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Giorno: 1 Novembre 2020

Regione Coronavirus. Aggiornamento 1 novembre: su oltre 12mila tamponi effettuati 1.758 nuovi positivi, di cui 902 asintomatici

Eseguiti anche 3.234 test sierologici. Il 94% dei casi attivi con sintomi lievi in isolamento a casa; l’età media nei nuovi positivi è di 43,4 anni. +31 guariti. 16 nuovi decessi

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 57.597 casi di positività1.758 in più rispetto a ieri, su un totale di 12.039 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è oggi del 14,6%.

Dei nuovi contagiati, sono 902 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: complessivamente, tra i nuovi positivi 181 persone erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 362 sono state individuate nell’ambito di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,4 anni.

Sui 902 asintomatici257 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 64 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, per screening sierologico, 19 con i test pre-ricovero. Per 556 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 526 nuovi casi, poi Modena (321), Reggio Emilia (282), Parma (136), Piacenza (116), Ferrara (86), Ravenna (85) e Rimini (68).  Seguono Forlì (49), Cesena (46) e Imola (43).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

tamponi effettuati sono stati 12.039, per un totale di 1.601.730. A questi si aggiungono anche 3.234 test sierologici.

casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 24.917 (1.706 in più di ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 23.518 (+1.655 rispetto3101 a ieri), il 94% dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 16 nuovi decessi6 in provincia di Modena (5uominidi 96, 93, 75, 72 e 68 anni e 1 donna di 93),  4 in provincia di Bologna (4 uomini di 87, 83, 80 e 69 anni), 2 sia in provincia di  Piacenza (entrambi uomini rispettivamente di 89 e 73 anni) che in quella di Ravenna (entrambe donne rispettivamente di 97 3 95 ani)e 1 in quelle di Parma (donna di 86 anni)e Forlì-Cesena (donna di 91 anni). Nessun decesso nelle province di Reggio EmiliaFerrara e Rimini. Dall’inizio dell’epidemia i morti complessivi in Emilia-Romagna sono 4.647.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 132 (+7 rispetto a ieri), 1.267 quelli in altri reparti Covid (+44).

Sul territorio, le 132 persone ricoverate in terapia intensiva sono così distribuite: 7 a Piacenza (dato invariato rispetto a ieri), 11 a Parma (invariato),  8 a Reggio Emilia (+1), 26 a Modena (+1), 44 a Bologna (+2), 3 a Imola (invariato), 8 a Ferrara (invariato), 6 a Ravenna (+1), 5 a Forlì (invariato), 4 a Cesena (invariato) e 10 a Rimini (+ 2 rispetto a ieri).

Le persone complessivamente guarite salgono a 28.033 (+36 rispetto a ieri).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 7.216 a Piacenza (+116 rispetto a ieri, di cui 38 sintomatici), 5.907 a Parma (+136, di cui 66 sintomatici), 8.972 a Reggio Emilia (+282, di cui 183 sintomatici), 8.377 a Modena (+321 di cui 119 sintomatici), 11.299 a Bologna (+526, di cui 267 sintomatici), 1.093 casi a Imola (+43, di cui 28 sintomatici), 2.670 a Ferrara (+86, di cui 8 sintomatici); 3.087 a Ravenna (+85, di cui 59 sintomatici), 2.439 a Forlì (+49, di cui 39 sintomatici), 1.842 a Cesena (+46, di cui 29 sintomatici) e 4.695 a Rimini (+68, di cui 20 sintomatici). /G. Ma01

Fermatevi! Lettera dal virus

Il nemico numero uno è il virus” chiosa il presidente Mattarella. “Tutti contro uno” rimbomba,  e subito sento salire dalle viscere un moto di rabbia. La mia non è una critica all’uomo Mattarella, ma al suo sguardo sul mondo, uno sguardo maschile, dal sapore patriarcale, che ha bisogno a tutti i costi di individuare il nemico con la speranza di riunire le armate e di motivarle alla battaglia. Ma noi non siamo un’armata!
Mattarella non è il solo ad avere questo sguardo sul mondo; è uno sguardo che accomuna i potenti della terra, i filantrocapitalisti che ti dicono quali sono i tuoi  problemi, poi  ti dicono cosa devi fare e infine ti vendono, badate bene ti vendono, la soluzione. 

