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Giorno: 9 Settembre 2020

Manutenzione verde: Bergamini : “sicurezza a rischio nelle strade provinciali: colpa delle scelte del Pd e Paron ancora una volta inadeguata”

Da: Ufficio Stampa Lega Provincia Ferrara

Diciamo la verità: la manutenzione del verde sulle strade della nostra provincia è praticamente assente. L’erba alta e le fronde impediscono la visibilità in punti di forte passaggio e negli incroci delle vie ad alta percorrenza su gran parte del territorio provinciale. Nonostante bontà sua la presidente abbia annunciato l’avvio del secondo sfalcio dei tre previsti in un anno, solo perché sollecitata dai consiglieri Lega di alcuni Comuni e per quanto i sindaci ce la mettano tutta per risolvere la situazione nelle aree cittadine, appena si esce dalla competenza comunale le cose peggiorano di parecchio. La situazione è grave perché si somma alla manutenzione delle strade che, come tutti sanno, dove sono di competenza provinciale sono spesso in condizioni del tutto inadeguate e in questo modo si mette repentaglio la sicurezza dei cittadini e le segnalazioni dal territorio arrivano ogni giorno. Servono interventi straordinari e servono subito. Non si può più stare a guardare. E, invece, la presidente della Provincia cosa fa? Ancora una volta Barbara Paron non muove un dito, adducendo sempre le solite scuse dei fondi che mancano e dimenticando che a volere la bozza di riforma che ha svuotato le casse dell’ente che ora lei presiede è stato il PD, il partito di cui lei faceva parte, prima di cambiar casacca. Le risorse limitate non possono essere una scusa o una giustificazione per non mettere in sicurezza arterie tanto utilizzate, anche per le attività economiche. Il danno al territorio è evidente: si rischia sulla pelle degli automobilisti e si rallenta il flusso economico delle merci a causa della cattiva tenuta del manto e del verde. Fino a quando sarà possibile continuare così e giocare allo scarica barile? Se le risorse non sono sufficienti per le strade, il verde e le scuole,  la presidente si assuma le proprie responsabilità e non faccia finta di dimenticare che i cittadini stanno subendo le conseguenze di una scelta politica fatta da quello che era il suo partito e che ora mette i cittadini in grande difficoltà e pericolo.

Coronavirus, l’aggiornamento: su oltre 10mila tamponi 110 nuovi positivi, di cui 64 asintomatici Le persone guarite salgono a 24.942 (+85). Due decessi

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

 

Effettuati anche quasi 2.900 test sierologici. Età media 42 anni. I casi attivi sono 3.554 (+22), il 95% con sintomi lievi in isolamento a casa

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 32.963 casi di positività110 in più rispetto a ieri, di cui 64 asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Il numero di tamponi effettuati è superiore alle 10.000 unità.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei 110 nuovi casi, 53 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 40 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti.

Sono 11 i nuovi contagi collegati a rientri dall’estero, per i quali la Regione ha previsto due tamponi naso-faringei durante l’isolamento fiduciario se in arrivo da Paesi extra Schengen e un tampone se di rientro da Grecia, Spagna, Croazia e Malta. Il numero di casi di rientro da altre regioni è 21.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 42 anni.

Su 64 nuovi asintomatici, 20 sono stati individuati attraverso gli screening e i test introdotti dalla Regione, 5 tramite i test pre-ricovero, 39 grazie all’attività di contact tracing.

Per quanto riguarda la situazione sul territorio, il maggior numero di casi si registrano nelle province di Ravenna (30), Bologna (21) e a Forlì (11).

In provincia di Ravenna, su 30 nuovi, 3 sono stati individuati al rientro dall’estero (2 dalla Moldavia, 1 dalla Gran Bretagna), 11 sono emersi come contatti di casi già, di cui 6 all’interno di focolai familiari, 5 casi sono emersi grazie ai test sulle categorie a rischio, 3 durante gli screening sui luoghi di lavoro, 1 caso è stato individuato prima del ricovero mentre 7 sono stati classificati come sporadici.

Bologna e provincia sono 21 i nuovi positivi: 2 sono di rientro dall’estero (1 Spagna e 1 Romania), 10 sono di ritorno da altre Regioni (4 dalla Sardegna, 3 dalla Sicilia, 2 dall’Umbria, 1 dal Lazio), 2 casi fanno riferimento al focolaio già noto di una festa di Ferragosto in una discoteca a Cervia, 5 casi rientrano in focolai familiari già noti, 2 infine sono stati classificati come sporadici.

Forlì, su 11 nuovi casi, 1 era di rientro dall’estero (Tunisia), 8 hanno avuto contatti con positivi già noti, 1 ha effettuato il tampone per presenza di sintomi e 1 infine ha eseguito il test spontaneamente.

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

tamponi effettuati ieri sono 10.081, per un totale di 990.713. A questi si aggiungono anche 2.891 test sierologici.

casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 3.554 (22 in più di quelli registrati ieri).

Si registrano purtroppo due decessi in Emilia-Romagna: una donna di 95 anni della provincia di Piacenza e un uomo di 87 anni della provincia di Modena.

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 3.398 (12 in più rispetto a ieri), il 95% dei casi attivi. I pazienti in terapia intensiva restano 16, mentre i ricoverati negli altri reparti Covid sono 140 (10 in più rispetto a ieri).

Le persone complessivamente guarite sono 24.942 (+85 rispetto a ieri): 13 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 24.929 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.869 a Piacenza (+7, di cui 1 sintomatico), 4.046 a Parma (+7, di cui 2 sintomatici), 5.500 a Reggio Emilia (+5, di cui 2 sintomatici), 4.577 a Modena (+9, di cui 5 sintomatici), 5.858 a Bologna (+21, di cui 11 sintomatici), 526 casi a Imola (+1, nessun sintomatico), 1.291 a Ferrara (+4, di cui 2 sintomatici), 1.570 a Ravenna (+30, di cui 12 sintomatici), 1.230 a Forlì (+11, di cui 4 sintomatici), 1.026 a Cesena (+9, di cui 4 sintomatici) e 2.470 a Rimini (+6, di cui 3 sintomatici).

In seguito a verifica sui dati comunicati nei giorni passati è stato eliminato 1 caso da Ferrara in quanto giudicato non caso COVID-19.

