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Giorno: 16 Novembre 2020

Maltrattamenti anziani. La vicepresidente della regione Schlein e l’assessore Donini sugli arresti di oggi:
“Una vicenda gravissima. La Regione farà tutte le necessarie verifiche”

“Episodi tanto più ignobili perché compiuti a danno delle persone più fragili e indifese e proprio in quei luoghi che dovrebbero farsi carico della loro cura e assistenza. Specialmente in questi mesi di pandemia”

Bologna – “Una vicenda gravissima. Simili episodi di violenza fisica e piscologica appaiono tanto più ignobili perché compiuti a danno delle persone più fragili e indifese e proprio all’interno di quei luoghi che dovrebbe farsi carico della loro cura ed assistenza. Specialmente in questi mesi di pandemia”. Così la vicepresidente con delega al Welfare Elly Schlein e l’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini commentano l’operazione dei Carabinieri che oggi ha portato all’arresto del gestore e di tre collaboratrici di una casa famiglia per anziani.“Le gravi accuse, se confermate dall’esito degli accertamenti giudiziari, delineano una sistematica attività di sopraffazione nei confronti degli ospiti e il mancato rispetto delle norme che regolano la gestione delle strutture socio-assistenziali e non possono non suscitare lo sdegno dell’intera comunità regionale – concludono Schlein e Donini-. Come Regione ci attiveremo per compiere tutte le necessarie verifiche. Un ringraziamento alle forze dell’ordine per l’efficacia di questa azione di contrasto alle violenze nei confronti di persone fragili.”/PF

Ferrara vuole una tesoreria etica e disarmata.

Dario Maresca, Simone Merli e Roberta Fusari, consiglieri comunali di Ferrara

Lunedì 9 novembre il Consiglio Comunale di Ferrara ha approvato due proposte che abbiamo presentato come centrosinistra (a firma di Dario Maresca della civica Gente a Modo, Simone Merli del PD e Roberta Fusari di Azione Civica) per inserire importanti clausole etiche nel prossimo bando per il servizio di tesoreria comunale, cioè la banca del Comune.
Ringraziamo l’assessore al bilancio Fornasini, che ha dato parere positivo aprendo la strada per l’approvazione quasi unanime del Consiglio.

In particolare una prima risoluzione impegna il Comune a valutare l’inserimento come requisito di ammissione al bando la garanzia che i soggetti bancari che si proporranno non finanzino il commercio e la produzione di armi. Un’azione concreta per affermare i valori costituzionali di pace, solidarietà e ripudio della guerra, che si inserisce nell’ambito della campagna “Tesorerie Disarmate” promossa dalla Rete Italiana Disarmo. Molti Comuni hanno introdotto un punteggio aggiuntivo per le banche non armate, noi chiediamo un passo in più e cioè l’esclusione delle banche armate. Il Comune rappresenta tutti i cittadini e vogliamo che il denaro dei ferraresi non sia coinvolto nel commercio di armi, che spesso alimenta in via diretta o indiretta conflitti e negazione dei diritti umani nel mondo.

Nella stessa direzione di una gestione responsabile del denaro pubblico va il secondo atto approvato: un emendamento per riconoscere nel bando per la tesoreria un punteggio aggiuntivo agli operatori finanziari di finanza etica e sostenibile e per i soggetti che si impegnano a finanziare attività sociali, culturali e sportive del nostro territorio.
Si tratterà forse del primo caso in Italia di valorizzazione in un bando di tesoreria della finanza etica, così come definita nell’art. 111-bis del Testo Unico Bancario, e cioè una finanza che valuta non solo l’impatto economico ma anche quello sociale e ambientale delle imprese e dei progetti finanziati, e che si organizza su principi etici, di partecipazione e trasparenza. Un gesto quindi dal forte valore anche simbolico e di promozione di un atteggiamento diverso nei confronti del denaro, che anche quando “sta in banca” non riposa mai e a seconda di come viene gestito alimenta un modello di sviluppo sostenibile oppure iniquo.
Il punteggio che valorizza il legame con le iniziative del territorio rappresenta un altro tassello di un intreccio che deve essere virtuoso tra chi amministra la cosa pubblica, chi ne gestisce le risorse e la comunità.

Siamo orgogliosi di questo risultato, contenti che su questi temi si sia potuto trovare una concordanza trasversale alle forze politiche, e soddisfatti di poter mostrare che perseguendo il dialogo e la propositività si può trovare uno spazio di incisività politica anche stando all’opposizione.
Adesso il nostro compito come opposizione sarà naturalmente quello di vigilare che queste azioni siano effettivamente messe in pratica, e insieme all’assessorato al Bilancio e alle altre forze politiche far sì che queste delibere siano il primo passo di un percorso culturale e politico trasversale sull’uso responsabile del denaro.

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 2.547 nuovi positivi, di cui 1.195 asintomatici. +295 i guariti.

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 2.547 nuovi positivi, di cui 1.195 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. +295 i guariti. Il 95% dei casi attivi con sintomi lievi in isolamento a casa

Effettuati oltre 14.400 tamponi: la percentuale dei nuovi positivi sui tamponi fatti scende al 17,6% rispetto a ieri. Effettuati anche 3.140 i test sierologici. L’età media nei nuovi positivi è di 44,8 anni. 23 i nuovi decessi

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 91.066 casi di positività, 2.547 in più rispetto a ieri, su un totale di 14.442 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è oggi del 17,6%.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 1.195 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 276 persone erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 366 sono state individuate nell’ambito di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 44,8 anni.

Su 1.195 asintomatici, 360 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing112 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 10 con gli screening sierologici26 tramite i test pre-ricovero. Per 687 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province dell’Emilia-Romagna vede Modena con 605 nuovi casi e Bologna con 539, a seguire Reggio Emilia (302), Rimini (256), Piacenza (186), Ravenna (146), Parma (146), il territorio di Imola (114) e Ferrara (101). Poi Cesena (99) e Forlì (53).

Questi, dunque, i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

tamponi effettuati sono stati 14.442, per un totale di 1.873.435. A questi si aggiungono anche 3.140 test sierologici.

casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 55.429 (2.229 in più di ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 52.789 (+2.120 rispetto a ieri), il 95,2% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 23 nuovi decessi: 13 in provincia di Modena (7 uomini di 72, 76, 79, 82, 88, 89 e 97 anni e 6 donne di 53, 65, 74, 84, 88 e 90 anni), 5 in quella di Piacenza (3 donne di 62, 89 e 92 anni e 2 uomini di 64 e 72 anni), 3 in quella di Parma (2 donne di 85 e 86 anni e un uomo di 87 anni), uno in quella di Reggio Emilia (un uomo di 87 anni) e uno in quella di Ferrara (una donna di 86 anni). Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, in Emilia-Romagna i decessi sono complessivamente 5.067.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 247 (+1 rispetto a ieri), 2.393 quelli in altri reparti Covid (+108).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 12 a Piacenza (-1 rispetto a ieri), 17 a Parma (+1), 25 a Reggio Emilia (invariato), 62 a Modena (+3), 64 a Bologna (+1),  3 a Imola (-2), 20 a Ferrara (invariato), 14 a Ravenna (+1), 6 a Forlì (-1), 1 a Cesena (-1) e 23 a Rimini (invariato).

