mia nota a Prefetto e Questore di Ferrara, Presidente della Regione (portata pure a conoscenza di Sindaco, Direttori Azienda Usl e Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara, nonché Ministero della Salute) del giorno successivo non ha ricevuto risposte. A me è parso che l’iniziativa violasse la normativa in vigore, pur avendo avuto la stessa, proprio quel giorno, un’attenuazione. Perciò ho fatto presente le mie perplessità anche alla Procura della Repubblica. Evidentemente i miei rilievi non sono apparsi tali da meritare né interventi, né risposte. Ne ho preso atto con un po’ di rammarico, ma comprendendo anche che, in un momento così difficile, le istituzioni interpellate hanno cose più urgenti e importanti da fare che rispondere a quesiti, se a ciò non strettamente tenute.

Mi sono rimasti un paio di dubbi: 1) la promozione di riunioni pubbliche tra persone interessate a musica, a canzoni, a brindisi o ad altro ancora è dunque possibile? E allora perché tutto questo discorso sugli incontri solo di congiunti? 2) la lodevole iniziativa, degna di Lodi appunto, è stata dal medesimo promossa come privato cittadino ovvero nella qualità di pubblico amministratore?

Il primo quesito l’ho rivolto, una settimana dopo, al Questore. La normativa nel frattempo è cambiata. Ogni iniziativa va considerata a sé. Se vorrò promuovere riunioni pubbliche avrò certamente risposte chiare. Forse è stata eccessiva la mia pretesa di una risposta articolata. Il secondo quesito mi sembra però più facilmente esaudibile. Si tratta di sapere se c’è un atto attribuibile all’amministrazione comunale alla base dell’iniziativa vietata dal prefetto per il 1° maggio e attuata il 4. Non ne trovo traccia sull’albo comunale online e quindi chiedo alla Segretaria Generale del Comune se un tale atto vi sia. Basta un sì o un no. Dopo qualche giorno rivolgo il medesimo quesito al Prefetto. Nel suo sito trovo “Scrivi al Prefetto”. Lo faccio. La risposta è gentile: “Il Suo messaggio è stato inoltrato all’Ufficio competente. Grazie per la Sua collaborazione”. Sono passate due settimane: risposte nessuna.

Quando ho fatto, anni fa, un mestiere abbastanza simile a quello della Segretaria del Comune (lo svolgevo in Amministrazione Provinciale) ho cercato di contribuire alla trasparenza dell’azione amministrativa, senza venir meno al dovere di riservatezza e discrezione, fino al segreto, quando necessario e come è scritto nel nome: Segretario. La Legge 241/1990 consente a chi abbia un interesse qualificato l’accesso ai documenti amministrativi. Ho fatto il possibile per renderlo più agevole. Allora era una novità. È venuto poi il Decreto legislativo 33/2013, diritto di accesso civico a tutti gli atti oggetto di pubblicazione, senza bisogno di addurre un particolare motivo. Il Decreto legislativo 97/2016 ha introdotto la normativa, detta FOIA (Freedom of Information Act), come parte integrante della riforma della pubblica amministrazione. Garantisce a chiunque il diritto di accedere ai dati e ai documenti posseduti dalle pubbliche amministrazioni, se non c’è pericolo di compromettere interessi, pubblici o privati, indicati dalla legge. Le amministrazioni devono dare prevalenza al diritto di chiunque di conoscere e di accedere alle informazioni dalle stesse possedute, favorire la trasparenza nel rapporto tra le istituzioni e la società civile, incoraggiare un dibattito pubblico informato su temi di interesse collettivo. Così, in modo più ampio e dettagliato, è scritto pure nel sito del Ministero interessato.

