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Giorno: 4 Giugno 2020

Trasporti. L’assessore Corsini: “Una riduzione drastica del servizio di trasporto pubblico locale nei mesi estivi? Una notizia totalmente priva di fondamento. Chi l’ha diffusa ha preso un abbaglio”

Da: Regione Emilia-Romagna

“Una notizia totalmente priva di fondamento. Chi l’ha diffusa ha preso un abbaglio, diciamo così. Non solo la Regione Emilia-Romagna ha mantenuto anche durante i mesi di lockdown e con enormi sforzi, il servizio di trasporto pubblico locale, garantendo al massimo le condizioni di sicurezza per gli operatori e i passeggeri, ma già prima delle riaperture si è messa al lavoro per programmare il ritorno al 100% dell’offerta di viaggio”.

Così l’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini, replica alle informazioni diffuse da un sindacato su una presunta riduzione dei servizi del trasporto pubblico locale nei mesi estivi.

“Non c’è nessun taglio- prosegue l’assessore-. Come sempre, nei mesi estivi, c’è una riprogrammazione per ottimizzare i servizi che non vengono utilizzati, così da poter spostare i chilometri risparmiati nei mesi estivi nei periodi di massima affluenza”.

“Il nostro obiettivo- chiude Corsini– è continuare a garantire un servizio di qualità e in sicurezza per arrivare a settembre, quando avremo la piena ripresa di tutte le attività insieme alla riapertura delle scuole, al ripristino completo dell’offerta”.

Coronavirus, l’aggiornamento: 18 nuovi positivi, di cui 16 asintomatici individuati grazie agli screening regionali

Da: Regione Emilia-Romagna

Effettuati 5.080 tamponi, per un totale di 341.710, e 2.836 test sierologici. I malati scendono ancora: -151. I casi lievi in isolamento a domicilio sono 2.319 (-128), l’86% dei malati. I ricoverati nei reparti Covid scendono a 320 (-22) e quelli nelle terapie intensive a 49 (1 in meno di eri). Sette nuovi decessi

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.860 casi di positività, 18 in più rispetto a ieri, di cui 16 relativi a persone asintomatiche, individuate attraverso l’attività di screening regionale.

I tamponi effettuati sono 5.080, che raggiungono così complessivamente quota 341.710. A questi si aggiungono 2.836 test sierologici.

Le nuove guarigioni sono 162, per un totale di 21.018:  il 75,4% sul totale dei contagi dall’inizio dell’epidemia. Continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi, che a oggi sono 2.688 (-151 rispetto a ieri).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 2.319 (circa l’86% di quelle malate), -128 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 49 (-1). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid, scesi a 320 (-22).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 21.018 (+162): 673 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 20.345 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano sette nuovi decessi: tre uomini e quattro donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna i decessi sono arrivati a 4.154. Per quanto riguarda la provincia di residenza, 2 si sono avuti in quella di Piacenza, 1 in quella di Parma, 2 in quella di Reggio Emilia, 1 in quella di Modena e 1 in quella di Bologna (nessuno nell’Imolese). Nessun decesso nelle province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e da fuori regione.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.496 a Piacenza (+1), 3.540 a Parma (+6), 4.956 a Reggio Emilia (+4), 3.922 a Modena (nessun nuovo caso), 4.644 a Bologna (+2); 397 a Imola (+3); 997 a Ferrara (+2). Invariati rispetto a ieri i casi di positività in Romagna, dove non se ne sono quindi registrati di nuovi: 4.908, di cui 1.028 a Ravenna, 944 a Forlì, 780 a Cesena 2.156 a Rimini, gli stessi numeri di ieri.

TURISMO: 3 EMENDAMENTI DELL’EMILIA ROMAGNA AL DECRETO RILANCIO
per sostenere le imprese e per detrarre il bonus vacanza

Da: Regione Emilia Romagna

Estensione del fondo perduto anche alle imprese con fatturato superiore ai 5 milioni di euro e del credito d’imposta per gli affitti d’azienda. Moratoria mutui fino a tutto il 2021. Bonus vacanza con voucher prepagato per redditi medio-bassi e sconto fiscale per l’acquisto di servizi turistici per quelli medio-alti

Estensione dei finanziamenti a fondo perduto anche alle imprese con fatturato superiore ai 5 milioni di euro e del credito d’imposta al 60% non solo per la locazione ma anche per gli affitti d’azienda, oltre alla moratoria dei mutui fino a tutto il 2021. Sono questi i tre emendamenti proposti dalla Regione Emilia-Romagna al Decreto Rilancio per aiutare le imprese nella fase 3.

“Abbiamo individuato tre leve sulle quali riteniamo si possa agire per aiutare le nostre imprese nella fase di rilancio dopo il prolungato lockdown dovuto all’emergenza coronavirus- afferma l’assessore regionale a Turismo e Commercio, Andrea Corsini-. In primo luogo, chiediamo al Governo di elevare i prestiti a fondo perduto almeno alle aziende che fatturano fino a 10 milioni di euro, per aumentare la platea delle realtà produttive da sostenere in questa fase delicata di rilancio.  Per lo stesso motivo riteniamo opportuno agire sugli affitti d’azienda e alleggerire le imprese dispensandole dal pagamento dei mutui in modo significativo, ovvero fino alla fine del prossimo anno”.