Le persone complessivamente guarite salgono a 30.570 (+295 rispetto a ieri).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 9.823 a Piacenza (+186 rispetto a ieri, di cui 87 sintomatici), 8.121 a Parma (+146, di cui 85 sintomatici), 13.418 a Reggio Emilia (+302, di cui 232 sintomatici), 16.145 a Modena (+605, di cui 224 sintomatici), 18.100 a Bologna (+539, di cui 294 sintomatici), 2.149 casi a Imola (+114, di cui 110 sintomatici), 4.425 a Ferrara (+101, di cui 7 sintomatici), 5.437 a Ravenna (+146, di cui 81 sintomatici), 3.440 a Forlì (+53, di cui 44 sintomatici), 2.867 a Cesena (+99, di cui 64 sintomatici) e 7.141 a Rimini (+256, di cui 124 sintomatici).

Sottosegretario Martella: «Il recovery fund per un’editoria 5.0
Copyright: equilibrio con gli over the top»

da. info per la stampa: Eo Ipso srl

Al Festival Glocal il sottosegretario dialoga con Google e i principali rappresentanti del giornalismo digitale City News, Fanpage e ANSO: grande priorità al credito d’imposta per digitalizzare le redazioni e formare il personale, oltre al sostegno alla domanda di informazione.

Sulla direttiva copyright, il sottosegretario sottolinea l’importanza di trovare un equilibrio per salvaguardare gli interessi di tutti gli attori in gioco. Il quadro normativo è atteso entro giugno.

Lo hanno battezzato piano Editoria 5.0, sulla scia di quello che fu il piano Industria 4.0. Prevede interventi per favorire la transizione tecnologica della filiera, investire sul capitale umano e sostenere la domanda di informazione. E, questa l’intenzione dell’esecutivo, sarà sostenuto grazie ai fondi del recovery fund. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Andrea Martella, intervenendo a Glocal, il festival del giornalismo digitale promosso da VareseNews, svoltosi in questo 2020 in un’edizione totalmente online.

«Vogliamo estendere alle imprese editoriali quegli incentivi di carattere fiscale già presenti per l’industria 4.0», ha spiegato l’esponente del governo. Ovvero il credito di imposta, rivolto «agli investimenti in beni strumentali, alla formazione di nuove professionalità digitali e alla riqualificazione professionale degli over 45». Ai quali si affiancheranno «misure di sostegno ad investimenti in dispositivi di protezione tecnologica, per garantire la cybersecurity e contrastare la pirateria digitale».

Ha proseguito: «Vogliamo inoltre aprire anche al settore editoriale la possibilità di partecipare a bandi per la ricerca e sviluppo legati all’agenda digitale, dando loro l’accesso a contributi in conto capitale per l’implementazione di progetti di marketing editoriale per ottimizzare la catena professionale».

Sul tema occupazionale, Martella ha ribadito l’impegno a «tutelare il lavoro giornalistico scoraggiando l’elusione e il dumping contrattuale, affrontando il tema della dignità, del giusto compenso al lavoro giornalistico e il contrasto alla precarietà».

Il terzo filone di interventi ha riguardato invece il sostegno alla domanda di informazione. «Vogliamo promuovere l’alfabetizzazione digitale, favorendo l’informazione e la lettura critica». Decisione di ieri quella di stanziare bonus da 100 euro per le famiglie con un indicatore Isee inferiore ai 20mila euro per la sottoscrizione di abbonamenti digitali a testate giornalistiche.

Sulla formazione al digitale hanno insistito anche Google e alcune delle testate più innovative a livello internazionale, come Financial Times, Village Media, El Diario e Mamamia che a Glocal hanno raccontato le esperienze di successo della Google News Initiative (GNI). Il confronto è stata un’occasione per raccontare il Digital Growth Program di Google, un programma di formazione gratuita per redazioni di piccole e medie dimensioni, il cui obiettivo è valorizzare i contenuti online e superare le sfide economiche seguite alla pandemia.

Con Google, il sottosegretario Martella si è confrontato in un dialogo sulla direttiva copyright insieme a Lani di City News, Barbato di Fanpage e Rainisio di ANSO. L’obiettivo, secondo il sottosegretario, è quello di «trovare un equilibrio con gli over the top ma anche con le piccole realtà editoriali che amano il copyright ma vogliono vedere circolare ciò che fanno. Dobbiamo contemperare interessi contrapposti in un assetto regolato che impedisca effetti distorsivi o posizioni dominanti che vadano a discapito della qualità e del pluralismo dell’informazione».

Per Enrico Bellini, Government Affairs & Public Policy Manager di Google per l’Italia, «Google ha ben accolto fin dall’inizio l’idea di una revisione della Direttiva copyright, nell’ottica di adeguamento a un mondo sempre più evoluto e digitale, e da mesi è al lavoro per rendere i propri prodotti conformi al contesto normativo e in grado di remunerare al meglio il giornalismo di qualità. Per quanto riguarda il trasferimento di valore, grazie alle proprie piattaforme pubblicitarie solo l’anno scorso Google ha distribuito al comparto editoriale 14 miliardi di dollari a livello globale.»

«Un dato importante» ha continuato Bellini, «se si considera che in Italia la raccolta pubblicitaria legata alla ricerca di notizie sulle piattaforme Google genera poco più di 3 milioni di euro all’anno, mentre il numero di ricerche sulla Search inerenti alle notizie, rispetto al totale di ricerche fatte in Italia, sono appena superiori al 3%.»

Il sottosegretario Martella ha concluso sottolineando «la nostra disponibilità ad ascoltare più realtà possibili nelle prossime fasi e avere dei consigli, anche su questioni più tecniche, per supportarci nella finalizzazione dei decreti attuativi per essere sicuri di dare voce anche alle realtà più piccole per tutelare il pluralismo dell’informazione. Noi contiamo di riuscire a terminare il percorso legislativo entro il prossimo giugno».

La proposta del sottosegretario è stata ben accolta dai partecipanti al tavolo e Luca Lani, Amministratore delegato di City News, ha aggiunto «La direttiva europea sul copyright è un grande passo avanti per il rapporto tra piattaforme e editori, ma il legislatore deve comprendere le differenze tra motore di ricerca e aggregatori per evitare di fare una legge sbagliata che penalizzi il consumatore».

Info per la stampa: Eo Ipso srl

Marco Parotti 340.9665279 – mparotti@eoipso.it

 

Lettera: parliamo dell’ex Carife, ma senza imbrogliarci

Commentiamo pure quanto è avvenuto a proposito dell’ex Carife, ma facciamolo senza imbrogliarci. Un male divenuto incurabile perché il grande ammalato è defunto. Quella importate e preziosa, spesso altezzosa realizzazione, non c’è più. Poteva andare diversamente. Probabilmente si . Cerca di dircelo quanto scritto dalla CGIL, in due testi, che trovo troppo sbrigativi. Di questo sindacato sono aderente, da sempre, fin dal lontano 1947. Cercano pure di farlo, in maniera più diffusa i rappresentanti della associazione Amici di Carife. Scrivono entrambi in disaccordo con un esponente di Italia Viva. Sono partecipe e appassionato del fare politica,con un percorso che inizia nel 1949 dal PCI all’attuale PD, con Renzi e dopo Renzi ( una tra le mie grandi delusioni). Non intendo discolparlo, ne mi viene chiesto di farlo. E’ tuttavia corretto cercare di analizzare l’accaduto, prima di tranciare dei giudizi che andrebbero suffragati dai fatti, per non incorrere nella parzialità. O in una sorta di parabola del “dito e della luna”. La colpa vie attribuita al decreto della dissoluzione di Carife.

