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Giorno: 25 Agosto 2020

RITORNO A SETTEMBRE:
scuola: dallo spazio che “insegna” allo spazio che “consegna”.

Quando c’era Profumo. Chi lo ricorda? Sono nove anni, poco meno di due lustri, eppure sembra un’epoca lontana, ancora appartenere al secolo scorso. Profumo è stato ministro della pubblica istruzione nel governo Monti. Nel 2012 si è intestato un convegno, tenuto a Roma, molto importante, con una sineddoche per tema: “Quando lo spazio insegna”, nuove architetture per la scuola del nuovo millennio.

La scuola open space, senza aule, né corridoi. Dove studenti e insegnanti lavorano in modo collaborativo, sfruttando le possibilità offerte da internet e dalle tecnologie della comunicazione. Una scuola aperta tutto il giorno, disponibile alle contaminazioni con il territorio: scuola vera e propria al mattino, centro sportivo e di aggregazione al pomeriggio, centro di formazione per gli adulti alla sera. Queste, nelle parole del ministro di allora, le conclusioni del convegno, perché la scuola della società della conoscenza richiede spazi modulari e polifunzionali, facilmente configurabili ed in grado di rispondere a contesti educativi sempre in evoluzione.

Il suggerimento uscito dal convegno era quello di alzare lo sguardo sulle esperienza delle  scuole europee che avevano intrapreso un percorso di ripensamento dell’ambiente di apprendimento. Siamo al dunque, e la legge sull’edilizia scolastica è ancora quella dal 1975, con le aule come unità didattica. Ora che si studiano gli spazi il principio è sempre lo stesso.

Quando si deve mettere in sicurezza un luogo o lo si chiude o, se si tiene aperto, occorre considerare attentamente l’uso a cui è destinato quel luogo e quali attività in esso si svolgono.
Non so chi abbia coniato la pessima espressione “classi pollaio”, so però che la promessa di eliminarle contiene un inganno, perché anche quando si riducesse il numero dei polli il pollaio resterebbe sempre un pollaio. La scuola magazzino, la scuola silos di generazioni non funziona più, non da oggi, ma da tempo. Un tempo nutrito di riflessioni pedagogiche e di esperienze, ma sempre un tempo che la scuola ha tenuto distante da sé.
E, dunque, si continua ad ignorare la necessità di aprire il pollaio, di abbattere le mura del magazzino, di demolire i silos. Ci si comporta come se fosse scoppiata l’aftaepizootica e la soluzione consistesse nel distribuire gli animali in più stalle a ruminare come prima.

Con “andare a scuola” noi intendiamo l’impegno ad apprendere e a studiare, che però non vuol dire per forza di cose stare tutti insieme in una aula ogni giorno per duecento giorni all’anno, come non significa che giunge un momento nella vita di ciascuno di noi in cui si smette di “andare a scuola”, nel senso che si cessa di studiare.

Un aspetto su cui è opportuno fare chiarezza è che ‘cultura’ ed ‘educazione’ sono due cose distinte che non vanno mischiate tra loro come spesso invece ci accade di fare.
La questione se la poneva Lev Tolstoj intorno agli anni Sessanta del diciannovesimo secolo. Tolstoj risolve il problema sostituendo al concetto di educazione quello di ‘cultura’, sostenendo che si deve operare una netta distinzione tra le nozioni di cultura, educazione, istruzione e insegnamento.
La cultura è la somma di tutte le esperienze che formano il nostro carattere, mentre l’educazione è il prodotto della volontà di plasmare la personalità e il comportamento delle persone. Ciò che differenzia l’educazione dalla cultura è, dunque, ‘il carattere coercitivo’, l’educazione è cultura obbligatoria; la cultura è libertà.

Sto sostenendo che volendo riaprire le scuole a settembre, prima sarebbe stato necessario decidere cosa farci dentro a quegli edifici: organizzare il pollaio in funzione della  sicurezza o organizzare la sicurezza in funzione del riprendere a fare cultura?

L’edificio scolastico è un luogo di studio dove i processi di apprendimento sono individualizzati, né più ne meno delle cure mediche, dove si promuove l’autonomia, vale a dire il camminare da soli con le proprie gambe nei territori della cultura, avendo grande attenzione alla qualità dei compiti a ciascuno richiesti. La scuola non può che essere il luogo della flessibilità, della scomposizione e della ricomposizione di spazi, gruppi, esperienze e relazioni. Alla scuola non servono piani d’appoggio, ma tavoli da lavoro, le sedute con il piano ribaltabile vanno bene per l’aula magna, per la sala delle conferenze, non certo per spazi laboratorio, intendendo per laboratorio ‘i saperi operosi’, l’operosità del sapere. L’apprendimento come processo culturale, mai statico ma sempre dinamico. Allora la sfida mancata è quella di riaprire a settembre degli ambienti di apprendimento, degli spazi dove si svolge la cultura, anziché i silos e i magazzini che continuano a contenere generazioni dopo generazioni.

