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Giorno: 14 Dicembre 2020

UeCoop, per 42% imprese Emilia-Romagna aiuti solo fra 2 anni

RECOVERY: UECOOP, PER 42% IMPRESE EMILIA ROMAGNA AIUTI SOLO FRA 2 ANNI

Secondo 4 imprese emiliano romagnole su 10 (42%) ci vorranno almeno due anni per vedere in Italia i soldi del Recovery Plan europeo che servono a fare fronte ai danni all’economia causati dall’emergenza Covid. E’ quanto emerge dalla prima indagine dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su un campione nazionale di aziende rispetto alle risorse in campo per attutire gli effetti del virus sul sistema produttivo. Il rischio è che gli aiuti di Bruxelles arrivino troppo tardi per recuperare il terreno perso e difendere i livelli occupazionali considerato che – evidenzia Uecoop – a marzo scade anche il blocco dei licenziamenti. In questo momento storico segnato da una pandemia senza precedenti è necessario intervenire al più presto snellendo tutte quelle procedure burocratiche che rischiano di far perdere tempo prezioso – sottolinea Uecoop – per salvare aziende e posti di lavoro. Tutti riconoscono l’esigenza di fare presto e se il 15% crede che si potrà avere tutto in 6 mesi, una quota del 28% è convinta che per i soldi del Recovery ci vorrà almeno un anno e un 15% di super pessimisti pensa che quei soldi non arriveranno mai. I diversi orientamenti rispetto all’atteso piano di sostegno all’Italia – sottolinea Uecoop – sono il sintomo di una sofferenza sociale ed economica che colpisce imprese e famiglie mettendo a rischio il sistema economico nazionale. L’evolversi della situazione sta mettendo a dura prova la resilienza delle oltre 80mila cooperative italiane che – conclude Uecoop – offrono lavoro a più di 1 milione di persone dall’agroalimentare alla scuola, dalle costruzioni alla logistica, dal commercio all’informatica, dall’assistenza sociale ai servizi di sicurezza e vigilanza generando un fatturato annuo che supera i 150 miliardi di euro.

Dalla meccatronica alle tecnologie dei sistemi informatici, dal digitale al biomedico: gli atenei dell’Emilia-Romagna crescono ancora, via libera all’attivazione di 26 nuovi corsi.

Università. Dalla meccatronica alle tecnologie dei sistemi informatici, dal digitale al biomedico: gli atenei dell’Emilia-Romagna crescono ancora, via libera all’attivazione di 26 nuovi corsi. Ora manca l’ultimo ok dal livello nazionale. Salomoni: “Un investimento che ha un triplice obiettivo: rafforzare ulteriormente l’attrattività del sistema universitario regionale, dare risposte al bisogno di nuove competenze e formare professionisti immediatamente spendibili nel mondo del lavoro”

Il CoReCo (Comitato Regionale di Coordinamento delle Università) dell’Emilia-Romagna, che vaglia la programmazione, ha approvato le proposte relative a 21 nuove iniziative e alla conversione di altre 5. Passo successivo, l’approvazione da parte degli organi nazionali competenti

Bologna – Più lauree “professionalizzanti”, in modo da formare esperti immediatamente spendibili nelle realtà lavorative. Ma anche nuovi corsi sulle competenze digitali avanzate e una laurea magistrale a ciclo unico internazionale, in inglese, in Medicine and Surgery (Medicina e Chirurgia).

Sono ben 26 le proposte presentate da tutti gli atenei con sede amministrativa in Emilia-Romagna e approvate dal CoReCo (Comitato Regionale di Coordinamento delle Università), che aprono le porte a nuove possibilità formative su tutto il territorio regionale. Ultimato l’iter regionale, l’approvazione con il via libera definitivo all’avvio dei percorsi già per l’anno accademico 2021/22 dovrà arrivare dagli organi accademici di ogni università e poi dal ministero dell’Università. Nel dettaglio, 12 arrivano dall’Università di Bologna, 6 dall’Università di Modena e Reggio Emilia, 5 da quella di Parma e 3 da quella di Ferrara.