Desidero portare una mia personale testimonianza da danneggiato nella vicenda Carife, perché possessore assieme a mia moglie di 508 azioni e di una obbligazione subordinata dell’importo iniziale di 5.000 euro. Mi venne consigliata perché sarebbe sempre stata restituibile. Conservo la minuta scritta a mano dall’addetto ai titoli. In questa vicenda ho cercato di essere partecipe con numerosi scritti resi pubblici, con pareri espressi per la trasmissione Di Martedì e partecipando due volte alla trasmissione, mi manda Rai tre. Ho sostenuto la richiesta di un diritto democratico di sapere e conoscere. Valido per gli azionisti, per tutta la clientela della Banca e in generale anche dei ferraresi, perché era  o è sempre fatta apparire come la loro banca. Il mio intento era volto a capire le cause di quell’inaspettato dissesto. Era doveroso conoscere il perché di questa drastica misura. I motivi e le cause di quel commissariamento . Era la primavera del 2013, prima ancora della nascita del governo Renzi, avvenuta il 14 febbraio del 2014. Tanto per restare fedeli allo svolgimento dei fatti.  Quel trauma è stato subito purtroppo a Ferrara, con troppa passività. Il silenzio assoluto di chi aveva amministrato la banca. Vi è stato il suicidio di un ex dirigente. Molto, troppo silenzio.  Anche da parte di chi ora a buon diritto interviene. Ma il misfatto era già allora evidente. La necessità era di capire il da farsi per aprire una prospettiva, giacché quel commissariamento volenti o nolenti ha portato o ha reso evidente, che  la Carife era in un vicolo cieco. Mancando una ragionevole prospettiva si apriva una prateria per i populisti. E questo è purtroppo avvenuto nelle successive prove elettorali.

Da semplice utente avevo vissuto l’affanno che emergeva nel 2011 per attuare la ricapitalizzazione della Banca, con ulteriori 150 milioni di azioni chiesti e talvolta insistentemente pretesi dalla clientela. Si premeva per vendere azioni, senza indicare una motivazione, o almeno questa non l’ho avvertita, se non quella della convenienza degli acquirenti. Ma questa era una sorta di esca. Infatti la convenienza veniva smentita con la riduzione del valore di ogni quota azionaria, riportata con lettera  dell’anno successivo, che quotava le azioni a soli 7 euro luna, quando la stima precedente era attorno ai 20. Avvertita la dimensione di quel il crollo del valore azionario. Chiesi subito chiarimenti con la PEC e mi reco in Filiale. Non trovo l’addetto ai titoli e mi viene indicato per le spiegazioni una giovane dottoressa. Questa mi da una spiegazione ingannevole. la definiva una misura conveniente per gli azionisti, per evitare di ricadere nell’inasprimento fiscale messo in atto dal governo Monti. Non era riferita alle condizioni di Carife e diveniva ingannevole per gli azionisti. Questa viene da parte mia presa per vera e  l’ho pure avvallata nel mio successivo scritto, che ho inviato alla direttrice della Filiale. La stessa ha praticato il silenzio assenso. Validando quel parere.

Anche i commissari non ci fornirono spiegazioni della loro presenza, in sostituzione degli amministratori. Da questi veniva Interrompevano sia  il rientro graduale dell’ obbligazione subordinata e anche bloccata la vendita delle azioni. Queste  poi verranno ridotte a soli 27 centesimi,  diventando sostanzialmente carta straccia. Così è stato deliberato  nell’assemblea  degli azionisti promossa dai commissari di fine luglio 2015. ( Allora cosa ha azzerato il decreto?) Un decreto, volenti o nolenti, predisposto anche dall’incalzare dell’entrata in vigore del Bail-in, previsto appena un mese dopo, per l’inizio del 2016. Una  novità nella legislazione europea  che comportava anche l’impiego dei conti correnti in caso di fallimento della banca. Un capestro tanto assurdo e mai applicato. Faccio inoltre notare che, viene criticato il ministro che ha firmato il decreto, ma non chi l’ha scritto e nei propri organi deliberato, prima che venisse portato nel Consiglio dei ministri.  Su questo punto una domanda è d’obbligo: E’ mai successo che una delibera della banca d’Italia sia stato disattesa dal governo in carica?

Riferisco ance la mia personale esperienza nei rapporti con la gestione di questo fondo “salvifico”. La legge attuativa del cosiddetto decreto dissolvenza, impegna il FIDT a rimborsare l’80 % delle obbligazioni subordinate. Quando l’ho richiesto e poi sollecitato, la pratica risultava in un loro ufficio,  con personale che non ha mai risposto alle mie sollecitazioni, benché avessero dal Fondo  stesso emanata una circolare contente le loro più ampie disponibilità ad aiutare gli obbligazionisti e fornirgli tutti i chiarimenti,ma solamente dopo la decorrenza dei termini, il rimborso mi è stato effettuato  e a metà del dovuto. Ho richiesto il perché e la risposta è stata, che mia moglie non aveva chiesto niente. La facevano apparire una  generosa rinunciataria che fa beneficienza al FIDT ? Quella obbligazione l’avevo prelevata  con la mia firma dal conto corrente cointestato dove entrambi operiamo con firma congiunta e disgiunta. Nella stessa forma ho attivato l’obbligazione e  con la stessa ho chiesto fossa restituita,  e indicando l’invio sempre in un conto bancario cointestato.  Andava bene per pagare e non per riscuotere. La sottigliezza andava a scapito del creditore e a vantaggio di chi doveva rimborsare. Così hanno cinicamente aggirato un obbligo fissato dalla legge. Molto viene attribuito al possibile salvataggio con l’intervento del FITD. Di fatto niente è avvenuto , ma si da credito a questa eventualità. FITD è l’acronimo di Fondo Interbancario Tutela dei Depositi. Tutela non le Azioni ma solamente i depositi nei conti correnti delle banche fino all’importo di 100 mila. E’ un consorzio tra le banche, e Carife vi aderiva.  Era la difesa dei depositi nei conti correnti, ma questi non sono stati intaccati dal cosiddetto decreto Renzi. La BCE ritiene che il FIDT dovrebbe contare su una disponibilità tra i 2 e i 4 maliardi e invece dispone di solamente 300 milioni. Quale affidamento fare su chi dice ora, che non ha dato i 150 milioni  richiesti dalla assemblea dei soci Carife del luglio 2015 ma che non l’ha potuto fare, per pochi giorni di differenza? Ha modificato solamente dopo il decreto l’apposito schema per il cosiddetto piano B. Troverà degli appigli per dire che non poteva farlo prima. Apparire poi disponibili, non costa niente. Perché essere ora  noi creduloni del suo operato? Poteva una forma associativa del sistema bancario italiano muoversi all’insaputa, e senza la sincronizzazione con l’unica istituzione conoscitrice delle condizioni di Carife la Banca d’Italia? E’ la corda che sostiene l’impiccato.

