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Giorno: 17 Agosto 2020

Favole sotto gli alberi: 20 agosto

Da:  Ufficio Stampa Il Baule Volante

 

La sedicesima edizione della rassegna estiva di Teatro per Bambini e Famiglie Favole sotto gli Alberi prosegue, giovedì 20 agosto alle ore 21,15 presso Factory Grisù (Ferrara, via Poledrelli, 21 – ex caserma dei vigili del fuoco), con lo spettacolo: “Le avventure di Fagiolino” della compagnia Burattini Città di Ferrara: uno spettacolo in cui l’antica tradizione dei burattini classici rivela il suo brio immortale e la sua imperitura capacità di coinvolgere grandi e piccini in un gioco lieve e sempre divertente in cui il mitico Fagiolino si troverà alle prese con molti tremendi nemici per recuperare ben 3 oggetti magici e preziosi!

 

Prosegue a spron battuto questa 16° edizione di un Favole sotto gli alberi in tempi di Covid.

Sotto gli occhi sbalorditi degli organizzatori, la capiente arena dello spazio Grisù, appuntamento dopo appuntamento, va quasi sempre esaurita. Le famiglie e i bambini hanno evidentemente voglia di teatro e forse anche della normalità che l’andare a teatro rappresenta.

Giovedì sera l’avvincente e semplice vicenda dello spettacolo vede protagonisti i personaggi della tradizione: orchi, streghe, maghi ma anche Sandrone, la Morte e naturalmente il simpatico e irriverente Fagiolino assieme al suo fido e inseparabile bastone.

L’intreccio della storia proviene da un antico canovaccio originale di Ettore Forni, capostipite dei burattinai ferraresi dei primi del ‘900. La compagnia lo ha poi reinventato e attualizzato e ora lo ripropone in una versione fresca e scoppiettante. Ecco la trama: Fagiolino dovrà recuperare tre oggetti magici per aiutare una fata in difficoltà: la spada dell’invincibilità, l’elmo fatato e l’anello miracoloso. Per fare ciò il nostro eroe dovrà superare mille pericoli fra cui un mago malvagio e la sua terribile compagna. Il coraggio di Fagiolino verrà poi messo a dura prova all’interno di una grotta fredda e scura abitata da mostriciattoli disgustosi e da uno scheletro che non trova pace. Sicuramente un’impresa difficile e rischiosa, senza possibilità di successo. Solo attraverso l’intervento dei suoi alleati, i bambini presenti allo spettacolo, Fagiolino potrà riportare alla Fata Circe i preziosi oggetti.

Alla fine, saranno quindi i bambini i veri protagonisti dello spettacolo. I piccoli spettatori vivranno in prima persona ogni momento di questa avventura, aiutando il loro amico Fagiolino con i loro suggerimenti ed i loro incitamenti… così che anche questa fiaba potrà concludersi con l’intramontabile “E…..vissero felici e contenti!”

 

Una commedia piena di vitalità e colpi di scena, questa di giovedì sera, che offrirà al pubblico delle famiglie un’ora di divertimento assicurato tra effetti scenici, baruffe, sorprese e bastonate.

È con grande piacere che la direzione artistica del Baule Volante, ha invitato i Burattini Città di Ferrara di Franco Simoni a rappresentare questo spettacolo in questa sedicesima edizione di Favole sotto gli alberi: un gradito ritorno e una conferma di stima nei confronti di un nucleo artistico piccolo ma importante che da oltre quarant’anni crea – unico nella nostra città – spettacoli di burattini tradizionali basati sugli antichi copioni della tradizione.

 

La Compagnia “CITTÀ di FERRARA” nasce nel 1970 dalla passione di Giuseppe Simoni e della moglie Romana che, provenienti da anni di militanza nel teatro dialettale Ferrarese, concretizzano i loro sforzi insieme al figlio Francesco, alla futura nuora Annalisa ed all’amico Italo Ferrari.

Dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Trenta, la Compagnia “Città di Ferrara” fu la filodrammatica ferrarese più nota ma, prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, si sciolse, ecco perché, in seguito, Giuseppe volle chiamare “Città di Ferrara” la sua compagnia, proprio per continuare la tradizione del dialetto e mantenere vivo nel cuore dei Ferraresi quel patrimonio di cultura che è il teatro dei burattini. Tanti sono stati gli amici, poi colleghi, che hanno aiutato e stimolato Giuseppe e Romana ad intraprendere la strada dei burattini: la compagnia ricorda con piacere Ernesto Testelli, Italo Ferrari, Bruno Iani, bolognese purosangue, e il grande marionettista Otello Monticelli, artisti di fama che li hanno aiutati e sostenuti per via del comune innamoramento verso quelli che Franco Simoni definisce romanticamente “incredibili pezzi di legno che ti trasmettono emozioni incomprensibili e che ti trascinano piano piano nel mondo della fantasia e della serenità”. Negli anni, la Compagnia ha conseguito vari riconoscimenti a livello locale e nazionale. Più di recente, nel 2016, il PREMIO MAF “Per l’attività culturale svolta a favore della città di Ferrara nel corso di decenni di attività artistica” e il terzo premio nella rassegna “TEATRO GRANDE AMORE” organizzato da FITA Emilia Romagna. Nel 2017, il capocomico, Franco Simoni riceve il Premio Nazionale RIBALTE DI FANTASIA, alla carriera.