“Si tratta di un ulteriore, importante investimento da parte di tutti i nostri atenei, con cui si rafforza ulteriormente l’attrattività del sistema universitario dell’Emilia-Romagna- sottolinea l’assessore alla Scuola e Università, Paola Salomoni-. Attrattività peraltro confermata anche dal numero di iscrizioni in crescita, seppure in un periodo così complesso. C’è un forte desiderio di investire sulla cultura tecnica, trasversale alle proposte di tutte le nostre università, e dunque di rispondere alle esigenze delle aziende e del territorio: molti percorsi infatti accresceranno ulteriormente le possibilità di immissione diretta sul mercato del lavoro, in settori di forza dell’Emilia-Romagna, a partire dal biomedicale fino alla meccatronica e al digitale. Altra importante novità- conclude Salomoni- la proposta di attivazione, da parte dell’Università di Parma, di un nuovo corso di laurea magistrale a ciclo unico, in lingua inglese, in Medicine and Surgery, nella sede di Piacenza”.

Meccatronica, informatica, edilizia e territorio, appunto. Tra le nuove proposte ci sono le lauree professionalizzanti, ovvero titoli di livello universitari fortemente improntati alla formazione tecnica di base, inquadrati dalla recente normativa. Di fatto, consentono di conseguire la laurea attraverso percorsi triennali che forniscono competenze operative, formazione in laboratorio e stage aziendali concordati con le imprese dei diversi settori. L’intenzione è di attivarne complessivamente 6 su tutto il territorio regionale: 3 all’Università di Bologna, 2 all’Università di Modena e Reggio e una all’Università di Parma. Obiettivo, dare risposte al bisogno di nuove competenze e formare professionisti immediatamente spendibili nel mondo del lavoro.

Anche le tecnologie digitali sono molto presenti nelle nuove proposte: lo dimostrano le richieste di attivazione di lauree magistrali sulle competenze digitali avanzate, come quella in Digital transformation management proposta dall’Università di Bologna (sede di Cesena) e quella in Formazione, Comunicazione e Cittadinanza Digitale dell’Università di Ferrara. L’Università di Modena e Reggio Emilia ha in programma di attivare un corso di laurea in Media education per le discipline letterarie e l’editoria (sede di Reggio Emilia).

Spazio, infine, al campo biomedico e alla medicina. L’Università di Modena e Reggio Emilia propone un corso di laurea triennale in Ingegneria dei sistemi medicali per la persona; l’Università di Ferrara un corso di laurea magistrale in Biotecnologie per la medicina traslazionale: l’obiettivo, in questo caso, è formare dei laureati con una solida preparazione culturale e metodologica nelle discipline biologiche e biotecnologiche più innovative, attraverso un percorso formativo che si caratterizza come fortemente traslazionale (utilizza, cioè, un approccio multidisciplinare con un alto livello di collaborazione che va dal laboratorio di ricerca al letto del paziente e alla comunità) nell’ottica di una medicina personalizzata.

Non ultima, la medicina: l’Università di Parma ha chiesto infatti l’attivazione di un nuovo corso di laurea magistrale a ciclo unico, in lingua inglese, in Medicine and Surgery, (Medicina e chirurgia) nella sede di Piacenza: un percorso estremamente innovativo, a carattere internazionale, che darà anche competenze di base tipiche dell’ingegneria biomedica e del management dei sistemi sanitari, e che si avvarrà del supporto dell’Azienda Usl di Piacenza.