Io ho chiesto a amministrazioni, rivolgendomi a chi meglio era in grado di rispondere, un’informazione sull’esistenza o meno di un atto riferibile all’Amministrazione comunale di Ferrara. Si tratta di un’informazione dalle stesse posseduta. Certo sono in grado di dire se loro consta l’esistenza dell’atto in questione.
Nessuna prevalenza, né attenzione è stata data, in questo caso, al mio diritto di conoscere. La normativa è del resto recente, ha solo 4 anni di sperimentazione e segue, solo di 50 anni, quella alla quale esplicitamente si ispira. Il Freedom of Information Act, Legge sulla libertà di informazione. È stata adottata sotto la presidenza di Lyndon B. Johnson. Allora non me ne sono accorto, Come molti miei coetanei era “Johnson boia!”, responsabile dell’escalation, search and destroy, della guerra in Vietnam. È stato dunque anche altro.

La questione che ho posto e nella quale non ho avuto soddisfazione mi dice qualcosa sul funzionamento della FOIA all’italiana, o almeno alla ferrarese. Quanto a me non mi sento preso da alcuna foia, eccitazione, frenesia, smania. Non scriverò più richieste, per quanto riguardose, che possano risultare moleste. Non pratico lo stalking, soprattutto nei riguardi di pubblici funzionari, per i quali sento grande solidarietà. Non li indicherò come alfieri della trasparenza. Eviterò anche di dire “Credevo, credevo di far bene”. Stultum est dicere putabam, me l’avevano pure detto! Mi rammarico dello stolting involontario.

Coronavirus, l’aggiornamento: 27.790 i positivi in Emilia-Romagna dall’inizio della crisi, 31 in più rispetto a ieri

Da: Regione Emilia-Romagna

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.790 casi di positività, 31 in più rispetto a ieri: di questi nuovi casi, 23 sono asintomatici, che derivano dall’attività di screening regionale.
4.109 i tamponi effettuati, che raggiungono così complessivamente quota 325.482, a cui si aggiungono, sempre da ieri, 2.300 test sierologici. Un allargamento dell’azione regionale utile a mappare l’andamento del contagio e a scopo preventivo, scovando il virus fra le persone senza sintomi.
Le nuove guarigioni sono 140, per un totale di 20.513: oltre il 73% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono scesi a 3.164 (-116 da ieri).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 2.713 (circa l’86% di quelle malate), -103 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 57 (-8). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid, scesi a 393 (-5).
Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 20.513 (+140): 883 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 19.630 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Purtroppo, si registrano 7 nuovi decessi: 5 donne 2 uomini. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 4.114. I nuovi decessi riguardano 1 residente nella provincia di Parma, 1 in provincia di Modena, 3 in provincia di Bologna (nessuno nell’imolese), 2 in quella di Rimini. Nessun decesso tra i residenti nelle province di Piacenza, Reggio Emilia, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e da fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.487 a Piacenza (+10), 3.521 a Parma (+7), 4.948 a Reggio Emilia (+1), 3.916 a Modena (+5), 4.627 a Bologna (+5); 394 le positività registrate a Imola (nessun caso in più), 993 a Ferrara (+1). In Romagna i casi di positività hanno raggiunto quota 4.904 (+2), di cui 1.028 a Ravenna (+1), 943 a Forlì (nessun caso in più), 779 a Cesena (+1), 2.154 a Rimini (nessun caso in più).

DIARIO IN PUBBLICO
Il dilemma dell’identità, l’urgenza di una scelta

“Ben ben !!!” – direbbe nonna Cisa – “ti tocca cambiare identità”. Naturalmente sta parlando al criceto in cui mi trasformo nella mia metamorfosi settimanale ed io mi preoccupo subito. Ma perché? Apre a ore la mostra su un artista di strada il celebre Banksy a Palazzo dei Diamanti. La mostra, pubblicizzata ai massimi livelli e curata da Pietro Folena e da Metamorfosi, con cui ho avuto contatti diretti nella preparazione di celebri esposizioni canoviane, prevede l’arrivo di un quadro, l’ultimo eseguito al tempo del Lockdown dal misterioso artista. Il quadro descrive i celebri topini dell’artista che asserragliati in bagno mettono tutto sottosopra. Eccone una descrizione:

Anche l’artista della strada è costretto fra le mura domestiche e si sente topo in trappola. Sono 9 i topini in lockdown. Ce ne è uno che conta i giorni di prigionia segnandoli con il rossetto sullo specchio sostenuto da altri due roditori. Sembrano più criceti su una ruota che topini furtivi, come quando sono all’aperto, gli animali simbolo dell’artista. Ce n’ è uno che corre sulla carta igienica come fosse sul tapis roulant, uno che prende il sapone (tutti devono lavarsi le mani), ma anche chi tira la corda dell’allarme e chi, in barba alle regole, non centra la tazza del water….” Ma benché io possa vantare una priorità sulla trasformazione cricetina qui riassunta in “sembrano più criceti su una ruota che topini”, devo cedere alla priorità dei grandi e da umile pseudo topo vorrei lasciare il campo.

Premetto che non andrò a vedere l’esposizione per l’assoluta mancanza d’interesse che ho per questo artista, ma di fronte ai suoi topi-criceti dovrei assumere un’altra identità. Subito il pensiero corre ai pelosi per eccellenza ma avendo avuto due sublimi creature, che entrambe portavano il nome di Lilla, il problema non si pone. D’altronde la carissima amica Anna Dolfi ha deciso di dialogare con me, assumendo le spoglie di Golden, canino delizioso. Potrei rivolgermi alla sorella Laura che pochi giorni fa ha pubblicato su questo giornale un bellissimo testo giovanile di Garcia Lorca nella traduzione del poeta Caproni e che da poche ore ha pubblicato presso Feltrinelli un testo importantissimo: Giorgio Caproni, “Pianto per Ignacio”. Versioni da Garcia Lorca e altri poeti ispanici, dove la valentissima studiosa ha recuperato decine e decine di traduzioni di testi poetici spagnoli – sconosciute finora – del poeta italiano. La tentazione più grande resta dunque quella di trasformarsi e  assumere le spoglie della Mariposa, ovvero della farfalla. Questo lepidottero ovviamente ha una sua versione maschile immortalata da Mozart:
“Non più andrai, farfallone amoroso,/notte e giorno d’intorno girando;/delle belle turbando il riposo/Narcisetto, Adoncino  d’amor.”

Prima di tutto non so se ci sia una farfalla maschio, ma sembrerebbe di sì, almeno dal testo mozartiano e se il farfallone è la metafora della dissolutezza, il farfallino assume anche l’aspetto di una cravatta elegante quindi normalmente attributo maschile, ma certo – come mi fa osservare la grande comparatista e teorica della letteratura  Enza Biagini – la ‘mariposa’ si sviluppa da un bruco. E a noi i bruchi non piacciono.
Potrei guardare anche agli altri animali dell’opera di Lorca cioè gli scarafaggi ma dopo il fondamentale libro di Ian McEwan, Lo scarafaggio, mai usurperei il campo a un così importante animale.

Da lontano frattanto, mentre s’allenta la rigorosa consegna delle mascherine che, dopo averle faticosamente reperite in quantità industriali, ora sembrano inutili all’aperto, mi affretto a degustare altre importanti opere che potrebbero permettermi di spaziare in universi letterari ben conosciuti. Così alla ripartenza leggo con stupore che il bagno di Forte dei Marmi dove fugacemente incontrai Eugenio Montale, l’Alpemare, ora è divenuto di proprietà del cantante Andrea Bocelli; ma il ricordo ritorna alla straordinaria scena di un pranzo in quel bagno, dove il poeta spariva dietro le siepi di pitosfori per fumarsi la sua sigaretta e la Mosca, sua moglie, notoriamente semi-cieca urlava: “ Guarda Eusebio [il nome di protagonista delle sue Poesie] che ti vedo!” E il suo bellissimo racconto della costruzione della villa di Camaiore, dove passai estate memorabili quando, come in una tragedia di Shakespeare, un’intera foresta si mosse per rinverdire i tre colli su cui venne costruita la villa.