 

La Compagnia Città di Ferrara possiede una raccolta composta da circa 300 burattini e 100 fondali, appartenuti ai più famosi burattinai dell’area emiliana: vi si possono trovare pezzi appartenuti a Ciro Bertoni, Bruno Lani, Ettore Forni, Italo Ferrari, alla famiglia Maletti, a Otello Monticelli, a Ernesto Testelli, oltre a pezzi unici ideati da scultori e amici famosi come il M.o Sgaravatti, o lo scenografo-scultore Paolo Orsatti, per non parlare della collezione di burattini, marionette e pupi provenienti da più parti del mondo. I fondali, molti dei quali dipinti dall’amico Ernesto Testelli, sono in perfetto stato di conservazione e si compongono di numerosi soggetti. La Compagnia inoltre possiede una grande bibliografia dedicata al mondo dei burattini e delle marionette, composta sia da testi che da copioni di alcuni dei più affermati burattinai emiliani.

 

Un vero e proprio patrimonio della città di Ferrara quindi, in una serata da non perdere per i bambini a partire dai 4 anni, ma anche per i molti adulti che desiderano vivere una serata in perfette serenità e allegria!

 

 

Per tutti i bambini dai 4 ai 99 anni.

 

 

L’ingresso, per tutti e 5 gli appuntamenti, costerà € 6,00 per adulti e bambini.

 

In ottemperanza alle direttive anti covid:

La prenotazione e’ possibile (ed è anzi caldamente consigliata) al link www.ilbaulevolante.it/favolesottoglialberi.

I posti non saranno numerati: ogni spettatore sara’ accompagnato e gli sara’ assegnato il posto più vicino al palco scenico disponibile al momento dell’arrivo.

Il pagamento dei biglietti sara’ effettuato direttamente in biglietteria.

Gli spettatori che avranno prenotato dovranno presentarsi a ritirare i propri biglietti non oltre le ore 21,15.

Si raccomanda a tutti gli spettatori di presentarsi in biglietteria con gli importi dei biglietti esatti in modo da evitare il più possibile scambi e contatti diretti.

Si raccomanda agli spettatori di portare le mascherine.

Ogni nucleo familiare sara’ separato dagli altri seguendo le distanze indicate dalle disposizioni ufficiali in materia sanitaria.

L’accesso e l’acquisto dei biglietti sara’ possibile anche senza prenotazione.

 

In caso di maltempo gli spettacoli saranno annullati.

 

Informazioni: Il Baule Volante – Paola Storari –347/9386676 – ilbaulevolante@libero.it

 

