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Giorno: 24 Agosto 2020

LA STUPIDITA’ NON E’ NECESSARIA
la Scuola della Conoscenza rimane l’unico argine

La frase “La stupidità non è necessaria”  la troviamo scritta in un testo di Gregory Bateson dal titolo Mente e Natura  la trovo straordinaria! Riassume in modo emblematico lo spirito del tempo che ci troviamo a vivere oggi.
Quel verbo impersonale usato in modo così sarcastico!
Quale uomo dotato di un minimo di ragionevolezza infatti potrebbe ritenere sensato utilizzare la stupidità nelle manifestazioni del suo essere! Tutti di regola desiderano distinguersi per l’acume del ragionamento, per la brillantezza delle  idee esposte…non certo per l’ottusità del pensiero.

Paradossalmente, invece, basta leggere i commenti fatti da moltissimi utenti sui social, per esempio in materia di immigrazione, o sui provvedimenti per  contrastare il contagio da covid-19, e risulta lampante che non solo in tali interventi si rinuncia volentieri ad ogni riferimento al buon senso comune, ma si condividono ragionamenti del tutto contrari alla dignità umana semplicemente copiando/incollando documenti aberranti.

Come è potuto capitare che ad ogni livello, cominciando dai leaders politici fino al cosiddetto uomo della strada, sia stato abbandonato l’uso di ogni filtro democratico, ogni principio etico, e circolino sui media impunemente messaggi razzisti, argomentazioni in forme neppure troppo mascherate di  natura fascista  o di comportamenti intolleranti verso ogni tipo di diversità?

Provo a ricostruire un ragionamento che possa giustificare tale cambiamento.

Abbiamo assistito dalla fine degli anni Ottanta fino ad oggi non solo ad una crisi della Politica ma ad una sua radicale delegittimazione; non solo alla perdita di centralità della Cultura ma alla perdita di credibilità della sua agenzia di trasmissione principale che è la Scuola.
Tutto ciò ha portato ad una lenta e pericolosa erosione delle strutture democratiche attraverso cui fino ad oggi si è sviluppata la formazione dell’opinione pubblica, consegnandola alle interazioni tipiche del mercato, alle agenzie di marketing e ai sondaggi di opinione.Insomma non solo abbiamo assistito al passaggio di status da cittadini a consumatori, ma a quello da cittadini consapevoli a consumatori ignoranti e fieri di esserlo.

Questo mi sembra essere oggi il dato più preoccupante, il poter in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo ascoltare e  dire tutto e il contrario di tutto, l’essere felici di aver azzerato  ogni debito col passato sia a livello politico che a livello culturale, per cui in assenza di punti di vista riconosciuti come autorevoli  ne diventa valido uno qualsiasi.
Non interessano più di tanto credenziali, titoli, o requisiti specifici della fonte dell’informazione.
Vengono fatte le affermazioni che più contrastano con quelle dell’avversario non in nome di una faticosa e comune ricerca di una Verità, di cui da tempo si è perduto il tracciato epistemologico, ma al solo scopo di negare la verità dell’avversario.
Ed ecco che il negazionismo conosciuto a livello dello studio del fenomeno storico si sta allargando a quello dei fenomeni scientifici in genere.

Quello che più quindi disorienta è la mancanza di certezze, di attendibilità, di affidabilità.  La confusione regna sovrana e nel rumore generale è una gara a chi grida più forte.
Il 1989 rappresentò l’anno di una nuova era televisiva caratterizzata da violenti scontri verbali. Fu nel programma di Arnaldo Bagnasco, Mixer cultura, che si celebrò infatti l’inaugurazione della stagione delle risse in TV nella contesa tra i critici d’arte Vittorio Sgarbi e Achille Bonito Oliva.
Seguirono poi altri palcoscenici televisivi che offrirono la possibilità di continuare ad altri attori la spettacolarizzazione dell’ingiuria e della lite a livello mediatico ampiamente ripagata dai picchi di ascolto altissimi.

A livello politico poi  il grande primo cambiamento dello scenario tradizionale, della cosiddetta Prima Repubblica, avviene con la discesa in campo di Silvio Berlusconi.
Con il primo governo Berlusconi, nel 1994, abbiamo una narrazione della politica mai vista prima.
Un imprenditore al governo e un contratto con gli italiani sostituiscono le ragioni dell’economia e dell’interesse a quelle del Bene Comune della politica., contrapposte  alla ragione dei  governi dei professori dei vari Dini, Prodi e, col senno di poi, Monti.

In modo speculare alla Scuola delle tre ‘I’ (inglese, impresa, informatica) venne affidato il compito di condurre al lento declino la Scuola delle conoscenze sostituita da quella delle competenze, richiesta da una Europa portavoce di un mercato a cui necessitava sempre più una forza lavoro caratterizzata da mobilità e flessibilità professionali.

Assistiamo da qui in avanti alla ridicolizzazione di quell’avversario politico la cui profondità di ragionamento intellettuale viene messa alla berlina, da telegenici personaggi politici senza passato che ben padroneggiano la velocità dei tempi televisivi, arena che ben presto costituisce la principale sede del confronto politico.

Tutto il resto è una conseguenza di tali premesse: la crisi della forma partito e la sostituzione con movimenti di opinione o di gruppi validi per una sola stagione, la volgarizzazione del confronto democratico, la sostituzione dell’interesse economico alla tutela dei diritti, la schizofrenia delle leggi di riforma della scuola, la precarizzazione progressiva della condizione giovanile.

In conclusione mi pare  però che non possa esistere alternativa a tale deriva se non nel tentativo, a volte quasi eroico,del proteggere la salute della Democrazia, delle sue istituzioni fondamentali, e, specularmente, nel riportare al centro di ogni interesse la Scuola della conoscenza che da sempre è il più grande ostacolo che si frappone alla barbarie della manipolazione dell’uomo da parte di chicchessia .

Coronavirus, l’aggiornamento: 116 nuovi positivi di cui 57 asintomatici

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

Coronavirus, l’aggiornamento: 116 nuovi positivi, di cui 57 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing (42 già in isolamento al momento del tampone). Dei nuovi positivi, 46 solo nelle province di Modena e Bologna. I casi di rientro dall’estero sono 25, 26 quelli da altre regioni. Due decessi.

Il numero più alto di nuovi positivi anche nelle province di Reggio Emilia (18) e Ravenna (15). Effettuati oltre 5mila tamponi e 2mila test sierologici. Le persone guarite salgono a 24.434 (+9). Casi attivi a quota 2.139 (+105), il 95% con sintomi lievi in isolamento a casa. Restano 8 i ricoveri in terapia intensiva

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 31.031 casi di positività116 in più rispetto a ieri, di cui 57 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.

Dei 116 nuovi casi, 42 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 36 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti.

Sono 25 i nuovi contagi collegati a rientri dall’estero, per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen e un tampone se di rientro da Grecia, Spagna, Croazia e Malta. Il numero di casi di rientro da altre regioni è pari a 26.

Su 59 nuovi asintomatici, 14 sono stati individuati attraverso gli screening e i test introdotti dalla Regione, 41 grazie all’attività di contact tracing mentre 1 caso è emerso dai test pre-ricovero e 1 non è ancora noto.

