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Giorno: 21 Luglio 2020

HA VINTO LA VECCHIA EUROPA NEOLIBERISTA
Nonostante gli applausi, l’accordo non apre verso un futuro federalista e solidale

Dopo più di 4 giorni di discussione, alla fine è arrivato l’accordo sul Recovery Fund europeo. L’accordo prevede che siano disponibili sempre 750 miliardi di euro, rimodulati però tra 390 come sovvenzioni a fondo perduto e 360 come prestiti, rispetto ai 500 dei primi e 250 dei secondi, come precedentemente convenuto. Peraltro, all’Italia spetterebbero 82 miliardi di risorse a fondo perduto, 3 in meno della proposta iniziale, mentre i prestiti salirebbero a 127 miliardi, 38 in più, sempre rispetto a prima. Vengono confermati sconti significativi nei contributi al bilancio europeo a favore di Olanda, Danimarca, Svezia, Austria e Germania. Sul rispetto dello stato di diritto, questioni rivolte in primo luogo ad Ungheria e Polonia, ci sono solo affermazioni e procedure generiche.
Cambia, in modo sostanziale, il meccanismo decisionale per accedere a tali finanziamenti: intanto rispuntano le famose condizionalità per cui gli Stati membri devono presentare propri Piani nazionali di ripresa e resilienza (Recovery Plan) che devono rispettare le raccomandazioni che la Commissione produce sulle politiche economiche e sociali dei singoli Stati. In più, la sede decisionale per l’approvazione di tali Piani passa dalla Commissione Europea al Consiglio Europeo, che li assume a maggioranza qualificata, dando così vita al tanto declamato ‘freno a mano’ rispetto alle scelte nazionali.

Tale complesso di decisioni rappresenta un ulteriore arretramento rispetto alle discussioni precedenti, non tanto sulle risorse stanziate, quanto sui meccanismi decisionali e sulle dinamiche che sono state messe in campo.
A differenza della narrazione che è stata presentata dalla gran parte del nostro sistema mediatico, secondo la quale è stata sostanzialmente bloccata l’offensiva dei Paesi cosiddetti ‘frugali’, in realtà quello che è successo è che l’Europa ha fatto un ulteriore passo indietro rispetto alla possibilità di rispondere in modo utile alle questioni che la crisi sanitaria, economica e sociale propone. Mi riferisco in particolare al meccanismo decisionale definito, che, nei fatti, rimette in piedi l’idea di un’Europa che deve controllare chi si discosta dall’ortodossia delle politiche di matrice mercatista e di vincolo del debito e che si basa sulla mediazione intergovernativa, che è quella che esalta le posizioni dei singoli Stati o di coalizione degli stessi.
Infatti, assumere la condizionalità del rispetto delle raccomandazioni dell’Unione europea implica, prima di tutto, ridare centralità al tema del rientro dal debito pubblico, che è stato il faro da cui sono partite le politiche di rigore e austerità dagli anni ‘90 in poi, oggi sospese, ma destinate ad essere ripresentate una volta superata l’attuale fase di emergenza. Basta pensare che anche le ultime raccomandazioni della UE rivolte all’Italia in piena pandemia, nel maggio di quest’anno, oltre ad indicare alcuni provvedimenti per far fronte ad essa, ricordano che “l’Italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi. In particolare l’elevato debito pubblico  e la prolungata debolezza della produttività…”.
Inoltre, il passaggio dell’approvazione dei Piani nazionali dalla Commissione Europea, che, almeno, è organismo che deve essere legittimato dal voto del Parlamento europeo e non rappresenta i singoli Stati membri, al Consiglio Europeo, che, invece, è composto dai capi di Stato e di governo dei 27 Paesi membri ed è  esattamente rappresentativo dei governi nazionali significa proprio legittimare l’idea di un’Europa come assemblaggio di singoli Stati o coalizioni di essi, con la conseguenza di doversi misurare con il possibile potere di veto delle stesse.

Con questo arriviamo alla dinamiche presenti oggi in Europa.
Da una parte, ci sono i Paesi ‘frugali’, la coalizione formata da Olanda, Danimarca, Svezia, Finlandia e Austria. Intanto, bisognerebbe smetterla di continuare ad usare quest’appellativo, che dà un’idea distorta delle posizioni in campo, come se ci fossero i Paesi ‘attenti ai conti’ e quelli, in particolare del Sud dell’Europa, ‘spendaccioni’. Meglio sarebbe definire questa coalizione come quella del ‘neoliberismo nazionalista’, nel senso che essa esplicita un approccio fondato sul dogma dei vincoli di bilancio e sulla preminenza dei singoli Stati nella costruzione europea.
Da qui l’avversione alla concessione di risorse a fondo perduto e l’insistenza sui prestiti (che dovranno essere restituiti) e la sorveglianza sui singoli stati rispetto al loro utilizzo. Del resto, il profilo del loro portavoce, il premier olandese Rutte è esemplificativo al riguardo: ex manager della multinazionale Unilever, strenuo difensore del paradiso fiscale del suo Paese, ben attento a non farsi insidiare dalla forte destra sovranista olandese.

Poi, ci sono i Paesi del cosiddetto ‘blocco di Visegrad’: in testa l’Ungheria, assieme a Polonia, Repubblica ceca e Slovacchia, interessati in primo luogo a mantenere la propria posizione per cui ricevono, anche in tempi ‘normali’, più risorse dall’Europa di quanto ne versano. Soprattutto, usando questo surplus per costruire il proprio consenso interno con vere e proprie politiche antieuropee e lesive dei diritti umani, dal costruire muri rispetto all’immigrazione extracomunitaria ad attaccare stampa e magistratura. Insomma, sono loro I veri “sovranisti”.

Ancora, i Paesi mediterranei: oltre all’Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e, a fasi alterne, la Francia (che non ha perso la velleità di giocare anche il ruolo di partner minore della Germania), che sono quelli che patiscono di più la crisi, provano, anche se in modo confuso, a perorare la causa di un’Europa più solidale e, dunque, accennano ora a politiche che possano mettere in discussione la linea dell’austerità e della centralità del rientro dal debito.
Potremmo denominarli come gli ‘incerti riformisti’.

A tentare di tenere insieme queste spinte contrapposte e anche tatticamente mutevoli, ci prova la Germania, a cui a volte si associa la Francia, che pare aver compreso che, dentro la crisi, è a rischio la stessa tenuta dell’Unione Europea e che, almeno adesso, occorre mettere in campo iniziative in discontinuità con il recente passato. Peccato che ciò sembra avvenire più per necessità che per virtù: insomma, ‘l’arte suprema della mediazione’. Che quindi si traduce nel trovare un punto di equilibrio tra le varie spinte in campo, peraltro molto distanti tra loro, piuttosto che nella capacità di delineare un progetto compiuto per un’altra idea di Europa per il XXI secolo.

Che, invece, è quello di cui avremmo bisogno e di cui continua a non esserci traccia. Del resto, è evidente che stare su questo terreno comporta un cambio di paradigma, una rottura con le scelte che l’Europa ha compiuto da decenni in qua: significa non semplicemente sospendere, ma abolire il Patto di stabilità, quello che ha imposto i parametri stupidi sui vincoli di deficit e debito pubblico, fare della Banca Centrale Europea una reale banca pubblica, costruire politiche che sul serio assumano il lavoro e i diritti come bussola di fondo per delineare un’altra idea di modello produttivo e sociale, modificare i Trattati europei in queste direzioni.
Qui potrebbero dare un contributo i Paesi del mediterraneo, a partire dal nostro. Certo, non aiuta in questo senso il Programma nazionale di riforma, deliberato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 6 luglio, che dovrebbe costituire la base per l’elaborazione del Recovery Plan italiano da portare in Europa. Purtroppo, il piano governativo si muove troppo in continuità con il passato, parla in modo insufficiente di scuola e sanità, enfatizza le grandi opere e la digitalizzazione come vettori di sviluppo e già si pone l’interrogativo centrale di come uscire dal debito pubblico che è stato creato in questi mesi. Anche da qui si può facilmente capire che il futuro non può semplicemente nascere dai governi e dalle mediazioni tra gli stessi in Europa. Solo uno scatto dei movimenti e della società  nazionale ed europea può mettere all’ordine del giorno il cambiamento che è necessario e, senza il quale, non si possono profilare soluzioni adeguate.

Coronavirus, l’aggiornamento: 18 nuovi casi positivi Nessun nuovo caso nelle province di Piacenza, Parma, Ferrara, Imola e Cesena. Due decessi

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia- Romagna

Coronavirus, l’aggiornamento: 18 nuovi casi positivi, di cui 12 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. I guariti salgono a 23.662 (+17), l’81% da inizio crisi. Nessun nuovo caso nelle province di Piacenza, Parma, Ferrara e a Imola e Cesena. Due decessi

Effettuati 5.382 tamponi e 1.411 test sierologici. Restano 6 i ricoverati in terapia intensiva, calano quelli negli altri reparti Covid (85, -6). 1.297 i casi attivi (-1), di cui il 93% con sintomi lievi in isolamento a casa.

