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Giorno: 14 Ottobre 2020

Prefettura di Ferrara: contrasto alle infiltrazioni criminali nel tessuto economico locale

da: Prefettura di Ferrara 

PREVENZIONE E CONTRASTO ALLE INFILTRAZIONI CRIMINALI NEL TESSUTO SOCIO ECONOMICO LOCALE ED INTENSIFICAZIONE DEI CONTROLLI ANTOMOVIDA SUL TAVOLO DELLA ODIERNA RIUNIONE TECNICA DI COORDINAMENTO PRESIEDUTA DAL PREFETTO MICHELE CAMPANARO

 Il Prefetto Michele Campanaro ha presieduto stamane a Palazzo don Giulio d’Este una Riunione Tecnica di Coordinamento per fare, da un lato, il punto sulla attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni criminosi connessi alla fase di emergenza pandemica e, dall’altro, per definire le strategie applicative delle misure di contenimento del contagio disposte con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 ottobre scorso, in vigore da oggi.

Alla riunione erano presenti il Questore Cesare Capocasa, il Comandante provinciale Carabinieri Gabriele Stifanelli, il Comandante provinciale interinale della Guardia di Finanza Luigi D’Abrosca e il Direttore della Sezione Operativa D.I.A. di Bologna Aniello Mautone.

L’odierno momento di riflessione si pone in stretta correlazione con gli obiettivi del Protocollo d’Intesa sottoscritto in Prefettura il 12 ottobre scorso da tutti i principali attori del mondo imprenditoriale locale, con il coinvolgimento delle articolazioni regionali di Banca d’Italia e ABI, volto a dare respiro al circuito economico locale attraverso la previsione di iniziative tese ad agevolare l’accesso ai finanziamenti governativi.

In un contesto caratterizzato, quindi, da importanti flussi di liquidità immessi dalle banche nel circuito economico attraverso linee di credito alle imprese per favorirne la ripresa, il Prefetto ha invitato i vertici territoriali delle Forze di Polizia ed il Direttore regionale della DIA a porre in essere massima attenzione all’attività informativa preordinata a prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata, attraverso un’accurata valutazione di tutti i possibili indicatori di rischio di condizionamento dei processi amministrativi, ad iniziare da quelli relativi all’assegnazione degli appalti.

“Le relazioni che mi sono state illustrate oggi dai vertici delle Forze di Polizia dicono di un quadro della situazione confortante, ove, diversamente da altri contesti regionali, il tessuto socio economico locale appare non interessato da un radicamento del crimine organizzato, né allo stato si segnalano evidenze riguardanti l’odioso fenomeno dell’usura – ha sottolineato il Prefetto – Questa circostanza non deve assolutamente costituire motivo per abbassare la guardia, ma darci al contrario ulteriore stimolo per sviluppare più efficaci sinergie sul piano degli scambi informativi, che risultano fondamentali per le analisi sviluppate in seno all’Ufficio Antimafia della Prefettura. A questo proposito, ho disposto una intensificazione dell’attività del Gruppo Interforze Antimafia – G.I.A. presso la Prefettura, per supportare l’attività istruttoria finalizzata all’esame delle certificazioni antimafia, valorizzandone l’attività di analisi e approfondimento”.

In relazione al secondo punto sviluppato nella seduta odierna, circa le misure urgenti di contenimento del contagio introdotte con il decreto presidenziale del 13 ottobre scorso, il Prefetto ha disposto, con immediato effetto, l’intensificazione dei controlli sui luoghi della movida cittadina. “Da oggi le attività dei servizi di ristorazione sono consentite sino alle ore 24.00 con consumo al tavolo e sino alle ore 21.00 in assenza di consumo al tavolo – ha ricordato il Prefetto – Si tratta di misure necessarie a contenere la crescita esponenziale di un virus che corre veloce in mezzo a noi. Per questo, oltre ai controlli che abbiamo intensificato immediatamente, confido nella piena responsabilità di tutti i ferraresi per il rispetto delle nuove misure” .

Ferrara, 14 ottobre 2020

Comunicato Regione: Coronavirus. L’aggiornamento: nuovo record di tamponi, 15.607

Coronavirus. L’aggiornamento: nuovo record di tamponi, 15.607, il più alto da inizio pandemia. 339 i nuovi positivi, di cui 160 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. Le persone guarite salgono a 27.045 (+63), 122 quelle già in isolamento al momento del tampone

Effettuati anche 2.855 test sierologici. Oltre il 95% dei casi attivi con sintomi lievi in isolamento a casa. In aumento i ricoveri, quattro nuovi decessi

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 38.695 casi di positività, 339 in più rispetto a ieri, su un numero record di tamponi eseguiti: 15.607.

Dei nuovi positivi, sono 160 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: complessivamente 122 persone (tra i nuovi positivi) erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 162 sono stati individuati nell’ambito di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 44,2 anni.

Sui 160 asintomatici, 83 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 19 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 18 con screening sierologici, 7 con i test pre-ricovero. Per 33 casi è in corso la verifica sul motivo del tampone.

Per quanto riguarda la situazione nelle province, i numeri più elevati si registrano in quelle di Bologna (69), Reggio Emilia (57), Rimini (50), Modena (49), Parma (30), Ferrara (30), Piacenza (17), a Cesena (12), Ravenna (10),

A Bologna sono 69 i nuovi casi. Tra i 39 sintomatici, 16 sono considerati sporadici e 23 riconducibili a focolai individuati (prevalentemente familiari, amicali o per frequenza di luoghi pubblici). Un caso risulta importato dall’estero (Marocco). Dei 30 casi asintomatici, 10 risultano sporadici e 20 da focolai (familiari, presso strutture socio-sanitarie e per cena in un pub).

In provincia di Reggio Emilia, su 57 nuovi casi positivi – di cui 11 asintomatici – 30 sono riconducibili a focolai familiari, 3 a focolaio lavorativo e 2 a focolai amicali; 21 sono considerati sporadici, 1 caso è importato dall’Albania.

50 i nuovi casi in provincia di Rimini, di cui 29 asintomatici. Nel dettaglio: 39 sono contatti con casi certi, la maggior parte dei quali famigliari e già in isolamento al momento della diagnosi; 8 sono pazienti sporadici individuati per sintomatologia; 2 individuati con il test pre ricovero, a cui si aggiunge una persona rientrata dall’estero (Moldavia).

In provincia di Modena sono 49 i nuovi positivi, di cui 22 asintomatici. Nel dettaglio: 3 sono rientri dall’estero (Ucraina, Russia, Romania) e 2 da altre regioni, 32 (di cui 5 in Cra) sono contatti di casi noti, legati a diversi focolai, anch’essi già isolati; 3 sono risultati positivi dallo screening effettuato in ambito scolastico e dopo il tampone pre ricovero; infine, 8 sono casi sporadici per i quali è in corso la ricerca epidemiologica.

Dei 30 nuovi casi a Parma e provincia – di cui 10 asintomatici – 9 sono stati rilevati nell’ambito dell’attività di contact tracing, 6 a seguito di screening su determinate categorie (fra cui scuole e Cra), 7 in quanto pazienti sintomatici. 4 persone sono risultate positive al rientro dall’estero, di cui una proveniente dal Portogallo e 3 dall’Albania. Infine, 3 sono risultate positive con test eseguito in pre-ricovero e una in ricovero.

In provincia di Ferrara30 positivi, di cui 22 asintomatici: 2 sono stati individuati in quanto contatti di casi noti (riconducibili a un focolaio scolastico e uno amicale); 2 sono pazienti ricoverati per sintomi Covid, 3 individuati perché avevano manifestato sintomi e 2 a seguito di tampone eseguito per screening su persone che prestano assistenza in ospedale. Infine, 6 sono operatori (di cui 1 sintomatico) e 15 ospiti (tutti asintomatici) di Cra.

In provincia di Piacenza sono 17 i nuovi positivi, di cui 8 asintomatici: 5 individuati con il contact tracing, 3 perché avevano sviluppato sintomi, 1 per accesso al Pronto soccorso, 2 per screening effettuati su operatori sanitari, 2 relativi a un ospite e a un dipendente di una Cra, 1 individuato con test pre ricovero e 1 per accesso spontaneo a laboratorio privato. Infine, una persona era rientrata dall’estero (Egitto) e una in partenza per l’estero.

Cesena si registrano 12 nuovi casi, 4 dei quali asintomatici. 7 sono stati individuati con il contact tracing su casi già accertati, prevalentemente in ambito familiare e amicale; 2 per sintomi e 2 per test volontari eseguiti in ambito lavorativo; 1 caso è di rientro dall’estero (Francia).

Ravenna e provincia sono 10 i nuovi casi registrati, di cui 4 asintomatici. 5 sono pazienti sporadici che avevano manifestato sintomi, 2 dei quali che avevano avuto contatti fuori regione; 3 casi sono stati individuati per contact tracing, di cui uno di rientro da altra regione e 1 per tampone eseguito volontariamente.

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

tamponi effettuati ieri sono 15.607, per un totale di 1.326.602. A questi si aggiungono anche 2.855 test sierologici.

casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 7.148 (272 in più di quelli registrati ieri).