Così ripensando ancora alle trasformazioni in atto ho deciso – non senza farmi forza – a riprendere il mio aspetto di criceto. Almeno fino alla fine del coronavirus.
Verrà con me, se i tempi lo permetteranno, a respirare l’aria salvifica dei monti e a tenermi compagnia nelle tristi serate al Laido degli Estensi, o a verificare l’ultima passione mondiale: la mancanza misteriosa di identità di artisti, scrittori e poeti, quasi che il mondo pretenda l’anonimato di chi elegge a sua immagine e rappresentanza, da Banksy a Elena Ferrante.

Festa della Repubblica realizzato in collaborazione con la Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini di Ferrara

Da: Organizzatori

La Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini, sempre attenta e sensibile alla storia recente italiana, nei mesi drammatici della pandemia ha continuato a lavorare, studiare e a produrre nuovi progetti artistici.

Dopo il grande successo delle letture interpretate dagli allievi di recitazione della scuola sul testo di Renata Viganò, L’Agnese va a morire, per i 75 anni dalla Liberazione, gli studenti hanno intrapreso una nuova e affascinante sfida: realizzare un video sui i primi dodici articoli della Costituzione, i Principi Fondamentali.

I ragazzi di recitazione della Vancini prestano la loro voce e il loro volto nella lettura degli articoli.

Questo progetto, dal titolo “2 giugno Festa degli italiani. Il sapore della libertà”, in collaborazione con Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e Prefettura di Ferrara, è pensato per la Festa della Repubblica, che ricorre come ogni anno questo 2 giugno.

Per l’importante video/progetto, il Prefetto di Ferrara Michele Campanaro ha voluto donare una sua introduzione alle letture dei ragazzi, una vera lectio storica.

L’intervista al Prefetto è stata girata dall’allievo Francesco Meatta di regia della Scuola Vancini, in collaborazione con il docente di sceneggiatura Vito Contento e dalla professoressa Anna Maria Quarzi, presidente ISCO.

Il video verrà diffuso sulle reti degli istituti di storia italiani ed europei.

Il progetto, già provvisto della traduzione nella lingua francese (lingua ufficiale dell’Unione Europea), sarà poi tradotto anche in spagnolo, tedesco e inglese in modo da poter essere riproposto da tutti gli istituti di storia europei. Proprio da questi sono già arrivate numerose richieste tanto che avrà possibilità di diffusione tramite gli istituti di Parigi, Berlino, Madrid e Londra.

Coldiretti, oltre ai turisti via libera anche all’ingresso di lavoratori stagionali salva raccolti

Da: Ufficio Stampa

Se l’arrivo di turisti stranieri resta una incognita, l’apertura delle frontiere italiane ai cittadini europei senza obbligo di quarantena aiuta a salvare i raccolti Made in Italy nelle campagne con il ritorno dei circa 150mila lavoratori stagionali comunitari provenienti da Romania, Polonia e Bulgaria e altri Paesi europei rimasti fino ad ora bloccati per la pandemia. E’ quanto stima la Coldiretti nel commentare positivamente la riapertura delle frontiere dal 3 giugno senza obbligo di quarantena ai cittadini europei e dell’area Schengen, mentre per gli extracomunitari occorrerà attendere il 15 di giugno.

Si tratta di una decisione che – sottolinea la Coldiretti – consente di garantire professionalità ed esperienza alle imprese agricole italiane grazie al coinvolgimento temporaneo delle medesime persone che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. “Le nostre imprese agricole si stanno già impegnando per accompagnare il trasferimento dei lavoratori europei dai Paesi di origine in Italia” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “viene dall’Unione Europea poco meno della metà dei lavoratori stagionali stranieri occupati in agricoltura dove nel tempo hanno costruito rapporti fiduciari con le imprese”.