Banco Dinamico: un’intervista in esclusiva

Mi chiamo Banco Dinamico e mi sento diverso da tutti i miei coetanei perché ho le ruote e non i piedini come loro; per questo soffro di giramenti di testa ma anche di “demenza sedile” perché ho anche una sedia incorporata nello scheletro che mi fa un male da impazzire.
I miei genitori sono molto conosciuti: mia mamma è Banca Popolare e mio papà è Banco Dei Pegni.
Come è facile immaginare, non ho avuto un’infanzia felice perché la mia famiglia pensava solo ai soldi quindi io mi sono sempre sentito trattato come un “prodotto da banco”.
Una volta cresciuto, le cose non sono migliorate: con le ragazze non sapevo “tener banco” e penso che loro mi usassero soltanto come “banco di prova”.
A scuola “scaldavo il banco”; fuori dalla scuola, le iniziative che prendevo le facevo “sotto banco” così, durante l’adolescenza, ho rischiato spesso di finire sul “banco degli imputati”.
Nonostante i miei genitori immaginassero per me un futuro seduto a qualche “banco della presidenza” oppure al casinò dove “il banco vince”, io invece sognavo di “far saltare il banco” e di diventare un “banco di nebbia” così nessuno avrebbe potuto vedermi.
La vita però, a volte, ti sorprende perché mai mi sarei immaginato di diventare famoso proprio per il mio modo di essere: infatti, quando ormai pensavo che mi sarei ridotto ad essere solo un “banco del pesce”, ho ricevuto una chiamata da un importante personaggio pubblico e da lì il mio futuro è cambiato.
Mi ha detto che telefonava dai “banchi del governo” e che dovevo diventare il modello dei futuri “banchi di scuola” e così, nonostante mi vergognassi molto, mi hanno costretto a lunghe sedute fotografiche che mi hanno fatto finire su tutti i giornali.
Sono stato molto invidiato dalla mia famiglia per questa mia improvvisa celebrità ma, quando quella persona importante ha chiesto a mamma e papà di riprodursi in fretta per farmi tanti fratellini, loro (che per soldi farebbero anche i “banchi da chiesa”) hanno sfoggiato subito un sorrisino malizioso e hanno cominciato a darsi da fare con i loro amplessi, immaginando guadagni enormi.
Io veramente non desidero né fratelli né sorelle ed ora, che sono entrato in un gioco più grande di me, comincio ad essere molto preoccupato perché, anche se sono un “banco dinamico”, mi stavo già abituando al sogno di sparire diventando un “banco di nebbia” per cui non mi piace affatto l’idea di avere altri “compagni di banco” che mi stanno troppo vicini.
Non sono per niente contento e mi dispiace pure per quei bambini con cui ci dovremo abbinare quando saremo a scuola a settembre: ho paura che, per loro, invece del giusto distanziamento si prepari un futuro stretto stretto, da “banco di aringhe” che nuota in un mare di confusione.
Ma proprio a me doveva capitare questa cosa!
Forse però sono ancora in tempo: quasi quasi cambio vita e divento un “bancomat”, farei contenti i miei genitori… No, niente bancomat, io sono sempre stato diverso; ho deciso: diventerò un “banco alimentare”!

P.S. Questa ironica intervista esclusiva nasce dal timore che tutti i problemi legati al ritorno a scuola in sicurezza si stiano condensando nella sola scelta di un banco “spaziale con sedia rotante, maglio perforante, raggio antigravità e disintegratore di realtà” (cit. Goldrake). In questo modo si continuano ad immaginare i bambini come se fossero degli esemplari fermi ed ubbidienti di Teletubbies con un’antenna sulla testa per captare i segnali televisivi e, al centro dell’addome, un rettangolo da usare come monitor.
C’è bisogno di portare l’attenzione sul se e come è possibile fare una scuola buona in un simile “zoo pieno di gabbie distanziate” ma soprattutto occorre iniziare a ragionare su come liberare i bambini da questo “zoo” rispettando la prevenzione sanitaria nelle scuole.
Penso che valga la pena, prima di tutto, liberare se stessi dall’idea di aula standard così come si sta definendo perché le scuole sono fatte anche di cortili, di giardini, di parchi e di dintorni e perché si può far scuola anche fuori dalla scuola.
Per far questo serve una bussola affidabile rappresentata dalla ricerca costante del senso del fare scuola che si può trovare nella nostra Costituzione, abbinandole però la capacità di “navigare in un oceano d’incertezze attraverso arcipelaghi di certezza” [1] o, detta con parole mie, provando a praticare un’educazione al rischio (di cui scriverò ancora).

[1] Edgar Morin

Coronavirus, l’aggiornamento: 41 nuovi casi positivi-zero decessi

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia Romagna

Coronavirus, l’aggiornamento: 41 nuovi casi positivi, di cui 18 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing e 12 collegati a rientri da fuori regione. Nessun nuovo caso nelle province di Modena, Rimini e a Imola. Zero decessi

In provincia di Reggio Emilia 13 casi. Effettuati oltre 3mila tamponi e più di mille test sierologici. Casi attivi a quota 1.814 (+9), quasi il 96% con sintomi lievi in isolamento a casa

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 30.477 casi di positività, 41 in più rispetto a ieri, di cui 18 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.

Dei 41 nuovi casi, 22 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 8 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti, 12 sono collegati a vacanze o rientri dall’estero (per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen).

Per quanto riguarda la situazione nelle province, i numeri più elevati si registrano a Reggio Emilia con 13 nuovi casi, di cui 5 asintomatici. In particolare sono 11 i casi già in isolamento domiciliare al momento della diagnosi, individuati con attività di contact tracing e 8 quelli riconducibili direttamente o indirettamente (contatti di caso) a rientri dall’estero (Corfù e India).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

I tamponi effettuati ieri sono 3.113, per un totale di 772.052. A questi si aggiungono anche 1.018 test sierologici.

I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 1.814 (9 in più di quelli registrati ieri). Invariato fortunatamente il numero di decessi, che resta 4.453.

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 1.736 (+9 rispetto a ieri), quasi il 96% dei casi attivi. Restano 4 i pazienti in terapia intensiva. Invariato anche il numero di quelli ricoverati negli altri reparti Covid: 74.

