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Giorno: 1 Giugno 2020

Saluto di fine anno: gran parte delle classi dell’Istituto comprensivo “Bonati” hanno aderito all’iniziativa

Da: Sindaco F.F. Città di Bondeno

“Gentilissimi, in riferimento alla vostra richiesta, ed in seguito a indagini interne con i nostri docenti, comunichiamo le classi e sezioni che intendono aderire all’iniziativa e i docenti che saranno presenti…”. Inizia così la lettera che la dirigente scolastica dell’Istituto Bonati ha inviato all’Assessorato alla Scuola, nella giornata di Lunedì, comunicando tutte le classi che prenderanno parte al saluto di fine anno all’aperto, proposto dall’Assessore alla Scuola, Francesca Aria Poltronieri. Saranno le sezioni A, C e D delle scuole di Via Granatieri di Sardegna, la sezione delle scuole per l’Infanzia di Lezzine, la quinta classe di Scortichino e la 1A, 3A, 3B, 3E e 3F delle scuole secondarie di primo grado di Bondeno a prendervi parte, con l’accompagnamento dei rispettivi docenti. Per un totale di circa 175 studenti che, tra questo fine settimana e nel corso del mese di Giugno (del 13 giugno per Lezzine e 26 giugno per le scuole d’Infanzia di Bondeno) incontreranno educatori e docenti per il classico saluto di fine anno. Per molti anche di fine ciclo scolastico. Visto che all’inizio del prossimo anno si troveranno in un’altra scuola, con diversi colleghi di banco “Desideravamo che l’ultimo giorno di scuola fosse comunque un giorno da ricordare per tutti questi bambini e ragazzi, costretti ad effettuare lezioni in tele didattica a seguito dell’emergenza COVID-19. La Scuola ed anche i docenti hanno accolto positivamente l’iniziativa e così, da questo fine settimana, potremo organizzare questi momenti di commiato”, dice l’Assessore alla Scuola, Francesca Aria Poltronieri. Si unisce ai ringraziamenti il Sindaco facente funzioni Simone Saletti: “Il Comune metterà a disposizione gel sanificanti, mascherine, ed inoltre si avvarrà della collaborazione della Polizia Municipale e dello staff dell’associazione di promozione sociale La Locomotiva, per garantire il rispetto del distanziamento sociale e il rapporto numerico consentito tra ragazzi ed educatori”.

CENTRI ESTIVI: RIAPERTURA IN SICUREZZA
in Emilia Romagna tamponi anche agli operatori e al personale impiegato

Da: Regione Emilia Romagna

Il provvedimento varato dalla Direzione generale dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute

Apertura dei Centri estivi – dall’8 giugno in Emilia-Romagna – garantendo la massima sicurezza a bambini e ragazzi, operatori e famiglie. Grazie alla maggiore capacità di elaborazione di test tamponi da parte del sistema sanitario regionale, la Regione Emilia-Romagna individua tra le priorità proprio l’esecuzione di tamponi naso-faringei sul personale impiegato nei Centri Estivi, annunciando l’impegno a effettuarli su coloro che avranno contatti con bambine e bambini, ragazze e ragazzi dai 3 ai 17 anni.

Il provvedimento che estende la platea da sottoporre a test anche al personale dei Centri estivi è stato varato oggi dalla Direzione generale dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute.

“Nell’ottica dell’ulteriore sforzo della Regione nell’effettuare tamponi e prevenire il contagio– afferma la vicepresidente e assessore al Welfare, Elly Schlein– abbiamo deciso di porre un’attenzione specifica sulla platea del personale che sarà impiegato nei Centri estivi e procedere quindi con i test a tappeto, dando un elemento di sicurezza in più ai Comuni, ai gestori, alle famiglie e a lavoratrici e lavoratori, nello sforzo di partire quanto prima e in sicurezza. Siamo fra le pochissime Regioni- aggiunge la vicepresidente- ad avere da vent’anni specifiche disposizioni riguardanti l’organizzazione dei Centri estivi, abbiamo puntualmente adeguato le regole per consentire lo svolgimento delle attività in sicurezza anche nella situazione attuale. Per noi la sicurezza di chi lavora rimane un’assoluta priorità e il confronto con le organizzazioni sindacali prosegue.”

Inoltre, sempre per garantire la massima sicurezza, la Regione Emilia-Romagna è intervenuta a chiarire nel Protocollo che le mascherine devono essere indossate da tutte le persone che accedono al centro, fatte salve le dovute eccezioni per specifiche attività.

Secondo il recente parere del Comitato tecnico scientifico nazionale si è precisato che non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, e i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina. A seconda del tipo di attività svolta, qualora non fosse possibile mantenere il distanziamento interpersonale con bambini o ragazzi che non utilizzino la mascherina, l’operatore utilizza una mascherina FFP2 senza valvola.

La Regione ha prima ispirato le Linee guida nazionali e poi prodotto un Protocollo sui Centri estivi 3-17 che definisce tutte le misure necessarie a garantire la massima tutela della sicurezza e della salute di bambini e ragazzi, famiglie e di tutto il personale coinvolto.