Purtroppo, si registrano 4 nuovi decessi: uno in provincia di Bologna (una donna di 91 anni), uno in quella di Ferrara (un uomo di 83 anni), uno a Imola (un uomo di 82 anni) e uno in provincia di Modena (un uomo di 66 anni). Il numero totale sale dunque a 4.502.

Le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 6.730 (+208 rispetto a ieri), oltre il 95% dei casi attivi. Sono 35 i pazienti in terapia intensiva (+4 rispetto a ieri) e 383 (+60) quelli ricoverati negli altri reparti Covid.

Le persone complessivamente guarite salgono a 27.045 (+63 rispetto a ieri): 7 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 27.038 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Questi i nuovi casi di positività sul territorio, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 5.437 a Piacenza (+17, di cui 9 sintomatici), 4.625 a Parma (+30, di cui 20 sintomatici), 6.178 a Reggio Emilia (+57, di cui 46 sintomatici), 5.411 a Modena (+49, di cui 27 sintomatici), 6.962 a Bologna (+69, di cui 24 sintomatici); 626 casi a Imola (+6, di cui 4 sintomatici), 1.656 a Ferrara (+30, di cui 8 sintomatici); 1.944 a Ravenna (+10, di cui 6 sintomatici), 1.640 a Forlì (+9,  di cui 7 sintomatici), 1.271 a Cesena (+12, di cui 8 sintomatici) e 2.945 a Rimini (+50, di cui 20 sintomatici). /EC

Ecobonus 110%: pressioni delle ditte edili sui condomini

Spett.le Ferraraitalia.it,
vi scrivo per porre alla vostra attenzione una caso di cui mi sono occupato recentemente. Ho potuto constatare che esponenti delle ditte edili esercitano pressioni sui condomini per indurli ad approvare i lavori di riqualificazione energetica legati all’Ecobonus 110% con modalità poco chiare e trasparenti. Vi descrivo di seguito il caso specifico.
Nel caso in questione era stata messo all’ordine del giorno dell’assemblea condominiale il seguente punto “Decreto rilancio, Ecobonus 110%, esame ed eventuale approvazione proposta di riqualificazione energetica dell’intero complesso”.
Nel corso dell’assemblea condominiale era presente un professionista di una nota ditta edile che esponeva gli interventi di riqualificazione energetica che si sarebbero potuti effettuare nel condominio.

A conclusione del discorso l’incaricato della ditta faceva pressioni sui partecipanti dicendo loro che se non approvavano subito gli interventi di riqualificazione energetica la suddetta ditta non avrebbe svolto i lavori.

Il professionista in questione faceva ulteriori pressioni sui condomini dicendo loro che la ditta dove lavorava stava esaurendo tutte le prenotazioni per i lavori, che tanti condomini si erano già messi avanti approvando in assemblea i medesimi lavori e che se si ritardava non si sarebbe potuto più avvalersi dei vantaggi dell’ Ecobonus 110%.

In conclusione i condomini, per paura di perdere la possibilità di avvalersi di una situazione vantaggiosa, approvavano i lavori con le seguenti modalità riportate nel verbale dell’assemblea: “all’unanimità si delibera e si autorizza l’amministratore……..a firmare tutti gli atti e contratti necessari ciò al fine di eseguire i lavori di miglioramento energetico per poter ottenere l’ecobonus con la detrazione fiscale del 110% con cessione del credito o sconto in fattura nominandolo Responsabile dei Lavori. L’amministratore contestualmente accetta tale nomina. All’unanimità l’assemblea delibera che l’amministratore è autorizzato a firmare il contratto di appalto dei lavori con la ditta…….”.

I condomini, nel caso questione, con pressioni, sono stati indotti ad autorizzare l’amministratore a firmare i contratti senza che gli stessi ne abbiano avuto prima una copia del testo. Di conseguenza i condomini, in questo modo, sono stati impossibilitati ad analizzare il contenuto dei contratti prima di votare per la loro approvazione.

Viceversa, in maniera corretta e trasparente, si sarebbe potuto seguire il seguente iter di approvazione dei lavori:
  1. Una prima assemblea informativa,;
  2. L’invio a tutti i condomini di tutti i documenti per gli incarichi conclusivi;
  3. Una seconda assemblea condominiale per le delibere inerenti all’approvazione dei lavori, del contratto di cessione, del contratto di appalto e degli incarichi professionali.

Pochi giorni dopo l’assemblea la predetta ditta edile, tramite l’amministratore condominiale, ha inviato a tutti i condomini il modulo raccolta dati e consenso per la fornitura e l’installazione di infissi e caldaie per il miglioramento energetico all’interno dei singoli appartamenti. Tale modulo veniva accompagnato da una lettera che recava la seguente avvertenza: “Si allega alla presente il modulo di comunicazione dati, da compilare, e restituire all’amministratore entro tre giorni dal ricevimento. Nel caso i dati non ci pervengano entro tale data o siano incompleti non sarà possibile fare i lavori di cui all’oggetto“.

Anche in quest’ultimo caso i condomini hanno subito pressioni da parte della ditta, con addirittura la minaccia di non effettuare i lavori, per indurli a dare, entro 3 giorni dal ricevimento della comunicazione, l’autorizzazione allo svolgimento nelle singole abitazioni degli interventi cosiddetti “trainati” per la sostituzione di infissi e caldaie in assenza però di un contratto stipulato tra il singolo condomino e la ditta.

Cordiali Saluti
Avv. Daniele Aliprandi

La società asd Format Ferrara ai campionati italiani atletica FISDIR 2020

da: Format Ferrara

Nelle giornate del 10 e 11 ottobre a Pescara si sono svolti i campionati italiani assoluti di atletica leggera FISDIR (Federazione Italiana Sport paralimpico degli intellettivo relazionali.

L’asd Format Ferrara ha partecipato alla massima competizione di atletica con due suoi atleti Cristina Vecchio, classe c21 ovvero atleti con sindrome di down e Kevin Visentini, classe open (disabilità intellettiva).

Gara agonistica dove Kevin Visentini classe juniores (over 20) ha gareggiato ne 100metri piani classificandosi al 3°posto nella categoria juniores con un tempo di 13.51”, inoltre si è classificato al 4° posto nel campionato senior. Seco do i tecnici Grande Alessandro e Stefano Pasa è stato un risultato importantissimo, perché per Kevin si tratta della sua prima partecipazione ad una finale nazionale di questa importanza, soddisfatto anche Mauro Ficerai (commissario tecnixco della nazionale) che si complimenta personalmente con il giovane atleta, incitandolo a continuare ad allenarsi, vede in lui grandi capacità di miglioramento.

Cristina Vecchio, ha sbaragliato la concorrenza nel lancio del peso, vincendo il suo primo titolo come campionessa italiana 2020 nel lancio del peso con un lancio di 4.65 m, aprendo le porte per una potenziale convocazione nella nazionale.

Cristina ha partecipato anche nei 100 metri piani, classificandosi al 4° posto, gara vinta dalla fortissima Chiara Zeni che stabilisce, addirittura, il nuovo record europeo; Cristina a di una indecisione alla partenza non riesce a stare dietro al passo della fortissima Chiara e, come detto, non è potuta salire sul podio.

Grandi risultati della asd Format Ferrara che torna a casa con dei risultati importanti e gratificanti che danno sempre energie nuove per continuare i suoi atleti con disabilità intellettiva. Molto soddisfatto il presidente Mario Grande che ringrazia sempre tutto il suo staff tecnico e quindi grazie a Stefano, Sara, Giada, Alessandro, Matteo, Caterina, Giulia. Cristina

Le esternazioni del Sindaco Alan Fabbri relativamente alla tragedia vissuta da una giovane donna, ci lasciano allibiti.

Da: Articolo Uno Ferrara 

Le esternazioni del Sindaco Alan Fabbri relativamente alla tragedia vissuta da una giovane donna, ci lasciano allibiti.

Non ha atteso molto la Lega a dimostrare che non vi è alcuna distinzione tra i suoi dirigenti. Chi aderisce a quel partito è infatti accomunato da un approccio strumentale e aggressivo, nonché dall’obiettivo di suscitare istinti violenti verso alcuni esseri umani ad arte stereotipizzati.

La strategia politica è chiara,  le criticità non vanno risolte, semmai acuite attribuendone la responsabilità agli avversari politici, contestualmente il disagio e la paura non vanno superati, ma nutriti, perché un popolo impaurito è un popolo più facile da controllare. Allo stesso modo i drammi non meritano rispetto, sono impietoso arnese di costruzione di barbaro consenso.

Alan Fabbri sa perfettamente di comunicare dati falsi, decontestualizzati, sa di calunniare, frodare il prossimo, sa di concentrarsi sulla provenienza di uno stupratore anziché sull’atto ignobile, per perpetuare l’inganno, facilmente svelabile dalla consultazione dei rapporti di Prefettura e Ministero, della criminalità ad opera esclusiva e prevalente dei migranti. Deve essere semplice amministrare così, mentendo e creando problemi. La giunta e la maggioranza consiliare che reggono la nostra povera città hanno davvero compiuto un capolavoro di alterazione della realtà.