Il tempo ci sarebbe stato già prima, ma volendo, anziché usare la demagogia delle ‘classi pollaio’ come specchietto per le allodole, sempre che si avessero delle idee e delle riflessioni in testa, si sarebbe potuto lavorare fin da marzo per predisporre nuove scenografie, nuove regie degli apprendimenti, della cultura e dei saperi.
Invece si è nominato un commissario al grande Moloch, senza considerare che in un luogo in cui si fa cultura l’uso dello spazio oltre ad essere dinamico è dialettico. Varia dai progetti, dai percorsi didattici, dalle proposte di lavoro, dai conflitti, dalle strumentazioni di cui si dispone, insomma da quello che si intende fare che non sempre è identico a se stesso e da quello che avviene che non sempre è anticipabile.
Gruppi che possono essere anche numerosi, con le necessarie misure di sicurezza, se si tratta di un video o di una conferenza, gruppi più piccoli, monadi che necessitano di spazi in cui gli arredi siano fruibili in modo da permettere sia il lavoro singolo che cooperativo e agli insegnanti di muoversi da un’isola all’altra, di avere un rapporto uno a uno quando necessario.  Aule atelier in cui si può essere anche in diversi e mantenere le distanze, aule di musica dove l’apprendimento dello strumento musicale avviene con la presenza di poche unità di alunni per volta. Se si suona il flauto e la chitarra in forma orchestrale lo si può fare in spazi ampi. E poi c’è il territorio con le strutture e le istituzioni culturali che offre, dunque, una distribuzione degli spazi che va ben oltre l’aula. In questa prospettiva ci sta anche l’ibrido con la didattica a distanza che può funzionare da tutoraggio di ciò che è già stato predisposto a lezione negli spazi scolastici o fuori sul territorio.

Infine la variabile tempo entro cui la cultura non può essere sacrificata come avviene a scuola, un tempo che va dilatato in funzione degli apprendimenti e dell’uso degli spazi. Le scuole sono gli edifici del nostro sistema culturale, pertanto non possono essere adibite alle sole necessità della didattica, come per lo più è accaduto finora, ma devono soddisfare anche quelle del territorio. Per cui non ci sarebbe nulla di scandaloso se si facessero turni di fruizione diversi in edifici predisposti con ambienti di apprendimento anziché di insegnamento, lo stesso vale per l’uso delle strutture messe a disposizione dal contesto urbano.

Da marzo il discorso sulla scuola ha conosciuto solo banchi, piani di riapertura sfornati dai comitati tecnico-scientifici e linee guida riviste e corrette. Tutto è stato enfatizzato come se la scuola fosse una vita a parte, diversa, come se le norme da rispettare non fossero quelle di tutti i giorni, distanziamento, mascherine, igienizzazione.
Siamo transitati dallo spazio che “insegna” vagheggiato dal ministro Profumo allo spazio che “consegna”, alle bambine e ai bambini, alle ragazze e  ai ragazzi che, in tempo di Covid, sono consegnati nelle aule e nei banchi, semmai nuovi, ma sempre in fila gli uni dietro agli altri come plotoncini alla conquista della loro educazione.

Al racconto di idee, proposte e soluzioni sono mancati i professionisti della cultura, gli insegnanti, a cui neppure si è pensato di dare voce o che non hanno avuto la  necessaria autorevolezza professionale per farsi ascoltare. Epidemiologi e virologi sono saliti alla ribalta delle interviste e degli studi televisivi,  gli insegnanti hanno lavorato a distanza, verrebbe da dire in ombra, sopravanzati da una catasta di banchi che non ha mancato di riempire i palinsesti televisivi.

Coronavirus, l’aggiornamento:su oltre 11.000 tamponi 65 nuovi positivi Nessun decesso. Calano a 5 i ricoveri in terapia intensiva

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

L’età media dei nuovi positivi è 31 anni. I casi di rientro dall’estero sono 17, 7 quelli da altre regioni. Il numero più alto nelle province di Ravenna (16) e Modena (11). Effettuati anche più di 1.500 test sierologici. Le persone guarite salgono a 24.447 (+13). Casi attivi a quota 2.189 (+50), il 95% con sintomi lievi in isolamento a casa

 Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 31.094 casi di positività65 in più rispetto a ieri, di cui 33 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Il numero di tamponi effettuati ieri è tra i più alti in Emilia-Romagna dall’inizio dell’emergenza sanitaria: oltre 11mila.

Dei 65 nuovi casi, 36 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 30 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti.

Sono 17 i nuovi contagi collegati a rientri dall’estero, per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen e un tampone se di rientro da Grecia, Spagna, Croazia e Malta. Il numero di casi di rientro da altre regioni è pari a 7.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 31 anni.

Su 33 nuovi asintomatici, 11 sono stati individuati attraverso gli screening e i test introdotti dalla Regione, 19 grazie all’attività di contact tracing mentre 2 casi sono emersi dai test pre-ricovero e 1 non è ancora noto.

Per quanto riguarda la situazione sul territorio, le province che presentano il maggior numero di casi sono Ravenna (16) e Modena (11).

