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Giorno: 1 Dicembre 2020

Cancro, un affare di famiglia. L’allarme del gruppo di Ferrara: servono supporti psicosociali per pazienti e nuclei familiari

Da: Stella Colucci, Simi Comunicazione

Se le ricerche teoriche non vengo trasferite all’interno del reparto lo psiconcologo – afferma il professor Luigi Grassi – “resta un lusso per pochi”


In Italia oltre 3 milioni e mezzo di persone vivono dopo il cancro. Guarire significa anche considerare l’impatto che la malattia ha avuto sull’esistenza, sul lavoro, sulle relazioni sociali del paziente e di chi lo circonda. Oggi 1/3 delle persone con cancro presenta una condizione di disagio emozionale – nota con il termine di distress emozionale – caratterizzato da fenomeni come demoralizzazione, irritabilità e difficoltà del sonno.

Claudia Santangelo, Presidente dell’Associazione Vivere Senza Stomaco si (Puo’!), ha sottolineato che: “Le Istituzioni devono dare risposte concrete a chi convive con il cancro. La sofferenza dell’anima altera l’intero organismo e troppo spesso all’interno degli ospedali questo aspetto viene trascurato. La medicina non si deve scordare della persona. Il cancro, che sia allo stomaco o da qualche altra parte, è un alieno con cui bisogna comunicare”.
Sulla figura dello psiconcologo e la formazione psicosociale degli operatori sanitari si è discusso lunedì 30 novembre in occasione del 5°Convegno dell’Associazione Vivere Senza Stomaco (Si Puo’!) dal titolo: “Dimensioni comunicative, Relazionali e Psicosociali in Oncologia”, al quale hanno partecipato illustri esperti della scuola ferrarese, da lungo tempo impegnata negli studi psicosociali connessi al cancro.

L’ASSENZA DI RISORSE. Nonostante sempre più medici denuncino la necessità di avere psiconcologi nei propri reparti, gli ultimi dati raccolti ci dicono che su 195 servizi offerti sul territorio 104 sono prestati dalle organizzazioni no profit con il 62% gestiti da personale precario e spesso discontinuo. Ciò dimostra un trend poco incoraggiante: “Lo sviluppo dei servizi di psiconcolgia in Italia è stato solo parziale. Nonostante gli interventi a livello europeo, le risorse per l’implementazione di tali servizi sono modeste” afferma il professor Luigi Grassi, Ordinario di Psichiatria dell’Università di Ferrara.
Un’altra criticità riguarda la formazione degli operatori medici e degli infermieri: “Il tentativo di creare una scuola professionalizzante che formi i medici, gli infermieri, il personale paramedico, gli assistenti sociali e i familiari nell’affrontare e supportare un paziente, è ostacolato dalla mancanza di una politica sociosanitaria di investimento in ambito psicosociale, i fondi sono pochi e le cure legate alla sfera della psiche non sono sponsorizzabili come la vendita di un farmaco” dichiara Rodolfo Passalacqua, Direttore del reparto di medicina e oncologia dell’ospedale di Cremona.
La mancanza di una formazione adeguata provoca anche un distacco medico-paziente dal punto di vista comunicativo: “al punto che circa il 60% dei medici tende a normalizzare la paura del paziente per il timore stesso di non avere mezzi adeguati per proporre percorsi specifici di psicoterapia”, aggiunge Grassi.

IL RUOLO DEL CAREGIVER.
Rosangela Caruso, Professore Associato di Psichiatria presso l’Università Estense ha messo in luce il faticoso processo di adattamento del caregiver, che da persona più vicina al paziente è sottoposta a un grande stress emotivo sia nell’attesa della diagnosi che nel momento della comunicazione delle cure, che dilaga nella fase adattiva di convivenza con il trauma. “Lo stato di salute del caregiver è fondamentale, la malattia infatti si riflette anche su questa figura tanto che oltre il 50% chiede interventi di training per migliorare le proprie prestazioni sia dal punto di vista pratico sia in termini di supporto emozionale nell’assistenza del paziente”. La diagnosi della patologia provoca uno choc all’interno dell’intero nucleo familiare all’ membro reagirà in modo diverso a seconda della relazione con il malato. Da qui il suggerimento di includere la malattia nelle dinamiche interpersonali, ma allo stesso tempo di continuare a condividere interessi e passioni precedenti.

LA VITA DOPO IL CANCRO.
I dati evidenziano come la popolazione in vita dopo la malattia, sia maschile che femminile, sia in aumento in tutto il mondo. Ciò comporta la necessità di sviluppare dei modelli di screening per aiutare coloro che guariscono perché come ha spiegato Maria Giulia Nanni, professore Associato di psichiatria dell’Università di Ferrara: “Guarire non corrisponde al ritorno di una vita identica a quella di prima.
È reale il rischio che la vita possa essere limitata da vissuti traumatici di ansia, preoccupazione persistente nei confronti della propria salute e problemi associati all’immagine corporea”. Da ciò emerge la necessità di interventi finalizzati a promuovere la dignità e la spiritualità della persona per promuovere una crescita personale che tenga conto dei valori e delle risorse del paziente.

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 1 dicembre

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su quasi 17mila tamponi effettuati 1.471 nuovi positivi (la percentuale scende all’8,7%), di cui 712 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. Ricoveri in calo, 1.308 i guariti

Eseguiti anche 1.679 test sierologici. Il 95,8 % dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 46,7 anni. 52 i decessi

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 124.541 casi di positività, 1.471 in più rispetto a ieri, su un totale di 16.816 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è dell’8,7%.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 712 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 376 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 388 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 46,7 anni.

