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Giorno: 24 Luglio 2020

Coronavirus: nuova ordinanza del presidente Bonaccini

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia- Romagna

Il metro di distanza va misurato da bocca a bocca in ogni contesto, sia in spazi chiusi che all’aperto, e limite massimo di 350 partecipanti alle cerimonie religiose: nuova ordinanza del presidente Bonaccini.

Necessario prevedere una modalità univoca di misurare la distanza di sicurezza

Bologna – Il metro di distanziamento quale misura di sicurezza per evitare il contagio da Covid-19, va misurato con la distanza che intercorre dalle rime buccali dei soggetti interessati, ovvero da bocca a bocca. Questo in ogni contesto, sia in spazi al chiuso che all’aperto e caratterizzati da posizioni fisse e prestabilite.

E’ quanto prevede la nuova ordinanza firmata oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ritenuto necessario prevedere una modalità univoca di misurare tale distanza.

Inoltre, il provvedimento ridetermina il numero massimo dei partecipanti alle cerimonie religiose, dato dalle sedute utilizzabili al fine di garantire il distanziamento in considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, ma in ogni caso nel limite massimo di 350 persone. Questo in omogeneità con quanto già disposto per cinema, teatri e luoghi dedicati agli spettacoli.

Coronavirus, l’aggiornamento: 63 nuovi casi positivi. Due nuovi decessi.

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia- Romagna

Dei nuovi casi, il 75% tra Modena, Bologna, Reggio Emilia e Rimini in focolai individuati e circoscritti. Effettuati 5.999 tamponi, e il totale supera i 600mila, e quasi 1.500 test sierologici. 1.372 i casi attivi (+22), di cui il 93% con sintomi lievi in isolamento a casa

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 29.413 casi di positività, 63 in più rispetto a ieri, di cui 45 persone asintomatiche individuate nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.

Quasi il 75% dei nuovi contagi (47 su 63) si concentra oggi nelle province di Modena (14), Bologna (13), Reggio Emilia (11) e Rimini (9), e si tratta per la maggior parte di contagi riconducibili a focolai già noti o all’attività regionale di prevenzione attraverso i controlli avviati sul territorio, nei comparti della logistica e delle carni, sui rientri dall’estero. Una rete che dimostra di funzionare, se si pensa che oltre la metà dei nuovi casi (36) si trovava già in isolamento al momento del tampone, grazie appunto all’azione regionale attraverso le strutture sanitarie.

In provincia di Modena, 4 casi sono riconducibili al focolaio già circoscritto in un prosciuttificio e altri 4 contagi sono stati rilevati grazie allo screening promosso dalla Regione sugli operatori impiegati in questo settore. Quattro casi infine sono riconducibili al focolaio, già noto, di una giovane rientrata da una vacanza a Riccione.

In quella di Bologna sono legati a un focolaio già noto in una azienda della logistica 4 nuovi contagiati, che si trovavano già in isolamento, mentre 2 positivi sono stati identificati grazie all’operazione regionale di screening per i lavoratori della logistica.

In provincia di Reggio Emilia, più della metà dei casi (6) sono riconducibili a focolai familiari per cui era già stato disposto dalle autorità sanitarie l’isolamento.

In quella di Rimini, infine, 8 casi sui 9 totali riguardano lavoratori stranieri di una ditta della logistica nell’ambito di un focolaio circoscritto e sotto controllo. Tutti i nuovi contagiati si trovavano infatti già in isolamento. (RIPETIZIONE CORRETTA: In quella di Rimini, infine, 8 casi sui 9 totali riguardano lavoratori stranieri di una ditta della logistica nell’ambito di un focolaio circoscritto e sotto controllo. Tutti i nuovi contagiati si trovavano infatti già in isolamento).

Tra i rimanenti casi, sono 5 quelli di persone di rientro dall’estero identificati grazie al doppio tampone previsto dalla Regione durante l’isolamento fiduciario, mentre un altro asintomatico è stato diagnosticato grazie ai controlli che vengono effettuati in previsione di viaggi all’estero.

tamponi effettuati da ieri sono 5.999, per un totale di 603.288. A questi si aggiungono anche 1.464 test sierologici.

guariti salgono a 23.758 (+39): l’81% dei contagiati da inizio crisi. I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 1.372 (22 in più di ieri).

Purtroppo, si registrano due decessi: si tratta di due uomini, uno della provincia di Bologna e uno di quella di Rimini.

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 1.289 (+24). Scendono a 4 i pazienti in terapia intensiva (-2 da ieri), restano 79 quelli ricoverati negli altri reparti Covid.

Le persone complessivamente guarite salgono a 23.758 (+39 rispetto a ieri): 188 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 23.570 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.579 a Piacenza (+1), 3.754 a Parma (+2), 5.075 a Reggio Emilia (+11, di cui sei sintomatici), 4.084 a Modena (+14, di cui quattro sintomatici), 5.208 a Bologna (+13, di cui tre sintomatici); 418 a Imola (+2, entrambi sintomatici), 1.079 a Ferrara (+1);  1.141 a Ravenna (+4, di cui uno sintomatico), 980 a Forlì (+3, di cui uno sintomatico), 827 a Cesena (+3) e 2.268 a Rimini (+9, di cui uno sintomatico). /JF

Formula 1. Imola riaccende i motori: il 1^ novembre si corre il Gran Premio dell’Emilia-Romagna. 

Da: ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

Formula 1. Imola riaccende i motori: il 1^ novembre si corre il Gran Premio dell’Emilia-Romagna. Ufficiale il ritorno sul Santerno del mondiale di F1 dopo 14 anni. Bonaccini: “Un risultato straordinario e una grande opportunità. Abbiamo fatto parlare i fatti: grande lavoro di squadra per una vittoria del territorio”

La Federazione Internazionale sancisce il raggiungimento dei massimi standard qualitativi e di sicurezza dell’impianto, dopo i lavori fatti. Nel 2006 l’ultima gara, con la vittoria di Michael Schumacher. L’obiettivo raggiunto grazie al lavoro corale di Regione, istituzioni locali e Formula Imola Spa

Formula 1 Emirates Gran Premio Emilia-Romagna”: si correrà a Imola il prossimo 1^ novembre, riportandoil rombo dei motori dell’automobilismo mondiale sul circuito ‘Autodromo internazionale Enzo e Dino Ferrari’. La prima edizione del GP dell’Emilia-Romagna figura nel calendario internazionale della seconda parte della stagione di F1 ufficializzato oggi dalla Federazione Automobilistica Internazionale (FIA), facendo così segnare un’importante vittoria per il territorio: Regione, istituzioni locali, Formula Imola.

I via libera ufficiali di Liberty Media Corporation e della FIA riconsegnano al circuito cittadino della Città di Imola una tappa del circus mondiale della Formula 1 dopo 14 anni di assenza e a 40 dalla sua prima competizione come campionato mondiale.

L’appuntamento con il GP arriva quando – dopo la realizzazione degli interventi che hanno adeguato il tracciato cittadino ai massimi standard qualitativi e di sicurezza richiesti – la FIA ha inviato a Formula Imola, la società che gestisce l’impianto, la documentazione per il rinnovo dell’omologazione di grado 1 della pista, aprendo così la possibilità di organizzare gare della massima serie automobilistica nel circuito del Santerno.

Un obiettivo, quello di ospitare di nuovo la Formula 1 a Imola, che è stato raggiunto grazie alla determinazione, passione e caparbietà di tutta la squadra di Formula Imola, supportata dalla Regione e dalle istituzioni locali, che hanno lavorato in totale sintonia per riportare il circuito, intitolato a Enzo Ferrari e a suo figlio Dino, sul palcoscenico del massimo campionato a quattro ruote.

“Abbiamo fatto parlare i fatti- afferma il presidente della Regione, Bonaccini-. Lavorando insieme, facendo ognuno la sua parte in un efficace gioco di squadra, abbiamo riportato nella terra della velocità il Gran Premio di F1. Dopo il doppio appuntamento di settembre a Misano di MotoGP, un altro successo straordinario per l’Emilia-Romagna dello sport, del turismo e dei grandi eventi che vuole ripartire e vuole tornare a vincere dando il meglio di sé e mostrando il meglio di sé, a partire dalla passione, dal talento, dall’accoglienza e dalla grande capacità ricettiva. Oltre alla soddisfazione, c’è anche l’orgoglio di una manifestazione mondiale che, per la prima volta, è identificata con il nome non di una città o di una nazione, ma di un territorio regionale: il Gran Premio dell’Emilia-Romagna. Una regione che con la sua Motor Valley, unica al mondo, rappresenta la storia e soprattutto il futuro dell’automotive. Un risultato impensabile fino a qualche mese fa- chiude il presidente della Regione-, frutto della nostra caparbietà. Non ci siamo voluti arrendere nemmeno di fronte alla pandemia e abbiamo lavorato insieme ai territori, nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza a garanzia della salute dei piloti, dei loro team e degli organizzatori, per realizzare un evento indimenticabile. Tutti insieme, lo ripeto, abbiamo agito coi fatti, come siamo abituati a fare qui”.

“È una grande soddisfazione il ritorno del GP di F1 a Imola. La città – sottolinea il Commissario straordinario al Comune di Imola, Nicola Izzo – aspettava da 14 anni questo evento ed il Comune ha auspicato e sostenuto questo ritorno. La F.1 ripone Imola alla ribalta nel mondo e l’autodromo di Imola riacquista il ruolo dovutogli nella storia del motorismo automobilistico. È un importante risultato anche per il mondo produttivo, certo il modo più emozionante per ripartire dopo il dramma del lockdown, un risultato che è il frutto di un gioco di squadra che ha visto, insieme al Comune, la piena sintonia di Con.Ami e Formula Imola Spa ed il pieno e convinto supporto della Regione Emilia-Romagna ed in particolare del Presidente Bonaccini e dell’assessore Corsini”.