“Inoltre- prosegue Corsini– per quanto riguarda la cosiddetta ‘Tax Credit Vacanza’, una misura utile e che sosteniamo, riteniamo possano essere apportate modifiche per renderla più accessibile e usufruibile da tutti. A questo proposito- chiude l’assessore- sarebbe più opportuno proporre in capo alternativamente all’impresa o al cittadino richiedente la possibilità di portare in detrazione tutto l’importo (ovvero il 100%)”.

La Regione propone anche un approfondimento e una rivisitazione della misura: per i redditi medio-bassi un voucher prepagato e cofinanziato dalle autorità pubbliche; per i redditi medio-alti lo sconto fiscale per l’acquisto di servizi turistici.

Turismo. Una settimana in vacanza qui: l’Emilia-Romagna ringrazia i medici e gli infermieri volontari giunti da ogni parte d’Italia a prestare aiuto durante l’emergenza Covid-19

Da: Regione Emilia-Romagna

L’iniziativa della Regione in collaborazione con le associazioni territoriali Federalberghi e Assohotel. Per un anno, la possibilità di soggiornare gratuitamente insieme a un accompagnatore. Oggi arrivati altri 5 infermieri: in tutto sono 133, oltre a 61 medici, i professionisti che hanno scelto di venire in Emilia-Romagna

Una settimana di vacanza in Emilia-Romagna per i medici e gli infermieri che, durante l’emergenza coronavirus, hanno raggiunto volontariamente la nostra regione da ogni parte d’Italia – rispondendo alla chiamata della Protezione civile nazionale – per dare il loro aiuto lavorando nella sanità regionale.

La Regione, in collaborazione con Federalberghi e Assohotel, vuole ringraziare anche così il personale sanitario arrivato qui in piena pandemia per assicurare un contributo prezioso agli ospedali che da Piacenza a Rimini stavano affrontando il momento più difficile.

“Vogliamo offrire la nostra massima ospitalità a ogni medico e infermiere che ha lasciato i propri cari per raggiungere l’Emilia-Romagna e mettersi a disposizione, con generosità e spirito di servizio, dei propri colleghi impegnati negli ospedali della regione ad affrontare il Covid-19- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini-. Ora che la fase dell’emergenza è passata, con la collaborazione di Federalberghi e Assohotel, vogliamo ringraziarli uno ad uno offrendo una meritata vacanza a loro, insieme ad un accompagnatore, nella nostra regione. È l’abbraccio della nostra terra a chi, senza pensarci un attimo, ha voluto prestare il proprio aiuto. Impegno e generosità che non dimenticheremo mai”.

La settimana di vacanza, per due persone con trattamento di vitto e alloggio, potrà essere prenotata dal personale sanitario interessato nell’arco temporale di un anno, presso gli alberghi dell’Emilia-Romagna che aderiranno all’iniziativa.

Proprio oggi, altri 5 infermieri volontari sono arrivati all’aeroporto di Rimini insieme al ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, destinati alle Ausl di Piacenza (1 infermiere), Parma (1), Bologna (2) e della Romagna (1). Ad accoglierli, anche il presidente Bonaccini.

Ad oggi, in Emilia-Romagna sono arrivati 133 infermieri e 61 medici volontari, dislocati in tutte le aziende sanitarie.

La presenza del ministro Boccia a Rimini per l’inaugurazione all’Ospedale Infermi di Rimini del primo modulo dell’Hub regionale e nazionale per la Terapia intensiva.

Cultura. Al via Biografilm Festival, da domani online e non solo: la cerimonia di premiazione del 15 giugno celebrerà l’apertura dei cinema

Da: Regione Emilia-Romagna

In partenza Biografilm Festival, da domani 5 al 15 giugno, il primo festival internazionale visibile gratuitamente su tutto il territorio nazionale con più di 40 film, eventi online e una speciale serata conclusiva dal vivo. Il festival si apre online domani con Faith di Valentina Pedicini, si chiude con un evento dal vivo, a Bologna, dentro la sala cinematografica Popup Cinema Medica Palace.

“Sono orgogliosa di dirigere il primo festival di cinema italiano che propone una versione online a cui può accedere chiunque si trovi in Italia, ma è davvero fantastico avere una reale proiezione dal vivo l’ultimo giorno del festival– ha commentato la direttrice Leena Pasanen– è un segno di speranza che ci porta verso la normalità, seppure dobbiamo considerare che l’uso dell’online non è necessariamente negativo e potrà darci nuove possibilità anche in futuro”.

Un aspetto, questo sottolineato anche dall’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, che ha partecipato oggi alla presentazione del Festival con l’assessore del Comune di Bologna, Matteo Lepore: “Sono felicissimo di presentare questo festival, che ho visto affermarsi in pochi anni in un panorama e un mercato del settore molto competitivi. La frontiera del digitale che stiamo apprezzando in questo momento, mostra come il mondo culturale si possa evolvere e impreziosirsi grazie alle nuove tecnologie”.