Sui 712 asintomatici, 416 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 49 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 21 con gli screening sierologici, 3 tramite i test pre-ricovero. Per 223 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Modena con 352 nuovi casi; a seguire Reggio Emilia (199), Ravenna (141), Parma (137), Bologna (136), Piacenza (130), Rimini (121), Ferrara (81). Poi Cesena (88), Forlì (50) e Imola (36).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

È inoltre disponibile il report periodico sull’andamento della pandemia in Emilia-Romagna: per la seconda volta da fine settembre, il dato sui contagi rilevati ogni cinque giorni mostra una flessione, con 11.791 nuovi casi dal 22 al 26 novembre rispetto ai 11.998 dal 17 al 21 novembre. Il report completo al link: https://bit.ly/36qYuR3

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 16.816 tamponi, per un totale di 2.137.305. A questi si aggiungono anche 1.679 test sierologici.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.308 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 46.894.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 71.842 (+111 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 68.866 (+139), il 95,8% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 52 nuovi decessi: 8 in provincia di Piacenza (5 donne – di 68, 69, 86, 87 e 95 anni – e 3 uomini, di 76, 88 e 91anni); 5 in quella di Parma (una donna di 93 anni e 4 uomini rispettivamente di 67, 71, 72 e 83 anni); 2 in quella di Reggio Emilia (una donna di 96 anni e un uomo di 70); 8 in quella di Modena (4 donne, rispettivamente di 79, 81 92 e 99 anni, e 4 uomini di 81, 84, 91 e 95 anni); 9 nel ferrarese (6 donne rispettivamente di 58, 83, 90, 97 e due di 99 anni; 3 uomini di 37, 74 e 90 anni); 14 a Ravenna (8 donne di cui due di 80 anni, 2 di 88, 1 di 89, 1 di 90, 1 di 91 e una di 93; 6 uomini rispettivamente di 57, 66, 80, 83, 84 e 86 anni); 3 in provincia di Forlì-Cesena (una donna di 77 anni e due uomini di 71 e 64); 3 nel riminese (2 donne – rispettivamente di 87 e 96 anni – e un uomo di 95 anni). Nessun decesso nella provincia di Bologna.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 5.805.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 247 (-2 rispetto a ieri), 2.729 quelli negli altri reparti Covid (-26).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 15 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 14 a Parma (-1), 34 a Reggio Emilia (invariato), 56 a Modena (-3), 56 a Bologna (invariato), 4 a Imola (invariato), 21 a Ferrara (+1),14 a Ravenna (-2), 7 a Forlì (+1), 3 a Cesena (invariato) e 23 a Rimini (+1).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 12.593 a Piacenza (+130 rispetto a ieri, di cui 59 sintomatici), 10.530 a Parma (+137, di cui 111 sintomatici), 17.801 a Reggio Emilia (+199 di cui 101 sintomatici), a 22.800 Modena (+352, di cui 231 sintomatici), 24.188 a Bologna (+136, di cui 48 sintomatici), 3.562 casi a Imola (+36 , di cui 10 sintomatici), 6.117 a Ferrara (+81, di cui 16 sintomatici), 8.201 a Ravenna (+141, di cui 46 sintomatici), 4.588 a Forlì (+50, di cui 27 sintomatici), 4.020 a Cesena (+88, di cui 62 sintomatici) e 10.141 a Rimini (+121, di cui 48 sintomatici).

Rendere facile l’accesso al luogo di lavoro alle persone con disabilità grazie a servizi di trasporto personalizzato

Mobilità casa-lavoro. Rendere facile l’accesso al luogo di lavoro alle persone con disabilità grazie a servizi di trasporto personalizzato. Per questo la Regione investe quasi 1 milione di euro. L’assessore Colla: “Non ci debbono esserci ostacoli per nessuno nell’accesso all’impiego, così si rafforzano le misure regionali che già accompagnano l’occupazione di questi lavoratori e sostengono le loro famiglie”

Disponibile anche una batteria di attività formative destinate a sostenere le persone disabili sia nell’inserimento lavorativo che nella permanenza sul mercato del lavoro. Informazioni sulla pagina web formazionelavoro e presso i nove Centri per l’Impiego dell’Emilia-Romagna

Bologna – Favorire la mobilità casa-lavoro per le persone affette da disabilità che abbiano la necessità di avere servizi di trasporto personalizzato da e verso la sede lavorativa.

È quanto prevede un provvedimento approvato dalla Giunta regionale, nel corso dell’ultima seduta, che mette a disposizione un contributo di quasi 1 milione di euro a sostegno della mobilità per persone che abbiano reali difficoltà negli spostamenti. L’obiettivo è quello di rimuovere e ridurre, per i lavoratori disabili, gli ostacoli e le difficoltà per raggiungere il luogo di impiego e per tornare a casa. Perché è anche grazie a questi interventi, spiegano dalla Regione, che si assicura il diritto al lavoro.

“Nessuno deve rimanere indietro, tanto meno nel mondo del lavoro. La disabilità- commenta l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla- non deve essere un ostacolo per nessuno. Ecco perché confermiamo, per il quarto anno consecutivo, il nostro impegno a garantire la permanenza nel lavoro delle categorie più deboli, affinchè trovino realizzazione nel tessuto produttivo. Un aspetto che va a rafforzare e dare continuità alle misure regionali che già accompagnano l’occupazione dei lavoratori con disabilità e sostengono le loro famiglie”.

Nel corso del triennio 2017-2019 sono state oltre 400 ogni anno le persone che hanno ricevuto un contributo per le spese sostenute o un servizio dedicato di trasporto.

Con il provvedimento, la Giunta regionale trasferisce le risorse ai Distretti socio-sanitari dell’Emilia-Romagna e definisce criteri e modalità per la realizzazione delle attività, in continuità con i precedenti interventi già realizzati nei tre anni precedenti. Ciascun Distretto socio-sanitario potrà individuare modalità e procedure autonome nell’ambito dei criteri fissati dalla Giunta regionale, definendoli all’interno della programmazione territoriale.

Formazione
La Regione, inoltre, ha approvato progetti formativi, stanziando 2 milioni di euro, destinati a sostenere le persone con disabilità nell’acquisizione di conoscenze e competenze, per incrementarne la possibilità di trovare un lavoro, così da rafforzare l’inserimento lavorativo e la permanenza nel mercato del lavoro.