Le persone complessivamente guarite sono 24.210 (+32 rispetto a ieri): 88 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 24.122 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.700 a Piacenza (+3, sintomatici), 3.840 a Parma (+6, di cui 2 sintomatici), 5.234 a Reggio Emilia (+13, di cui 8 sintomatici), 4.239 a Modena (invariato), 5.450 a Bologna (+5 di cui 4 sintomatici); 441 casi a Imola (invariato), 1.119 a Ferrara (+1, sintomatico); 1.228 a Ravenna (+7, di cui 3 sintomatici), 1.008 a Forlì (+4, di cui 1 sintomatico), 860 a Cesena (+2, di cui 1 sintomatico) e 2.358 a Rimini (invariato). /PF

La canzone di Betulla

Mia madre Anna si trasferì a Pontalba quando si sposò. Prima  abitava a Cremantello, il paese in provincia di Varese dove abita suo fratello e dove le mie cugine gestiscono il bar Ghepardi.
Quando mia madre abitava a Cremantello la sua casa non era quella annessa al bar dove ora vivono gli zii, ma era una casa di campagna con cortile, giardino, orto, rimessa, fienile e uno strano stanzino stretto e lungo, con una sola piccola finestra, che tutti chiamavano “il cantinetto”.  Credo che lo chiamassero così perché in origine era destinato alle botti di vino appena fermentato. Il cantinetto era posizionato sul versante nord della vecchia casa  e al suo interno la  temperatura restava costante per quasi tutto l’anno. Si sentiva entrando uno strano odore di chiuso e muffa, forse dipeso dal fatto che il pavimento era di terra battuta, sempre un po’ umido.

In quella vecchia abitazione c’erano tanti oggetti e mobili di sconosciuta provenienza. Nessuno si ricordava che strada avessero fatto per arrivare lì, né  chi fossero stati i primi proprietari della catena ereditaria che aveva destinato tutto quel mobilio nella vecchia casa della nonna Adelina. Si sapeva solo che appartenevano  alla famiglia Ghepardi da generazioni. Mia madre, Anna Gherpardi, era nata tra quelle mura nel 1941.
Io ricordo che al centro del cortile c’era un meraviglioso albero di pere, che produceva dei frutti così dolci e sodi, da attirare l’interesse di buona parte del vicinato. Avevano la buccia color ruggine e dei puntini più scuri sulla parte “panciuta” del frutto. Maturati sull’albero, sotto il sole che arroventava il cortile, erano delle prelibatezze. Tutta via  Don Mazzolari invidiava quelle pere e provava a farsele regalare dalla nonna, non appena le condizioni umorali della vecchia Adelina sembravano propizie.

La nonna aveva infatti un carattere particolare, bisognava incontrarla nel momento giusto, altrimenti invece delle pere ti regalava qualche vecchio maglione da disfare e ti diceva entro quanti giorni le servivano  le matasse di lana già lavate. I gomitoli, gratuitamente arrotolati dai malcapitati vicini, servivano  per confezionare le coperte che venivano vendute durante la festa della Madonna d’Ottobre e il cui ricavato andava alla Caritas di Cremantello. Il dilemma non era da poco: cercare di farsi regalare le pere e rischiare di avere in cambio maglioni da disfare, oppure evitare i vecchi maglioni e non poter assaggiare le pere? Il rischio valeva la pena di essere corso. Le pere erano irresistibili.

Le vicende di Cremantello sono tante e molto curiose. La vita rurale e agricola, con tanto di seconda guerra mondiale alle porte, ha reso  quel posto il potenziale canovaccio di un vero romanzo che prima o poi qualcuno scriverà.
Tra le tante stranezze, vicende e curiosità che ho sentito raccontare su quel borgo, quella che mi fa sempre sorridere quando ci penso, è il nome dei vicini di casa della nonna Adelina. Si chiamavano Betulla e Tomeo e tutti li chiamavano Tulla e Teo.  Da dove venissero quei due nomi esattamente non si sapeva e nemmeno ci si spiegava come due persone, con nomi del genere, avessero potuto sposarsi e vivere insieme serenamente. Ma si sa, la vita reale è molto più bizzarra della fantasia. Ciò che riusciamo a inventare assomiglia quasi sempre a qualcosa che abbiamo già visto e sentito, che fa parte della nostra cultura, del nostro patrimonio genetico. Ciò che veramente è, può davvero stupire. Tulla e Teo erano veri, chi mai avrebbe potuto inventarsi nomi del genere. Nessuno aveva chiaro il numero civico dell’abitazione di questi due personaggi. Non serviva. Quando qualcuno d’estate andava in vacanza e mandava loro una cartolina da qualche località di mare, scriveva sull’indirizzo “Betulla e Tomeo – Cremantello (VA)” e la missiva arrivava senza colpo ferire.

