Dal 10 agosto prossimo sarà possibile presentare domanda di ristoro per gli abbonamenti mensili ed annuali Tper non goduti in ragione dell’emergenza Covid. Come stabilito nelle linee guida approvate dalla Giunta regionale nel rispetto delle disposizioni nazionali, avranno diritto al rimborso (per i giorni di mancato utilizzo) tramite voucher della validità di un anno dalla sua emissione, gli abbonati mensili ed annuali di due precise categorie:
STUDENTI per il periodo 23 febbraio – 3 giugno 2020;
LAVORATORI-PENDOLARI per il periodo 8 marzo – 17 maggio 2020;
Si ricorda che il ristoro per il mancato utilizzo può essere richiesto solamente in caso di chiusura delle scuole/università nel caso di studenti e della chiusura temporanea, per ottemperare a DPCM e Ordinanze regionali, dell’aziendain cui ogni utente lavoratore presta la propria attività.
E’ necessario che il periodo di mancato utilizzo del trasporto pubblico sia continuativo.
Per tutti gli abbonamenti annuali è possibile utilizzare al medesimo link una comoda e veloce procedura on-line ottenendo il voucher via mail in tempo reale.
Per gli abbonamenti mensili e per altri titoli rimborsabili è, invece, necessario rivolgersi presso uno dei Punti Tper.
Le domande di ristoro saranno ricevute sino al 30 novembre prossimo; non è, pertanto, necessario affrettarsi. On-line il link sarà disattivato alla mezzanotte del 30 novembre.
I voucher sono immediatamente spendibili.
Rispetto alle prime informazioni fornite sulle modalità di accesso ai voucher, è sopravvenuta una novità che va ulteriormente incontro alle domande degli utenti: il voucher sarà utilizzabile anche in più tranche, sino al suo esaurimento. Sarà dunque possibile utilizzarlo per acquistare abbonamenti o titoli di viaggio ordinari scalando l’importo dal voucher stesso sino a consumarlo tutto purché ciò avvenga entro un anno dalla sua emissione.
Oltre agli abbonamenti, hanno diritto al ristoro, sempre a partire dal 10 agosto, anche gli Ecoticket con scadenza dall’ 8/3/2020 al 17/5/2020. Il rimborso avrà luogo in biglietteria dove il richiedente compilerà l’apposito modulo di autocertificazione e dove avverrà la verifica del numero di giornalieri rimasti e la loro scadenza.
Per gli abbonamenti oggetto di accordi di mobility management (ad esempio: abbonamenti scontati in convenzione con l’azienda in cui un utente è impiegato, oppure nel caso di abbonamenti agevolati per studenti e dipendenti UniBo e UniFe) la possibilità di verificare il diritto al ristoro è in capo solamente all’azienda/ente e non all’utilizzatore dell’abbonamento agevolato.
Per chi ha già chiesto e ottenuto il Bonus Idrocarburi, il voucher viene calcolato sulla parte residua.
Per gli studenti under 14 (nati negli anni dal 2007 al 2014), che dal prossimo settembre avranno in tutta la Regione l’abbonamento gratuito, è possibile richiedere il rimborso anche tramite bonifico indicando un IBAN per l’accredito.
Regole particolari valgono per alcune tipologie di abbonamento. Per quelli mensili, annuali e annuali per studenti della tipologia “Mi muovo anche in città” è previsto il rimborso esclusivamente per la tratta ferroviaria pagata dall’utente. Per questi casi la richiesta di rimborso va presentata all’azienda TrenitaliaTper anche se gli abbonamenti sono stati emessi da Tper SpA. Per tutte le info su questo specifico caso occorre rivolgersi a TrenitaliaTper ( www.trenitaliatper.it ).
Nuovo museo di arte moderna e contemporanea di Rimini (PART): via libera dalla Conferenza delle Regioni e dalla Conferenza Unificata al Piano strategico del Mibact (annualità 2020, seconda fase) che destina un milione e 500mila euro per il completamento, i lavori di restauro e l’installazione di opere d’arte nella struttura. La soddisfazione del presidente Bonaccini: “Un ottimo risultato, che contribuirà a rendere la città ancora più attrattiva”
Il sindaco Gnassi: “Sarà un tassello strategico della nuova rete museale di Rimini”. Il nuovo museo è in un prestigioso spazio ricavato all’interno dei più antichi edifici medievali del centro storico, nell’ambito di un progetto condiviso con la Fondazione San Patrignano
Avrebbe dovuto aprire a metà marzo, ma è stato bloccato dal Coronavirus. Ora, per il PART (acronimo di Palazzi dell’Arte), il nuovo Museo di arte moderna e contemporanea di Rimini, l’inaugurazione è programmata per l’autunno ma, soprattutto, sono in arrivo nuove, importanti risorse: un milione e 500mila euro.