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 29.238 casi di positività, 18 in più rispetto a ieri, di cui 12 persone asintomatiche individuate nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.

La gran parte dei nuovi contagi sono riconducibili a focolai o a casi già noti e a persone rientrate dall’estero.

I tamponi effettuati da ieri sono 5.382, per un totale di 583.968. A questi si aggiungono anche 1.411 test sierologici.

I guariti salgono a 23.662 (+17): l’81% dei contagiati da inizio crisi.

I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 1.297 (1 in meno di ieri).

Purtroppo, si registrano due decessi, entrambi nel bolognese (un uomo e una donna). Risalgono ai giorni scorsi e si è dovuto attendere l’esito degli accertamenti sanitari sul contagio da Covid.

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 1.206 (+5). Restano 6 i pazienti in terapia intensiva, scendono a 85 (-6 rispetto a ieri) quelli ricoverati negli altri reparti Covid.

Le persone complessivamente guarite salgono dunque a 23.662 (+17 rispetto a ieri): 197 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 23.465 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.577 a Piacenza (invariato), 3.747 a Parma (invariato), 5.058 a Reggio Emilia (+2, di cui 1 sintomatico), 4.052 a Modena (+2, di cui 1 sintomatico), 5.159 a Bologna (+6, di cui 2 sintomatici); 406 a Imola (invariato), 1.070 a Ferrara (invariato); 1.133 a Ravenna (+2, entrambi sintomatici), 975 a Forlì (+1), 823 a Cesena (invariato) e 2.238 a Rimini (+5). /JF

Lotta al caporalato: dalla Commissione Politiche Economiche approvata all’unanimità la risoluzione di Europa Verde

Da: Gruppo Europa Verde Emilia- Romagna

Lotta al caporalato in Emilia-Romagna: Dalla Commissione consiliare Politiche Economiche dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna approvata

all’unanimità la risoluzione di Europa Verde per contrastare il fenomeno del caporalato.
Silvia Zamboni, Vice Presidente dell’Assemblea legislativa e Capogruppo di Europa Verde: “Esprimo ovvia soddisfazione per l’approvazione, col voto unanime delle forze di maggioranza e di minoranza, della mia risoluzione per contrastare il caporalato nella nostra regione. Spetta ora alla Giunta regionale – come richiesto nella risoluzione – promuovere il Patto per il Giusto Compenso al Lavoro Agricolo coinvolgendo le forze economiche e sociali della filiera”.

Bologna, 21.07.2020 – Nella seduta odierna la Commissione consiliare Politiche Economiche dell’Assemblea legislativa ha approvato all’unanimità, col voto dei partiti di maggioranza e di minoranza, la risoluzione di Europa Verde per contrastare il caporalato nelle campagne emiliano-romagnole.

“Esprimo ovvia soddisfazione per l’approvazione all’unanimità della mia risoluzione, che impegna la Giunta regionale a definire un Patto per il Giusto Compenso al Lavoro Agricolo coinvolgendo le forze economiche e sociali dell’intera filiera agroalimentare – commenta soddisfatta Silvia Zamboni, Vice Presidente dell’Assemblea legislativa e Capogruppo di Europa Verde –. Per contrastare il fenomeno del caporalato nelle campagne le indagini della magistratura e dell’Ispettorato del Lavoro, pur fondamentali, da sole non bastano. Occorre fissare le regole alla base del giusto salario per i lavoratori e del giusto profitto per gli imprenditori per prosciugare il terreno di coltura del lavoro nero e del bracciantato sottopagato, funzionale a mantenere gli odierni dislivelli di forza contrattuale lungo la catena del valore del settore agricolo, dai produttori agli acquirenti finali”.

Per questo, la risoluzione impegna la Giunta da un lato a trovare una soluzione strutturale alla questione del giusto compenso nell’ambito della Consulta agricola regionale, inserendovi l’Ispettorato del Lavoro e la rappresentanza dei produttori agricoli col metodo biologico, che oggi ne sono esclusi; dall’altro a promuovere la costituzione delle sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità quali strumenti di prevenzione delle pratiche di caporalato, rafforzando al contempo i meccanismi premiali da riconoscere alle imprese agricole aderenti alla Rete e da inserire nei futuri bandi del Programma di Sviluppo Rurale per la concessione di contributi regionali.
“In questo modo si potrà rendere il lavoro agricolo socialmente sostenibile e premiare i produttori onesti”, commenta la consigliera Zamboni.
Infine, si chiede alla Giunta di valutare l’opportunità di istituire un marchio di certificazione per i prodotti “liberi dal caporalato”.

Emilia-Romagna virtuosa, la Corte dei conti promuove la Regione

Da: Ufficio Stampa Emilia-Romagna

Emilia-Romagna virtuosa, la Corte dei conti promuove la Regione: risultato di amministrazione con un saldo positivo di 440 milioni, ulteriore riduzione del debito di 41 milioni (236 in cinque anni, -32,5% da inizio legislatura). Bene sanità e lotta al precariato, tasse invariate e alleggerimento del carico fiscale con misure come l’abolizione del superticket e i fondi stanziati per il taglio dell’Irap

Dalla Sezione regionale di controllo arriva l’ok con il giudizio di parificazione sul rendiconto 2019: rispettati i vincoli del pareggio di bilancio. L’assessore al Bilancio, Calvano: “Un ottimo risultato di esercizio, la riduzione dei tempi di pagamento, la riduzione del debito e l’elevata capacità di realizzazione di entrate e spese programmate, sono solo alcuni dei dati che evidenziano un’elevata solidità del bilancio regionale, il cui peso sul Pil regionale è quasi del 10%”

I conti tornano per la Regione Emilia-Romagna, che ha chiuso il 2019 con un saldo di competenza positivo tra entrate e spese di 440 milioni di euro, rispettando i vincoli del pareggio di bilancio e riducendo il debito di altri 41 milioni (oltre 236 in cinque anni, -32,5% da inizio legislatura). Il tutto senza alzare le tasse per cittadini e imprese (anzi la pressione fiscale si riduce nel quinquennio dal 6,62% del 2015 al 6,30% nel rapporto tra entrate tributarie e Pil regionale), con misure in senso opposto come l’abolizione dei superticket sanitari (un risparmio per gli emiliano-romagnoli superiore ai 30 milioni annui) e stanziando i fondi (36 milioni nel triennio 2019-2021) per tagliare l’Irap alle aziende dei comuni montani, azzerandola per tre anni a quelle nuove, riqualificando la spesa senza intaccare la qualità dei servizi. Importante, infatti, la spending review effettuata grazie al ricorso al mercato elettronico per acquisire beni e servizi nella pubblica amministrazione attraverso la centrale unica regionale degli acquisti, l’Agenzia IntercentER: dal 2016, 550 milioni di euro risparmiati solo nella sanità regionale, fondi reinvestiti in edilizia ospedaliera, realizzazione di Case della salute e potenziamento degli organici, con oltre 10 mila assunzioni e stabilizzazioni di medici, infermieri, operatori.
È quanto si ricava dal giudizio di parifica sul rendiconto 2019 della Regione Emilia-Romagna arrivato oggi dalla Corte dei conti, Sezione regionale di controllo.
L’udienza pubblica, presieduta dal presidente della Sezione regionale per l’Emilia-Romagna, Marco Pieroni, si è tenuta questa mattina a Bologna nella Sala Polivalente “Guido Fanti” dell’Assemblea legislativa regionale con la requisitoria del Procuratore regionale Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, e alla presenza della presidente dell’Assemblea legislativa, Emma Petitti, e dell’assessore regionale al Bilancio, Paolo Calvano, in rappresentanza del presidente Stefano Bonaccini.

“Siamo soddisfatti della parificazione accordata dalla Corte dei Conti– ha detto l’assessore Calvano- che evidenzia un risultato della gestione finanziaria e di bilancio della nostra Regione nel 2019. Un ottimo risultato di esercizio, la riduzione dei tempi di pagamento, la riduzione del debito e delle tasse nonché l’elevata capacità di realizzazione di entrate e spese programmate, sono solo alcuni dei dati che evidenziano un’elevata solidità del bilancio regionale, il cui peso sul Pil regionale è quasi del 10%. A maggior ragione la buona gestione del bilancio è fondamentale per lo sviluppo e la crescita della nostra comunità regionale e per fronteggiare al meglio la crisi dovuta al Covid-19”.

Confermata, in attesa del giudizio della Corte Costituzionale, l’eccezione sollevata nel Giudizio del 2019 su una parte della legge regionale del 1982 (la n.58 del 14 dicembre 1982 sull’omogeneizzazione del trattamento previdenziale del personale regionale), abrogata da viale Aldo Moro nel 2015 (con la legge regionale n. 2 del 30 aprile 2015).