Secondo le stime della Coldiretti più di ¼ del Made in Italy a tavola viene raccolto nelle campagne da mani straniere con 370mila lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero, fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore. La comunità di lavoratori agricoli europei più presente in Italia – spiega Coldiretti – è quella rumena con 107591 occupati ma tra gli europei ci sono tra gli altri anche polacchi (13134) e bulgari (11261). Numeri che contribuiscono a colmare il gap attuale dopo che su sollecitazione della Coldiretti sono già stati prorogati fino al 31/12 i permessi di soggiorno per lavoro stagionale in scadenza ed è stato ottenuto nel decreto Cura Italia prevede che le attività prestate dai parenti e affini fino al sesto grado non costituiscono rapporto di lavoro nè subordinato nè autonomo, a condizione che la prestazione sia resa a titolo gratuito. In questo contesto – sostiene la Coldiretti – è ora necessaria pero’ anche una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università e molte attività economiche sono rallentate e tanti lavoratori sono in cassa integrazione.

Con il mese di giugno – riferisce la Coldiretti – si intensifica l’attività nelle campagne: dopo fragole, asparagi, carciofi, ortaggi in serra (come meloni, pomodori, peperoni e melanzane in Sicilia) con l’aprirsi della stagione i prodotti di serra hanno lasciato il posto a quelli all’aperto, partendo dal sud per arrivare al nord. Le raccolte di frutta stanno partendo con le ciliegie e le albicocche, poi prugne e pesche, sempre iniziando dal meridione, per poi risalire lo stivale ed arrivare, grazie ai tempi di maturazione differenziati delle diverse varietà, fino a settembre. E’ iniziata la raccolta dell’uva da tavola in Sicilia e a giugno le prime pere, ad agosto le prime mele e poi l’inizio della vendemmia mentre a ottobre- conclude la Coldiretti – inizia la raccolta delle olive e a novembre quella del kiwi.

Il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara apre alle lezioni on line con un progetto sperimentale

Da: Organizzatori

Sempre più vicino ai giovani, il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara ha di recente raggiunto 40 studenti attraverso l’utilizzo della rete, strumento che le nuove generazioni hanno fatto proprio e che ora, è anche l’unico mezzo di studio che riescono ad utilizzare.

All’interno dei progetti per la scuola, il Consorzio aveva previsto lezioni in classe per far conoscere l’importante quanto complessa realtà della bonifica e una visita a un impianto, per far meglio comprendere ai ragazzi quanto ascoltato. Le restrizioni per l’emergenza sanitaria non hanno permesso questa attività ma il Consorzio non si è dato per vinto e anzi, ha imparato a conoscere i mezzi di comunicazione dei giovani, raggiungendoli direttamente in classe per una lezione speciale. A partecipare alla visita virtuale, infatti, sono stati 40 giovani studenti della 1° e 2° L delle medie dell’istituto De Pisis di Porotto, guidati dalla professoressa Giovanna Foddis.

Collegati per questa speciale lezione, dall’Impianto di Sant’Antonino, il presidente Franco Dalle Vacche, Barbara Leonardi e Kata Minarelli del reparto comunicazione e l’animatore Lorenzo Bonazzi, hanno letteralmente catapultato i ragazzi nella storia della bonifica, mostrato le pompe idrovore, i diversi livelli dei canali e spiegato loro le caratteristiche del territorio e l’importanza di quegli impianti, il tutto in modo frizzante capace di catturare la loro attenzione. Esperienza riuscita che il Consorzio sta valutando di ripetere anche in futuro.