Al fine di contenere al massimo i rischi, tra le altre misure previste dal protocollo pubblicato già la settimana scorsa, un triage all’ingresso e piccoli gruppi di bambini e ragazzi, sempre gli stessi. Dovrà anche essere garantita la continuità di relazione con gli operatori. Non si dovranno creare assembramenti e mescolanza di gruppi e sono previste procedure specifiche di igienizzazione di spazi e oggetti e particolari attenzioni nel caso di somministrazione dei pasti.

Sanità. Dalle distanze di sicurezza alla mascherina, le regole da seguire per le visite in ospedali e strutture sanitarie

Da: Regione Emilia-Romagna

Campagna della Regione e del Sistema sanitario regionale: segnaletica, manifesti e vetrofanie a disposizione di tutte le aziende sanitarie con le indicazioni per accesso e permanenza nelle stesse. Per i pazienti, tampone al momento del ricovero e delle dimissioni

Con la fine della fase acuta dell’emergenza, il ritorno agli spostamenti personali e in concomitanza con la graduale ripresa dell’attività ordinaria in ospedali e ambulatori, la Regione Emilia-Romagna e il Sistema sanitario regionale avviano una campagna rivolta ai cittadini e ai visitatori sulle regole da seguire nell’accesso e nella permanenza nelle strutture sanitarie.

Segnaletica, manifesti e vetrofanie messe a disposizione di tutte le aziende sanitarie con le indicazioni per gli utenti. Dall’indossare la mascherina al dover igienizzare le mani con gel alcolico; dal rispetto del distanziamento fisico al presentarsi puntuali, né prima né dopo, in caso di appuntamento; dal numero massimo di visitatori consentito nei reparti degenza, così come di chi accede agli ascensori (se si è in condizione, meglio fare le scale). Fino alla temperatura presa all’ingresso, oltre ad alcune informazioni richieste dagli operatori sullo stato di salute.

Va infine ricordato, che in Emilia-Romagna, in via precauzionale, ai pazienti viene fatto il tampone sia al momento del ricovero che della dimissione ospedaliera.

Voucher agricoltura : perchè no?

di Alcide Mosso

L’agricoltura ferrarese, al pari di quella nazionale, si trova in grave difficoltà ma c’è uno strumento che potrebbe alleviare le sofferenze del settore. Si tratta del “voucher”, che già aveva dato buoni risultati (consentendo,fra l’altro, l’emersione dal lavoro nero di numerose situazioni), poi soppresso o comunque snaturato a causa delle imposizioni ideologiche della CGIL e di buona parte della sinistra.

Nonostante una parziale apertura di “Italia Viva” (che poi, more solito, ha fatto marcia indietro), il governo è rimasto cieco e sordo dinanzi alle reiterate richieste del mondo agricolo, supportate anche da Stefano Bonaccini (dichiarazione del 31 marzo).

Con una radicale semplificazione del voucher “agricolo” sarebbe possibile garantire opportunità di lavoro ad almeno 50mila giovani studenti, pensionati, cassintegrati e percettori di reddito di cittadinanza nelle attività stagionali in campagna. È la stima fornita da Coldiretti in riferimento al record fatto registrare dalla cassa integrazione in Italia con 835 milioni di ore autorizzate ad aprile con prospettive di licenziamenti e chiusure.

“L’Italia in questo momento non ha bisogno di posizioni ideologiche ma di scelte pragmatiche e i voucher in agricoltura servono subito per continuare a garantire le forniture alimentari di cui il Paese ha bisogno e non far marcire i raccolti nei campi ma anche a consentire a percettori di ammortizzatori sociali di trovare una occasione di integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel chiedere che vengano assunti provvedimenti straordinari da attuare limitatamente alla durata dell’emergenza e a determinate categorie.
Per questo – precisa il presidente della Coldiretti – va immediatamente aperto anche un canale di collaborazione con Paesi come la Romania da dove viene circa 1/3 dei lavoratori stagionali impegnati nelle campagne italiane con i quali nel tempo sono stati stabiliti rapporti fiduciari. Decine di migliaia di lavoratori rumeni secondo la Coldiretti sono potuti tornare a lavorare nelle campagne della Germania e della Gran Bretagna grazie a accordi tra i diversi Paesi che hanno utilizzato i corridoi verdi per la libera circolazione degli stagionali agricoli all’interno dell’Unione Europea durante l’emergenza Coronavirus. E lo stesso Governo francese, al fine di far fronte alla carenza di manodopera agricola, ha annunciato la riapertura delle frontiere per permettere ai lavoratori europei di entrare in territorio francese per prestare la propria collaborazione nei campi.

Con il blocco delle frontiere in Italia secondo la Coldiretti sono venuti a mancare circa duecentomila lavoratori stranieri assunti regolarmente che arrivavano temporaneamente in Italia per la stagione di raccolta per poi tornare nel proprio Paese. Coldiretti ha bocciato la sanatoria degli immigrati irregolari tanto voluta,fra le lacrime, da Teresa Bellanova. “L’intesa raggiunta sulla regolarizzazione dei migranti n on è risolutiva dei problemi del mondo agricolo anche per i tempi che non combaciano con quelli delle imprese“ ha affermato Prandini. “Il punto è che “ nelle campagne le esigenze sono immediate mentre per la regolarizzazione ci vorrà tempo“.
Le ricette per aiutare il mondo agricolo dunque esistono e sono ben chiare.
Che cosa aspetta il governo a muoversi prima che le nostre campagne subiscano i disastrosi effetti dell’emergenza Coronavirus?