Ravenna e provincia su 16 nuovi positivi, di cui 13 già in isolamento al momento del tampone, 11 fanno riferimento a pazienti che hanno frequentato le discoteche della zona o a loro contatti stretti. Dei casi rimanenti, due sono stati individuati a seguito di test sierologici positivi (uno eseguito spontaneamente, l’altro perché categoria a rischio) e uno per presenza di sintomi.

In provincia di Modena su 11 casi positivi, 3 sono persone di ritorno dalla Sardegna, 3 sono stati individuati grazie ai test al rientro dall’estero (Spagna, Croazia e Albania i paesi coinvolti) mentre 5 sono riferiti al tracciamento di contatti stretti riferiti a casi già noti.

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

tamponi effettuati ieri sono 11.052, per un totale di 843.153. A questi si aggiungono anche 1.554 test sierologici.

casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 2.189 (50 in più di quelli registrati ieri). Non si registra nessun decesso in tutta l’Emilia-Romagna

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 2.094 (+45 rispetto a ieri), il 95% dei casi attivi. Calano a 5 (-3) i pazienti in terapia intensiva, mentre salgono a 90 quelli ricoverati negli altri reparti Covid (+8 rispetto a ieri).

Le persone complessivamente guarite sono 24.447 (+13 rispetto a ieri): 26 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 24.421 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.747 a Piacenza (+1, nessun sintomatico), 3.890 a Parma (+5, di cui 3 sintomatici), 5.328 a Reggio Emilia (+8, di cui 5 sintomatici), 4.319 a Modena (+11, di cui 8 sintomatici), 5.560 a Bologna (+5, di cui 1 sintomatico), 459 casi a Imola (invariato), 1.178  a Ferrara (+7, di cui 2 sintomatici), 1.299 a Ravenna (+16, di cui 5 sintomatici), 1.037 a Forlì (+4, di cui 3 sintomatici), 893 a Cesena (+7, di cui 5 sintomatici) e 2.384 a Rimini (+1, nessun sintomatico).

Si segnala che rispetto ai precedenti aggiornamenti sono stati eliminati 2 casi (1 da Parma e 1 da Forlì), in quanto doppio inserimento del medesimo paziente con dati anagrafici non corrett

Camere di Commercio, Zappaterra “Governo proroghi i termini per la riorganizzazione, oggi le priorità sono altre”

Da: Ufficio Stampa PdEmilia-Romagna

La priorità in questa fase è quella di salvare le imprese, sostenerle e creare posti di lavoro. Ho sempre pensato che salvaguardare l’autonomia della Camera di Commercio di Ferrara fosse importante per il nostro territorio. Lo ribadisco ora con convinzione, dopo che quasi due anni fa per prima ho posto il problema portandolo sui tavoli regionali”. A dichiararlo è la consigliera regionale e capogruppo Pd in Emilia-Romagna Marcella Zappaterra, che commenta così la decisione del Governo, contenuta nel cosiddetto Decreto Agosto, di accelerare sulle fusioni degli enti camerali.  

Sostengo convintamente, quindi, la battaglia che la senatrice Paola Boldrini sta portando avanti in queste settimane in Parlamento con il ricorso contro l’inammissibilità di tre emendamenti al Decreto Agosto, volti proprio a tutelare l’autonomia della CCIA di Ferrara da quella di Ravenna. E – prosegue Zappaterra – condivido la richiesta del Presidente della nostra Regione e della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini, affinché il termine del 15 ottobre, stabilito unilateralmente dal Governo per la riorganizzazione del sistema camerale, sia prorogato. Oggi le priorità su cui concentrarci a ogni livello, sono altre”.  

In Emilia-Romagna la questione riguarda Piacenza, Parma e Reggio Emilia oltre che Ferrara e Ravenna.  

Riguardo in particolare questa ultima situazione, che seguo da vicino da ormai due anni, penso che si tratti di un accorpamento che penalizzerebbe fortemente due Enti virtuosi e performanti e che, in questo momento delicato, sarebbe oltremodo controproducente perché assorbirebbe il personale delle due Camere, impegnato solitamente a supporto delle imprese, nel disbrigo di una grande mole di burocrazia” conclude Zappaterra.  

Pelloni (Lega ER): “anche regione Emilia-Romagna consenta di effettuare tamponi senza prenotazione”

Da: Ufficio Stampa LegaER

“Anche la Regione Emilia-Romagna, come già avviene in Veneto, renda possibile l’effettuazione dei tamponi nasofaringei per l’individuazione del virus Covid-19, senza preventiva prenotazione presso le Aziende USL”.

E’ quanto chiede in un’interrogazione alla Giunta della Regione Emilia-Romagna il consigliere regionale della Lega ER, Simone Pelloni, con riferimento a 8 categorie di persone.