“Incontrare i giovani e coinvolgere le scuole è fondamentale per formare adulti consapevoli del territorio in cui vivono e della funzione e compiti del Consorzio di Bonifica e del suo ruolo nella gestione delle acque interne – dice il presidente Franco Dalle Vacche –abbiamo così pensato di raggiungerli utilizzando i loro canali per fargli scoprire la bonifica e i servizi utili alla comunità svolti dal Consorzio utilizzando un linguaggio semplice, accattivante, stavolta andando noi nel loro mondo on line. Per noi è sempre più importante questa vicinanza e con questa lezione on line, anche il Consorzio ha varcato un’altra nuova frontiera. In questo modo, guardiamo anche al futuro, capaci di non far mancare questo bagaglio culturale ai ragazzi, anche nel momento in cui le lezioni dovessero proseguire a distanza”.

“E’ un progetto sperimentale di conoscenza ma anche attrazione per i nostri giovani per far capire ai giovani le modifiche del territorio e il ruolo del Consorzio nel mantenerlo in equilibrio – aggiunge Barbara Leonardi – quest’occasione è servita per mostrare l’Impianto antico di Sant’Antonino che bonifica tutta l’area tra il bacino di Ferrara e Voghiera”

“in questo modo riusciamo a raggiungere i ragazzi che possono così apprendere la storia e vedere gli impianti – prosegue Katia Minarelli – appena possibile accoglieremo i ragazzi per una visita reale ma l’on line potrebbe davvero essere un nuovo modo di raggiungere le giovani generazioni”.

“Ho pensato di trasmettere concetti complicati e lontani dal mondo dei giovani inventandomi un modo più teatrale, vista l’età dei giovani studenti – conclude l’animatore Lorenzo Bonazzi che da diverso tempo è al fianco del Consorzio- un vero e proprio spettacolo teatrale trasformato in virtuale. Un esperimento secondo me riuscito che si è dimostrato un punto di partenza positivo e che potrebbe essere l’inizio di una nuova avventura”

PER CERTI VERSI
New York Times – Italia

Ogni domenica Ferraraitalia ospita ‘Per certi versi’, angolo di poesia che presenta le liriche del professor Roberto Dall’Olio.
Per leggere tutte le altre poesie dell’autore, clicca 
[Qui]

NEW YORK TIMES – ITALIA

Li ha ricordati
Per nome chiamandoli
Un migliaio di persone
Di questa stagione nefasta
Nell’era pandemica
Spesso negata
Dal presidente
Mr. President
Cosa succede
Nel Suo Paese
Le genti ne fanno le spese
Di superficialità
La stessa che fotografava i campi di sterminio e poi non sapeva
La stessa che non ricorda caserme rosse di Bologna
Il lager senza lager
La stessa che non ricorda
La clemenza dei gesti di aprile quarantacinque
Dei tedeschi risparmiati
La stessa che non ricorda
Minimizza
Nominali tutti NYT
Che nessuno cada
Prima che il male letale
Lo morda
Non è banale
Ricorda

IN DIFESA DEL FRATINO

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia Romagna

Tutelato dall’Unione europea, la sua presenza sulle spiagge è utilizzata anche come parametro per la concessione delle “bandiere blu”. Una quarantina le coppie, già individuate attraverso il monitoraggio curato dai volontari di Asoer, in collaborazione con Carabinieri forestali, Guardia costiera e servizi regionali caccia e pesca e protezione civile. Goro, Comacchio, Ravenna, Cervia, Riccione e Rimini i principali tratti di litorale interessati

Non disturbate il Fratino. È l’appello che a pochi giorni dall’avvio della stagione balneare 2020 istituzioni e associazioni ambientaliste rivolgono in coro a turisti, titolari di stabilimenti balneari e amanti delle passeggiate sugli arenili a protezione di questo piccolo uccello dall’elegante livrea, tutelato dall’Unione europea e dalle leggi italiane, che grazie al prolungato lockdown è tornato a nidificare in diversi tratti di spiaggia della riviera adriatica dove non era più presente da molto tempo.