Gestione virtuosa
Rispetto alla gestione del bilancio, scorrendo la relazione della Sezione regionale, un ulteriore profilo di efficacia viene sancito dal rispetto dei vincoli di contenimento della spesa regionale relativamente a voci come spese di rappresentanza, missioni, locazioni passive, noleggio autovetture e incarichi di consulenza.
La solidità del bilancio regionale è resa evidente, oltre che dalla disponibilità di cassa anche dall’ammontare complessivo delle risorse accantonate pari a oltre 356 milioni, di fondi utilizzati per la gestione corrente, a partire dal pagamento dei fornitori nei tempi previsti.
Bene anche l’indice di tempestività dei pagamenti delle fatture per transazioni commerciali: la Corte attesta non solo il rispetto medio dei tempi previsti ma anche un ulteriore miglioramento dei risultati conseguiti nel 2019: 12,44 giorni in meno dei 30 massimi fissati per legge.
In riferimento alla gestione del personale, sempre la Sezione regionale della Corte dei conti sottolinea come nel corso dell’esercizio 2018, seguendo le indicazioni previste in sede di parifica 2017, la Regione abbia adeguato il proprio ordinamento in merito all’inquadramento dei Direttori generali e di tutti i dirigenti a tempo determinato in dotazione organica. Ma, soprattutto, abbia completato il primo stralcio del proprio piano per il superamento del precariato, provvedendo a stabilizzare oltre 90 dipendenti a tempo determinato, e adottato il Piano triennale dei fabbisogni di personale che permetterà di completare l’operazione, oltre ad avviare una stagione concorsuale che porterà all’ingresso in Regione di oltre 1.200 nuove persone.
Il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica ha comportato per le regioni anche l’impegno a realizzare maggiori investimenti, rispetto al 2018, di oltre 68 milioni di euro. Obiettivi raggiunto dalla Regione Emilia-Romagna.
Elevata capacità gestionale evidenziata anche dagli indicatori di “performance” finanziaria che rilevano un alto grado di realizzazione delle entrate e delle spese previste (oltre 90%).
Complessivamente, il debito regionale a fine 2019 si attesta ad un importo corrispondente a 490 milioni di euro, con una riduzione, rispetto al 2018, di 41 milioni di euro, e di ben 236 milioni di euro (-32,5%) dall’inizio della legislatura 2015-2019, passando dai 726 milioni di euro nel 2014 a 490 nel 2019. Dato che porta a uno dei livelli di debito pro-capite più basso tra le regioni italiane.
Bene anche il Servizio sanitario regionale, in equilibrio di bilancio, con l’aumento delle prestazioni fornite, investimenti in spazi e strutture ma soprattutto la concreta riduzione delle liste di attesa per favorire un migliore accesso alle prestazioni sanitarie, il tutto in coerenza con gli standard previsti dal Patto per la Salute. /gia.bos.

Copparo: Berco si è fermata per ricordare Diego Benini

Da: Comune di Copparo

L’omaggio di tutta Berco al caporeparto 49enne scomparso mercoledì scorso.

Alle 11 in punto si sono spente le macchine dello ‘Stampaggio1’ di
Berco: tutti insieme i lavoratori hanno tributato un omaggio, con un
minuto di silenzio, a Diego Benini, il loro caporeparto, che mercoledì
scorso ha perso la vita, a soli 49 anni, in un incidente stradale a
Gradizza.
Alla semplice ma toccante cerimonia hanno voluto prendere parte anche il
sindaco di Copparo Fabrizio Pagnoni e i Carabinieri, rappresentati dal
tenente Domenico Marletta.
Martedì 21 luglio, nel giorno delle esequie, in azienda è stato
osservato un minuto di silenzio a metà di ogni turno. «È un momento
terribile – ha affermato l’ad di Berco Piero Bruno -. Diego era e
rimarrà uno di noi. Staremo vicini alla sua famiglia, non lo
dimenticheremo e lo onoreremo perché lo merita». Infine un applauso, nel
cuore del suo reparto, prima dell’ultimo saluto.

TRASPORTO PUBBLICO: ARIVANO I RIMBORSI
Per il mancato utilizzo di Bus e Treni da parte di Studenti e pendolari

e studenti Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

Trasporto pubblico. Bus e treni, arrivano i rimborsi a studenti e pendolari per il mancato utilizzo di abbonamenti e biglietti durante il periodo del lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus. L’assessore Corsini: “Regole condivise con le aziende dei trasporti pubblici e le associazioni dei consumatori”

Via libera della Giunta alla delibera che fissa gli indirizzi rivolti alle aziende di Tpl per uniformare l’applicazione sul territorio regionale di quanto previsto nel Decreto Rilancio

In arrivo i rimborsi agli abbonati e utenti del servizio ferroviario regionale e del trasporto pubblico locale (bus urbani ed extraurbani) per il mancato utilizzo dei titoli di viaggio durante il periodo del lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus. Lo prevede una delibera approvata dalla Giunta regionale che fissa gli indirizzi destinati alle aziende di trasporto pubblico per uniformare l’applicazione sul territorio regionale dell’articolo 215 del Decreto Rilancio, convertito in legge in via definitiva la scorsa settimana dal Parlamento italiano.

“Si tratta di una misura di ristoro sollecitata dalle stesse Regioni- afferma l’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini- che va incontro alle legittime aspettative dei pendolari e, più in generale, degli utilizzatori dei mezzi pubblici, oltre a definire un quadro di riferimento certo ai fini del riconoscimento dei mancati ricavi delle aziende di trasporto pubblico locale. Nella stesura della delibera abbiamo tenuto conto delle osservazioni avanzate dalle stesse aziende di Tpl e dalle principali associazioni dei consumatori dopo un approfondito confronto e vigileremo affinché i rimborsi arrivino nel modo più veloce e senza complicazioni burocratiche ai cittadini interessati”.

Hanno diritto al risarcimento, precisa la delibera regionale, gli studenti e i lavoratori-pendolari titolari di abbonamento mensile e annuale, rispettivamente per il periodo 23 febbraio-3 giugno 2020 e 8 marzo-17 maggio 2020. La richiesta va presentata entro il 30 novembre prossimo all’Azienda di trasporto pubblico che ha emesso l’abbonamento, preferibilmente on line sul portale della stessa azienda, allegando alla domanda l’autocertificazione della condizione di studente, se richiesta.

Il rimborso sarà effettuato mediante l’emissione di un voucher rilasciato al massimo entro 30 giorni dalla richiesta, come disposto dal Decreto Rilancio. L’entità sarà calcolata in rapporto ai giorni di mancato utilizzo dell’abbonamento, sia mensile che annuale. In alternativa, possono richiedere il rimborso in contanti, secondo modalità definite da ciascuna azienda di Tpl, gli studenti under 14 già titolari di abbonamento annuale che a partire dal prossimo mese di settembre non lo pagheranno più per la decisione presa dalla Giunta regionale di renderlo per loro gratuito.

Per quanto riguarda i biglietti ferroviari di corsa semplice acquistati prima dell’8 marzo e con scadenza 8 marzo-17 maggio 2020, sarà riconosciuto un voucher di pari valore. Nessun rimborso invece per i biglietti di corsa semplice e i carnet validi sui bus urbani ed extraurbani in quanto per questi titoli di viaggio non è prevista una scadenza di utilizzo.

I voucher rilasciati dalle aziende di trasporto saranno validi fino ad un anno dall’emissione, sono spendibili in un’unica soluzione, non si possono cedere e vanno utilizzati preferibilmente come sconto sull’emissione di un nuovo abbonamento o per l’acquisto di singoli biglietti o carnet di biglietti.

Regole particolari valgono per alcune tipologie di abbonamento. Per quelli mensili, annuali e annuali per studenti della tipologia “Mi muovo anche in città” è previsto il rimborso per la sola tratta ferroviaria pagata dall’utente. La richiesta di rimborso va presentata all’azienda Trenitalia Tper anche se gli abbonamenti sono stati emessi da Tper. Per gli abbonamenti riconducibili a politiche di “mobility management”, le modalità di rimborso saranno definite direttamente tra società di trasporto pubblico e azienda o altra istituzione convenzionata.

Per quanto riguarda gli abbonamenti ferroviari a tariffa sovraregionale, modalità e misura dei rimborsi dovranno necessariamente essere coordinate a livello nazionale e quindi al momento esulano dagli indirizzi regionali. /G.Ma

Al via domani il viaggio estivo di Radioimmaginaria

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

Giovani e scuola. Al via domani da Castel Guelfo (Bo) e Ferrara il ‘viaggio’ estivo di Radioimmaginaria, la prima web radio italiana gestita interamente da adolescenti. La Regione Emilia-Romagna insieme ai ragazzi, in Riviera e nell’entroterra, per sapere cosa si aspettano dal futuro. L’assessore Salomoni: “Vogliamo parlare con loro e soprattutto ascoltarli, con l’auspicio che da questa iniziativa possa nascere un Focus sulla scuola che per la prima volta veda protagonisti indiscussi gli studenti”

Una tappa al giorno fino al 31 agosto per il tour OltrApe 2020, organizzato dall’assessorato alla Scuola e finanziato con fondi europei. Obiettivo: sentire dalla voce diretta dei ragazzi come hanno vissuto l’isolamento forzato, la scuola a distanza e cosa si aspettano dal rientro sui banchi a settembre

Bologna – Un viaggio estivo in 41 tappe, per incontrare i ragazzi e le ragazze dell’Emilia-Romagna e ascoltare dalla loro voce come hanno vissuto l’isolamento forzato, come stanno passando questa anomala estate, cosa si aspettano dal futuro, a partire dalla ripartenza della scuola a settembre.