Coronavirus, l’aggiornamento: 19 nuovi positivi, 17 asintomatici individuati a seguito di screening regionali

Da: Regione Emilia-Romagna

Effettuati 3.876 tamponi, per un totale 329.358. Continua il calo dei casi attivi, cioè i malati effettivi: -95. I casi lievi in isolamento a domicilio sono 2.631 (-82), l’86% dei malati. I ricoverati nei reparti Covid scendono a 383 (-10) e quelli nelle terapie intensive a 54 (-3). Dieci nuovi decessi, nessuno in sei province

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.809 casi di positività, 19 in più rispetto a ieri: di questi nuovi casi, 17 sono asintomatici, esito dell’attività di screening regionale.

I tamponi effettuati sono 3.876, che raggiungono così complessivamente quota 329.358.

Le nuove guarigioni sono 104, per un totale di 20.617: oltre il 74% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono scesi a 3.068 (- 95 da ieri).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 2.631 (circa l’86% di quelle malate), -82 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 54 (-3). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid, scesi a 383 (-10).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 20.617 (+104): 839 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 19.778 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 10 nuovi decessi: 7 donne e 3 uomini. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 4.124. Dei nuovi casi registrati oggi, i 7 decessi nella provincia di Bologna sono riferiti non solo a ieri ma all’ultima settimana, casi per i quali si attendeva l’esito rispetto alla causa di morte da Covid-19. Gli altri 3 riguardano 2 residenti nella provincia di Piacenza in provincia di Rimini. Nessun decesso in tutte le altre sei province.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.489 a Piacenza (+2), 3.525 a Parma (+4), 4.950 a Reggio Emilia (+2 ), 3917 a Modena (+1), 4635 a Bologna (+8); 394 le positività registrate a Imola (nessun caso in più), 994 a Ferrara (+ 1). In Romagna i casi di positività hanno raggiunto quota 4.905 (+1), di cui 1028 a Ravenna nessuno, 943 a Forlì, 780 a Cesena (+1), 2.154 a Rimini (nessun caso in più)

INVITO/Ambiente. Ambiente, natura, cittadini. L’impegno della Regione per un’Emilia-Romagna più sostenibile e più green

Da: Regione Emilia-Romagna

Alle ore 12.00 l’appuntamento dalla Sala stampa di viale Aldo Moro, i giornalisti potranno collegarsi in video dalle ore 11.45. C’è tempo fino alle 17 di oggi per fare richiesta di accredito

L’Emilia-Romagna sempre più sostenibile e più green. Ai nastri di partenza un importante progetto della Regione per coinvolgere direttamente i cittadini nella implementazione del patrimonio verde dell’Emilia-Romagna.

Ad illustrare alla stampa le caratteristiche del progetto saranno il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessora regionale all’Ambiente, Irene Priolo.

L’appuntamento è mercoledì 3 giugno, alle ore 12.00, in video collegamento dalla Sala stampa della Regione.

Per ragioni tecniche, i giornalisti che intendono partecipare sono pregati di inviare, entro le 17 di oggi, una mail di conferma all’indirizzo stampaseg@regione.emilia-romagna.it.

I giornalisti accreditati potranno accedere alla stanza virtuale a partire dalle ore 11.45.

Istruzioni di accesso/collegamento per i giornalisti

Per collegarsi da pc o tablet, direttamente da Google Chrome:

https://call.lifesizecloud.com/321771

Scegliere ‘partecipa alla riunione’, poi digitare il PIN 78855

Per collegarsi da smartphone:

1) scaricare l’app Lifesize: da App Store o da Google Play

2) avviare ed entrare come ospite, specificando solo nome e cognome

3) in corrispondenza di ‘Estensione’, digitare 321771

4) il codice richiesto per accedere al meeting è: 78855, seguito da #

ATTENZIONE:

Il numero massimo di utenti che possono partecipare alla videoconferenza è di (la stazione + 49 esterni)

Si prega cortesemente di TENERE I MICROFONI IN MUTO quando non si debba intervenire
A chi si collega da computer/smartphone/tablet chiediamo di utilizzare questi strumenti con le cuffie/auricolari, NON IN VIVA VOCE
Si sconsiglia il collegamento di computer attraverso connessioni WiFi
Collegamento dalle ore 11.45

Welfare. Centri estivi verso la riapertura, la Regione conferma per il terzo anno consecutivo il bonus alle famiglie per rette più leggere

Da: Regione Emilia-Romagna

Per il 2020, contributo fino a 84 euro a settimana, per un massimo di quattro di frequenza, riconosciuto alle famiglie residenti in Emilia-Romagna e composte da entrambi i genitori, o uno solo in caso di famiglie monogenitoriali, occupati e con un reddito Isee annuo entro i 28 mila euro. Definito il riparto delle risorse tra Comuni e Unioni di tutto il territorio, da Piacenza a Rimini. Nel 2019, oltre 20mila i ragazzi che ne hanno beneficiato. Schlein-Colla: “Non arretriamo sulla conciliazione dei tempi famiglia-lavoro”

Si avvicina la data di riapertura dei Centri estivi, possibile a partire da lunedì 8 giugno, e nel frattempo la Regione Emilia-Romagna conferma per il terzo anno consecutivo il bonus economico alle famiglie, per sostenere i costi delle rette di frequenza.