Due nomi davvero strani: Betulla e Tomeo, due diminutivi un po’ meno strani: Tulla e Teo (come una coppia di due comici da prima serata in TV), due cognomi assolutamente inutili. Nessun’altro a Cremantello aveva quei nomi, a cosa serviva aggiungere i cognomi?.
Tulla e Teo facevano i macellai. Aprivano la bottega tre mattine la settimana, il lunedì era giorno di chiusura e il resto del tempo-lavoro era destinato a preparare la carne per la vendita al dettaglio. Comprare le vacche, macellarle, sezionarle, togliere le interiora, lavare la trippa, segare le ossa e preparare dei bei pezzi di carne da vendere. A Betulla piaceva cantare e lo faceva sempre quando andava a lavare la trippa (lo stomaco della mucca) al fosso.  L’acqua corrente puliva perfettamente le interiora. Lo stomaco del bovino diventava bianco e luccicante, pronto da cucinare la domenica. Tagliato a listarelle e bollito con diverse verdure, era uno dei piatti poveri più apprezzati e particolari del paese.
La canzone che Betulla prediligeva quando andava al fosso a lavare la trippa era “La bella la va al fosso”. Una canzone popolare dell’area settentrionale del nostro paese, una delle più conosciute della tradizione lombarda. Ne esistono diverse versioni, molto simili tra loro.

Inizia  più o meno così:
“La bella la va al fosso/ ravanei, remolazz, barbabietol e spinazz/ tre palanche al mazz,/ la bella la va al fosso,/ al fosso a resentà.”
[La bella va al fosso/ ravanelli, rape, barbabietole e spinaci/ tre soldi al mazzo,/ la bella va al fosso,/ al fosso a lavare i panni.]
Betulla invece dei panni lavava la trippa, ma tutto il resto coincideva.
La canzone prosegue narrando che “la bella che lava i panni”, perde nel fosso il suo anello e non sa come fare a recuperarlo. Mentre è indecisa sul da farsi, vede un pescatore e gli chiede se può ripescarglielo. In cambio offre al pescatore un “regalo” in natura.
“E quan’ l’avrai pescato/ un regalo ti farò. […]/Andrem lassù sui monti/ ravanei, remolazz, barbabietol e spinazz/ tre palanche al mazz,/ andrem lassù sui monti,/ sui monti a far l’amor.”
[E quando l’avrai pescato/ un regalo ti farò. […]/Andrem lassù sui monti/ ravanelli, rape, barbabietole e spinaci/ tre soldi al mazzo,/ andrem lassù sui monti,/ sui monti a far l’amor.].

Accidenti che ricompensa per il recupero dell’anello!, forse dipendeva dall’avvenenza del pescatore, sarà stato giovane e bello, e forse anche dall’importanza di recuperare l’anello, magari era l’unica quantità d’oro appartenuta alla bella lavandaia … o forse semplicemente quelle parole permettevano di comporre una rima necessaria al ritornello e, di conseguenza, la canzone era venuta così.
Sta di fatto che Betulla e Tomeo erano conosciuti e stimati macellai e nessuno ha mai saputo che ci siano stati tra loro screzi, malumori o strani amori clandestini. Di certo c’era solo quella canzone innocua che cantava Tulla e non stupiva nessuno. Sicuramente non Teo.

Ma si sa, gli interessi comuni, soprattutto in tempo di guerra, permettevano di mangiare e, in quanto tali, erano imprescindibili. Senza la pagnotta sul tavolo per molti giorni consecutivi, l’amore non si faceva né col marito, né col pescatore, né col garzone delle consegne, né con altri. Credo ci fossero diversi maschi “interessanti” che avrebbero pasteggiato volentieri  con un po’ di ossa e di polpa di carne appena frollata. Quale poteva essere il cambio? La carne fresca sarebbe stata un bel modo per festeggiare come si deve la domenica. La guerra è la guerra, il rispetto del corpo è un grande lusso e, sicuramente tutte le volte che si può, una virtù.

N.d.A.
I protagonisti dei racconti hanno nomi di pura fantasia che non corrispondono a quelli delle persone che li hanno in parte ispirati. Anche i nomi dei luoghi sono il frutto della fantasia dell’autrice.

Copparo:tirocini curricolari in biblioteca

Da: Ufficio Stampa Comune di Copparo

Saranno attivati per due ragazzi iscritti agli Atenei di Ferrara e di Parma.