Partirà domani mattina alle 8 da Castel Guelfo, in provincia di Bologna, per poi raggiungere Ferrara in tarda mattinata OltrApe 2020, il viaggio dei ragazzi di Radioimmaginaria – la prima web radio italiana gestita interamente da adolescenti – che insieme alla Regione incontreranno tantissimi coetanei per raccogliere dalla loro stessa voce pensieri, riflessioni, desideri. A dare il via all’iniziativa sarà l’assessore regionale alla Scuola, Paola Salomoni.

Da Comacchio ai Lidi ferraresi, da Ravenna a Cervia a Cesenatico, da San Mauro Pascoli a Bellaria, Rimini, Riccione, Cattolica, per passare ai comuni dell’entroterra della Valconca e della Valmarecchia: qui, e in tante altre località della regione dal piacentino al riminese, farà tappa il tour OltrApe 2020, che ricalca il format del viaggio attraverso l’Europa realizzato nel 2019 su una stazione mobile radiofonica caricata su una vecchia Ape car – opportunamente riadattata in chiave green dai ragazzi di Radioimmaginaria – per incontrare Greta Thunberg, giovane paladina dell’ambiente.

La destinazione di questa nuova ‘spedizione’ è più vicina, ma l’obiettivo è quello di andare lontano, insieme. Con questa iniziativa, organizzata dall’assessorato regionale alla Scuola, università, ricerca e agenda digitale e finanziata con risorse del Fondo sociale europeo 2014-2020, la Regione vuole infatti sentire dalla voce diretta dei ragazzi come hanno vissuto l’esperienza della scuola a distanza, che aspettative hanno dal ritorno sui banchi il 14 settembre, come immaginano e cosa vorrebbero dalla scuola di domani, oltre che dal proprio personale futuro.
L’iniziativa voluta dalla Regione, infatti, tiene insieme due finalità: continuare a divulgare e far toccare con mano ai giovani le attività nel settore della Scuola e della formazione, e al tempo stesso acquisire pareri e suggerimenti dalle nuove generazioni, utili per la programmazione futura.

In ogni tappa, che partirà la mattina, la spedizione OltrApe raggiungerà il comune e allestirà la postazione mobile, consegnando al sindaco la bandiera di Radioimmaginaria. I ragazzi andranno poi a caccia dei propri coetanei per preparare la puntata, invitandoli a partecipare a un videogioco durante il quale risponderanno ad alcune domande sulla scuola di oggi e di domani. Ogni giorno alle 14,10 i ragazzi di Radioimmaginaria saranno in diretta con il TG3 regionale per raccontare le tappe di questo viaggio straordinario.

“Un progetto- spiega l’assessore Paola Salomoni- pensato e realizzato dalla Regione con l’obiettivo non solo di parlare alle studentesse e agli studenti, ma soprattutto di sentire dalla loro voce cosa pensano, quali speranze hanno e quali aspettative e desideri ripongono nel futuro, personale e della scuola. Un modo nuovo, ci auguriamo efficace, per parlare ai nostri ragazzi attraverso Radioimmaginaria, con cui abbiamo anche collaborato nell’iniziativa Intervallo 182, che ha riscosso molto successo oltre al plauso della Commissione europea come uno dei migliori progetti finanziato dal Fondo sociale. E proprio grazie a risorse europee destinate alla scuola domani possiamo partire con OltrApe 2020, sperando che da questa iniziativa, che con la collaborazione della Rai farà il giro di tutta Italia, possa nascere un Focus sulla scuola che per la prima volta vede protagonisti indiscussi gli studenti. A loro- aggiunge l’assessore- e in particolare ai ragazzi di Radioimmaginaria che con l’Apecar viaggeranno per tutta la nostra regione intervistando i propri coetanei, va un grande in bocca al lupo. Sarà un piacere per me domani essere con loro alla partenza da Castel Guelfo, alle 8, per salutarli e ringraziarli”.

Le tappe di OltrApe 2020
22/07 Castel Guelfo e Ferrara; 23/07 Comacchio; 24/07 Porto Garibaldi; 25/07 Ravenna; 26/07 Cervia; 27/07 Cesenatico; 28/07 Bertinoro; 29/07 San Mauro Pascoli; 30/07 Bellaria Igea Marina; 31/07 Rimini; 01/08 Verucchio; 02/08 Riccione; 03/08 Montegridolfo; 04/08 Misano Adriatico; 05/08 Cattolica; 06/08 Santarcangelo di Romagna; 07/08 Faenza; 08/08 Reggio Emilia; 09/08 Bobbio; 10/08 Castell’Arquato; 11/08 Busseto; 12/08 Parma; 13/08 Boretto; 14/08 Modena; 15/08 Castelvetro di Modena; 16/08 Porretta Terme; 17/08 Vergato; 18/08 San Giovanni in Persiceto; 19/08 Finale Emilia; 20/08 Sasso Marconi; 21/08 Bologna; 22/08 Riolo Terme; 23/08 Premilcuore; 24/08 Campigna; 25/08 Ridracoli; 26/08 Bagno di Romagna; 27/08 Balze di Verghereto; 28/08 Sarsina; 29/08 Rocca San Casciano; 30/08 Terra del Sole; 31/08 Dozza Imolese.

IntERvallo 182
I ragazzi di Radioimmaginaria avevano già collaborato con la Regione Emilia-Romagna nella fase di emergenza sanitaria per realizzare un programma quotidiano di educazione/intrattenimento a distanza, InteERvallo 182, dedicato ai giovani costretti a casa nel periodo del lockdown. La trasmissione, fatta dai giovani per i giovani, ha trattato molti argomenti, tra cui le opportunità di formazione finanziate dalla Regione con i fondi europei, con l’obiettivo primario di offrire agli studenti a casa da scuola informazioni utili per il proprio percorso di studi. Gli episodi sono stati seguiti da 60mila spettatori e hanno coinvolto attivamente oltre 300 ragazze e ragazzi. La Commissione europea ha inserito IntERvallo 182 tra i progetti di successo finanziati con il Fondo sciale europeo. /EC

Il Prefetto Michele Campanaro incontra il neo Presidente provinciale di Confartigianato Graziano Gallerani

Da: Prefettura di Ferrara

Nella mattinata di oggi, il Prefetto Michele Campanaro ha incontrato, a Palazzo don Giulio d’Este, il neo Presidente provinciale della Confartigianato, l’imprenditore centese Graziano Gallerani, accompagnato dal Direttore Paolo Cirelli.
Nel corso del cordiale incontro sono stati passati in rassegna alcuni dei principali problemi che quotidianamente affliggono le imprese, in particolare quelle artigiane, che rappresentano il 27% del tessuto imprenditoriale complessivo della provincia.
Tra i temi sul tappeto la necessità del rispetto del principio di legalità e l’importanza di un efficace contrasto dei fenomeni di abusivismo.
“La Prefettura è in prima linea a presidio dei circuiti legali dell’economia”, ha sottolineato il Prefetto Campanaro, ricordando le recenti iniziative anti abusivismo commerciale promosse sulle spiagge del litorale comacchiese. “La nostra stella polare resta l’attività di prevenzione ed il contrasto a possibili fenomeni di illegalità o di ingerenze criminali, che andrebbero ad incidere sfavorevolmente sul già provato tessuto economico e sociale in questa fase così delicata per il Paese, di ripresa e di riavvio delle varie attività imprenditoriali a seguito del lockdown correlato alla emergenza epidemiologica da Covid-19. Combattere l’abusivismo significa stare al fianco degli imprenditori che svolgono la loro attività nel rispetto delle regole, garantendo così anche i consumatori”.
Al termine dell’incontro, il Prefetto Campanaro, nel formulare al Presidente Gallerani i migliori auguri di buon lavoro, ha espresso l’auspicio che tra Istituzioni e mondo dell’impresa possano proseguire, con rinnovata sinergia, rapporti di leale collaborazione a sostegno del territorio ferrarese e della sua economia.

Ferrara, 21 luglio 2020

Cultura. Riparte con le notti d’estate di Shakespeare l’attività di Teatro Due di Parma

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

Dopo il lockdown, da stasera nell’ex Chiostro di San Cristoforo tornano gli spettacoli in presenza. Il programma presentato questa mattina a Parma alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura, Felicori

Dopo aver interrotto la propria intensa attività a febbraio, riapre da domani Teatro Due di Parma, con un programma che intende essere per il pubblico un momento di riflessione, dopo lo spaesamento che ha colpito tutti nell’ultimo periodo, individualmente e collettivamente.