Adesso viviamo nella speranza di parziali risarcimenti, molto difficoltosi da ottenere. Nonostante i vanti e le facilonerie espressi da chi è subentrato ai governi di centro sinistra, uscito sconfitto dalle elezioni del 14 marzo 2018. I subentranti  hanno alzata la misura già introdotta nella legge finanziaria del 2018 a seguito dell’incontro, promosso sindaco Tagliani col sottosegretario Barretta. Da qui partì l’impegno di mettere nella legge finanziaria del 1918, 100 milioni provenienti dai cosiddetti fondi dormienti. Questa cifra è poi stata portata dai nuovi arrivati a 1.500 milioni, ricavati dalla stessa fonte, e si è alzato dall’80 al 95 % i risarcimenti ai detentori delle obbligazioni subordinate, da attuarsi dal FITD. Per il resto è stato promesso il risarcimento del 30% del valore d’acquisto degli azionisti. Ho dovuto spendere360 euro già l’anno scorso per la compilazione delle domande di indennizzo e mi trovo, come tutti a sperare nel 2021 di riscuotere appena il 40% del 30% dell’ investimento in azioni iniziato a pagare nel 1992. Anche dal FITD per l’integrazione del 15% dell’obbligazione ancora niente. Eppure non è operazione complicata. La vicenda la descrivo da danneggiato ma non vorrei anche fare la parte dello stolto. La luna guardiamola tutta.

Giorgio Bottoni. (Ferrara 16.11.2020)

 

 

Caregiver familiari comma 255: appello a Mattarella:
“Perché non tornino le classi differenziali”

da: caregiver familiari comma 255

Dal marzo scorso denunciamo la poca attenzione alla condizione delle persone con disabilità e dei loro caregiver familiari nel governare la crisi pandemica e sanitaria in atto. L’allarme sul rischio di riaprire le “classi differenziali” lo abbiamo dato fin dalla pubblicazione dell’ordinanza 82 della regione Campania. Alla pubblicazione del DPCM del 3 novembre non ci è rimasta altra via che, assieme ad altri, rivolgerci al Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e dell’unità nazionale, per cercare di scongiurare che si ratifichi con i fatti un percorso differenziale per i nostri figli con disabilità, foriero di un inaccettabile ritorno al passato.
L’inesistenza di supporti economici ai caregiver familiari che lascia le nostre famiglie più povere abbandonate e sole, l’assenza di percorsi di ospedalizzazione covid 19 rispettosi dell’esigenza di accompagnamento dei nostri congiunti con disabilità che induce le famiglie a non denunciare la positività della persona con disabilità o del caregiver familiare; il mancato ripristino dei servizi già carenti “a regime” e la forte resistenza di enti erogatori, lavoratori ed enti locali a rimodularli in forma domiciliare, non sono bastati: assistiamo anche al ritorno alle classi differenziali, con l’avallo della società tutta. I caregiver familiari sono soli, abbandonati e stanchi. Approfittare di questo stato psicologico per indurli ad accettare nei fatti la scuola differenziale è aberrante. Una società civile non approfitta della condizione di precarietà dei suoi
cittadini più fragili e soli.
Confidiamo nel Presidente Mattarella e chiediamo a chiunque condivida le nostre ragioni di sottoscrivere la lettera [Vedi qui]

Credito: “Necessario allungare i tempi per la restituzione del debito”.
La Regione chiede nuove regole di fronte all’emergenza Covid

Credito. La Regione chiede nuove regole di fronte all’emergenza Covid. L’assessore Vincenzo Colla: “Necessario allungare i tempi per la restituzione del debito, per evitare drammatiche conseguenze su imprese, autonomi e privati. Chiederemo al Governo di attivarsi in Europa”

Oltre 450 mila imprese in Emilia-Romagna interessate dal provvedimento. Le preoccupazioni lanciate dal presidente dell’Abi Patuelli di fronte all’entrata in vigore dei nuovi parametri di default bancario dal 1 gennaio 2021

Bologna- “Come Regione Emilia-Romagna chiederemo formalmente al Governo di attivarsi perché l’Europa ammorbidisca le nuove regole sul credito”.

Vincenzo Colla, assessore regionale allo Sviluppo economico e al Lavoro, fa propria la preoccupazione di Antonio Patuelli, presidente Abi ( Associazione bancaria italiana), che nelle scorse ore ha lanciato l’allarme in vista dell’entrata in vigore dei nuovi parametri di default, secondo cui dal prossimo 1 gennaio diventeranno inadempienti verso le banche imprese e privati che presenteranno arretrati di pagamento per oltre 90 giorni rispettivamente a partire da 500 e da 100 euro.

Il motivo di questo cambiamento è legato alle nuove regole europee in materia di classificazione dei debitori in default e, in particolare, al Regolamento delegato (n. 171 del 19 ottobre 2017), che ha fissato nuoviparametri della soglia di rilevanza per il sistema bancario, rendendoli ancora più stringenti rispetto a quelli adottati in questi anni dalle banche italiane. Pur mantenendo invariata la situazione debitoria dunque, con queste nuove regole più rigide, le imprese potrebbero improvvisamente ritrovarsi in una condizione di default.
“Questa lunga crisi pandemica impone di prevenire possibili motivi di ulteriori tensioni e difficoltà per famiglie e imprese- afferma Colla-. È fondamentale intervenire subito affinché le conseguenze di una situazione gravissima e assolutamente inedita come quella che stiamo vivendo non si scarichino sulle comunità già fortemente provate, attraverso uno stillicidio di piccole imprese, autonomi e privati. Ricordo che delle oltre 450 mila imprese registrate (390 mila attive al 30 settembre) di questa regione più del 50% opera con il sistema di liquidità a breve con il sistema bancario. Con il nuovo regolamento e alla luce del lockdown, queste imprese nel nuovo scenario economico a breve diventerebbero soggetti a rischio. Dobbiamo evitare in tutti i modi sulla nostra economia un effetto domino, che a questo punto rischierebbe di rendere molto ardua una ripresa, con inevitabili drammatiche ricadute anche sul piano sociale”.

Nel terzo trimestre del 2020, quello estivo, segnato dalla ripresa di tutte le attività, la base imprenditoriale aveva tenuto, secondo i dati del Registro imprese delle Camere di commercio, forniti da Unioncamere Emilia-Romagna. Gli effetti della pandemia erano evidenti solo se si esaminavano separatamente i flussi dell’anagrafe delle imprese, non ancora nei saldi.
Rispetto allo stesso trimestre del 2019, le iscrizioni (4.575) erano leggermente diminuite, mentre le cessazioni erano state solo 3.770, con un calo dello 0,7%.
“Ora di fronte alle nuove regole imposte dal lockdown- precisa l’assessore- la situazione si presenta sicuramente più problematica”.

Albertino Canali e le poesie di Costanza

Questa mattina mi sono alzato presto, mi sono lavato, vestito con jeans e  una polo color ruggine e sono sceso a fare colazione. Mia sorella Ginevra (Gina), che abita in via Terra Grigia, a circa cinquecento metri da casa mia, era già arrivata e aveva preparato la colazione. Caffè, latte e pane con la marmellata. La marmellata è fatta in casa da Gina e il tipo di frutta che contiene dipende dalle disponibilità del periodo in cui è stata confezionata. Questa mattina c’era la marmellata di fichi, dolce e buona. Il pane al latte lo compriamo da Camilla, la fornaia che ha il negozio sull’angolo di via Santoni.
Dopo colazione, mi sono lavato i denti, messo gli stivali e sono uscito sotto il portico e poi da lì ho aperto il portone che permette di passare dal cortile alla strada. A lato del portone corre un muretto basso che separa qualche metro di carreggiata privata dalla strada provinciale.