Ma come è possibile continuare a parlare del virus come nemico quando il nemico, cioè la causa di tutti i mali, è il sistema su cui è costruita la nostra comunità e il virus è solo uno dei suoi sintomi? Nel primo lockdown, quando l’invisibile e sconosciuto virus ci ha raggiunto, i cittadini italiani hanno reagito in modo composto e con grande responsabilità e hanno usato il tempo dello stop per promuovere pensiero. Lo stop ha restituito pensiero creativo. Si è parlato della terra che tornava a respirare, della natura che tornava a farsi vedere anche nelle nostre città, dove la cementificazione ne ha cancellato i messaggi inequivocabili.
Splendido a tale riguardo il video che trovate qui: Lettera dal Virus
Guardatelo, voi che ci dite che il virus è il nemico numero uno e parlateci con le parole che usa  la straordinaria autrice della lettera Fermatevi, Darinka Montico.

Le persone che manifestano lo fanno perché non ne possono più di essere trattate come degli ignoranti senza capacità di pensiero critico. Le donne conoscono bene questa condizione. Da tempo immemore la nostra umanità è valutata solo in base alla nostra capacità di riproduzione, per il resto siamo emotive, siamo deboli, incapaci di scindere pensiero razionale dai sentimenti, siamo delle isteriche, insomma siamo più animali che umane etc. e, a volerla dire tutta, se fosse davvero così la realtà delle donne, oggi è solo un valore di cui la società non può fare a meno. È proprio quel sapere viscerale, che può indicarci la strada e non certo ‘il dio tecnologia’ propagandato dall’ideologia transumanista che fa piazza pulita invece della dignità dell’essere umano.

Un anno fa è uscito per Marlin editore il mio primo romanzo Il mio nome è Maria Maddalena, nel quale tratto il tema della maternità surrogata e della natura. La tesi di fondo: la logica estrattivista patriarcale e capitalista oggi si rivolge ai corpi riconoscendogli valore solo perché si possono immettere sul mercato, esattamente come è stato fatto con le risorse naturali, e di cui oggi siamo testimoni dello scempio commesso.
Il ventre della mia protagonista, Maria Maddalena, si innesta nel grande ventre primigenio della foresta amazzonica e la porterà a dire “più mi addentro nella foresta e più mi è chiaro che la conoscenza di queste popolazioni ci può salvare dal buco nero in cui ci siamo cacciati. Non c’è tecnologia che può insegnarci a vivere, dobbiamo ripensarci antropologicamente.”

Tutte le nostre energie oggi non dovrebbero essere rivolte a combattere un virus invisibile, ma se mai quella retorica del capo, del cervello che dice agli arti cosa devono fare, senza tenere conto di quanto siamo tutti interconnessi, virus compresi.

Leggetevi La nazione delle piante di Stefano Mancuso. Alla fine del libro Mancuso cita la teoria endosimbiotica della Margulis detta così “appunto perché prevede una simbiosi , ossia un rapporto favorevole tra due organismi  che vivono uno all’interno dell’altro…”, teoria che spiega l’evoluzione della vita sul nostro pianeta. Ebbene chi più delle donne può attingere a questo sapere biologico e umano nello stesso tempo? Il sapere delle donne è un sapere simile a quello delle cellule, è ancestrale, è simbiotico per l’esperienza che fanno tutti gli esseri umani venendo al mondo, ma di cui le donne portano un sapere nella carne, proprio perché uniche in grado di ripeterla più volte nell’arco di una vita, è inscritta nella loro carne.

La pandemia ha reso evidente quanto manchi ai potenti (per lo più maschi) una visione a lungo termine sul mondo capace di renderci solidali e uniti, simbiotici in una parola, dove non vince il più forte ma coloro i quali sapranno essere simbiotici con l’ambiente che ci circonda, con coloro che sapranno riconoscere che è l’unità tra diversi, che è la biodiversità che ci può salvare. La vera battaglia che ci attende, quella di impedire la sesta estinzione di massa, virus o non virus, è da fare, ma in connessione con tutti gli esseri viventi, senza pensare arrogantemente che l’uomo (aggiungerei maschio bianco) è il migliore e ha diritto a sopravvivere soggiogando le altre specie.

PER CERTI VERSI
Il tuo sorriso

Ogni domenica Ferraraitalia ospita ‘Per certi versi’, angolo di poesia che presenta le liriche del professor Roberto Dall’Olio.
Per leggere tutte le altre poesie dell’autore, clicca
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IL TUO SORRISO

Il tuo sorriso di ragazza
È un’onda che mi bagna
E si apre
per farmi passare
Sei un monile
Esotico
Una carta elegante
In un luogo
Misterioso
Di Palermo
E l’autostop
Con me
Come zaino
Sui tuoi valichi
E insenature
Il tuo sorriso di ragazza
Lenzuoli annodati
Per evadere
Dal tempo
Dalla morte barocca
Dalle necropoli
Il solo monumento
È un bacio
Nostro
Nel collo
Sotto il mento