Nelle scuole Pascoli e Tumiati la raccolta di alimenti per le famiglie meno fortunate

Da: Eleonora Rossi, Istituto Comprensivo Perlasca

UN METRO DI DISTANZA…MA SENZA FERMARE LA SOLIDARIETÀ

Nelle scuole Pascoli e Tumiati la raccolta di alimenti per le famiglie meno fortunate

L’emergenza Covid non ferma la solidarietà: il metro di distanza diventa un braccio disteso nell’atto del donare.
Così anche quest’anno, in prossimità del Natale, le scuole Tumiati e Pascoli accoglieranno il progetto “Dona il cibo” in collaborazione con il Centro di Solidarietà Carità di Ferrara. Gli alunni porteranno a scuola una borsa con alimenti a lunga conservazione, da donare alle famiglie bisognose di Ferrara.
Il preside dell’Istituto Comprensivo Perlasca, Stefano Gargioni, dal 2012 accoglie l’iniziativa, proposta dalla vicepreside Emanuela Ferri e condivisa in questi nove anni da tutti i docenti delle scuole primarie.
In questo 2020 i volontari del Centro di Solidarietà Carità di Ferrara non potranno entrare negli edifici scolastici, ma descriveranno il progetto agli alunni attraverso un video, che gli insegnanti avranno cura di illustrare nelle giornate precedenti alla raccolta degli alimenti.
“Le persone meno fortunate di noi sono aumentate durante questa crisi – spiega nel video una studentessa universitaria volontaria del Centro di Solidarietà Carità -: aiutare fa bene non solo a chi ne ha effettivamente bisogno, ma anche a chi dona. Possiamo essere tutti protagonisti con un semplice gesto”.
In un momento in cui, a fronte di nuovi bisogni, c’è una assoluta necessità di continuare a sostenere azioni solidali, il cibo non deperibile verrà raccolto all’ingresso della scuola e trasportato dai volontari nel magazzino di via Trenti, poi redistribuito alle famiglie bisognose di Ferrara.
La raccolta di alimenti avverrà martedì 15 dicembre (Scuola Pascoli) e mercoledì 16 dicembre (Scuola Tumiati) alle ore 8.30, all’esterno, davanti all’entrata della scuola. I volontari (sottoposti preventivamente a triage) raccoglieranno i contributi delle famiglie, garantendo in tutte le operazioni la distanza di sicurezza interpersonale.
Ma non la distanza del cuore.

Ringraziando, porgiamo cordiali saluti.
Istituto Comprensivo Perlasca

Extinction Rebellion Ferrara organizza un’azione performativa contro l’immobilità insostenibile

Da: XRFerrara

Sabato 12 Dicembre alle ore 15.00 Extinction Rebellion (XR) Ferrara ha organizzato un’azione a carattere performativo sul Listone di Piazza Trento Trieste, per richiamare l’attenzione sull’urgenza di un cambio di paradigma, a partire da una nuova concezione di mobilità.
L’evento, comunicato e autorizzato dalle autorità, si è svolto nel rispetto del distanziamento sociale e le norme vigenti in materia di contrasto e prevenzione del contagio da Covid-19.

Nella prima parte della performance, i ribelli di XR Ferrara si sono radunati in forma statica in un cerchio di biciclette capovolte e impossibilitate all’uso, a simboleggiare l’immobilità e l’incatenamento a uno stile di vita tossico che porta elementi negativi alle nostre vite, esposte su cartelli che ciascun ribelle mostrava (“Niente è cambiato dopo la lezione del Covid”, “Lo so, abito nell’area più inquinata d’Europa..e allora?”, “Emergenza climatica e sociale”, ecc.). Gradualmente, ogni persona si è liberata dei legami con gli elementi negativi, e si è mossa lungo un percorso in cui le biciclette, raddrizzate e riportate in vita, ci portano simbolicamente verso la sostenibilità e la positività. Al culmine dell’azione, le persone collocate a forma di freccia, recanti cartelli con elementi positivi (“Ascoltare la cittadinanza”, “L’espansione della ZTL ha cambiato qualche mia vecchia abitudine, a volte è difficile cambiare ma sono felice di fare passi avanti”, ecc.), hanno scandito tramite un megafono umano un testo che richiama l’assurdità del sistema in cui viviamo e l’urgenza di rivoluzionare il modo di pensare e vivere.
Al termine della performance, le biciclette e i cartelli sul Listone hanno costituito un’installazione, e diverse persone si sono fermate incuriosite. I promotori dell’azione sono infatti rimasti a disposizione per fornire informazioni sugli scopi dell’azione e sui messaggi che si intendeva veicolare.