Per quanto riguarda la situazione sul territorio, le province che presentano il maggior numero di casi sono Modena (25)Bologna (21), Reggio Emilia (18) e Ravenna (15).

In provincia di Modena su 25 casi, 11 sono stati individuati grazie all’attività di tracciamento collegata a positività già note. Sono 7 i contagi rilevati in pazienti al ritorno da vacanze fuori regione (Sardegna), mentre sono 3 i casi di rientro dall’estero (Grecia, Spagna e Pakistan). È risultato positivo anche l’ospite di una Casa residenza per anziani, strutture nelle quali sono periodici i controlli, purtroppo deceduto. Infine 3 casi sono stati classificati come sporadici.

Nel territorio di Bologna su 21 nuovi contagi, più della metà (12) sono ricondotti al rientro da vacanze in Sardegna: in 7 occasioni si tratta di nuovi focolai, mentre 5 casi sono contatti di pazienti già noti. Dei rimanenti casi, uno è di rientro dall’estero (Spagna), 2 sono contatti familiari, 3 sono stati classificati come sporadici (di cui uno proveniente da un’altra regione) mentre per 3 casi sono ancora in corso accertamenti.

Reggio Emilia e provincia su 18 casi, la metà (9) sono legati alle vacanze in Italia: 5 nuovi positivi erano di ritorno dalle vacanze in Sardegna, 2 dalla Liguria e 2 dalla Riviera romagnola. Sono invece 4 i rientri dall’estero, e riguardano Spagna, Usa, Ucraina e Grecia. Dei rimanenti casi, 2 sono contatti di positivi già noti, uno è legato a un focolaio familiare, uno è stato individuato grazie agli screening per le categorie più a rischio e uno infine per la presenza di sintomi.

In provincia di Ravenna su 15 casi, di cui 9 asintomatici, quasi la metà (7) sono riconducibili a un unico focolaio, noto, relativo a una serata in una discoteca di Cervia: 6 dei nuovi positivi vi hanno partecipato, uno è un loro contatto. Un ulteriore caso è stato classificato come contatto di un positivo ricondotto a un altro locale della zona, mentre un caso è un contatto familiare e 2 hanno eseguito il tampone su richiesta del medico di famiglia alla presenza di sintomi. Sono infine 4 i rientri dall’estero: 3 dall’Albania e uno dal Giappone.

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

tamponi effettuati ieri sono 5.019, per un totale di 832.101. A questi si aggiungono anche 2039 test sierologici.

casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 2.139 (105 in più di quelli registrati ieri). Si registrano purtroppo due decessi: uno a Modena (di cui si è detto) e uno a Bologna.

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 2.049 (+100 rispetto a ieri), il 95% dei casi attivi. Restano stabili a 8 i pazienti in terapia intensiva, mentre salgono a 82 quelli ricoverati negli altri reparti Covid (+5 rispetto a ieri).

Le persone complessivamente guarite sono 24.434 (+9 rispetto a ieri): 27 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 24.407 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.746 a Piacenza (+3, tutti sintomatici), 3.886 a Parma (+7, di cui 6 sintomatici), 5.320 a Reggio Emilia (+18, di cui 9 sintomatici), 4.308 a Modena (+25, di cui 9 sintomatici), 5.555 a Bologna (+21, di cui 15 sintomatici), 459 casi a Imola (+1, sintomatico), 1.171  a Ferrara (+2, entrambi sintomatici), 1.283 a Ravenna (+15, di cui 5 sintomatici), 1.034 a Forlì (+8, di cui 4 sintomatici), 886 a Cesena (+9, di cui 5 sintomatici) e 2.383 a Rimini (+7, nessun sintomatico).

Maltempo:Coldiretti: danni da Lambrusco a kiwi

Da: Ufficio Stampa Coldiretti ER

Tra le coltivazioni colpite mele e pere in piena fase di raccolta.

Dai vigneti di Lambrusco Salamino con i grappoli che sono stati violentemente sbattuti a terra alle pere Abate nel Modenese che si fregiano del marchio DOP dell’Unione Europea fino ai pregiati kiwi di Verona dove fortunatamente sono stati solo sfiorati i vigneti della Valpolicella in cui, da una prima stima, risulta colpito un areale di appena il 3% dei vigneti a denominazione. E’ quanto emerge dal primo monitoraggio della Coldiretti sugli effetti della devastante ondata di maltempo che ha investito le regioni del nord dall’Emilia Romagna al Veneto con milioni di euro di danni nelle campagne dove si contano alberi da frutta divelti, filari di vite abbattuti, serre e raccolti distrutti e stalle allagate dal violento nubifragio.

L’ultima perturbazione con vento forte, precipitazioni violenti e grandine dalle dimensioni anomale – sottolinea la Coldiretti – ha colpito a macchia di leopardo nelle campagne dove in molte aziende agricole è andato perduto un intero anno di lavoro ma si contano anche pesanti danni strutturali. Le reti antigrandine poste a protezione della frutta pronta per la raccolta – precisa la Coldiretti –  sono state devastate dalla furia del clima che non ha risparmiato neppure i grappoli di uva prossimi alla vendemmia. Sott’acqua sono finite intere coltivazioni di ortaggi e soia ma anche frutteti di mele e pere con allagamenti di ricoveri e stalle.

L’ultima perturbazione di agosto ha colpito a macchia di leopardo il nord Italia facendo salire il conto dei danni a livello nazionale – evidenzia la Coldiretti – in un mese segnato da 5 grandinate e bombe d’acqua ogni giorno lungo la Penisola secondo un’analisi della Coldiretti su dati ESWD che in poche decine di minuti hanno spesso distrutto un intero anno di lavoro degli agricoltori. Siamo di fronte – conclude la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti

Favole sotto gli alberi: giovedì 27 agosto

Da: Ufficio Stampa Il Baule Volante

 

La sedicesima edizione della rassegna estiva di Teatro per Bambini e Famiglie Favole sotto gli Alberi si conclude, giovedì 27 agosto alle ore 21,15 presso Factory Grisù (Ferrara, via Poledrelli, 21 – ex caserma dei vigili del fuoco), con lo spettacolo: “Hansel e Gretel” de Il Baule Volante: un lavoro intenso, forte e poetico che parla al cuore, finalmente anche per i più grandi.

Lo spettacolo che giovedì sera conclude la rassegna di spettacoli dedicati alle famiglie è, al tempo stesso, il più grande classico della fiaba di ogni tempo e un lavoro fortemente innovativo sul piano della tecnica e del messaggio. Il Baule Volante, che ha presentato questa creazione nell’ambito dei più prestigiosi festival nazionali del settore con ottimo esito di critica e di pubblico, propone un’opera del tutto fedele alla fiaba originale raccolta dai Fratelli Grimm e le conferisce un sapore attuale che tocca le corde più profonde della sensibilità del bambino e non solo.

Lo scenario iniziale è quello noto ai più: di una casa nel bosco, abitata da una famiglia in difficoltà.