Chiediamo – spiega Pelloni – che gli esami senza preventiva prenotazione all’Ausl possano essere effettuati per gli operatori a diretto contatto con gli ospiti di strutture residenziali extraospedaliere per anziani e/o non autosufficienti che hanno transitato o soggiornato (o che comunque si sono recati) all’estero nei 14 giorni precedenti, indipendentemente dalla durata e dalla motivazione del soggiorno all’estero; agli operatori sanitari impiegati presso le strutture del servizio sanitario regionale che prestano servizio presso strutture ospedaliere ed extraospedaliere (hospice, ospedale di comunità, URT) e che hanno transitato o soggiornato (o che comunque si sono recati) all’estero nei 14 giorni precedenti, indipendentemente dalla durata e dalla motivazione del soggiorno all’estero; agli operatori (es. badanti) che prestano assistenza domiciliare continuativa ad anziani e soggetti affetti da disabilità parzialmente o completamente non autosufficienti e che hanno transitato o soggiornato (o che comunque si sono recati) all’estero nei 14 giorni precedenti, indipendentemente dalla durata e dalla motivazione del soggiorno all’estero; ai lavoratori stagionali del settore agricolo che hanno transitato o soggiornato (o che comunque si sono recati) all’estero nei 14 giorni precedenti, indipendentemente dalla durata e dalla motivazione del soggiorno all’estero; a tutti i lavoratori che si sono recati all’estero per trasferte di lavoro di durata fino a 120 ore (5 giorni), per i quali è prevista un’eccezione all’obbligo di quarantena ai sensi della normativa nazionale vigente in materia di rientro dall’estero; alle persone che nei 14 giorni precedenti hanno transitato o soggiornato (o che comunque si sono recati) in Romania o Bulgaria e che fanno ingresso nel territorio regionale attraverso trasporto di linea terrestre; ai gruppi di popolazione, anche legati a rientro dall’estero, che rivestono un particolare interesse epidemiologico per la realtà locale, su valutazione dell’Azienda USL; ai soggetti che fanno ingresso o rientro in Emilia-Romagna da Spagna, Croazia, Grecia o Repubblica di Malta”.

 

Camere di Commercio. Bonaccini e Colla: “Chiediamo al Governo di spostare il termine per riorganizzazione e accorpamenti”

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

Camere di Commercio. Bonaccini e Colla: “Chiediamo al Governo di spostare in avanti il termine per riorganizzazione e accorpamenti. Ora sono altre le priorità: in questo momento tutti gli sforzi devono essere concentrati su ripresa e occupazione, sostegno al lavoro e alle imprese”

La Regione chiede che in fase di riconversione sia stralciato o sospeso l’articolo 61 del Decreto legge 104 del 14 agosto, che fissa il termine per agire al 14 ottobre, con la possibile nomina di commissari. In Emilia-Romagna sono due le aggregazioni previste: Ravenna-Ferrara e Piacenza-Parma-Reggio Emilia. Il presidente e l’assessore: “Dovremmo sostenere adesso un delicato confronto tra territori, istituzioni e rappresentanze associative, quando con l’intero sistema economico-produttivo regionale siamo impegnati sulla ripartenza post Covid”

“Chiediamo al Governo di prorogare il termine fissato al prossimo 15 ottobre per chiudere la complessa vicenda della riorganizzazione delle Camere di Commercio. In particolare, ci riferiamo agli accorpamenti previsti per Ravenna e Ferrara da un lato, e per Piacenza, Parma e Reggio Emilia dall’altro. Sono processi che, in questa fase particolarmente critica per il mondo economico, pensiamo possano essere ragionevolmente spostati più avanti nel tempo. Adesso tutti i nostri sforzi, assieme a quelli del sistema economico-produttivo emiliano-romagnolo, devono essere concentrati a sostenere lavoro e occupazione, affinché le imprese possano essere protagoniste della ripartenza post Covid”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, annunciando la richiesta al Governo di intervenire, nella fase di riconversione del Decreto legge 104 del 14 agosto scorso, affinché sia stralciato o sospeso l’articolo 61 che accelera perentoriamente il percorso di aggregazione delle Camere di Commercio, dando tempo 60 giorni per completare la fusione, pena la gestione commissariale.

In Emilia-Romagna, il mancato intervento sul Decreto comporterebbe – nel caso di mancato accorpamento, dal prossimo 14 ottobre – la nomina da parte del Ministero dello Sviluppo economico di commissari, per le Camere di Commercio di Piacenza, Reggio Emilia e Parma, nonché per quelle di Ferrara e Ravenna.

Il provvedimento del Governo preme sull’acceleratore per l’applicazione della riforma del sistema camerale, contenuta nel Decreto legislativo 219/2016, che prevede in tutto il Paese, tra l’altro, la rideterminazione territoriale delle Camere di commercio, che da 105 dovranno passare a 60.

“In questo momento– aggiungono il presidente Bonaccini e l’assessore Colla– la nostra principale preoccupazione è salvare imprese e posti di lavoro. Condividiamo quindi le preoccupazioni di Enti locali e Associazioni di categoria sui rischi di depotenziare in questa fase nevralgica le Camere di Commercio. Non siamo ancora usciti dall’emergenza, e non ci pare sia questo sia il momento giusto per sostenere un delicato confronto tra territori, istituzioni e rappresentanze associative. Perché ora è necessario affrontare insieme il tema di come favorire la ripresa economica”.