Si tratta del finanziamento del Piano strategico Grandi Progetti Culturali del Mibact (Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo), articolato nel triennio 2020-21-22. Le risorse per Rimini fanno parte dell’annualità 2020, seconda fase (circa 10 milioni complessivi): erano all’ordine del giorno, oggi, della Conferenza unificata e hanno ricevuto il via libera dalla Conferenza delle Regioni. Il finanziamento sarà operativo non appena verrà formalizzato dal ministro e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
“Un ottimo risultato, perché andrà a coprire parte delle spese per il completamento e l’arricchimento di questo nuovo, bellissimo museo che aumenterà ancora di più l’attrattività di Rimini- commenta il presidente della Regione Emilia-Romagna,Stefano Bonaccini-. Certo, il mare e il turismo balneare sono risorse importantissime, ma decidere di ampliare l’offerta, con nuove proposte e percorsi destinati a chi decide di trascorrere in Riviera le proprie vacanze, non può che essere una scelta vincente”.
Il nuovo museo è in un prestigioso spazio espositivo ricavato all’interno dei più antichi edifici medievali del centro storico, il duecentesco Palazzo dell’Arengo e il trecentesco Palazzo del Podestà, nell’ambito di un progetto condiviso con la Fondazione San Patrignano. Si tratta di una consistente collezione d’arte, con opere di Mario Airò, Vanessa Beecroft, Domenico Bianchi, Alessandro Busci, Maurizio Cannavacciuolo, Sandro Chia, Enzo Cucchi e molti altri artisti.
La proposta progettuale per il Part prevede la progettazione e realizzazione di un percorso museale attraverso alcuni interventi di restauro a completamento del complesso e del relativo giardino outdoor, di adeguamento normativo dei percorsi, di installazioni artistiche e di opere d’arte che si estendono nel quadrante del centro storico della città, ora in fase di riqualificazione e valorizzazione. L’obiettivo è far sì che il Part diventi parte integrante del sistema dei Musei di Rimini, integrandosi nello spazio museale condiviso con il Museo Fellini.
“È un’ottima notizia- dichiara il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi-, ed è il riconoscimento del valore straordinario di un museo inedito nel panorama internazionale. Un museo dove arte e sociale diventano tutt’uno, grazie all’accordo tra Comune di Rimini e Fondazione San Patrignano. È un tassello strategico della nuova rete museale di Rimini che, nello stesso spazio urbano, vede dialogare insieme l’arte moderna del Part, il museo dedicato a Federico Fellini e alla sua universalità, il teatro verdiano, il castello malatestiano e la piazza sull’acqua dominata dal Ponte di Tiberio. Ringrazio il presidente Bonaccini e la Regione- conclude Gnassi- per quello che è un investimento lungimirante per Rimini, per l’Emilia-Romagna e per tutto il Paese”. /CV
Coronavirus, l’aggiornamento: su oltre 10mila tamponi effettuati 58 nuovi casi positivi, di cui 41 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. I guariti superano la soglia dei 24mila. Nessun nuovo caso a Ferrara, Forlì, Cesena e a Imola. Zero decessi
Effettuati anche 1.594 test sierologici. La maggior parte dei nuovi contagi nelle province di Piacenza (11), Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna (9 casi ciascuna) e Rimini (10), la gran parte intercettati prima dalla sanità pubblica. Casi attivi a quota 1.652 (+43), di cui circa il 95 % con sintomi lievi in isolamento a casa. Rimangono quattro i ricoveri in terapia intensiva, salgono a 78 (+5) quelli negli altri reparti Covid
Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 29.954 casi di positività, 58 in più rispetto a ieri, di cui 41 persone asintomatiche individuate nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Di questi 22 da attività di contact tracing e 15 grazie a test previsti per specifiche categorie.
Dei 58 nuovi casi, 31 erano già in isolamento (persone a cui il tampone è stato fatto quando già erano state poste in sicurezza), 25 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti, 8 sono collegati a rientri dall’estero (per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen).
Dunque, una massiccia azione di prevenzione basta su controlli nel territorio che sta permettendo al servizio sanitario regionale di individuare anche le persone asintomatiche, isolando possibili focolai, per poi circoscriverli, o per gestire quelli noti, tutti sotto controllo.
Quanto alla situazione nei territori, le province di Piacenza con 11 casi, Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna con 9 casi ciascuna e Rimini con 10 casi risultano quelle con i numeri maggiori.
Nel Piacentino su 11 casi, di cui 9 asintomatici, 5 sono legati a focolai già noti.
In provincia di Parma – 9 casi di cui 8 asintomatici- 4 sono stati individuati nell’ambito dell’attività di screening nel settore della lavorazione carni e 4 attraverso il contact tracing.
Nove nuovi casi anche a Reggio Emilia (6 asintomatici), di cui 6 di persone rientrate dall’estero.
A Modena su 9 casi totali di cui 4 asintomatici, 4 sono riconducibili a focolai già noti, mentre dei 9 nuovi casi di Bologna (di cui 4 asintomatici) sono 6 quelli legati a focolai familiari e della logistica.
Infine Rimini con 10 nuovi casi, tutti asintomatici, di cui ben 9 individuati nell’ambito dell’attività di prevenzione per focolai già individuati.
Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
I tamponi effettuati ieri sono 10.114 per un totale di 704.622. A questi si aggiungono anche 1.594 test sierologici.