La Giunta regionale ha confermato in questi giorni lo stanziamento di 6 milioni di euro, provenienti dal Fondo sociale europeo, per finanziare il progetto di conciliazione dei tempi lavoro-famiglia.

Si tratta di un intervento che prevede un sostegno economico alle famiglie con figli nati dal 2007 al 2017 (dai 3 ai 13 anni) che usufruiscono dei Centri estivi aderenti al progetto. Il contributo può essere richiesto da famiglie con attestazione Isee 2020 o, in alternativa per chi non ne fosse in possesso, quella 2019, entro i 28 mila euro.

Il contributo che verrà erogato concorre alla copertura della rata di frequenza settimanale del servizio estivo, nel limite di 84 euro a settimana, per un massimo di 4 settimane, (o una durata maggiore nel caso in cui il costo settimanale della retta sia inferiore a 84 euro), fino al raggiungimento dell’importo massimo di euro 336 per figlio.

Obiettivo del progetto è promuovere e sostenere l’accesso da parte delle famiglie a servizi che favoriscono la conciliazione vita-lavoro nel periodo di sospensione estiva delle attività scolastiche ed educative e allo stesso tempo contribuire a qualificare e ampliare le opportunità di apprendimento e integrazione, mediante esperienze utili per bambini e ragazzi.

“Per il terzo anno consecutivo- sottolineano la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, e l’assessore allo Sviluppo economico, Lavoro e Formazione, Vincenzo Colla- confermiamo un provvedimento che lo scorso anno ha consentito ad oltre 20mila ragazzi di partecipare alle molteplici attività organizzate al termine della scuola, e alle famiglie di affrontare con più serenità il costo delle rette. L’edizione di quest’anno ha una valenza particolarmente significativa perché si pone dopo un periodo particolarmente difficile a causa dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus che ha costretto anche i più giovani a un lungo isolamento e li ha privati della necessaria socialità garantita dalla scuola”

“Per questo-spiegano Schlein e Colla- abbiamo accelerato sulla riapertura, garantendo la massima sicurezza a ragazzi, famiglie e operatori ma tenendo fede a un principio per noi indiscutibile: il diritto di conciliare i tempi di cura e di impegno lavorativo, andando incontro ai nuovi bisogni legati al mutato mondo del lavoro e delle reti famigliari. Con una particolare attenzione nei confronti delle donne nei confronti delle quali non sarebbe accettabile alcun passo indietro”.

Destinatari e criteri di assegnazione dei contributi

Come per lo scorso anno, anche nel 2020 i contributi vengono concessi alle famiglie (anche affidatarie) che intendono iscrivere i loro bambini e ragazzi di età compresa tra 3-13 anni alle attività estive e sono composte da entrambi i genitori, o uno solo in caso di famiglie mono genitoriali, occupati e residenti in Emilia-Romagna.

Altro requisito per ottenere il contributo è il limite di reddito Isee annuo entro i 28 mila euro. Possono chiedere il bonus anche le famiglie nelle quali anche un solo genitore sia in cassa integrazione, mobilità, impegnato in compiti di cura oppure disoccupato purché partecipi alle misure di politica attiva del lavoro definite dal Patto di servizio (strumento utilizzato dai centri per l’impiego per formalizzare un accordo con disoccupati ed occupati sul progetto per l’inserimento lavorativo o la partecipazione ad un percorso formativo).

Tempi e modi per chiedere i contributi

A causa dell’emergenza causata dal Coronavirus, è stata disposta la sospensione della “Direttiva regionale per organizzazione e svolgimento dei soggiorni di vacanza socioeducativi in struttura e dei centri estivi” approvata dalla Regione nel 2018, alla quale è subentrato il protocollo regionale per la riapertura in sicurezza dei servizi. Un protocollo al quale i Comuni e Unioni di Comuni, impegnati nel completare l’avvio dei bandi, dovranno attenersi per individuare i Centri estivi pubblici e privati (associazioni, cooperative, parrocchie e altri Enti religiosi).

I soggetti gestori dei Centri estivi oltre ai requisiti richiesti nelle scorse edizioni del progetto (tra tutti, la presenza di un progetto educativo), dovranno inoltre garantire l’accoglienza di tutti i bambini richiedenti, fino ad esaurimento dei posti disponibili, e dei bambini disabili certificati, in accordo con il Comune di residenza, per garantire le appropriate modalità di intervento e di sostegno.

Dopo la chiusura del bando, i Comuni stileranno l’elenco dei Centri – pubblici, gestiti cioè direttamente dal Comune, e privati accreditati – aderenti al progetto. Successivamente i Comuni potranno ricevere le richieste di contributo: i genitori dovranno scegliere uno dei Centri inseriti nell’elenco comunale e la richiesta dovrà essere fatta presentando la dichiarazione Isee. Spettano al Comune l’istruttoria, il controllo dei requisiti e la successiva compilazione della graduatoria delle famiglie individuate come possibili beneficiare del contributo, fino ad esaurimento della disponibilità finanziaria.