Esco e mi fermo sul mio muretto. Vedo Costanza Del Re sulla sua porta:
“Ciao Albertino Canali” mi dice.  E’ come se Canali fosse il mio secondo nome. Sono cinquant’anni che mi chiama regolarmente Albertino Canali. Una volta ho provato a dirle di chiamarmi solo Albertino ma, non so per quale motivo, lei si è messa a ridere.
“Solo Albertino è peggio di Albertino Canali per esteso”.  Mi ha risposto.
Che gioia, considera Albertino un brutto nome, sicuro.
Ma perché, Costanza è bello? A me non piace un gran che. Penso sempre che Ortensia le sarebbe stato molto meglio. Una volta le ho chiesto se le sarebbe piaciuto chiamarsi Ortensia e lei mi ha risposto senza pensarci nemmeno un secondo “No”.
“E come ti piacerebbe chiamarti?”
“Alba” mi ha risposto “Alba di Pontalba”.

Alba di Pontalba è orribile, altro che Albertino. La guardo, c’è poco da fare, è sempre bella. Ha gli occhi un po’ verdi e un po’ nocciola. Ricordano le foglie d’ottobre e i ricci delle castagne e gli stagni dove vivono le rane e anche le divise militari che le starebbero sicuramente bene.
“Caro il mio Albertino Canali, oggi sono proprio stanca, ed è solo mattina” mi dice.
“Perché? cosa ti succede?”
Il punto non è quello che succede, il punto è quello che non succede”. Figurarsi se lei risponde in maniera normale.
“Allora cosa non succede?”
“Non succede che il Covid-19 se ne vada, non succede che la democrazia recuperi la sua vera identità, non succede che la solidarietà varchi le soglie delle case  e non esiste tolleranza se non per merito di qualche rarissimo illuminato. La collaborazione che dovrebbe riguardare tutti gli esseri viventi è un naufrago senza speranza. I bambini Siriani muoiono sotto le bombe, i bambini africani annegano, quelli brasiliani sniffano colla a cinque anni. I politici … . lasciamo stare”.
Accidenti oggi Costanza si è alzata male, certe volte lo fa.
Comincia di mattina a dire cose tristi e va avanti così tutto il giorno. Se la rivedi la sera la ritrovi con i suoi strani occhi bui, esattamente come quando si è alzata. E’ come se certe volte si sentisse addosso tutti i guai del mondo.
Non esiste l’amore. Non esiste più!

Adesso perché mi ha detto questo? Non esiste più l’amore? Ma certo che esiste. Altrimenti come farebbero a nascere i bambini? E’ vero che ultimamente ne sono nati molto pochi. Forse si riferisce a questo.
“Ti riferisce al fatto che quest’anno sono nati pochi bambini?”
“Ma no Albertino Canali! Mi riferisco all’amore, all’eros, alle attese col cuore che palpita, a due mani che si stringono e si scaldano, ai baci dati per affetto, agli abbracci sulle rampe delle scale e in ascensore. Mi riferisco all’innamoramento sincero e spassionato che travolge il cuore e riempie le mani”.
“Riempie le mani?”
“Ma sì! E’ un modo di dire: un amore che riempie le mani”.
Io non so cosa sia questo amore che riempie le mani. Forse è meglio che non glielo chieda. Che sia qualcosa che ha a che fare con i suoi cespugli di Ortensie?. Se è così sono fregato, lei comincia a riparlare delle sue ortensie e a me va di traverso la marmellata di fichi fatta da Gina.
Poi mi faccio coraggio: “Riempie le mani in che senso?”
“L’amore che riempie le mani è quello che ti appaga nel profondo, che arriva alla radice dell’anima. Raccoglie l’esistenza e la rende polvere d’oro che può coprire e riscaldare tutta la terra. Una polvere d’oro che può essere regalata tanto è bella. Tanto splende. L’amore dovrebbe essere così: una notte di stelle e le mani piene di luce. Tu regali questa luce a qualcuno ma lui non la vuole. Guardi le sue mani e capisci. Anche lui ha la stessa polvere d’oro e le sue mani abbagliano la terra.”

Costanza è unica, è diventata improvvisamente poetica. Questa è la Costanza che mi piace di più. E’ come se dalla sua bocca uscisse direttamente della bellissima musica. Non so come faccia, non me lo sono  mai spiegato. In realtà non se lo spiega nessuno. Nemmeno i suoi amici che quando lei comincia a fare così si zittiscono tutti. Li ipnotizza parlando.
Devo provare a farla continuare sulla stessa lunghezza d’onda.
“Ma cosa dici? Quale luce nelle mani?”
“Luce che abbaglia e consola, è questo che vogliono tutti! La luce del tramonto!”
“La luce del tramonto?”
“Sì! lo dice anche Zucchero in una sua canzone: “… luce che cade dagli occhi sui tramonti della mia terra”.  L’amore deve essere luce, un manto che copre la stanchezza. Deve essere una veste che addolcisce ogni forma, una stella che brilla tra le foglie e tra le mani di chi sa cogliere il momento, il sorriso più bello. Come frutto maturo che qualcuno trova, mangia e assapora. L’amore è un grande dono, è speranza di carità, un bagliore che investe tutto. Riempie le mani”.

E questa è Costanza del Re. Dovrebbe fare la scrittrice invece di coltivare Ortensie. Credo che con tutte queste stranezze che ha nella testa scrivere le verrebbe benissimo: scriverebbe di come vedere le cose al contrario, dirle al contrario. Potrebbe scrivere di ciò che la fa  terribilmente soffrire, di tutti i drammi che la intristiscono.  Poi  potrebbe scrivere  dell’amore e improvvisare favole che consolano il cuore. Potrebbe scrivere una nuova poesia  sull’alba a Pontalba. (meglio che ometta che lei vorrebbe chiamarsi proprio così).
Dovrebbe fare la scrittrice a tempo pieno. E non fare null’altro.
Scrivere, scrivere, continuare a scrivere.
Rebecca, sua nipote, mi ha confidato che in realtà lei la scrittrice la fa già. Scrive per una rivista conosciuta, ma non lo fa con il suo vero nome (Costanza del Re) ma con uno pseudonimo: Alba Orvietani. Adesso che lo so, ogni tanto leggo i racconti di Alba Orvietani e devo dire che mi fanno impressione. Scrive le stesse cose che mi dice quando ci incontriamo sulla sua porta o sul mio muretto.
Siamo luce che cade dagli occhi sui tramonti della nostra terra …”

Teatro Nuovo: aggiornamento rimborsi/donazione

 Da: Ufficio stampa Teatro Nuovo

Aggiornamento rimborsi/donazione “Momenti di trascurabile infelicità” previsto per il 20 marzo 2020

A seguito dell’ordinanza del 13 novembre del Ministro della Salute che ha inserito l’Emilia-Romagna tra le Regioni in zona arancione con la conseguente impossibilità di spostarsi dal proprio Comune oltre che dalla propria Regione, chi ha acquistato i titoli di accesso presso la biglietteria del Teatro e avesse deciso di non donare l’importo del proprio biglietto a sostegno del Teatro Nuovo di Ferrara bensì di richiedere il rimborso, ma per questi motivi si trova impossibilitato a recarsi allo sportello per riceverlo, deve rivolgersi all’ufficio biglietteria ed inviare scansione o foto del/dei proprio/i biglietto/i ed accordarsi per il relativo rimborso. Di seguito i contatti:

Email: biglietteria@teatronuovoferrara.com
Tel: 0532-1862055
Whatsapp: 3463674215

Si ricorda che le richieste di rimborso dei biglietti acquistati per questa data dovranno essere avanzate entro e non oltre il 05 dicembre 2020 e dovranno seguire le seguenti procedure:

– Coloro che hanno acquistato i biglietti online devono rivolgersi direttamente al portale online.
– Coloro che hanno acquistato presso punti vendita Vivaticket e/o Ticketone autorizzati dovranno recarsi nel medesimo luogo d’acquisto (presentando il biglietto originale).
– Coloro che hanno acquistato presso la biglietteria del Teatro, possono presentarsi negli orari di apertura dello sportello (con il biglietto originale).