Hansel e Gretel vengono abbandonati a se stessi nel folto di un bosco scuro e pericoloso e non arriverà una fata buona o un oggetto magico a salvarli: devono cavarsela da soli. Ma soli non sono veramente: sono insieme, si stringono la mano, si aiutano, si fanno coraggio… e coraggiosamente andranno incontro al loro destino…

I due bambini sapranno cavarsela da sé, salvarsi e ritrovare la strada di casa più forti di prima, consapevoli e cresciuti. Com’è possibile? Proprio su questo hanno lavorato intensamente gli artisti del Baule Volante: il bambino, ogni bambino, possiede dentro di sé forza e risorse inimmaginabili, straordinarie, che giacciono nel profondo e che l’età adulta esilierà nell’oblio. È giusto allora ricordarlo a tutti: cari bambini, voi siete forti, tanti più forti di noi adulti, avete risorse, resistenza, resilienza, fantasia e coraggio. Tutto questo vi può salvare dalla paura, dagli orchi e dalle streghe del mondo e, da grandi, se saprete ricordarvene, il vostro io bambino potrà continuare a salvarvi.

Questo lavoro che vede la sinergia fra Il Baule Volante ed Accademia Perduta/Romagna Teatri, con il sostegno della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara prosegue e conclude la trilogia della narrazione iniziata con Il tenace soldatino di stagno e altre storie e proseguita con La Bella e la Bestia, per la regia di Roberto Anglisani – il maggior narratore italiano di teatro per ragazzi – che, nella tessitura e nell’invenzione della narrazione a due voci, ha trovato un mezzo espressivo nuovo, efficace e coinvolgente.

È nata, così, una storia ricca di fascino e di emozione, in cui gli artisti mostrano i significati nascosti attraverso la parola e il movimento. Lo spettacolo utilizza, infatti, principalmente la tecnica del racconto orale – con la sua essenzialità ed immediatezza – ma spesso la parola si fonde al movimento espressivo o lascia completamente lo spazio a sequenze di “gesti-sintesi”, nel tentativo di cogliere l’essenza più profonda del racconto, con pochi oggetti e costumi, lasciando alla voce e al corpo tutta la loro forza evocativa.

Uno spettacolo, questo che chiude la rassegna, finalmente adatto anche ai più grandi, perché il Teatro Ragazzi, ben lungi dall’essere un genere pensato solo per i piccolissimi, è uno strumento importante di crescita e di sviluppo della sensibilità individuale che veicola la crescita, la riflessione, l’autostima e la capacità di comunicazione e di ascolto dell’altro.

Una serata da non perdere, uno spettacolo alto e intenso, molto adatto anche per quel pubblico adulto che desideri aprire il cuore e ritrovare, per un attimo, un’infanzia forte, sopita e quasi perduta.

Per i bambini dai 6 agli 11 anni.

L’ingresso, per tutti e 5 gli appuntamenti, costerà € 6,00 per adulti e bambini.

 

In ottemperanza alle direttive anti Covid:

La prenotazione e’ possibile (ed è anzi caldamente consigliata) al link www.ilbaulevolante.it/favolesottoglialberi.

I posti non saranno numerati: ogni spettatore sara’ accompagnato e gli sara’ assegnato il posto più vicino al palco scenico disponibile al momento dell’arrivo.

Il pagamento dei biglietti sara’ effettuato direttamente in biglietteria.

Gli spettatori che avranno prenotato dovranno presentarsi a ritirare i propri biglietti non oltre le ore 21,15.

Si raccomanda a tutti gli spettatori di presentarsi in biglietteria con gli importi dei biglietti esatti in modo da evitare il più possibile scambi e contatti diretti.

Si raccomanda agli spettatori di portare le mascherine.

Ogni nucleo familiare sara’ separato dagli altri seguendo le distanze indicate dalle disposizioni ufficiali in materia sanitaria.

L’accesso e l’acquisto dei biglietti sara’ possibile anche senza prenotazione.

In caso di maltempo gli spettacoli saranno annullati.

Informazioni: Il Baule Volante – Paola Storari –347/9386676 – ilbaulevolante@libero.it

Factory Grisù: settimana delle Arti

Da: Ufficio Stampa Officina Teatrale A_ctuar

Dal 31 agosto al 4 settembre gli spazi del Consorzio Factory Grisù a Ferrara (Via Poledrelli 21 – FE) si animeranno di giovani e artisti: sarà la Settimana delle Arti, 5 giorni di laboratori gratuiti dedicati alle arti performative per ragazzi dai 12 ai 18 anni. Clown e animazione d’oggetti, danza contemporanea, musica urbana e teatro: 4 sono le proposte, della durata di 1 o 2 incontri, per avvicinare in maniera leggera e divertente, i giovanissimi alle arti dello spettacolo dal vivo.

A queste proposte si aggiunge il progetto speciale Generazione Z che prevede 2 giorni di laboratorio il 3 e 4 settembre e la partecipazione dei ragazzi ad uno spettacolo finale in scena l’11 settembre. Gli artisti invitati a guidare i ragazzi sono professionisti attivi in Italia e all’estero nel mondo del Teatro di figura e d’attore, della danza e della musica.

Let’s Act! La Settimana delle Arti è un progetto ideato e curato da Officina Teatrale A_ctuar, associazione attiva a Ferrara nel teatro per le nuove generazioni.

Tutti i laboratori sono a numero chiuso e la prenotazione è obbligatoria entro il 29/8/20. Le attività si svolgeranno in presenza nel rispetto delle regole di distanziamento sociale e prevenzione previste dai DPCM in vigore.

Per info e iscrizioni:
340 3905137 – 338 4773055
baronerampanteactuar@gmail.com
www.officinateatraleactuar.it

FB: Officina Teatrale A_ctuar

Let’s Act! La settimana delle arti” è finanziato con il contributo del progetto regionale “Let’s Act! Metodologie e strumenti per una comunicazione tra cultura e generazioni”- 689/2019.

PROGRAMMA:

CLOWN – L’ARTE DELL’ERRORE
Corso sconsigliato a tutti coloro che non vogliono mettersi in gioco
con Ilaria Olivari – Teatro Hilaré
(Clown e animazione d’oggetti)
31/8 – 1/9 dalle 16.30 alle 19.00
Ragazzi 12-16 anni

Un laboratorio per costruire il nostro clown partendo dai nostri movimenti, dalla nostra sensibilità, voce, aspetto fisico, umore, follia e da tutto il nostro universo interiore.
Il clown è e sempre dovrà essere autentico. Il clown è sincero e spontaneo, trova sempre qualcosa da fare e soluzioni ai problemi, anche se si tratta di soluzioni assurde.

Il clown è la parte che teniamo nascosta, la più sensibile e vulnerabile di noi.

TABLEAU VIVANT/QUADRI VIVENTI
Con
Officina Teatrale A_ctuar
(
Teatro e arte visiva)
1/9 dalle 10 alle 12.30
Ragazzi 12-18 anni

Un laboratorio di costruzione, osservazione e relazione tra teatro e arte. Attraverso giochi e improvvisazioni, esploreremo le potenzialità espressive del corpo, le nostre capacità percettive e di osservazione, mettendo in gioco la creatività e l’emotività personale in un’esperienza ludica di gruppo. Partendo da famose opere d’arte daremo vita, improvvisando, a quadri viventi originali e inaspettati.