La “prima ondata” di questa pandemia globale ha mostrato la fragilità delle nostre società1, radicate in stili di viti insostenibili che esasperano le disuguaglianze sociali e peggiorano la qualità della vita di tutti e tutte. Tuttavia, la lezione non è servita, e le cose sono tornate come erano prima: investendo su fonti fossili per uscire dalla recessione causata dal Covid-19, i “piani di ripresa” delle nazioni più potenti stanno dando forza a quegli stessi elementi che rendono fragili le nostre società2, mentre la dipendenza da un modello di economia e di rapporti sociali insostenibili si sta rafforzando. Mettere in discussione il business as usual (a Ferrara diremmo “il solito andazzo”) è un atto che richiede coraggio ma che è sempre più urgente, e dire la verità è un dovere di ogni cittadino o cittadina.

E a Ferrara, in che direzione vogliamo pedalare?
A tutta gamba verso una nuova visione di mondo, che si basi sulla cura, il mutualismo, l’attenzione, verso una nuova concezione di mobilità?
O togliamo le mani dai freni su un ripido pendio, riprendendo una discesa senza controllo?
Stiamo perdendo il conto delle occasioni perse dalla nostra città e dalla nostra nazione per ripensare i nostri modi di vivere, e in particolare di spostarsi; sussidi ripresi per un soffio, disagi per la mobilità ciclabile, piani proposti dalla società civile cui non si dà uno sguardo, inattenzione agli utenti più deboli del sistema dei trasporti: ci “muoviamo” ma stiamo fermi sui nostri schemi mentali, è una IMMOBILITÀ INSOSTENIBILE.

È ora di ripartire dall’ascolto dei bisogni di tutte le componenti della società e dalla cura verso i fragili ecosistemi che sostengono la Vita sul nostro Pianeta.
Muoviamoci e pensiamo in maniera diversa.
Per Ferrara,
Per la Vita.

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 14 dicembre

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 1.574 nuovi positivi, di cui 862 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. 1.273 guariti

Eseguiti 10.517 tamponi, 1.139 test sierologici e 369 tamponi rapidi. Il 95,3% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 45,4 anni. 73 nuovi decessi, nessuno nel reggiano e nel riminese

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 146.325 casi di positività, 1.574 in più rispetto a ieri, su un totale di 10.517 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 15%.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 862 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 280 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 454 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 45,4 anni.

Sugli 862 asintomatici, 477 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 71 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 20 con gli screening sierologici, 7 tramite i test pre-ricovero. Per 287 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Modena con 330 nuovi casi, Bologna con 300, Ravenna (195), Reggio Emilia (167), Ferrara (120), Parma (119), Rimini (114), Piacenza (30). Poi l’Imolese (86), Cesena (72), Forlì (41).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 10.517 tamponi, per un totale di 2.334.039. A questi si aggiungono anche 1.139 test sierologici e 369 tamponi rapidi effettuati ieri.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.273 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 74.694.