I guariti salgono a 24.011(+15). I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 1.652 (43 in più di quelli registrati ieri).
Nessun nuovo decesso. Il numero totale resta dunque 4.291. Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 1.570 (+38 rispetto a ieri), circa il 95% dei casi attivi. Restano 4 i pazienti in terapia intensiva, salgono a 78 (+5) quelli ricoverati negli altri reparti Covid.
Le persone complessivamente guarite salgono a 24.011 (+15 rispetto a ieri): 98 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 23.913 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.655 a Piacenza (+11, di cui 2 sintomatici), 3.795 a Parma (+9, di cui 1 sintomatico ), 5.134 a Reggio Emilia (+9, di cui 3 sintomatici), 4.163 a Modena (+9, di cui 5 sintomatici), 5.332 a Bologna (+9, di cui 5 sintomatici); 433 a Imola (invariato), 1.098 a Ferrara (invariato); 1.169 a Ravenna (+1, sintomatico), 995 a Forlì (invariato), 843 a Cesena (invariato) e 2.337 a Rimini (+10)./PF
La posa dell’arredo urbano e l’asfaltatura sono state finanziate dalla Legge 41
Sono completati i lavori di riqualificazione dell’area ex-Berco, sostenuti dalla Legge Regionale n. 41/97 ‘Interventi nel settore del commercio per la valorizzazione e la riqualificazione delle imprese minori della rete – Azione progettuale 2: progetti di valorizzazione e riqualificazione delle aree commerciali e mercatali’.
Con il grande totem informativo è terminata la posa dell’arredo urbano, uno dei principali parcheggi a servizio del centro storico di Copparo e delle attività commerciali. Sono stati installati un parapetto metallico lungo tutto il perimetro, dotato di riquadri utilizzabili per ospitare anche inserzioni pubblicitarie, delle fioriere, alternate a paletti sul fronte negozi, per ricavare uno spazio in sicurezza di promozione dell’area commerciale, dei portabiciclette sui lati corti del posteggio, su via Mazzini e via Verdi, e dei cestini portarifiuti. Nelle vicinanze del ‘magazzino’, già sottoposto a ristrutturazione, sono stati messi a dimora degli alberi, per ricavare una piccola zona verde con panchine all’ombra. A settembre arriverà l’arredo urbano integrativo, già acquistato grazie ai ribassi della gara d’appalto. Conclusa anche l’asfaltatura di via I Maggio, dove erano già stati realizzati i marciapiedi, sul lato destro e sinistro.
Proseguono gli appuntamenti sotto de “L’Albero delle storie”, la rassegna di letture all’aperto organizzata tutti i venerdì mattina fino al 28 agosto 2020 dalla Biblioteca per ragazzi Casa Niccolini (via Romiti 13, Ferrara). Dopo le divertentissime “Pillole di luna” della Terry e Nicola, Venerdì 7 agosto alle 10 ci saranno Rita, Edgarda, Tiziana, Sophie, Elena e Marina, volontarie del Cerchio delle storie e della Tana delle storie dell’associazione Circi, ad animare la mattinata all’ombra del maestoso Ginkgo Biloba, nel giardino di Palazzo Paradiso, con tante storie spassose, imprevedibili e avventurose.
Confermato anche l’appuntamento per il 14 agosto 2020 alle 10, in compagnia di tante storie e tanto divertimento con altri volontari coordinati da Silvia Dambrosio. Non sarà proprio la consueta festa di ferragosto, ma come di consueto le storie saranno accompagnate dalle musiche di Sauro Strozzi.
Si osserveranno tutte le disposizioni per le manifestazioni pubbliche all’aperto rivolte ai minori e si raccomanda ai partecipanti di portare le mascherine e presentarsi circa 10 minuti prima dell’inizio dell’evento all’ingresso di Casa Niccolini in via Romiti 13, dove saranno accolti da un operatore con l’elenco degli iscritti.
In caso di maltempo l’iniziativa si svolgerà all’interno della Biblioteca “Casa Niccolini”. Età consigliata: dai 4 anni ai 10 anni.
Posti limitati, iscrizione gratuita obbligatoria fino ad esaurimento posti: tel 0532 418231, email info.niccolini@comune.fe.it
Questa mattina il Sindaco Sabina Alice Zanardi ha ricevuto, in Municipio, la gradita visita di Luciano Avantaggiato e di Luigi Martinelli, nuovi presidenti, rispettivamente del Lions Club Codigoro e del Rotary Club Comacchio, Codigoro e Terre Pomposiane. La visita ha costituito l’occasione per rinnovare e rafforzare il fattivo spirito di collaborazione, che da sempre intercorre tra l’Amministrazione Comunale e le due citate associazioni. Luciano Avantaggiato, consulente immobiliare, subentra a Riccardo Terroni, mentre Luigi Martinelli, cardiologo subentra a Daniele Romanini. Presenti all’incontro anche il segretario del Lions Club Roberto Cavalieri, il tesoriere Enea Pandolfi e Gianni Serra, socio del Rotary Club, che in passato ha ricoperto la carica di presidente.