Crediamo fermamente che esista un’opposizione diffusa che oltre ad Articolo Uno accorpa trasversalmente diverse realtà politiche, civiche ed associazionistiche. Questa dovrà irrompere nelle sempre più evidenti contraddizioni con lo strumento più rivoluzionario di cui si dispone, la verità. Siamo certi che i cittadini presto si renderanno conto di essere stati traditi e comprenderanno che governare con serietà è possibile, ma non sa farlo chi ha conquistato questo mandato.

 

Il Coordinamento Provinciale di Articolo Uno Ferrara

ECONOMIA CIRCOLARE MOTORE DI CAMBIAMENTO E INNOVAZIONE IN AZIENDA

da: Confindustria Emilia

Venerdì 16 ottobre  la Piccola Industria propone un incontro sulla circular economy. Per ascoltare le testimonianze delle aziende e presentare i contenuti del protocollo di intesa tra Confindustria Emilia e Unife

L’Europa offre alle imprese strumenti finanziari importanti per intraprendere percorsi di crescita orientati all’economia circolare.

Da almeno un anno, poi, Confindustria Emilia ha cominciato con il Dipartimento di Economia dell’Università di Ferrara una collaborazione per supportare le aziende nella realizzazione di progetti green.

Partendo da questi presupposti, venerdì 16 ottobre alle ore 10.45, la Piccola Industria di Confindustria Emilia propone ai propri associati un incontro a distanza, trasmesso sulla piattaforma Teams (https://www.confindustriaemilia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/93639), che mette al centro i temi dell’economia circolare come propulsori di innovazione e sviluppo.

Dopo i saluti di apertura di Gian Luigi Zaina, presidente della Piccola Industria, e di Laura Ramaciotti, direttore del Dipartimento di Economia dell’Università di Ferrara, interverranno Giacomo Pirazzoli e Filippo Forni per Confindustria Emilia e Massimiliano Mazzanti in qualità di direttore all’Università di Ferrara del Cercis – Centre for Research on circular economy, innovation and SMEs.

A seguire, una tavola rotonda, moderata da Silvia Beccari, con Andrea Cavagna di Sfridoo, Mauro Parrini di Simonelli Group, Giovanni Gallerani di Macé, Giulio Valerio Corbelli, studente della laurea in Economics, Management and Politics for Global Challenges di Unife e Igles Corelli, coordinatore del comitato scientifico Gambero Rosso Academy.

“È un tema complesso e articolato la circular economy”, sottolinea Gian Luigi Zaina. “Per tutte le imprese che intendono approfondire il tema della sostenibilità e cogliere spunti e idee utili per anticipare i processi di transizione dall’economia lineare alla green economy è un appuntamento da non perdere. Noi per primi sappiamo che dobbiamo andare oltre le enunciazioni di principio e gli slogan. Per questo abbiamo messo in piedi un protocollo di intesa con Unife che, tra le altre cose, punta a portare studenti universitari delle lauree economiche nelle nostre aziende”.

Cannabis. Meglio Legale
il tour per la legalizzazione venerdì 16 fa tappa a Ferrara

Da: Ufficio Stampa Forum Droghe

Viaggio nell’Italia che coltiva libertà, questo il titolo del tour che Meglio Legale – la campagna italiana per la regolamentazione legale della cannabis – sta promuovendo in giro per l’Italia. Dopo Torino sarà il turno di Ferrara: l’appuntamento è per venerdì 16 ottobre alle 18 all’Empatia Canapa Bar in via Carlo Mayr 119. E’ prevista la diretta Facebook e Youtube.

In questa tappa del Tour di Meglio Legale si parlerà di come la regolamentazione legale della cannabis possa portare più sicurezza nelle città e più sicurezza nei consumi di sostanze. Partecipano a questo “Studio Live” in diretta streaming sui canali di Meglio Legale, Forum Droghe e Fuoriluogo: Antonella Soldo e Barbara Bonvicini, rispettivamente coordinatrice e attivista di Meglio Legale, Ilaria Baraldi, consigliera comunale a Ferrara, Leonardo Fiorentini, Segretario di Forum Droghe e Direttore di Fuoriluogo, Massimo Maisto, Presidente di Arci Emilia Romagna. In collegamento video sarà presente Federico Varese, professore di criminologia presso l’Università di Oxford (GB).

Per motivi di sicurezza legati all’emergenza Covid i posti per assistere in presenza al live streaming sono limitati: chi volesse partecipare in presenza è pregato di prenotarsi qui: www.fuoriluogo.it/megliolegaleferrara

La tappa estense è copromossa da Forum Droghe: la discussione partirà quindi dalla domanda “le politiche proibizioniste sulle droghe e la repressione generano davvero più sicurezza?” Dopo 60 anni dall’approvazione delle convenzioni ONU sulle droghe illecite il mercato delle sostanze non è mai stato così ampio e pervasivo. A nulla sono serviti più di 50 anni di war on drugs: strade e piazze sono luogo di spaccio e consumo di sostanze (anche a Ferrara), il mercato è totalmente in mano alla criminalità. Ciò significa violenza, pericoli e maggiore insicurezza. Ma c’è un’alternativa: la riforma delle politiche sulle droghe. A partire dalla legalizzazione della cannabis che negli stati dove è stata realizzata ha già dimostrato una notevole efficacia nel diminuire non solo la criminalità legata alle droghe, ma anche la sicurezza in senso lato, come numerosi studi dimostrano.

La tappa successiva del tour di Meglio Legale sarà a Bologna sabato 17 ottobre alle ore 18 presso lo Chalet dei Giardini Margherita.

Note

Meglio Legale è una campagna pubblica per la legalizzazione della cannabis e la decriminalizzazione dell’uso delle altre sostanze. È un progetto che coinvolge parlamentari e mediciimprenditori e avvocatigiornalisti e semplici cittadini per aprire un dibattito serio e responsabile sul tema. Quello della produzione, vendita e consumo della cannabis (e degli altri stupefacenti) è una delle questioni sociali più importanti nel nostro paese: riguarda la giustizia, la salute pubblica, la sicurezza, la possibilità di impresa, la lotta alle mafie, la ricerca scientifica e le libertà individuali. Meglio Legale rilancia una stagione di lotte politiche e iniziative civili per superare l’approccio repressivo – e solo repressivo – sulla gestione di questo fenomeno, e per ottenere un cambiamento culturale e normativohttps://megliolegale.it/

Forum Droghe ONLUS, fondata nel 1995, si occupa di politiche sulle droghe a livello nazionale ed internazionale. E’ l’editore di Fuoriluogo il sito di informazione sulle droghe e i diritti. È membro dell’International Drug Policy Consortium e della Coalizione Italiana per i Diritti e le Libertà Civili. Partecipa al Civil Society Forum on Drugs (CSFD) della Commissione Europea ed è organizzazione accreditata con status consultivo speciale presso l’Economic and Social Council (ECOSOC) dell’ONU dal 2017. https://www.forumdroghe.it

Barbara Bonvicini: Dal 2016 ha diretto la campagna “Cannabis Terapeutica Lombardia”, una proposta di legge d’iniziativa popolare per la regolamentazione dei farmaci cannabinoidi in quella regione. È segretaria dell’Associazione Enzo Tortora Radicali Milano e collabora con l’Associazione Luca Coscioni per le attività antiproibizioniste di “Legalizziamo.it”. Ha curato, insieme a Viola Tofani, il volume La Cannabis fa bene alla Politica (Reality Book, 2018).

Per contatti: Leonardo Fiorentini, Forum Droghe, 3493222792

Ferrara, prima per differenziata. Lo attesta il report di Green City Network sulle regioni del Centro Italia

da: Ufficio Stampa HERA SpA

Ferrara si conferma una città virtuosa nella gestione dei rifiuti. A sostenerlo, oggi, è Green City Network – un’attività promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile  nel suo report “La gestione dei rifiuti nelle città e le nuove direttive sull’economia circolare”, dedicato alle regioni del Centro Italia, ovvero Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Lazio.

Per la città estense, il primato arriva nella percentuale di raccolta differenziata: in questa specifica classifica, grazie al suo 86% infatti Ferrara si colloca in prima posizione, seguita da Parma e Lucca (parimerito, con 81% di RD) e Reggio Emilia (77%). Tutti i dati fanno riferimento al 2018.

Lo studio fornisce un ulteriore interessante dato, su quanto sia cresciuta la percentuale di differenziata nel periodo 2013 – 2018; e anche in questa seconda analisi Ferrara si fa onore con la medaglia d’argento: in 5 anni, infatti, la percentuale di RD è passata dal 50% all’86%, con un incremento di 36 punti percentuali secondo solo al +41% di Viterbo.

“Abbiamo lavorato sodo per raggiungere questo obiettivo – dice Antonio Dondi, Direttore Servizi Ambientali del Gruppo Hera – e ne siamo orgogliosi.  Estendiamo il merito di questi risultati a quanti, Comune, cittadini, imprese, scuola, associazioni, in questi ultimi anni a Ferrara si sono adoperati assieme ai nostri tecnici e operatori.”.

“Questo risultato non è un traguardo – conclude Dondi – ma un nuovo punto di partenza per migliorare ulteriormente, e mi riferisco alla qualità della raccolta differenziata (carta, plastica, organico), un modello della cui bontà oggi abbiamo avuto una conferma”.