INVENTARE CON IL CORPO – movimento, espressione, creazione
Con
Alessandra Fabbri
(Teatro fisico e danza contemporanea)
2/9 dalle 16.30 alle 19.00
Ragazzi 12-18 anni

Un laboratorio per sperimentare la creatività del nostro corpo in relazione allo spazio e a chi lo abita. Guidati da spirito di avventura e ispirati dalla voglia di divertirci, allenando la prontezza e la fantasia, scopriremo com’è facile usare il movimento in modo creativo, attivando le nostre capacità espressive e risorse inventive. La danza, in fondo, non è che la consapevolezza di un movimento che si espande nel tempo e nello spazio, secondo una certa dinamica e originando un particolare ritmo.

(PER)FORMARE IL SUONO. Esperienza musicale e sonora
Con
Davide Della Chiara
(Musica urbana, vocalità e percussione d’oggetti d’uso quotidiano)
3/9 – 4/9 dalle 17 alle 19.30
Ragazzi 12-18 anni

Quando siamo poco più di una capocchia di spillo nella pancia delle nostre madri, la prima testimonianza della nostra esistenza la danno i 180 bpm del nostro battito cardiaco. Nove mesi dopo, a quel ritmo aggiungiamo la melodia del nostro pianto. La nostra musica esiste contemporaneamente a noi. Con questo laboratorio scopriremo in maniera divertente i tre principali elementi della composizione musicale: il ritmo, la melodia e l’armonia.

GENERAZIONE Z

Progetto speciale per le nuove generazioni

Con Officina Teatrale A_ctuar

3/9 – 4/9 dalle 10.30 alle 12.30

Ragazzi 12-16 anni

Hai tra i 12 e i 16 anni e vuoi fare un’esperienza diversa dal solito insieme ad un gruppo di coetanei? Vuoi raccontare qualcosa sulla tua generazione in modo alternativo? Generazione Z è un laboratorio teatrale con spettacolo finale che parla dei ragazzi nati negli anni Zero.

Generazione Z” è un progetto work in progress di dialogo intergenerazionale e interculturale tra teatro, danza e musica elettronica, nato nel 2018 e ideato da Officina Teatrale A_ctuar.

ll cordoglio del presidente Bonaccini per la scomparsa di Arrigo Levi

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

ll cordoglio del presidente Bonaccini per la scomparsa di Arrigo Levi: “Oggi ci lascia un grande giornalista e un intellettuale di spessore, testimone ineffabile della storia del Novecento”

Una vita tra carta stampata e tv, Levi tra i tanti incarichi, era stato direttore de La Stampa ed editorialista del Corriere della sera. La morte nella sua Modena dove era nato 94 anni fa

 “Oggi ci lascia un grande giornalista e un intellettuale di spessore. Con Arrigo Levi se ne va un testimone ineffabile della storia del Novecento, un modenese che ha dovuto lottare contro le leggi razziali fasciste e che ha saputo raccontare il mondo in modo onesto e appassionato. Se ne va un altro grande emiliano-romagnolo, che da questa terra partì per raccontare il proprio tempo. Ai suoi cari le più sentite condoglianze, mie personali e di tutta la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dopo la notizia della morte di Arrigo Levi, 94 anni, giornalista, scrittore, conduttore televisivo avvenuta oggi a Modena.

Tavolo di confronto con la Rete di Giustizia Climatica

Da: Ufficio Stampa Comune di Ferrara

Gli Assessori Balboni e Lodi aprono un tavolo di confronto/ lavoro con la Rete per la Giustizia Climatica per una città più vivibile e più sostenibile

L’11 agosto scorso, la Sala degli Arazzi del Comune di Ferrara ha ospitato l’incontro di audizione sulle tre petizioni presentate l’8 luglio dalla Rete per la Giustizia climatica di Ferrara per la conversione ecologica della città. Alla presenza degli assessori all’ambiente e alla mobilità, Alessandro Balboni e Nicola Lodi, i quattro delegati della Rete Dario Nardi, Lorenza Cenacchi, Marcello Guidorzi e Matteo Graldi, hanno illustrato i contenuti e le proposte per una migliore qualità dell’aria, come bene comune e risorsa indispensabile alla salute e al benessere collettivo.

La Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara è nata dall’unione dei movimenti e delle associazioni locali che si preoccupano di promuovere benessere e salute personale e sociale, attraverso la tutela dell’ambiente che ci circonda.

Durante il periodo di isolamento imposto dall’emergenza sanitaria, le persone che formano i 16 gruppi promotori, spinte dall’urgenza e dalla gravità dell’emergenza climatica, si sono riunite per elaborare un’azione comune volta a risvegliare le coscienze, non solo dei cittadini, ma anche degli amministratori della città. La Rete ha elaborato un appello e tre petizioni per suggerire azioni di contrasto all’emergenza climatica ed ecologica, partendo dall’aria che respiriamo. Le tre petizioni si muovono su tre macroaree di intervento per una Ferrara sostenibile: la partecipazione civile, la mobilità sostenibile e la cura del verde pubblico.

Per partecipazione civile si intende un percorso di ascolto, informazione e co-progettazione condiviso tra la Rete per la Giustizia climatica e la pubblica amministrazione, volto a perseguire una maggiore trasparenza sulla qualità dell’aria, sull’attuazione del PUMS e sulla cura del verde pubblico. La seconda macroarea presa in considerazione dalle petizioni si concentra sulla mobilità sostenibile, con una serie di proposte “bottom up”, nate dal confronto con decine di cittadini, mentre la terza si occupa della forestazione e della cura del verde pubblico.

Gli assessori presenti hanno ascoltato con attenzione i rappresentanti della Rete ambientalista e si sono dimostrati disponibili ad un dialogo aperto. Entrambi si sono dichiarati favorevoli all’apertura di tavoli di lavoro con rappresentanti della Rete, per il coinvolgimento dei cittadini nell’esplorazione di soluzioni condivise, sulle tematiche presentate nelle petizioni.

In particolare l’Assessore alla mobilità ha condiviso l’idea che per promuovere l’uso delle due ruote “vadano implementate in città sia nuove piste ciclabili, sia il potenziamento del bike sharing” e il fatto che siano necessarie “misure di contrasto al furto delle bici, efficace, tuttavia soltanto se si promuove una collaborazione tra soggetti coinvolti, come le forze dell’ordine”. Quanto all’estensione del limite dei 30 km /ora a tutto il centro storico, Lodi ha sottolineato come “ l’ipotesi di collocare cartelli stradali non è sufficiente per dissuadere le velocità più elevate, ma serve un’azione di sensibilizzazione verso la cittadinanza”.

Di seguito, l’Assessore Balboni ha descritto il Progetto europeo Air Break, vinto dal Comune, come la risposta ai tanti quesiti sollevati dalle petizioni tra cui la pubblicazione dei dati sulla qualità dell’aria.

Fa sapere che il tavolo di lavoro per l’attivazione del Pedibus è a buon punto. Riguardo la forestazione e la cura del verde pubblico, Balboni ha poi comunicato che il Comune di Ferrara è candidato al Progetto europeo GREENTA per città più verdi, con il quale si potrebbe accedere a finanziamenti per sviluppare le richieste delle petizioni.