E’ già possibile da oggi accedere ai servizi, consultando il sito formazionelavoro, con proposte formative disponibili presso i nove Centri per l’Impiego dell’Emilia-Romagna.

Si tratta di un’offerta di percorsi formativi brevi, di durata compresa fra 8 e 48 ore, che permettono anche la costruzione di percorsi personalizzati. I corsi prevedono indennità di frequenza e anche, quando necessario, servizi individualizzati aggiuntivi per sostenere la piena partecipazione e il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. Esempi in questo senso sono servizi di tutoraggio, mediazione linguistica individuale e lingua italiana dei segni.

Acquacoltura, la Regione Emilia-Romagna destina 400.000 euro alle imprese penalizzate dalla moria di vongole

Da: Ufficio Stampa Gruppo PD

Marco Fabbri (PD): “Ottimo risultato, sollecitato anche dai consiglieri regionali Pd della costa”

“L’acquacoltura, e in particolare l’allevamento e raccolta delle vongole, costituisce un pezzo di economia fondamentale per la costa da Goro alla Romagna”. A ricordarlo è il consigliere regionale Pd Marco Fabbri, intervenuto in Commissione Politiche Economiche durante la discussione di una risoluzione, presentata dal Pd e approvata all’unanimità, che chiede attenzione e ristori per questo settore.

“Il settore, infatti, è stato fortemente colpito dalla moria di vongole che quest’anno ha riguardato il pescato, con percentuali che a seconda della zona di raccolta variano tra il 50 e l’80%. Il fenomeno è causato da condizioni di mare calmo, localizzate fioriture micro-algali e dalle alte temperature. Ovviamente i danni diretti sono ingenti e vanno sommati a quelli che dipendono dalla pandemia, visto che sono calate le richieste” richiama Fabbri.

“Con una risoluzione abbiamo quindi chiesto attenzione e ristori ai lavoratori. Solo tra Goro e Comacchio sono 1700 gli addetti e da qui proviene il 55% della produzione di vongole in Italia, pari al 40% del totale in Europa. L’Assessore Alessio Mammi, che recentemente ha visitato i consorzi locali, ha già annunciato di avere messo a bilancio 400.000 euro per l’acquacoltura. Una notizia che dà sollievo a imprese e pescatori, che si sono prodigati in questi anni in numerosi interventi di ammodernamento e di compensazione ambientale. Uno sforzo quindi che sono soddisfatto sia riconosciuto anche dalla Regione. – commenta il consigliere Fabbri – Ricordiamo inoltre la nostra battaglia per regolamentare in Europa la pesca delle vongole di dimensione inferiore ai 25 millimetri considerato che i nostri prodotti raggiungono la maturità intorno ai 22 millimetri”.

La Regione premia la progettualità della Civica Scuola di Musica di Comacchio

Da: Lucia Felletti, Comune Comacchio

La Regione Emilia Romagna, nell’ambito delle misure di qualificazione dell’offerta musicale (L.R. 2/2018), ha finanziato il progetto MUSICA A SCUOLA (per un importo complessivo di 49.800 euro) elaborato dalla Civica Scuola di Musica di Comacchio per l’anno scolastico 2020/21 che ha come obiettivo la promozione dell’alfabetizzazione musicale, del canto corale e della pratica della musica strumentale per i bambini e i ragazzi delle Istituzioni Scolastiche pubbliche del territorio comacchiese.
Il progetto si sviluppa in collaborazione con i docenti curriculari delle Istituzioni Scolastiche che hanno deciso di aderire ai progetti per favorire l’interdisciplinarietà tra i programmi musicali e quelli curriculari.

“Fare musica è un’importantissima opportunità di crescita, non solo culturale, ma anche sociale ed educativa” afferma l’assessore alla Cultura Emanuele Mari, sottolineando inoltre: “suonare uno strumento o cantare in un coro insegna sin da piccoli a coltivare la socialità, divertendosi in modo sano e creativo e contribuisce a rafforzare la coesione della comunità. Il finanziamento regionale conferma la solidità e la serietà del progetto didattico che la Civica Scuola di Musica di Comacchio sta sviluppando con tutte le componenti sociali ed educative del territorio”.

Giorgio Borgatti, direttore della Scuola di Musica, spiega “La Civica Scuola di Musica di Comacchio, grazie a queste risorse, offrirà la possibilità agli studenti delle scuole primarie e secondarie, di poter imparare a cantare o a suonare uno strumento e soprattutto di farlo assieme ai propri compagni in un bellissimo e innovativo progetto di coro e orchestra scolastica. Grazie al finanziamento regionale la Civica Scuola di Musica doterà ogni bambino di uno strumento musicale e investirà importanti risorse sul territorio. L’intero percorso formativo sarà totalmente gratuito, opportunità straordinaria in questa fase di particolare criticità per le famiglie. Una grande occasione – continua il Direttore – di trovare accoglienza e benessere anche per tutti coloro che sono in condizioni svantaggiate, con Bisogni Educativi Speciali o con disabilità, che possono trarre sicuramente importanti benefici da un tipo di attività inclusiva come quella offerta dalla nostra Scuola”.