“Imola è tornata. È per noi imolesi- sottolinea il presidente di Formula Imola, Uberto Selvatico Estense– estremamente emozionante rivivere la Formula 1 nel contesto della regione più appassionata dei motori nel mondo, culla delle più famose case automobilistiche sportive della storia. Ringrazio per questa opportunità Chase Carey e la FOWC, insieme alla FIA e ovviamente la Regione Emilia-Romagna, senza il cui supporto non sarebbe stato possibile far diventare il sogno realtà”.

“Il ritorno del GP di F1 a Imola – afferma Fabio Bacchilega, presidente Con.Ami – è un risultato molto importante per tutto il nostro territorio, in termini di visibilità internazionale e di ricadute economiche. Questo risultato, di cui siamo particolarmente contenti, è stato possibile grazie ad una regia istituzionale che ha visto lavorare in pieno accordo enti a tutti i livelli, da quello locale a quello regionale e nazionale, con una totale unitarietà all’interno del Con.Ami. Un ringraziamento particolare va alla Regione Emilia-Romagna, al Comune di Imola ed alla società Formula Imola”.

Il Gran Premio dell’Emilia-Romagna rappresenta una straordinaria vetrina internazionale per l’intero territorio regionale, un’altra opportunità di valorizzazione delle eccellenze e delle bellezze presenti in ogni settore, pensando anche ai tantissimi appassionati di questo sport in Italia e in ogni Paese.

“Il ritorno del GP a Imola dopo 14 anni- aggiunge l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini-rappresenta uno straordinario evento per la nostra terra. Un lavoro corale che ci ha permesso di raggiungere l’obiettivo, anche grazie alla disponibilità di Liberty Media Corporation, la società americana proprietaria e detentrice della competizione motoristica della Formula 1. Una opportunità anche sul piano della comunicazione e del marketing per la promozione del brand Emilia-Romagna a livello planetario senza dimenticare, a prescindere dalla presenza o meno del pubblico che oggi non possiamo ancora prevedere, la grande ricaduta economica sull’intero territorio regionale”.

Il circuito rinnovato

L’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari ha ospitato la Formula 1 l’ultima volta nel 2006. Nello stesso anno sono iniziati i lavori di ricostruzione e ammodernamento, che si sono protratti per tutto il 2007. L’area dei box è stata totalmente ricostruita; l’unico edificio sopravvissuto è la storica ed ex Torre Marlboro (ora sponsorizzata Aruba). I lavori di modifica al tracciato, eseguiti sotto la direzione dell’architetto Hermann Tilke hanno portato all’eliminazione della Variante Bassa per le auto. Nel corso degli anni si sono susseguiti i lavori per adeguare la pista agli standard sempre più alti richiesti per ospitare gare a livello internazionale. Questo ha portato all’ottenimento della Licenza di Grado 1 necessario per ospitare la Formula 1.

40 anni di storia e di campioni

Ricordiamo che la storia del Campionato Mondiale di Formula 1 a Imola è iniziata nel 1980, quando l’autodromo ospitò il Gran Premio d’Italia in sostituzione di Monza. Dall’anno seguente iniziò l’epopea del GP di San Marino, 26 edizioni dal 1981 al 2006, gare che hanno scritto pagine leggendarie nella storia del motor sport. Basta scorrere l’albo d’oro per rendersi conto dei piloti che hanno scritto il loro nome nell’albo d’oro dei vincitori: Nelson Piquet, Didier Pironi, Alain Prost, Patrick Tambay, Elio De Angelis, Ayrton Senna, Nigel Mansell, Riccardo Patrese, Damon Hill, Heinz-Harald Frentzen, David Coulthard, Fernando Alonso e Michael Schumacher, vincitore per ben sette volte, tra cui l’ultima nel 2006.

 

Fondi del Basso ferrarese, l’Assessore Calvano incontra il Sindaco di Riva del Po e le imprese del territorio.

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

L’Assessore Calvano: ”Sosteniamo economicamente le aree interne e semplifichiamo le procedure per le imprese” 

L’Assessore regionale nella giornata di Venerdì ha incontrato il Sindaco di Riva del Po, Andrea Zamboni, per raccogliere le richieste del territorio.  L’Amministrazione Comunale ha chiesto sostegno, in particolare, per gli investimenti sulle due aree golenali -Ro e Serravalle – trovando pieno sostegno da parte della Regione.

Infatti, come evidenziato dall’Assessore Calvano “Con l’approvazione dell’Assestamento di bilancio ci saranno risorse straordinarie per i Comuni delle aree interne e la volontà del Comune di Riva del Po di investire sulla due aree golenali in chiave turistico ambientale è coerente con gli obbiettivi che la Regione si è data in termini di sostegno agli enti locali. La Regione è pronta a fare la sua parte.”

In seguito, l’Assessore ha poi visitato alcune aziende del territorio: CiErre, EmilPress e CAPA. Anche in questo caso per esprimere la vicinanza della Regione rispetto a chi ha deciso di investire nel territorio del basso ferrarese.

“Non dobbiamo garantire solo sostegno economico – commenta Calvano – ma anche essere impegnati nella semplificazione burocratica a favore di cittadini e imprese, in modo tale che la volontà di investimento si possa tradurre rapidamente in interventi reali”.

Infine, la giornata si è conclusa con l’incontro tra l’Assessore al Bilancio regionale e Anna Cinzia Trapella, responsabile della Casa Protetta di Serravalle. Durante l’incontro, Calvano ha ringraziato la Dirigente per l’impegno profuso durante la fase emergenziale dovuta al Coronavirus, che ha permesso alla struttura di rimanere Covid-Free, grazie anche ad atteggiamenti lungimiranti ed adeguati da parte di chi gestisce la struttura.

Agricoltura. Più liquidità alle imprese grazie agli anticipi sui pagamenti Pac

Da: Agenzia Stampa Emilia-Romagna

 

Agricoltura. Più liquidità alle imprese grazie agli anticipi sui pagamenti Pac (Politica agricola comunitaria): la Regione ha già erogato oltre 105 milioni di euro a più di 15mila imprese.

L’assessore Mammi: “Le nostre imprese hanno bisogno di liquidità e bene ha fatto il Governo a fissare entro fine luglio la possibilità di ricevere gli anticipi Pac fino al 70%, per una boccata d’ossigeno davvero utile e necessaria. Liquidate oltre 15mila domande, grazie anche alla collaborazione con Agrea e con le associazioni degli agricoltori. Semplificazione e digitalizzazione strumenti concreti per migliorare l’efficienza dei servizi nella pubblica amministrazione”

 A seguito della situazione di emergenza dovuta alla pandemia, il Governo attraverso il Decreto Rilancio ha introdotto alcune novità sugli anticipi dei pagamenti Pac (Politica agricola Comunitaria): la più importante è la possibilità di erogare l’anticipo entro il 31 luglio 2020, e inoltre sono state definite due distinte procedure di anticipazione dei contributi da assegnare agli agricoltori, alternative tra loro e a scelta dell’azienda agricola.
La prima (domanda Dma) prevede l’erogazione del 70% del valore della domanda unica 2020 in regime de minimis; la seconda (domanda Das), prevede l’erogazione del 70% del valore dei titoli Pac come aiuto di Stato rientrante nel Quadro temporaneo Covid-19 stabilito dalla Commissione europea.

In Emilia-Romagna sono state oltre 16 mila le domande presentate ad Agrea da parte delle imprese agricole entro il 30 giugno. Imprese agricole e agricoltori hanno presentato attraverso gli sportelli dei Centri di assistenza agricola 14.456 domande secondo la prima modalità e 1.871 presentate attraverso la seconda opzione, per un totale di 16.327 domande complessive, di cui 15.845 autorizzate e già liquidate, per un valore complessivo di oltre 105milioni di euro.

“Le nostre imprese agricole hanno bisogno di liquidità e bene ha fatto il Governo a fissare entro fine luglio la possibilità di ricevere gli anticipi Pac fino al 70%, per una boccata d’ossigeno davvero utile e necessaria- ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi-. La Regione si è dimostrata virtuosa, lavorando tempestivamente con Agrea alla liquidazione di oltre 15mila domande per un valore che supera i 100milioni di euro, un risultato di tempestività ed efficienza che è stato accolto molto positivamente dalle imprese agricole. Questo risultato dimostra che miglioramento dei processi di semplificazione e la digitalizzazione sono davvero strumenti concreti per l’efficienza dei servizi nella pubblica amministrazione, e lavoreremo perché questo processo che abbiamo messo in campo, continui a mantenere performance di qualità a prescindere dalle situazioni di emergenza come quella che abbiamo passato. Vorrei ringraziare tutti i tecnici che ci hanno lavorato, per la competenza e la capacità di dare risposte alle necessità del settore agricolo regionale”. /OC

Copparo: processo Cinzia Fusi

Da: Comune di Copparo

 

Dichiarazione del sindaco Fabrizio Pagnoni circa l’ammissione del Comune
di Copparo come parte civile nel processo per l’omicidio di Cinzia Fusi.
«Prendo atto con soddisfazione dell’ammessa costituzione come parte
civile del Comune di Copparo, nonostante l’opposizione della difesa
dell’imputato. La decisione del giudice conferma evidentemente la giusta
scelta dell’Amministrazione di intraprendere tale iniziativa: la
comunità è stata duramente colpita da questo tragico evento. Ora
attendiamo fiduciosi lo svolgersi dell’iter giudiziario, che seguiremo
con attenzione, ad ulteriore testimonianza della concreta vicinanza alla
famiglia di Cinzia».