Pontelagoscuro: manutenzione notturna al potabilizzatore

Da: Ufficio Stampa Hera

Previsti per la notte tra giovedì e venerdì alcuni lavori di manutenzione alla centrale elettrica che serve l’impianto idrico. L’orario è pensato per diminuire quanto possibile i disagi derivanti da possibili cali di pressione derivanti dalle operazioni

Venerdì 11 settembre, da mezzanotte alle 5 di mattina circa, Hera effettuerà al potabilizzatore di Pontelagoscuro un importante intervento manutentivo, necessario per la messa in sicurezza della centrale elettrica che serve l’impianto.

A seguito dell’intervento, finalizzato a migliorare l’impiantistica del sistema delle reti acquedottistica, potranno verificarsi alcune irregolarità temporanee nella fornitura dell’acqua (cali di pressione, riduzione di flusso e probabile mancanza di acqua ai piani alti delle abitazioni) nei comuni di Ferrara, Vigarano Mainarda, Poggio Renatico, Mirabello, Sant’Agostino, Voghiera, Argenta e Alfonsine. In misura minore, le irregolarità potranno essere percepite anche nei comuni di Portomaggiore, Masi Torello, Cento e Bondeno.

 

Al ripristino delle normali condizioni di esercizio si consiglia di lasciare scorrere l’acqua per alcuni minuti prima dell’utilizzo.

 

L’azienda si scusa per i disagi eventualmente arrecati e assicura di contenere al minimo i tempi dei lavori, ricordando che in caso di urgenza (segnalazione guasti, rotture, emergenze varie) è gratuito e attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette il numero di pronto intervento 800.713.900 per i servizi acqua, fognature e depurazione.

Regione: formazione digitale. riprende online, gratuito e aperto a tutti, il progetto di alfabetizzazione

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

Due i percorsi proposti: il primo è dedicato all’uso dello smartphone e insegna anche a difendersi dai pericoli del web, il secondo – più avanzato – si concentra sull’utilizzo del personal computer. Si aggiunge al programma un ciclo di webinar più specifici, tra i temi anche gli acquisti online e l’educazione dei minori. Ecco come partecipare

Informarsi, comunicare con i propri cari, accedere a tanti servizi che con il lockdown e la pandemia si sono sempre più informatizzati, ma anche imparare a tutelare la propria privacy e difendersi dalle fake news e dalle truffe. Le competenze digitali sono sempre più indispensabili, e per svilupparle, migliorando l’utilizzo di smartphone e computer da parte dei cittadini emiliano-romagnoli, ripartono dopo la pausa estiva i corsi online, gratuiti e aperti a tutti, di Pane e Internet, il progetto di inclusione digitale della Regione Emilia-Romagna.
“Con l’inizio della scuola riprendono anche le attività di Pane e Internet, e non possiamo che esserne soddisfatti- dichiara l’assessore all’Agenda Digitale, Paola Salomoni-.  Le tecnologie digitali mai come ora sono diventate fondamentali, ce ne siamo resi conto quando in tutto il mondo abbiamo visto più di 500 milioni di utenti attivi sulle principali piattaforme di riunioni online-. Lo scoppio della pandemia ha portato con sé un’accelerazione senza precedenti nella digitalizzazione, un potenziamento dell’informatizzazione che si traduce in una aumentata consapevolezza su come la tecnologia e le sue applicazioni non sostituiscano i rapporti interpersonali ma aiutino l’uomo a vivere meglio. È dunque importante- aggiunge Salomoni- che le attività formative proposte dalla Regione attraverso ‘Pane e Internet’, uno dei tanti strumenti dell’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna, continuino a consentire a tutti gli emiliano-romagnoli ad utilizzare appieno le tecnologie”.
I corsi disponibili
Pane e Internet si articola su due percorsi, uno di primo livello dedicato all’uso dello smartphone e uno di secondo livello rivolto a chi vuole acquisire maggiore autonomia informatica utilizzando anche un personal computer.
Il corso di alfabetizzazione online di 1° livello introduce all’uso dello smartphone. I partecipanti, dopo un primo modulo introduttivo via WhatsApp in cui ricevono le istruzioni per accedere alle successive videolezioni, impareranno a usare la posta elettronica, gestire lo spam, riconoscere truffe e sapere come tutelare la privacy. Il programma prevede un modulo sulla navigazione, la ricerca di informazioni e contenuti digitali, con un’attenzione particolare a come evitare le fake news, e un altro sulla gestione dello smartphone e delle applicazioni. Per accedere al corso basta avere uno smartphone con WhatsApp e la connessione a Internet.
Il corso di alfabetizzazione online di 2° livello al pc è rivolto invece a chi vuole acquisire maggiore autonomia ed è già dotato di una propria casella di posta elettronica e di un computer con connessione, microfono e webcam. Tra gli argomenti che saranno trattati i sistemi di videochat, i social network, l’uso di browser, motori di ricerca e programmi di videoscrittura.
Come partecipare

Per partecipare ai corsi online di Pane e Internet basta compilare la scheda di iscrizione presente sul sito www.paneeinternet.it: gli iscritti saranno quindi contattati dalla segreteria organizzativa che fornirà tutte le indicazioni relative all’avvio delle lezioni, con date, orari e nominativo del docente.
Sul sito di Pane e Internet (https://www.paneeinternet.it/public/corsi-eventi) è inoltre disponibile il calendario dei webinar per lo sviluppo delle competenze digitali: dall’educazione dei figli agli acquisti online, la scelta è ampia e presto si arricchirà di ulteriori proposte. Per partecipare ai webinar è sufficiente seguire le istruzioni presenti nella scheda descrittiva di ciascun appuntamento e accedere alla piattaforma nella data ed orario prestabilito.
Per avere supporto e informazioni è possibile contattare il numero verde 800 590 595 (attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00).