Ha continuato rassicurando che è in via di definizione un Portale verde web in collaborazione con Ferrara Tua, che conterrà non solo una mappatura del verde ma anche gli avvisi sugli interventi programmati ed effettuati sul verde pubblico ed infine il censimento degli alberi.

L’assessore informa inoltre che quest’anno sono stati già collocati a dimora circa 4.000 alberi, di cui 3.200 solo nella zona est. Per quanto riguarda la cura del verde, Balboni informa che è “obiettivo del Comune vietare la capitozzatura, nella manutenzione del verde”, pratica di potatura degli alberi che li rende fragili e facili alla caduta. Inoltre sarà in studio un sistema brevettato che riduce del 50% il fabbisogno di acqua per le giovani piante messe a dimora, efficentando i relativi costi e l’uso di acqua. Infine viene trattato il tema dei luoghi che potrebbero divenire polmoni verdi per la città. Ad esempio per l’area di via Conchetta, dove si è conclusa la bonifica ambientale, è in studio il suo recupero che preveda un importante insediamento di nuove alberature, mentre il quadrante sud della città sarà interessato dagli interventi di piantumazione del Progetto Air Break.

Su richiesta dei delegati della Rete, Balboni ha dichiarato la sua disponibilità ad organizzare approfondimenti sul progetto Air Break.

La Rete per la Giustizia climatica si dichiara soddisfatta del dialogo aperto, che ha animato l’incontro di audizione, e auspica una sollecita programmazione del percorso, con la collaborazione dell’Assessore Lodi per la mobilità sostenibile, e dell’assessore Balboni per il lato ambientale, nell’attesa di una risposta ufficiale alle petizioni presentate.

Coronavirus: appello di Corsini: “Il tema non è rinunciare alle vacanze, è rispettare tutti le regole”

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

Coronavirus. L’appello di Andrea Corsini, assessore regionale al Turismo: “Il tema non è rinunciare alle vacanze, il tema vero è rispettare tutti le regole, senza abbassare la guardia”

Con la stagione turistica ancora in pieno svolgimento, l’appello dell’assessore regionale, rivolto a tutti, per fare ciascuno la propria parte per contenere la diffusione del virus

“L’andamento dei contagi da coronavirus, proprio in questi giorni, è in salita un po’ ovunque, è evidente. Ed è proprio per questo che occorre, da parte di tutti, nessuno escluso, un impegno forte. Ancora maggiore rispetto a quanto abbiamo fatto finora, che è stato comunque tanto. E lo voglio dire in modo chiaro: non serve rinunciare alle vacanze, serve invece non rinunciare ad essere responsabili. Per questo occorre, adesso più che mai, rispettare le regole: e questo vale per tutti. Perché il virus non fa differenze, colpisce laddove diamo ad esso modo di trasmettersi. Da qui ad ottobre sono in programma grandi eventi sportivi e l’avvio delle fiere e del turismo congressuale. E quindi non mi stanco di ripeterlo: rispettiamo tutti le regole. Dal distanziamento all’uso della mascherina, dall’igiene delle mani all’osservanza di tutte le norme che sono state emanate per non rischiare di favorire la diffusione del virus”.

E’ quanto afferma Andrea Corsini, assessore regionale al Turismo e Trasporti, commentando gli ultimi dati relativi ai contagi da Covid-19, anche in riferimento alla stagione turistica ancora in pieno svolgimento.

Copparo: nomina degli scrutatori ai seggi del referendum

Da: Ufficio Stampa Comune di Copparo

 

La Commissione Elettorale Comunale di Copparo ha stabilito i criteri di nomina.

Scade, oggi (lunedì 24 agosto) il termine per far pervenire all’ufficio Elettorale le manifestazioni di disponibilità per accedere alla nomina di scrutatore: sono 69 quelli necessari ai seggi copparesi per il Referendum costituzionale del 20 e 21 settembre 2020.
La Commissione Elettorale ha stabilito i criteri di nomina. Sarà data la priorità agli elettori del Comune di Copparo che, già iscritti all’Albo unico delle persone idonee all’ufficio di scrutatore, manifestino la loro disponibilità utilizzando il modulo predisposto, da presentare personalmente o a mezzo terzi, corredato in questo caso da copia di un documento d’identità, all’ufficio Elettorale o inviato a mezzo pec (comune.copparo@cert.comune.copparo.fe.it).
Prioritariamente verranno nominati coloro che avranno dichiarato di essere nati a Copparo o residenti nel comune per un periodo superiore ai 10 anni, studenti iscritti alle scuole superiori o all’università, disoccupati. Secondariamente si seguirà l’ordine cronologico di presentazione delle manifestazioni di disponibilità. I nominativi in esubero verranno inseriti nell’elenco dei supplenti; mentre, in caso di manifestazioni di disponibilità insufficienti al fabbisogno, si procederà al completamento scegliendo i più giovani fra gli iscritti all’Albo. In analogia con quanto previsto dalla normativa vigente per la nomina dei presidenti di seggio, non verranno nominati scrutatori coloro che avranno superato il 70° anno di età.
Per info http://www.comune.copparo.fe.it/

Burattini a Porto Garibaldi

Da: Ufficio Stampa Bialystok Produzioni

 

Questa sera Teatri sull’Acqua fa tappa in viale dei Mille

La rassegna itinerante Teatri sull’Acqua prosegue facendo nuovamente tappa a Porto Garibaldi, dove lunedì 24 agosto i Burattini di Massimiliano Venturi saranno protagonisti dello spettacolo Le avventure di Fagiolino e Sganapino.

Gli eroi del teatrino proporranno al pubblico una carrellata di farse che si innestano sul solco della tradizione, per riportarla a nuova vita nella contemporaneità. Partendo dal patrimonio drammaturgico del teatro dei burattini tradizionale, con riferimenti alla letteratura ed ai repertori popolari, Massimiliano Venturi porterà in scena un programma sempre nuovo e differente di sketch e situazioni, debitamente rivisitate ed attualizzate, calando lo spettatore in un’atmosfera senza tempo, con divertimento assicurato per il pubblico di ogni età. Uno spettacolo recitato all’improvviso, alla vera maniera della Commedia dell’Arte, diverso ad ogni rappresentazione, e ricco di duelli, inseguimenti e baruffe da risolvere a suon di bastonate.
L’appuntamento è alle ore 21 in viale dei Mille, nel tratto ricompreso tra il Vertigo Cafè e l’edicola.

Il programma proseguirà poi mercoledì 26 agosto a Lido degli Scacchi, dove in viale Alpi Centrali la storica compagnia fiorentina dei Pupi di Stac presenterà Raperonzolo, un grande classico dal repertorio fiabesco messo in scena con i burattini.