Via libera a piazza ‘Bertoni e Cotti’

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

L’intitolazione è stata approvata da Commissione Toponomastica e giunta dell’Unione

La Commissione per la Toponomastica e Odonomastica stradale dell’Unione Terre e Fiumi ha espresso all’unanimità parere favorevole all’intitolazione del parcheggio ex Berco, attualmente privo di denominazione ufficiale, in ‘piazza Bertoni e Cotti’.
L’Amministrazione comunale di Copparo ha infatti avanzato la proposta di intitolare l’area su cui sorgeva originariamente lo stabilimento Berco, situato fra le vie Giuseppe Verdi, Giuseppe Mazzini e Primo Maggio, ai fondatori dell’azienda, Vezio Bertoni e Roberto Cotti. Nel 1918 Bertoni aprì una bottega di riparazione di biciclette che ben presto ampliò anche ad automezzi e macchine agricole abbandonati dall’esercito americano nella campagna ferrarese, trasformandola in poco tempo in un’officina di 30 dipendenti produttrice di macchine utensili e pezzi di ricambio per trattori. Con l’arrivo dell’imprenditore Roberto Cotti nacque la ‘Bertoni & Cotti’ e la produzione si allargò a diverse macchine utensili, affermandosi su scala nazionale.
Gli iniziatori dello stabilimento copparese, a cui sono già dedicate una via ciascuno, saranno uniti nella nuova denominazione dell’area.
Il parere della Commissione è confluito in una delibera di giunta dell’Unione, già approvata. L’iter dell’intitolazione prevede il nulla osta del Prefetto, con il parere della Deputazione di storia patria, dell’Istat e dell’Anagrafe nazionale numeri civici e strade urbane.

Coronavirus: Calvisi, scomparsa Appuntato Carabinieri notizia triste

Da: Te.Col. Stefano Salis, Sottosegretario di Stato alla Difesa Giulio Calvisi

“La notizia della scomparsa dell’Appuntato scelto qualifica speciale Luca Rigato ci addolora profondamente. Rivolgo alla moglie e ai due figli di Luca le mie sentite condoglianze” – Lo dichiara il sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi, in merito alla scomparsa dell’Appuntato dell’Arma in servizio presso la Stazione Carabinieri di Cento (FE).

“Esprimo al Generale Nistri e a tutta l’Arma dei Carabinieri la mia solidarietà e vicinanza per la perdita di un collega che amava profondamente il suo lavoro e che ha compiuto fino all’ultimo il suo dovere, prima che questo terribile virus lo portasse via” – conclude Calvisi.

Il Prefetto Michele Campanaro saluta il Colonnello Roberto Gabrielli

Da: Gianni Molinari, Prefettura di Ferrara

IL PREFETTO MICHELE CAMPANARO SALUTA IL COLONNELLO ROBERTO GABRIELLI, IN PROCINTO DI LASCIARE IL COMANDO DELL’OPERAZIONE “STRADE SICURE” PER L’EMILIA ROMAGNA.

In mattinata, il Prefetto Michele Campanaro ha ricevuto, a Palazzo don Giulio d’Este, il Colonnello Roberto Gabrielli, Comandante del 121° Reggimento artiglieria contraerea “Ravenna” di Bologna, in procinto di lasciare l’incarico di Comandante dell’Operazione “Strade Sicure” per l’Emilia Romagna. Il contingente dei militari di “Strade Sicure” – impegnato in cinque capoluoghi della regione, tra cui Ferrara, dove opera con 13 unità dal settembre 2017 – supporta ed integra l’attività delle Forze dell’ordine nei servizi di controllo del territorio.
“Esprimo al Colonnello Gabrielli un sentito ringraziamento per la proficua collaborazione offerta dal 121° Reggimento artiglieria contraerea al servizio della comunità ferrarese – ha dichiarato il Prefetto Campanaro nel salutare l’Alto Ufficiale – L’attività dei suoi uomini, come pianificata in ambito di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, è stata molto apprezzata, sia sul versante del contrasto alla criminalità in alcune aree particolarmente esposte della Città, quanto per il ruolo svolto dagli stessi militari nei controlli per strada per il rispetto delle misure di contenimento della pandemia da COVID-19”.

Tper: confermato il piano aziendale per investimenti e assunzioni

Da: TPER Ufficio Stampa

Tper: previsioni di bilancio 2020 in miglioramento rispetto al primo semestre ma ancora negative per l’impatto della pandemia Covid-19.
Confermato il piano aziendale per investimenti e assunzioni

Il Consiglio di Amministrazione di Tper SpA ha esaminato la situazione della società e approvato il forecast 2020, migliorandolo rispetto alle stime del primo semestre. Secondo le previsioni, la società prevede di chiudere l’esercizio con un disavanzo di 9,2 milioni di euro, soprattutto a causa degli impatti della pandemia Covid-19. A pesare sul risultato previsionale è, infatti, la sensibile riduzione delle vendite di titoli di viaggio in ottemperanza alle misure normative straordinarie adottate per il contenimento della situazione pandemica.

La previsione di risultato non può, come premesso, essere considerata un dato definitivo, quanto piuttosto una stima da verificare dopo la chiusura dell’anno, con riferimento all’erogazione dei fondi straordinari stanziati a livello nazionale, ma anche sulla base dell’effettivo andamento della vendita dei titoli di viaggio e dei servizi aggiuntivi realizzati e programmati.

Nel dettaglio, una sopravvenienza di circa 5,6 milioni – derivante dall’avvenuto pagamento del materiale rotabile per il quale aveva anticipato gli investimenti negli anni scorsi – ha consentito di migliorare il risultato previsionale negativo, stimato inizialmente per circa 15 milioni.

Come di consueto le previsioni non includono eventuali altre sopravvenienze, attive o passive, che potrebbero emergere in sede delle normali verifiche a chiusura anno (ad esempio, erogazione di fondi straordinari stanziati a livello nazionale, effettivo andamento della vendita dei titoli di viaggio, servizi aggiuntivi realizzati e programmati).

Il CdA di Tper, pur nel contesto di previsioni di bilancio negative e di possibili effetti sensibili anche per il 2021, ha confermato la solidità dell’azienda e il conseguente mantenimento dei piani di investimento previsti (gare per 340 nuovi mezzi nei prossimi 4 anni con un investimento complessivo di oltre 150 milioni) e le assunzioni programmate anche in fase pre-Covid.

L’impegno dell’Azienda è massimo per garantire la migliore qualità dei servizi in un contesto difficile, tenendo alta l’attenzione per il rispetto delle norme previste in materia di trasporto pubblico collegate all’emergenza sanitaria, sia nei confronti del proprio personale sia dell’utenza.

