Skip to main content

Giorno: 8 Dicembre 2020

RLS e RSU delle aziende del Polo chimico:
RAFFORZARE IL CONTROLLO PER MONITORARE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS

RAFFORZARE IL CONTROLLO PER MONITORARE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS

Da nove mesi siamo quotidianamente a fare i conti con il Covid 19. Nei primi sette non sono emersi
sostanzialmente casi all’ interno del sito del Polo Chimico.
Con la crescita della pandemia, con la disponibilità e l’utilizzo di maggiori controlli nella comunità invece
sono emersi diverse positività: ad oggi non si registrano casi particolarmente gravi ma è evidente che
se si incrementa il tentativo di individuare chi si è contagiato ma non ha sintomi, i casi sono destinati
ad aumentare, se non altro per analogia con l’ambiente esterno.
Le azioni previste dai Protocolli Condivisi realizzati in questi mesi, continuamente aggiornati
all’evoluzione della pandemia in relazione alle condizioni di lavoro, costituiscono lo strumento base con
cui aziende e rappresentanze sindacali intendono contrastare la diffusione del virus nell’ambito
lavorativo.
Con l’incremento delle positività registrati nei mesi di ottobre e novembre, ci siamo posti il problema di
individuare con tempestività i lavoratori che hanno lavorato con casi positivi o che sono diventati
“contatti stretti”.
Pur con approcci diversi, in tutte le società insediate si stanno realizzando interventi -con l’utilizzo del
test antigenico rapido – per “certificare” lo stato di positività/negatività dei componenti il gruppo di lavoro
dove emergesse un positivo o un contatto stretto.
Le RSU e le RLS dello stabilimento Petrolchimico di Ferrara ritengono opportuno estendere e
generalizzare l’azione preventiva, attualmente svolta dal presidio sanitario permanente (gestito da Ifm).
Nello specifico riteniamo necessario che vengano programmate attività periodiche di screening su tutta
la popolazione lavorativa del sito, per individuare eventuali casi positivi e asintomatici. Inoltre chiediamo
che in presenza di un caso positivo, venga immediatamente effettuato il test rapido a tutti i componenti
dello stesso gruppo/squadra di lavoro e che la stessa procedura venga eseguita su gruppi specifici di
lavoratori (di rientro da missioni all’estero, dallo smart working o coinvolti in modifiche organizzative del
lavoro).
Crediamo sarebbe opportuno procedere all’adozione comune di modalità operative per le finalità
sopracitate da parte di tutte le società presenti nello stabilimento, sia chimiche che operanti in appalto,
affinché le buone pratiche non siano vanificate da atteggiamenti sbagliati di chi si ritenesse al di sopra
dei rischi.
Per fare questo serve la disponibilità di tutte le aziende nel determinare un’azione che, mentre sostiene
gli sforzi per contrastare la diffusione dentro le mura della fabbrica, per l’entità dei lavoratori presenti
risulterebbe anche utile ad accompagnare – pur su un piano diverso – l’azione degli enti di Sanità
pubblica.
Per questo motivo ci siamo rivolti, attraverso una richiesta fatta dalle segreterie confederali Cgil Cisl e
Uil Ferrara, al presidente del CTSS Ferrara (Alan Fabbri) affinché venga favorita la possibilità di
utilizzare in maniera massiva il Presidio sanitario Ifm per il perdurare della pandemia a garanzia del
contrasto all’insorgenza di possibili focolai nella più grande Fabbrica del comune. Con l’evidente
obiettivo di allargare l’invito a tutte le autorità sanitarie locali, chiedendo quindi di riunire assieme e
con urgenza le parti interessate: le aziende presenti nello stabilimento, tutte quante, non solo quelle
chimiche, il Consorzio Intersocietario IFM, i delegati e le organizzazioni sindacali affinché si possano
garantire in prestezza le migliori condizioni di sicurezza per tutta la comunità del sito.
Ferrara, 10 dicembre 2020.
Gli RLS e le RSU delle aziende del Polo chimico