Alessandro Balboni, assessore all’Ambiente del Comune di Ferrara conclude: “La classifica prodotta da Green City Network, rete alla quale il Comune di Ferrara ha aderito convintamente la scorsa estate, conferma la qualità dei servizi ambientali che la nostra città offre. Con l’86% di differenziata, Ferrara è
la prima città del Centro Italia, e questo è un grande riconoscimento che va rivolto ai cittadini ferraresi: a loro va la nostra riconoscenza per la sensibilità e l’impegno dimostrati”.

Lotta alle zanzare, dalla Regione 1 milione e 200mila euro per contrastarne la diffusione

Da: Regione Emilia Romagna

Sanità. Lotta alle zanzare, dalla Regione 1 milione e 200mila euro per contrastarne la diffusione e limitare il rischio di trasmissione delle malattie. L’assessore Donini: “Fondamentale mantenere alto il livello di attenzione e prevenzione”. I dati 2020 sui casi registrati in Emilia-Romagna

Anche quest’anno via libera dalla Giunta all’assegnazione di risorse alle Aziende Usl per l’applicazione del Piano regionale di sorveglianza e controllo delle “arbovirosi”, le malattie causate da virus come Chikungunya, Dengue e Zika, veicolati dalle zanzare

Bologna – Resta alta, in Emilia-Romagna, l’attenzione nei confronti delle zanzare, principali responsabili della trasmissione di malattie virali come West Nile, Dengue, Zika e Chikungunya.

Per il Piano regionale di sorveglianza e controllo delle cosiddette “arbovirosi”, la Giunta regionale, tramite una delibera specifica, ha confermato infatti anche per il 2020 il proprio impegno economico e stanziato 1 milione 200mila euro. Risorse destinate a tutte le Aziende Usl ai Comuni, che contribuiscono ad attuare sul territorio molteplici azioni per contrastare la diffusione e ridurre la presenza di questi insetti – della specie sia comune (Culex) che Tigre (Aedes) – ma anche per mantenere elevato il livello di controllo della possibile circolazione virale. Si va dal monitoraggio con ovitrappole ai trattamenti larvicidi sul suolo pubblico, dalla sorveglianza delle infestazioni alle attività di disinfestazione, agli interventi sanitari per la riduzione del rischio di trasmissione dei virus.

“Negli ultimi anni, in Emilia-Romagna, i casi di cittadini che hanno contratto malattie trasmesse da zanzare dopo un soggiorno in aree endemiche non hanno generato nessun focolaio epidemico- spiega Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute-. Un risultato significativo, che dobbiamo anche al buon lavoro, svolto con il supporto delle Aziende Usl e dei Comuni, per realizzare le misure di sorveglianza e lotta alle zanzare, e alla tempestiva rilevazione della circolazione virale. Ma è fondamentale- prosegue l’assessore- mantenere alto il livello di attenzione e prevenzione: per questo continuiamo a investire risorse, consapevoli che i migliori risultati si ottengono con un lavoro di squadra, cui sono chiamati a partecipare anche i cittadini”.

La responsabilità degli interventi di disinfestazione per il controllo della popolazione di insetti vettori è, in base alla normativa vigente, in carico alle amministrazioni comunali, con il supporto tecnico-scientifico dei Dipartimenti di Sanità pubblica delle Aziende Usl. Saranno quindi le Aziende a suddividere il finanziamento loro assegnato dalla Giunta tra gli Enti attivamente impegnati nella lotta alle zanzare nel territorio di propria competenza.

Zanzare, virus e malattie: i dati del 2020

In Emilia-Romagna, nel 2020 finora i casi confermati di Dengue sono stati 6, quelli di Chikungunya 1, di Zika virus 1 5 quelli di malattia neuroinvasiva da West Nile virus.
Il sistema di sorveglianza e controllo previsto dal Piano regionale delle arbovirosi coinvolge Regione, Aziende sanitarie, Istituto Zooprofilattico e Comuni: una rete consolidata, fin dall’esperienza acquisita con l’epidemia di Chikungunya, avvenuta in Romagna nel 2007. In base al Piano, ogni anno vengono effettuate le attività di sorveglianza della circolazione virale, mentre il Gruppo regionale di entomologia sanitaria elabora e aggiorna mappe di rischio per individuare le aree in cui intensificare la disinfestazione e attiva una valutazione di efficacia degli interventi messi in atto quando si rileva presenza dei virus. La sorveglianza sanitaria dei casi di Chikungunya, Dengue, Zika virus e West Nile viene potenziata in estate, per intercettare prima possibile i casi sospetti.

“Zanzare e altri insetti, impara a difenderti”: la campagna informativa della Regione

Conosci, previeni, proteggi: con questo messaggio la Regione Emilia-Romagna ha invitato anche quest’anno i cittadini a difendersi dalle zanzare, con la campagna di comunicazione messa a punto dal Servizio sanitario regionale“Zanzare e altri insetti, impara a difenderti”. Con una novità per il 2020: una appZanzaRER”, che fornisce consigli e informazioni utili per facilitare la collaborazione dei cittadini nella lotta alle zanzare. Con la app è possibile infatti leggere le news in tempo reale e collegarsi direttamente al sito dedicato  https://zanzaratigreonline.it, ma soprattutto segnalare in forma anonima gli interventi con larvicidi effettuati dai cittadini per poter poi costruire una mappa dei trattamenti sul territorio.

Anche quest’anno è stato prodotto materiale sia cartaceo che multimediale: tre pieghevoli (“Proteggi”, “Previeni”, “Consigli per chi viaggia”), una locandina, un opuscolo multilingue, un video informativo (tutto scaricabile dal sito) e una campagna social sulla pagina Facebook della Regione. /CV

“ANDRA’ TUTTO BENE?”
Secondo promosso dal Movimento Nonviolento: appuntamento venerdì 16 alle 21,00

Da: Movimento Nonviolento di Ferrara

Dopo il bell’incontro sulla scuola del 9/10 con Mauro Presini, che ringraziamo, il Movimento Nonviolento propone un secondo appuntamento venerdì 16/10 alle 21, in via Medini, in una sala della cooperativa Castello, con Agostino Panajia.

Ci sarebbe piaciuto invitare a riflettere sulla pandemia con la domanda Com’è andata? Dobbiamo invece ancora chiederci Com’è andata? Come va? Come andrà? Che possiamo fare?

Azione nonviolenta ha dedicato al tema due numeri nell’aprile e nel giugno scorso, Agenda 2030 alla luce della pandemia e Andrà tutto bene? Di questo e altro parleremo con Agostino Panajia, giovane medico, amico della nonviolenza.

Con altri professionisti promuove un modello di Cure Primarie collaborativo e partecipato, centrato sul paziente e sulle sue reti familiari, di relazioni prossimali. È essenziale per assicurare il diritto alla salute come diritto umano fondamentale, la lotta alle diseguaglianze in salute e lo sviluppo di un servizio sanitario universalistico, inclusivo, equo e pubblico.

Il luogo è significativo.  La Cooperativa non solo assicura un accesso agevolato alla casa, ma  fornisce “Servizi Solidali” di cura e assistenza in collaborazione con Cooperative dedicate, imprese, associazioni, volontariato.

Data la particolarità della situazione, chi è interessato è pregato di prenotarsi rispondendo a questa e-mail.
La partecipazione sarà con la mascherina.
All’ingresso troverete il gel igienizzante per le mani e un firmario per raccogliere le presenze

Ferrara: emergenza COVID-19. Risultati delle attività di controllo sull’attuazione delle misure di contenimento

da: Ufficio Stampa Prefettura Ferrara

Aggiornamento al giorno 13 ottobre 2020

A seguito delle determinazioni a suo tempo assunte in seno al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, le Forze dell’ordine territoriali proseguono nelle attività di controllo sull’attuazione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID 19 in osservanza ai Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri attualmente vigenti in materia.

I risultati delle attività condotte sul territorio provinciale nella giornata del 13 ottobre 2020 sono i seguenti:

 

Polizia di Stato

Carabinieri

Guardia di Finanza

 

 

Polizie

Locali

 

Persone controllate 406 61
Persone sanzionate  ex art. 4 comma 1 d.l.25.3.2020 nr 19 (conv. l. 35/20) 0 0
Persone denunciate ex art 260 r.d.27.7.1934 n.1265 (ex art 2 comma 3 d.l. 16.5.2020 nr 33) 0 0
 
Attività o esercizi controllati 44     37
Titolari di attività o esercizi sanzionati  ex art. 4 comma 1 d.l. 25.3.2020 nr 19 (conv. L. 35/20) 0 0
Chiusura provvisoria di attività o esercizi su disposizione dell’autorità procedente ex art 2 comma 2 d.l. 16.5.2020 nr.33 0 0
Chiusura di attività o esercizi ex art 2 comma 1 d.l. 16.5.2020  nr 33 (sanzione amministrativa accessoria)

 

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Accordo Banca Etica, Caritas e PerMicro:
nuove sinergie per rispondere ai bisogni dei più fragili

da: Ufficio Stampa Banca Etica

Roma, 14 ottobre 2020 _  Ieri la presidente di Banca Etica, Anna Fasano, il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu hanno siglato a Roma un nuovo accordo quadro che rafforza le sinergie tra le due realtà che già da tempo collaborano per dare risposte ai bisogni delle persone più fragili. Presente anche Benigno Imbriano, amministratore delegato di PerMicro, che metterà a disposizione la propria esperienza nel campo della microfinanza.