La rassegna è parte del progetto Comacchio Summer Experience, ed è organizzata da Bialystok Produzioni e Made Eventi per il Comune di Comacchio, con la direzione artistica di Massimiliano Venturi. L’ingresso è gratuito e consentito fino ad esaurimento dei posti disponibili; gli spettacoli sono adatti a tutti gli spettatori a partire dai 3 anni di età. Aggiornamenti in tempo reale sulla pagina Facebook ‘Comacchio a Teatro’, programma completo sul sito www.comacchioateatro.it. In caso di pioggia o maltempo, gli eventi saranno rimandati a data da destinarsi. Infoline nel giorno di spettacolo

Bondeno: strategie per il sostegno al commercio

Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Ringraziamo Ascom per il contributo che sta portando in questo momento storico al commercio locale, attraverso le proposte arrivate, ma soprattutto con il prezioso lavoro svolto di concerto con l’Amministrazione durante tutti questi anni”. Il Sindaco facente funzioni Simone Saletti recapita attraverso i media la sua risposta ad Ascom-Confcommercio, dopo gli spunti di riflessione sul settore del commercio avanzati dall’associazione di categoria. Secondo il candidato unico del centrodestra a Bondeno, “l’importanza del commercio locale e degli esercizi di vicinato è stata rimarcata ancora una volta durante l’emergenza sanitaria, in cui tutti si sono resi conto della valenza delle botteghe di paese e dei negozio di fiducia sotto casa. La presenza del commercio di vicinato è una garanzia per il controllo sociale, poiché ogni vetrina illuminata nelle vie e nelle piazze è un occhio acceso sulla vita della città, certamente il migliore deterrente contro fenomeni di degrado e la microcriminalità”. Saletti sottolinea come molte delle proposte che Ascom ha avanzato ricalcano gli indirizzi che la Giunta si è data in questi anni per il sostegno al settore. Compresa la possibilità di organizzare eventi, che siano in grado di portare il visitatore in centro e nelle vie, riscoprendo le vetrine dei negozi e lo shopping locale. “Eventi a favore del commercio” – dice Saletti “che sono il segno di una realtà dinamica. In cui il commercio, anche in un momento di crisi, ha tenuto: gli sgravi e il posticipo della scadenza dei tributi locali, e la possibilità di utilizzare spazi pubblici per i dehors, senza l’appesantimento della Cosap, sono stati aiuti concreti, ma non ci accontentiamo”. Secondo Simone Saletti ci sono almeno tre direttrici in cui lavorare per rilanciare i consumi e il commercio dopo l’emergenza Covid: “il settore degli eventi, quello del marketing, ed inoltre quello dei social. Tramite questi tre canali” – ammette il candidato del centrodestra – “si vuole dare un sostegno ed in questi termini l’Amministrazione darà un proprio contributo, proprio per rafforzare un legame consolidatosi negli anni, tra il Comune e gli imprenditori locali.” Un legame che andrà potenziato, per restituire all’impresa e al commercio un “ruolo da protagonista. In modo tale che il tessuto produttivo possa essere attivamente coinvolto nella vita politica della Città”.

 

PD: Interpellanza rifiuti

Da: Ufficio Stampa Gruppo PD

Premesso che

alcuni residenti ci hanno segnalato che sempre più spesso avvengono abbandoni di rifiuti nelle frazioni di Cocomaro, Cona, Codrea e Quartesana;

che questo fenomeno che dura da mesi pare aumentato nelle ultime settimane, quasi a lasciar immaginare che la zona sia stata presa come una sorta di discarica abusiva.

Considerato che

i residenti hanno più volte sollecitato l’intervento di Hera, senza risultati soddisfacenti.

Si chiede,  quindi, al sig. sindaco

se sia a conoscenza della questione;

se intenda sollecitare Hera per la rimozione dei rifiuti;

se intenda attivare gli accertatori ecologici per verificare la possibilità di risalire all’identità di chi ha abbandonato i rifiuti;

se intenda attivare, tramite la polizia municipale e le videotrappole, con controlli specifici nelle frazioni di Cocomaro, Cona, Codrea e Quartesana.

Si chiede risposta scritta.

UniFe e politiche assunzionali di lungo periodo

Da: Ufficio Stampa CISL Ferrara

 

I cambiamenti dell’Università di Ferrara negli ultimi cinque anni sono stati profondi. E’ fuor di dubbio che le scelte dell’Amministrazione UniFe che hanno caratterizzato l’ultimo quinquennio, dall’apertura del numero chiuso di alcuni corsi di laurea, alla sperimentazione della facoltà di medicina, passando attraverso una riorganizzazione continua degli assetti del personale tecnico amministrativo, abbiano modificato profondamente l’ateneo ferrarese.

L’aumento degli studenti ha avuto una ricaduta positiva per la città che, negli anni passati, ha trovato soluzioni volte all’accoglienza abitativa, ricettiva e di aggregazione per facilitare lo studio per tutte quelle studentesse e studenti che hanno scelto Ferrara come luogo per vivere il loro percorso accademico. Ma l’Università è anche un’importante azienda del territorio ferrarese e, nel creare lavoro stabile e di qualità, si rende volano della nostra economia.

E’ salito il numero di studenti iscritti: l’ateneo è passato da circa quindicimila studenti del 2016 a oltre ventimila iscritti nel 2020, ma a differenza di quanto si poteva immaginare, invece di investire fin da subito in nuove assunzioni, si sono privilegiate le promozioni del personale già assunto e bisogna risalire al Marzo del 2018 per ritrovare l’ultima procedura di stabilizzare di figure precarie. Le Organizzazioni Sindacali FLC CGIL, CISL Fsur e UIL Scuola RUA lamentano da tempo le situazioni di difficoltà che si sono venute a creare in diversi settori dell’Università e che hanno portato alla riduzione di importanti servizi a supporto degli studenti quali i servizi bibliotecari ridotti nel tempo, le segreterie, i tecnici di laboratorio, i servizi di orientamento e inserimento lavorativo e anche quelli che negli anni si erano qualificati come punti di riferimento nel panorama nazionale, come il management didattico. In questa fase di evidente necessità dettata dalle condizioni di pandemia è emblematico il caso del personale informatico che, già in evidente calo, viene impiegato per i servizi alla didattica on line.

Sul lato docente, si è scelto di far fronte al rapidissimo aumento degli studenti, creando aule grandissime presso la Fiera e assumendo precari della ricerca a tempo determinato, potendo utilizzare una legge riprovevole che divide i ricercatori universitari (il primo gradino della docenza universitaria, se si escludono dottorato e assegni di ricerca) in due categorie di precari: la A dove lo stipendio è più basso e che spesso si conclude dopo anni di precariato e la B dove, dopo tre anni a tempo determinato, si passa direttamente a professore associato a tempo indeterminato.

Per tali motivi come organizzazioni sindacali riteniamo che la decisione dell’Università di Ferrara di assumere personale, così come dichiarato in questi giorni a mezzo stampa, sia un inizio positivo volto a risolvere le criticità già elencate, ma auspichiamo sia solo l’inizio di una importante fase di stabilizzazione di personale ricercatore e riequilibrio del numero di presenze del personale tecnico amministrativo (PTA) riportandolo ben al di sopra delle 500 unità.

E’ assolutamente necessario e urgente recuperare al più presto le 70 unità di PTA perdute negli ultimi 5 anni a causa di pensionamenti, licenziamenti e trasferimenti in altri atenei, mai compensata da assunzioni adeguate, e dovuta anche ad un blocco del turnover imposto, come tutti sappiamo, alle pubbliche amministrazioni.