Porti, Facci (Lega e.r.): regione inadempiente rispetto ai suoi impegni, comuni lasciati soli

Da: Ufficio Stampa LegaER

“La Regione è inadempiente rispetto ai suoi obblighi di legge”. Lo ha detto il consigliere regionale della Lega, Michele Facci, intervenendo in commissione consiliare dove si è esaminata la richiesta di parere sui Porti regionali di Goro, Comacchio, Cesenatico, Rimini e Cattolica  per le spese inerenti illuminazione, pulizia, cura dei segnalamenti ottici per la navigazione, segnaletica stradale e verde pubblico. “La legge regionale 19/76  – ha detto Facci – è precisa al riguardo e prevede che la Regione si faccia carico del 100% delle spese che i porti riconosciuti di importanza regionale devono sostenere per la loro attività. Accade, invece, che siano i Comuni a doversi far carico della maggior parte di queste spese: un esempio lampante di come la Regione, che a parole dice di essere vicina ai territori, di fatto li lasci soli a far fronte alle spese necessarie per la loro attività”. Facci ha sottolineato che 100mila euro di stanziamento rispetto ai 244mila euro di spesa per il 2019 sono meno del 50%, ciò che rende evidente il fatto che la Regione sia inadempiente rispetto ad attività che pure riconosce strategiche come i porti. “Un atteggiamento sfacciato – ha concluso il consigliere Facci -che si trascina da diverse annualità e che vede le singole amministrazioni locali lasci ati soli a governare il territorio”:

XII edizione di Automotostoriche 12 e 13 settembre Piazza Trento Trieste

Da: Ufficio Stampa AscomFerrara

Sabato 12 e Domenica 13 settembre – promosso da Officina Ferrarese, Ospitalità Estense ed Ascom Confcommercio

E siamo al dodicesimo traguardo! Sabato 12 e domenica 13 settembre è il momento dell’edizione 2020 della manifestazione “Auto Moto Storiche in Centro Storico” a Ferrara che raccoglierà oltre 150 vetture storiche (dagli anni ’30 fino agli anni ’90) in esposizione dalle ore 14.30 di sabato che saranno visibili nel salotto del centro storico della città estense: “Un evento che occuperà il prossimo fine settimana (12 e 13/09)  promosso dal Club Officina Ferrarese, da Ospitalità Estense ed Ascom Confcommercio Ferrara – che metterà in mostra circa . Un universo di motori che è stato presentato oggi (09/09) alla stampa nella sala Arazzi del Comune: sul tema il sindaco Alan Fabbri (trattenuto da un impegno di forza maggiore) ha dichiarato: “La ‘sfilata’ delle auto e moto storiche – dice il sindaco Alan Fabbri – quest’anno avrà un significato in più: la conferma di un appuntamento importante in un anno particolare. Abbiamo dimostrato di credere negli eventi, con la responsabilità di organizzarli in sicurezza. Grazie a chi, con noi, non ha mai smesso di crederci, grazie al Club Officina Ferrarese, ad Ascom, a Ospitalità Estense. Automoto storiche a Ferrara trova gli scenari più belli per esibire mezzi che sono opere d’arte. Si consolida un rapporto stretto tra Ferrara e le associazioni di motorismo. Mi piace rimarcare anche il valore dell’esposizione degli antichi trattori. Da sindaco ho infatti voluto mantenere le deleghe all’agricoltura e ho molto a cuore anche la conservazione, la valorizzazione e la promozione della storia e dell’ antica cultura contadina”. Ad intervenire sulla manifestazione interviene in specifico Riccardo Zavatti, presidente del Club Officina Ferrarese: “La manifestazione Automotostoriche in centro storico conferma un grande legame tra il nostro club e la città di Ferrara. Si tratta infatti della prima importante manifestazione di piazza che Officina Ferrarese svolge quest’anno e per la quale i nostri soci hanno già dato la piena adesione. I numeri delle partecipazioni sono piuttosto importanti. Infatti, nei salotti buoni della città, avremo circa 150 macchine d’epoca che rappresentano le eccellenze della produzione automobilistica dagli anni ’20 agli anni ’90, una quarantina di trattori d’epoca, trenta Vespe, qualche kart e moto da competizione. Devo dire che abbiamo trovato una piena collaborazione da parte delle istituzioni per organizzare questa rassegna. Come tutti gli anni, si conferma una grande attesa in particolare per la sfilata delle auto storiche in piazza Trento Trieste». In conferenza a dare completezza ad un parterre importante Martin Dallago e Marco Garbellini rispettivamente  rappresentanti del Vespa Club e del Gruppo Trattoristico Ferrarese.


Tra i partners storici Ascom Confcommercio Ferrara che aggiunge con il suo presidente provinciale Giulio Felloni: “Un fine settimana intenso che si inserisce in un settembre pieno di eventi per quanti visiteranno la nostra bella città: vengono ribaditi legami storici che Ferrara ha con l’eccellenza dei motori . Come Ascom riteniamo fondamentale arricchire di opportunità e manifestazioni la città come il territorio per supportare l’ospitalità e l’accoglienza a Ferrara e ridare slancio e vitalità ai consumi che devono ridare ossigeno al Commercio, Turismo e Servizi”. Un impegno storico quasi una missione per
 Filippo Orlandini – Ospitalità Estense –  una delle anime di questo evento: “Un’edizione che riusciamo a realizzare nonostante tutto e che vogliamo dedicare ora più che mai alla città ed alla sua voglia di rinascere e di riprendersi. Un’edizione che comunque mostra numeri e pezzi motoristici di tutto rispetto che saranno elementi di certa attrazione per gli esperti e non solo”. Confermato il concorso fotografico, gratuito, con le gli scatti da postare su #automotostorichefe2020. La conclusione nelle parole dell’assessore Angela Travagli: “Anche quest’anno abbiamo patrocinato volentieri questa manifestazione. Un evento che impreziosisce la nostra piazza e da valore economico, storico e turistico a Ferrara. La cornice di piazza Trento- Trieste e del centro storico in generale si sposa perfettamente con questo tipo di manifestazione. Tengo a fare un forte plauso all’Officina Ferrarese e al presidente Riccardo Zavatti perché, nonostante il periodo drammatico che stiamo vivendo è riuscita comunque a organizzare ‘Automotostoriche in centro storico’ e a tenere viva questa manifestazione che ha un legame consolidato con la tradizione ferrarese».
Dunque non solo auto da sogno del passato più o meno recente: infatti saranno visibili anche trattori, vespe e biciclette d’epoca. Insomma il mondo a due e quattro ruote invade il cuore di Ferrara per la gioia di bambini, giovani, famiglie e…
ragazzi vintage.

Vite di carta /
La catena delle idee

Vite di carta. La catena delle idee

Ho finito di leggere La misura del tempo, il romanzo di Gianrico Carofiglio arrivato secondo nell’ultima edizione del Premio Strega. Ne ho parlato in questa rubrica due settimane fa, ammettendo di averlo solo cominciato e riferendo alcuni spunti di riflessione che ho trovato pungenti nelle prime pagine.