La Biblioteca Comunale ‘Anne Frank’ sarà sede dell’esperienza formativa
di due studenti universitari. Verranno infatti attivati due nuovi
tirocini curricolari per altrettanti ragazzi iscritti agli Atenei di
Ferrara e di Parma.
Si tratta della realizzazione di un importante momento di alternanza fra
studio e lavoro: un’occasione orientativa, che punta a far conoscere la
realtà del mondo del lavoro attraverso l’esperienza diretta, e
un’opportunità formativa, che consente di approfondire, verificare e
ampliare quanto appreso durante il corso di laurea.
Obiettivi, modalità e tempistiche verranno definiti da un patto
formativo condiviso da tutor aziendale e tutor universitario in accordo
con i tirocinanti.

Diccap e sinusca: diritto di replica a due articoli e alla consigliera Ferraresi

Da: Ufficio Stampa Diccap Ferrara

I Sindacati DICCAP (Dipartimento Autonomie Locali e Polizie Locali) e Sinusca (Sindacato Nazionale Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe) desiderano replicare a due articoli pubblicati su due testate locali in data 14/08/2020 e in data 15/08/2020. Rispettivamente in uno si definisce <>, mentre nell’altro <>. Leggendo questi due articoli ci è balzato agli occhi come il nostro comunicato stampa del 12/08/2020 sia però stato oggetto di numerosi e significativi tagli. Concordiamo quindi che possa apparire Curioso, e in certa misura emblematico oltre che ancora Curioso e bizzarro……ma per fortuna, aldilà dell’altro modo di vedere le cose (o di interpretare gli scritti), non abbiamo bisogno di approvazioni o di schierarci con nessuno per difendere il lavoro e i nostri colleghi. Ribadiamo infatti, se non fosse stato sufficientemente chiaro, quello già indicato nel nostro comunicato, ovvero che nostra intenzione è sottolineare il sostegno all’operato dei dipendenti aldilà del dibattito politico nel quale non è nostro obbiettivo entrare proprio perché non siamo il sindacato di nessuna parte politica. Non ci risulta infatti di avere ricevuto nessuna delega sindacale da parte di nessun esponente della Giunta comunale o del Consiglio, di fatti non per nulla abbiamo evidenziato come gli interventi da parte dell’amministrazione dovranno essere presi in tempi rapidi ritenendo necessarie assunzioni o comunque immissioni di personale comunale già dipendente, un aggiornamento delle indennità e della progettualità con un deciso investimento, anche strumentale, in un ambito appunto che se non riorganizzato adeguatamente potrebbe rischiare l’implosione. E anche qui non ci pare di aver rappresentato la parte datoriale, anzi. Tant’è che infatti nel nostro comunicato abbiamo evidenziato come per la Consigliera Ferraresi si ritengano inviolabili prerogative le proprie e di diritto interpellanze verso la maggioranza quale consigliere di opposizione. Ci corre l’obbligo, in ogni caso, di ringraziare per la sopraggiunta precisazione della Consigliera Ferraresi relativamente al fatto che la sua interpellanza nulla ha contro i dipendenti comunali, e quindi nel merito delle proposte che potrebbero essere avanzate per addivenire ad un servizio più funzionale per cittadini e dipendenti ci confermiamo disponibili ad incontrarLa, come faremmo con qualsiasi consigliere comunale di qualsiasi schieramento politico con l’unico, imprescindibile e sempre marcato spirito che la tutela del lavoro sarà sempre il positivo riscontro verso <<[…]lui, l’utente finale, un cittadino come noi, che […] troverà sempre quelle donne e quegli uomini dei comuni pronti ad ascoltarlo e a svolgere il loro lavoro come hanno sempre fatto, con innumerevoli difficoltà, con risorse sempre più risicate […]>>, per citare una recente lettera aperta che abbiamo pubblicato su diverse testate giornalistiche proprio per la sensibilizzazione sul tema riguardante il miglioramento del servizio pubblico, anche attraverso la valorizzazione del personale. I nostri recapiti sono pubblici e sulla nostra pagina Facebook Diccap Sulpl Ferrara-Rovigo, dove sono reperibili, dedicata sia a chi è nostro iscritto e a chi ci vuole conoscere, si potranno così trovare molte informazioni sull’attività sindacale che svolgiamo e l’ulteriore conferma a quanto sopra posto in evidenza.

Comacchio Summer Experience 18-19 agosto

Da: Ufficio Stampa Madeeventi

Martedì 18 agosto a Lido delle Nazioni Martedì 18 agosto alle 21 è in programma, al Capanno Garibaldi a Lido delle Nazioni, il penultimo appuntamento della rassegna cinematografica all’aperto Cinema sul Mare. Una serata dedicata a tutta la famiglia con il lungometraggio “Arrietty, il mondo segreto sotto il pavimento” dello Studio Ghibli. La famiglia Prendimprestito è composta di minuscoli personaggi intenti ad utilizzare gli oggetti appartenenti ad esseri umani nonché a creare una dimora sotto il pavimento di case altrui. Un giorno la piccola Arrietty viene scoperta da Sho, un giovane ragazzo di quattordici anni, e fra i due incomincia un tenero e compassionevole rapporto di amicizia.
La serata, organizzata da Made Eventi in collaborazione con Delta Cinematica e con il sostegno del Comune di Comacchio, è ad ingresso gratuito sino d esaurimento posti disponibili.