Un caso positivo alla scuola ‘Gulinelli’

Da: Comune di Copparo

Attivati immediatamente i protocolli: al via l’isolamento e presto i tamponi

È stata riscontrata la presenza di un caso positivo al Covid-19 nella sezione Coccinelle del plesso scolastico comunale Gulinelli. L’ufficio Scuola del Comune di Copparo ha subito attuato le procedure del caso di concerto con l’Azienda Usl, in applicazione del nuovo “protocollo per la gestione dei casi covid-19 confermati in ambito scolastico” regionale.
La persona interessata si trova in regime di isolamento, che terminerà nel momento in cui si sarà rilevato il mantenimento di assenza di sintomi clinici e la negativizzazione di un tampone naso-faringeo, come da indicazioni ministeriali.
Nel frattempo sono stati individuati tutti coloro che ne sono venuti in contatto ed è stato comunicato loro e al gruppo sezione di rimanere in isolamento fiduciario fino al 17 dicembre prossimo: a tutti l’Ausl comunicherà la data per l’esecuzione del tampone naso faringeo.
«Avremmo naturalmente preferito evitare una simile situazione, ma abbiamo lavorato nei mesi scorsi in prospettiva anche di poterci trovare in un’evenienza di questo tipo – afferma il sindaco Fabrizio Pagnoni -. Pertanto contiamo che i protocolli ci possano garantire una risposta adeguata alle emergenze e una pronta risoluzione delle problematiche che si dovessero presentare».

Associazioni Cooperative e di categoria: anche in Emilia Romagna, chiusura centri commerciali favorisce assembramenti e preclude accesso beni prima necessità

Da: Ufficio Stampa Coop Alleanza 3.0

La chiusura dei centri commerciali favorisce il rischio assembramenti e ostacola l’accesso ai beni di prima necessità

Beni disponibili nei negozi in città, ma non nei centri commerciali: le restrizioni contraddittorie previste nel nuovo DCPM creano ostacoli immotivati ai consumatori e moltiplicano il rischio assembramenti

ANCC-Coop, ANCD-Conad, CNCC – Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, Confimprese e Federdistribuzione esprimono preoccupazione per le implicazioni che le nuove limitazioni contenute nel Dpcm varato ieri avranno a carico dei punti vendita presenti nei centri commerciali.
Due sono i principali effetti negativi di questa misura: in primo luogo, la chiusura dei punti vendita non alimentari dei centri commerciali nei giorni festivi e
pre-festivi del periodo natalizio è una grave limitazione al servizio dei cittadini, una misura contraddittoria rispetto all’obiettivo della prevenzione sanitaria, anche solo per l’inutile aggravamento degli assembramenti che si creeranno negli altri giorni e nei centri cittadini, oltre a creare un serio danno per migliaia di operatori. Il secondo elemento è l’incertezza generata dalle interpretazioni restrittive delle attività di vendita dei supermercati e ipermercati nei centri commerciali con il divieto di vendere prodotti non alimentari presenti sugli scaffali, limitando l’accesso a beni di prima necessità quali assorbenti femminili, pannolini per bambini, carta igienica, prodotti per l’igiene personale o per la cura della casa.

I centri commerciali sono strutture sicure che applicano misure e controlli stringenti sin dalle prime fasi dell’emergenza. La tutela della salute è, infatti, un valore e un impegno al quale le aziende rappresentate in ANCC-Coop, ANCD-Conad, CNCC – Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, Confimprese e Federdistribuzione hanno sempre dimostrato totale adesione, dandone dimostrazione sin dall’inizio della pandemia, attenendosi in maniera scrupolosa alle prescrizioni di legge e attivando ulteriori misure di sicurezza e sostegno a cittadini e lavoratori impattati dall’emergenza Covid.