Banca Etica e Caritas Italiana abbracciano le indicazioni contenute nelle encicliche di Papa Francesco e condividono l’importanza di riportare l’etica al centro dell’attività economica e finanziaria. Il nostro obiettivo è quello di facilitare uno sviluppo umano integrale e di favorire, attraverso gli strumenti di raccolta del risparmio e del credito, l’autonomia e la responsabilità delle persone, nella realizzazione dei propri progetti, a partire dalle fasce più deboli, spesso considerate non bancabili. Crediamo che l’inclusione finanziaria sia uno strumento potente di inclusione sociale”, ricorda Anna Fasano, presidente di Banca Etica.

Caritas Italiana e Banca Etica lavorano sui territori, secondo un principio di sussidiarietà. La forza della nuova intesa sta proprio nella conoscenza, propria delle Caritas Diocesane, dei territori e delle necessità di persone, famiglie e realtà attive nelle comunità locali a servizio dei più poveri ed esclusi anche dall’accesso al credito. Un piccolo segno di nuova speranza in questo momento di emergenza per tante persone e anche un piccolo contributo – come papa Francesco ha evidenziato nella Laudato si’ e ribadito in Fratelli tutti – per lo sviluppo di una nuova economia più attenta ai principi etici”, ha aggiunto il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu.

Da 13 anni PerMicro si rivolge a persone escluse dai tradizionali canali bancari e dà fiducia ai loro progetti familiari e lavorativi, attraverso la concessione di microcrediti e servizi di accompagnamento e mentoring. Grazie a questo accordo con Banca Etica e Caritas Italiana, PerMicro potrà raggiungere in maniera ancora più capillare territori e persone e dare compimento alla propria mission di inclusione sociale attraverso l’inclusione finanziaria. In momenti come quelli attuali, caratterizzati da grande difficoltà economica e sociale, con questo accordo vogliamo rafforzare il nostro desiderio di rimettere al centro della nostra attività le persone e le loro condizioni di vita”, così afferma Benigno Imbriano, Amministratore Delegato di PerMicro.

Ecco i primi strumenti definiti da Banca Etica e Caritas Italiana per rafforzare una collaborazione che dura da oltre 20 anni:

  • Banca Etica promuove e sostiene iniziative di educazione finanziaria e strumenti finanziari per il contrasto alla povertà, all’esclusione finanziaria e all’empowerment delle persone.

  • In particolare attraverso la collaborazione con il proprio partner PerMicro, una tra le più importanti società di microcredito in Italia che opera su tutto il territorio nazionale, verranno studiate specifiche azioni per l’accesso al credito delle persone e delle piccole imprese familiari.

  • Caritas e Banca Etica collaboreranno in campagne di sensibilizzazione, raccolta fondi , anche in situazioni di emergenze umanitarie nazionali o internazionali

  • Banca Etica mette a disposizione di tutte le Diocesi, Caritas Diocesane, e realtà loro collegate, ai relativi dipendenti e collaboratori, strumenti specifici per far fronte alle esigenze di natura finanziaria a condizioni di maggior favore.

 La microfinanza per l’inclusione finanziaria e sociale

L’inclusione finanziaria come essenziale elemento di inclusione sociale è al centro del nuovo accordo tra Caritas, Banca Etica e PerMicro. Un accordo che, con un plafond di 5 milioni di euro, grazie al coinvolgimento di PerMicro, punta sulla microfinanza per realizzare interventi di educazione e inclusione finanziaria.

I beneficiari saranno individuati dalle Caritas Diocesane che aderiscono all’iniziativa e potranno ricevere:

    • finanziamenti alle persone fisiche per esigenze familiari da 3.000 a 15.000 euro

    • finanziamenti alle iniziative di autoimpiego e alle microimprese a partire da 5.000 a 25.000 euro fino a 72 mesi di durata

    • percorsi di formazione finanziaria di base per operatori e volontari Caritas

    • accompagnamento e mentoring dei beneficiari dei prestiti

    Caritas Italiana è l’organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione dellacarità. Ha lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello statuto).Fondamentale il collegamento e confronto con le 218 Caritas diocesane, impegnate sul territorio nell’animazione della comunità ecclesiale e civile, e nella promozione di strumenti pastorali e servizi: Centri di ascolto, Osservatori delle povertà e delle risorse, Caritas parrocchiali, Centri di accoglienza, ecc. I suoi compiti statutari includono: interventi di emergenza in caso di calamità interne e internazionali; realizzazione di studi e ricerche sui bisogni e sulle loro cause in vista sia della cura che della prevenzione (anche attraverso il confronto con le istituzioni civili); promozione e formazione del volontariato; contributo allo sviluppo umano e sociale del Sud del mondo. Sito internet: www.caritas.it; Twitter: @CaritasItaliana; Facebook: @CaritasIt; Instagram: @Caritasit

Banca Etica è la prima e ancora unica banca italiana interamente dedita alla finanza etica, opera da oltre 20 anni su tutto il territorio nazionale attraverso una rete di filiali, banchieri ambulanti e grazie ai servizi di home e mobile banking. Banca Etica raccoglie il risparmio di organizzazioni e cittadini e lo utilizza interamente per finanziare progetti finalizzati al benessere collettivo. Oggi Banca Etica conta 44 mila soci e 75 milioni di capitale sociale; una raccolta di risparmio di 1,7 miliardi di euro e finanziamenti per oltre un miliardo a favore di iniziative di organizzazioni, famiglie e imprese nei settori della cooperazione e innovazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e qualità della vita, tutela dell’ambiente, turismo responsabile, agricoltura biologica, diritto alla casa, legalità. Il Gruppo Banca Etica include Etica sgr, società di gestione del risparmio che propone esclusivamente fondi comuni di investimento etici, e Fondazione Finanza Etica che promuove iniziative di studio e sensibilizzazione sull’educazione critica alla finanza. www.bancaetica.it

PerMicro – Dal 2007 è una tra le più importanti società di microcredito in Italia e opera su tutto il territorio nazionale attraverso 19 filiali in 12 regioni italiane. Favorisce l’inclusione sociale attraverso l’inclusione finanziaria di soggetti esclusi dai canali tradizionali del credito (non bancabili). PerMicro si rivolge sia a cittadini italiani sia a migranti con regolare permesso di soggiorno, per sostenerli nell’avvio o nello sviluppo di un’attività imprenditoriale oppure nei loro bisogni finanziari legati a casa, salute, formazione. Fino a oggi la società ha concesso 28.293 finanziamenti, per un totale erogato di 210.025.918 euro, di cui 3.719 microcrediti all’impresa e 24.534 finanziamenti alla famiglia.www.permicro.it

Il programma di messa in sicurezza strade della Provincia per il 2020

Da: Ufficio Stampa Provincia di Ferrara

Nel 2020 la Provincia spende poco oltre 2,7 milioni di euro per rifare l’asfalto su quasi 58 chilometri di strade provinciali (Sp).

Di questi, 48,9 sono i chilometri di lavori già terminati, mentre ne restano circa 8,8 per completare il programma di messa in sicurezza per l’anno in corso.

Sono 25 le Sp interessate dai cantieri su un totale di circa 850 chilometri di estensione complessiva della rete viaria di competenza provinciale, da Cento fino alla costa.

“La decisione di intervenire solo su una parte delle 76 strade provinciali di competenza – precisa il vicepresidente della Provincia Nicola Minarelli – dipende innanzitutto dalla quantità limitata di risorse a disposizione, nonostante gli incrementi recenti da parte dello Stato e la loro stabilizzazione anche nel prossimo futuro che ci consente di programmare i lavori su più anni, e da alcuni criteri di priorità d’intervento, stabiliti in base al grado di pericolosità e approvati dal Consiglio provinciale”.

Fra i nuovi manti stradali già realizzati, si segnalano: i 9 chilometri lungo la Sp 1 via Comacchio, realizzati in sette cantieri compresi fra il tratto ferrarese e quelli che attraversano i centri abitati nel Basso Ferrarese; i quasi 11 chilometri realizzati lungo la Sp 2 via Copparo, in nove tratti viari tra Ferrara e Copparo; i quasi 5 chilometri di nuovo asfalto sulla Sp 5 Dazio Di Guarda nel Copparese; i quasi 4,7 chilometri messi in sicurezza lungo la Sp 62 tra Pontemaodino e Massenzatica; i circa 2 chilometri lungo la Sp 9 fra Bondeno e Casumaro;  altrettanti sulla Sp 20 tra Ferrara e Formignana; e i poco oltre 2,6 chilometri sulla Sp 15 via del Mare.

Rimangono invece da ultimare 1,7 chilometri dei 4,2 programmati sulla Sp 69 Virgiliana nel Bondenese e la metà dei 2,8 chilometri della Sp 79 Mondonuovo tra Portomaggiore e Ostellato.

Chiusi i cantieri dei nuovi asfalti, tempo una ventina di giorni, salvo imprevisti, viene rifatta anche la nuova segnaletica orizzontale, il cui costo è compreso nell’investimento complessivo dei 2,7 milioni messo a bilancio per il 2020.