Bisogna, infatti, risalire ben al 2002 per ritrovare nella storia delle politiche assunzionali dell’ateneo un trend favorevole alle assunzioni di personale PTA e se è ormai consolidato che Ferrara si colloca tra i “grandi atenei” è altrettanto necessario gestire tale complessità con numeri di personale amministrativo, tecnico, bibliotecari, informatici, manager didattici da grande ateneo.

La recente emergenza sanitaria ha costretto a nuove impostazioni nella organizzazione degli assetti del personale PTA, che peraltro sono ancora in corso e, a nostro avviso, richiede a tutti i soggetti istituzionali, amministrativi, alle organizzazioni sindacali, alle associazioni studentesche la necessità di avviare un confronto costante sulle soluzioni da attivare per far fronte ad una ripresa in presenza delle attività didattiche e di formazione dando certezze sulle norme di sicurezza messe in campo dall’ateneo e da tutti i soggetti interessati.

Per tutti questi motivi nelle settimane scorse abbiamo sollecitato i vertici dell’ateneo a riconvocare il Tavolo Tecnico per le assunzioni formato dalle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) e l’Amministrazione: è quello il luogo deputato al confronto  sulle assunzioni di personale, così come prevede il Decreto Madia (D. Lgs. 75/2017), che prescrive alle pubbliche amministrazioni l’obbligo di dotarsi di un Piano Triennale del Fabbisogno del Personale.

Nell’ottica di tutte le problematiche appena  presentate, il Tavolo Tecnico per le assunzioni, attivato in UniFe, rappresenterebbe il luogo deputato al confronto delle politiche assunzionali e  costituirebbe uno strumento importante per tutti al fine di avere una visione chiara di come si intendono utilizzare le risorse dell’Università per potenziare l’organico docente ricercatore ed il personale tecnico amministrativo nel triennio, programmando una strategia anche per il futuro e scongiurando il rischio di assunzioni pianificate in tempi brevi.

Ferrara, 21 Agosto 2020

 

Emozioni

Forse perché l’arte rende tutto troppo struggente, troppo straziante, troppo entusiasmante, e non è la tua vita. Innamorarsi perdutamente di un libro, di un’opera, di una canzone fino ad esserne ossessionati è anche un modo di vivere fino in fondo la vita degli altri, ma non è detto che aiuti a vivere fino in fondo la propria. Ti fornisce l’alibi per essere incontentabile, e finisci per scappare.

“Sembra quasi che se metti la musica (e i libri, probabilmente, e i film, e il teatro, e qualsiasi cosa che procuri emozioni) al primo posto, non riuscirai mai a chiarire la tua vita amorosa, e non arriverai mai a considerarla come un prodotto finito. Ci troverai sempre qualcosa da ridire, starai sempre in subbuglio, e continuerai a criticare e a cercare di dipanare la matassa finché non va tutto a rotoli e devi ricominciare daccapo. Forse noi viviamo troppo protesi verso un apice, dico noi che assorbiamo emozioni da mattina a sera, e di conseguenza non riusciamo mai a sentirci semplicemente contenti: noi dobbiamo essere o disperati, o al settimo cielo, e questi sono stati d’animo difficili da raggiungere in una relazione stabile e solida.”
Nick Hornby

Una pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la settimana…

L’estate dell’Ottanta
La vacanza, la bomba, la scelta di mio padre

Brass in pocket (The Pretenders, 1980)

Ricordo bene l’estate dell’Ottanta. La vespa comprata da poco, nel mangiacassette la musica dei Dire Straits, alla radio i Pretenders e nella testa una voglia matta di divertirmi. Ma soprattutto ricordo le lunghe vacanze tra luglio e agosto con mio cugino Gianfranco che finalmente avrebbe condiviso con me noia, divertimento e la costante ricerca d’avventura tra le spiagge di Cattolica e Gabicce. Poi ricordo un’altra cosa…

Agosto è appena iniziato. Sono circa le dieci e un quarto del mattino e alla stazione centrale di Bologna non è successo ancora niente. Niente a parte un mondo di gente che si sposta, parte e ritorna, chiacchiera e aspetta in silenzio.
Mio padre è sceso dall’espresso per Roma e aspetta quello per il mare. È contento, ha anticipato la partenza di un giorno per farci una sorpresa. Il tempo di bere un caffè, comprare le sigarette e il Carlino, e l’altoparlante annuncia l’arrivo sul binario otto dell’espresso per Bari. Ferma a Rimini e Cattolica, è il suo treno. Mio padre s’incammina a passo veloce al binario indicato, sale sulla terza carrozza, entra in uno scomparto di prima classe e s’accomoda vicino al finestrino. È una bella giornata di sole.
Io, mia madre e mio cugino siamo all’Hotel San Marco di Gabicce Mare ormai da una settimana, ignari di tutto.

Circa due ore dopo, di ritorno dalla spiaggia, vedo mio padre nella hall dell’albergo. È tutto sorridente, mi viene incontro col suo immancabile borsello a tracolla e una sigaretta accesa tra le dita. “Ciao Carlo, sono appena arrivato, dov’è la mamma?”
“Ciao papà, la mamma sta tornando dalla spiaggia… Ma non dovevi venire domani?”
“Ho finito le consegne in anticipo, così ho deciso di partire stamattina e farvi una sorpresa!”
“Vieni papà, andiamo incontro alla mamma. Voglio guardare la sua faccia quando ci vede!”

Sono le dodici e tre quarti di venerdì primo agosto. Di lì a poco, io, mio cugino, mio padre e mia madre ci saremmo riuniti a tavola sotto la veranda dell’hotel, per consumare l’ultimo pranzo spensierato di quell’estate.

Stazione di Bologna, sabato due agosto, ore dieci e venticinque del mattino…

Centotrentacinque chilometri. La mattina successiva non ricordo affatto cosa facemmo di preciso. Probabilmente ce ne stavamo tutti in spiaggia a prendere il sole e a divertirci, almeno fino a quando non sentimmo qualcuno che diceva che alla stazione di Bologna c’era stata un’esplosione. “Pare sia scoppiata una caldaia e che sia morta della gente” disse mentre ascoltava il notiziario da una radiolina sotto l’ombrellone a fianco.

Sessantacinque metri. Agostino, quarantaquattro anni, stava facendo manovra col suo taxi nella piazzola della stazione. Sentì un colpo tremendo e la macchina che sbalzò di mezzo metro in avanti. Parabrezza e lunotto posteriore andarono in frantumi e diversi frammenti gli si piantarono tra la guancia e la nuca. Agostino andò a sbattere la faccia contro il volante e si ruppe il naso. Non perse i sensi e barcollò fuori dal veicolo, si sentiva stordito, gli fischiavano le orecchie e gocciolava sangue dal mento. Si guardò attorno ma fumo e polvere coprivano tutto e gli bruciavano gli occhi. Tossiva e sputava sangue, poi riconobbe un collega che giaceva a terra davanti a lui e gli prestò soccorso.