“Quando saremo usciti da questo tunnel- concludono il presidente della Regione e l’assessore allo Sviluppo economico- vorremmo poter affrontare non solo il tema delle aggregazioni tra Camere di Commercio, ma anche confrontarci sul ruolo del sistema camerale regionale. Ma, per ora, chiediamo al Governo di non aggiungere un altro elemento di delicatezza ad un quadro già di per sé molto problematico come quello rappresentato dall’attuale situazione economica”.

Bondeno:Saletti lancia ‘tour dell’ascolto”

 Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno
“Abbiamo ascoltato i cittadini e vogliamo farlo sempre di più. Il sindaco di Bondeno deve essere tra la gente, come dimostrato fino ad oggi. Le nostre non sono promesse, ma impegni che abbiamo dimostrato di voler mantenere”. Così Simone Saletti, sindaco facente funzioni candidato alle prossime elezioni Comunali, che dà il via al suo ‘tour dell’ascolto’, ciclo di incontri con i cittadini. Appuntamento venerdì 28 agosto alle 18, ai giardini presso il Mister Pub, a Scortichino. Con Saletti ci saranno anche il primo cittadino di Ferrara Alan Fabbri e il consigliere regionale Fabio Bergamini.
“Tutti i cittadini sono invitati – dice Saletti -: sarà un’occasione per parlare delle cose fatte e delle nostre idee per il presente e il futuro di Bondeno. Vogliamo ascoltare le esigenze di tutti per un dialogo aperto e costruttivo. E’ il nostro modo di amministrare, lo abbiamo dimostrato in questi anni, organizzando periodici incontri tra Bondeno e frazioni per raccontare quanto fatto, ascoltare le esigenze, raccogliere segnalazioni e condividere i progetti. Grazie a chi ci sarà. Quello di venerdì comporrà una serie di altri appuntamenti tra Bondeno e tutte le frazioni: il territorio, tutto il territorio, è la nostra priorità”.

Codigoro: Visita a sorpresa del Sindaco per i 100 anni di Fernando Boarini

Da: Ufficio Stampa Comune di Codigoro

A dispetto dei suoi 100 anni, Fernando Boarini, ex direttore della filiale codigorese della Banca Nazionale dell’Agricoltura, sfoggia una forma fisica invidiabile e questa mattina, in occasione della visita a sorpresa del Sindaco Sabina Alice Zanardi, ha fatto gli onori di casa, intrattenendo l’illustre ospite tra i racconti di una vita, interamente dedicata alla famiglia e al lavoro.

Nativo di Busseto, in provincia di Parma, Fernando Boarini, nel 1960 è approdato a Massa Fiscaglia, dove ha ricoperto il primo incarico da dirigente bancario, per trasferirsi, l’anno successivo, a Copparo, paese in cui ha trascorso, con la famiglia, altri 15 anni. Dal 1976 al 1985 l’arzillo e simpaticissimo centenario, che ha festeggiato proprio ieri il traguardo del secolo, ha ricoperto l’incarico di direttore della filiale codigorese della B.N.L.

Dal 1986 al 1990, anno del sopraggiunto pensionamento, Boarini ha lavorato nella sede ferrarese dello stesso istituto di credito.

Ad accogliere il Sindaco, questa mattina, anche la moglie del centenario, Eugenia (90 anni), molto conosciuta per aver gestito, per circa 40 anni, la nota armeria Colombini di Ferrara. 

L’elisir di lunga vita per Boarini, che fino al periodo del lockodown si è concesso salutari passeggiate in bicicletta è la passione in ciò che si fa. “Sono sempre stato molto legato alla famiglia e al lavoro – ha ammesso il simpatico centenario – e per compiere scatti di carriera ho sempre accettato i trasferimenti che mi richiedeva la banca. La mia famiglia mi ha sempre seguito e tuttora io e mia moglie siamo una coppia molto affiatata. Dopo la pensione, – ha aggiunto il centenario – ho voluto coltivare una passione di sempre, quella del restauro dei mobili antichi, che ho portato avanti per tantissimi anni.” 

Il Sindaco, prima di congedarsi, ha omaggiato Boarini con una pergamena, augurandogli infiniti compleanni felici ed in salute.

Grandi nomi e Covid, Peruffo: “la sfida è fare spettacolo nel rispetto delle regole”

Da: Ufficio Stampa Forza Italia Ferrara

Da consigliere, così come da cittadina, esprimo un plauso agli organizzatori (Comune incluso) che stanno portando nomi altisonanti del panorama musicale a esibirsi a Ferrara.

Questo non vuol dire che i decenni scorsi siano stati privi di eventi di intrattenimento, anzi. Si è passati – come è giusto che sia dopo una svolta amministrativa – da ospiti di qualità e al tempo stesso di niccchia, prevalentemente indipendenti, a protagonisti della scena pop, come è stato Nek, così come sarà per i prossimi concerti che vedranno esibirsi in piazza Trento e Trieste Mario Biondi ed Elisa, oltre a diversi altri appuntamenti a corredo dell’ultima parte di estate.