Allo stesso tempo, è necessario rispettare gli obiettivi di investimento materiale ed immateriale per non perdere di vista la focalizzazione verso la sostenibilità e il costante miglioramento di un settore essenziale per la qualità della vita dei territori e per le sfide ambientali. Queste ultime devono restare in cima alle priorità e dettare l’agenda del comparto, pur in una fase di grave criticità derivante dal perdurare della crisi pandemica.

Ristori economici, da 10 salgono a 31 milioni di euro i fondi disponibili per chi ha dovuto sospendere o limitare la propria attività in Emilia-Romagna.

Coronavirus. Ristori economici, da 10 salgono a 31 milioni di euro i fondi disponibili per chi ha dovuto sospendere o limitare la propria attività in Emilia-Romagna. Bonaccini: “Stiamo chiedendo loro un sacrificio enorme per proteggere la salute delle persone, già al lavoro per garantire aiuti rapidi”

A disposizione di pubblici esercizi come bar e ristoranti, taxi e Noleggio con conducente, operatori della cultura e comparto sport, palestre e piscine. Criteri e strumenti di assegnazione definiti insieme alle associazioni di categoria. Ai fondi stanziati dalla Regione, si aggiungono altri 21 milioni inseriti dal Governo nel quarto Decreto Ristori a sostegno degli operatori interessati da provvedimenti regionali. Il presidente della Giunta: “Accolta la richiesta che presentai, anche a nome delle altre Regioni, subito dopo aver approvato l’ordinanza anti-assembramenti a inizio novembre”

Bologna – Salgono a 31 milioni di euro le risorse disponibili per i ristori economici a favore delle categorie che in Emilia-Romagna hanno dovuto sospendere o limitare le loro attività a causa delle misure restrittive introdotte per frenare il contagio da Coronavirus. Si tratta di pubblici esercizi come bar e ristoranti, taxi e Noleggio con conducente, operatori della cultura e comparto sport, palestre e piscine.

Ai 10 milioni di euro già stanziati dalla Regione e inseriti nel bilancio di previsione 2021, e quindi disponibili fra poche settimane, si aggiungono più di 21 milioni messi a disposizione dal Governo attraverso l’ultimo Decreto-legge, il quarto, sulle ulteriori misure connesse all’emergenza epidemiologica. Nel provvedimento, oltre a stanziare ulteriori misure dirette a favore delle imprese, l’Esecutivo ha ripartito fra le Regioni a statuto ordinario ulteriori 250 milioni di euro per il ristoro delle categorie soggette a restrizioni aggiuntive disposte dalle stesse Amministrazioni regionali in relazione all’emergenza Covid. E all’Emilia-Romagna sono assegnati allo scopo 21,266 milioni di euro.

Sommati ai fondi già stanziati dalla Giunta regionale, si arriva appunto a un pacchetto da oltre 31 milioni di euro, disponibili in tempi brevi, fra fine dicembre e inizio gennaio.

“Il Governo ci ha ascoltati- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- accogliendo la richiesta che avevo avanzato, anche a nome delle altre Regioni, subito dopo aver approvato a inizio novembre l’ordinanza regionale anti-assembramenti, che interveniva in particolare sugli esercizi commerciali. Ringrazio il presidente Conte e il ministro Gualtieri. Agli esercenti e agli operatori di altri settori come i servizi, la cultura e lo sport stiamo chiedendo un sacrificio enorme, per proteggere la salute delle persone e dell’intera comunità: per questo dobbiamo sostenerli, oltre a ringraziarli per la responsabilità che continuano a dimostrare. Adesso dobbiamo garantire loro aiuti in tempi veloci- chiude Bonaccini- e stiamo lavorando con i nostri uffici per individuare i criteri più equi e gli strumenti più rapidi perché ciò avvenga, su cui ci raccorderemo come sempre con le associazioni di categoria”.

Paolo Bruni (CSO Italy): “Ora diamo concretezza all’accordo sull’IGP della Pera”

Da: CSO Italy

Paolo Bruni (CSO Italy): “Ora diamo concretezza all’accordo sull’IGP della Pera”
Blasi (MIPAAF): “L’Europa non scherza, serve un accordo condiviso sulle regole”

ll capo dipartimento delle Politiche internazionali e dello sviluppo rurale del MIPAAF, Giuseppe Blasi, delegato anche al coordinamento del Tavolo Ortofrutticolo Nazionale (che si appresta a lavorare sui temi della sostenibilità e della logistica), nel corso del congresso online di sabato 28 novembre dedicato alle problematiche e alle prospettive di rilancio della pera, organizzato da Futurpera, Ferrara Fiere Congressi, OI Pera e CSO Italy con il supporto del Comune di Ferrara insieme a Opera, Origine Group, Banca di Credito Cooperativo di Ravenna Forlì e Imola, BPER Banca, Federchimica-Agrofarma, ha attirato l’attenzione sui nuovi indirizzi generali delle politiche UE, in particolare quelli contenuti nella strategia From Farm to Fork, che condizioneranno fortemente le scelte nella fase di definizione delle strategie e degli strumenti a sostegno della futura Politica Agricola Comune.
Per prima cosa – ha affermato l’alto dirigente ministeriale – è necessario mettersi d’accordo sulle regole; arrivare a tutti i costi ad un accordo sulle regole in maniera condivisa, sia per quanto riguarda l’organizzazione del settore che per la sua valorizzazione (il tempo a quanto pare c’è perché si sta andando verso la proroga biennale della normativa in vigore, n.d.r.).
Le nuove tecniche di ibridazione per arrivare a varietà resistenti – ha sottolineato Balsi – è la strada per rendere possibili certi obiettivi. Inoltre – ha aggiunto – occorre investire molto di più sulla ricerca e sull’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione, soprattutto nel settore della difesa delle colture.
“Da parte nostra – ha precisato – abbiamo una grande responsabilità: non possiamo permetterci di sbagliare nella scelta delle priorità su cui far convergere le risorse a disposizione, mai avute in questa quantità”.
Blasi ha poi confermato l’intenzione di creare un fondo di mutualizzazione nazionale utilizzando una piccola quota dei pagamenti diretti della PAC, da attivare a fronte dei cosiddetti rischi catastrofali e da affiancare al già collaudato strumento assicurativo, che però da solo non è più in grado di offrire le necessarie coperture.
L’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, nell’occasione ha ringraziato Giuseppe Blasi per la disponibilità a fornire chiarimenti e la concretezza dimostrata in occasione delle recenti situazioni di crisi della frutticoltura emiliano-romagnola e per l’azione avviata nell’ambito del Tavolo Ortofrutticolo Nazionale.
Il presidente di CSO Italy Paolo Bruni ha oggi confermato il pieno successo dell’evento e l’importanza delle determinazioni assunte. “Adesso – ha sottolineato Bruni – siamo chiamati a dare seguito e concretezza all’accordo sull’IGP della Pera perché solo dalla convergenza delle volontà passa il rilancio del comparto”.