Ripartizione delle risorse sul territorio

A livello territoriale, i 6 milioni ripartiti tra i Comuni capofila dei Distretti, in base al numero dei bambini residenti e in età compresa tra 3 e 13 anni (nati dall’1 gennaio 2007 al 31 dicembre 2017), prevedono: per Bologna 1.234.895 euro; Modena 1.000.316 euro; Reggio Emilia 798 mila euro; Parma 605.470 euro; Forlì-Cesena 356 mila euro; Ravenna 508 mila euro; Rimini 456.797 euro; Ferrara 394.604 euro ; Piacenza 367mila euro.

I dati del secondo anno di realizzazione del progetto

Nel 2019, secondo anno di realizzazione del progetto, hanno aderito tutti i 38 Distretti della regione e nella seconda annualità i Centri che hanno partecipato al progetto di conciliazione sono aumentati rispetto al 2018: complessivamente 1.292, 125 in più. I bambini e ragazzi che hanno beneficiato dei contributi regionali sono stati oltre 20.300 (13.040 del 2018).

Poggio Renatico: l’amministrazione comunale blocca le indennità della polizia locale. restano irrisolte le numerose problematiche del presidio

Da: DICCAP-SULPL

I Sindacati DICCAP (Dipartimento Autonomie Locali) e SULPL (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale), Sindacati più rappresentativi per la Polizia Locale Italiana, vogliono portare all’attenzione dell’opinione pubblica quanto sta avvenendo nella Polizia Locale a Poggio Renatico, aderente all’Associazione Intercomunale Alto Ferrarese.
Da mesi SULPL e DICCAP hanno portato all’attenzione dell’Amministrazione comunale le evidenti criticità del Presidio di Poggio Renatico della Polizia Locale, sia in alcuni incontri effettuati dai nostri dirigenti, sia dalla RSU di riferimento in delegazione trattante.
Oltre a diverse criticità organizzative rilevate dagli Agenti di Poggio Renatico, sul Comune incombono anche le direttive in materia contrattuale imposte dall’Ufficio Unico del Personale di Bondeno.
L’Amministrazione comunale prendendo per oro colato le interpretazioni giunte dalla Responsabile dell’Ufficio Personale di Bondeno ha imposto agli Agenti dipendenti del Presidio di Poggio Renatico un abbassamento delle indennità contrattuali per i servizi disagiati svolti nei festivi e nei serali, indennità esterne per la Polizia Locale, quasi ai minimi contrattuali e l’utilizzo delle ferie residue, in caso di assenza nei festivi infrasettimanali.
Riguardo quest’ultimo punto, gli Agenti (caso unico nell’intera provincia di Ferrara) sono in servizio nei giorni festivi infrasettimanali, senza avere il diritto di recuperare il giorno lavorato.
Nonostante le promesse fatte in molti incontri dal Sindaco Garuti, nulla di fatto anche per quanto riguarda la pensione integrativa per gli Agenti di Poggio Renatico, che molti altri Corpi di Polizia Locale hanno ormai da anni.
La goccia che ha fatto traboccare definitivamente il vaso è stata il blocco delle indennità esterne per gli agenti che hanno svolto e che continuano a svolgere, i servizi di controllo e monitoraggio per il contrasto al COVID-19.
In questi momenti di emergenza ci si aspetterebbe che un’amministrazione sia nei fatti vicina ai propri Agenti che non si sono mai tirati indietro e che sono sempre presenti sul territorio, al servizio della cittadinanza.
A Poggio Renatico invece, si è deciso di bloccare le indennità esterne su un’erronea interpretazione legislativa proveniente dell’Ufficio Personale di Bondeno, a cui DICCAP e SULPL hanno già inviato almeno due comunicazioni e che ha costretto gli agenti ad agire per le vie legali.
Tutte questioni che dimostrano di fatto come all’Amministrazione comunale non interessi molto quanto avviene nel Presidio della Polizia Locale di Poggio Renatico e delle diverse istanze e problematiche sollevate dai Sindacati.
Alle Amministrazioni aderenti al Corpo di Polizia dell’Alto Ferrarese va invece il compito di investire in modo deciso, senza se e senza ma sulla Polizia Locale, mettendo da parte definitivamente le dubbie direttive dei tecnici, che nulla sanno di Polizia Locale e che di fatto hanno portato all’attuale stato della P.L. di Poggio Renatico.
I Sindacati chiedono al Sindaco di Poggio Renatico un investimento deciso sulla Polizia Locale e non solo promesse e parole.
Si chiede quanto prima, un incontro formale in sede di delegazione trattante, per discutere di tutte le criticità della Polizia Locale di Poggio Renatico.
Se non si arriverà in tempi brevi a risolvere tutte le problematiche segnalate, DICCAP e SULPL porranno in essere tutte le iniziative sindacali che riterranno opportune a tutelare gli Agenti della Polizia Locale di Poggio Renatico.