“Vogliamo presentarci nella nuova veste, che sarà ufficializzata il 3 ottobre prossimo – ha dichiarato Luciano Avantaggiato -, in occasione dell’inaugurazione del progetto legato al Giardino Terapeutico. Confermiamo la nostra disponibilità a collaborare, per contribuire, nei limiti delle nostre casse, a migliorare e a far crescere le nostre comunità, attraverso progetti, da sviluppare e condividere insieme.”
Il Sindaco Sabina Alice Zanardi, dopo aver ringraziato i presidenti uscenti per il lavoro svolto, ha formulato ad Avantaggiato e a Martinelli gli auguri per intraprendere un nuovo e costruttivo cammino con nuovi progetti, sempre nell’ottica della collaborazione reciproca. “E’ un piacere e un onore avervi qui – ha commentato il Sindaco -, il Comune di Codigoro è sempre disponibile a collaborare con voi- Finlamente il progetto del Giardino terapeutico sta prendendo forma, ma per qualsiasi altro progetto restiamo a disposizione. Vi ringrazio per l’impegno profuso con costanza e dedizione anche durante il periodo del lockdown – ha aggiunto il Sindaco -. L’Amministrazione Comunale sta mettendo in campo numerosi progetti, a partire da Codigoro Green, finanziato dalla regione Emilia Romagna, grazie alla partecipazione ad un bando legato alla partecipazione attiva e al coinvolgimento della popolazione a tutela dell’ambiente. Molti altri sono i progetti in cantiere – ha concluso il Sindaco – anche su tematiche che riguardano la scuola, il teatro, gli anziani e gli adolescenti. Se vorrete collaborare, ne saremo ben lieti.”
In sintonia con le parole del Sindaco il nuovo presidente del Rotary Club Comacchio, Codigoro, Terre Pomposiane, Luigi Martinelli, il quale ha ribadito che “siamo disponibilissimi a partecipare e a portare anche le nostre idee.”
Coronavirus. Badanti al rientro dall’estero, l’assessore Donini ai sindacati: “La Regione Emilia-Romagna è sempre pronta al dialogo. Rinnovo l’invito ad incontrarci al più presto per definire i dettagli organizzativi della gestione della quarantena prevista”
Con l’ordinanza del presidente Bonaccini è stata già intensificata la sorveglianza sanitaria a seguito di rientro o arrivo in Italia da Paesi extra Schengen. “Tema che abbiamo sempre considerato prioritario nella gestione dell’emergenza”
“La Regione Emilia-Romagna è sempre pronta al dialogo, su ogni tema, con le parti sociali. Per questo spero che l’incontro con i sindacati abbia luogo in quanto indispensabile e necessario per condividere l’organizzazione e i protocolli di sicurezza sanitaria riferiti alla quarantena dei lavoratori e delle lavoratrici rientranti dall’estero, con particolare riferimento alle badanti”.
Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, risponde ai sindacati, confermando come quello delle badanti sia un tema che rientra nel quadro generale della gestione dei rientri dall’estero, “su cui, sin dall’inizio della pandemia, prima il Governo attraverso i Dpcm, e la Regione con specifiche ordinanze, hanno assicurato la massima attenzione”.
L’assessore ricorda come nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri dell’11 giugno sulle ‘Disposizioni in materia di ingresso in Italia’ si stabilisce che ‘chiunque intende fare ingresso nel territorio nazionale, tramite trasporto di linea aereo, marittimo, lacuale, ferroviario o terrestre’, tra le altre cose, è tenuto ad indicare l’indirizzo completo dell’abitazione e della dimora in Italia dove sarà svolto il periodo di sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario.
“Un’attenzione, questa, al tema che la Regione Emilia-Romagna, prima in Italia, ha addirittura potenziato con l’ordinanza del presidente Bonaccini n.144 del 13 luglio- sottolinea Donini-. Nell’ordinanza si intensifica il controllo a seguito di rientro o arrivo in Italia da Paesi extra Schengen, con l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria: in questi casi, infatti, i Dipartimenti di Sanità Pubblica effettuano un tampone naso-faringeo per la ricerca di SARS-Cov-2 all’arrivo dei soggetti e, se negativi, un secondo tampone a distanza di 7 giorni, e comunque prima della conclusione dell’isolamento fiduciario”.
“Non c’è mai stata alcuna sottovalutazione quindi- ribadisce l’assessore-. Al contrario, quello dei rientri dall’estero è un tema che è stato sempre tra le priorità nella gestione dell’emergenza. Anzi, la quasi totalità dei casi positivi riscontati in coloro che rientrano dall’estero si è verificata già in isolamento domiciliare ed è frutto dell’importante azione di contact tracing svolta sul territorio”.
“Proprio in ragione di un impegno che è sempre stato garantito e condiviso con le parti sociali- chiude Donini- rinnovo quindi l’invito ai sindacati ad incontrarci al più presto per definire i dettagli organizzativi della gestione della quarantena prevista per le assistenti familiari rientranti dall’estero. Presenteremo le nostre proposte, ascolteremo le loro valutazioni e, come sempre troveremo una soluzione condivisa nell’interesse della salute dei cittadini”.