Mi piacerebbe poter ascoltare di nuovo Carofiglio a Mantova, al Festivaletteratura che per questa ventiquattresima edizione si terrà dal 9 al 13 settembre  prossimo. Ho visto che a lui e a Pietro Del Soldà sono state riservate la postazione più capiente, Palazzo Ducale-Piazza Castello, e la giornata più importante, cioè domenica, quando l’afflusso del pubblico è massimo. Il titolo dell’evento, il numero 85, è accattivante: Ci vuol coraggio a essere gentili.

Qualcosa mi fa pensare che parlerà più l’ex magistrato che lo scrittore Carofiglio, anche se inevitabilmente si farà riferimento al suo ultimo romanzo. Me lo fa pensare il titolo dell’evento, che credo possa riferirsi al codice etico di chi riveste un ruolo di pubblica utilità e scommetto che si parlerà dei politici. Me lo fa supporre il codice etico dell’avvocato Guerrieri, il protagonista del romanzo: un protagonista alter ego di Carofiglio, con la mappa delle sue competenze e convinzioni, con la sua idea ‘gentile’ di legalità.

Non credo che sarò presente all’evento, cercherò di recuperarne i contenuti attraverso gli altri nuovi canali attivati per questa edizione speciale del Festival nell’anno del Covid 19, in particolare le 17 trasmissioni radio e gli eventi in streaming, oppure l’Almanacco.

Ho continuato a leggere La misura del tempo e ho scoperto di quali e quante variabili narrative è fatto, soprattutto il doppio finale non mi ha deluso. Sicchè il libro ha una buona tenuta, le parti che descrivono le procedure processuali non soffocano la trama, il caso in discussione è complesso e mantiene il giusto grado di suspense, il racconto si snoda su più piani temporali e ci guadagna in spessore narrativo senza perdere in chiarezza, lo stile è impeccabile.

Non è il romanzo migliore tra quelli che hanno come protagonista Guido Guerrieri, ma si colloca tra i migliori. Una passaggio da sottolineare? Questo: Guerrieri sta aspettando che dalla discussione dei giudici riuniti in camera di consiglio esca la sentenza del processo a cui si è dedicato nelle ultime settimane. Per resistere all’ansia dell’attesa raggiunge la spiaggia deserta di san Francesco a Bari, rimane in solitudine a guardare il mare e segue i propri pensieri.

Ricorda una importante riflessione di Elias Canetti sulla verità che è sempre in movimento e muove come il vento i fili d’erba (e non sarà questo processo a offrirne una univoca e statica come “una roccia”), poi si avvia verso la pineta. E lì si sorprende a ricordare la propria giovinezza, a ripensare al trascorrere del tempo e a carpirne uno dei possibili sensi: “Col passare del tempo alcuni luoghi della città – la pineta è uno di questi – mi ricordano sempre più intensamente sensazioni e fantasticherie del passato remoto.

Un’epoca di stupore. Ecco, certi luoghi della città mi fanno sentire nostalgia per lo stupore. Essere storditi dalla forza di qualcosa. Mi piacerebbe tanto, se capitasse di nuovo. Forse potrebbe essere proprio lo stupore – se fossimo capaci di impararlo – l’antidoto al tempo che accelera in questo modo insopportabile”.
Non volevo parlare di questo libro e invece non ho potuto fare a meno di riportarne un passo, almeno uno tra i tanti che ho incontrato nelle 259 pagine non ancora lette.

Ora però il tema comune della giustizia mi spinge a  incontrare di nuovo Io non ho paura di Niccolò Ammaniti, per me il suo migliore romanzo. E’ uscito ormai da quasi vent’anni, nel 2001; sto pensando a quanti ragazzi l’ho fatto conoscere in questo lasso di tempo. Prima si leggeva il libro, poi si vedeva il film omonimo di Gabriele Salvatores (uscito nel 2003), cercando di gustare l’uno e l’altro e di mettere a confronto alcune soluzioni narrative adottate dallo scrittore e dal regista.

Sarò selettiva nel considerare questo bel romanzo di formazione. Toccherò soltanto due aspetti  del suo tessuto narrativo e partirò da un numero, il 1978, che indica l’anno in cui accadono i fatti del racconto. E’ l’anno record per i sequestri di persona che si verificano in Italia e nel mese centrale di questo anno, che anche per la mia vita privata è stato speciale, nel mese di giugno, in mezzo a sterminati campi di grano maturo Michele Amitrano fa una scoperta. Trova un bambino della sua stessa età, 10 anni più o meno, tenuto prigioniero sottoterra, in un orrendo buco.

Il secondo punto è costituito dalla somiglianza tra i due bambini: stessa età, stessa voglia di gioco all’aria aperta. Solo che Filippo, il bambino sequestrato, è chiuso al buio da molti giorni. Chi conosce questo romanzo sa con quali dubbi tormentosi debba convivere Michele prima di prendere la sua decisione. Da una parte il mondo dei grandi che lo costringono a non andare più da Filippo: sono suo padre e gli altri padri di famiglia della borgata di Acqua Traverse collocata nel sud più povero, privo com’è anche del mare.

Sono loro che hanno sequestrato Filippo per inseguire il sogno di diventare ricchi con i soldi del riscatto. Il padre vuole portare Michele e la sorellina e la bella moglie a vedere il mare, a vivere al nord, dove ci sono le famiglie ricche come quella di Filippo e nelle case sono appesi preziosi quadri di velieri, non ci sono modeste gondole di plastica appoggiate sopra la tv a indicare i sogni.

Dall’altra c’è il senso di giustizia, quella istintiva e naturale che proviamo tutti fino dalla più tenera infanzia. Quella che ci ha fatto portare il cibo ai gatti randagi, che mi ha messi contro il cattivo del nostro gruppo di bambini, perché abbiamo voluto stare dalla parte del più debole. Quella che non ha mai diviso il gruppo in bambini ricchi e bambini poveri. Quella. Michele la conosce bene: ha già difeso Barbara, la cicciona, dalle angherie del capo banda, il Teschio.

Obbedire, dunque, a suo padre? Che è coinvolto nel sequestro e Michele lo ha dovuto scoprire. Oppure uscire di notte per andare a liberare Filippo, quando la polizia è ormai sulle tracce del maldestro gruppo di sequestratori e loro decidono stoltamente di farlo fuori?