Il numero dei casi attivi, cioè i malati effettivi, è di 64.986 (+228 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi – che non richiedono cure ospedaliere – o prive di sintomi, sono complessivamente 61.933 (+214), il 95,3% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 73 nuovi decessi: uno in provincia di Piacenza (un uomo di 79 anni); 7 in quella di Parma (4 donne, di 71, 81, 92 e 99 anni, e 3 uomini, di 59, 81 e 89 anni); 8 in quella di Modena (3 donne, di 61, 89 e 93 anni, e 5 uomini, rispettivamente di 65, 72, 80, 81 e 89 anni). 41 in quella di Bologna: si tratta di 22 donne, di 52, 59, 61, 62, 71, 74, 77 anni; 2 di 80 anni – di cui una originaria dell’imolese; l’altra, del bolognese, deceduta a Ferrara – ; le altre di 84, 85 anni; 2 di 86 anni; una di 87 anni, una di 88, 2 di 89; le altre di 92, 94 anni, 2 di 95, una, infine, di 98 anni. Diciannove gli uomini deceduti nel bolognese, rispettivamente: 2 di 50 anni, gli altri di 60, 61, 67, 68 anni; 2 di 80 anni, poi di 82, 84, 83, 87, 88 anni; 2 di 89 anni; gli altri di 91, 92 e 93 (entrambi dell’imolese) e, infine, un 99enne. Nel ferrarese ci sono stati 3 decessi (2 donne, di 80 e 81 anni, e un uomo di 89 anni); 7 in provincia di Ravenna (2 donne, di 75 e 83 anni, e 5 uomini, rispettivamente di 80, 81 e 3 di 88 anni) e 6 in provincia di Forlì-Cesena (4 donne, di 62, 76, 81, 88 anni, e 2 uomini di 63 e 77 anni). Nessun decesso nel reggiano e nel riminese. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 6.645.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 222 (+2 rispetto a ieri), 2.831 quelli negli altri reparti Covid (+12).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 13 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 18 a Parma (+3), 30 a Reggio Emilia (invariato), 39 a Modena (-3), 57 a Bologna (invariato), 6 a Imola (invariato), 18 a Ferrara (+1 rispetto a ieri),13 a Ravenna (invariato), 5 a Forlì (invariato), 1 a Cesena (-1) e 22 a Rimini (+2).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 13.803 a Piacenza (+30 rispetto a ieri, di cui 18 sintomatici), 11.777 a Parma (+119, di cui 71 sintomatici), 20.495 a Reggio Emilia (+167, di cui 64 sintomatici), 26.899 Modena (+330, di cui 188 sintomatici), 28.755 a Bologna (+300, di cui 118 sintomatici), 4.552 casi a Imola (+86, di cui 22 sintomatici), 7.447 a Ferrara (+120, di cui 28 sintomatici), 10.360 a Ravenna (+195, di cui 40 sintomatici), 5.124 a Forlì (+41, di cui 35 sintomatici), 4.774 a Cesena (+72, di cui 57 sintomatici) e 12.339 a Rimini (+114, di cui 71 sintomatici).

In seguito a verifica sui dati comunicati nei giorni passati, sono stati eliminati 4 casi (2 Bologna, 2 Ravenna) in quanto giudicati non Covid-19.

Qualità della vita, Rancan (LEGA): “Emilia-Romagna al top: vittoria di tutti, ma rimangono zone d’ombra”

Da: Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

BOLOGNA, 14 DIC – “La classifica generale della Qualità della vita elaborata dal Sole-24Ore premia l’Emilia-Romagna: Bologna ottiene il primo posto e traina un po’ tutte le province dell’Emilia Romagna, di cui ben cinque su nove si incontrano tra le prime venti: oltre a Bologna, Parma (8ª), Forlì Cesena (14ª), Modena (15ª) e Reggio Emilia (17ª). “Dai dati della rilevazione, che sono positivi, emerge che la nostra regione Emilia-Romagna ha raggiunto un livello di qualità della vita molto alto nel contesto italiano e questo rappresenta una vittoria per tutti gli emiliano-romagnoli, considerato come a questo risultato abbiano fattivamente contribuito anche province a guida centrodestra (Ferrara è salita al 34esimo posto in classifica generale dal 64esimo, guadagnando 30 posizioni, Piacenza dal 44esimo del 2019 al 24esimo nel 2020, guadagnando 20 posizioni in classifica). Tuttavia sarebbe sbagliato fermarsi a magnificare i dati, poiché permangono delle zone d’ombra, come sottolienano gli indicatori sulla “sicurezza e la giustizia”, sui quali occorre lavorare in sinergia e con spirito costruttivo e collaborativo. Non è infatti accettabile che, alla voce sicurezza, Bologna sia scivolata di altre 4 posizioni al 105esimo posto (su 107 province), così come la migliore provincia classificata sia Piacenza, appena 42esima, ed unica a guadagnare posizioni (+16). Da qui la nostra disponibilità a continuare a dialogare con la maggioranza di governo in Regione, affinché nulla e nessuno venga lasciato indietro”. Così il capogruppo della Lega ER, Matteo Rancan, commenta la classifica della Qualità della vita pubblicata dal Sole-24 Ore.