Ieri il primo incontro in viale Aldo Moro. L’assessore Colla: “Seguiamo con grande attenzione gli sviluppi della vicenda e non escludiamo la possibilità di richiedere un coinvolgimento del Mise”. Le parti saranno riconvocate tra la fine di agosto e i primi di settembre
Crisi Maccaferri, la Regione chiederà un confronto con i legali del Gruppo e il Giudice delegato, si dice disponibile a sostenere progetti di sviluppo industriale che valorizzino il patrimonio tecnologico e occupazionale, dice no a speculazioni finanziarie e non esclude la possibilità di richiedere un coinvolgimento del Mise.
Il giorno dopo il primo incontro con il tavolo di crisi sul Gruppo Maccaferri in Regione, l’assessore allo Sviluppo e lavoro Vincenzo Colla precisa le posizioni della Regione.
“La Regione- ha detto Colla-, seguirà con grande attenzione gli sviluppi della crisi e chiederà un confronto con i legali del Gruppo e il Giudice delegato, affermando la disponibilità ad accompagnare e sostenere progetti di sviluppo industriale che valorizzino il patrimonio tecnologico e occupazionale”.
Colla ha anche affermato che “non ci sarà alcuna disponibilità ad accettare operazioni di semplice speculazione finanziaria” e che, data l’articolazione del Gruppo Maccaferri che va oltre i confini metropolitani e regionali e si posiziona in una dimensione nazionale e internazionale, sia per la dimensione economica che industriale, “non si esclude la possibilità di richiedere un coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo economico”.
All’incontro di ieri sulla situazione del Gruppo hanno partecipato le organizzazioni sindacali, la Città Metropolitana rappresentata del sindaco Fausto Tinti, il sindaco di Zola Predosa Davide Dall’Omo e di Bentivoglio Erika Ferranti, oltre i Commissari delle procedure.
Nell’incontro, i sindacati hanno espresso grande preoccupazione per le prospettive industriali e occupazionali delle società del Gruppo e, grazie anche alla disponibilità dei Commissari, si è potuto fare un quadro della complessa situazione, soprattutto per le numerose diramazioni societarie che rendono difficile la ricostruzione dell‘insieme di riferimento.
L’assessore Colla riconvocherà le parti fra la fine di agosto e i primi giorni di settembre.
Lo scorso febbraio nell’ambito di un’iniziativa portata avanti dal movimento giovanile del partito di Matteo Salvini in tutta Italia, anche a Cento è stato presentato un ordine del giorno per chiedere l’intitolazione di una via o di un parco pubblico ai “Martiri delle Foibe”. Ordine del Giorno che è slittato avanti di qualche mese a causa dell’emergenza legata al virus e che è poi stato messo in discussione e approvato nella seduta del Consiglio Comunale di ieri sera.
A esprimere la loro soddisfazione per il risultato raggiunto sono i ragazzi della Lega Giovani, tramite il coordinatore provinciale Luca Cardi: “Ringrazio i consiglieri della Lega Pettazzoni e Giberti per essersi fatti portavoce della nostra proposta. Ringrazio anche il Sindaco Toselli e tutte le forze politiche che hanno votato a favore di un’iniziativa che vuole ricordare le vittime di una tragedia troppo spesso dimenticata. Ancora una volta la Lega nella nostra provincia ha dimostrato di avere un movimento giovanile sempre attivo, in grado di portare avanti proposte di buonsenso nelle istituzioni e di riuscire poi a concretizzarle su tutto il territorio provinciale.”
“Mi fa piacere” – conclude Cardi – “che in un momento come questo le forze politiche centesi siano riuscite a mettere da parte polemiche e divisioni e abbiano accolto all’unanimità la nostra proposta”.
In occasione della manifestazione “Classica Notte in Giardino” (in programma venerdì 7 e giovedì 20 agosto 2020 dalle 21.15 fino al termine dei concerti) il servizio Commercio e Attività produttive del Comune di Ferrara ha emanato una serie di disposizioni relative al divieto di vendita e somministrazione di bevande in contenitori di vetro o metallo.
Questi in dettaglio i provvedimenti dell’ordinanza:
nei giorni di venerdì 7 e giovedì 20 agosto 2020 dalle 18 fino all’una del giorno successivo è disposto il divieto di vendita per asporto di bevandedi qualunque genere contenute in recipienti metallici o di vetro da parte di tutti gli esercizi di somministrazione (compresi i circoli), esercizi commerciali a posto fisso o su area pubblica, che sono dislocati sul perimetro o all’interno dello stesso: via Oberdan, via San Giacomo dall’incrocio con via Oberdan al piazzale della Stazione, piazzale della Stazione, via Felisatti fino a via Bianchi, via Bianchi, via Tumiati, viale Belvedere, via delle Barriere, via Poledrelli compresa via Manini, viale Vittorio Veneto, via Montenero, corso Isonzo, via Sardi, via Lucchesi, via Calcagnini, via della Grotta, via Rampari San Paolo, corso Isonzo, via Agnelli, viale IV Novembre, corso Piave, via Ticchioni, e inoltre, corso Porta Po dall’incrocio con viale Belvedere fino all’incrocio con via Primo Maggio. Il divieto riguarda anche eventuali esercizi di vendita ambulante e distributori automatici presenti nella zona sopra indicata.