Le Associazioni del commercio chiedono quindi con urgenza un intervento di modifica delle norme contenute nel Dpcm, eliminando le limitazioni agli esercizi che operano nei centri commerciali. Un intervento che produrrebbe un vantaggio per i consumatori, per le imprese e per la salute pubblica, riducendo il rischio degli assembramenti.

Per ulteriori informazioni
ANCC-Coop:
Silvia Mastagni – Responsabile Ufficio Media e Comunicazione Istituzionale
silvia.mastagni@ancc.coop.it
ANCD-Conad:
Fabio Caporizzi – Direttore Comunicazione
fabio.caporizzi@conad.it

CNCC:
Rossella Barile – Responsabile Comunicazione Esterna
r.barile@cncc.it

Confimprese:
Laura Galdabini – Ufficio Stampa
l.galdabini@confimprese.it

Federdistribuzione:
Marco Magli – Direttore Comunicazione
comunicazione@federdistribuzione.it
Stefano Gianuario – Ufficio Stampa
ufficiostampa@federdistribuzione.it

INCERTI TRA PASSATO E PRESENTE
Da Gutenberg a Galileo: la nostra eterna diffidenza verso il Nuovo

Ci racconta Socrate, nel Fedro di Platone, che per Thamus, sovrano dell’Egitto, la scrittura ideata dall’ingegnosa divinità Theuth, anziché sapienza, avrebbe inculcato nell’uomo il germe della dimenticanza. I segni estranei della scrittura erano destinati a produrre solo dei portatori di opinioni, anziché dei sapienti. Mito che riecheggia timori e pregiudizi nei confronti di tutto ciò che per l’uomo è nuovo, che l’uomo non ha ancora sperimentato. Di fronte alle tecnologie e alla scienza prende il sopravvento la parte più primitiva del nostro cervello, la diffidenza, come la repulsione innata verso i rettili.

Ma è che il nuovo, nel senso di modus, di moderno ci scuote nelle fondamenta. Paradigmi e strutture mentali vengono rivoluzionati, il pensiero di prima non è più quello di dopo, neppure le abitudini e le condotte. C’è sempre qualcuno che si affatica a tradere, a trascinarsi dietro la tradizione da consegnare ai tempi nuovi, perché il distacco da ieri non produca l’abbandono della sapienza consolidata, a prescindere dalla sua utilità.
Il nuovo produce accelerazioni, più avanza, più si genera rapidamente. Il secolo breve di Hobsbawm, tra catastrofi, frane e ideologie malate, ha assistito a rivoluzioni nel campo delle tecnologie e della ricerca scientifica mai così impensabili e numerose. Scienza e tecnologia hanno rivoluzionato i nostri paradigmi, le nostre modalità di ragionamento, i nostri approcci con la realtà e con il sapere.

In un secolo abbiamo assistito al sopravvento delle automobili e degli aerei, dei trasporti veloci, fino ai viaggi interplanetari, allo sviluppo della cinematografia, all’avvento della radio e della televisione, sino alle nuove tecnologie informatiche, alla scoperta di cure e vaccini che ci hanno consentito di sconfiggere malattie mai prime debellate, di migliorare la qualità della nostra vita e di prolungarne la durata. Siamo il prodotto di rivoluzioni culturali che hanno inciso sul nostro modo di essere e di pensare e tutto lo abbiamo vissuto come il risultato naturale del progresso, frutto delle ricerche e del genio umano. Una umanità avventurosa nei secoli passati, che ora pare aver paura di se stessa, che ha perduto l’entusiasmo della conquista, come se si fosse sconfitta da sola. La gara con la vita è sospesa, il mito prometeico relegato in soffitta. Diffidenti di noi e degli altri siamo precipitati nel sospetto che tecnologia e scienza siano alleate in un progetto di manipolazione biologica, di mutazione genetica, di controllo delle nostre esistenze, di sfruttamento degli individui, di limitazioni delle libertà personali.