Mercoledì 19 agosto a Lido di Spina
Al Museo Remo Brindisi “Grande Grande Grande”, una serata dedicata alla musica di Mina

Mina è entrata nel mito della musica italiana, con un gioco di presenza e assenza che la contraddistingue ormai da decenni. Mercoledì 19 agosto alle 21.30, nell’incantevole scenario del giardino della Casa Museo Remo Brindisi, avrà luogo un vero e proprio viaggio sonoro, tra canzoni, parole e immagini, per riscoprire la più grande artista italiana. Una serata in compagnia delle più belle canzoni di Mina, riarrangiate dall’Harmonic Quartet, quartetto acustico al femminile formato da voce (Roberta Righi), violoncello (Giulia Costa), pianoforte (Carmen Falconi) e flauto (Pamela Falconi). Quattro artiste di grande esperienza che vantano collaborazioni con alcune delle realtà più importanti a livello nazionale, e che sapranno creare atmosfere suggestive e inedite. I testi scritti e interpretati da Fulvio Bertolino, assieme alle immagini video con la regia artistica di Cinzia Bonafede e la regia tecnica di Stefano Caleffi, accompagneranno gli spettatori in una serata assolutamente imperdibile.
Lo spettacolo, ad ingresso gratuito sino ad esaurimento posti a sedere, è organizzato da Made Eventi e all’interno del cartellone Comacchio Summer Experience, sostenuto e promosso dal Comune di Comacchio. L’ingresso sarà possibile a partire dalle ore 20.30.

Vertuani (confagricoltura):prezzi all’origine in calo, mentre le catene di distribuzione “giocano” con i prezzi

Da: Ufficio Stampa Confagricoltura Ferrara

Il costo del carrello della spesa è aumentato del 2,8% a maggio 2020 in confronto allo stesso mese del 2019, e del 2,7% a giugno 2020, ma i prezzi all’origine sono diminuiti rispettivamente del 3,5% e dell’1,7% nello stesso periodo. I prezzi dei prodotti alimentari offerti al consumatore aumentano (anche a luglio l’incremento rispetto allo stesso mese del 2019 è dell’1,5%), mentre diminuiscono quelli riconosciuti agli agricoltori; questo disequilibrio grava sulle tasche degli italiani, siano essi consumatori o produttori”. E’ quanto sottolinea Gianluca Vertuani, Presidente di Confagricoltura Ferrara, che prosegue. “Ma c’è anche il rovescio della medaglia, e mi riferisco ad alcune promozioni di questi giorni, proposte da discount che mettono in commercio frutta italiana a un centesimo al chilogrammo, procurando un danno economico e di immagine al comparto agricolo, che è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy. La competizione a colpi di promozioni a prezzi bassissimi distrugge il mercato e, nel caso dell’ortofrutta, massacra i produttori perché le catene vedono erodersi la loro marginalità e scaricano le perdite sui prezzi pagati ai produttori. Il dumping sui prezzi, è bene che i consumatori lo sappiano, affama i produttori! Giorno dopo giorno assistiamo ad una concorrenza spietata tra catene di distribuzione e ad un proliferare di punti vendita, soprattutto nelle grandi città, dove i piccoli dettaglianti, spesso etnici, fanno promozione a modo loro, praticando prezzi stracciati su molti dei loro prodotti e senza curare troppo la qualità della propria merce, andando a deturpare l’immagine della nostra ortofrutta agli occhi dei consumatori. Poi – continua Vertuani – c’è troppo prodotto straniero sugli scaffali. Anche qui è ora di finirla con le ipocrisie ed i falsi moralismi; si parla tanto di made in Italy, di preservazione dell’ambiente, di rispetto delle regole, che nel nostro Paese si fanno sempre più stringenti, e poi si importano dall’estero quei prodotti che noi stessi produciamo ma che, guarda caso, vengono proposti alla vendita a costi inferiori; ed allora è lecito chiedersi come tutto ciò sia possibile e se quelle regole siano esistenti e severamente applicate anche in quei Paesi. La nostra agricoltura – conclude il Presidente di Confagricoltura Ferrara – è sinonimo di qualità e sicurezza alimentare, per preservarla occorre trovare un equilibrio che riconosca una giusta remunerazione per gli agricoltori e garantisca il giusto prezzo ai consumatori che scelgono la qualità italiana”.