Per adeguarsi alla imprevedibilità della situazione che si sta vivendo, come con molti altri teatri italiani, Teatro Due presenterà l’attività di tre mesi in tre mesi, iniziando a settembre all’Arena Shakespeare, per proseguire negli spazi interni del Teatro Due da ottobre fino a dicembre.

L’attività di Fondazione Teatro Due, presentata questa mattina in conferenza stampa a Parma, alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, è realizzata con il sostegno istituzionale di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Comune di Parma, Regione Emilia-Romagna, Fondazione Monteparma e Fondazione Cariparma.

Si riparte dunque da oggi, 21 luglio, e poi a seguire domani e il 23 (ore 19,15) con i Racconti di una notte d’estate, di William Shakespeare, raccontate dagli attori dell’Ensemble Stabile in tre serate negli spazi dell’ex Chiostro di San Cristoforo, in collaborazione con la Fondazione Pizzarotti.

In settembre in Arena Shakespeare suoneranno i virtuosi The 5 DeViles guidati dal violinista svizzero di origini unghero-ucraine Geza Hosszu Legocky (10 settembre). Sempre a settembre (12 e 13) Luca Zingaretti in La Sirena di Giuseppe Tomasi di Lampedusa accompagnato dalle musiche del Maestro Germano Mazzocchetti e Massimo Popolizio che interpreterà La caduta di Troia dal Libro II dell’Eneide di Virgilio con le musiche composte ed eseguite da Stefano Saletti e Barbara Eramo (19 settembre).

In programma anche il teatro civile di Moni Ovadia con Senza Confini – Ebrei e Zingari, un recital di canti, musiche, storie rom, sinti ed ebraiche che mettono in risonanza la comune vocazione delle genti in esilio. Nel modo leggero e ironico di una vecchia “commedia all’italiana”, l’Ensemble Attori di Teatro Due accoglie un testo scritto da Gigi Dall’Aglio per il cinema: In teatro non si muore.
In Tre dialoghi sul potere si ragiona su democrazia, a partire da Ierone o della tirannide di Senofonte, Dialogo sul potere di Carl Schmitt, La cena di Jean-Claude Brisville, a cura di Walter Le Moli.

La pluripremiata compagnia Belgo-cilena Belova-Iacobelli sarà in scena con Tchaïka (5 e 6 dicembre) – liberamente ispirato al Gabbiano di Cechov, mentre la giovane compagnia italiana Teatro dei Gordi in Sulla morte senza esagerare (14 e 15 novembre). Entrambi gli spettacoli, per la loro delicata ironia e per l’universalità del linguaggio dei pupazzi, sono adatti ad un pubblico di adulti e di bambini. Ai bambini sarà poi dedicata anche la ripresa de L’Arcipelago dei Suoni realizzato in collaborazione con La Toscanini, concerti-spettacolo alla scoperta degli strumenti musicali.

La storia dell’arte di Parma, la poesia decadente e simbolista francese dei poeti maledetti e i maggiori miti dell’antichità saranno raccontate agli spettatori dalle voci di prestigiosi esperti e raffinati studiosi: lo storico dell’arte Carlo Arturo Quintavalle parlerà del Il Duomo di Parma, Benedetto Antelami e La via del pellegrino (15, 17 e 24 settembre), il poeta Valerio Magrelli racconterà Baudelaire e Mallarmé, Verlaine e Rimbaud (22 e 23 settembre), mentre i miti di Edipo, Elena, Oreste, Alcesti saranno sviscerati dal filologo Maurizio Bettini, mentre le principali scene dei testi di riferimento vivranno con le letture ad opera degli Attori dell’Ensemble di Teatro Due, (4, 5, 24 e 25 novembre).

Il regista Mark Sieczkarek ha realizzato una vera e propria coreografia cinematografica nel film Malou and Dominique: i due danzatori francesi Malou Airaudo e Dominique Mercy, che hanno ballato i ruoli principali di molti pezzi di Pina Bausch, sono due pilastri fondamentali del Tanztheater Wuppertal fin dalla sua nascita (22 ottobre).

Proseguirà anche la rassegna di appuntamenti con Il Teatro dei Divi, organizzata in collaborazione con Rai Teche e Fondazione Monteparma, riprendendo il settimanale ciclo di proiezioni dei più memorabili spettacoli teatrali degli anni ’50 e ’60 selezionati dall’Archivio Rai.
Riprende in autunno l’attività di formazione rivolta ai professionisti con l’edizione 2020/2021 del Corso di Alta Formazione Casa degli Artisti finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo Sociale Europeo.

Nell’ambito di Parma Capitale della Cultura 2020+21 in collaborazione con Reggio Parma Festival, sarà inaugurata il 26 settembre a Palazzo del Governatore la Mostra Fotografica di Luca Stoppini che ha coinvolto – in un viaggio antropologico con la partecipazione di oltre 100 persone – il Teatro, gli Attori dell’Ensemble di Teatro Due e abitanti della Città meno visibili.
Così l’Orto botanico, la Galleria Nazionale, il Liceo Toschi, ma anche la Stazione ferroviaria, chiese, bar, librerie e altri luoghi di Parma sono stati teatro di un curioso incontro fra gli artisti e i loro “abitanti” abituali, invitati poi ad essere immortalati negli spazi della Fondazione di Viale Basetti.

Tutti gli appuntamenti sono organizzati nel rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza e distanziamento per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19. /BM

Per informazioni e biglietteria: tel. 0521/230242, biglietteria@teatrodue.org

Legalità: Bonaccini: “Non abbassiamo la guardia verso Mafie e criminalità organizzata”

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

Legalità. Insediata la Consulta regionale, il presidente Bonaccini: “La crisi di questi mesi ulteriore pericolo per il nostro tessuto socioeconomico. Non abbassiamo la guardia verso Mafie e criminalità organizzata grazie al lavoro di squadra avviato in questi anni con Prefetture, Forze dell’ordine e inquirenti”

“Grazie e pieno sostegno a Guardia di Finanza, Procura Distrettuale di Bologna e Procura di Rimini per l’operazione di oggi contro la camorra in Romagna e in altre regioni”. Stanziato dalla Giunta un milione di euro per il 2020 per iniziative di promozione della cultura della legalità, soprattutto coi giovani e nelle scuole, e i progetti di recupero dei beni confiscati: 40 quelli già presentati quest’anno in Regione. “Indispensabile dare continuità alle iniziative di cittadinanza responsabile”

Un’Emilia-Romagna che, insieme al resto del Paese, deve poter ripartire in sicurezza, ma anche nella piena legalità. Un obiettivo che la Regione ha sempre tenuto saldo, anche nelle situazioni di crisi precedenti o nelle calamità che hanno colpito il territorio e la sua popolazione.

E’ lo scenario nel quale oggi in Regione si è insediata la Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile, organismo con funzioni conoscitive, propositive e consultive,impegnato sulla prevenzione del crimine organizzato e mafioso e la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile. A farne parte rappresentanti delle istituzioni locali e statali, del mondo del lavoro e dei settori produttivi, della società civile e da esperti degli ambiti professionali, accademici e di volontariato. Oltre al presidente della Regione, dell’Assemblea legislativa regionale e ai presidenti dei Gruppi consiliari presenti nella stessa Assemblea legislativa.

A fine 2016, la Regione Emilia-Romagna è stata la prima ad approvare un Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabile. Per l’applicazione della legge, nel 2020 la Giunta ha stanziato circa 1 milione di euro, destinato alle iniziative di educazione, informazione e sensibilizzazione soprattutto nelle scuole e ai progetti di recupero dei beni confiscati, quest’anno già arrivati a circa 40, da parte di Università, enti locali, associazioni, molti di più rispetto al passato.

“Un segnale positivo, di grande impegno, soprattutto con i mesi di emergenza sanitaria che abbiamo avuto alle spalle- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, intervenuto all’insediamento della Consulta-. Ma è condivisa la preoccupazione che proprio la situazione che stiamo ancora vivendo, oltre a porci di fronte ad una serie di criticità immediate, stia già mettendo in luce un ulteriore pericolo per la nostra economia e il nostro tessuto sociale e produttivo: il rischio concreto che la criminalità organizzata approfitti della situazione di crisi per inserirsi facilmente nel circuito dell’economia legale. E’ di oggi l’ultima operazione della Guardia di Finanza, nello specifico contro la presenza della camorra in Romagna ed estesa ad altre regioni, per la quale ringraziamo le stesse Fiamme Gialle, la Procura Distrettuale di Bologna e la Procura di Rimini: a tutti loro va il nostro pieno sostegno. Mafie, corruzione, criminalità economica e ambientale possono approfittare dell’acutizzarsi delle difficoltà nelle quali versano persone e imprese, per conquistare consenso sociale e riciclare i capitali accumulati illegalmente. Per questo motivo, ci è parso fondamentale dare continuità e riattivare subito nella nuova legislatura le misure a sostegno della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile nel settore dell’educazione e dell’istruzione, gli interventi per la prevenzione dell’usura e per il sostegno delle vittime del racket, oltre naturalmente alle azioni finalizzate al recupero dei beni immobili confiscati e al loro riutilizzo per fini sociali. Proseguendo nel lavoro di squadra che abbiamo rafforzato in tutti questi anni con le Prefetture, le forze dell’ordine e la magistratura, attraverso accordi e protocolli che hanno portato alla massima collaborazione, a partire dai controlli sulla ricostruzione post sisma e il settore degli appalti. Anche per questo- chiude Bonaccini- non abbiamo esitato a stanziare oltre un milione di euro dal bilancio regionale per permettere che si tenesse qui, in Emilia-Romagna, il processo Aemilia contro la ‘ndrangheta, nel quale ci siamo ovviamente costituiti parte civile, fondi necessari ad allestire gli spazi per svolgere le udienze, prima a Bologna e poi a Reggio Emilia. Un no a tutte le Mafie, contro il quale non intendiamo arretrare di un metro”.