L’uomo si ripete. Il mito di Theuth e Thamus ci racconta delle resistenze nel passare dall’oralità alla nuova tecnica della scrittura: farmaco del ricordo o inibitore della memoria? Così l’avvento della stampa: tecnologia di controllo o tecnologia di libertà? Sarà proprio la stampa della Bibbia che consentirà a Lutero di sperimentare la più grande forma di libertà che l’umanità abbia mai conosciuto: la libertà di pensiero.
Per non parlare della tecnologia del cannocchiale di Galileo che ha portato alla rivoluzione di tutto il sapere, affrancando la conoscenza dalla dittatura delle sacre scritture.

Siamo divenuti schizofrenici. Da frenetici compulsatori di telefonini e computer, al sospetto che le protesi delle nostre vite quotidiane ci si possano rivoltare contro. Abbiamo coniato i ‘nativi digitali’ e la ‘generazione zeta‘ per prenderne le distanze e nello stesso tempo nascondere i nostri sensi di inferiorità. Scordandoci che, noi figli della cultura libresca, dei testi, delle scritture e degli alfabeti, siamo stati gli dei creatori degli idoli di queste ragazze e ragazzi, noi che veniamo dal secolo passato. Pare quasi che misconosciamo le nostre creature, che vogliamo liberarci dalle nostre responsabilità, come se ci fossero sfuggite di mano, scatenando effetti che non avevamo conteggiato. E mentre crescono le cattedrali del digitale, noi ci ritiriamo nelle nostre antiche chiese a contemplare quanto era bello giocare a pallone in mezzo alla strada, anziché trascorrere le giornate a messaggiare col telefonino, o di fronte al desktop del personal computer.

Spendiamo parole di retorica sulla didattica in presenza per quanto manca, condanniamo la didattica a distanza, scordando che quella roba lì l’abbiamo inventata noi del secolo scorso. Non la chiamavamo didattica a distanza, la chiamavamo Telescuola. Un progetto formativo innovativo con quattro milioni di ascolti giornalieri, che dal 1958 al 1966 ha consentito il completamento del ciclo di istruzione obbligatoria ai ragazzi residenti in località prive di scuole secondarie.
Perché, non era forse didattica a distanza Non è mai troppo tardi? A fronte dell’elevato analfabetismo nell’Italia degli anni ’60, le quotidiane lezioni del maestro Manzi hanno permesso a un milione e mezzo di italiani di conseguire la licenza elementare.

Allora il problema non è la didattica a distanza che comunque è una soluzione, il problema invece siamo noi. Lo scriveva uno dei pensatori più originali del Novecento, Vilém Flusser, nel suo La cultura dei media. Viviamo in un mondo che non è più sinonimo di progresso, ormai non racconta più storie e vivere in esso significa smettere di agire.
È possibile che l’avvento della pandemia abbia dilatato questa sensazione, ma l’impressione è che a scomparire siano sempre più i pensieri, le intelligenze, le idee e le riflessioni. La capacità di immaginare domani possibili, un’impotenza a cui pare incatenato il nostro tempo.

La crisi di valori alla quale spesso ci appelliamo, non è una crisi etica, ma una crisi di significato, di significati condivisi. Non sappiamo deciderci a compiere il passo definitivo, incerti tra il nostro mondo di testi, di scrittura alfabetica, di logiche matematiche, ancora del secolo scorso, e il nuovo mondo della tecnologia e dei suoi valori, il mondo delle generazioni che non vengono dal nostro lontano, ma dal nostro vicino, quello a cui ancora guardiamo con dissimulato sospetto.
Da questo stallo dovrebbero liberarci la cultura, la scuola e le università, ma anche loro di fronte al nuovo non stanno dando il meglio di se stesse, prigioniere del passato faticano a scavallare il secolo.

Il presidente Bonaccini firma la richiesta di stato d’emergenza nazionale.