iscrizioni online ai servizi scolastici comunali MENSA, TRASPORTO, PRESCUOLA E DOPOSCUOLA per l’anno scolastico 2020/21 – dal 7 al 31 agosto 2020 al seguente link:
Le famiglie che intendono fruire della mensa scolastica (per la scuola infanzia statale e la scuola primaria), del prescuola (scuola primaria), del trasporto (scuola primaria e scuola secondaria di 1 grado) e fare domanda al doposcuola comunale Circauncentro di Comacchio (per la scuola secondaria di 1° grado, seguirà una graduatoria di accesso) dovranno registrarsi sulportale comacchio.welfaregov.it, inserendo i dati di un genitore e dell’alunno/a.
Per poter effettuare l’iscrizione, è necessario disporre di un indirizzo di posta elettronica.
A settembre alle famiglie verrà inviata una email con l’importo da pagare (se dovuto) e la richiesta di conferma dell’iscrizione e di accettazione della tariffa comunicata.
In caso di conferma verrà inviato il codice IUV da presentare in fase di pagamento mediante il sistema PagoPA.
Una volta effettuato il pagamento, con la ricevuta (le ricevute vanno conservate per detrarre le spese nelle dichiarazioni dei redditi) gli utenti dovranno recarsi all’ufficio URP in piazza Folegatti 15 o nelle Delegazioni Comunali di Porto Garibaldi e San Giuseppe o all’Informagiovani di Porto Garibaldi per il rilascio dei ticket mensa e dell’abbonamento di trasporto. Le tessere del prescuola verranno consegnate successivamente tramite gli educatori del servizio.
Ci sarà tempo fino al 30 Ottobre 2020 per aderire alla nuova versione del “Bonus Affitti”, che sarà gestito da ACER, mentre il Comune di Bondeno ha pubblicato all’Albo Pretorio il testo aderendo all’ iniziativa che riguarda i comuni del Distretto Sociosanitario Ovest. “Il Bando” – dicono il Sindaco facente funzioni Simone Saletti e l’Assessore alle Politiche Sociali, Francesca Piacentini – “ha una duplice funzione: da una parte aiutare le famiglie in situazione di difficoltà con il pagamento dei canoni di locazione, dopo gli effetti economici negativi del COVID-19, dall’altra offrire l’opportunità di immettere sul mercato gli immobili sfitti che sono presenti sul territorio, con un canone concordato”. Difatti, il vero elemento di novità del bando 2020 è proprio la possibilità di rinegoziare i canoni di locazione. Acer è stata incaricata a livello distrettuale di gestire le pratiche amministrative, gestionali e contabili. Per accedere al Bando sarà necessaria la cittadinanza italiana, ovvero quella di un Paese dell’Ue oppure un titolo di soggiorno in Italia valido. Tra i requisiti necessari, vi sono il possesso di un contratto di locazione per un immobile ad uso abitativo e un ISEE che non dovrà superare i 35.000 euro. Le modalità di accesso al Bando non prevedono che si possano sommare agevolazioni, per cui è considerata una causa di esclusione il fatto di avere già beneficiato di contributi, come per esempio quelli relativi alla “morosità incolpevole” o per “l’emergenza abitativa”, oppure l’essere assegnatario di un alloggio di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) al momento della presentazione delle domande. Per avere accesso ai contributi per il pagamento del canone di locazione, i richiedenti dovranno fare pervenire le loro domande entro e non oltre il termine del 30 Ottobre 2020. Le domande dovranno essere inviate sotto forma di “autodichiarazione” (ai sensi degli Art. 46 e 47 del DPR 445/2000) tramite il modulo presente sul sito di Acer Ferrara ed allegando la documentazione richiesta dal Bando.
Si comunica che, nella seduta odierna, il Consiglio di Amministrazione di BPER Banca S.p.A. (di seguito BPER) ha deliberato un progetto di modifiche statutarie concernenti il complessivo assetto di governance della Banca e, in particolare, le modalità di nomina del Consiglio di Amministrazione.
Si rammenta che l’attuale statuto di BPER prevede un numero fisso di Amministratori pari a quindici (15) e un meccanismo elettivo del Consiglio di tipo maggioritario, in virtù del quale la lista risultata prima per numero di voti esprime da un massimo di quattordici (14) a un minimo di dodici (12) Amministratori mentre la seconda lista (che non sia collegata, neppure indirettamente, con la prima) esprime i rimanenti Consiglieri, in numero da uno (1) a tre (3) in ragione della distanza in termini di voti che la separano dalla prima lista.