Chi invece avesse deciso di donare l’importo del proprio biglietto al Teatro Nuovo di Ferrara, è pregato di esprimere questa sua volontà inviando una mail con foto o scansione dello stesso all’indirizzo biglietteria@teatronuovoferrara.com.

Per maggiori info: www.teatronuovoferrara.com

Università. Precariato e reclutamento

Da: ANDU – Associazione Nazionale Docenti Universitari

AI deputati e ai senatori

Università. Precariato e reclutamento

     In Parlamento si sta discutendo da molto tempo (v. nota 1) sul precariato e sul reclutamento universitari, questioni importantissime che necessitano da anni di un intervento legislativo adeguato e definitivo.
    Riforma del dottorato, del pre-ruolo, dell’accesso al ruolo e degli avanzamenti di carriera dei docenti sono, e/o sono stati, oggetto di iniziative e di confronto parlamentari senza che finora, a nostro avviso, siano stati definiti i giusti obiettivi e, quindi, senza ancora avere individuato le soluzioni conseguenti.
     Noi riteniamo che, da un lato, sia necessario e urgente il bando straordinario di posti di professori di ruolo per adeguare il numero dei docenti dell’Università italiana alla media europea e riteniamo altresì che sia fondamentale che la formazione dei docenti (pre-ruolo) avvenga in una condizione di non precarietà (v. nota 2).
    Dall’altro lato, riteniamo indispensabile dare sbocchi adeguati alle decine di migliaia di attuali ricercatori e per questo essi vanno, a domanda, prorogati fino all’espletamento dei concorsi straordinari di ruolo.
    Va infine sottolineato il fatto che, per esprimere il massimo delle loro capacità, i docenti devono essere tutti liberi in tutte le fasi della loro attività e per questo va eliminata ogni forma di subalternità professionale e umana, attualmente prodotta dalla cooptazione personale attraverso i finti concorsi locali (dai posti di dottorato a quelli di ordinario).

== Le dettagliate proposte dell’ANDU su precariato e reclutamento

1. valorizzare il dottorato di ricerca anche all’esterno dell’Università, aumentare significativamente l’entità delle borse e abolire i dottorati senza borse;

2. bandire immediatamente, su fondi nazionali e oltre al naturale turnover, almeno 20.000 posti di professore di ruolo (5.000 all’anno), unico modo per recuperare i posti in ruolo persi in oltre un decennio e dare un credibile sbocco a buona parte degli attuali precari. Precari da prorogare a domanda fino all’espletamento dei concorsi;

3. superare tutte le attuali figure precarie per sostituirle con una sola figura pre-ruolo di breve durata (tre anni), in numero rapportato agli sbocchi in ruolo, autonoma e adeguatamente garantita e retribuita;

4. eliminare a tutti i livelli i finti concorsi locali e le prove locali, prevedendo che, sempre a tutti i livelli (dal dottorato in poi), le scelte siano operate da parte di commissioni nazionali con tutti i membri sorteggiati tra tutti i docenti, escludendo quelli appartenenti agli Atenei direttamente interessati ai concorsi o alle prove e consentendo la presenza di non più di un docente dello stesso Ateneo. (Per le motivazioni dell’abolizione dei concorsi e delle prove locali v. ”Ruolo unico e cancellazione del precariato” cliccando qui).

NOTA 1

– Alla Camera.
     La Commissione Cultura esamina le Proposte di legge relative al precariato e al reclutamento dall’aprile 2019. Dal luglio 2019 ha lavorato un Comitato ristretto e il 18 novembre p.v. riprenderà l’esame in Commissione.

   La Commissione ha svolto diverse “Audizioni su reclutamento ricercatori universitari” (per vedere l’audizione dell’ANDU cliccare qui)

– Al Senato.
     Dal giugno 2019 si è svolta una “Indagine conoscitiva sulla condizione studentesca nelle università e il precariato nella ricerca universitaria” (v. qui).

NOTA 2.

     A proposito dei ricercatori italiani all’estero, sul Sole 24 ore del 16.11.2020, tra l’altro, si legge: “Nel nostro Paese, infatti, sarebbero solitamente destinati ad anni di lavoro precario, con una scarsa possibilità di stabilizzazione e di ascesa professionale, e a una bassa remunerazione per i loro titoli e la loro preparazione.”

== Per leggere la Proposta dell’ANDU di riforma complessiva dell’Università (diritto allo studio, precariato, docente unico, riforma concorsi, autonomia Sistema nazionale, etc.) cliccare qui.

Al via il Progetto Province&Comuni
per migliorare l’efficienza e rilanciare gli investimenti

Da: ufficio stampa Provincia di Ferrara 

Migliorare la capacità amministrativa delle Province, razionalizzare la spesa pubblica, favorire una strategia unitaria di sviluppo territoriale: sono questi gli obiettivi del progetto Province&Comuni realizzato dall’UPI nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Governance Istituzionale 2014 -2020, promosso dal Dipartimento della Funzione Pubblica, con il coinvolgimento delle 76 Province italiane.

Il progetto accompagnerà le Province, nei prossimi 36 mesi, in un percorso di riorganizzazione e accrescimento delle competenze del personale, mirato a rafforzare le capacità di programmazione, progettazione e realizzazione degli investimenti. Non solo rispetto alle proprie competenze, ma anche a supporto dei Comuni, in particolare attraverso la valorizzazione delle Stazioni Uniche Appaltanti, del Servizio Associato Politiche Europee e dei Servizi di innovazione, raccolta ed elaborazione dei dati.

“Rilanciare gli investimenti, soprattutto quelli locali – sottolinea il vicepresidente della Provincia Nicola Minarelli – è strategico per assicurare una ripresa strutturale del Paese che parta dai territori e in questo contesto il ruolo delle Province nel coordinamento e nella programmazione dello sviluppo locale è essenziale”.

Come ricordano da Upi nazionale, lo dimostra il fatto che ad ottobre 2020, nonostante il lockdown imposto dalla crisi sanitaria, gli investimenti delle Province sono aumentati del 14% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Questo progetto accompagnerà tutte le Province in un percorso di crescita, acquisizione e rafforzamento delle competenze, consolidando questo ruolo e promuovendo la condivisione delle buone pratiche.

Tra le azioni che saranno realizzate nei 36 mesi di durata del progetto, rientrano lo sviluppo di modelli di servizi comuni che rispondano ad un’unica strategia nazionale, la formazione e l’accrescimento professionale del personale impegnato nelle Stazioni Uniche, nei Servizi Europa e Servizi di innovazione e la realizzazione di una piattaforma collaborativa informatica a supporto di tutte le Province che permetterà l’integrazione dei dati.

Biblioteca di Comacchio: consegna libri a domicilio per persone con problemi di mobilità

Da: Civica Biblioteca L. A. Muratori:

La Civica Biblioteca L. A. Muratori, in questo periodo “arancione”, offre un ulteriore servizio ai suoi lettori: la consegna dei libri a domicilio.