La cerimonia di premiazione

L’ultima giornata del festival, lunedì 15 giugno, è dedicata alla consegna dei premi ai film vincitori. Si potrà finalmente tornare al cinema e Biografilm non perde l’occasione di ritrovare il suo pubblico e i suoi partners, istituzionali e non, nel suo luogo naturale, con un evento finale nella sala cinematografica più grande di Bologna: il Popup Cinema Medica Palace, per l’occasione Biografilm Hera Theatre.

Dopo la cerimonia, sarà proiettato in sala Gli anni che cantano di Filippo Vendemmiati (Italia, 2020, 90′), in anteprima mondiale nella sezione Biografilm Art&Music. Il progetto, prodotto anche con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, racconta la storia de “Il Canzoniere delle Lame”, gruppo bolognese di musica politica e impegno sociale ed è stato scelto per questa particolare serata per il suo valore culturale, per il suo richiamo ad una esperienza artistica e civile collettiva e aggregativa, cresciuta a Bologna e maturata in appuntamenti internazionali.

Durante la cerimonia, la giuria del Concorso Internazionale di Biografilm 2020, composta da Luca Ragazzi (regista e critico cinematografico), Shelly Silver (artista e videoartista), Martijn te Pas (programmer di festival e esperto di documentari), assegnerà i seguenti premi: Best Film Unipol Award | Biografilm Festival 2020, il premio della giuria al miglior film del Concorso Internazionale e Premio Hera “Nuovi Talenti” | Biografilm Festival 2020, ilpremio della giuria alla migliore opera prima del Concorso Internazionale.

La giuria del Concorso Biografilm Italia, formata da Roberta Mattei (attrice di cinema e teatro), Cristina Rajola (produttrice di documentari ed esperta di coproduzioni internazionali), Ester Sparatore (artista e documentarista), assegnerà il Best Film Award | Biografilm Italia 2020, premio della giuria al miglior film del Concorso Biografilm Italia.

Sarà inoltre consegnato l’Audience Award | Biografilm Festival 2020, il premio del pubblico al miglior film di Biografilm Festival 2020.

«Ci mancherà il tappeto rosso della serata inaugurale, i grandi schermi dei cinema, le visioni collettive nel buio e nel silenzio assorto delle sale, ma anche in streaming Biografilm Festival ci catturerà per il programma ricco di opere di autori emergenti e di film che parlano delle storie di persone, di tanti Paesi, di tante condizioni. Ancora una volta Unipol Gruppo ha voluto esserci come Main Partner. Quindi, anche a casa, spegniamo le luci e immergiamoci nel magico mondo del festival. Buona visione a tutti», ha commentato Vittorio Verdone, direttore corporate communication and media relations Gruppo Unipol.

La struttura del festival

Nella sedicesima edizione del festival, sono 25 i Paesi rappresentati nelle produzioni dei 41 film selezionati. Il 34% del programma è composto da opere prime e il 39% da film con registe donne.

La nuova sezione di quest’anno: Meet the Masters, è composta dalle ultime opere di tre filmakers che il festival vuole mettere in evidenza. Ciascuna di queste tre proiezioni sarà seguita da un’intervista con il regista, per approfondire la sua visione del mondo e del cinema attraverso l’ultimo film realizzato.

Nella sezione Biografilm Art & Music, amata e attesa dal pubblico, si trovano film che raccontano storie intense e vere che spaziano dalla fotografia, alla musica, all’arte, alla pittura, alla letteratura, al cinema.

Con documentari nuovi e potenti, la sezione Contemporary Lives offre prospettive inconsuete sulla nostra contemporaneità. Così Biografilm propone al suo pubblico una riflessione su ciò che sta accadendo del mondo. Quest’anno, in particolare, si interroga sul potere, sui suoi meccanismi, sui privilegi che derivano dal suo esercizio e su cosa accade a chi, da questi privilegi, è escluso.

Le due sezioni competitive del Festival, come sempre, presentano il meglio della produzione documentaria del momento. Biografilm Italia si concentra sui film di produzione italiana, dando spazio alle opere più interessanti e innovative, proponendo una lettura non scontata e sfaccettata dell’Italia di oggi. Attraverso lo sguardo e la sensibilità degli autori e delle autrici, incontriamo storie potenti, particolari e universali.

Il Concorso Internazionale raccoglie i documentari più affascinanti e attesi provenienti da tutto il mondo, Italia compresa. I film selezionati per questa sezione ci regalano prospettive inedite su vite, mondi e vicende che vale la pena conoscere.

Non solo film – arrivano i Directors Notes

L’incontro diretto del pubblico con gli autori e le autrici dei film in programma è uno dei valori del festival, quest’anno mantenuto in modalità digitale grazie al nuovo format Directors Notes. Per approfondire la visione dei film, sulla piattaforma saranno disponibili interviste informali con i registi, per scoprire meglio la loro visione del mondo e del cinema attraverso l’ultimo film realizzato e presentato a Biografilm Festival 2020.