La Camera di commercio accelera sempre più sulla semplificazione amministrativa

Da: Andrea Migliari

L’indagine dell’Ente di Largo Castello: le imprese ferraresi digitalizzate (54%) reagiscono all’emergenza sanitaria ed economica meglio di quelle che non hanno intrapreso alcun percorso verso la transizione digitale (43%)
Semplicità, trasparenza, facilità di acquisto, sicurezza nelle transazioni, sono la chiave per conquistare nuovi clienti su mercati lontani

COVID-19: LA CAMERA DI COMMERCIO ACCELERA SULLA SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA. CERTIFICATI D’ORIGINE E VISTI PER L’ESTERO SI STAMPANO DIRETTAMENTE IN AZIENDA

La Camera di commercio accelera sempre più sulla semplificazione amministrativa con l’obiettivo di ridurre, in particolare nella drammatica emergenza sanitaria ed economica che stiamo vivendo, costi e tempi a favore del sistema produttivo ferrarese. Con il prezioso supporto delle Associazioni di categoria del territorio, infatti, è già entrata nel vivo la sperimentazione del servizio “stampa in azienda” dei documenti doganali necessari (visti e certificati d’origine) a svolgere l’attività di trasporto internazionale.
Tale procedura telematica consente, dunque, all’impresa di stampare i documenti che le servono direttamente presso i propri uffici evitando di dover provvedere al ritiro in Camera di commercio. Serve solo una semplice richiesta attraverso la piattaforma Cert’O. L’autenticità dei certificati d’origine emessi dalla Camera di commercio potrà essere verificata, dopo sole 48 ore dall’emissione, grazie all’accreditamento dell’Ente di Largo Castello al network internazionale per la certificazione di origine sul sito internazionale https://certificates.iccwbo.org/.
L’internazionalizzazione delle imprese ferraresi al tempo del Covid. L’indagine della Camera di commercio. Si può ancora fare internazionalizzazione ai tempi del Covid? Non si tratta di una domanda retorica per una provincia come Ferrara, che – sottolinea la Camera di commercio – deve una parte non trascurabile del suo Pil all’export. Nonostante lo scenario geopolitico molto complesso, infatti, sarebbe un errore strategico imperdonabile per le imprese ferraresi quello di ripiegare nei confini domestici rinunciando all’internazionalizzazione. Uno dei punti di forza delle piccole e medie imprese, spesso familiari, è il coraggio, la capacità di intravedere delle opportunità anche nei periodi di crisi, immaginando il futuro anche quando gli altri vedono nero.
Nonostante la pandemia, nel mondo c’è ancora molta voglia di Made in Italy. Ma raggiungere clientela potenziale in mercati geograficamente anche molto lontani come quelli asiatici non è banale. Il Covid-19 ha accelerato la necessità di un accesso semplice a prodotti, servizi e informazioni e, in quest’ottica, il digitale ha un ruolo fondamentale. A livello globale, circa un consumatore su due dichiara di aver modificato i propri comportamenti di acquisto a causa della pandemia e di voler mantenere le nuove abitudini di acquisto anche in futuro. Le aziende devono prendere piena consapevolezza di questa rivoluzione. Per avere successo, dovranno investire in nuovi metodi di pagamento digitali, prevedere catene logistiche per la consegna dei prodotti all’estero, investire in nuove competenze. Semplicità, trasparenza, facilità di acquisto, sicurezza nelle transazioni, sono la chiave per conquistare nuovi clienti su mercati lontani.
Le imprese ferraresi – prosegue la Camera di commercio – in questa fase di emergenza stanno facendo un grande sforzo per garantire il prosieguo della propria attività anche a distanza, dove questo è possibile, attraverso l’uso dello smartworking. Ma non tutte sono attrezzate sotto il profilo tecnologico per assicurare una connessione ai dati aziendali da remoto e un’adeguata protezione dagli attacchi informatici. Quasi 4 aziende su 10 sono dotate di sistemi cloud, una tecnologia fondamentale per garantire una più agile transizione delle attività svolte all’interno degli uffici in modalità “smart”. E 3 imprese su 10 sono equipaggiate per proteggere le connessioni da remoto con strumenti di cybersecurity necessari per garantire sicurezza nella gestione dei dati. Le imprese digitalizzate (54%), infine, reagiscono alla crisi meglio di quelle che non hanno intrapreso alcun percorso verso la transizione digitale (43%). E’ quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara sulle tante imprese della provincia che hanno svolto online il test di maturità digitale attraverso il Punto impresa digitali (Pid) dell’Ente di Largo Castello.