Festa della Repubblica Italiana – 2 giugno

Da: Istituto Storia Contemporanea Ferrara

Dall’1 al 6 giugno la nuova campagna social della Rete degli istituti storici coordinata dall’Istituto Nazionale Ferruccio Parri per la Festa della Repubblica: #RaccontiamolaRepubblica.
Nella settimana dall’1 al 6 giugno la pagina www.facebook.com/RaccontiamolaResistenza/ ospiterà contenuti sul Referendum e l’Assemblea Costituente; e in particolare nella giornata del 2 giugno verranno lanciati i contributi degli istituti della rete riguardanti e le vicende del voto del 1946.
Contestualmente la pagina Instagram dell’Istituto Parri ospiterà fotografie a tema (www.instagram.com/istitutonazionaleparri/).
La campagna è sostenuta, tra gli altri, dall’Aici, dalla rete Paesaggi della Memoria, dal Museo M9 di Mestre e dal Progetto “Il 2 giugno” della Sissco (https://il2giugno.it/).
L’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara con il patrocinio del Comune di Ferrara partecipa con il seguente programma (visibile anche in Sito: www.isco-ferrara.com, Facebook: Isco Ferrara Instagram: @isco.fe) 2 giugno 1946 il silenzio prende voce – le donne ferraresi votano – video documento a cura di Anna Quarzi e Nicolò Govoni in collaborazione con UDI Ferrara 2 Giugno festa degli italiani: il sapore della libertà – video documentario a cura di Contento, Camilla Ghedini, Anna Quarzi, Giorgio Rizzoni.
Intervento storico del Prefetto di Ferrara Michele Campanaro. Lettura in italiano e francese dei 12 articoli fondamentali della Costituzione da parte degli allievi della scuola d’arte cinematografica “Florestano Vancini”.
Letture tratte dal discorso di Piero Calamandrei sulla Costituzione (26 Gennaio 1955).

Scuola, lega E-R contro maxi-concorso per precari: “Così altre 30mila cattedre vuote a settembre” 

Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

Un’interrogazione della Lega in Regione porta l’attenzione sui precari emiliano-romagnoli della scuola e sul “maxi concorso” per insegnanti in calendario dopo l’estate. “Il governo pare intenzionato a non ricorrere alla stabilizzazione degli insegnanti precari tramite assunzioni dalle graduatorie già esistenti”, spiega il primo firmatario Simone Pelloni. “Al contrario pare intenda licenziare un concorso per l’assunzione di 32 mila insegnanti precari solamente dopo l’estate, condizione che determinerebbe, a settembre, 30 mila precari in più nel mondo della scuola, a seguito dei pensionamenti. La Giunta condivide questa scelta?”

Il Carroccio regionale chiede quali siano i numeri degli insegnanti precari che prestano servizio nella rete scolastica dell’Emilia-Romagna e quale sia l’organico complessivo degli insegnanti scolastici in regione: “L’assunzione di insegnanti per l’avvio del prossimo anno scolastico si rende più che mai necessaria e urgente a garanzia della qualità dell’insegnamento di tutti gli studenti italiani, onde evitare di assistere nuovamente al dramma endemico delle cattedre vuote”.

L’interrogazione è firmata anche da: Fabio Rainieri, Daniele Marchetti, Valentina Stragliati, Emiliano Occhi, Maura Catellani, Matteo Montevecchi, Massimiliano Pompignoli, Gabriele Delmonte, Michele Facci, Fabio Bergamini, Matteo Rancan, Stefano Bargi e Andrea Liverani.

Covid, lega E-R: “Chiarezza sul futuro dei pronto soccorso, non siano sostituiti da punti di primo intervento”

Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

I pronto soccorso chiusi a livello regionale per l’emergenza Coronavirus non siano sostituiti da Punti di Primo Intervento. Contro il rischio di questa nuova normalità post Covid si scagliano i consiglieri regionali della Lega che hanno presentato sul punto un’interrogazione alla Giunta denunciando i disagi e i problemi che, inevitabilmente, si scaricheranno sui cittadini, specie per chi abita in zone più svantaggiate dei vari territori provinciali.

I consiglieri del Carroccio Matteo Rancan, Valentina Stragliati, Stefano Bargi, Fabio Bergamini, Maura Catellani, Gabriele Delmonte, Michele Facci, Andrea Liverani, Daniele Marchetti, Matteo Montevecchi, Emiliano Occhi, Simone Pelloni, Massimiliano Pompignoli, Fabio Rainieri chiedono con urgenza un approfondimento rispetti alle dichiarazioni rese dall’assessore alla sanità, Raffaele Donini, che, rispondendo a una precedente interrogazione della Lega, ha detto che negli ospedali di Castel San Giovanni e Fiorenzuola, nel piacentino, al posto dei pronto soccorso, che resteranno chiusi per la coda dell’emergenza Covid, verranno attivati Punti di Primo Intervento che, secondo l’Ausl, potranno soddisfare il 50% dell’utenza potenziale e risponderanno a tutte quelle situazioni che non hanno bisogno di ricovero. Scontato, quindi, che nei Punti di Primo Intervento non ci siano servizi essenziali né personale specializzato come per le rianimazioni per le urgenze più importanti.