Il sociale entra in agricoltura: proposte e testimonianze di fattorie sociali

da: Ufficio Stampa CIA

Un incontro promosso dall’associazione Donne in Campo – Cia che si terrà al Museo della Civiltà Contadina di Bentivoglio, presso Villa Smeraldi (Bologna), a partire dalle ore 10
BOLOGNA, 14 OTTOBRE 2020 – “Il sociale entra in agricoltura” è il titolo – e l’argomento – dell’incontro promosso da Donne in Campo, l’associazione di imprenditrici agricole della Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna.
In occasione della Giornata Internazionale delle donne rurali si terrà infatti giovedì 15 ottobre l’annuale Festa delle Donne organizzata da Donne in Campo Cia Emilia Romagna, posticipata a causa lockdown. L’incontro si terrà al Museo della Civiltà Contadina di Bentivoglio, presso Villa Smeraldi (Bologna), a partire dalle ore 10.
Parteciperanno Franca Gordini, Donne in Campo Anp, Erika Ferranti sindaco di Bentivoglio, Valeria Villani, presidente regionale dell’Agia (associazione dei giovani imprenditori). Interverranno Luana Tampieri, vice presidente nazionale e presidente regionale di Donne in Campo – Cia, Loredana Ligabue, direttrice associazione Carer e Roberta Mori consigliera della Regione Emilia Romagna. Nel corso della mattinata porteranno la loro testimonianza alcune aziende agricole del territorio già impegnate nella attività di fattorie sociali. Le conclusioni sono affidate a Cristiano Fini, presidente di Cia Emilia Romagna.

 

 

 

 

 

RESTITUIRE IL MALTOLTO: DA BENI CONFISCATI A BENI COMUNI
Intervista a Donato La Muscatella di Libera

‘BeneItalia’, ‘Libera il bene’, ‘per il bene di tutti’, ma soprattutto bene comune: si parla dei beni confiscati alla criminalità organizzata che, grazie alla prima campagna promossa più di vent’anni fa da Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, tornano a essere patrimonio, e quindi corresponsabilità, di tutta la collettività.

Fin dalla sua nascita nel 1995, Libera – il coordinamento di associazioni fondato da Don Luigi Ciotti – evidenzia come l’attività di contrasto alle mafie deve colpire con priorità assoluta gli aspetti patrimoniali ed economici delle organizzazioni criminali, soprattutto con la confisca dei beni e il loro riutilizzo per finalità sociali. Lancia quindi una raccolta firme per un disegno di legge che possa aggiungere un pezzo importante alla legge Rognoni-La Torre: il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie.
Il 7 marzo 1996 viene pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge 109, che rende finalmente la società civile protagonista della lotta alle mafie, attraverso la possibilità di riappropriarsi di spazi e crearne di nuovi in quei luoghi, sede o frutto di attività illecite, che prima erano il simbolo del potere dei boss.

Complessivamente, secondo i dati dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, (al 05 marzo 2020) sono 16.446 i beni immobili (particelle catastali) destinati ai sensi del Codice antimafia e sono invece in totale 17.376 gli immobili ancora in gestione ed in attesa di essere destinati. Una ricerca di Libera ha censito finora 865 soggetti diversi impegnati nella gestione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, ottenuti in concessione dagli enti locali, in ben 17 regioni su 20. Questi numeri dimostrano come la restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali sia diventata un’opportunità di impegno responsabile per il bene comune. Il valore di questi beni si sposta dunque dalla sfera economica alla dimensione etica dei percorsi scaturiti dalle esperienze di riutilizzo per finalità sociali. Non ci sono quindi solo i numeri, ma soprattutto le tante storie: quelle delle persone cui i beni sono dedicati, spesso vittime innocenti delle mafie, e quelle delle persone che ogni giorno lavorano fra mille difficoltà per riaffermare il valore e la cultura della legalità democratica e dei diritti sanciti dalla nostra Costituzione contro la cultura della sopraffazione, del privilegio e della violenza della criminalità organizzata.

Fonte: www.libera.it
Fonte: www.libera.it

La legge n. 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie ha compiuto ventiquattro anni e i beni tornati comuni e condivisi sono i protagonisti di ‘Consumo responsabile’, la rassegna organizzata dal Coordinamento di Ferrara di Libera, insieme al Presidio Barbara, Giuseppe e Salvatore Asta del Centopievese di Libera e alla Pro Loco Voghiera, all’interno del programma della Festa della Legalità e della Responsabilità 2020, che si tiene dal 15 al 17 ottobre a Factory Grisù. ‘Consumo responsabile’ viene ospitata da Hangar Birrerie, che per i tre giorni della festa dalle 19.00 preparerà un aperitivo con i prodotti di Libera Terra, coltivati con agricoltura biologica e provenienti da strutture produttive e terreni sottratti alla criminalità organizzata.
Ne abbiamo parlato con l’avvocato Donato La Muscatella, referente del Coordinamento di Ferrara di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

Quella in partenza è l’undicesima edizione della Festa della Legalità e della Responsabilità. Da dove è nata questa iniziativa?
La Festa della Legalità e della Responsabilità – fu proprio su proposta di Luigi Ciotti che si integrò il nome della rassegna con questa seconda parte – nasce, oltre dieci anni fa, dalla volontà di mettere a fattor comune le competenze, in questa materia, di tutti gli attori presenti sul territorio ferrarese.
Istituzioni e associazioni messe in rete per proporre seminari, eventi culturali, laboratori e proposte di riflessione sul tema, accomunate dalla volontà di rispettare il rigore scientifico dei contenuti, in un contesto che, già all’epoca, proponeva troppe ‘suggestioni’.
Suggestioni che, più che con la legalità democratica, sembravano avere a che vedere con la xenofobia, perdendo di vista, da un lato, le peculiarità delle organizzazioni criminali di stampo mafioso e, dall’altro, la necessità di leggere qualunque regola, doverosamente, nell’ottica della nostra Costituzione.
Perché si credeva – e noi tutt’ora crediamo – che la legalità, priva del connotato che le attribuisce la democrazia, resti un concetto vuoto, proprio non dell’educazione alla responsabilità, ma della propaganda.

Nel tempo la formula si è modificata. Quest’anno come si svolgerà e qual è il ruolo del Coordinamento di Ferrara di Libera?
La Festa si è evoluta nel corso degli anni, anche in relazione al succedersi al tavolo degli organizzatori di partner differenti, che hanno espresso il proprio contributo e chiesto, talvolta, di modificarne l’impostazione.
Quest’anno, anche per i tempi ristretti nei quali è stata organizzata, ciascuna istituzione e associazione presente si è concentrata su singoli eventi presenti nella rassegna, dei quali ha curato autonomamente i contenuti e le modalità di proposta al pubblico.

Il tema della rassegna ‘Consumo Responsabile’ sono i beni confiscati e il loro riutilizzo sociale. Perché avete scelto questa materia?
Come Libera, all’interno dello spazio che ci è stato concesso, abbiamo voluto approfondire ciò che i beni rappresentano oggi, perché troppo spesso se ne coglie unicamente la dimensione economica e non quella, fortissima, di carattere sociale.
I beni confiscati rappresentano una modalità concreta di impegno su territori che hanno visto imperversare l’arroganza di chi ritiene che le regole si possano trascurare quando si ha il potere, restituendo non solo prodotti di qualità, ma lavoro vero e ‘pulito’.
A nostro avviso, in altre parole, sono un ottimo modo per attivarsi in maniera concreta, tangibile, reagendo alle diverse forme di criminalità organizzata.
È anche per questo che abbiamo scelto di unire a questi prodotti una riflessione sugli anni delle stragi, assieme a Margherita Asta, Referente Settore Memoria di Libera Emilia-Romagna, legando, così, memoria e impegno.

Ci può illustrare, sinteticamente, quali sono i passaggi per restituire un bene delle criminalità organizzata alla collettività?
Si parte con il provvedimento di confisca che, secondo i casi, può intervenire al termine di un processo, quando la condanna diventa definitiva o come misura di prevenzione, allo scopo di ‘congelare’, in presenza di specifici requisiti, beni che si ritengano frutto di attività illecita.
Parlando di beni immobili (appartamenti, fabbricati, terreni), il bene che, a quel punto, può dirsi ‘confiscato’, entra così nel circuito di gestione, che coinvolge lo Stato, gli Enti Locali nel cui territorio si trovano i beni e, naturalmente, le associazioni, che potranno sottoporre agli enti, nell’ambito di procedure ad evidenza pubblica, il proprio progetto di utilizzo per finalità sociali.
Una volta concluso questo percorso – che purtroppo, talvolta, dura molti anni – il bene può cominciare a ri-vivere attraverso la sua nuova destinazione, divenendo accessibile alle comunità che, per tanto tempo, l’avevano percepito come simbolo di illegalità.

Ci sono beni anche nella nostra città e Regione?
Si, certamente.
I dati dell’ANSBC (Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) a oggi riportano, nella nostra Regione, 631 immobili in gestione e 144 già destinati; tra questi, 8 sono collocati tra la nostra città e la provincia.