Riferimento per i Media: Camera di Commercio di Ferrara Ufficio Stampa Email:
stampa@fe.camcom.it Tel: 0532 783802/903

Bilancio campagna Osm a Ferrara (Obiezione alle spese militari)

Da: Davide Scaglianti

OBIEZIONE ALLE SPESE MILITARI: BILANCIO DELLE ADESIONI A FERRARA

La Campagna di Obiezione alle spese militari (OSM), che da 16 anni vede impegnati alcuni volontari del nodo locale della Rete Lilliput, ha chiuso le adesioni del 2020 con 147 sottoscrittori per un totale di 3.540 Euro raccolti. Chi ha aderito all’iniziativa ha compilato un modulo, che è stato spedito al Presidente della Repubblica, per chiedere il riconoscimento legale della opzione fiscale che dia la possibilità ai cittadini di indirizzare le proprie tasse verso la costruzione di una difesa alternativa non violenta e popolare.
Il contributo in danaro testimonia la volontà e l’impegno di sostenere un progetto di pace per denunciare e contrastare il continuo aumento delle spese militari in Italia e nel mondo.
Il denaro raccolto è stato inviato alla Fondazione Alexander Langer Stiftung- Onlus per il sostegno al progetto “Adopt Srebrenica” che ormai da quindici anni è attivo per il recupero della memoria del genocidio (avvenuto nel 1995, durante la guerra dei Balcani) e il ristabilirsi di relazioni “umane” tra le persone delle diverse etnie.
I fondi raccolti hanno permesso di stabilire una relazione che si è sviluppata negli anni attraverso l’organizzazione di visite in Bosnia Erzegovina da parte di scuole ferraresi e dell’ incontro con i portavoci del progetto Valentina Gagic e Bekir Halilovic presenti l’ultima volta in città il 30 settembre 2019 nel corso di un’iniziativa pubblica.
E’ dunque molto importante essere riusciti ancora una volta a raccogliere una cifra che consentirà a questi ragazzi di continuare nella loro opera di ricostruzione del tessuto sociale devastato dalle guerre etniche, attraverso il lavoro del “Centro di documentazione della memoria” .
Chi volesse saperne di più può scrivere utilizzando la mail davide.scaglianti@alice.it
 
 
Davide Scaglianti
Rete Lilliput Ferrara  

Elio (senza le Storie tese!) in diretta sulla piattaforma Cinepark.tv

Da: Apollo Cinepark

Evento super in programma domani, mercoledì 2 dicembre, sulla piattaforma Cinepark.tv: alle ore 20.30 Elio (Elio e le Storie Tese) e Gianluca Nicoletti (radio24) saranno in diretta streaming per presentare “The Specials”, nuovo film di Olivier Nakache e Eric Toledano – la coppia d’oro che ha firmato Quasi Amici, con Vincent Cassel e Reda Kateb.

Altre novità in arrivo nelle sale della piattaforma Cinepark.tv. Da giovedì 3 dicembre, in prima visione, “6 Minuti a Mezzanotte”, film bellico inglese con la regia di Andy Goddard (regista di Downton Abbey) , interpretato da Eddie Izzard, Judi Dench, Carla Juri, James D’Arcy e Jim Broadbent.

Infine sabato 5 dicembre alle 20.30 presentazione in diretta del film “Semina il Vento” di Danilo Caputo.

Restano in programmazione “Gli indifferenti” di Leonardo Guerra Seragnoli con con Edoardo Pesce, Valeria Bruni Tedeschi; “Letizia Battaglia: shooting the mafia”; “The specials”; “I’m Greta”; “Shadows”; “Cosa sarà – Gli anni amari”; “Sono innamorato di Pippa Bacca”; “Pasolini” e “Marie Curie”.

Fake Plastic Bonsai

Da: Comunicazione Ferrara Off Teatro

700 click per la rassegna di Microteatro online.
Si è conclusa la rassegna virtuale Fake Plastic Bonsai, ideata e curata da Ferrara Off per mantenere il contatto con il proprio pubblico, e con gli appassionati di teatro, a seguito del DPCM del 24 ottobre e della sospensione delle attività in presenza. 700 i click raccolti dalla rassegna, per una copertura totale che ha superato le 4500 persone, entrambi i dati in organico.

12 appuntamenti video tra i 15’ ed i 20’ minuti, in 24 giorni, per ricalcare il tradizionale festival di microteatro, Bonsai, che quest’anno si sarebbe svolto tra le mura del Centro Culturale Slavich. Danza contemporanea, prosa, racconto audio, teatro comico; Fake Plastic Bonsai ha attraversato diversi generi proprio come il festival originale in presenza. Per fronteggiare le dinamiche del web, in maniera inedita per Ferrara Off, ogni spettacolo è rimasto disponibile online per 48 ore. Nessun cartellone ma una corsa alla scoperta: il teatro cittadino ha deciso di rendere pubblico il titolo dello spettacolo successivo solo 24 ore prima della ‘messa in scena’.
Ad ogni lancio, una serie di consigli da parte di Ferrara Off per godersi al meglio la proiezione. ‘Inutile confessarvi che ci dispiace non poter condividere con voi, in presenza, la stagione autunnale appena presentata; – recita la spiegazione che precede le istruzioni – inutile anche dirvi che sappiamo bene cosa significhi godersi uno spettacolo a teatro, percepire l’energia degli attori, ascoltare le loro voci. Per godervi lo spettacolo come a teatro, però, vi consigliamo di seguire le nostre brevi istruzioni: prendetevi 15 minuti, liberi da distrazioni; sedetevi comodi e rilassati; impostate il video a schermo intero; alzate il volume della riproduzione e fatevi trasportare dalla curiosità’.

Le 12 proposte hanno coinvolto compagnie ed artisti del panorama internazionale che, nonostante l’esiguo gettone di partecipazione, hanno deciso di mettersi a disposizione e di sostenere la realtà di Ferrara Off con la loro presenza virtuale. Dalla grande Maria Paiato, passando per CollettivO CineticO, ORTIKA – gruppo teatrale nomade, Teatro de LiNUTILE, Arkadiis Teatro Di Occhiobello, il gruppo I CORALLI, ma anche Daniele Bianco, La Canina (Barcellona, Spagna), Elsa Bossi, Paper Smokers/Fumatori di Carta (Italia/Londra), Armamaxa e la Compagnia Frosini/Timpano – Kataklisma.