“Vogliamo capire – chiedono i consiglieri regionali della Lega – se questa nuova normalità fatta dalla drastica riduzione dei Pronto Soccorso pre Covid a favore di Punti di Primo Intervento fa parte della una nuova filosofia di assistenza territoriale messa a punto dalla Regione come assetto dell’assistenza post Covid. Questo smantellamento del sistema territoriale di assistenza – denunciano gli esponenti della Lega – costringerà, con la chiusura dei Pronto Soccorso così come li abbiamo conosciuti finora, i cittadini a spostarsi anche di diversi chilometri nelle varie provincie alla ricerca del pronto soccorso attivo più vicino, ciò che può rappresentare, in caso di urgenze, un vero pericolo”, concludono i leghisti .

Da mercoledì 3 giugno piena riapertura al pubblico di tutte le sedi CNA

Da: Ufficio Stampa

Mercoledì 3 giugno tutte le sedi della CNA di Ferrara – in città e in provincia – saranno di nuovo pienamente aperte al pubblico, ai soci e ai clienti che non saranno più obbligati a chiedere preventivamente appuntamento.

L’accesso alle sedi sarà comunque soggetto alle regole di sicurezza finalizzate a contenere il contagio da Covid 19, e sarà disciplinato dal personale dell’associazione a tutela della salute di tutti.

“Come sempre – spiega il direttore di CNA Diego Benatti – la nostra stella polare è il bene delle imprese. Dopo tre mesi in cui abbiamo operato a distanza per aiutare le aziende a reggere il peso dell’emergenza, ora è venuto il tempo di fare un passo in più verso la normalità, per le nostre aziende e per la ripresa della nostra economia”​

La ministra fra imbuti e vasi

di Giorgio Fabbri

I pentastellati misero in croce due “ministre” per vicende legate ai titoli di studio dichiarati. Valeria Fedeli fu accusata di aver conseguito un titolo di studio inesistente o quanto meno dubbio, mentre a Marianna Madia venne contestata la copiatura, almeno parziale, della tesi di dottorato.

Ora però si scopre… che il bue ha dato del cornuto all’asino,come recita un noto proverbio, dato che è scoppiato il “caso Azzolina”, riguardante l’attuale ministro (o “ministra”) dell’Istruzione.

Siracusana, classe 1982, dopo la laurea in Filosofia conseguita a Catania Lucia Azzolina ha poi frequentato la Scuola di specializzazione all’insegnamento secondario (SSIS), per l’abilitazione alla docenza in storia e filosofia, superando l’esame finale.

Ha altre sì partecipato (quando era parlamentare grillina…) al concorso da dirigente scolastico, bandito il 24 novembre 2017 ,classificandosi al 2542esimo posto su un totale di 2900 posti disponibili.

Il 27 dicembre 2019 Massimo Arcangeli, il Presidente della Commissione per l’accesso al ruolo di dirigente scolastico che giudicò la prova orale della deputata mise in dubbio la capacità della stessa nel poter svolgere l’incarico di Ministro dell’Istruzione, sulla base dei risultati ottenuti nelle prove. La Commissione presieduta dallo stesso Arcangeli le attribuì punti 80.5/100 alla prova scritta e punti 75/100 alla prova orale.
L’11 gennaio 2020 lo stesso Prof. Arcangeli ha sostenuto che alcuni paragrafi della tesi da lei a suo tempo presentata per l’abilitazione all’insegnamento sarebbero stati copiati da testi specialistici. Lucia Azzolina ha tuttavia replicato alle accuse rilevando che non si trattava né di una tesi di laurea né di un plagio, essendo lo scritto una semplice relazione di fine tirocinio.
Tesi o relazione che fosse, di certo non ha fatto una bella figura.
L’ultima “perla” risale al 16 maggio scorso. Dopo aver parlato di “colloquio orale”, generando più di una perplessità perché un colloquio è di sua natura orale, l’Azzolina ha detto che «lo studente non è un imbuto da riempire di conoscenze. È ben altro».
Forse memore di una frase attribuita a Platone (“I giovani non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere“) la nostra Lucia ha voluto fare bella figura con una citazione dotta, confondendo però l’imbuto – che ovviamente non si può riempire – con i vasi, arrampicandosi poi sugli specchi per giustificare la sua infelice “uscita”.
Insomma,secondo qualche malevolo commentatore che voleva rimanere in tema…l’ha fatta fuori dal vaso.
Ora si apprende che la ministra ha avuto una scorta (tre baldi finanzieri) dopo aver ricevuto minacce e insulti.
Chissà… Forse la proteggeranno anche da errori e gaffes…

Chi pensa ai poveri tirocinanti?

di N.F.

Tirocinante a 450 euro al mese, dal 13 marzo sono a spasso (cioè nella mia camera, finché non mi cacceranno) per l’emergenza Corona virus.

Devo pagare l’affitto della camera nonché il necessario per vivere. Ma da marzo non ho visto un centesimo. Siamo in giugno e ancora non si sa quando il tirocinio riprenderà. Perché? Difficoltà nell’attuazione dei “protocolli operativi” della Regione, resi noti solo da alcuni giorni. Così dice l’ente presso cui svolgo il tirocinio.