Questa pandemia rappresenta una ‘opportunità’ per le mafie, che possono a loro favore la pandemia il coronavirus per infiltrarsi ancora di più nell’economia e nelle società. Quali sono i settori più a rischio e quali i segnali cui bisogna fare più attenzione?
I rischi principali sono collegati alla crisi economica che stiamo vivendo (molto forte nei settori della ristorazione, del turismo e dell’edilizia), che potrebbe portare alcune persone a far ricorso a forme di finanziamento illegali, e dall’inevitabile tendenza a snellire le procedure, per poter rispondere alle esigenze immediate della società.
Sotto questo profilo, la comprensibile necessità di semplificare, in una condizione d’urgenza, il rapporto di cittadini e aziende con la Pubblica amministrazione non può e non deve trasformarsi in una ‘ghiotta occasione’ di infiltrare l’economia legale e riciclare danaro generato dalla violenza e dal sangue. Penso all’ampliamento degli affidamenti senza gara o alle accelerazioni delle verifiche antimafia.
Dobbiamo sempre ricordarci, anche quando si risente parlare di vendere in asta pubblica i beni immobili confiscati, che le mafie hanno già dimostrato di saper leggere bene e in anticipo queste dinamiche, cambiando modalità di azione e scegliendo quella, di volta in volta, più efficace per i propri scopi criminali.

Una delle ultime iniziative di Libera è proprio un patto per la ripartenza dopo questa terribile crisi, che ha messo in luce tutte le criticità del nostro modello produttivo e sociale. La campagna si chiama #GiustaItalia, ce ne può parlare?
#GiustaItalia è un manifesto di 18 proposte politiche concrete, da sottoporre al Governo, lanciato da Libera, Avviso Pubblico e da tante altre associazioni e sindacati, per rimpiazzare la cultura dell’emergenza con un modello di rinascita del Paese che non si basi sull’adattamento al presente, ma sulla costruzione di un nuovo modo di fare le cose, aumentando la trasparenza e riducendo le diseguaglianze sociali.
Un vero e proprio Patto di Responsabilità collettivo, che vuole cogliere questo momento per migliorare e migliorarci, anziché accettare il ritorno a una normalità, della quale già prima del virus conoscevamo i molti limiti.

Clicca sull’immagine per leggere il programma giorno per giorno di Consumo Responsabile

Vite di carta /
Il cavaliere di Calvino alla Biblioteca Popolare Giardino

Vite di carta. Il cavaliere di Calvino alla Biblioteca Popolare Giardino

Giovedì 15 ottobre alla Biblioteca Popolare Giardino si terrà un reading in ricordo di Italo Calvino, nato in questo stesso giorno e mese anche se di lunedì nel 1923, e non a Ferrara ma a Santiago de las Vegas, presso L’Avana.

Mi è stato chiesto di partecipare a questa giornata delle lettrici e dei lettori, ho detto subito sì. Mi è stato indicato di scegliere una pagina che per me è speciale, ho scelto immediatamente un capitolo da Il Cavaliere inesistente, il numero quattro. Rido sempre nel rileggerlo, rido di gusto.

Perciò perché non condividerlo in una occasione tanto ghiotta: saremo tutti lì a ricordare la penna forse più straordinaria del nostro Novecento, proprio nel giorno del suo novantasettesimo compleanno (in realtà Calvino è mancato nel settembre del 1985, senza arrivare a compiere sessantadue anni) e forse suscitare ilarità con la lettura ad alta voce è un buon modo per toglierlo dall’imbarazzo, se ci sente da lassù.

Poche settimane prima di morire aveva ribadito a Claudio Romanini, uno dei curatori dei Meridiani Mondadori dedicati ai suoi romanzi e racconti, di avere un rapporto difficile, addirittura “nevrotico” con l’autobiografia; proviamo a sorridere allora. Farà bene a tutti.

Il Cavaliere, uscito nel 1959, è un romanzo breve e si compone di dodici brevi capitoli: insisto sulla brevità, perché come lettrice mi ha colpito la proporzionalità inversa tra quantità delle pagine scritte e qualità della narrazione. Il capitolo che ho scelto lo dimostra ampiamente, tanto che dovrò selezionarne solo alcune componenti, quelle che rivelano uno spassoso gioco letterario.

Siamo nell’Alto Medioevo, al tempo della guerra tra l’esercito di Carlo Magno e gli Infedeli, che sono risaliti dalla Spagna fino alle porte di Parigi. Rambaldo di Rossiglione è venuto apposta a combattere tra le fila cristiane per vendicare la morte del padre, il marchese Gherardo, caduto a Siviglia per mano di un pezzo grosso tra i mori, l’argalif Isoarre.

Ora mi concentro su questo giovane e impetuoso cavaliere, tralascio di scrutare chi è il narratore nel quarto capitolo, come sono i paladini che Rambaldo sta conoscendo nelle ore che precedono la battaglia, e in particolare il cavaliere Agilulfo, quello che ha già dato tante indicazioni al nostro giovane mostrando di sapere tutto sulla vita dell’accampamento cristiano.

Agilulfo però ha una caratteristica unica, non c’è. Dentro la sua armatura immacolata non c’è nessuno. A dargli consistenza sono stati inizialmente gli atti di coraggio e le gloriose imprese da paladino, ora sono le mansioni da lui svolte, con pignola perfezione, dentro al campo.

Ecco metto a fuoco Rambaldo, che è al suo primo combattimento e guardo con i suoi occhi cos’è la battaglia.  Il testo dice: ”Il segno che era cominciata la battaglia fu la tosse. Vide laggiù un polverone giallo che avanzava, e un altro polverone venne su da terra perché anche i cavalli cristiani s’erano lanciati avanti al galoppo.

Rambaldo incominciò a tossire; e tutto l’esercito imperiale tossiva intasato nelle sue armature, e così tossendo e scalpitando correva verso il polverone infedele e già udiva sempre più dappresso la tosse saracina. I due polveroni si congiunsero: tutta la pianura rintronò di colpi di tosse e di lancia”.

Non ho le parole per dire quanto sia comica questa scena, nel senso che dovrei usarne troppe, facendole accavallare le une sulle altre. Di sicuro questa descrizione della battaglia che comincia è uno straordinario esempio di straniamento e davvero tutti noi lettori la vediamo come fosse la prima volta.

Di sicuro fa ridere l’abbassamento repentino del racconto dalla dimensione epica del combattere a quella comica e quotidiana della tosse provocata dal polverone agitato da cavalli e uomini in movimento. Poi ci ritrovo figure retoriche a iosa, una meravigliosa tecnica della ripresa cinematografica in soggettiva alternata al campo lungo della veduta oggettiva finale.

Un’alternanza efficace dei canali sensoriali della vista e dell’udito, ma si direbbe anche del tatto attraverso il disagio fisico del tossire.
Potrei scovare anche altro in questo passo, ma mi chiama una altro punto del capitolo, collocato verso la fine.

La battaglia finisce per Rambaldo, che è provato dalla fatica e si allontana dal campo per cercare riposo e ristoro in un boschetto, il locus amoenus che non può mancare in un romanzo che parla di guerra e di battaglie. In realtà vuole rimanere sulle tracce di un cavaliere che lo ha appena aiutato a difendersi dall’imboscata che gli hanno teso due saracini, ma non ha voluto presentarsi.

Vorrei parlare del suo cavallo colpito a morte, di Rambaldo rimasto appiedato mentre continua a cercare il cavaliere dall’armatura color pervinca che, non svelando il proprio nome, gli ha recato una grave offesa, una delle tante del cavilloso codice cavalleresco.

Ma corro anch’io ad assistere alla scena che si verifica tra le fronde del bosco: finalmente Rambaldo scorge il cavaliere sconosciuto nei pressi del greto di un fiumicello, si apposta per osservarlo e lo vede correre scalzo sugli scogli. Sembra “un crostaceo”, con la corazza e l’elmo nella parte superiore del corpo e con la nudità del ventre e delle gambe.

Colpo di scena: “Rambaldo non credeva ai suoi occhi. Perché quella nudità era di donna: un liscio ventre piumato d’oro, e tonde natiche di rosa, e tese lunghe gambe di fanciulla”. E cosa fa la plastica fanciulla? “Si mise tranquilla e altera a far pipì. Era una donna di armoniose lune, di piuma tenera e di fiotto gentile. Rambaldo ne fu tosto innamorato”.

Noi che leggiamo e ci siamo appostati con Rambaldo per osservare la figura misteriosa siamo straniati per la seconda volta in poche pagine. La sorpresa di vedere una fanciulla e non un uomo è grande: ancora non lo sappiamo, ma anche chi ci racconta la storia non è un narratore univoco e alla fine dovrà svelarci il suo vero volto. La sorpresa che si tratta di una donna ci fa scattare il raffronto con altre donne guerriere della nostra tradizione epica.

Ma non basta: quando anche riprendessimo a leggere le imprese di Bradamante e di Clorinda nei poemi usciti dal nostro Rinascimento ferrarese potremmo delineare solo una parte di questa figura di donna. Perché la fanciulla che ha fatto innamorare Rambaldo e che ha appena smesso di combattere arditamente, ora fa una cosa inusuale, mai vista prima, fa pipì. Di conseguenza anche il fulmineo innamoramento di Rambaldo non si è mai visto prima.