Per informazioni
Ferraraoff.it
info@ferraraoff.it

Ufficio stampa
comunicazione@ferraraoff.it

LA CITTA’ VUOTA

La città è un palcoscenico vuoto, i suoi attori si sono ritirati. Sembra di vivere un film che credevamo appartenere solo alla fantascienza. Coprifuoco e sirene spiegate delle autoambulanze. Ognuno è solo, fuori dalla scena, perché la regola è la distanza tra noi e tra noi e i luoghi che eravamo soliti frequentare.
Era necessario fare l’esperienza della lotta alla contaminazione per scoprire l’evidenza che in tempi normali sta ogni giorno sotto i nostri occhi ma che non vediamo.

L’ha scritto Edward Glaeser, autore del Trionfo della città: “Dobbiamo liberarci dalla tendenza a considerare le città come l’insieme dei loro edifici, e ricordare che la città reale è fatta di carne, non di calcestruzzo”. Quella carne che il virus insidia e spaventa, quella carne il cui brulicare oggi ci manca.

Nel 2011 l’Unione Europea, con il documento Le città del futuro. Sfide, idee, anticipazioni, traguardava al 2020 scrivendo che: “Guardare avanti – a tutti i livelli – e sviluppare idee sulle città del futuro diventa sempre più importante. Sarà infatti lo sviluppo delle nostre città a determinare il futuro dell’Europa.”
L’Europa muoveva dalla convinzione che l’urbanizzazione dell’esperienza umana fosse il fenomeno dominante la realtà del nuovo millennio.

Del resto Francisco Javier Carrillo, presidente del World Capital Institute, introduceva il suo Knowledge cities, pubblicato nel 2006, con queste parole: “Nel 1980 meno del 30% della popolazione umana totale era urbanizzata, ora la popolazione mondiale che vive nelle città supera il 50% ed è destinata a diventare il 75% entro il 2025, una percentuale già raggiunta dalla maggior parte dei paesi sviluppati. Quindi, l’urbanizzazione definitiva dell’umanità sta avvenendo proprio ora, dopo 40 mila anni dalla comparsa della nostra specie.”

Ancora, nel 2018, solo due anni fa, il Revision of World Urbanization Prospects delle Nazioni Unite riportava che in Italia vivono in città sette persone su dieci e che la corsa verso le zone urbane era destinata a continuare, anzi ad accelerare, tanto da prevedere che entro il 2050 anche nel nostro Paese l’80% delle persone vivrà in città.

Poi arrivarono il Covid e lo smart working a sconvolgere statistiche e previsioni.
Siamo un popolo in decrescita, secondo i dati Istat del Rapporto sul territorio 2020, nel 2018 -2,1 per mille, mentre nell’insieme l’Unione europea è cresciuta del +2,1 per mille.
Non siamo neppure particolarmente amanti di urbanesimo e di urbanizzazione, nel nostro paese l’incidenza della popolazione urbana sul totale nazionale è inferiore di otto punti alla media dell’Ue e di oltre dieci punti rispetto a Francia, Spagna e regno Unito.

Le città si spopolano, ma contemporaneamente cresce il magnetismo degli ipermercati, come potenti poli di attrazione ai confini urbani. Cattedrali dei non luoghi dove celebrare i riti del consumo. Pure gli ospedali, come i grandi magazzini, sono divenuti a loro volta ‘non luoghi’ di cura, che includono ed escludono corpi anonimi, la cui unica identità è la malattia. Corpi da manipolare in sale ipertecnologiche da personale appositamente paludato.

Gli occhi stanno fotografando quello che non avevano mai fotografato prima. Una esistenza che ci sembra altra dalla nostra, sequenze che crediamo appartenere solo a questo tempo sospeso, che poi, pensiamo, scompariranno, saranno lontane dai nostri quotidiani, dalle nostre angosce, dal nostro dolore.

Eppure è questa la vera immagine della vita, non quella che fino a ieri non volevamo vedere.

Ma la minaccia della contaminazione ci consente anche di sottrarci a questo incubo, di fuggire portandoci appresso il nostro smart working, ci legittima a vivere l’immagine virtuale del nostro essere, quella che ci possiamo disegnare e che ci aiuta a schivare la vista di quella reale.

Si lascia la città, la sua spoliazione, i suoni acuti delle sirene, per disperdersi nei villaggi, in nome della distanza, del contatto salutare con la natura, della purificazione e depurazione. A scrivere il nostro ‘Decameron’ connessi a banda larga, a lavorare smart che fa molto smart, a intrecciare relazioni dalla nostra bolla rifugio chattando sui social.

E non ci rendiamo conto di cosa sta per accadere. Che la lotta contro il male ci lascerà cambiati, ma non come avremmo immaginato. Forse sconfiggeremo il nemico, ma non ne usciremo vittoriosi.

Lontano dalla città se possibile, dove star bene con se stessi e con la natura, con appresso il nostro lavoro, che ci chiede di lavorare ma non di partecipare, l’assenza anziché la presenza, di farci da parte, di ritirarci come tante monadi tra loro distanti. Essere attivi allo smart working, ma lasciare fare ad altri la predisposizione del nostro futuro, quello che sarà dopo il Covid.

Non ci rendiamo conto delle conseguenze di abbandonare il campo e che il campo potrà non essere più quello di prima, perché anziché presidiarlo abbiamo lasciato che altri lo potessero occupare.

Di fronte alla minaccia è forse umano il ‘ritorno al sé’, al grembo materno, al rassicurante focolare domestico. Ma l’illusione della fuga come liberazione, come ritorno al paradiso perduto,  lascia alle spalle la disgregazione sociale e umana, apre la strada ad ogni incognita. La politica viene meno, se abbandoniamo la polis e il suo agorà, se decidiamo di sottrarci al pubblico per privilegiare il nostro privato. Viene meno la civitas e la cittadinanza con i suoi diritti e doveri. Dal distanziamento potremmo uscire ritrovandoci senza città e senza territorio, abitanti un paese di luoghi, privati del cuore della vita politica, sociale, economica e culturale.