CNA: le categorie taxi e NCC auto proclamano lo stato di agitazione

Da: CNA Ferrara

 

l settore del trasporto pubblico non di linea è tutt’altro che marginale: operano al suo interno quasi 4.000 persone più l’indotto che consegue da queste attività. Nella nostra Regione il settore rappresenta circa il 3% della mobilità complessiva delle persone. Attraverso una lettera inviata il 22 luglio al Presidente della Regione Stefano Bonaccini, all’Assessore di diretta competenza Andrea Corsini, ai Sindaci dei Comuni capoluogo e ai Prefetti della regione, le sigle rappresentative della categoria hanno proclamato lo stato di agitazione.

In Emilia-Romagna il settore del trasporto pubblico non di linea, occupa circa 3.000 persone, tra titolari di licenze taxi e autorizzazioni di noleggio con conducente, a cui bisogna aggiungere circa 700 addetti (tra sostituti e collaboratori), e almeno 200 dipendenti tra le varie cooperative e consorzi presenti in Regione, i cui posti di lavoro potrebbero essere messi a rischi dal prolungarsi delle difficoltà per gli operatori del trasporto pubblico non di linea.

La categoria dei tassisti e del noleggio con conducente versa in una profonda crisi, poiché da oltre 4 mesi si trova ad operare in condizioni di evidente rimessa economica a causa della flessione della domanda di trasporto, arrivata a toccare il 90% nei mesi di marzo e aprile. Una crisi che è perdurata anche nei mesi di maggio, giugno e luglio, seppur mostrando segni una lenta ripresa gli scenari per il prossimo futuro disegnano situazioni molto distanti da un ritorno alla normalità, che non potrà avvenire prima di un anno.

Pur operando in rimessa, con senso di responsabilità e correndo tutti i rischi di contagio da Covid-19 i tassisti e i noleggiatori con conducente non si sono mai fermati rispettando gli obblighi di servizio previsti per le attività pubbliche ed essenziali e restando a disposizione dei cittadini bisognosi, seppur con modalità di turnazioni che hanno previsto un numero di giornate lavorative e di orari fortemente ridotti rispetto a quelli ordinariamente previsti.

“Ad oggi – interviene il Presidente del Consorzio Taxisti Ferraresi di CNA FERRARA Davide Bergamini – nessun provvedimento specifico a sostegno e a tutela della categoria è stato adottato dalle Istituzioni, a nessun livello, dimenticando l’importanza strategica di un settore che è integrativo al trasporto di linea, a dimostrazione di ciò a Ferrara si contano ad oggi 54 taxi. La categoria dei tassisti e del noleggio con conducente opera in maniera significativa nella filiera del turismo, ma non beneficia neppure degli interventi riconosciuti a questo settore, con il rischio di portare al fallimento un sensibile numero di aziende. Si aggiunge a ciò il fatto che tuttora si osserva ancora l’”orario COVID” con un dimezzamento della flotta del 50% e con la centrale aperta 6 ore invece che 12 ore portando ad un calo significativo delle corse compreso tra l’85% e il 90%”. 

“È già da ora evidente – continua Bergamini – che una parte importante della categoria non sarà in grado di onorare i pagamenti moratorie di contributi, finanziamenti e leasing che si stanno avvicinando, con evidenti ricadute negative su tutto il sistema”.

Le Associazioni di rappresentanza della categoria hanno avanzato la richiesta di valutare politiche attive per incentivare la domanda di trasporto, attraverso l’emissione di buoni mobilità o modalità affini, inclusi benefici per le aziende quali la detassazione dei servizi di mobilità dei dipendenti.

Nonostante un’interlocuzione avviata con l’Assessore regionale ai trasporti Andrea Corsini da cui è stata ottenuta la disponibilità a intervenire su politiche di rilancio della domanda, ad oggi non è ancora noto come e quali siano le risorse realmente a disposizione.

“Come conseguenza di questa grave situazione – conclude Bergamini – le Associazioni di categoria rappresentative a livello regionale del servizio taxi e del noleggio con conducente hanno invitato il Presidente Stefano Bonaccini a farsi parte attiva con il Governo per l’adozione di provvedimenti che tengano in debita considerazione il comparto e permettano alle imprese di superare il momento di crisi e l’Assessore regionale Andrea Corsini a definire con urgenza gli interventi da adottare per il rilancio della domanda e l’entità economica delle risorse che possono essere messe a disposizione”.

La comunicazione è stata fatta attraverso una lettera inviata all’Amministrazione Regionale e alle varie Amministrazioni comunali e Prefetture coinvolte con la quale è stata formalizzata la proclamazione dello stato di agitazione del settore a far data dal 22 luglio 2020.

Copparo: conseguenze maltempo

Da: Comune di Copparo

 

Il forte maltempo ha risparmiato le frazioni, ma ha colpito la zona sud
occidentale di Copparo, dove è stata superata soglia 30mm/ora
registrando 38,6 mm di pioggia alle 12.
Si sono accumulati importanti quantitativi di acqua nelle vie XX
Settembre, da sempre problematica, Matteotti, Gramsci e Galvani, tutte
chiuse temporaneamente, grazie all’intervento di Patrimonio e Polizia
Locale, per consentire il deflusso. Si sono risolti invece senza
necessità di chiusura gli accumuli in via Colombo, nel piazzale di via
Torricelli e nel tratto iniziale di via Agnelli.
Una situazione problematica si è registrata in via Michelangelo, dove si
è allagata un’autofficina.
I Vigili del Fuoco sono intervenuti sulla SP2 richiedendo l’ausilio
delle autopompe Cadf per liberare la strada dall’acqua e per
l’allagamento di un garage di via Idris Ricci.

Regione: il presidente Bonaccini riceve l’ambasciatore d’Israele Dror Eydar

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

La prima regione visitata dall’alto diplomatico dopo la fine del lockdown. Condivisa l’intenzione di proseguire nella collaborazione in ambito manifatturiero e delle filiere ad alta tecnologia, a partire dal settore dei big data

 Questa mattina, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha ricevuto l’ambasciatore d’Israele in Italia, Dror Eydar. Un’occasione per rinsaldare le relazioni e tracciare nuove occasioni di collaborazione, in particolare nell’ambito dei programmi accademico-scientifici già in essere tra l’ Emilia-Romagna e Israele.

L’Emilia-Romagna è la prima regione che l’ambasciatore Eydar – accompagnato dalla vice-ambasciatrice Ofra Farhi – visita dopo la fine del lockdown. Durante l’incontro, sono state ricordate le diverse iniziative di solidarietà, morale e concreta, messe in atto da Israele verso il nostro Paese nel corso della pandemia. A cominciare dall’illuminazione ‘tricolore’ proiettata a marzo sulle Mura di Gerusalemme e sulla facciata del Palazzo del Comune di Tel Aviv, così come in altre città: Beer Sheva, Petah Tikva e Netanya. E’ stata condivisa l’intenzione di proseguire nella collaborazione in ambito manifatturiero e delle filiere ad alta tecnologia, a partire dal settore dei big data, un percorso iniziato nel 2018 con la missione dell’allora assessore Patrizio Bianchi finalizzata a incontrare università e centri di ricerca israeliani, tra i più avanzati al mondo.

“Ringrazio l’ambasciatore per la visita e la solidarietà mostrata alla nostra comunità regionale nei momenti più difficili della pandemia”, le parole del presidente Bonaccini: “Israele è un interlocutore importante e ci sono tutte le premesse per rinsaldare una collaborazione che in questi anni ha già dato risultati proficui che intendiamo confermare e sviluppare”.

“Al culmine della crisi- sottolinea l’ambasciatore Eydar– noi dell’Ambasciata d’Israele abbiamo seguito da vicino ciò che stava accadendo in Emilia-Romagna. Sono felice dell’incontro di oggi, e spero che il nostro Paese possa contribuire con ciò che serva, a partire da dotazioni tecnologiche, nella nuova situazione”.

Note e letture d’estate: due serate extra al Giardino delle Duchesse

Da: Ufficio Stampa LiFe

 

Saranno due gli incontri fuori programma della rassegna “Note e letture d’estate” promossa
dall’Associazione LiFe che si terranno al Giardino delle Duchesse.
Incontri voluti dall’Amministrazione comunale e dai gestori dei locali, che da qualche
settimana fanno rivivere il giardino con le loro distese, per valorizzare ancora di più il piccolo
gioiello verde nel cuore della città.
“La cultura premia sempre”, asserisce il presidente di LiFe Giorgio Ferroni “e siamo felici di
poter dare risalto ad un luogo così meraviglioso e ancora poco conosciuto e sfruttato. Per
l’occasione illumineremo il Giardino delle Duchesse con giochi di luci in modo da renderlo
ancora più magico.
Il primo incontro si terrà mercoledì 29 luglio alle 19:00: una chiacchierata sull’importanza
della nutrizione come miglioramento dello stato di salute per il benessere a lungo termine
con Gianmarco Pellegrini, autore di “Verso la nutrizione perfetta” e “Verso la macchina
perfetta”.
A seguire, esibizione live del gruppo folk italiano Cranchi, capitanato dal cantautore
Massimiliano Cranchi.
Giovedì 6 agosto, sempre alle 19:00, sarà presentato in anteprima nazionale il libro “Da
straniera a cittadina” con l’autrice Ithoan Enehikhare, giovane ragazza nigeriana.
Alle 21:00 terrà compagnia l’allegria trascinante e raffinata dei Nao Sonamu.
“Ringrazio l’associazione LiFe” dichiara l’Assessore alle Attività Produttive Angela
Travagli “in particolare il presidente Giorgio Ferroni e Federica Pavanelli per
l’organizzazione fuori programma della rassegna letteraria “Note e letture d’estate” presso il
Giardino delle Duchesse, luogo storico e desideroso di essere vissuto dai cittadini .
La collaborazione degli esercenti che animano con successo il Giardino e l’Associazione Life
sarà un connubio perfetto che rievocherà il passato quando il Giardino ai tempi dei Duchi era
vissuto da musici e poeti “.