Sono una quarantina le coppie di Fratino, prezioso indicatore biologico della qualità ambientale delle spiagge la cui presenza è persino utilizzata come parametro per la concessione delle “bandiere blu” che, in base al monitoraggio curato dai volontari di Associazioni ambientalistiche – in particolare Asoer (Associazione ornitologi dell’Emilia-Romagna), in collaborazione con Carabinieri forestali, Guardia costiera, servizi regionali Caccia e pesca e della Protezione civile, Polizie provinciali e Ispra – hanno già nidificato nelle scorse settimane o che si stanno insediando in diversi tratti della costa adriatica, da Goro a Rimini, dove negli anni scorsi non erano presenti.

Per tutelare la loro privacy e soprattutto per difenderli dai cani che girano liberamente sulle spiagge, sono state adottate apposite misure di protezione come la copertura di nidi con rete metallica elettrosaldata contro i predatori, la delimitazione delle aree di nidificazione con recinti temporanei per evitare il calpestio accidentale da parte dei turisti, oltre alla posa di cartelli informativi. Si è anche cercato di concordare con i gestori degli stabilimenti balneari aree e tempi per la pulizia delle spiagge. Ma non sempre tutto questo basta per la salvaguardia dei nidi.

“Il ritorno alla nidificazione del Fratino sulle spiagge delle Riviera adriatica- dichiara l’assessora regionale alle Aree protette, Barbara Lori – è un importante segnale del buon stato di conservazione dei nostri ambienti naturali, nella fattispecie i litorali con presenza di dune. La biodiversità è preziosa per l’equilibro dell’ecosistema e per questo va sempre tutelata e protetta, prestando la massima attenzione alle raccomandazioni e al rispetto delle regole in questa fase di ripartenza delle attività. Altrettanto importante è promuovere una corretta informazione nei confronti dei frequentatori delle spiagge affinché sia compresa e condivisa fino in fondo l’importanza di questa ripresa delle nidificazioni del Fratino”.

I siti con maggiore successo riproduttivo per il Fratino – corpo raccolto, lunghe zampe esili e di colore grigio sul dorso per mimetizzarsi sulla sabbia – sono le spiagge libere, dove la pressione turistica è meno accentuata. Diversi comuni si sono attivati nelle settimane scorse con ordinanze per sensibilizzare anche gli operatori balneari al rispetto delle aree di nidificazione individuate e opportunamente segnalate.

Dove ha nidificato il fratino

I principali tratti di litorale dove il monitoraggio ha riscontrato la presenza di coppie nidificanti sono quelli di Rimini, Riccione, Cervia, Ravenna e, spostandosi più a nord nel ferrarese, Comacchio e Goro. Ma le ricerche proseguono e gli avvistamenti crescono giorno dopo giorno. In qualche caso purtroppo, sono stati segnalati atti di vandalismo, come rottura delle uova o la predazione dei pulcini appena nati.

“Per proteggere i nidi di coppie che stanno ancora insediandosi o appena insediate- sottolinea il Comandante dei carabinieri forestali di Rimini, Aldo Terzi – occorre continuare a monitorare la situazione e predisporre adeguati servizi di vigilanza. Uno dei maggiori pericoli per i piccoli fratini nati nelle spiagge sono i cani che, nonostante i divieti di accesso, vengono accompagnati sulle spiagge dai loro proprietari che, spesso, anche quando accedono nei pochi tratti autorizzati dove è possibile, lo fanno senza utilizzare il guinzaglio contravvenendo alle norme di legge. Come Carabinieri forestali siamo particolarmente impegnati, oltre che nell’attività di controllo, anche in quella di sensibilizzazione nei confronti dei concessionari degli stabilimenti balneari che devono far convivere la propria attività con la presenza del fratino”.

Per garantire nel medio lungo-temine un’adeguata protezione del fratino ci si sta organizzando per concordare con i soggetti interessati, in particolare comuni e bagnini gestori delle concessioni balneari, strategie che prevedano sia la salvaguardia delle aree di nidificazione più importanti durante la stagione riproduttiva, sia la sensibilizzazione dei turisti che frequentano le spiagge.

Ufficio Stampa Re