Bonaccini aveva annunciato, fra squilli di trombe, un “bonus” di 450 euro (una tantum,si intende) per i tirocinanti. Ciò significa 150 euro al mese (per marzo, aprile e maggio). Pochini, ma meglio di niente. Eppure… nessuno ha visto il “bonus”. Cosa aspetta ad erogarlo? Devo andare a chiedere l’elemosina per sopravvivere?

Capisco che i tirocinanti sono gli ultimi degli ultimi ma, caro governatore, perché dobbiamo aspettare il “bonus” come la manna nel deserto? Contiamo davvero così poco?

Arabeschi

Un germoglio. Un aforisma, un incipit, un motto celebre, un proverbio, una frase ‘rubata’ a questo o a quel grande autore. E dal germoglio esce una riflessione, spunta un pensiero nuovo, germogliano parole che hanno a che fare con il nostro presente. La rubrica Germogli inaugura la settimana di Ferraraitalia. La trovate tutti i lunedì, nella prima ora del mattino.
(La redazione)

Non so se esista un’espressione più efficace per mostrare, ad un alieno che piovesse sul nostro Paese, le entità che governano la vita in Italia. Un arabesco è una decorazione e una complicazione, sofisticata e inutile, un intreccio di ramificazioni infinite, un labirinto di percorsi che fa smarrire l’uscita. Ne siamo avviluppati in un ufficio pubblico, nell’interpretazione di una norma, dentro una circolare applicativa, alle prese con una procedura di autorizzazione, morsi da un velenoso codicillo fiscale. Nel frattempo, tutto ciò che conta viene coperto da un velo nero arabescato, dietro il quale muoiono i migliori, eliminati e celebrati.

“In Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco. Viviamo in una rete di arabeschi.”
Ennio Flaiano

Una pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

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The birth of a nation

Forse capita anche a voi. Io molte volte non so cosa pensare dell’America – scrivo America e penso agli Usa, anche se l’America è cosa assai più grande degli grandi States of America. Mi spiego meglio: dell’America penso tante cose, anche ora che quel tremendo video ha fatto il giro di tutti i media, ma due cose in particolare. Due Americhe in una. L’America che a distanza di un secolo e mezzo dall’assassinio di Lincoln (1865) e a più di cinquant’anni da quello di Martin Luther Ling (1968), si scopre ancora profondamente razzista. E, nello stesso tempo, l’America infiammata dai cortei di protesta (anche quella è su tutti gli schermi): l’America della libertà, della democrazia, delle minoranze, delle battaglie civili. Ancora una volta, le due facce (diversissime) dell’America: l’impero del male e la terra della libertà, la prepotenza neocolonialista e il rispetto per la libertà di espressione, il ciuffo ossigenato di Trump e le migliaia di manifestanti per George Floyd a Minneapolis e in tutte le città d’America.
Confesso: non mi piace l’America. Ma neppure mi piace chi non vede quanto di buono, di vivo e vitale scorre nelle vene di questo grande Paese. Mi piace invece (più sotto) la caustica riflessione sulla nascita della Nazione America del nostro collaboratore che si firma Radio Strike. Anche questa volta il suo pensiero e il suo brano musicale sfuggono la banalità e colgono nel segno. Buona lettura e buon ascolto.
(Effe Emme)

Come tutti anch’io sono ancora scosso dal problema degli Stati Uniti d’America.
Il problema però – purtroppo – non è il razzismo, il problema sono gli Stati Uniti d’America.
C’è poco da girarci attorno.
Secoli di schifo in un paese fondato sullo schifo non si possono derubricare alla “semplice” voce “razzismo”.
Come europei potremmo e dovremmo stare tutti zitti in quanto complici/cofondatori di quell’abominio, certo.
È evidente però che c’è dell’altro ed è evidente che il bug di quel paese è un bug che proviene da una nave di pazzi bigotti scappati dalla vecchia Inghilterra perché troppo bigotti e rompicoglioni persino per quella vecchia Inghilterra.
Quel bug poi è mutato proprio come uno dei tanti virus che convivono con noi trasformandosi in qualcosa di assai peculiare che attacca anche le vittime stesse di quel bug ma vabbè come europeo forse è meglio se rimango zitto.
Buona settimana.

Theme for an imaginary Native American coup d’état in the Us (Brian Ano, 2020)

Per George Floyd

La purificazione viene dalle fiamme, dal fuoco che cancella i peccati di un popolo abituato a schiavizzare e che ancora oggi uccide senza rimorso.
Fiamme alte, infernali, per lavare via l’onta che macchia.
Fiamme altissime e nero fumo, come la faccia di chi, spiaccicato a terra, chiede solo ossigeno, proprio come le fiamme ne chiedono per poter continuare a bruciare.
L’essenza della protesta è quella di infiammare tutto ciò che circonda.
Per una nuova umanità.
Per la memoria di George Floyd.
Perché i bianchi capiscano.
Perché i neri si rialzino.
Perché gli omicidi di Stato finiscano.
Brucia America.
Brucia tutto.
Brucia il mondo intero.
E come la fenice, dalle ceneri, risorgi popolo liberato, per un futuro di rispetto ed uguaglianza.