Le polemiche che ci sono state e che ci saranno in merito ai gusti personali del pubblico è normale che esistano, diverso il discorso sul versante salute.

In queste ultime settimane ci troviamo di fronte a un aumento significativo e progressivo dei contagi da Covid19 che non risparmia nessuno, men che meno i più giovani che nel corso della c.d. prima ondata erano stati toccati in minima parte (ma certo non esclusi) da questa piaga.

La sfida è quella di consegnare al pubblico appuntamenti in grado di rendere appetibile la nostra città, puntando al massimo livello per ciò che attiene agli accorgimenti di prevenzione, sia nella fase di accesso alla piazza, sia nei posti assegnati per assistere agli spettacoli, con mantenimento delle mascherine sul volto.

Oltre alle disposizioni, naturalmente – e non solo per i concerti del Ferrara Summer Festival – la differenza concreta la fanno il senso di responsabilità del singolo cittadino, di ogni età, nel tutelare la propria salute e quella del prossimo.

laboratori e centri di ricerca emiliano-romagnoli a Boston e Philadelphia per interscambi nel settore salute

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

Internazionalizzazione. Imprese, startup, laboratori e centri di ricerca emiliano-romagnoli a Boston e Philadelphia per interscambi nel settore della salute. L’assessore Colla: “Sosteniamo le migliori aziende emiliano-romagnole per aumentare competenze e competitività”

Due i bandi regionali del Programma “Emilia-Romagna Go Healthy” che prevedono azioni sia in Emilia-Romagna, sia in Massachusetts e Pennsylvania, principali hub mondiali per le applicazioni della genomica, della terapia cellulare e dei big data applicati alla salute. Saranno selezionate 24 imprese. Le candidature dal 1 settembre al 9 ottobre 2020

Due bandi regionali per coinvolgere le aziende emiliano-romagnole in programmi internazionali di scambio e promozione in ambito sanitario con Boston e Philadelphia, i due principali hub mondiali per le applicazioni della genomica, della terapia cellulare e dei big data applicati alla salute.

Sono questi gli obiettivi delle iniziative messe in campo dalla Regione con due misure (“Bridging Innovation Program – Big Data & Artificial Intelligence for Health a Boston 2020” e “Bridging Innovation Program – Pharma, Gene & Cell Therapy Pennsylvania 2020-21”) rivolte a imprese (sia grandi che Pmi) startup innovative, laboratori e centri di ricerca dell’Emilia-Romagna del settore scienze della vita.

La selezione dei partecipanti sarà realizzata dal Comitato di valutazione composto da Regione e ART-ER, Società consortile dell’Emilia-Romagna. Sulle domande pervenute, verranno selezionate 12 imprese per ogni bando, che dovranno partecipare a programmi di scambio che comprendono azioni sia in Emilia-Romagna che negli Stati Uniti.

L’obiettivo è quello di favorire la crescita sostenibile dell’Emilia-Romagna attraverso lo sviluppo dell’innovazione e della conoscenza, l’attrattività e l’internazionalizzazione del sistema territoriale. In particolare, la Regione mira da un lato, alla promozione dell’incontro con i due hub fondamentali per il settore salute e, dall’altro, alla diffusione, negli Stati Uniti, della conoscenza di una delle più importanti filiere economiche regionali.

“Con i due bandi appena approvati, che coinvolgono altrettanti territori di eccellenza mondiale- spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla-, la Regione sostiene le migliori aziende emiliano-romagnole per aumentare competenze e competitività. Il settore delle life science è un ecosistema particolarmente dinamico e in continua crescita, con una fortissima componente in ricerca e innovazione”.

“L’emergenza dovuta al Coronavirus- aggiunge l’assessore- ha confermato tutta la centralità di questo settore, non solo per rispondere alle nuove necessità e sfide socio-sanitarie, ma anche come volano economico e di buona occupazione. L’industria farmaceutica, le biotecnologie, la progettazione e produzione di dispositivi biomedici e di servizi sanitari, rappresentano una filiera strategica su cui vogliamo continuare a puntare per creare lavoro e sostenere lo sviluppo economico dell’Emilia-Romagna e del Paese intero”.

Presentazione domande

Le domande devono essere presentate esclusivamente compilando la modulistica allegata ai bandi per Boston,Massachusetts e Philadelphia, Pennsylvania, inviandola in formato elettronico all’indirizzo mail: art-er@legalmail.it .

L’invio dovrà avvenire esclusivamente mediante Posta elettronica certificata – PEC. Nell’oggetto della posta elettronica va riportata la seguente dicitura: “Domanda Bando Pharma, Gene & Cell Therapy Pennsylvania 2020-21” o “Domanda Bando Big Data & Artificial Intelligence for Health – Boston 2020-21”.

Entrambi i bandi sono aperti dalle ore 10.00 (CET) del 1 settembre 2020 fino alle ore 13.00 del 9 ottobre 2020.