Nella riunione della Consulta è emerso come il settore degli appalti pubblici, fondamentale per il rilancio dell’economia nazionale, che vedrà investimenti che riguarderanno tutto il territorio, fino al livello comunale. rappresenti un polo di interessi sociali ed economici particolarmente esposto alle mire della criminalità organizzata.
E poi la ristorazione e i servizi connessi alla persona, tra i settori che hanno più risentito del lockdown e che faranno presumibilmente registrare una significativa diminuzione del fatturato da cui deriva una diffusa mancanza di liquidità, che espone molti commercianti al concreto rischio di usura, con un conseguente pericolo di impossessamento delle attività economiche con finalità di riciclaggio e di reimpiego dei capitali illeciti. Tra i più esposti, in prima fila, gli alberghi, i ristoranti e bar, e va monitorato con le agenzie di controllo il tema dei passaggi di proprietà sospetti.

La Regione Emilia-Romagna per la legalità

La Regione Emilia-Romagnaintende muoversi su quattro piani: la prevenzione, soprattutto continuando a coinvolgere migliaia di giovani nelle scuole; il contributo alla repressione dei fenomeniattraverso iprotocolli di collaborazione con le istituzioni dello Stato, la Magistratura, le Forze di polizia, già sottoscritti con i Tribunali di Bologna e di Reggio Emiliaper una più efficace gestione dei beni sequestrati e confiscati in regione e una maggiore valorizzazione degli stessi. E ancora, ilProtocollo d’intesa per la prevenzione e la repressione dei tentativi di infiltrazione mafiosa nel settore degli appalti e concessioni di lavori pubblici, servizi e forniture e nell’attività urbanistica ed edilizia, di recente rinnovato da tutte le Prefetture-Utg dell’Emilia-Romagna. Quindi la riparazione dei danni causati dalla presenza mafiosa (sono stati già avviati 16 progetti di recupero sociale di beni confiscati assegnati ai Comuni, trasformati in luoghi di alto valore sociale, formativo e ambientale) e, infine,l’intensificazione dei controlli nella filiera degli appalti, dove la Regione è intervenuta in maniera incisiva, in collaborazione con la Prefettura e il Ministero dell’Interno, già nella ricostruzione post-terremoto conle white liste le interdittive antimafia, oltre con la costituzione del Girer, Gruppo interforze ricostruzione Emilia-Romagna. / va.ma.

Caricento: iniziano a calare le richieste di contributi alle imprese

Da: Ufficio Stampa Caricento

Rallentano anche se continuano a salire le richieste di finanziamento entro i 30 mila euro.

Cento, 20 luglio 2020 – Continua a salire il numero degli imprenditori che hanno presentato richiesta di liquidità entro i 30 mila euro come previsto dalla Legge n.40 del 5 giugno 2020 e dal D.L. n 23/20, anche se un rallentamento rispetto al mese di giugno è evidente; in totale sono 1.046 le richieste arrivate da imprese clienti di Caricento e quasi 15 milioni gli importi già liquidati.

“ Nonostante il numero totale delle richieste sia in leggero aumento rispetto all’ultimo aggiornamento di inizio luglio, più dell’80% delle pratiche sono già state deliberate. Teniamo il passo. – ha dichiarato il Direttore Generale, Ivan Damiano – Nell’attuale contesto di difficoltà generato dalla pandemia COVID-19, vogliamo schierarci al fianco delle nostre aziende clienti, ben consapevoli del loro ruolo di motore produttivo e fattore di vitalità del tessuto economico-sociale del territorio in cui operiamo ”.

Per quanto concerne le richieste di moratoria, il numero totale è pari a 2.072 con oltre 270 milioni di euro di crediti congelati di cui circa 44 milioni relativi alla sospensione di prestiti e mutui effettuati da privati.

Stabili le richieste di anticipo cassa integrazione che si attestano a 252, interamente lavorate.

Continua il piano straordinario di pulizia e monitoraggio delle aree del Parco Delta del Po

Da: Ufficio Stampa Madeeventi

Comacchio. Lunedì 20 luglio si è svolta la seconda giornata del piano straordinario di pulizia e monitoraggio delle aree del Parco del Delta del Po, che ha interessato l’area delle Vene di Bellocchio ed in particolare la zona litoranea della foce del canale Gobbino, Riserva naturale dello Stato, inserita nella Stazione Parco Valli di Comacchio. Un’operazione fondamentale per il delicato equilibrio ambientale del Delta e davvero degna di nota perché sono stati i dipendenti del Parco ad prestarsi in maniera del tutto gratuita e volontaria.

Il personale del Parco, coadiuvato dal direttore Pagliarusco, alla presenza del Presidente Viviani e del comitato esecutivo del Parco con la dott.ssa Roncuzzi, in collaborazione con il Corpo Carabinieri Forestali – Nucleo Tutela Biodiversità, ha effettuato la raccolta dei rifiuti dalla spiaggia antistante il bagno Giamaica di Lido di Spina, per proseguire poi lungo tutto l’arenile fino alla foce del canale Gobbino. Sono stati raccolti ben 15 grandi sacchi di rifiuti caratterizzati per più dell’ 80% da materiale plastico, rifiuti derivante dall’emergenza sanitaria, come mascherine e guanti, e altro materiale come pneumatici, bombole del gas e boe. Il materiale recuperato è stato poi raccolto e smaltito dalla ditta preposta, in collaborazione con il personale del Parco.

Sono previste altre due giornate di questo tipo in altrettante zone del Parco fino al mese di settembre, con la finalità di tutelare gli ecosistemi dalla proliferazione dei rifiuti e nello stesso tempo monitorare lo stato ambientale dei luoghi e delle aree Parco di particolare interesse ambientale e conservazionistico.

Questa giornata è stata infatti anche un prezioso momento di monitoraggio dello status della nidificazione del Fratino, tra i più piccoli limicoli nidificanti in Italia e specie tutelata, in quanto negli ultimi anni le sue popolazioni hanno registrato una consistente diminuzione.

Calendario scolastico. L’Emilia-Romagna anticipa: lezioni al via lunedì 14 settembre

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

Calendario scolastico. L’Emilia-Romagna anticipa: lezioni al via lunedì 14 settembre. Il presidente Bonaccini e l’assessore Salomoni: “Una priorità, decisione condivisa con il Tavolo regionale sulla scuola e i sindacati. Al lavoro insieme per assicurare una ripartenza in sicurezza e tranquillità”

La Giunta decide l’avvio un giorno prima rispetto al consueto 15 settembre. Chiusura sabato 5 giugno 2021. Partenza e chiusura valide per le classi del primo ciclo di istruzione e per il secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione. Confermata per le scuole d’infanzia la facoltà di anticipare inizio e termine dell’attività didattica, d’intesa con il Comune di appartenenza

 Lezioni al via, in Emilia-Romagnalunedì 14 settembre, mentre l’ultima campanella suonerà sabato 5 giugno 2021. Queste le date di apertura e chiusura dell’anno scolastico 2020/2021 messe nero su bianco con una delibera dalla Giunta regionale, acquisito il parere della Conferenza regionale per il Sistema formativo.

Si parte, dunque, con un giorno di anticipo rispetto al 15 settembre fissato per l’apertura del calendario scolastico nella delibera n. 353 del 2012, che rimane però valida in tutte le altre parti, compresa la data di stop alle lezioni: il 5 e non il 6 giugno, poiché nel 2021 cadrebbe di domenica.

Le date stabilite per l’avvio e il termine dell’attività didattica sono valide per le classi del primo ciclo di istruzione (elementari e medie) e del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione (superiori) e formazione (IeFP).

Per le scuole d’infanzia, in considerazione della rilevanza e della specificità del servizio educativo offerto, viene confermata la facoltà di anticipare la data di apertura e di posticipare il termine delle attività didattiche, pur con le motivazioni, le modalità e nei limiti previsti dalla delibera del 2012, tra cui: che la scelta risponda alle finalità del piano dell’offerta formativa e alle decisioni degli Organi collegiali della scuola interessata, e sia assunta d’intesa con il Comune di appartenenza.