Il nuovo progetto, elaborato dal Consiglio nell’esercizio del proprio potere di valutazione del sistema di governo societario e anche al fine di tener conto dell’evoluzione intervenuta nella struttura della compagine sociale, si sostanzia nei seguenti elementi essenziali:
adozione di un criterio di elezione del Consiglio di Amministrazione di natura proporzionale fondato sul metodo dei quozienti;
previsione di un limite in forza del quale nessuna lista può esprimere più di sette (7) Consiglieri, al fine di assicurare ampia e adeguata rappresentanza consiliare a tutte le diverse componenti della compagine sociale;
previsione di una soglia di “accesso al riparto”, volta ad assicurare stabilità e coesione al funzionamento dell’organo amministrativo, secondo cui, ferma l’esigenza di legge di assicurare alla prima lista di minoranza non collegata la possibilità di esprimere almeno un Amministratore, le altre liste non collegate (per tali intendendosi le liste diverse dalla lista più votata e dalla lista di minoranza più votata che non sia collegata in alcun modo alla prima) potranno concorrere alla nomina del Consiglio solo qualora abbiano ottenuto voti almeno pari al 5% del capitale con diritto di voto in Assemblea.
Il progetto prevede altresì, in deroga al sistema proporzionale appena descritto e allo scopo di assicurare piena corrispondenza tra numero di voti conseguiti dalla lista e sua rappresentanza in seno al Consiglio, che il limite di sette (7) Consiglieri non si applichi qualora la lista risultata prima abbia ottenuto un numero di voti superiore al 50% del capitale avente diritto di voto in Assemblea. In tal caso, troverà applicazione una regola analoga a quella prevista dallo statuto attuale di BPER con conseguente estrazione dalla prima lista di un numero di Consiglieri compreso tra quattordici (14) e dodici (12) e la possibilità per la seconda lista che non sia collegata in alcun modo alla prima di nominare da uno (1) a tre (3) Consiglieri a seconda della distanza in termini di voti tra le due liste.
In coerenza con la scelta di rimettere ai Soci le decisioni relative alla composizione del Consiglio di Amministrazione, si prevede infine l’eliminazione della facoltà del Consiglio di amministrazione uscente di presentare una lista di candidati per l’elezione dell’organo amministrativo.
Ulteriori variazioni riguardano, tra l’altro:
l’eliminazione della figura del Presidente onorario;
la modifica dell’assetto degli organi deputati all’azione esecutiva, rendendo facoltativa la nomina del Comitato esecutivo, nonché prevedendo la possibilità di istituire uno o più comitati manageriali su proposta dell’Amministratore delegato;
l’ampliamento della disciplina concernente i comitati endoconsiliari e la miglior definizione delle attribuzioni del Direttore generale;
la riduzione della composizione numerica del Collegio sindacale, passando dall’attuale numero di cinque (5) Sindaci effettivi al numero di tre (3).
Le modifiche statutarie saranno sottoposte all’approvazione di una convocanda Assemblea straordinaria dei Soci, subordinatamente al rilascio della prescritta autorizzazione da parte dell’Autorità di Vigilanza.
Difendere la capacità di spesa dei lavoratori. Perché la quota salari è stata erosa dalle necessità della globalizzazione
Dagli anni ’80 la globalizzazione ha distrutto il mercato interno, assolvendo una necessità del capitalismo finanziario. A pagarne il prezzo, in termini di domanda aggregata e di pil, è stata la quota destinata ai lavoratori e alla classe media e a sopperire a tale mancanza è stato lo Stato. La teoria dei bilanci settoriali spiega che i soldi possono venire solo da tre ‘dimensioni’ economiche, ovvero dall’estero (esportazioni maggiori delle importazioni), dal bilancio delle famiglie e delle imprese e dal bilancio dello Stato. Quindi non risulta particolarmente complicato, osservando il grafico seguente, capire chi abbia subito scelte così devastanti per gli equilibri interni di una nazione.
Il grafico che segue è tratto dai lavori di qualche anno fa del prof. Alberto Bagnai
E porta ad interessanti considerazioni, sempre anticipate anni orsono dallo stesso prof. Bagnai:
La quota salari si impenna prima nel 1963, a seguito di un primo ciclo di lotte operaie che si associano anche a una fiammata del tasso di inflazione, che raggiunge il 5%. L’inflazione accelera nuovamente nel 1969, a seguito dell’autunno caldo, che porta pure lui a un aumento dell’inflazione. Segue, nel 1974, l’esplosione dell’inflazione dovuta al primo shock petrolifero. In quell’anno il salario reale smise di crescere, perché operai e sindacati erano stati colti di sorpresa, e la quota salari si flesse leggermente. Poi, dall’anno successivo, le lotte che portarono il Partito Comunista Italiano al proprio massimo storico in termini elettorali (34% nel 1976) spingono la quota salari a un massimo storico del 51%.
Dal divorzio (fra Tesoro e Banca d’Italia) in poi è una continua flessione, che porta la quota salari a toccare, all’entrata dell’euro, i valori dell’inizio degli anni ’60.