Di seguito le autrici, gli autori e i protagonisti che condivideranno con il pubblico le proprie note di regia:

Valentina Pedicini, regista di Faith. Interviene Caterina Mazzucato, Italian programmer per Biografilm Festival.
Mika Kaurismäki, regista di Master Cheng (Mestari Cheng). Interviene Leena Pasanen, direttrice di Biografilm Festival.
Rithy Panh, regista di Irradiated (Irradiés). Interviene Fabrizio Grosoli, consulente senior per Biografilm Festival.
Sophia Luvarà, regista di Parola d’onore (Sons of Honour), e con Roberto Di Bella, ex Presidente del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria. Interviene Elisa Palagi, coordinatrice dell’ufficio della direttrice per Biografilm Festival.
Iryna Tsilyk, regista di The Earth is Blue as an Orange (Zemlia blakytna niby apel’syn). Interviene Anton Calleja, consulente per Biografilm Festival.
Jørgen Leth, regista di I Walk. Interviene Jannik Splidsboel, consulente per Biografilm Festival.
Francesco Cannavà, regista di Because of My Body, e con Claudia Muffi, protagonista di Because of My Body. Interviene Elisa Palagi, coordinatrice dell’ufficio della direttrice per Biografilm Festival.
Thomas Balmès, regista di Sing Me a Song. Interviene Charlotte Micklewright, programmer per Biografilm Festival.
· Filippo Vendemmiati, regista di Gli anni che cantano, e con Janna Carioli, protagonista di Gli anni che cantano. Interviene Caterina Mazzucato, Italian programmer per Biografilm Festival.
Marcus Vetter, regista di The Forum (Das Forum). Interviene Anton Calleja, consulente per Biografilm Festival.
Per seguire i film e gli incontri, occorre prenotare un posto nella sala virtuale del festival, accedendo al sito www.mymovies.it e creando un account. Sarà possibile fruire la visione nell’arco delle 24 ore successive all’inizio della proiezione.

I film e gli incontri con gli autori sono disponibili gratuitamente, in lingua originale con sottotitoli in italiano, per le persone che si collegano alla piattaforma dal territorio italiano, fino a esaurimento posti.

Biografilm Festival si svolge con il contributo dell’Assessorato alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, del Comune di Bologna, della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo e con la Main Partnership di Gruppo Unipol.
Con la partnership di Emilia-Romagna Film Commission, Gruppo Hera, CO.TA.BO e Cannamela.
Con la main media partnership di Sky Cinema, Sky Arte e Mymovies.it e la media partnership di Birdmen Magazine.
Biografilm Festival fa parte di Bologna Estate 2020, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna.
www.biografilm.it

I voucher, la CGIL e Marco Biagi

di Mauro Marchetti

Nel dibattito apertosi sui “voucher” in agricoltura, che ha visto i sindacati confederali reagire con insolita e nervosa asprezza all’intervento di Alcide Mosso (che se non altro ha avuto il merito di gettare un sasso nello stagno sonnolento della nostra provincia) “sento” riemergere la stessa ostilità che fu riservata al progetto di riforma ideato da Marco Biagi nonché alla sua stessa persona.

La stessa ostilità che ha colpito Matteo Renzi quando si è permesso di “ritoccare” l’art.18 dello Statuto dei Lavoratori (legge n.300/70).

Certe sensazioni sono come il profumo del mare. Quando ci sei vicino lo “senti”, anche se non lo vedi.

Certo, sarebbe bello che tutti avessero un contratto a tempo indeterminato, con retribuzioni elevate, numerosi benefit e la garanzia di non poter essere licenziati, ma il mondo della realtà è un po’ diverso dal mondo dei sogni.

E scambiare i due piani porta sempre ad epiloghi disastrosi.

C’era un tempo un mercato del lavoro ingessato, nel quale esisteva,di norma, la “chiamata numerica” (senza possibilità di scelta da parte del datore di lavoro) e un imprenditore poteva assumere un dipendente a termine solo in precise e dettagliatissime circostanze. Se no, fioccavano le sanzioni. Poi si fecero piccoli passi, ma poco significativi.

Ci trovavamo insomma di fronte a quello che Marco Biagi definiva “il peggiore mercato del lavoro in Europa”. Un mercato spezzato in due, tra “garantiti” e “non garantiti”. E qual era il desiderio – spesso volutamente ignorato – del grande giuslavorista? Combattere la precarietà e insieme allargare i confini dell’occupazione attraverso una maggiore flessibilità del lavoro.
Marco Biagi (come tanti altri prima di lui nella sanguinosa stagione degli “anni di piombo”) venne criminalizzato perché non solo aveva ragione, quanto perché aveva dimostrato che “un’alternativa era possibile”, che si poteva perseguire con governi e maggioranze di diverso orientamento e che si poteva portare sia pur gradualmente a compimento.

Un pericolo certamente insopportabile per i conservatori di qualsiasi tipologia, per i sacerdoti laici della rigidità riservata a chi già era garantito,per i nostalgici della lotta di classe.Biagi dava molto fastidio perché si era spinto avanti, quasi da navigatore solitario, nel “mare magnum” del diritto del lavoro,cercando di sprovincializzare il dibattito e aprire le finestre verso una complicata modernità che era stolto e alla fine impossibile ignorare, sciogliendo da lacci e lacciuoli un mercato del lavoro frenato e bloccato che non invogliava ad assumere e danneggiava soprattutto i più deboli, veri fantasmi di cui nessuno si occupava seriamente.