L’iniziativa è dedicata a cittadine e cittadini residenti nel Comune di Comacchio chi non riescono a raggiungere la biblioteca per problemi di mobilità, anche temporanei.
Questa specifica fascia di utenti può richiedere la consegna a domicilio dei libri contattando la Biblioteca Civica L.A. Muratori. Un incaricato consegnerà i testi richiesti direttamente a casa nel corso delle mattinate di martedì e giovedì.
Come?

E’ sufficiente indicare i libri chiamando o scrivendo una mail per prenotarli. I bibliotecari sono ben disponibili a suggerire indicazioni o suggerimenti per trovare il libro giusto.

Quando?

E’ possibile contattare la biblioteca DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE 8.30 ALLE 12.30 – MARTEDÌ E GIOVEDÌ DALLE 15 ALLE 18

0533 315882 prestitibiblioteca@comune.comacchio.fe.it

Come di consueto, i libri che rientrano in biblioteca osservano un periodo di quarantena, prima di essere nuovamente inseriti nel circuito del prestito.

L’offerta della consegna a domicilio di affianca al servizio di prestito da asporto attivato la scorsa settimana. Con il servizio Libri da asporto, gli utenti potranno prendere a prestito i libri della biblioteca e ritirarli, esclusivamente su appuntamento, all’ingresso di Palazzo Belli, sede della Biblioteca.

OCCHI IGNARI:
gli scherzi notturni di windows

Francesco Reyes

Oggi mi sono svegliato e, come diverse altre volte, ho trovato il mio computer acceso.

Occhi ignari
Windows aveva deciso di aggiornarsi nella notte. Per sua disgrazia (di Windows), il mio computer è impostato con un “double boot”, cioè la possibilità scegliere con quale sistema operativo avviarlo, Linux (scelta automatica) o Windows (se richiesto dall’utente). Windows tenta spesso di modificare aspetti software del computer, lontano dagli occhi ignari del proprietario, con collegamenti a internet e aggiornamenti notturni, che a volte lo portano a multipli riavvii consecutivi. Prima di spegnersi automaticamente, prima del mio risveglio. Nel mio caso, il poveretto si è trovato bloccato da un riavvio impostato di serie su Linux.

Il mio computer?
Riavvio la macchina in Windows e… sorpresina! Il sistema mi annuncia orgogliosamente che mi ha messo a disposizione l’ultimo aggiornamento di Microsoft Edge (un navigatore per internet), il quale si avvia automaticamente e si frappone tra me e l’uso del computer. Mi propone di un tour dell’applicazione obbligatorio. Per riuscire a interromperlo sono costretto a forzarne la chiusura da Gestione attività (Ctrl +Alt + Canc).
L’espropriazione del computer non si ferma qui. Decido di rimuovere l’applicazione, per la quale installazione sul mio computer non ero stato consultato. Ma il pulsante “Disinstalla” risulta disattivato da Installazione Applicazioni. Apparentemente c’è una lobby dentro il mio computer più influente di quello che sono io, che, scioccamente, mi credo ogni volta proprietario di questa macchina sottomessa a voglie di terzi.

Autodeterminazione
Credo di aver esitato abbastanza. E’ il momento che la faccia finita con questo sistema operativo. Nel anno 2020 penso che l’umanità (e io come sua parte) meriti poter gestire autonomamente il proprio computer. E’ il momento che adotti definitivamente un Linux (come peraltro già fanno 2 dei miei coinquilini).
Buona autodeterminazione a tutti

Biblioteca popolare Giardino:
Language Cafè online

da: Biblioteca Popolare Giardino – Ferrara

Le conversazioni in presenza sono sospese fino al 3 dicembre 2020
Da lunedì 16 novembre sarà possibile partecipare ai Language Café in modalità online.

calendario degli incontri 

ITALIANO
Lunedì 21,00 – 22,30

Giovedì 10,00 – 11,30
per iscriversi inviare una mail a: bpg.language.italiano@gmail.com

 FRANCESE
lunedì 21,00 – 22,30
per iscriversi inviare una mail a: bpg.language.francese@gmail.com

 TEDESCO
Martedì 15,00 – 16,30
per iscriversi inviare una mail a: bpg.language.tedesco@gmail.com

 INGLESE
Martedì 21,00 – 22,30

per iscriversi inviare una mail a: bpg.language.inglese@gmail.com

 SPAGNOLO
mercoledì 10,00 – 11,30
per iscriversi inviare una mail a: bpg.language.spagnolo@gmail.com

Per partecipare occorre iscriversi inviando una mail all’indirizzo di tuo interesse, riceverai in risposta  il collegamento per partecipare. 

Per ulteriori informazioni contattare Alberta  348 – 9750412

Italia Nostra sulla delibera del Comune di Ferrara:
i pericoli per gli edifici storici

da: Italia Nostra Ferrara

OSSERVAZIONI alla delibera di Giunta del Comune di Ferrara GC-2020-396
Linee guida per interventi di efficientamento energetico.

Italia Nostra esprime profonda preoccupazione per il rischio che una semplice delibera di Giunta Comunale  modifichi negativamente nei prossimi anni l’aspetto di una parte consistente degli edifici del centro storico di Ferrara (edifici che, nel loro insieme, presentano valori tali meritare il riconoscimento di “patrimonio dell’umanità” da parte dell’Unesco) e degli edifici storici del forese.

La necessità della delibera nasce, secondo la Giunta, dal Titolo VI art.119 della legge 77/2020 “incentivi per l’efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici”.

In fase di gestazione di tale legge, di fronte alla possibilità di un incentivo generalizzato ai rivestimenti a cappotto degli edifici, Italia Nostra segnalava ai Ministeri competenti il rischio che il decreto, senza chiarimenti specifici, potesse creare danni gravi all’edilizia storica del nostro paese. Si faceva presente che nelle facciate degli edifici storici sono comunemente presenti elementi costruttivi e decorativi di pregio quali cornici, cornicioni, bancali, portali, modanature, lesene, fasce marcapiano che rischiano di scomparire o di essere ridicolizzati a causa di rivestimenti a cappotto eseguiti senza discernimento. L’Associazione richiedeva che il testo definitivo della legge escludesse esplicitamente i prospetti degli edifici storici da rivestimenti a cappotto, sia quelli soggetti a vincolo sia quelli compresi in categorie di intervento di tipo conservativo nella pianificazione urbanistica locale.

Il testo  della legge, in effetti, al comma 2 dell’art.119, ha tenuto conto di questa osservazione consentendo la possibilità di detrazione al 110% per interventi di efficientamento energetico anche se non eseguiti congiuntamente agli interventi trainanti (quale appunto il rivestimento a cappotto) negli edifici soggetti a vincolo e quando questi interventi sono vietati da regolamenti edilizi, urbanistici e ambientali.

Per Ferrara sarebbe bastato semplicemente continuare ad applicare alla lettera quanto già prevede l’art. 68 del Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale (RUE) con l’ausilio dell’ottima circolare contenente le linee guida per l’istruttoria delle pratiche del 30 giugno 2016. Tale applicazione ha finora giustamente limitato, in un contesto delicato come quello del nostro centro storico, ad una casistica ristretta e particolare l’esecuzione di rivestimenti a cappotto nelle facciate e di impianti fotovoltaici sui tetti tradizionali.