In pratica quando i sindacati lottavano per i salari ed esisteva un partito che effettivamente rappresentava i lavoratori il benessere, in termini finanziari, cresceva equamente distribuito mentre l’inflazione, al contrario di quanto spesso si dice, non erodeva i salari, cioè a soffrire per l’inflazione non erano i lavoratori ma il capitale. E sempre seguendo lo stesso ragionamento possiamo vedere dal successivo grafico, che proviene dalla stessa fonte, la quota salari rispetto alla produttività
Che ci dice evidentemente che quando i salari crescono più della produttività non ne bloccano la crescita stessa mentre la stabilizzazione dei salari… stabilizza anche la crescita, cioè quando non crescono i salari diminuisce la crescita della produttività e di conseguenza si soffre il mal di PIL. Lottare contro l’inflazione è stato come lottare contro lavoratori e famiglie in nome di Weimar e dello Zimbawe che invece avevano avuto ben altre ragioni di esistere, storiche e sociali prima di tutto, e solo dopo economiche. Purtroppo le nostre classi dirigenti sono state breve a fare i loro interessi utilizzando anche argomenti senza fondamenta.
Di seguito il grafico con dati OCSE che mostra quanto i salari in Italia si siano fermati agli anni ‘90
La quota salari dunque e inequivocabilmente perde terreno. Allo stesso tempo imprenditori e affaristi (in senso positivo) hanno continuato o migliorato i loro guadagni e poiché da una parte i lavoratori e le famiglie potevano comprare, in aggregato, sempre di meno e la nostra bilancia commerciale si è tenuta su di un sostanziale e più che dignitoso pareggio viene da se che a coprire il gap sia stato lo Stato attraverso la tanto vituperata spesa pubblica. Che, infatti, è aumentata a dismisura proprio dagli anni ’80 sia per l’aumento degli interessi sui titoli di stato (nel 1981 ci fu il “divorzio” tra Banca d’Italia e Tesoro per cui a decidere l’interesse sui Titoli negli anni successivi furono i mercati finanziari) sia perché lo Stato dovette coprire il gap di domanda aggregata (cioè doveva spendere quei soldi che i lavoratori e le famiglie non riuscivano più a spendere) a sostegno del risparmio e delle aziende. Anche di quella parte dell’industria che oggi ritiene lo Stato il ladro del futuro dei nostri figli.
Lo Stato, in termini di bilancio, ha fatto bene il suo lavoro mentre sbagliate sono state le scelte politiche e di investimento effettuate da chi aveva il potere di farle, ma non sempre la legittimazione. Di fatto il mercato interno è stato seriamente compromesso e a fare danni ci si è messa anche la sinistra che invece di difendere il lavoro e i salari ha preferito accodarsi alla guerra all’inflazione e alla sovranità politica e monetaria. Di conseguenza la bilancia commerciale ha cominciato a rivestire importanza sempre maggiore, esportare merci per recuperare capitali è un modo per compensare la carenza di domanda interna e legittimare l’abbassamento dei salari.
Dipendere dall’estero invece di concentrarsi sulla capacità di spesa interna, però, non è un buon modo di pensare al futuro e questa scelta, combinata con la distruzione dei confini (politici e monetari) rende i più deboli sempre più indifesi. Non saranno certo i mercati o le élite, la cui esistenza oggi ammettono anche giornalisti non schierati con il complottismo mondiale, a difenderli o a spendersi per i loro diritti.
Affidare alle grandi imprese e all’economia “sciolta” da impegni comuni i destini dei lavoratori è stato un grande errore, lo Stato doveva e deve vigilare e persino dirigere quanto basta, ma evidentemente chi ha occupato le leve del potere ha lavorato per il capitale con il supporto di sindacati, giornali e TV. Il sociale sta allora scomparendo dietro una parvenza di benessere diffuso e di opportunità per tutti ma solo se perdiamo di vista l’aggregato che invece ci racconta la storia vera.
Cosa sarebbe allora urgente fare? Riprendere in mano i destini della politica economica per aumentare la capacità di spesa interna, quindi un aumento dei salari che recuperi la quota persa negli ultimi decenni secondo il principio che direttamente o indirettamente tutti partecipiamo a realizzarli e che se si decide di vivere in una società bisogna accettarne anche gli impegni conseguenti di solidarietà oltre che di partecipazione. Bisognerebbe poi tenere aperti i confini agli stimoli culturali, scientifici e di normale partecipazione alla storia umana ma chiuderli alla globalizzazione finanziaria, dei capitali e delle imprese in modo da salvaguardare i nostri lavoratori e le nostre famiglie cosa che aiuterebbe anche a migliorare le condizioni lavorative all’estero. Si pensi a cosa succede nel mondo della moda, lo schiavismo esportato per risparmiare a volte un euro a capo per massimizzare i profitti di poche grandi marche, il tutto possibile solo a causa delle scelte di non intervento dello Stato, del liberismo economico e della globalizzazione finanziaria.
Difendere le aziende dalla necessità di concorrere in maniera non controllata deve essere visto come una necessità per difendere il lavoro, non servono sussidi per tenerle aperte ma regole che le difendano dalla concorrenza esterna in modo da permettere che possano vivere di domanda interna, il che porterebbe alla corrispondenza tra salario e produttività che altrimenti potrà essere raggiunto solo balcanizzando. Saremo cioè produttivi quando riusciremo a produrre beni da vendere all’estero a prezzi da mercato cinese e viene da sé che per farlo i salari dovranno sempre di più adeguarsi al ribasso.