Aggiungo che pure da morto Marco Biagi è stato demonizzato e denigrato come “l’inventore della precarietà”, quando invece il suo progetto unitario e complessivo prevedeva maggiori tutele al precariato, alla mobilità lavorativa e al processo di reinserimento veloce nel mercato del lavoro, non frenato dalle pastoie burocratiche che ancor oggi, in periodo di Coronavirus, stiamo sperimentando.

Il percorso riformista (che Biagi desiderava caratterizzato da un’impronta cristiana di fondo) è sempre difficile : perché esplora sentieri inediti, perché presuppone mente aperta e rigore intellettuale, perché si scontra inevitabilmente con le resistenze corporative,con gli interessi stratificati nel tempo, con i conservatorismi di ogni risma e di ogni colore, non esclusi quelli sindacali, di cui la CGIL è stata spesso capofila.

Auspico dunque che la sorda e acrimoniosa ostilità sindacale nei confronti del ripristino dei “voucher” quale strumento “smart” da utilizzare – almeno temporaneamente – in agricoltura, venga meno e lasci il posto ad un sereno dibattito in cui nessuno si stracci le vesti e si possano contemperare, nell’interesse di tutti, le esigenze degli imprenditori e quelle dei lavoratori che operano nei campi e nelle imprese agricole.
Un pubblico dibattito su questo tema, che organizzazioni sindacali e imprenditoriali del mondo agricolo potrebbero mettere in cantiere a Ferrara, sarebbe il miglior omaggio a un grande giuslavorista che ha pagato con la vita il suo impegno a trasformare il mondo del lavoro con il fine di renderlo più equo e più ricco di opportunità per tutti.

Controreplica a CGIL,CISL e UIL

di Alcide Mosso

Ho letto con piacere la nuova replica di FLAI-CGIL, FAI-CISL e UILA-UIL di Ferrara che, con toni più pacati rispetto al precedente comunicato-stampa, firmato unitamente alle segreterie confederali del territorio (quanto onore!) e da voi pubblicato,intervengono nuovamente sul tema dei “voucher” nel lavoro dei campi.

Rammentando che anche Stefano Bonaccini, con una dichiarazione del 31 marzo, ha auspicato il ripristino di tale strumento in agricoltura e che nel panorama sindacale italiano non esistono solo CGIL,CISL e UIL, ritengo molto interessante la proposta di organizzare un pubblico dibattito.

Ritengo peraltro che il confronto debba avvenire fra i sindacati da un lato e le organizzazioni imprenditoriali agricole dall’altro. Io,infatti, sono un rappresentante delle istituzioni e di un partito politico, non già la controparte delle associazioni sindacali di cui non chiedo certo lo scioglimento.Mi piacerebbe anzi vedere pienamente attuato l’articolo 39 della Costituzione.

Ho citato, ironicamente e provocatoriamente, Beppe Grillo (che chiese l’abolizione dei sindacati) perchè i pentastellati costituiscono la forza parlamentare più rilevante di un governo che non mi pare sgradito ai sindacati confederali (si accettano eventuali smentite), magari evitando le solite litanie (del tipo “per noi non esistono governi amici”), giacchè la storia e la cronaca ci parlano di situazioni assai differenti.

Se vi sarà un convegno o un pubblico dibattito (che CGIL,CISL e UIL potrebbero meritoriamente promuovere) a cui parteciperanno le associazioni datoriali da un lato e sindacali dall’altro,sarò ben lieto di intervenire e di portare il mio contributo su una questione che ho sollevato perchè mi sembra assai importante per il territorio ferrarese.

Concludo dicendo che anche a me, come a chi ha firmato la nota sindacale, non è ignota la fatica dei campi. Da studente, per “arrotondare”, anch’io – oltre a partecipare alla campagna saccarifera – ho spostato gli scaloni di ferro e le cassette della frutta, versando il mio sudore tra un frutteto e l’altro…

COMACCHIO SENZA BARRIERE
Installati due ponti mobili nel centro storico

Da: Organizzatori

Stamani sono partiti i lavori di collocazione di ponti mobili che metteranno in comunicazione le opposte sponde dei diversi canali.

Si tratta di un intervento già previsto dal Settore Lavori Pubblici: uno in via Cavour, sul canale del Teatro, nella parte che conduce verso il canale Lombardo, e si pone nella parte retrostante della Scuola Materna Comunale. Un comodo collegamento ciclopedonale (lunghezza 3.80 mt per 1.40) a servizio dell’Isola del Carmine.

Un altro ponte pedonale removibile (lunghezza mt 6.20 per 1.25) è stato invece sostituito alla passerella, altrettanto mobile, che abitualmente viene posizionata sul canale a destra del Monumentale Trepponti, accanto all’omonima piazzetta.

Entrambi i manufatti sono stati realizzati per agevolare il superamento delle barriere architettoniche.

L’intervento, per ora previsto per due ponti, è stato realizzato con un costo complessivo di circa 30.000 euro. I ponti sono forniti di batti tacco e di un parapetto molto leggero.

La tipologia costruttiva dei ponti/passerella è vocata alla leggerezza per caratterizzare questo tipo di passaggi “non storici” con una scelta estetica che esalta la linearità della strutta di colorazione bruna per non creare alterazioni al profilo del centro storico ma, al contrario, per armonizzarli con il patrimonio artistico preesistente.