L’adesione al programma è gratuita per i soggetti dl territorio grazie al finanziamento della Regione Emilia-Romagna erogato ad ART-ER, ma la partecipazione a tutte le attività è obbligatoria. Per le imprese regionali coinvolte, la partecipazione comporta l’attribuzione di un aiuto in “de minimis” corrispondente al valore del servizio ricevuto gratuitamente

“Teatri sull’ acqua” prosegue a Lido degli Scacchi

<strong>Da: Ufficio Stampa Bialystok Produzioni

Teatri sull’Acqua prosegue mercoledì 26 agosto a Lido degli Scacchi con un programma d’eccezione: sarà infatti protagonista della serata la storica compagnia fiorentina dei Pupi di Stac, una delle più longeve compagini nel panorama nazionale ed europeo del teatro di figura e per ragazzi.

La compagnia nasce a Firenze nel 1946 per opera di Carlo Staccioli. I pupi, di legno intagliato, sono alti circa 60 centimetri ed hanno, unici nella tradizione italiana, figura intera. Sono, insomma, ‘marionette senza fili’ animate dal basso o, se si preferisce, ‘burattini con le gambe’ come il loro fratello più famoso: Pinocchio. Le baracche, veri teatrini in miniatura con sipari, quinte e fondali, hanno due piani scenici: il palcoscenico dove i burattini possono camminare ed un livello superiore dove appaiono nel modo più tradizionale.

A partire dalle ore 21 in viale Alpi Centrali a Lido degli Scacchi i Pupi di Stac presenteranno uno dei loro cavalli di battaglia dal repertorio favolistico tradizionale, ovvero Raperonzolo. La celebre fiaba, con la perfida strega e la giovinetta imprigionata nella torre, sarà allietata dalla presenza del leprottino Frinfo e movimentata da un inseguimento addirittura in sala fra gli spettatori. Non mancherà il lieto fine preceduto dalla necessaria bastonatura della “cattiva”.

Ecco la sinossi dello spettacolo: il principino Filippo non ama stare a Palazzo e va sempre a giocare in campagna, dai contadini Rosa e Berto che non hanno figli. Finalmente Rosa è incinta e desidera tanto mangiare dei raperonzoli che crescono vicino ad un rudere. Nonostante la proibizione del marito la donna coglie un rametto… la Strega, padrona degli ortaggi, obbliga Rosa a consegnarle la nascitura, pena la morte. Raperonzolo cresce in prigionia, su di un’alta torre: quando la madre/strega la chiama da fuori getta le trecce e la tira su. La matrigna dona alla ragazza tre oggetti magici, ma non sa che alla fine saranno gli strumenti della propria rovina. Il principe Filippo, ormai grande, cerca di salvarla ma la strega lo trasforma in leprotto. Dopo un movimentato inseguimento il padre della giovane bastona la strega che poi finisce infondo ad un lago. Gran finale con il principe Filippo che sposa Raperonzolo e i poveri genitori finalmente rasserenati.

Il programma proseguirà poi lunedì 31 agosto in piazza Italia a Lido delle Nazioni, dove la compagnia modenese dei Burattini della Commedia dell’Arte presenterà lo spettacolo Il pentolino magico.

La rassegna è parte del progetto Comacchio Summer Experience, ed è organizzata da Bialystok Produzioni e Made Eventi per il Comune di Comacchio, con la direzione artistica di Massimiliano Venturi. L’ingresso è gratuito e consentito fino ad esaurimento dei posti disponibili; gli spettacoli sono adatti a tutti gli spettatori a partire dai 3 anni di età. Aggiornamenti in tempo reale sulla pagina Facebook ‘Comacchio a Teatro’, programma completo sul sito www.comacchioateatro.it. In caso di pioggia o maltempo, gli eventi saranno rimandati a data da destinarsi.

Interno Verde: apertura iscrizioni

Da: Ufficio Stampa Interno Verde

70 giardini per festeggiare la quinta edizione di Interno Verde, che si terrà sabato 12 e domenica 13 settembre. I curiosi interessati ad esplorare l’anima più rigogliosa di Ferrara potranno iscriversi al festival a partire da venerdì 28 agosto.

Il programma di quest’anno sarà ricco di sorprese e novità, con tantissimi giardini segreti che per la prima volta apriranno le porte al pubblico. «Siamo davvero felici di aver trovato nelle famiglie ferraresi tanto entusiasmo, nonostante le molteplici difficoltà che quest’anno tutti stiamo attraversando», raccontano i soci de Ilturco, l’associazione che dal 2016 ha ideato e cura la manifestazione. «Condividere la bellezza e la tranquillità di uno spazio intimo, oggi più che mai è un gesto prezioso e significativo. Abbiamo sempre dedicato particolare attenzione alla custodia di questi luoghi, tanto meravigliosi quanto delicati, saremo ancora più scrupolosi quest’anno nel garantire ai visitatori un’esperienza allegra, interessante e sicura».