La notte è piena di mostri che si nutrono di buio, la notte è il regno della paura. Michele pedala sulla sua bici, dopo essere scappato dalla finestra della propria camera ed esorcizza i mostri parlando da solo. Ha scelto di andare in aiuto di Filippo, perché sente che è giusto.

Anche Guido Guerrieri si pone la stessa domanda mentre il suo ultimo processo volge al termine. Ha lavorato sodo, non senza momenti di perplessità e di sconforto. Ha messo in atto tutta la propria abilità investigativa insieme al gruppo dei suoi collaboratori, ha predisposto la migliore strategia possibile per interloquire con l’avvocato dell’accusa nel rispetto delle procedure e con tutta la capacità oratoria che ha accumulato in molti anni di attività forense ha tentato di instillare nei giurati un ragionevole dubbio sulla colpevolezza del suo assistito.

Ma la domanda vera riaffiora in lui mentre cammina da solo sulla riva del mare in attesa della sentenza, la domanda vera è: il mio cliente ha davvero commesso l’omicidio del quale è accusato oppure è innocente? Si sente stanco, con la voglia di ritirarsi e cambiare vita. La sua professione così prestigiosa, la carriera brillante, quanto posto hanno lasciato alla giustizia naturale? La stessa che gli ha fatto dare riparo ai gatti randagi quando era bambino?

Nella vita dei piccoli, a cui Michele appartiene ancora (ancora per poco) la scelta è fatta e consiste nel ripetersi “Io non ho paura” e andare nella notte a liberare l’amico.
Nel mondo adulto, in cui opera l’avvocato Guerrieri la scelta segue percorsi meno lineari. Tra la sfera dei buoni e la sfera dei cattivi esistono molte sfumature, molte condizioni intermedie. Soprattutto non dipende solo dalle convinzioni di Guerrieri, né dalle sue azioni il trionfo della giustizia processuale, in tutte le sue sovrapposizioni possibili con quella naturale.

Ecco perché il doppio finale del romanzo, come dicevo due mercoledì fa, non mi dispiace. E’ un finale che ha bisogno di molto tempo per dispiegarsi e mi pare realistico. Per lo stesso motivo, perché risulta più plausibile, mi piace il finale implicito e non consolatorio di Io non ho paura.

La giustizia, che argomento impegnativo. Molti testi della letteratura mondiale ne sono attraversati fin dall’antichità. Se ne ho parlato oggi è perché un romanzo appena uscito come quello di Carofiglio mi ci ha fatto pensare di nuovo e mi ha indotta a rimettere in evidenza il libro di Ammaniti, che ho riletto più volte, con l’ottima compagnia degli studenti.

Ho scoperto un nuovo ingresso nello spazio di quest’ultimo racconto, l’ho considerato in una luce nuova. Ho spesso ragionato sul nuovo rapporto che Michele è costretto a stabilire col padre, sulla sua brusca crescita rispetto alla spensieratezza dei suoi compagni di giochi e della sorella. Oggi vedo in lui più forte il senso dell’agire secondo giustizia.

Leggo la triste notizia che riguarda la scomparsa avvenuta ieri di Andrea Battistini, il professore di letteratura italiana all’Università di Bologna che è stato allievo prediletto di Ezio Raimondi e insieme a lui ha pubblicato un testo fondamentale: Le figure della retorica. Una storia della letteratura italiana.

Un grande italianista, di cui a mia volta sono stata allieva negli anni in cui era assistente di Raimondi, alla fine degli anni Settanta. Leggo anche una sua citazione che viene riportata dal quotidiano: “nessuna prospettiva esaurisce mai la ricchezza del testo” e ritrovo ciò che mi è accaduto rispetto a Io non ho paura. Ne ho riscoperto un tratto costitutivo e mi ci ha condotta la lettura di un altro libro: citando Lovejoy, uno dei suoi autori “amici”, Raimondi la chiamava “la catena delle idee”.

Per leggere gli altri articoli e indizi letterari di Roberta Barbieri nella sua rubrica Vite di cartaclicca [Qui]

Comacchio: mare di musica 11 e 12 settembre

Da: Ufficio Stampa Comune di Comacchio

Ecco la terza edizione del Festival “Mare di Musica, Meeting delle Scuole di Musica – Regione Emilia-Romagna” che si concentrerà in due intense giornate, 11 e 12 settembre, all’Arena di Palazzo Bellini a Comacchio.

L’evento ha al suo attivo il successo dell’edizione 2019, che ha visto la partecipazione di oltre 500 giovani musicisti da tutta Italia in un’edizione di 10 giorni con concerti, workshop e incontri di formazione.

Mare di Musica infatti è un importante appuntamento all’insegna dello scambio culturale e dell’aggregazione giovanile per gli studenti della Scuola e per la comunità di Comacchio che ha la possibilità di ospitare alcune tra le più importanti realtà musicali legate alle Scuole di Musica della Regione.

Oltre 200 musicisti provenienti dalle Scuole di Musica di tutta la Regione si alterneranno sul palco a partire dalle ore 19: bande e orchestre giovanili, orchestre di chitarre, big band, cori, ensemble e gruppi di musica moderna saranno i protagonisti indiscussi di una due giorni di musica, aggregazione, confronto, scambio culturale, e divertimento; i partecipanti infatti alloggeranno tutti insieme al Camping Florenz di Lido degli Scacchi dove avranno modo di apprezzare l’accoglienza e le meraviglie che il territorio sa offrire.

Organizzatori ufficiali: Assonanza (Associazione Regionale delle Scuole di Musica) Aidsm (Associazione Italiana delle Scuole di Musica) e la Civica Scuola di Musica di Comacchio.

Giorgio Borgatti, Direttore della Civica Scuola di Musica lagunare, sottolinea “Siamo particolarmente orgogliosi che due associazioni così importanti come Assonanza e Aidsm abbiamo scelto proprio Comacchio e la nostra Scuola per il loro annuale Meeting; oltre al consenso che abbiamo riscontrato dalle ampie adesioni ai nostri corsi individuali e collettivi, questa è l’ennesima gratificazione a conferma che il lavoro che stiamo svolgendo sul territorio va nella giusta direzione e si sta dimostrando interessante anche per altre realtà extraterritoriali e di respiro regionale e nazionale”.