Nella nostra tradizione letteraria “alta”, quella che si studia alla scuola superiore, nessuno si è mai innamorato di una donna senza vederla in volto. E che figure hanno le Donne che ci sono consegnate dai testi poetici dalla Scuola siciliana di metà XIII secolo in poi: hanno la pelle candida e i lineamenti angelici, i capelli sono lunghi e biondi, l’incedere regale e armonioso al tempo stesso, la voce soave e soprattutto il loro cuore è gentile.

Da Calvino ce lo potevamo aspettare, e infatti proprio lui che è stato un grande estimatore del nostro Ariosto e che nei suoi romanzi e racconti ha tracciato un denso filone di storie fantastiche, piene di parodia e di leggerezza nel giocare con la tradizione letteraria, proprio lui ci spiattella un innamoramento avvenuto così. Niente incedere elegante e pudico della Donna tra la gente, niente gioco di sguardi che incatena l’uomo alle gioie e alle pene d’Amore.

Sto parlando di gioco letterario e mentre scrivo conto le implicazioni che esso produce sulla organizzazione del testo del Cavaliere. Per non disperdermi in tanta ricchezza narrativa riprendo la figura di Rambaldo: dunque egli ha conosciuto i piani di battaglia, noiosissimi e ripetitivi: gli è stato detto di prendere posizione nell’esercito schierato e andare sempre dritto, fino al momento in cui la sua lancia cozzerà contro l’argalif Isoarre, che combatte sempre nello stesso punto.

Poi ha preso parte alla battaglia, che è quella dei due polveroni giallastri che si vanno incontro. Ancora, non ha incontrato subito Isoarre per un errore strategico, le fila dei soldati sono sfasate e i cavalieri così non si incontrano; ha intercettato invece l’argalif Abdul e solo grazie all’intervento di uno degli interpreti (indispensabili quando si affrontano eserciti che parlano lingue differenti) non lo ha infilzato; infine ha provocato l’uccisione di Isoarre solo indirettamente, avendogli mandato in frantumi gli occhiali. E’ proprio il caso di dire: “A Rambaldo successe tutto diverso da come gli avevano detto”.

E anche a noi lettori sono stati portati via i temi della guerra e dell’amore come li ha codificati la nostra narrazione epica medievale e moderna. Via l’immagine monumentale dell’eroe guerriero (i paladini che re Carlo passa in rassegna nel primo capitolo appaiono sudaticci e annoiati dentro le armature, sotto l’elmo nascondono principi di calvizie). Via soprattutto l’apparato concettuale e le forme dell’amore cortese, con gli amanti trepidanti e la donna angelicata.

Questo per quanto riguarda il rapporto che Calvino instaura con la tradizione. Manca ancora la parte del suo discorso rivolta all’uomo contemporaneo, a cui rimandano i tratti così inusuali di Agilulfo, un Cavaliere che non esiste se non per ciò che fa, un personaggio che si “cosifica” nel mansionario quotidiano dentro al campo cristiano.
Sarebbe intrigante parlarne, magari succederà un’altra volta.

Per leggere gli altri articoli e indizi letterari di Roberta Barbieri nella sua rubrica Vite di cartaclicca [Qui]

 

BUFALE & BUGIE Condannati a morte in Corea del Nord, ma senza prove e verifica delle fonti

Riassumere in poche righe le innumerevoli fandonie, in un primo momento sbattute in prima pagina, poi smentite dalle evidenze emerse, a cui i tradizionali canali informativi ci hanno abituato, relativamente alla Corea del Nord, non sembra affatto possibile. Ma questo non preclude ai nostri media lo scivolamento in periodici casi di recidiva. Naturalmente, non è nostra intenzione entrare in merito a questioni che esulino dalla segnalazione di notizie non verificate, come esprimere giudizi sul regime governativo presente in Corea del Nord: diffondere notizie senza citare prove e fonti non serve alla causa della verità.

Esiste un sito sudcoreano, il Daily Nk – specializzato nella diffusione di “notizie veloci e accurate sulla Corea del Nord”, e più spesso di vere e proprie notizie non verificate [vedi qui] – , che fonda la propria missione giornalistica su un bias cognitivo esplicitato dal suo stesso presidente: obiettivo della testata non è l’informazione oggettiva nei riguardi di un Paese sovrano, ma il tentativo di promuovere un cambiamento all’interno di “uno dei regimi più repressivi della Storia”. Tale framing guida l’interpretazione delle comunicazioni fornite, come è accaduto l’11 settembre scorso. L’articolo in questione annuncia l’uccisione, da parte del Governo, di cinque funzionari del Ministero dell’Economia, ma solo nel corpo del testo si chiarisce la natura ipotetica dell’avvenimento. La ricostruzione presentata dal sito non mostra alcuna prova, bensì si appoggia solamente ad affermazioni pronunciate da fonti anonime – proprio come nella maggior parte delle bufale di tutti questi anni – . La colpa da scontare sarebbe stata l’espressione di alcuni dubbi nei riguardi delle politiche economiche di Stato; Kim Jong-Un, venuto a conoscenza del fatto, avrebbe così ordinato l’esecuzione, determinando un impellente trasferimento delle famiglie coinvolte in un campo per dissidenti politici. Nonostante l’assenza di fatti verificati, anche stavolta l’eco mediatica non si è fatta attendere: il 16 settembre l’astrologa Caterina Galloni titolava su Blitz Quotidiano “Corea del Nord, giustiziati 5 funzionari: avevano criticato Kim Jong-Un”, mentendo appunto sull’entità dell’accaduto. La vera notizia è che la sparatoria sarebbe avvenuta secondo una fonte, non che è avvenuta e basta. Una precisazione, questa, che necessariamente deve occupare il primo posto all’interno di un titolo, per non far incorrere chi legge nel già citato framing effect: se anche il testo dell’articolo specifica la natura speculativa della notizia, chi legge è comunque portato a dar più peso a ciò che ha già appreso dal titolo.

Cosa impedisce a una testata l’onestà intellettuale di presentare i fatti per come realmente sono? Certamente gli opposti interessi politici. Degli USA in primis: uno dei maggiori finanziatori del Daily Nk è il National Endowment for Democracy, ente statunitense creato per “supportare la libertà in giro per il mondo”. Solo nel 2019, ha ricevuto in dono 400.000 dollari, ma la somma è da aggiungere ai finanziamenti complessivi [vedi qui] destinati all’intervento in Corea del Nord. E nulla più dell’opacità giornalistica ostacola una seria ricerca della verità su un Paese tanto sconosciuto, ma ancora tanto oscuro come la Corea del Nord.

BUFALE & BUGIE, la rubrica di controinformazione di Ivan Fiorillo esce ogni mercoledì su Ferraraitalia. Per leggere le puntate precedenti clicca [Qui]

I DIALOGHI DELLA VAGINA
A DUE PIAZZE – Non so che tu sai quel che so…

Riprende dopo la pausa estiva la rubrica I dialoghi della vagina di Riccarda Dalbuoni. In A due piazze Riccarda e Nickname si pongono un dilemma: spiegare sempre o non spiegare mai?
Quando Nickname intraprende esposizioni verbali appassionate, la donna quasi sempre già sa.

N: Una donna che conosco bene, quando le spiego una cosa con quello che io giudico un appassionato trasporto divulgativo, mi guarda con una faccia che dovreste vedere e mi dice: “Guarda che lo so”. In effetti spesso lo sa, mentre io l’ho appena saputo da Wikipedia. Scopro oggi che questo mio appassionato trasporto potrebbe essere annoverabile come “mansplaining”, traducibile come un uomo che ti spiega le cose che già sai meglio di lui, come se lui le sapesse meglio di te. Da quando so questa cosa, tendo a non spiegare più nemmeno le cose che penso di conoscere davvero.

R: Ma c’è di peggio di una donna che ti dice Guarda che lo so (e se te lo dice, lo fa solo quando ha molta confidenza e questo significa che per i primi tempi, ti ha pure voluto dare la soddisfazione di pensare che lo sapessi solo tu). Di peggio c’è una donna che di fronte a un concetto, a un approfondimento, a qualcosa che non sia una nozione da enciclopedia del web, pensa: E te lo devo pure spiegare? Lo pensa e non lo dice. E se nella sua mente scorre questo titolo di coda non espresso, non l’acchiappi più. La didascalia è terribile soprattutto a doverla fare perché vuol dire che le parole hanno preso il posto della simultaneità di due persone che sentono e si capiscono. Se io te lo devo pure spiegare, saranno solo parole.

N: Torniamo sempre lì: la donna dice una cosa e l’uomo ne deve capire un’altra. Ma c’è di peggio: la donna non dice niente e l’uomo deve capire che è già troppo tardi. Non abbiamo la capacità di leggere le vostre parole, figuratevi se abbiamo la capacità di leggervi nel pensiero.

R: Ecco l’uomo che si arrende all’accettazione che tanto non capirà mai né quando lei parla né quando lei sta zitta. E te l’ho anche dovuto spiegare, caro Nick.

E voi da che parte siete? Provate a spiegarle le cose o ci rinunciate? Cosa credete sia meglio?

Potete scrivere a parliamone.rddv@gmail.com