“Abbiamo ritenuto opportuno- sottolineano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale alla Scuola, Paola Salomoni– d’intesa con i sindacati e tutti i soggetti che partecipano al tavolo regionale, anticipare di un giorno, per quest’anno, l’avvio delle lezioni, tenuto conto delle condizioni nelle quali si è potuta svolgere l’attività scolastica dal 23 febbraio in poi, a causa dell’emergenza Coronavirus. Nel frattempo, prosegue quotidianamente il lavoro con i dirigenti scolastici e tutti gli interlocutori coinvolti per assicurare alle famiglie, al personale della scuola e del sistema formativo e a tutti gli studenti e le studentesse dell’Emilia-Romagna una ripartenza in sicurezza e in tranquillità. Fin dall’inizio abbiamo detto che la riapertura delle scuole a settembre, in presenza, era la priorità, perchè non esiste vera ripartenza senza studenti in aula”.

La delibera sarà pubblicata oggi stesso nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna Telematico e sui siti http://scuola.regione.emilia-romagna.it e http://formazionelavoro.regione.emilia-romagna.it

Cultura. Terza serata autori a corte on web 2020

Da: Organizzatori

Dopo i buoni risultati, con oltre 1200 visualizzazioni ottenute, continua la versione onweb della rassegna letteraria Autori a Corte, saranno di scena mercoledì 22 luglio alle 20.00 Guido Maria Brera con “I Diavoli” (Rizzoli), fonte letteraria della seguita serie tv Sky. Il libro tra distopico e ucronico che mescola presente e futuro sul tessuto della finanza in una Londra bella e crudele. Modera Riccarda Dalbuoni. Alle 21.00 sarà la volta dell’audiobook “Ostaggi” (Edizioni La Carmelina) dell’attore marchigiano Francesco Eleuteri, trasposizione del testo teatrale rappresentato con successo in tutta Italia. Ospite delll’incontro una delle voci recitanti del libro direttamente da Madrid dove risiede, Massimo Ferroni. attore italiano trapiantato in Spagna e star della serie televisiva Una vita, la più seguita in terra iberica.
La serata avrà un preambolo alle 19,15, in collegamento diretto da Ferrara Off teatro l’attore Massimiliano Loizzi presenterà “Maledetta primavera” il suo nuovo romanzo (People edizioni) con una prefazione di Saverio Tommasi, una mezzofazione di Pippo Civati e una postfazione di Lodo Guenzi.

Le dirette son visibili sul canale Youtube di Consorzio Eventi Editoriali, sulla pagina Facebook di Autori a Corte e di estense.com, media partner della manifestazione.

 

Coldiretti: decreto etichetta salva salumi made in Italy

Da: Ufficio Stampa Coldiretti

Storico via libera all’etichetta con l’indicazione di provenienza su salami, mortadella, prosciutti e culatello per sostenere il vero Made in Italy e smascherare l’inganno della carne tedesca o olandese spacciata per italiana. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della firma del decreto interministeriale all’Assemblea a Roma con la partecipazione dei Ministri delle Politiche Agricole Teresa Bellanova e dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, tra gli applausi dei dirigenti dell’organizzazione agricola storicamente impegnata nella battaglia per la corretta informazione sull’origine degli alimenti in Italia ed in Europa. A garantire il distanziamento sociale e la sicurezza di ministri e presidente, due maxi-mortadelle della lunghezza di tre metri.

Le mortadelle, di carne 100% italiana, sono firmate FdAI (Firmato dagli Agricoltori Italiani) grazie all’accordo di filiera fra FdAI e una nota azienda del bolognese.

“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’Italia ha la responsabilità di svolgere un ruolo di apripista in Europa, anche sfruttando le opportunità offerte dalla storica apertura dell’Ue all’obbligo dell’origine con l’indicazione dello Stato membro con la nuova Strategia Farm to Fork nell’ambito del Green New Deal”.

Un obiettivo condiviso da ben il 93% dei cittadini che ritiene importante conoscere l’origine degli alimenti, secondo l’indagine on line del Ministero delle Politiche agricole. Il decreto nazionale interministeriale introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate, dopo che ha avuto il nulla osta da parte della Commissione Europea, per garantire trasparenza nelle scelte ai 35 milioni di italiani che almeno ogni settimana portano in tavola salumi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, ma anche per sostenere i 5mila allevamenti nazionali di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale.

Si tratta di una misura importante anche per fermare le speculazioni con i prezzi dei salumi in aumento del 3,5% al dettaglio mentre secondo un’analisi Coldiretti, dall’inizio della pandemia, le quotazioni dei maiali tricolori si sono quasi dimezzate e scese a poco più di un euro al chilo, mettendo a rischio le stalle e, con esse, la prestigiosa norcineria Made in Italy a partire dai 12,5 milioni di prosciutti a denominazione di origine (Dop) Parma e San Daniele prodotti in Italia.

A preoccupare è l’invasione di cosce dall’estero per una quantità media di 56 milioni di “pezzi” che ogni anno si riversano nel nostro Paese per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy. La Coldiretti stima, infatti, che tre prosciutti su quattro venduti in Italia siano in realtà ottenuti da carni straniere senza che questo sia stato fino ad ora esplicitato in etichetta a vantaggio di Paesi come la Germania e la “frugale” Olanda ma a discapito degli allevatori del Belpaese.

Il decreto sui salumi prevede – spiega Coldiretti – che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”.

La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.

Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

La norcineria – conclude la Coldiretti – è un settore di punta dell’agroalimentare nazionale che contribuisce al prestigio del made in Italy nel mondo grazie al lavoro di circa centomila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi.

vigilanza privata degli stabilimenti balneari. Bergamini e Tomasi: “la Regione crei un fondo”

Da: Ufficio Stampa Lega

«Occorre urgentemente un fondo per sostenere le spese degli operatori balneari, costretti a rivolgersi a guardie giurate e vigilanti privati per sorvegliare le loro proprietà, continuamente preda di ladri e vandali». E’ questo l’accorato appello del consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, e della deputata comacchiese del Carroccio, Maura Tomasi. Perché, come si suol dire, la misura è colma. Gli esponenti leghisti hanno visitato in questi giorni le realtà costiere, toccando con mano le difficoltà, che non sono soltanto quelle della movida di cui si è occupata la Prefettura proponendo gli steward. «Non passa giorno, senza che qualcuno dei miei colleghi sia costretto a segnalare l’incursione di vandali o ladri nelle ore notturne», spiega Renzo Cecchetto, uno dei titolari del Bagno Florida del Lido di Spina. Nei giorni precedenti, anche qui si sono registrati fenomeni inquietanti: giostre per i bambini danneggiate; teloni squarciati, altri segni del passaggio di qualche balordo. Altrove, la situazione non cambia e c’è chi registra qualche furto. «Spesso, persone ubriache si addentrano nelle spiagge quando i locali della zona chiudono. Non sappiamo se si tratta di gesti puramente vandalici o intimidatori, ma resta il fatto che sempre più di frequente dobbiamo confrontarci con questi fatti», dicono esasperati gli operatori. Il costo dei danni, naturalmente, si somma alle perdite di una stagione flagellata dal Coronavirus. L’unico deterrente? «L’utilizzo di vigilanti privati – dicono alcuni operatori della costa – che però costituisce un costo ulteriore. Nessuno viene in nostro aiuto e tenere aperto è sempre più difficile». Fabio Bergamini sta presentando in queste ore un’interrogazione in Assemblea Legislativa per chiedere spiegazioni e, soprattutto, l’istituzione di un fondo apposito, che possa sostenere le spese degli stabilimenti balneari regionali, per contribuire alla vigilanza privata che è ora totalmente a carico degli esercenti, inclusi i costi per chi vigila alla sicurezza dei clienti nell’emergenza Covid. «Un aiuto arriva dal Protocollo istituito da Matteo Salvini, ai tempi in cui era Ministro dell’Interno – dicono Bergamini e Tomasi – e che si chiama “Spiagge sicure”. La misura intende finanziare i 150 comuni costieri impegnati nel controllo delle spiagge, dalla sicurezza al contrasto dell’abusivismo, che costa milioni di euro all’erario. In questa fase storica – avvertono – i controlli si spostano anche sul versante del distanziamento sociale, ma possiamo chiedere che gli stabilimenti provvedano a tutto da soli: la Regione deve fare la sua parte». /(Foto del sopralluogo in uno stabilimento balneare al Lido di Spina)

TEATRI SULL’ACQUA
dal 21 luglio approda a Lido degli Scacchi

Da: Bialystok Produzioni

In viale Alpi Centrali saranno protagoniste la comicità e la destrezza dei Lillipuziani

Teatri sull’Acqua approda a Lido degli Scacchi, per il primo spettacolo estivo nella località: a partire dalle ore 21:15 di mercoledì 22 luglio, in viale Alpi Centrali saranno protagonisti gli artisti della Combriccola dei Lillipuziani, ospiti per la prima volta in assoluto della rassegna, con il loro spettacolo cavallo di battaglia Casino Royal.