Cinquantotto metri. Manfredo, ventun anni, stava camminando sulla banchina del primo binario con uno zaino caricato sulla schiena e un altro agganciato sul petto. Lo spostamento d’aria lo buttò a terra violentemente procurandogli un forte trauma cranico. Si svegliò al pronto soccorso del Rizzoli con un polso fratturato, una spalla lussata e un fortissimo mal di testa. Un infermiere gli disse che lo zaino gli aveva fatto da scudo impedendo che una grossa scheggia di vetro gli si conficcasse nel petto.

Quarantuno metri. Lorenzo, ventisei anni, doveva partire per Livorno dove si sarebbe imbarcato per la Sardegna. Stava in piedi sotto la pensilina della sala d’aspetto a ripassarsi gli orari d’attracco dei traghetti. Ad Alghero abitava la sua ragazza che aveva incontrato all’università. Era pensieroso, i genitori di lei l’avrebbero conosciuto soltanto al suo arrivo e si chiedeva come l’avrebbero accolto. La forza dell’esplosione lo investì solo in parte perché il muro portante dell’edificio centrale resse facendogli da scudo. Il braccio sinistro gli venne strappato da un pezzo di telaio della porta d’ingresso distrutta e volata via. Il ritorno d’aria lo risucchiò all’interno della sala già crollata seppellendolo sotto decine di chili di calcinacci e pezzi di corpi. Dopo quaranta minuti fu estratto dalle macerie ancora vivo perché il calore delle lamiere roventi gli aveva cauterizzato il moncone fermando l’emorragia. Si svegliò all’ospedale e solo allora venne a sapere d’aver perso il braccio.

Trentadue metri. Giuliana, ventitré anni, stava entrando nella cabina telefonica addossata alla parete esterna della sala d’aspetto. Voleva chiamare il suo ragazzo che l’aspettava nella casa presa in affitto a Riccione. L’avrebbe raggiunto nel primo pomeriggio e insieme avrebbero continuato la vacanza fino a ferragosto. L’esplosione proiettò la parete contro il treno in sosta sul primo binario, portando con sé la cabina e Giuliana. I frammenti della cabina attraversarono come proiettili il suo corpo asportandole parte del viso e crivellandole il torace, mentre la pedana d’acciaio alla base della cabina le amputò di netto entrambe le gambe. Quello che restava del suo cadavere fu ritrovato tra le rotaie sotto il treno investito dalle macerie.

Ventiquattro metri. Antonia, trentotto anni, era appena entrata nella sala d’aspetto e stava controllando quanti spicci aveva nella borsetta, voleva comprarsi qualcosa da leggere per il viaggio. Contò tre monete da cento lire e quattro da cinquanta, ce n’era abbastanza anche per fare colazione. Un cappuccino, due paste e un settimanale di moda. La deflagrazione provocò una fiammata che l’investì in pieno bruciandole in una frazione di secondo i capelli e i vestiti, l’onda d’urto scaraventò il suo corpo rovente contro la parete opposta frantumandole bacino, costole, cranio e spappolandole fegato e polmoni. La sua vita era cessata ancor prima di toccare terra.

Dodici metri. Giovanni, diciotto anni, era fresco di patente. Aveva appena saputo che suo padre gli aveva comprato la macchina dei suoi sogni. Era un Dyane usato color kaki, il suo regalo per il diploma. Stava tornando dalla vacanza appena trascorsa a Senigallia coi suoi amici e non vedeva l’ora d’arrivare a casa e guidare la sua prima macchina. Una lastra di vetro gli squarciò il ventre mentre alcune lattine di bibite lanciate a velocità supersonica gli sfondarono torace e cranio. Nello stesso istante la gamba destra gli venne amputata dal coperchio d’alluminio di un cestino dei rifiuti. Era ancora vivo quando cadde a terra dopo un volo di dieci metri. Giovanni giaceva immobile con gli occhi fissi al cielo, fumo e polvere gli impedivano di vedere ma forse il suo cervello era già spento. Respirò per altri otto minuti prima di morire per collasso cardiaco dovuto a dissanguamento.

Un metro e mezzo. Angela, tre anni, s’era appena chinata a guardare un insetto che giaceva morto sul pavimento in marmo della sala d’aspetto. Era la prima volta che vedeva un animale così strano e non resistette alla tentazione di prenderlo e farlo vedere alla mamma. Mentre allungò la manina per raccoglierlo, venne decapitata da un pezzo di lamiera del tavolino portabagagli che stava dietro sua madre. Una piccola parte del suo corpicino fu risparmiata dalla disintegrazione perché si trovava più in basso rispetto alla traiettoria delle schegge. Intanto pezzi di ferro, vetro, plastica, carne e ossa provenienti da tavolini, panche, bagagli e persone volavano dappertutto uccidendo altre persone e distruggendo ciò che stava intorno in un effetto domino che durò appena qualche decimo di secondo.

Mezzo metro. Maria, ventiquattro anni, s’era appena alzata dalla panca attaccata al tavolino portabagagli sul quale aveva notato una grossa valigia di stoffa. Non capiva chi l’avesse lasciata lì. Poi tutta l’attenzione si spostò sulla sua bambina che s’era chinata a raccogliere qualche schifezza dal pavimento. In un millesimo di secondo, lo spostamento d’aria produsse sul suo corpo una pressione di trenta chili per centimetro quadrato e un calore di duemila gradi, sufficienti a disintegrarla completamente. Il corpo di Maria scomparve in un attimo e risultò essere l’unico, tra i resti delle ottantacinque vittime, di cui non venne mai ritrovato nemmeno un frammento.

Ci misero una manciata di ore per capire che non era stata una caldaia difettosa a scoppiare.
Alcuni testimoni parlarono di una valigia abbandonata su un tavolino della sala d’aspetto distrutta. Altri dissero d’aver visto dei giovani lasciare la valigia e allontanarsi circa mezzora prima dell’esplosione.
Così accadde che dei ragazzi appena ventenni si sostituirono a Dio e rubarono il destino di ottantacinque persone. Ottantacinque universi di pensieri, emozioni, desideri, speranze e sentimenti distrutti. Ci vollero venticinque chili di tritolo e in una frazione di secondo quelle ottantacinque vite vennero cancellate e altre centinaia vennero stravolte per sempre.

E anche noi cambiammo. Io, mio padre, mia madre e mio cugino, protetti e timorosi nel nostro albergo di Gabicce, ringraziavamo la sorte. Lo facevamo di notte, in silenzio, fissando il buio, per tutte le notti che restarono di quella vacanza. Certo, sotto il sole i nostri umori erano altri, distratti com’erano dalla tenace spensieratezza della vita che nonostante tutto ammantava le nostre giornate. Tuttavia ci sentivamo anche noi, in qualche modo intimamente, dei superstiti, dei miracolati, degli scampati all’attentato.
Ripenso spesso a mio padre nei giorni che seguirono. Alla sua faccia quando apprese che, nell’attimo in cui la bomba scoppiò, lui avrebbe potuto trovarsi in quella sala d’aspetto, a due passi da Maria e la sua bimba di tre anni.
Sono convinto che fu il suo amore per noi a salvarlo, a fargli decidere di partire un giorno prima per la voglia di passare più tempo con la sua famiglia.
E forse fu proprio quel giorno in più a consentirgli di trascorrere con noi i restanti quindici anni della sua vita.

Brass in pocket (The Pretenders, 1980)