Maltempo. Il presidente Bonaccini firma la richiesta di stato d’emergenza nazionale. Intanto la Giunta regionale stanzia subito 2 milioni di euro per i ristori economici a pubblici esercizi, bar e ristoranti, partendo da quelli penalizzati dalle misure anti-Covid: “Persone, famiglie e attività colpite sappiano che la Regione è al loro fianco, da subito”

Il presidente della Regione sente il ministro Costa (Ambiente) e il capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Borrelli: “Presto il punto sui prossimi cantieri da attivare nel territorio regionale, con la possibilità di risorse nell’ambito del Recovery Fund”. La Giunta ha deciso di chiedere all’Assemblea legislativa di poter svolgere giovedì in Aula la comunicazione su quanto accaduto e ad Aipo l’istituzione di una Commissione tecnica speciale che verifichi rapidamente quali siano state le cause del cedimento dell’argine sul Panaro. Priolo: “Sul nod o idraulico di Modena realizzati o programmati interventi per quasi 170 milioni di euro, e le Casse di espansione che abbiamo potenziato sono state fondamentali. Necessario continuare a investire: pronti nuovi progetti per 115 milioni, che chiediamo siano finanziati coi fondi europei del Next generation Eu”

Bologna – Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha firmato la richiesta al Governo di stato d’emergenza nazionale relativa ai danni causati dal maltempo in Emilia-Romagna, in particolare nella provincia di Modena, che ha visto l’esondazione del Panaro e la piena del Secchia. Contestualmente, Bonaccini ha sentito il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e il direttore del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Angelo Borrelli.

Nel frattempo, la Giunta regionale nella seduta del pomeriggio h a immediatamente stanziato 2 milioni di euro per i ristori economici dei pubblici esercizi colpiti, in particolare il commercio, soprattutto piccoli negozi, bar e ristoranti, secondo modalità che verranno definite con i sindaci e le associazioni di categoria in sede locale. Ristori che la Regione intende garantire rapidamente, compresa la possibilità di erogarli direttamente agli esercenti, sul modello della procedura già utilizzata dopo le alluvioni a Brescello e Lentigione nel reggiano, a Colorno nel parmense e a Campogalliano nel modenese nel dicembre 2017. Intervento regionale che si aggiunge a quello nazionale nell’ambito della procedura d’emergenza, col quale vengono assicurati i risarcimenti a cittadini e imprese colpite e coperti gli interventi urgenti per fronteggiare l’emergenza e quelli in corso per liberare strade e immobili da fango e detriti.

“Le persone, le famiglie e le attività colpite sappiano che la Regione è al loro fianco, da subito- afferma il presidente Bonaccini-. La cosa più importante adesso è fare tutto ciò che è necessario per tornare in pochi giorni alla maggiore normalità possibile, facendo rientrare nelle proprie case chi le ha dovute lasciare e far ripartire pubblici esercizi e piccole attività, partendo da chi era già stato penalizzato dalle misure restrittive anti-Covid. Per questo abbiamo stanziato subito due milioni di euro, come prima disponibilità per far fronte alle necessità. Ho chiesto intanto al Governo rapidità nell’avviare e completare le procedure necessarie a stanziare i fondi per i danni e quelli per i risarcimenti per cittadini e aziende, nessuno escluso, trovando piena disponibilità. La Regione, attraverso l’Agenzia regionale di protezione civile e grazie alla collaborazione con tutte le istituzioni e i soggetti coinvolti, sta facendo il massimo per assicurare supporto alle comunità; assicuro che faremo fino in fondo la nostra parte perché nessuno resti solo o senza risposte”.