La Civica Scuola di Musica di Comacchio che solo pochi giorni fa ha chiuso un primo straordinario anno scolastico con l’adesione di oltre 130 iscritti e ha curato la programmazione musicale estiva proprio all’Arena di Palazzo Bellini con concerti di altissima qualità, è entusiasta di ospitare un evento al centro del proprio progetto didattico.

DL semplificazioni: Coldiretti, cade “segreto stato” su cibi stranieri

Da: Ufficio Stampa ColdirettiER

L’84% degli allarmi sanitari in Italia arriva da prodotti alimentari importati

Cade il “segreto di Stato” sui cibi stranieri che arrivano in Italia e sarà finalmente possibile conoscere il nome delle aziende che importano gli alimenti dall’estero dai quali dipende ben l’84% degli allarmi sanitari scattati in Italia nel 2019. Lo annuncia la Coldiretti nel riferire dello storico risultato ottenuto nel decreto Semplificazioni sul quale il Governo ha posto la fiducia alla Camera.

Nel provvedimento è infatti inserita una norma fortemente sostenuta dalla Coldiretti che finalmente assicura la massima trasparenza sui flussi agroalimentari. Il decreto – sottolinea la Coldiretti – prevede che il Ministero della Salute renda disponibili, ogni sei mesi, attraverso la pubblicazione sul sito internet nella sezione “Amministrazione trasparente” tutti i dati relativi ad alimenti, mangimi e animali destinati al consumo in arrivo dalla Unione e dai Paesi extracomunitari. Inoltre – precisa la Coldiretti – saranno resi noti anche i dati identificativi “degli operatori che abbiano effettuato le operazioni di entrata, uscita e deposito dei suddetti prodotti”.

Per tutti i cittadini sarà dunque possibile accedere alle informazioni relative alla reale origine dei prodotti che portano in tavola. Si tratta – spiega la Coldiretti- di un risultato storico raggiunto grazie alla battaglia della trasparenza che la principale Organizzazione agricola europea sta portando avanti da anni per consentire ai consumatori di disporre di informazione corrette su quello che mangiano. Una misura – precisa la Coldiretti – finalizzata a distinguere il vero made in Italy e a garantire scelte di acquisto consapevoli.

“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il superamento del “segreto di Stato” sulle informazioni che attengono alla salute ed alla sicurezza di tutti i cittadini realizza una condizione di piena legalità diretta a consentire lo sviluppo di filiere agricole tutte italiane che sono ostacolate dalla concorrenza sleale di imprese straniere e nazionali, che, attraverso marchi, segni distintivi e pubblicità, si appropriano illegittimamente dell’identità italiana dei prodotti agroalimentari”.

Si tratta di un provvedimento importante che si affianca all’etichettatura obbligatoria che è già in vigore in Italia per molti prodotti e che la Coldiretti chiede di estendere in ambito Ue a tutto l’agroalimentare. La misura osteggiata da anni dalle agguerrite lobby abbatte uno storico muro e mette fine all’inganno dei prodotti stranieri spacciati per italiani anche per consentire interventi più tempestivi in caso di allarmi alimentari che provocano gravi turbative sul mercato ed ansia e preoccupazione nei consumatori, a fronte all’impossibilità di conoscere la provenienza degli alimenti coinvolti.

Nel 2019 in Italia è infatti scoppiato più di un allarme alimentare al giorno per un totale di ben 371 notifiche inviate all’Unione Europea tra le quali solo 58 (16%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, mentre 162 provenivano da altri Paesi dell’Unione Europea (43%) e 151 da Paesi extracomunitari (41%), secondo uno studio della Coldiretti sui dati del Rassf. In altre parole – precisa la Coldiretti – oltre quattro prodotti su cinque pericolosi per la sicurezza alimentare arrivano dall’estero (84%). In questi casi – conclude la Coldiretti – le maggiori preoccupazioni sono proprio determinate dalla difficoltà di individuare e rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio generando un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi e che spesso ha messo in difficoltà ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavor

BUFALE & BUGIE
Mascherine e ossigeno: il falso mistero

Fino a prima che scoppiasse il caso mediatico della diffusione globale del nuovo ceppo di coronavirus, era abbastanza raro trovare nei comuni sistemi di informazione notizie e approfondimenti dal mondo scientifico. Nell’ultimo periodo la tendenza sembra essersi invertita, se dovessi però scegliere tra poca ma buona, e tanta ma pessima divulgazione, credo che la preferenza ricadrebbe sulla prima possibilità.

Molte testate e persone si sono dovute reinventare per l’occasione. L’edizione italiana di un sito statunitense dedicato a economia e politica, Business Insider Italia, titolava il 10 agosto: “Un medico corre 35 km con una mascherina anti Covid per sfatare una convinzione sbagliata sui livelli di ossigeno”. La notizia dell’impresa compiuta dal dottor Tom Lawton – impegnato nel campo dell’anestesia e della rianimazione, con un particolare interesse per l’informatica – , finanziata dal basso [vedi qui] e raccontata in presa diretta da egli stesso su Twitter [vedi qui], meritava certamente una sua diffusione al grande pubblico, parimenti ad altre sperimentazioni similari con risultati opposti. Il problema condiviso da questi test è tuttavia uno: non avvenendo in una situazione controllata e non seguendo un protocollo approvato a monte e descritto nel dettaglio, per consentire la ripetizione della prova da persone terze sulla base di uno studio regolarmente refertato e pubblicato, non possono ambire a un loro pieno riconoscimento di validità scientifica. Ecco dunque emergere l’imprescindibile e disattesa necessità, da parte dell’articolista, di contestualizzare correttamente la notizia all’interno delle attuali conoscenze mediche. Malgrado si parli di “convinzione sbagliata sui livelli di ossigeno”, è già nutrita la bibliografia che evidenzia la possibilità di una riduzione dell’ossigeno disponibile e di un’alterazione dell’aria inspirata soprattutto durante lo svolgimento di un’attività fisica. Ciò non vuol dire che le condizioni appena descritte debbano sempre verificarsi, poiché sono da tenere in considerazione varianti quali il tipo di mascherina, la persona che la indossa, le azioni eseguite, l’ambiente circostante… Allo stesso modo, gli esperimenti che giungono a conclusioni diverse sono validi per gli individui e lo scenario analizzati, ma non sono estendibili in generale a tutta la popolazione e a tutte le situazioni possibili. Del resto, gli effetti collaterali che possono derivare da uno scorretto utilizzo di tali dispositivi sono già conosciuti, e riconosciuti anche da chi è più incline a ritenere maggiormente rilevanti i benefici, in una immaginaria pesatura dei pro e dei contro.