Due bizzarri e sfrontati personaggi porteranno in scena un esilarante spettacolo di clownerie e giocoleria, dove l’imprevisto diventerà occasione per intrattenere e stupire. In un crescendo di situazioni comiche e paradossali, tra serpenti svogliati, giocoleria infuocata e improvvisate acrobazie, il capo e il suo maldestro assistente apriranno le porte del fantastico mondo del teatro di strada, coinvolgendo grandi e piccini a partecipare in questo assurdo ed esilarante spettacolo, pronto ad incantare il pubblico di tutte le età.

Il lavoro della compagnia si caratterizza per la sua versatilità, la capacità di improvvisare con il pubblico, e la voglia di mettersi in gioco che li porta ad inserire nei propri spettacoli differenti discipline, adattandole a situazioni sempre differenti.

Il programma proseguirà poi lunedì 27 luglio a Lido di Spina, dove in piazzale Caravaggio la compagnia Le Teste di Legno presenterà lo spettacolo di burattini Fagiolino nel Castello del Mago.

La rassegna è parte del progetto Comacchio Summer Experience, ed è organizzata da Bialystok Produzioni e Made Eventi per il Comune di Comacchio, con la direzione artistica di Massimiliano Venturi. L’ingresso è gratuito e consentito fino ad esaurimento dei posti disponibili; gli spettacoli sono adatti a tutti gli spettatori a partire dai 3 anni di età. Aggiornamenti in tempo reale sulla pagina facebook ‘Comacchio a Teatro’, programma completo sul sito www.comacchioateatro.it. In caso di pioggia o maltempo, gli eventi saranno rimandati a data da destinarsi. Infoline nel giorno di spettacolo

AUTUNNO A SCUOLA: UN RITORNO COMPLICATO
Come costruire un aereo mentre lo si pilota

Nonostante le linee guida la rotta non è segnata; al Ministero dell’Istruzione, al di là dei proclami, si naviga ancora a vista.
Non prende corpo una nuova architettura dell’apprendimento. Metri statici e metri dinamici, software al metro quadro, annunciati e subito soppiantati dalle tradizionali planimetrie.

Ma poi cosa ci andranno a fare insegnanti e studenti in queste aule a prova di distanziamento sociale? La sicurezza è certo la priorità, ma senza un vaccino, o un trattamento efficace contro il Covid-19, nessuno può essere completamente protetto dal rischio.
Le scuole e i loro dirigenti ora si trovano di fronte alla responsabilità di bilanciare salute e sicurezza delle persone con qualità ed efficacia dell’insegnamento/apprendimento. Ma già molte delle opzioni per riaprire le scuole fanno presagire un venir meno degli aspetti più significativi ed efficaci della didattica in presenza, il coinvolgimento degli studenti sui progetti di classe, l’apprendimento collaborativo, l’uso di laboratori. Inoltre discipline come arte, musica, educazione motoria e sportiva rischiano di essere seriamente sacrificate. Mentre si tace sull’insegnamento della religione cattolica, che potrebbe generosamente restituire la sua ora settimanale, due nella scuola primaria, al curricolo di base, mettendo a disposizione i suoi insegnanti per far fronte alle necessità di personale e di recupero prodotte dagli orari contratti.

Ora la ministra avanza l’ipotesi di nominare supplenti studenti non laureati, con quale idea di scuola e di didattica non si sa, riconfermando una preoccupante concezione dell’ istruzione come trasmissione di saperi da una testa all’altra. Forse al ministero si pensa che, non essendo ancora laureati, non potranno domani rivendicare il diritto ad una cattedra, gonfiando ulteriormente le file del precariato.

In definitiva, tempo scuola e qualità della didattica per forza di cose subiranno delle limitazioni. C’è il rischio che sull’apprendimento significativo prevalga l’apprendimento meccanico, che invece di un approccio costruttivista torni in auge quello istruzionalista. Questo perché task force e vari comitati tecnico-scientifici nominati dalla ministra Azzolina di tutto si sono occupati fuorché di quello che si fa a scuola: studio e apprendimento, come si studia e come si apprende.

Soprattutto è stato sottovalutato, più o meno consapevolmente, che il modo in cui  si inquadra una situazione, come minaccia o come opportunità, influisce nel determinare quale poi sarà la risposta.
Ed è proprio la risposta che preoccupa, perché, focalizzando tutta l’attenzione sulla minaccia, si è ottenuto il risultato di favorire irrigidimenti anziché flessibilità, il ritorno alle routine consolidate e l’affidamento al processo decisionale delle gerarchie. La costante inquadratura delle minacce ha finito per soffocare la creatività che sarebbe stata necessaria per rispondere efficacemente alle incognite.

Quanto accaduto questa primavera, quando le scuole hanno dovuto affrontare l’improvvisa chiusura per la pandemia di Covid-19, si può descrivere con l’espressione inglese building the plane as we fly it, ‘costruire l’aereo mentre lo pilotiamo’. Praticamente, nel giro di poche ore, le scuole hanno dovuto piegarsi ad una modalità di insegnamento completamente diversa.
Ma dopo non è mancato il tempo per ripensare la scuola, per preparare i piani per l’autunno, per progettare nuovi scenari e paesaggi di un possibile apprendimento ibrido, in presenza e a distanza, considerato il rischio di chiusure per possibili focolai.

Invece l’impressione che si ricava è che la preoccupazione prevalente, a partire dalle scelte del ministro dell’istruzione, sia stata quella di tornare a fare scuola come prima, con gli schemi e le procedure funzionali ai tempi normali.
Lo sviluppo di piani di apprendimento contingenti al coronavirus avrebbe richiesto un livello più elevato di creatività e collaborazione tra scuola, famiglie e territorio, e soprattutto un modo diverso di strutturare il lavoro. Ma questo non è mai stato all’ordine del giorno della ripresa scolastica autunnale.

Le organizzazioni, che devono sviluppare processi e approcci completamente diversi per affrontare nuove sfide o opportunità, si dotano di team completamente innovativi.
Quando la Toyota produsse la sua prima auto ibrida, non poté utilizzare l’organizzazione del lavoro e i team funzionali alle produzioni precedenti, perché l’ibrido richiedeva un’architettura di prodotto completamente diversa.

Così la nostra scuola, già prima del coronavirus, richiedeva un’architettura differente. Ora che l’ibrido è nuovamente alle porte, sarebbe più che necessario, non solo per far fronte alle incognite legate alla salute, ma per essere attrezzati verso le incognite del futuro.
Invece hanno chiamato il Commissario all’emergenza Arcuri, per collocare tutte le pedine al loro posto e garantire le regole del gioco di sempre. Oltre tre miliardi per una scuola senza lo straccio di un progetto, per mettere in moto una vecchia macchina ingolfata dal precariato e ormai senza destinazione.

Coronavirus. Screening sierologico gratuito per il personale dell’Università di Bologna

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

Coronavirus. Screening sierologico gratuito per il personale dell’Università di Bologna, la soddisfazione dell’assessore Donini: “Un segnale di grande attenzione da parte del mondo accademico, che conferma la collaborazione in atto sin dall’inizio dell’emergenza. Continuiamo a lavorare insieme per individuare e circoscrivere eventuali focolai, soprattutto dove c’è maggiore possibilità di interazione personale” .

Annunciato dall’Ateneo bolognese l’avvio a settembre dei test su base volontaria per tutti i professori, i ricercatori e il personale tecnico-amministrativo in vista della ripresa delle attività didattiche con il nuovo anno accademico 2020/2021

Bologna – Raccoglie il plauso della Regione Emilia-Romagna, per voce dell’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, l’iniziativa dell’Università di Bologna, che ha annunciato per settembre l’avvio di una campagna di screening sierologico – gratuita e su base volontaria – a tutto il personale, in vista della ripresa delle attività didattiche con il nuovo anno accademico.

“L’avvio della campagna di screening sierologico gratuito per tutti i professori, ricercatori e membri del personale tecnico-amministrativo da parte dell’Università di Bologna è un segnale di profonda attenzione da parte del mondo accademico, che accogliamo con grande soddisfazione, e che conferma la collaborazione in atto sin dall’inizio dell’emergenza- sottolinea l’assessore Donini-. La lotta al Covid-19, che vede la Regione impegnata senza sosta, deve continuare ad essere un’azione corale, che unisca i soggetti pubblici e privati in rappresentanza dei propri ambiti di riferimento con un obiettivo comune: quello di garantire, tutti insieme in un’ottica di collaborazione costante, le misure per individuare tempestivamente eventuali nuovi focolai, circoscriverli e spegnerli immediatamente, riducendo sensibilmente il rischio della circolazione del virus in particolare laddove c’è maggiore possibilità di interazione personale”.

Una misura straordinaria, quella messa in campo dall’Ateneo bolognese per ricercare tra il proprio personale l’eventuale presenza di anticorpi contro il Coronavirus Sars-CoV-2, che l’assessore si augura possa costituire un punto di riferimento a livello regionale: “L’auspicio- chiude Donini- è che anche le altre Università dell’Emilia-Romagna possano avviare iniziative analoghe, sapendo di poter contare sempre sul supporto della Regione”.