ECONOMIA E SFRUTTAMENTO, IL VIZIO CHE NON PASSA
Oggi più di ieri: sono oltre 40 milioni gli schiavi nel mondo, soprattutto donne

Non ci sono mai stati così tanti schiavi nel mondo. Un documentato articolo del Guardian lo scorso anno – si trova facilmente su Internazionale – snocciola cifre che dovrebbero far riflettere. Sono oltre 40 milioni – secondo le stime migliori – le persone ridotte, oggi, in schiavitù.

Tra il Cinquecento e l’Ottocento la tratta degli schiavi è giunta forse a 13 milioni. Meno di un terzo della consistenza attuale. Un quarto è di bambine e bambini. Nel complesso risulta un primato delle donne: ogni 10, 7 sono schiave e 3 schiavi. Una persona è ritenuta in schiavitù se costretta a lavorare contro volontà, se appartiene a uno sfruttatore o “datore di lavoro”, se ha limitata libertà di movimento, se trattata come merce, comprata e venduta come bene mobile. Ne ho già, sia pur brevemente, scritto in passato su Azione Nonviolenta [Vedi qui].  Ripropongo il tema perché la schiavitù resta un grande affare: 150 miliardi di dollari all’anno di profitti, più di un terzo nei paesi sviluppati, compresa l’Unione europea. Anzi un affare migliore di un tempo. Due, tre secoli fa 1/5 moriva durante il trasporto e un altro 1/5 nell’anno successivo, secondo Thomas Piketty. I moderni schiavisti guadagnerebbero trenta volte più dei loro predecessori, secondo Siddhart Kara. Per l’esperto – in italiano credo vi sia solo un suo libro, Sex Trafficking, ormai datato – uno schiavo ha un costo medio di 450 dollari, ma produce circa 8mila dollari di profitti annui, 36mila nell’industria del sesso! La schiavitù, illegale in tutti i paesi del mondo, resta, comprensibilmente, largamente diffusa.

Questo dice l’attualità. Diamo un’occhiata alla storia. Faticosa ne è stata, in tempi diversi e modalità differenti, l’abolizione negli Stati. Sempre Thomas Piketty, in Capitale e ideologia, dedica un capitolo a un’attenta ricognizione. Indennizzati non sono gli schiavi, che hanno sofferto, ma i proprietari. Sono ben risarciti per la perdita di beni legittimamente posseduti. Solo a Lincoln, poteva venire in mente di promettere agli schiavi una volta emancipati – la Guerra Civile era ancora in corso – “un mulo e 40 acri di terra”, equivalenti a circa 16 ettari. Morto Lincoln del mulo gli schiavi hanno avuto solo i calci e terra niente, se non quella in cui sono stati sepolti i linciati dal Ku Klux Klan.

Prima è abolito il commercio degli schiavi: 1807 in Gran Bretagna e nel 1815, al Congresso di Vienna, si aggiungono Olanda, Francia, Spagna e Portogallo. I trafficanti debbono dedicarsi a trasporti meno redditizi e senza alcun indennizzo. Ai padroni va meglio. In Gran Bretagna l’abolizione del 1833, avviata concretamente cinque anni dopo e integrata da successive disposizioni fino al 1843, è accompagnata dall’integrale indennizzo dei proprietari. In 4mila ricevono 20 milioni di sterline, 5% delle entrate del regno (dieci volte la spesa all’epoca per l’istruzione). La stessa quota di entrate darebbe oggi 120 miliardi di euro: 30 milioni in media per proprietario, Il tutto è finanziato con entrate gravanti sui contribuenti medi e poveri, data la scarsa progressività delle imposte. In compenso gli schiavi liberati nelle colonie hanno contratti di lavoro semiforzato. Si è detto di chiedere indietro le somme ai discendenti dei risarciti. Naturalmente non se ne è fatto nulla.

In Francia vi è una doppia abolizione: nel 1794 e nel 1848. La prima, propiziata dalla ribellione degli schiavi delle piantagioni di Saint-Domingue, condotti da Toussaint L’Ouverture – Tuttisanti L’Apertura, bel nome augurale, quasi capitiniano – non ha praticamente applicazione se non in quella colonia, ridenominata Haiti. Se ne discutono le condizioni: Condorcet propone abolizione senza indennizzi. Muore un mese dopo l’approvazione della legge. Napoleone vuole riprendere Saint-Domingue e ristabilisce in ogni possedimento la schiavitù. Il cognato, generale Charles Leclerc, comanda la spedizione all’inizio del 1802. Toussaint è catturato e tradotto in Francia, dove muore l’anno successivo.
Resistenza e febbre gialla – anche Leclerc ne muore – sconfiggono la spedizione. Nel 1804 Haiti proclama l’indipendenza. Il re di Francia Carlo X, nel 1825, riconosce Haiti, contro un risarcimento che eviti la guerra e indennizzi i padroni per la perdita degli schiavi. Il debito è stato pagato fino al 1950! Senza interessi sono 30 miliardi di euro. Haiti li chiede ancora inutilmente indietro alla Francia, che pure ha solennemente dichiarato la schiavitù crimine contro l’umanità. La Repubblica francese, nel 1848, abolisce la schiavitù, in tutte le sue colonie, con un indennizzo inferiore a quello ipotizzato dal monarca e rifiutato dai proprietari. Il finanziamento sarà un po’ debito pubblico e un po’ lavoro forzato degli ex schiavi, se vogliono evitare carcere e deportazione come vagabondi. Al re Luigi Filippo Alexis de Tocqueville aveva proposto un’equa formula di risarcimento per i proprietari: metà dallo stato – debito pubblico – e metà dagli ex schiavi, con lavoro di 10 anni sottopagato.

La storia ci dice che tutte le prediche contro la schiavitù, in nome della religione, dell’etica, dei diritti – indispensabili a contestarne il fondamento – l’hanno solo scalfita, finché i padroni non hanno temuto, o visto in atto, la ribellione degli schiavi. Questa ha avuto successo quando ha trovato sostenitori decisivi, tra gli sfruttatori, diretti e indiretti.
Anche ora occorrono la consapevolezza e l’azione congiunta di chi si trova in una condizione di schiavitù e dei lavoratori ‘liberi’ per una comune emancipazione. Sono sottoposti, in grado diverso, alla stessa violenza di un sistema padronale, senza limiti alla proprietà privata, ai profitti, alla rendita. La loro liberazione è compito comune. Ci sembrava di averlo imparato e sentito perfino cantare.

Questo articolo è apparso con altro titolo anche sull’edizione in rete della storica rivista del Movimento Nonviolento [www.azionenonviolenta.it]

Fondazione regionale vittime di reato: Accolte 15 nuove richieste di aiuto nei primi sette mesi del 2020 impegno economico di 90 mila euro

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

Fondazione regionale vittime di reato. Accolte 15 nuove richieste di aiuto nei primi sette mesi del 2020, per un impegno economico di circa 90 mila euro. Carlo Lucarelli riconfermato alla presidenza: “Vicinanza alle persone e un aiuto concreto dalle istituzioni grazie al lavoro in rete con gli enti locali”

I casi esaminati riguardano 12 donne e 3 minorenni. Le richieste sono pervenute dai sindaci di Comuni delle province di Bologna (5), Ferrara (3), Piacenza (3), Forlì-Cesena (2), Modena (1) e Reggio Emilia (1). Il budget disponibile quest’anno sfiora quota 240 mila euro, di cui 150 mila dalla Regione. Dal 2005 ad oggi aiutate 833 persone

Bologna – L’emergenza Covid-19 non ha fermato la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, che nei primi sette mesi del 2020 ha accolto 15 nuove richieste di aiuto da parte dei sindaci relative ad altrettanti casi di violenza e maltrattamenti in famiglia subiti da donne e bambini, per un impegno economico complessivo che ha sfiorato quota 90 mila euro.

 

Il punto sull’attività dell’ente nato nel 2004 su iniziativa di Regione Emilia-Romagna, primo socio contribuente, Province e Comuni capoluogo per offrire un sostegno concreto e immediato alle persone coinvolte in tragici casi di cronaca nera è stato fatto in occasione della recente assemblea dei soci, che ha confermato all’unanimità come presidente per un altro triennio lo scrittore Carlo Lucarelli. Riconfermati alla vicepresidenza Cosimo Braccesi e, come garanti, Giuseppina Vio Gilardi e Fulvio Della Rocca. Sono loro a ricevere e valutare le istanze che i sindaci inoltrano alla Fondazione per attivare aiuti economici a favore delle persone gravemente offese.

 

“Il mio impegno in Fondazione mi dà la possibilità di conoscere crimini efferati che tutti noi vorremmo relegare nella preistoria – commenta Lucarelli -. Invece siamo molto lontani dall’aver superato questo tipo di violenza, che colpisce soprattutto donne e bambini, e specialmente in famiglia. Pur avendo buone leggi contro la violenza di genere e a favore dei minori, ancora non siamo in grado di fare una prevenzione efficace. La Fondazione conferma il proprio intervento in rete con gli enti Locali e con tutti i soggetti che si impegnano a favore delle vittime”.

 

I casi presi in carico nel 2020

 

I casi esaminati quest’anno della Fondazione riguardano 10 donne e 3 minorenni che hanno subito gravi maltrattamenti in ambito famigliare e altre 2 donne aggredite o perseguitate da conoscenti. Le richieste di aiuto sono pervenute da Comuni delle province di Bologna (5), Ferrara (3), Piacenza (3), Forlì-Cesena (2), Modena (1) e Reggio Emilia (1).

 

Tra le richieste accolte nei primi sette mesi del 2020 va citata quella a favore di una donna, residente nel reggiano, che sta ancora lottando per riavere accanto il suo bambino che il padre del piccolo, da lei denunciato per maltrattamenti e con il quale è in corso una separazione particolarmente conflittuale, ha portato con sé all’estero con l’inganno. Da segnalare, ancora, una brutta aggressione, avvenuta proprio nel periodo della quarantena sanitaria, subita da una donna da parte del suo convivente alla presenza dei figli, con lei che alla fine è stata costretta ad occuparsi da sola di tutto.