Tom Lawton ha fatto vedere come le misurazioni effettuate dal proprio strumento sull’aria trattenuta dalla propria mascherina rientrassero nei parametri definiti sicuri. Ma trasformare questo dato in un consiglio comportamentale indiscriminato può rivelarsi un pericolo per la salute.

BUFALE & BUGIE, la rubrica di controinformazione di Ivan Fiorillo esce ogni mercoledì su Ferraraitalia. Per leggere le puntate precedenti clicca [Qui]

Saletti: incentivi e sostegno per le librerie in difficoltà dopo il Covid

Da: Ufficio Stampa Comune di Bondeno

Saletti: Sono in arrivo risorse fresche per sostenere l’acquisto di libri nelle attività commerciali del territorio, e che andranno ad alimentare il plesso bibliotecario comunale,confermerà
così uno dei più attrezzati per sostenere la diffusione della cultura, affiancando le possibilità di studio dei ragazzi del territorio. La specifica Delibera verrà discussa durante il Consiglio comunale di Giovedì 10 Settembre, quando si tramuterà in azione concreta il provvedimento del Ministero per i Beni e le Attività culturali, che ha ripartito quota-parte del “Fondo per le emergenze delle imprese e delle istituzioni culturali” tra i vari comuni del territorio nazionale. “La misura permetterà l’acquisto per la Biblioteca “L. Meletti” di volumi, sulla base di paramenti prestabiliti, per un totale di 10.000 euro, di cui 3.000 che verranno “spesi” presso esercenti del territorio comunale che rispondono a precisi requisiti” – avvertono il Sindaco facente funzioni Simone Saletti e l’Assessore alla Cultura, Francesca Aria Poltronieri –. “I volumi nuovi che andremo acquistare permetteranno di potenziare l’offerta di un plesso divenuto – anche durante l’emergenza “coronavirus”, con i suoi prestiti e ritiri di volumi a domicilio – un punto imprescindibile per lo studio e la divulgazione della cultura”. Oltreché, in tempi pre-Covid, un luogo di socializzazione, “dove presentare i nuovi lavori letterari dei cittadini matildei, ospitare artisti e laboratori, anche durante le ore serali e la domenica pomeriggio”. Sostenendo indirettamente anche il commercio di vicinato. “Stiamo lavorando per potenziare ulteriormente i servizi presenti” – concludono Saletti e Poltronieri – “in accordo con la Cooperativa Le Pagine, che ha gestito in maniera esemplare il plesso, sotto la regia del Comune, che intende continuare ad investire anche in futuro sulla cultura locale e le opportunità di crescita degli studenti e degli utenti dei nostri servizi culturali”.

Ferrara contemporanea: progetto “il fiume racconta”

Da: Ufficio Stampa Ferrara Contemporanea

Torna Ferrara Contemporanea, il progetto promosso dal Comune di Ferrara, con il contributo della Regione Emilia-Romagna, a cura di una rete di istituzioni, enti ed associazioni attive sul territorio, per l’incentivo alla partecipazione e al protagonismo giovanile nell’ambito culturale cittadino.

Dopo il grande successo dei Virtual Open Days, iniziativa di presentazione del progetto, svoltasi a inizio giugno 2020, Ferrara Contemporanea riparte con laboratori e formazione, in 5 grandi cluster – musica e podcast, arti visive e cinema, design e artigianato, editoria e scrittura, teatro e performance.

Nell’ambito del programma teatrale di Ferrara Contemporanea 2020, Basso Profilo aps, in collaborazione con il Consorzio Wunderkammer, curerà il progetto Il fiume racconta – Laboratorio di teatro partecipato sulla darsena ferrarese e la figura del cantastorie: 10 appuntamenti -per giovani dai 19 ai 34 anni- alla scoperta del quartiere darsena e del paesaggio dimenticato del lungo fiume e una performance finale aperta al pubblico.

Il progetto Il fiume racconta

Il fiume racconta è un percorso di rigenerazione urbana che, servendosi della figura del cantastorie e della sua antica funzione sociale di veicolare aneddoti e fatti di cronaca di un territorio, darà voce alla vita nascosta del fiume Volano e della darsena di Ferrara.

I giovani protagonisti del progetto indagheranno nei mesi di settembre e ottobre il lungofiume ferrarese, scoprendone usi quotidiani e storie, grazie ad interviste e un lavoro di ricerca. Saranno, quindi, chiamati a rielaborare in forma teatrale queste testimonianze per restituirle alla comunità locale in una performance finale che si svolgerà presso gli ex magazzini fluviali di Ferrara, oggi sede del Consorzio Wunderkammer.

Grazie a Il fiume racconta, nel paesaggio urbano della darsena di Ferrara, a breve oggetto di importanti interventi di riqualificazione (Piano Periferie), sarà rievocata l’antica abitudine popolare di condividere spazi per narrare e ascoltare storie. Recuperando la memoria collettiva legata al fiume Volano, l’associazione Basso Profilo intende avviare un processo di ricucitura delle fratture sociali di questo quartiere per lungo tempo trascurato, anticipando il cantiere di trasformazione fisica del lungo fiume con un intervento di inclusione sociale.

Le attività laboratoriali si svilupperanno a Wunderkammer in 10 incontri, a partire dal 16 settembre al 25 ottobre. Una performance finale aperta al pubblico concluderà il progetto nella serata del 25 ottobre.

I primi 3 appuntamenti laboratoriali saranno dedicati al recupero della memoria collettiva del quartiere darsena, al lavoro di ‘traduzione’ di queste storie in forma di monologhi teatrali e alla figura del cantastorie: personaggio tradizionale della letteratura e della cultura folkloristica, attore girovago e poeta narratore, che di piazza in piazza raccontava la vita e la storia di una comunità con versi, ballate e improvvisazioni teatrali.

I successivi 7 incontri saranno dedicati al lavoro attoriale sul corpo, alle pratiche vocali e di lettura espressiva, e alla preparazione di una performance finale che sarà messa in scena a Wunderkammer a conclusione del progetto.