“Col ministro Costa- prosegue Bonaccini- abbiamo deciso di fare al più presto il punto sui prossimi cantieri da attivare per la messa in sicurezza del territorio, ai quali destinare anche fondi straordinari da inserire nel Recovery Fund. Ho poi ringraziato il capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Borrelli, per il supporto fornitoci in questi giorni attraverso operatori e volontari; arrivano in queste ore sul campo anche colonne di altre regioni come Piemonte, Lombardia e Veneto che voglio anch’esse ringraziare. Un lavoro di squadra di grande efficacia che punta su rapidità ed efficienza perché in pochissimi giorni le comunità possano rientrare nella normalità”.

E mentre stanno proseguendo le attività iniziate nella notte fra sabato e domenica nelle aree colpite da alluvione e maltempo, la Giunta regionale ha già chiesto di poter riferire giovedì in Assemblea legislativa su quanto accaduto e quanto si sta programmando: a svolgere la relazione sarà l’assessora regionale alla Protezione civile, Irene Priolo.

In particolare, poi, sulla rottura dell’argine lungo il fiume Panaro, la Giunta chiederà ad Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po, sotto la quale ricadono gli interventi ordinari e straordinari sui reticoli di Secchia e Panaro, l’istituzione di una Commissione tecnica speciale che accerti le cause alla base del cedimento dell’argine.

“Sul nodo idraulico di Modena sono stati finora realizzati o programmati interventi per quasi 170 milioni di euro- afferma l’assessore Priolo-: le opere già realizzate hanno dato un contributo importante per affrontare le criticità di questi giorni, soprattutto il funzionamento delle casse di espansione che abbiamo potenziato, e ci indicano la necessità di continuare ad investire, chiedendo al Governo un impegno deciso per finanziare tutte le opere necessarie. Proprio per questo, abbiamo pronti nuovi progetti e opere per 115 milioni di euro, fondi inseriti fra quelli che l’Emilia-Romagna chiede al Governo vengano finanziati con i fondi europei del Next generation Eu”.

Linguaggi del teatro e dell’attore 2020 – 2021

da: Balamòs Teatro

Lunedì 30 novembre 2020 è ripartita in modalità telematica l’edizione 2020 – 2021 del laboratorio “Linguaggi del teatro e dell’attore” del Centro Teatro Universitario (CTU) di Ferrara, diretto da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamós Teatro.

Il laboratorio, iniziato a causa dell’emergenza sanitaria in modalità telematica con un incontro settimanale incentrato su forme e scritture della narrazione, è rivolto a studentesse, studenti e a chi desideri vivere un’esperienza nel campo della ricerca e della sperimentazione teatrale

Il laboratorio è iniziato a causa dell’emergenza sanitaria in modalità telematica con un incontro settimanale ogni lunedì alle ore 21.00, è rivolto a studentesse, studenti e a chi desideri vivere un’esperienza nel campo della ricerca e della sperimentazione teatrale, è a numero chiuso con priorità per gli ex-allieve/i del CTU, prevede in questa prima fase propedeutica il percorso “forme e scritture della narrazione”, per proseguire alle attività in presenza non appena le condizioni sanitarie lo permetteranno.

E per testimoniare l’edizione 2019 – 2020 del laboratorio, il CTU ha realizzato il video “Diari di un Presente Sospeso” che raccoglie testi, audio e riprese realizzate dagli allievi del laboratorio, iniziato in presenza e proseguito, a causa dell’emergenza sanitaria, in modalità telematica con un lavoro di scrittura.

Gli allievi del laboratorio durante il periodo del blocco d’emergenza hanno creato un diario dove hanno raccontato il loro presente emotivo. Questi testi scritti sono stati poi registrati da loro stessi e in seguito hanno creato delle immagini video, in un confronto quotidiano con il conduttore del laboratorio. Il materiale infine è stato montato da Marco Valentini e costituisce una documentazione/testimonianza degli allievi del laboratorio del CTU di un periodo particolarmente difficile e avverso per l’intera umanità.

Il video “Diari di un Presente Sospeso” è visibile all’indirizzo: https://vimeo.com/484591871