Domani alle 21.15 la Prof.ssa Monica Longobardi dell’Università di Ferrara al Premio Ostana (CN) omaggia lo scrittore Max Roquette

Da: Ufficio Stampa

La Prof.ssa Monica Longobardi, docente di Filologia romanza dell’Università di Ferrara, partecipa al Premio Ostana. Scritture in lingua madre 2020 (CN), e omaggia lo scrittore occitano, Max Rouquette. La Prof.ssa Longobardi ha tradotto i capitoli sulla peste di Montpellier (XVI sec.) tratti dal romanzo “La cèrca de Pendariès” (1996).
L’appuntamento si terrà domani, venerdì 5 giugno alle ore 21.15, con la conversazione “Max Rouquette e la peste di Montpellier. Il mondo Occitano e le epidemie” a cura di Matteo Rivoira, docente di Dialettologia romanza dell’Università degli studi di Torino con la Prof.ssa Longobardi.

Il “Premio Ostana: scritture in lingua madre” è un appuntamento con le lingue madri del mondo che ogni anno riunisce a Ostana, paese occitano di 85 abitanti in Valle Po ai piedi del Monviso, autori di lingua madre da tutto il mondo, per un festival dedicato alla celebrazione della biodiversità linguistica.
Nel corso degli anni, Ostana ha ospitato 37 lingue provenienti dai 5 continenti, unite dallo spirito di convivéncia, parola trobadorica che significa “l’arte di vivere insieme in armonia”.
Si è consolidata così una rete internazionale di autori, appassionati e sostenitori della diversità linguistica, che fanno del Premio Ostana un appuntamento annuale imperdibile per ragionare e discutere sul presente e il futuro delle lingue minoritarie, nella difesa dei diritti linguistici e del loro valore universale. Data l’impossibilità di realizzare la XII edizione nel modo classico, il Premio Ostana ha chiamato a raccolta i premiati delle scorse edizioni per realizzare due giorni di diretta online sul sito premioostana.it con interviste, conferenze, contributi letterari, musicali, artistici.

Il filo conduttore del programma online è quello di sempre: dare voce alle lingue indigene nel mondo.
Un omaggio a Luis Sepúlveda con una maratona di lettura incrociata de La Gabbianella e il Gatto nelle lingue madri: sardo, catalano algherese, tabarchino, occitano alpino e francoprovenzale; il poeta statunitense Bob Holman, che porterà una riflessione sulla promozione della diversità linguistica nel mondo con il suo documentario – in prima visione in Italia – Language Matters with Bob Holman.
Si parlerà di poesia con Lance David Henson, poeta Cheyenne; Aurélia Lassaque, poetessa occitana; Josephine Bacon, poetessa di lingua innu (Canada) e Antony Heulin, poeta bretone; e, in questi tempi di pandemia, è stato pensato un omaggio a Max Rouquette (1908-2005) – tra i più grandi autori occitani del Novecento – tramite letture in musica a partire dal suo attualissimo romanzo Cèrca de Pendariès, incentrato sulle epidemie di peste che flagellarono la Provenza a metà del Cinquecento.
Si rifletterà su lingua, politica e società basca con lo scrittore e poeta Harkaitz Cano e la traduttrice Lurdes Auzmendi; sulla lingua Yorùbá con Kola Tubosun, linguista nigeriano; sul griko, minoranza linguistica storica della Grecìa salentina, e ancora sulla lingua berbera o “tamazight” con un documentario inedito dedicato. Grazie alla collaborazione con il CIRDOC – Institut occitan de cultura e Ràdio Lenga d’Òc interverranno in diretta dalla sede della radio a Montpellier Mathieu Poitavin, Danielle Julien e Roland Pécout per raccontare la loro esperienza a Ostana.
E ancora: un inedito racconto di Witi Ihimaera per i bambini italiani in quarantena e il contributo del regista e produttore sardo Tore Cubeddu, che descriverà l’esperienza della televisione sarda EjaTV ai tempi del Covid-19.

PAROLE A CAPO
Lamberto Donegà: “Oggetto” e altre poesie

Rubrica a cura di Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini

La poesia è sempre diretta, nel suo insieme, ad un destinatario più o meno lontano e ignoto della cui esistenza il poeta non può dubitare senza dubitare di se stesso.”
(Osip Emil’evic Mandel’stàm)

I

Alla fine ti inseguo Narciso
attraverso città di nuvole in una domenica di gennaio.
Sei leggero senza il peso dei pensieri
e guardi libero verso la linea della fortuna.

Hai lasciato vivere a te vicino la notte
con un brivido al collo fino alla schiena
prima di salire una dura ferrata
in cui tutto il cuore è avvolto di rabbia.

Hai passato ore a dimenticare l’amore
per incontrare un fantasma sconosciuto,
amica di un unico viaggio
in un pianto di parole

Dissipato il futuro
manca la dignità di piangere e ascoltare.
Tutto è gesto di morte
per lasciare la vita.