Recupero della sala consigliare, c’è il progetto

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

Andrà al vaglio della Regione il primo stralcio prevede lavori di ripristino della copertura

È stato approvato il progetto esecutivo per il primo stralcio dei lavori
di ripristino della copertura della sala consiliare e della residenza
municipale a seguito dei danni causati dal sisma, per un costo stimato
di 100mila euro. La progettazione dovrà poi essere inviata alla Regione,
in quanto inserita nel Programma delle Opere Pubbliche e dei Beni Culturali
La Sala Consiliare, al secondo piano di Palazzo Barberini, ha registrato
lesioni nel corpo del controsoffitto con distacco di stucchi, oltre
all’apertura di fessurazioni dei muri di separazione con alcuni locali
limitrofi e il danneggiamento della balconata. Dopo la verifica della
struttura portante della sala e del suo sottotetto, della stabilità
degli stucchi e le prime operazioni di fissaggio degli elementi
danneggiati, la sala è stata adeguatamente messa in sicurezza per
l’impiego istituzionale.
Nel frattempo si è dato corso alla progettazione, che prevede per la
sala consiliare la riparazione delle lesioni con l’integrazione la
tonalizzazione cromatica: operazioni che dovranno essere necessariamente
eseguite da un restauratore qualificato; per gli ambienti limitrofi la
riparazione delle lesioni e la nuova tinteggiatura delle superfici
interessate; per i sottotetti la verifica e la bonifica degli elementi
lignei costituenti le strutture. E ancora, per la copertura del corpo
centrale dell’edificio sopra la sala il rimaneggiamento del manto, la
verifica degli elementi lignei strutturali e la sostituzione della
guaina impermeabilizzante in corrispondenza dell’area di posizionamento
del solo e necessario ponteggio. Per la Torre dell’Orologio il
consolidamento delle murature lesionate con stuccature strutturali e la
realizzazione di intonaco armato con rete in fibra di vetro e fiocchi,
la realizzazione di due fasce perimetrali in fibra di vetro, poste alle
estremità inferiore e superiore delle murature, la posa in opera, sul
lato interno della parete nord, di presidi anti-ribaltamento e il
rifacimento della struttura di copertura

Continua il rinnovo in chiave ‘green’ del parco autobus dell’Emilia-Romagna

Trasporti. Continua il rinnovo in chiave ‘green’ del parco autobus dell’Emilia-Romagna, altri 25 bus a gas naturale liquido in strada entro la primavera 2021, con un investimento di oltre 4 milioni di euro. L’assessore Corsini: “Un altro passo nella rivoluzione dei trasporti e per il benessere dei nostri cittadini”

Presentati in video conferenza i nuovi bus ecocompatibili di Industria italiana Autobus. Per i collegamenti in città e dell’area metropolitana vanno ad aggiungersi all’attuale flotta di 46 mezzi. Tra le novità anche la prima stazione di rifornimento dei mezzi LNG a Bologna

Bologna – Ancora di più, ancora più green. Va avanti in Emilia-Romagna, all’insegna dell’ecosostenibilità, il rinnovo della flotta degli autobus, con l’arrivo di nuovi mezzi alimentati a gas naturale liquido.

È previsto per la primavera del 2021, infatti, l’arrivo in città e su diverse linee suburbane dell’area metropolitana di Bologna di altri 25 autobus Citymood LNG, che vanno ad aggiungersi ai 46 della flotta attuale. Prodotti da Industria italiana Autobus – ex MenariniBus – i nuovi mezzi ecocompatibili sono il frutto di un investimento complessivo di 6,3 milioni di euro – di cui oltre 4, 4 milioni di finanziamento regionale.