 

Approvato dall’assemblea anche il bilancio consuntivo 2019, anno nel corso del quale è stato raggiunto il picco di 42 istanze accolte, per un totale di 277 mila euro erogati a favore delle vittime. Le persone aiutate sono state in tutto 98, di cui 38 donne9 uomini e 51 minorenni: questi ultimi quasi sempre coinvolti in episodi che avevano gli adulti come vittime principali. Dal 2005 al 2019 sono state 833 le persone che hanno ricevuto un aiuto economico dalla Fondazione: 333 donne120 uomini e 390 minorenni, per un impegno economico complessivo di 2,9 milioni di euro.

 

Gli aiuti sono assegnati direttamente alle persone offese o, per i minorenni, al tutore legale e servono per affrontare le spese necessarie per accompagnare verso l’autonomia chi, dopo tanta sofferenza, cerca di ricostruirsi una vita. La Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, unica nel suo genere in Italia, è sostenuta dai versamenti dei soci e dalle donazioni dei singoli cittadini, ad esempio destinando all’ente il 5×1000 della propria dichiarazione dei redditi, indicando nell’apposito riquadro il codice fiscale della Fondazione, 02490441207.

 

 

La compagine associativa

 

Oltre alla Regione e ai Comuni capoluogo, l’attuale compagine sociale comprende in provincia di Modena i comuni di San Possidonio e Sassuolo e l’Unione Terre d’Argine, che riunisce i comuni di Carpi,  Campogalliano, Novi e Soliera; in provincia di  Bologna il comune di Imola; in quella di Parma l’Unione Pedemontana Parmense (Collecchio, Felino, Montechiarugolo, Traversetolo e Sala Baganza); nel reggiano l’Unione Val d’Enza (comuni di Campegine, Canossa, Bibbiano, Cavriago, Gattatico, Montecchio, San Polo d’Enza e Sant’Ilario d’Enza). L’ultimo socio ad aderire alla Fondazione è stato nel 2019 l’Unione della Romagna Faentina, che a sua volta associa i comuni di Faenza, Castel Bolognese, Solarolo, Brisighella, Casola Valsenio e Riolo Terme. L’unico socio sostenitore è l’Università di Parma.

Per il 2020 la Fondazione può contare su un budget di circa 240 mila euro, di cui 150 mila euro, la quota maggiore, messi a disposizione dalla Regione, che ha così confermato l’importo del 2018. /G.Ma

Cultura: rassegna teatrale “Estate sul Baluardo”

Da: Ufficio Stampa Ferrara Off

Tra grandi ritorni e musica: la settimana di Estate sul Baluardo.

Una settimana ricca di appuntamenti quella di Estate sul Baluardo, la rassegna organizzata da Ferrara Off in collaborazione con Ultimo Baluardo e Scuola di Musica Musi Jam, patrocinata dal Comune di Ferrara, due grandi ritorni teatrali ed il primo concerto della rassegna.
Si comincia lunedì 27 luglio, alle 21.30 con Gloria Giacopini e Giulietta Vacis che tornano a Ferrara Off con lo spettacolo ‘Signorina, lei è un maschio o una femmina?’ che ha preso vita un anno fa anche grazie alla residenza che le due artiste hanno svolto proprio a Ferrara Off. ‘Signorina, Lei è un Maschio o una Femmina?’ è un monologo comico al femminile che non ha paura di usare la risata per accompagnare il pubblico verso un ragionare più profondo rispetto alle questioni di genere: se da bambina ti insegnano che ti deve piacere il rosa perché sei una femmina, ma a te piace il blu, significa qualcosa? E se ti avevano detto che le femmine hanno la voce fatata ma tu quando parli sembri il Gabibbo, cosa succede? Il mondo degli adulti va in tilt, la generazione che ti ha messo al mondo e cresciuto, ti rifiuta senza preavviso, e anche tu finisci per non riconoscerti più.
Mercoledì 29 luglio torna a Ferrara Off la straordinaria attrice Maria Paiato, già protagonista di reading di romanzi e racconti che per Estate sul Baluardo presenta la lettura de ‘L’avvelenatrice’ di Éric-Emmanuel Schmitt. Il racconto – tratto dalla raccolta Concerto in memoria di un angelo (edito da e/o), vincitore del più prestigioso premio letterario francese, il Prix Goncourt pour la nouvelle – tratta di un’anziana signora dalla terribile nomea di assassina che intraprende un cammino di redenzione quando un prete giovane e bello si interessa a lei, salvo interromperlo bruscamente non appena l’uomo dei suoi sogni viene trasferito altrove.

Infine, venerdì 31 luglio Musi Jam organizza il concerto ‘Bleecker street in concert Rhytm and folk’ con Elio Pugliese (chitarra folk e voce) Frida Forlani (voce e percussioni) Chiara Trapanese (voce) e Daniele Gozzi (contrabbasso). I Bleeker Street ripercorrono alcune tappe del folk inglese e americano degli anni Cinquanta e Sessanta nelle sue intersezioni con il rhythm & blues, il gospel e il rock ‘n’ roll delle origini. Le tre voci dei cantanti si intrecciano in elaborati giochi che si rifanno al versante del folk anglosassone come a quello della musica afroamericana.
Tutte le serate iniziano alle 20.00 con l’apertura del bar e della biglietteria, gli spettacoli inizieranno alle ore 21.30 e si terranno nel palco all’aperto nel giardino di viale Alfonso I d’Este 13. Per rispettare le misure anticontagio i posti sono limitati ed è obbligatoria la prenotazione e l’acquisto dei biglietti online al sito www.ferraraoff.it/estate-sul-baluardo.
Ingresso: 12 euro non soci, 10 euro soci Ferrara Off, 8 euro Under30 e 5 euro Under18/studenti universitari. 

Il Prefetto di Ferrara in visita istituzionale al Comune di Goro

Da: Ufficio Stampa Prefettura di Ferrara

 

Il Prefetto di Ferrara Michele Campanaro si è recato oggi in visita al Comune di Goro, dove, nella Sala consiliare, è stato ricevuto dal Sindaco Diego Viviani, dai componenti della Giunta e del Consiglio Comunale, e dal Comandante Provinciale Carabinieri Gabriele Stifanelli.

La visita del Prefetto ha costituito l’occasione per un esame dei principali temi all’attenzione dell’Amministrazione Locale: dalla sicurezza al lavoro, ai servizi alla persona, alla crescita e sviluppo economico della comunità gorese, in un contesto produttivo unico nel suo genere, dove la venericoltura (l’allevamento delle vongole veraci) ha permesso di sviluppare nella località sul delta del Po il primo polo italiano ed europeo in questo settore, secondo a livello mondiale, dando lavoro all’80% delle famiglie della zona.

In particolare il Prefetto ha sottolineato il percorso di scambio e profonda collaborazione avviato sui temi della sicurezza urbana con l’amministrazione comunale; percorso fortemente accelerato negli ultimi mesi, che ha portato alla presentazione da parte del Comune di Goro di un importante progetto di videosorveglianza, già sottoposto nel giugno scorso all’ esame del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, con esito positivo.

Successivamente il Rappresentante del Governo ha visitato il moderno centro di stabulazione del Consorzio Pescatori di Goro (Co.Pe.Go.), in funzione dal 1976 (uno dei primi in Italia) e tra i maggiori in Europa, fiore all’occhiello della più grande organizzazione di produttori del settore acquacoltura d’Italia che, con i suoi 600 soci, soddisfa il 55% della richiesta italiana di vongole e il 40% della richiesta europea.

“Quello della pesca e in particolare dell’acquacoltura, dove Goro rappresenta un’eccellenza a livello europeo con l’allevamento della Vongola verace IGP, è un settore strategico per l’economia ferrarese – ha proseguito il  Rappresentante del Governo – perché genera occupazione e reddito lungo una filiera che ha ancora potenzialità inespresse. In quest’ottica plaudo alla partnership recentemente avviata tra Consorzio pescatori e Università di Ferrara nell’ambito dell’istituzione del nuovo corso di studi triennale in Tecnologie agrarie e acquacoltura del Delta, perché la collaborazione reciproca può generare nuove opportunità per tutto il territorio, all’insegna dello sviluppo sostenibile”.

La visita si è poi conclusa nella  Sala consiliare del Comune, dove il Prefetto ha incontrato i rappresentanti delle singole cooperative di pesca di Goro, e della vicina frazione di Gorino.

 

LIBRI CONTRO LA FAME
17 testi da leggere questa estate

Da: Azione contro la fame – Ufficio stampa

Milano, 24 luglio 2020 – Sono saggi, romanzi e testi per bambini. Aiutano a comprendere la società odierna, analizzando o raccontando le cause strutturali della fame, della povertà e della difficoltà di accesso ai beni di prima necessità da parte di milioni di persone. Si tratta dei 17 testi selezionati da Azione contro la Fame nell’ambito del progetto “Libri contro la Fame”. Si tratta dell’iniziativa di sensibilizzazione promossa sottoforma di premio letterario con l’obiettivo di creare un network di scrittori e editori capace di trattare, con l’uso di nuovi linguaggi, i temi della fame e della malnutrizione, oltre che le loro cause strutturali e le dirette conseguenze di queste gravi piaghe globali.Nuovi approcci e testimonianze in merito alla trattazione di una ferita ancora aperta in molti Paesi del Sud del mondo: va ricordato che, secondo le ultime stime diffuse dal SOFI 2020, 690 milioni di uomini, donne e bambini nel mondo soffrono, oggi, di fame e di malnutrizione.

Autori ed autori che hanno aderito all’iniziativa
Numerose case editrici e autori, italiani e internazionali, hanno aderito a “Libri contro la Fame”: l’organizzazione ne ha selezionati 17, suddividendoli in tre categorie: narrativa, saggi e libri per bambini.