La delibera di Giunta parte da due presupposti assolutamente condivisibili (già contenuti nella circolare sopra richiamata):

  • “… non si può disconoscere che tali interventi, riferiti ad una città storica, quale è Ferrara, tutta oggetto di un riconoscimento di Tutela Unesco, non possano semplicemente applicarsi per il solo fine di generare energia rinnovabile”
  • – “ il Bene Centro storico è ben più importante nella sua componente di intera città storica da tutelare, rispetto all’obiettivo di dotare i singoli edifici di impianti FER (fonte energia rinnovabile) e di sistemi passivi quali cappotti, intonaci isolanti e altro”,

per procedere nella direzione opposta.

Il testo delle delibera infatti, che non brilla certo per chiarezza, pur richiamando i contenuti dell’art.68 del RUE, ignora i dettami restrittivi della legge 77/2020 sopra richiamati e liberalizza di fatto gli interventi di rivestimento a cappotto e di installazione di pannelli fotovoltaici  negli edifici  storici identificati nella normativa del RUE di classe 3 e di classe 4, che costituiscono la maggior parte degli edifici presenti nel centro storico della città e nelle zone storiche del forese. E’ bene ricordare che alla classe 3 appartengono gli “edifici e manufatti storici significativi per tipologia, struttura e morfologia”, che “costituiscono parte integrante del patrimonio edilizio dell’insediamento storico”. “Tali edifici sono assoggettati a intervento di restauro e risanamento conservativo”. Alla classe 4 appartengono invece “edifici con fronti esterni di pregio storico testimoniale” comprendenti “unità edilizie, prevalentemente del ‘900,” che ”costituiscono testimonianza storica delle modalità compositive e costruttive del periodo.” Per questi edifici il regolamento prevede “interventi di restauro e risanamento conservativo … per quanto riguarda i fronti principali o visibili dagli spazi pubblici.”

Risulta da questo evidente che gli interventi di rivestimento a cappotto delle facciate e gli impianti a pannelli fotovoltaici dovrebbero continuare ad essere, in queste categorie di edifici, semplicemente non consentiti.

La delibera, pur dichiarando di muoversi “nell’ottica della semplificazione della gestione delle istanze”, prescrive, forse  per cercare di limitare i prevedibili effetti negativi della delibera stessa, che gli interventi proposti per gli edifici compresi in classe 3, solo nelle parti del centro storico curiosamente definite “di impianto dal secolo IV al secolo XVII” siano ”singolarmente valutati in funzione delle caratteristiche tipologiche, architettoniche e di inserimento nel contesto”, senza specificare a chi spetta tale valutazione preventiva e con questo dichiarando implicitamente di disconoscere i criteri di classificazione contenuti nel RUE.

Se la conservazione dei valori unitari del nostro centro storico suscitano l’ammirazione ed il riconoscimento della comunità internazionale non è un caso. La città ha saputo dotarsi fin dal 1975 di un buon piano di salvaguardia del tessuto dell’edilizia storica che, pur indebolito nel tempo con varianti dai contenuti meno rigorosi, ha, nella sostanza, tenuto nel tempo, anche grazie all’impegno di vigilanza di associazioni come Italia Nostra.

 Per non correre il rischio che la bellezza dei tetti della nostra città sia deturpata dall’invasione di pannelli fotovoltaici e che gli elementi decorativi delle nostre facciate spariscano immersi nel polistirolo Italia Nostra chiede il ritiro o la profonda revisione della delibera in oggetto, riservandosi di segnalare alla competente Soprintendenza e agli organismi di controllo della gestione dei siti Unesco i rischi insiti nel contenuto e nell’applicazione della delibera stessa.

Per il Consiglio Direttivo della sezione di Italia Nostra di Ferrara
Il presidente
Andrea Malacarne

Garante infanzia: importante segnale per i bambini intrappolati
tra crisi economica e contrazione delle opportunità educative

DaSave the Children

” La  nomina della Garante Infanzia è un importante segnale in un momento molto delicato per il nostro paese, in cui i bambini rischiano di essere i soggetti più colpiti dagli effetti della pandemia che stiamo vivendo. In Italia già prima della crisi dovuta al Covid19, un milione e 200 mila bambini vivevano in povertà assoluta e questo numero cresce ogni giorno di più, il tasso di dispersione scolastica che dopo anni di lenta erosione sta nuovamente risalendo, le disparità territoriali nell’accesso ai servizi per la prima infanzia sono spesso baratri. Pertanto, il ruolo di una figura istituzionale a tutela di bambini e adolescenti, oggi intrappolati tra crisi economica e contrazione delle opportunità educative, è quanto mai essenziale”, ha commentato Daniela Fatarella Direttrice Generale di Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

“Siamo pronti a collaborare da subito con la nuova Garante, Carla Garlatti, alla quale va il nostro augurio di buon lavoro, e dare un contributo fattivo affinché i diritti di tutti i bambini e adolescenti nel nostro Paese, specie quelli in condizioni di maggiore fragilità e con un’attenzione anche ai minori stranieri non accompagnati, siano tutelati e venga data loro la concreta possibilità di costruire il loro e il nostro futuro. Perché il nostro Paese deve ripartire dai bambini”, conclude Daniela Fatarella.

Il fratello medicina

racconto di Patrizia Benetti

Sono Mirko, diciassette anni, secondogenito della famiglia Sacchi.
Giordano, vent’anni, è malato, ha bisogno di un donatore di midollo osseo.
Per questo motivo sono nato io, il fratello medicina.
Mi sento un intruso a casa mia.
Papà mi sorride imbarazzato.
Mamma non ha occhi che per il primogenito, lo osserva con occhi colmi d’amore.
Il poveretto soffre. Suda, ha profonde occhiaie, gli mancano le forze.
“Coraggio fratellone, ce la faremo”, gli dico.
“Mi dispiace”, sussurra.
“Non devi”, replico sorridendo.
Un’ambulanza ci porta all’ospedale.
Due infermieri ci accompagnano in sala operatoria.
Ho freddo e paura. Poi l’anestesia.
Mi sveglio intontito. Sono in stanza, nel letto accanto a quello di mio fratello.
L’operazione è riuscita perfettamente.
Giuliano è guarito.
Nostra madre scoppia in lacrime, lo abbraccia, gli accarezza il viso.
Quindi si china su di me, ma io la allontano.
Papà è in piedi, a capo chino, gli occhi umidi.
Stringo la mano a mio fratello.
Lui mi sorride grato.
L’incubo è finito.

Sewn (The Feeling, 2006)

Il tempo è respiro

Quasi ogni giorno sono passata davanti a questa scritta in via Praisolo, vicina al mio appartamento da studentessa a Ferrara. Confesso che ogni tanto mi ha aiutato, mentre tornavo alla mia camera soprappensiero, presa dai progetti, dai dubbi, da mille riflessioni. La scritta mi ricordava gli esercizi di respirazione che ci faceva fare il regista Michalis Traitsis durante le lezioni del Centro Teatrale Universitario, o più ingenuamente la frase che il maestro Oogway dice a Po nel film Kung Fu Panda: “Ti preoccupi troppo di ciò che era e di ciò che sarà, ieri è storia, domani è un mistero ma oggi è un dono. Per questo si chiama presente.”

E così mi ricordavo di prendere del tempo per stare sola e sgombrare la mente. Credo che sia un’abitudine molto preziosa: si può pensare che fermarsi e “non fare nulla” per un po’ sia una perdita di tempo. Invece, se viviamo bene la pausa, il tempo è tutto guadagnato: puoi imparare a gestire gli affanni e le ansie, chiarire quali sono gli obiettivi che tieni più a cuore… e anche imparare ad apprezzare ciò che la vita, gratuitamente, ti offre.