 

II
Oggetto

Oltre la notte non hai forbici per tagliare
l’inverno negli occhi pallidi. Triste,
vivi vicino a un’ombra allontanando
il confine delle feste familiari

Rivivi i colpi di una infinita pazienza
sparsi nelle mie parole
come anni sempre possibili
raccolti in una idea semplice.

C’era tempo per una stagione felice,
adolescente in una metafora viva
con una superba grammatica di pensieri,
metodica fino a sciogliere ogni inganno

La solitudine esclama al posto del nome,
l’essere stati allontanati da un padre
e cercare un ricordo felice
ma servono garze e bende per un vuoto incolmabile.

 

III

Non è ancora possibile
amare
dentro un respiro tra due punti fissi:
fine e inizio del mondo.

L’onorevole resa varrebbe il ritorno
all’innocenza delle certe abitudini,
al loro appoggiarsi alla superficie delle parole
diventando sottilissima favola quotidiana.

La ruga ha cancellato in me le tracce del figlio.
Dove cercare una seconda nascita? Forse
interrompendo la causa della tachicardia
in una infinitesima preghiera nel corpo.

Ogni vantaggio è sospeso,
riceverò nel tempo solo dolore
lasciando di là dai vetri gli anniversari
dispersi da un vento autunnale.

(Oltre la notte – trilogia di poesie (2014), rappresenta una sottile linea poetica dell’essere per vivere).

 

Lamberto Donegà
Nel 1970 Lamberto Donegà pubblica “Domanda”, la sua prima opera. Nel 1976 ne “Il Sollievo del Sole” appare la città di Ferrara in forma bassaniana con i luoghi di un amore visivo struggente. Nel 1980 partecipa a “Poeticamente”, curando diversi numeri monografici di poeti italiani. Nel 1990 cura la messa in scena teatrale dei “Canti Orfici” di Dino Campana a Castelmassa (Rovigo). Dal 2007, l’autore pubblica numerosi libri di poesie tra cui segnaliamo “L’orlo invisibile dei versi” (anche in edizione francese), Ed. Lampi di Stampa, Milano, 2009, con la postfazione di Emanuela Calura. Dal 1980 a tutt’oggi, Lamberto Donegà segue con continuità le attività del campo psicoanalitico lacaniano di Milano e di Roma.

La rubrica di poesia Parole a capo esce tutti i giovedi su Ferraraitalia
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Giovedì 4 giugno riparte la programmazione dell’Apollo con #iorestoinsala

Da: Ufficio Stampa Cinepark

L’Apollo riprende la sua programmazione, portando il cinema di qualità direttamente a casa del suo pubblico.

Da giovedì 4 giugno, infatti, grazie all’adesione al progetto #iorestoinsala, dalla piattaforma VoD Cinepark.tv sarà possibile accedere a film in prima visione, eventi e documentari come se si fosse nelle sale di via del Carbone.

Per riprendere “di sostanza” la proposta, saranno 4 i film lanciati in questa prima settimana. In Sala 1 gli spettatori troveranno Georgetown, esordio alla regia di Christoph Waltz, pellicola del 2019 scritto da David Auburn, basato sull’articolo del The New York Times Magazine “The Worst Marriage in Georgetown” di Franklin Foer, nel quale un impareggiabile Waltz recita accanto a Vanessa Redgrave, Annette Bening e Corey Hawkins. In Sala 2 ci sarà Favolacce, scritto e diretto da Damiano e Fabio D’Innocenzo, vincitore del premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Berlino 2020. Il cartellone dell’Apollo porta la Francia in Sala 3, con L’hotel degli amori smarriti, commedia del 2019 diretto da Christophe Honoré, presentata a Cannes nella sezione Un Certain Regard, dove l’attrice protagonista Chiara Mastroianni ha vinto il premio come miglior attrice; in Sala 4 ci sarà Alla mia piccola Sama (For Sama), incisivo docufilm del 2019 di Waad al-Kateab ed Edward Watts, che segue la vita della stessa Waad al-Kateab ad Aleppo, fra il 2011 e il 2016, testimoniando continuativamente attraverso lo sguardo della sua videocamera le vicende della città, dei suoi abitanti e della sua stessa vita durante la guerra civile siriana.

COME FUNZIONA. Su Cinepark.tv il pubblico dell’Apollo potrà “tornare al cinema” stando sul proprio divano, scegliendo e acquistando il proprio biglietto on line, in tutta sicurezza. La programmazione virtuale rispetta gli stessi orari per tutte le sale: 10:30, 15:00, 17:00, 19:00, 21:00, 23:00. Lo spettatore potrà cominciare a vedere il film fino ad 1 ora dopo l’orario di inizio spettacolo indicato e la fruizione del film acquistato sarà possibile entro 36 ore dal momento dell’acquisto. #iorestoinsala permette anche – a chi ne avesse voglia – di incontrare gli altri spettatori in sala, fare amicizia, conversare in chat con il vicino di poltrona e commentare il film.

SCHEI
Carlo Bonomi: l’acuto e l’ottuso

Acuto (oksys) e ottuso (moros) sono i due etimi greci che compongono la parola ossimoro, che significa accostamento di parole dal senso opposto; proprio come acuto e ottuso insieme. Ossimoro, appunto.
Bonomia, nel dizionario Treccani, è la “bonarietà, il carattere di un uomo mite e alla buona”. No, non è un articolo di linguistica. E’ che Carlo Bonomi, neo presidente di Confindustria, sembra avere ingaggiato una battaglia con il suo cognome basata sulla strategia dell’ossimoro. Buon uomo e cattivo, mite e bellicoso insieme.