  • “La valigia” (Carthusia Edizioni) di Angelo Ruta (illustratore editoriale e autore). Libro, in bianco e nero, che racconta la brutalità della guerra e l’innocenza dei bambini. È la storia di un sogno custodito dentro una grande valigia, che un bambino trascina faticosamente lontano da un mondo desolante, distrutto da violenza e guerre.
  • “Il viaggio di Cam” (Carthusia Edizioni) di Arianna Giorgia Bonazzi (scrittrice). Cam è un seme, piuttosto vivace. Lui però non sa chi è e nemmeno cosa farà da grande. Questa incertezza gli fa intraprendere un viaggio in giro per il mondo, nei luoghi della solidarietà capaci di donare riposo e benessere, lontano dalla guerra, a tanti malati e, soprattutto, ai bambini in cura.
  • “Fame” (Rizzoli Libri) di Michael Grant (scrittore statunitense). Sono trascorsi mesi da quando gli adulti sono scomparsi e i ragazzi sotti i quindici anni sono rimasti intrappolati nella Fase. Il cibo è finito da settimane e i giovani sono affamati, senza una soluzione all’orizzonte. In questo scenario anche i buoni rivelano un lato oscuro. La serie precedente è “Gone”.
  • “L’uccellino rosso” (Iperborea) di Astrid Lindgren (scrittrice svedese). De fratellini orfani e costretti a lavorare duramente nella stalla inseguono un giorno un uccellino rosso arrivando alle porte di Pratofiorito. È il regno della fantasia a diventare il fido alleato di questi piccoli eroi, trasformando anche la sorte più avversa in una storia piena di meraviglie.
  • “Guerra bambina” (Edizioni La Gru) di Simona Novacco (educatrice, scrittrice e giornalista). Se un bambino ti chiedesse cos’è la guerra, cosa risponderesti? Il testo unisce poesia e immagini per dare una risposta a questo interrogativo e dare voce a tutti i bambini che la guerra sono costretti a viverla ogni giorno, ma resistono mentre tutti gli uomini crollano sotto il peso delle loro colpe.
  • “Commossi dal sogno” e “Le frontiere dell’inquietudine” (Il Quaderno edizioni) di Carmine Natale (scrittore, funzionario, formatore). Due testi dove il protagonista è il volontariato internazionale. Catherine Leclerc, per esempio, è una donna che sembra essere commossa dal sogno, affascinata dall’utopia e dalla bellezza della vita vissuta anche nella povertà delle baraccopoli o in contesti drammatici come quello dello sbarco dei migranti.
  • “Dov’è casa mia” (Minimum Fax) di Davide Coltri (scrittore, si occupa di progetti di istruzione nelle emergenze umanitarie). Il testo racconta le storie di Khalat, Anneke e Théogène. Si tratta di persone che l’autore ha incontrato nel corso del suo lavoro in ambito umanitario. Attraverso la loro testimonianza, ci mostra guerre civili e atti di terrorismo ma anche la solidarietà, la resistenza e la speranza di una vita diversa.
  • “Gli anni, i mesi, i giorni” (Edizioni Nottetempo) di Yan Lianke (scrittore di Henan, vive a Pechino). I due romanzi raccolti raccontano la vita contadina ambientata sui Monti Balou, catena immaginaria della provincia cinese del Henan. Lianke esplora la durezza delle esistenze dei suoi protagonisti, alla mercé di destini avversi e di una natura potente, inesorabile, a tratti feroce. 
  • “La linea del colore” (Bompiani) di Igiaba Scego (scrittrice, collabora con riviste che si occupano di migrazioni e di culture e letterature africane). Romanzo dalle tonalità ottocentesche nel quale l’autrice innesta vivide schegge di testimonianza sul presente, e ci racconta di un mondo nel quale almeno sulla carta tutti erano liberi di viaggiare: perché fare memoria della storia è sempre il primo passo verso il futuro che vogliamo costruire.
  • “Ajeneide” (Campanotto Editore) di Anna Bossi (scrittrice e insegnante). Fa parte di “Classicamente attuale”, che racchiude tre racconti che s’ispirano ad altrettanti classici: “L’Eneide”, “L’Orlando furioso”, “Romeo e Giulietta”. In particolare, il testo si concentra sull’Africa sub-sahariana, in villaggi in balia della guerra civile.
  • “Profughi del Clima” (Rubbettino Editore) di Francesca Santolini (giornalista esperta di temi ambientali, collabora con «La Stampa» e la trasmissione di Rai 1 Unomattina). Migranti climatici, rifugiati ambientali, eco profughi, indignados del clima: sono tante le espressioni per definire la nuova migrazione forzata che rischia di trasformarsi nella più grave crisi dei rifugiati dalla Seconda guerra mondiale.
  • “Matrimonio siriano, un nuovo viaggio” (Rubbettino Editore) di Laura Tangherlini giornalista e conduttrice di Rainews24). Come si sopravvive da profughi siriani? Quanto restano forti, dopo otto anni di conflitto, la nostalgia e il ricordo? La guerra è davvero finita? Le risposte a queste domande dalle voci delle vere vittime, di chi scappa e di chi ha paura a tornare. Il loro dramma in un libro di inchiesta, denuncia e amore.
  • “Ricette e precetti” (Casa Editrice Giuntina) di Miriam Camerini (regista, attrice e cantante). Un viaggio alla scoperta dei piatti nelle tre religioni monoteiste. Quarantacinque storie e ricette raccontano del rapporto intricato fra cibo e norme religiose ebraiche, cristiane e islamiche.
  • “Per amore della terra” (Castelvecchi Editore) di Giuseppe De Marzo (economista, giornalista, attivista e scrittore). Mentre ripercorre la geografia delle lotte in atto nel mondo ù, l’autore ci invita a riflettere sul mondo in cui viviamo e sul potere che abbiamo di trasformarlo, in nome dell’amore verso quella casa comune che si chiama Madre Terra che abitiamo.
  • “Fame. Una conversazione con papa Francesco alla luce dei dati della Fao arricchiti da analisi, commenti, testimonianze” (San Paolo Edizioni) di Gianni Garrucciu (giornalista, scrittore e docente). Partendo da una lunga conversazione privata con Papa Francesco, il libro di Gianni Garrucciu, partendo dagli ultimi dati ufficiali della FAO, dà volti e storie a numeri che fanno paura, ma che non possiamo più evitare: 821 milioni di esseri umani oggi patiscono la fame.
  • “Luci in lontananza” (Marsilio Editori) di Daniel Trilling (giornalista britannico, dirige New Humanist). La geografia dei flussi migratori che stanno ridisegnando il Vecchio continente raccontata attraverso le storie di chi sfida la sorte nella speranza di una vita migliore, per portare in superficie ciò che etichette come «richiedenti asilo» e «migranti economici» non sono in grado di restituire.

La fase finale dell’iniziativa

La manifestazione conclusiva si terrà nel mese di novembre. I libri saranno giudicati da una giuria di eccezione, in cui operano insieme diverse “anime”.
Staff di Azione contro la FameAlessandra Favilli (vicepresidente), Giovanni Terzi (membro del board), Simone Garroni (direttore generale), Nicola Giordano ed Elisabetta Dozio (operatori dell’organizzazione).
Personalità di spicco del mondo della letteratura e dell’editoriaGianni Biondillo (scrittore), Ginevra Bompiani (scrittrice, editrice e saggista), Emilia Lodigiani (editrice), Lucio Morawetz (Libreria Utopia), Maria Pace Ottieri (scrittrice e giornalista), Francesco Piccolo (scrittore e sceneggiatore), Christian Raimo (scrittore e traduttore), Elena Stancanelli (scrittrice), Nadia Terranova (scrittrice).
Personalità di spicco del mondo del giornalismo, della cultura e dell’entertainmentAlessandro Banfi (giornalista), Luciano Piscaglia (giornalista), Elena Salem (direttrice della Scuola Letteraria, docente di scrittura creativa e scrittrice), Giovanna Savignano (giornalista e speaker radiofonica), Metis Di Meo (conduttrice televisiva e attrice). 

Azione contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale leader nella lotta contro le cause e le conseguenze della fame. Da 40 anni, in circa 50 Paesi, salva la vita di bambini malnutriti, assicura alle famiglie acqua potabile, cibo, cure mediche e formazione, consentendo a intere comunità di vivere libere dalla fame.

Formula1: calendario internazionale: videoconferenza stampa alle 16.15 con il presidente Bonaccini

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

insieme all’assessore Andrea Corsini, il presidente di Formula Imola, Uberto Selvatico Estense, il commissario del Comune di Imola, Nicola Izzo, e il presidente del Con.Ami, Fabio Bacchilega. L’appuntamento è nella sala riunioni virtuale “Agenzia stampa” alle ore 16,15. Richieste di accredito dei giornalisti entro le ore 15.30 di oggi 24 luglio

Alle 16.15 di oggi è prevista una videoconferenza stampa con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, dedicata ai Gran Premi di Formula 1 che completeranno il calendario internazionale del 2020. Sarà collegato anche il presidente di Formula Imola, Uberto Selvatico Estense, il commissario prefettizio del Comune di Imola, Nicola Izzo, e il presidente del Con.Ami, Fabio Bacchilega.
Per ragioni tecniche, i giornalisti che intendono partecipare sono pregati di inviare, entro le ore 15.30 di oggi venerdì 24 luglio una mail di conferma all’indirizzo stampaseg@regione.emilia-romagna.it.

Istruzioni per il collegamento

PIN 96111 per https://call.lifesizecloud.com/321771

I giornalisti accreditati potranno accedere alla stanza virtuale a partire dalle ore 15,45.