L’infopoint in via del Turco 39 sarà a disposizione a partire da venerdì 28 agosto tutti i giorni, festivi compresi, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 19, per prenotare la partecipazione e ritirare in anticipo il kit dell’evento, che comprende il braccialetto che funziona da pass, la mappa e il libro con le descrizioni e le fotografie a colori dei giardini, stampato in edizione limitata e disponibile in omaggio fino a esaurimento copie.

Chi vuole assicurarsi una copia del volume ma preferisce prenotare online può fare riferimento al sito www.internoverde.it. Sulla stessa piattaforma è già possibile consultare e scaricare la mappa dei giardini aperti e il calendario delle tante iniziative dedicate alla natura organizzate in collaborazione con i numerosi partner che aderiscono all’iniziativa, ricco di mostre, workshop, concerti nell’erba, gite in battello lungo il Po di Primaro.  

Il contributo richiesto è di 10 euro, valido per entrambe le giornate. La partecipazione è gratuita per i bambini fino ai 13 anni.

Interno Verde è patrocinato dal Comune e dall’Università di Ferrara, da Ibc Emilia Romagna, dal Mibact, dall’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio, dall’Associazione Nazionale Pubblici Giardini.

Sanità. Due anni dopo l’Emilia-Romagna addio al superticket in tutta Italia

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

Sanità. Due anni dopo l’Emilia-Romagna, addio al superticket in tutta Italia. Dal 1^ settembre niente tassa per tutti su farmaci, visite ed esami. L’assessore Donini: “Sosteniamo la sanità pubblica e universalistica. Già a luglio 2018, primi nel Paese, lo avevamo abolito per i redditi familiari fino a 100 mila euro oltre a cancellare il ticket nazionale da 23 euro sulle prime visite specialistiche per le famiglie con più di due figli a carico, per un risparmio di 36 milioni per gli emiliano-romagnoli”

La Giunta recepisce la decisione del ministero della Salute. Nella nostra regione esteso a tutti il beneficio già in vigore da più di un anno e mezzo per i redditi familiari medi e bassi (stop a 3 euro in più per ogni confezione di medicine e 15 euro a ricetta per le prestazioni specialistiche). Nessuna incombenza per i cittadini: il nuovo codice di fascia di reddito sarà attribuito in automa tico

 Il superticket per la sanità dal prossimo 1^ settembre non ci sarà più. Lo prevede una nota del Ministero della Salute, recepita oggi in una delibera dalla Giunta regionale.

In pratica, viene estesa a tutto il Paese una misura che in Emilia-Romagna era già stata decisa dalla Regione, prima in Italia, nel luglio 2018, per i redditi familiari annui fino a 100mila euro lordi, in vigore dal 1^ gennaio 2019 insieme all’abolizione del ticket base da 23 euro sulle prime visite specialistiche per le famiglie con almeno due figli a carico.

Un provvedimento regionale che aveva permesso, lo scorso anno, un risparmio di 22 milioni di euro per circa 1 milione e 200mila cittadini con reddito annuo sotto i 100mila euro lordi – che dal 1^ gennaio 2019 non avevano più dovuto versare la tassa aggiuntiva su farmaci (fino a 2 euro a confezione, con tetto massimo di 4 euro a ricetta) e prestazioni specialistiche (fino a 10 euro ognuna), dagli esami di laboratorio a quelli radiologici –, risparmio superiore ai 36 milioni di euro considerata l’abolizione anche del ticket da 23 euro sulle prime visite specialistiche. Mentre restavano ovviamente a costo zero le prestazioni per chi era già esente.

Con il recepimento da parte della Regione della circolare del ministero della Salute, in Emilia-Romagna la misura nazionale estende l’abolizione del superticket a tutti i cittadini, a prescindere dal reddito.

“Un provvedimento dovuto- spiega l’assessore regionale alle politiche per la salute, Raffaele Donini– che va nella direzione convinta di una sanità pubblica universalistica. Siamo stati la prima Regione, due anni fa, a togliere il superticket per i redditi inferiori ai 100mila euro e a incidere così, in modo significativo, sulla vita delle famiglie garantendo un risparmio complessivo di 22 milioni di euro all’anno. La tutela della salute non può e non deve diventare uno scoglio- chiude l’assessore-, e soprattutto non deve creare differenze”.

Previsto dalla legge di bilancio nazionale e recepito oggi dalla Giunta regionale, il provvedimento porterà ai cittadini un risparmio di 28 milioni di euro all’anno, di cui 22 milioni a beneficio dei cittadini con reddito al di sotto della soglia dei 100mila euro.

Nel dettaglio, non saranno più a carico dei cittadini, qualunque sia il loro reddito, la quota fissa per le prescrizioni di specialistica ambulatoriale e per i farmaci di fascia A; analogamente per le prestazioni di tac, risonanza magnetica e chirurgia ambulatoriale il ticket sarà riportato ai livelli precedenti.

Per vedere applicata la nuova misura i cittadini emiliano-romagnoli non dovranno fare nulla: il nuovo codice di fascia di reddito sarà attribuito in modo automatico