Lumbard purosangue, non era ancora in carica, ma solo designato, che già tuonava contro i contratti nazionali di lavoro, affermando che erano da superare in favore degli accordi aziendali. Ora, siccome nel diritto sindacale l’accordo aziendale già supera il nazionale se prevede migliorie per i lavoratori rispetto alla norma generale, l’affermazione del mite bellicoso aveva un solo significato (altrimenti avrebbe ribadito l’ovvio): trattiamo i lavoratori nelle singole aziende peggio delle regole generali, laddove sia possibile (possibilmente ovunque). Un nuovo contratto nazionale virtuale, insomma, fondato sulla scomparsa del contratto nazionale: in altre parole, fondato sulla sottrazione di diritti e tutele per chi lavora. 

Appena eletto è andato ovunque, anche in televisione, a dire che il Governo tratta male le imprese (e parliamo di imprese grandi, perché Confindustria non rappresenta gli artigiani e i bottegai). Motivo? Emette assegni per il reddito di cittadinanza invece che girarli ai suoi associati. Peccato che nel frattempo ci sia chi letteralmente fa la fame; che il problema semmai è quanto lentamente arrivano questi soldi alle persone fisiche; e che questa lentezza mette fasce crescenti della popolazione nelle mani degli usurai e dei criminali (la mafia e la camorra stanno già facendo la spesa gratis per interi quartieri). Naturalmente i soldi in questione – soldi pubblici – dovrebbero arrivare alle imprese, ma senza che lo Stato possa ficcare il naso nella loro gestione. Altrimenti si crea una nuova Alitalia, altrimenti il governo è comunista. Veramente noi non siamo né comunisti né giacobini, visto che in Francia, invece, il Governo le mani le mette eccome, sulle sue aziende strategiche.

Il buono e cattivo capo degli industriali impartisce anche lezioni di buonsenso al Governo. Invece di erogare la Cassa Integrazione, che arriva tardi o non arriva, tagli l’Irap, l’odiata Imposta sul Reddito delle Attività Produttive (anche io odio l’Irpef, ma la pago fino all’ultimo centesimo da quando per mia fortuna ho un lavoro stabile, altra bestemmia per il buon Carletto). Peccato che il Governo abbia, appunto, tagliato l’Irap sia per il saldo 2019 sia per l’acconto 2020. Quindi, il Governo ha ascoltato il mondo delle imprese. No: secondo il Mite, questo governo ascolta solo i sindacati.

Su una cosa il mite e feroce Bonomi ha ragione: a reclamare il pagamento dei crediti scaduti da parte dello Stato. Basta andare sul sito del Mef per accorgersi dello scandalo: lo Stato “ha reso disponibili risorse e strumenti finanziari pari a oltre 56 miliardi per il pagamento di debiti maturati al 31 dicembre 2013”. Avete letto bene, scaduti da sette anni. Ormai e da tempo, chi lavora con la Pubblica Amministrazione salta per aria, perché chi ti paga dopo sette anni è come se non ti pagasse. Nel frattempo sei morto.

Sospetto che, al fondo, il problema grande sia proprio questo. Non è il malvagio Bonomi o il mangiabambini Landini, non è più Stato o più mercato. E’ che nessuno si fida di nessuno, e a giusta ragione, ciascuno dalla sua prospettiva.
Come fa un’impresa a fidarsi di uno Stato che la paga dopo sette anni? E come fa lo Stato a fidarsi di un settore che evade, secondo le stime, 35,6 miliardi di IVA, 33 miliardi di Irpef, più evasione Irap, Imu, Ires che porta il totalizzatore a circa 100 miliardi l’anno di mancate entrate? Il più pulito c’ha la rogna, con l’aggravante che uno dei rognosi è colui che dovrebbe dare l’esempio, e che invece si comporta peggio di un estorsore. Disperato, peraltro, visto che per rimediare aumenta le percentuali di aliquota, oppure introduce nuovi balzelli, e se la fotografia fiscale della nazione è fasulla alla fine chi paga questi extra? Gli unici onesti, ricchi o poveri che siano. Gli unici la cui dichiarazione dei redditi rispecchia la realtà della loro bottega, o famiglia.

Non c’è da stupirsi che, se siamo un Paese in cui tutti si guardano reciprocamente le spalle, gli olandesi e gli svedesi non si fidino di noi. Ursula Von Der Leyen ci sta facendo un’apertura di credito che le fa molto più onore di quanto traspaia in superficie. Sfidando l’impopolarità dei popoli che l’hanno politicamente allevata, la Presidente della Commissione Europea fa il primo passo: mostra di fidarsi di un paese che non si fida di se stesso.

SCHEI, la rubrica sui soldi, euri, denari, ducati, piotte, cucuzze, fiorini ed affini, a cura di Nicola Cavallini, torna tutti i giovedì su Ferraraitalia.
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In copertina: elaborazione grafica di Carlo Tassi