Istruzioni di accesso/collegamento per i giornalisti

Per collegarsi da pc o tablet, direttamente da Google Chrome: https://call.lifesizecloud.com/321771

Scegliere ‘partecipa alla riunione’, poi digitare il PIN 96111

Per collegarsi da smartphone:

1) scaricare l’app Lifesize: da App Store o da Google Play

2) avviare ed entrare come ospite, specificando solo nome e cognome

3) in corrispondenza di ‘Estensione’, digitare 321771

4) il codice richiesto per accedere al meeting è: 96111 seguito da #

ATTENZIONE:

Il numero massimo di utenti che possono partecipare alla videoconferenza è di (la stazione + 49 esterni)
Si prega cortesemente di TENERE I MICROFONI IN MUTO quando non si debba intervenire
A chi si collega da computer/smartphone/tablet chiediamo di utilizzare questi strumenti con le cuffie/auricolari, NON IN VIVA VOCE
Si sconsiglia il collegamento di computer attraverso connessioni WiFi
Collegamento a partire dalle ore 15,45

Consorzio per il territorio: oltre 1.5 milioni di euro per interventi di ripresa frane per il 2020

Da: Consorzio di Bonifica Ferrara

E’ di 27.103.714 euro l’impegno per i prossimi anni del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara per la manutenzione di canali, frane, impianti e immobili, al fine di raggiungere un miglior grado di sicurezza nel territorio sia da punto di vista idraulico che irriguo. Una importo che vede partecipi più enti e che nel 2020 punta a risolvere tante situazioni critiche e avviare cantieri importanti e attesi da tempo.
E’ di 1.601.367 euro il programma relativo alla ripresa delle frane che vede interessato soprattutto il territorio del medio e del basso ferrarese.
“Con questi finanziamenti messi a disposizione dalla Protezione CIvile, sempre attenta in materia di sicurezza, andremo ad intervenire su vari punti critici riprendendo diverse frane – dice Mauro Monti, direttore generale – sono risorse importanti per la difesa ed il consolidamento del territorio che sconta una grande fragilità idrogeologica per la quale la nostra cura è sempre altissima, garantendo la sicurezza ma anche l’apporto idrico necessario alle aziende agricole per sostenere la produzione ed assecondare le esigenze irrigue sempre crescenti e distribuite su un arco temporale sempre più ampio nel corso dell’anno”

“Con finanziamenti della Protezione Civile abbiamo interventi già affidati alle imprese per 425.000,00 euro – spiega Marco Ardizzoni, direttore dell’area tecnica – le opere potranno essere eseguite appena le condizioni dei livelli dei canali irrigui ce lo permetteranno. Presumiamo ottobre. A questi, si aggiungono interventi per ulteriori 825.000,00 euro che sono stati recentemente programmati e per i quali faremo partire le le procedure di affidamento nel più breve tempo possibile. La nostra intenzione è di far partire quei cantieri entro l’anno”. E’ in corso di completa condivisione con i Comuni del comprensorio il programma di ripresa delle frane in convenzione con gli enti locali da realizzare in amministrazione diretta. “Con nostro personale e nostri mezzi, andremo a far fronte a a un programma significativo che vale 776.367,00 euro e che, per quest’anno, completa la nostra capacità di intervento – continua – frutto delle segnalazioni dei comuni. Questi sono interventi di carattere straordinario per la tipologia, riconducibili a una manutenzione straordinaria, anche per gli importi, non affrontabili con solo il bilancio del Consorzio.

Nello specifico, gli interventi finanziati dalla Protezione Civile comprendono la ripresa frane sul: Naviglio lato via Ariosto e via Boccati a Coccanile, Fossa Valdalbero a lato Sp2 a Ferrara, Seghedizzo a Poggio Renatico, Dominante a lato via Argine Poppa ad Argenta, Menate ad Alfonsine, Canal Bianco a Bondeno e Vigarano, Fossa Marina ad Argenta, Collettore Acque Alte a lato via Faccini a Coccanile, Valdalbero a lato via Modena a Copparo e a lato Sp2 a Ferrara, e, nel capoluogo, Nicolino a lato sp19, Pallarano a lato Sp22, Galvana a lato Sp22. In convenzione con gli enti locali, per 776.367 euro si va invece riprendere le frane del Prafigaro a lato SP per San Vito a Portomaggiore, in via Ventura e Rosseglia a Gaibanella, il sottopasso Ricci a Baselga, al ponte di via Val D’albero a Baura, la ripresa della frana del Naviglio in zona Azienda San Pietro a Copparo, il presidio di sponda Olmi e Galvano a Pontemaodino, quello del Canal BIanco a Serravalle, del Sabbiosa a Portomaggiore, vari ad Argenta, del Sabionchi a Lagosanto e del Mottatonda a Jolanda.

Oltre a questo, il Consorzio ha anche delineato per quest’anno un piano di investimenti pluriennale di 24 milioni di euro. Si tratta di 15.574.403 euro finanziati dal Ministero comprendenti l’adeguamento funzionale del sistema irriguo delle Valli Giralda, Gaffaro e Falce per oltre 4 milioni di euro che è in corso di esecuzione e permetterà, con una rete tubata, di prendere acqua dal Po di Volano e irrigare il bacino dell’area Giralda; il completamento di una serie di interventi sul Canale Circondariale per 1.666.355 euro tra i quali l’importante ripristino della chiavica principale che presenta gravi fessurazioni; la realizzazione per oltre 9 milioni di euro della nuova linea del Ciarle a Poggio Renatico. Con i 7.067.932 euro della Regione, invece, si va ad agire sulle opere idrauliche di valle Isola e dei lidi Nazioni, Pomposa e Scacchi, al collettore di Codigoro, alla Cembalina, all’impianto di Codigoro, del ponte Prafitta e del Veraglio a Portomaggiore ma anche in ultimazione, il recupero post sisma di Palazzo Naselli Crispi a Ferrara per oltre 3 milioni di euro dei quali 1.5 milioni di euro messi dal Consorzio.

Le conseguenze del Covid sui conti della Provincia: il Consiglio approva la variazione di bilancio

Da: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

A 3.039.380 euro ammontano finora le conseguenze della pandemia da Covid-19 sui conti della Provincia, tra minori entrate e maggiori costi.
Una cifra che ha richiesto un assestamento al bilancio 2020, approvato dal Consiglio provinciale all’unanimità con la sola astensione di Michele Sartini (lista Terre Estensi).
In dettaglio, la manovra per riportare in equilibrio i conti dell’amministrazione cha ha sede in Castello Estense ha compreso: 938.701 euro di maggiori entrate dallo Stato, 404.233 di quota libera di avanzo di amministrazione 2019 utilizzata, 109.557 di riduzione dell’accantonamento sul fondo crediti di dubbia esigibilità (per effetto di una stima prudentemente in calo delle entrate da codice della strada), 223.398 di minori spese del personale (in buona parte pensionamenti), 1.241.715 di risparmi in seguito alla rinegoziazione mutui con la Cassa depositi e prestiti e 121.776 euro fra maggiori entrate e minori spese in corso d’anno.
Quindi, in attesa dell’effettiva assegnazione delle risorse previste dallo Stato nel Decreto legge Rilancio (di cui gli oltre 938mila sono un’anticipazione pari al 30%), l’amministrazione provinciale ha provveduto, in un’ottica di estrema prudenza, a compensare gli effetti finanziari dell’emergenza con proprie risorse per oltre 2 milioni di euro.
I mancati introiti sul bilancio 2020 si sono verificati in seguito alle misure di contenimento adottate dal Governo per fronteggiare la diffusione del virus che, oltre a ridurre la circolazione di persone e mezzi, hanno determinato un blocco del mercato dell’auto, da cui dipendono in gran parte le entrate della Provincia: Rca Auto, imposta provinciale di trascrizione dei veicoli (Ipt) e violazioni del Codice della strada.
Un ulteriore dato contabile di una certa rilevanza, sono i 3,3 milioni al secondo trimestre 2020 (relativi al periodo aprile-giugno) di pagamenti a fornitori, avvenuti con una media di 19 giorni in anticipo rispetto alla scadenza naturale delle fatture.
“Un segno di attenzione – commenta la presidente della Provincia Barbara Paron – che, secondo le nostre possibilità, abbiamo voluto dare al mondo al mondo economico per iniettare liquidità il più possibile in tempi rapidi alle imprese, in un momento estremamente delicato per imprenditori, lavoratori e famiglie”.
La seduta si è conclusa con la comunicazione della presidente ai consiglieri sugli incontri che si stanno susseguendo in Castello con dirigenti scolastici, sindaci, ufficio scolastico provinciale e agenzia per la mobilità, in vista dell’apertura del prossimo anno scolastico. In particolare, Barbara Paron ha annunciato il prossimo invio a presidi e primi cittadini dello schema sintetico relativo ai lavori della Provincia per la messa in sicurezza delle scuole di secondo grado.

Dora, Amalia e l’incendio di via Santoni Rosa

Qui a Pontalba siamo tutti dispiaciuti della morte di Dora, la signora anziana che abitava in via Santoni Rosa a pochi isolati di distanza da casa nostra. Dora era simpatica, ci piaceva tanto. Alla mattina usciva a spazzare davanti al suo grande portone di legno e se mi vedeva, diceva: “Ecco Rebecca, una delle tre meraviglie di via Santoni”  (le altre due meraviglie sono i miei fratelli: Valeria e Enrico). Amalia, la sorella di Dora, è rimasta da poco sola in quella vecchia casa. Ha  novant’anni. Il suo cervello funziona ancora bene, le sue gambe molto meno.

Quando la zia Costanza era piccola, Amalia e Dora erano giovani e arzille. Portavano dei cappellini vivaci con fiori e piume e cantavano come due sirene. La zia se le ricorda sedute vicine nel banco in chiesa, mentre intonavano le canzoni della Messa di Natale. Anche la nonna Anna se le ricorda.
Quando la zia Costanza aveva quattro anni, la zia Rachele tre e mia madre non era ancora nata, la nostra casa in via Santoni Rosa andò a fuoco.
C’era una caldaia a nafta posizionata in uno stanzino tra la cucina e un’ala diroccata dello stesso stabile, proprio lì si scatenò l’incendio.  Alcuni anni dopo quell’ala in disuso fu restaurata ed è diventata  la mia casa attuale. In quella drammatica notte, un grumo di combustibile  intasò la caldaia e causò l’incendio che si propagò per buona parte dell’abitazione e distrusse il fienile. Le esalazioni di nafta fecero morire Lisa, il collie delle zie.