Lido di Spina: Meneghino e Brighella in anteprima provinciale

Da: Bialystok Produzioni

In scena a Lido di Spina il nuovo spettacolo della compagnia burattini Aldrighi

E’ in arrivo la terza tappa a Lido di Spina con la rassegna itinerante Teatri sull’Acqua; un appuntamento speciale, che vedrà impegnata per la prima volta nel comacchiese la compagnia I Burattini Aldrighi, che da anni diverte il pubblico grazie alla riscoperta di Meneghino, maschera di origine lombarda che calca la ribalta del teatrino assieme a tanti altri eroi e caratteri provenienti dalla Commedia dell’Arte. Lunedì 17 agosto, in piazzale Caravaggio  partire dalle ore 21, la compagnia presenterà in anteprima provinciale il nuovo spettacolo Meneghino e Brighella consiglieri d’amore.

Una commedia dal gusto ottocentesco fatta di amori sofferti, intrighi e grotte brigantesche per uno spettacolo classico e senza tempo. La vicenda vede al centro Giacometto, giovane scrittore senza un soldo, che per conquistare Rosabella, figlia del ricco Zenobio, segue i consigli del servitore Brighella.
Egli si troverà però  invischiato in un terribile rapimento per mano di due briganti, Tagliacarne, Spezzaferro, e del loro fido lupo Pulcioso, e non gli resterà che chiedere l’aiuto del pubblico e di Meneghino. Con Brighella in scena e Meneghino in soccorso, le sorprese non mancheranno, e Meneghino spianerà la strada verso il lieto fine a suon di “pettinate” con il suo bastone.

Il programma proseguirà mercoledì 19 agosto in piazzale Daini a Lido di Volano, dove alle ore 21:00 la compagnia Atuttotondo presenterà lo spettacolo Le vie del Tesoro.

La rassegna è parte del progetto Comacchio Summer Experience, ed è organizzata da Bialystok Produzioni e Made Eventi per il Comune di Comacchio, con la direzione artistica di Massimiliano Venturi. L’ingresso è gratuito e consentito fino ad esaurimento dei posti disponibili; gli spettacoli sono adatti a tutti gli spettatori a partire dai 3 anni di età. Aggiornamenti in tempo reale sulla pagina Facebook ‘Comacchio a Teatro’, programma completo sul sito www.comacchioateatro.it. In caso di pioggia o maltempo, gli eventi saranno rimandati a data da destinarsi. Infoline nel giorno di spettacolo: +39 349 0807587

Siamo soli

Capita di sentirsi soli senza averla scelta, la solitudine. A me capita a Natale e Ferragosto.

“Mi sa che è questo il mio limite: mi mancano le conclusioni, nel senso che ho l’impressione che niente finisca mai veramente. Io vorrei, vorrei davvero che i dispiaceri scaduti, le persone sbagliate, le risposte che non ho dato, i debiti contratti senza bisogno, le piccole meschinità che mi hanno avvelenato il fegato, tutte le cose a cui ancora penso, le storie d’amore soprattutto, sparissero dalla mia testa e non si facessero più vedere, ma sono pieno di strascichi, di fantasmi disoccupati che vengono spesso a trovarmi. Colpa della memoria, che congela e scongela in automatico rallentando la digestione della vita e ti fa sentire solissimo nei momenti più impensati.”

Diego De Silva

Ho paura del telegiornale

racconto di Patrizia Benetti

Sono fiorite le calle. Vedessi come sono belle, Annina! Ho tolto l’erbaccia dal nostro giardino e ho pure imparato a stirarmi le camicie. Sorridi, lo so.
Ieri sera, Alfio e Giuseppe sono venuti a prendermi e mi hanno “trascinato” al bar. Hanno detto che è dura, ma la vita continua.
Abbiamo giocato a tresette e mi sono divertito. Il tempo è trascorso veloce e l’angoscia si è placata.
Sto preparando gli arnesi: ami, esche e canne, perché domenica mattina andiamo a pescare. Una giornata all’aria aperta mi farà bene.
Alfio e Giuseppe sono i miei amici più cari, ci conosciamo da quando eravamo ragazzini e ci capiamo al volo. E’ bello poter essere se stessi, senza finzioni o forzature, soprattutto quando si soffre.
Mi manchi Annina e adesso che sono solo, la sera non riesco più a guardare il telegiornale. Mi fa paura, con tutte le sue brutture e le sue miserie.
Allora accendo la radio, cucino e penso a te.
Mi sembra di sentire la tua mano che mi accarezza e la tua voce dolce che mi sussurra:
“Coraggio Alfredo. La vita è bella!”.

Quando (Pino Daniele, 1991)