A guidare le attività laboratoriali saranno Manuela Santini, illustratrice e attrice teatrale, e Alessia Passarelli, attrice e regista teatrale. Il percorso di rigenerazione urbana sarà coordinato da Leonardo Delmonte, designer, co-founder e direttore della Basso Profilo aps.

Il corso è gratuito, come tutte le iniziative di Ferrara Contemporanea, ed è rivolto ai giovani dai 19 ai 34 anni. Iscrizione obbligatoria entro il 14 Settembre alla email m.santini@bassoprofilo.org.

Il programma degli incontri: 16/18/23/30 settembre e 2/7/14/16 ottobre, dalle 20.00 alle 22:30; sabato 24 e domenica 25 ottobre, due giornate intensive dalle 10.00 alle 18.00.
Domenica 25 Ottobre performance finale del laboratorio aperta al pubblico.

Sviluppo economico. Assessore Colla: “In autunno incroceremo la ripresa prima delle altre regioni”

Da: Ufficio Stampa Regione Emilia-Romagna

Sviluppo economico. Assessore Colla: “I dati vanno analizzati nel merito. E quelli dell’indagine Unioncamere si riferiscono soprattutto a ditte individuali e partite Iva, non a imprese in senso tradizionale. In Emilia-Romagna la più alta capacità di attrarre investimenti. In autunno incroceremo la ripresa prima delle altre regioni”

L’assessore regionale risponde al consigliere della Lega Rancan. “Potrei dire che i dati di Lombardia e Veneto sono in linea con quelli dell’Emilia-Romagna. Ma è questo il livello della discussione che vogliamo tenere?”

 “I dati dell’indagine non si riferiscono solo a imprese in senso tradizionale. I numeri relativi alla diminuzione di imprese giovanili riguardano soprattutto ditte individuali e dunque partite Iva, che come sappiamo mascherano molto spesso un rapporto di lavoro dipendente. Sono dati che erano così anche in passato, quando avevamo i più alti livelli occupazionali e di nascita di nuove aziende. Al consigliere dico dunque innanzi tutto che i dati vanno analizzati nel merito e non presi così come sono.”

Con queste parole l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla risponde al consigliere della Lega Matteo Rancan a proposito del monitoraggio diffuso da Unioncamere sulle imprese under 35 in Emilia-Romagna.

“Siccome in Emilia-Romagna abbiamo le imprese vere, come è noto e per fortuna, il secondo aspetto che vorrei sottolineare a Rancan è che pur nella turbolenza che avremo in autunno, soprattutto nel terziario, questa regione sarà in grado di incrociare la ripresa prima delle altre. Ricordo peraltro che l’Emilia-Romagna continua ad avere da anni una percentuale di occupati tra le più alte del Paese, giovani e donne comprese”.

“Quanto infine alla capacità di attrarre investimenti, mi limito a ricordare che l’Emilia-Romagna ha la più alta capacità di attrarre investimenti esteri e da altre regioni.  Se dobbiamo fare un gioco politico ‘basso’, potrei dire che i dati di Lombardia e Veneto sono in linea con quelli dell’Emilia-Romagna. Ma allora chiedo al consigliere Rancan: è questo il livello di discussione che vogliamo tenere in questa Regione?

Come il mare in un bicchiere, la vita racchiusa e riaperta quando il mondo si è fermato

Scrivere senza l’armatura dei personaggi e delle loro storie, ma scrivere dicendo io per interrogare quell’io. Come il mare in un bicchiere (Feltrinelli, 2020) di Chiara Gamberale, è un quaderno nato nelle settimane del confinamento, quando ci si affacciava ai balconi, la distanza era una cosa da imparare e le fasi 1 e 2 scandivano tempi e modalità di vita.
Queste pagine sono l’apertura tra il Dentro di Testa che si schiude poco alla volta verso il Là Fuori, sono l’osservazione vissuta della scorribanda tra il tutti dentro di sé e non solo dentro casa, e lo sconfinare, anzi il bisogno perenne di “smarginare” fuori.
La scrittrice racconta il vicino e il lontano indipendentemente dai divieti, guarda alle sue paure non più così vive e scopre che la distanza dal Là Fuori, il riassetto tra le cose da dover fare e quelle scelte, sta forgiando qualcosa di nuovo che non vuole perdere.
È possibile che l’abbassamento delle saracinesche di quelle settimane, lo spegnimento delle luci, persino un nuovo linguaggio ormai diventato lessico familiare, come distanziamento, protezione, no agli abbracci, non siano solo divieti temporanei, ma possano in qualche modo innescare un cambiamento? Sì, se interiorizzati, se immaginati come protezione interiore, “autoprotezione psicologica ed emotiva”, la chiama la Gamberale, verso un Là Fuori frullatore, verso le energie buttate via, verso tutta la disponibilità al mondo anche quando il mondo non se lo merita.
Ma privati di quel Là Fuori che ci ha creato una posizione, dobbiamo rifare i conti con chi siamo e con chi stiamo, dobbiamo imparare a perdere il riflesso, o forse l’abbaglio, che viene dall’esterno da cui ci siamo accorti di essere in troppa connessione e dipendenza. E allora il Là Fuori non era poi tutta questa libertà se ci legava a sè e ci chiudeva nel turbinio della stanza del mondo, lasciandoci col fiato corto.
Come il mare non può stare in un bicchiere, così tutto ciò che vibra, pulsa, anela, scorre non può essere contenuto, eppure il bicchiere è l’unico punto di contatto e incontro con l’altro, il margine dello scambio. E per la scrittrice il confine fisico che siamo stati chiamati a osservare, ha permesso di uscire dalla personale quarantena del Dentro di Testa e di stare dove vuole stare.
Cosa succederà quando il mondo guarirà? Si chiede Chiara Gamberale. Gesti nuovi allora accompagnano l’affacciarsi a un Là Fuori non più così tiranno, dopo che abbiamo potuto fare i conti con grovigli, isolamenti, ma anche nuove conquiste.

Chiara Gamberale sarà in diretta streaming al Microfestival delle storie di Polesella il 18 settembre alle 21. Dialogherà con la scrittrice, la giornalista Riccarda Dalbuoni. L’intervista potrà essere seguita dalla pagina facebook di Ferraraitalia e del Microfestival delle storie, ma sarà anche possibile accomodarsi in sala Agostiniani a Polesella dove un maxischermo proietterà la diretta.