Io sono nata molto tempo dopo, ma di quella vicenda ne ho sempre sentito parlare. Le fiamme erano altissime, i pompieri non arrivavano, né quelli della centrale più vicina, né quelli della città. Si erano persi con le loro autobotti nella notte d’autunno che, nella pianura lombarda, sa essere insidiosa e quasi priva di visibilità. Il fuoco imperversava. I nonni e i bisnonni, tutti ormai svegli e usciti in cortile col solo pigiama addosso, non sapevano cosa fare.

La zia Costanza e la zia Rachele furono portate a casa di Dora e Amalia e là si addormentarono, mentre gli adulti continuarono ad aspettare i pompieri. Le fiamme erano violente, rosse come i tramonti di Luglio, bollenti. I nostri vicini trebbiatori provarono a fermarle  con gli estintori in dotazione a chi lavora con le macchine agricole, ma fu inutile. Quelle bisce di fuoco si abbassarono per un attimo e poi ripresero vigore e si innalzarono nel cielo della notte come draghi inferociti. Un po’ alla volta si svegliò tutto il paese. C’era una strana luce e uno strano calore ovunque. Suonarono le campane a martello per avvisare che c’era un dramma in corso.
Poi finalmente arrivarono i pompieri e spensero il fuoco. La casa rimase bollente, piena di schiumogeno, cenere e resti di nafta fuoriuscita dalla cisterna e parzialmente bruciata, per giorni. Quel nero bruciato si era appiccicato alle pareti e si riuscì a liberarsene definitivamente l’estate dopo, quando con l’intonaco nuovo si risistemarono i muri martoriati.
Mentre tutto questo succedeva  le zie dormivano nel letto di Dora e Amalia. Entrambe, seppur piccole, ricordano di essersi svegliate in quel letto “diverso” e di aver avvertito che la situazione era anomala, ma non ricordano molto di più.

Quando sento parlare di incendi ripenso sempre a quel che le zie e la nonna Anna raccontano di quel fuoco violento che devastò parte della nostra casa, per la precisione la parte che poi è stata ristrutturata e dove noi abitiamo adesso. Ho rischiato di perdere la mia abitazione prima ancora di averla trovata. La nostra grande casa di campagna è divisa in due appartamenti: in uno abita la zia Costanza con la nonna, nell’altra abitiamo io, Valeria, Enrico e i nostri genitori. La zia Rachele abita a Torino perché lavora là.

Anche la signora Amalia ricorda bene quella notte. Una volta mi raccontò che era stato un grande spavento, avevano avuto paura che della nostra casa non restasse nulla, tanto l’incendio era alto e autoalimentato (la nafta continuava ad uscire dal bruciatore e nessuno sapeva come fermarla). Nella caldaia c’era trenta quintali di nafta che bruciavano con ardore.
Un amico della nonna tagliò i fili della corrente elettrica che si stavano surriscaldando e i pompieri iniziarono a bagnare con acqua ghiacciata i muri interni della casa che stavano diventando bollenti. Un dramma che ha sfiorato la tragedia.
Dora e Amalia sono state tempestive, ci hanno aiutato, hanno avvolte le zie in coperte e poi le hanno portate a dormire, hanno costretto i nonni a bere un po’ di grappa.
In quel dramma improvviso si è risvegliato, di notte, un intero paese. Insieme alle fiamme si è riaccesa la solidarietà. Insieme al calore del fuoco, via Santoni Rosa è stata invasa dalla bontà di tanti cuori. Si è riscoperta improvvisamente la fratellanza.

La mattina dopo nella mia casa devastata e nera come il carbone, arrivarono diversi piatti di frittelle fumanti, segno inequivocabile di solidarietà e di partecipazione al damma. Non centrava proprio più la politica, le riunioni condominiali, le candidature a Sindaco del paese, la gestione della cassa dell’oratorio e tutte quelle vicende che allertano gli animi in tempo di pace. Una notte sola aveva spazzato via tutti questi piccoli risentimenti di una vita un po’ banale e un po’ ripetitiva. (Soprassederei sull’effettiva utilità di ingurgitare dolci fritti dopo essere stati una notte al freddo e aver provato un forte stringimento di stomaco causato dalla paura e dalla preoccupazione. Là bontà dei cuori va oltre.)

Credo che sia in momenti come quelli che si riscopre la differenza tra l’abitare in un paese  e nella periferia di una grande città. Tutti gli abitanti di via Santoni Rosa si ritrovarono quella notte per strada, senza vestiti, senza scarpe e cercarono di dare il loro aiuto a seconda delle loro possibilità, della competenza, dell’età e della preoccupazione che, a volte, impedisce di vedere le soluzioni più ragionevoli.
Il papà di Camilla andò sull’angolo della via ad aspettare i pompieri, Amalia chiamò il medico di guardia per il nonno che stava male, gli zii che abitavano in piazza si misero a pregare e accesero delle belle candele suoi loro comodini.
Il parroco arrivò in bicicletta, la farmacista in vespa, il segretario comunale a piedi perchè la sera prima aveva bevuto e vinto a carte all’osteria e, i postumi della sbornia, gli permettevano di fidarsi solo delle sue gambe.
Il giorno dopo a scuola le maestre fecero fare ai bambini della elementari un tema sull’incendio di via Santoni Rosa, mentre quelli delle medie studiarono come funzionava la combustione della nafta.

Tutto il paese partecipò al dramma e la cosa che sollevò gli animi di tutti è che non morì nessuno, né la casa cadde a pezzi, anzi si salvò e venne ristrutturata. Amalia e Dora raccontarono per anni questa storia con molta fierezza come se l’esito positivo della vicenda fosse, almeno un po’, merito loro.  Forse in parte lo era, come lo era di tutti coloro che in quella notte, rossa come il fuoco e accesa come il sole di mezzogiorno, parteciparono al dramma e provarono a dare il loro contributo allo spegnimento dell’incendio.
Ben diversi sono stati gli eventi a causa dei quali, proprio in quegli anni, sono bruciati fienili carichi di fieno e legname. In quei casi  il dramma assumeva proporzioni rilevanti e i danni economici potevano portare alla rovina dei malcapitati colpiti dal fuoco. A volte  gli incendi erano di natura dolosa, ma di questo a me non è mai stato raccontato nulla.

I bisnonni, i nonni, le zie devono ringraziare  Dora e Amalia che, con la loro solerzia e il loro proverbiale altruismo, si sono precipitate a prendere le due bambine della casa che stava bruciando. Ora Dora purtroppo è morta, ma lei è una nostra defunta, fa parte della nostra tomba di famiglia.
Nei paesi di campagna le storie di incendi sono tante, hanno tante cause, tante conseguenze, tante chiacchiere posticce e a volte anche tante polemiche.

Ma Dora  e Amalia hanno sempre ringraziato il cielo che ai  miei parenti non sia successo niente e che alle due bambine di via Santoni Rosa (la zia Costanza e la zia Rachele) sia continuata ad essere garantita una vita serena e protetta. Le due bambine sono infatti cresciute sane e per nulla traumatizzate dal brutto e pericoloso incidente. Le zie sanno quante candele hanno acceso Dora e Amalia per loro. E di questo non si possono dimenticare. Adesso che Dora è morta di Covid-19, ogni tanto, piangono.  Credo ripensino a tutte le volte che Dora le ha cordialmente salutate, ha sorriso loro, regalato qualche caramella e indicato loro i rondoni pronti a spiccare il volo.  Ripensano a quando, in quella notte di terrore, lei e sua sorella Amalia le hanno fatte dormire nel loro letto perché la casa bruciava. Le zie sanno, perché l’hanno provato sulla loro pelle, che è la presenza  di persone buone che cambia il corso della vita, è il loro amore, la loro forza, la loro fiducia e anche un po’ della loro temerarietà.

N.d.A.
I protagonisti dei racconti hanno nomi di pura fantasia che non corrispondono a quelli delle persone che li hanno in parte ispirati. Anche i nomi dei luoghi sono il frutto della fantasia dell’autrice.

CONTRO VERSO
Filastrocca delle frazioni

La pretesa di una divisione matematica del tempo del bambino, al 50% tra la mamma e il papà, è spesso una forzatura che accontenta, forse, gli adulti, ma confonde i figli e irrigidisce le relazioni.

Filastrocca delle frazioni

Ho un piede con il babbo
un altro da mammà.
Mi sveglio e mi domando:
“Perché mi trovo qua?”
La maglia dalla mamma,
dal babbo i pantaloni
con me ci puoi illustrare
per bene le frazioni.
Con mamma storia e atletica
con babbo geometria
frequento l’aritmetica
e la ragioneria
di genitori inquieti,
costantemente persi,
che no, non si perdonano
di essere diversi.
Che più non si ricordano
quando si sono amati
e forse manco sanno
perché si son lasciati.
Che poi, siamo sinceri,
lasciati non sono.
Né divisi né interi
finché non c’è il perdono.

In una famiglia unita, in una condizione di convivenza, è del tutto normale che un figlio si avvicini di più alla madre o di più al padre in periodi diversi della crescita, o per aspetti differenti nel medesimo periodo. È quello che succede quando si tiene conto delle relazioni con una certa naturalezza.
Al momento della separazione sembra che questo sia improvvisamente inaccettabile. Mamma e papà vanno dal giudice col cronometro in mano. Chi resta incastrato, evidentemente, è il figlio. 

CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia tutti i venerdì.
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