Il rinnovo della flotta dei bus Citymood LNG, assieme ad altre novità in tema di ambiente e innovazione, sono stati presentati oggi durante la video conferenza stampa organizzata da Tper a cui hanno preso parte, tra gli altri, anche la presidente e amministratore delegato di Tper SpA, Giuseppina Gualtieri, il sindaco di Bologna, Virginio Merola e l’assessore regionale ai Trasporti e alla Mobilità, Andrea Corsini.

“Siamo certi che il miglioramento della qualità della vita dei nostri cittadini passa anche attraverso una mobilità pubblica più efficiente ed ecologica- commenta l’assessore Andrea Corsini- che sia in grado di coniugare la necessità di dotarsi di mezzi all’avanguardia dal punto di vista tecnologico con l’esigenza di ridurre in modo consistente le emissioni inquinanti. L’Emilia-Romagna crede fermamente in questa visione e lo sta dimostrando con un importante impiego di risorse volto all’ammodernamento dei suoi mezzi attraverso un mix di soluzioni integrate capaci di soddisfare, con un impatto minino sull’ambiente, le esigenze delle persone in tutti i contesti urbani ed extraurbani”.

Entro la primavera 2021, i 71 autobus LNG complessivamente in circolazione permetteranno di ridurre di 1.775,000 litri all’anno i consumi di gasolio. Un beneficio ambientale che va a sommarsi a quello già garantito dal parco veicoli a metano compresso di Tper – 282 mezzi a Bologna e 31 a Ferrara – attivi perlopiù in ambito urbano.

E’ stata presentata anche la nuova stazione di rifornimento temporanea per i bus LNG. Situata a Bologna, presso il deposito Tper di via Ferrarese, l’impianto consente di rifornire un bus in 5 minuti e garantire un’autonomia di servizio che si aggira tra i 900 e 1000 km e quindi una minore frequenza di ricarica.

Entro il 2021 la nuova stazione sarà inoltre implementata da un impianto fisso di grandi dimensioni per il rifornimento di 150 autobus.

Massimo rigore sul rispetto delle norme di contrasto al COVID-19 dopo gli assembramenti registrati nel corso del fine settimana

Da: Gianni Molinari, Ufficio Stampa Prefettura di Ferrara

Pronta risposta del Prefetto Michele Campanaro contro gli assembramenti nel centro storico di Ferrara

Il Prefetto di Ferrara Michele Campanaro ha presieduto questa mattina, in videoconferenza da palazzo don Giulio d’Este, una Riunione Tecnica di Coordinamento, convocata per fare il punto della situazione sul dispositivo di controllo anti-Covid messo in atto nell’ultimo fine settimana nella Città di Ferrara.
Presenti all’incontro il Vicario del Questore Federica Ferrari, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Gabriele Stifanelli e il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Cosimo D’Elia.
I flussi di persone registrati nelle vie del centro storico di Ferrara nello scorso fine settimana, costituiti non solo da giovani, spesso incuranti del rispetto delle norme sul distanziamento fisico in prevenzione del COVID-19, ha sollecitato ripetuti interventi e richiami da parte delle Forze di Polizia, presenti con un massiccio dispiegamento di uomini e mezzi.
“Ringrazio, anzitutto, gli operatori delle Forze dell’Ordine, perché stanno gestendo con grande impegno e professionalità questa delicata fase di contenimento del contagio, in uno scenario operativo particolarmente complesso come quello di strade e piazze del centro del capoluogo, letteralmente prese d’assalto nell’ultimo fine settimana – ha dichiarato il Prefetto Campanaro – La vicinanza del Natale deve quest’anno sollecitare dentro ciascuno di noi riflessioni molto più profonde, perché il miglior regalo che potremo fare ai nostri cari ed a noi stessi sarà quello di tornare ad una vita normale. Occorre però che tutti, nessuno escluso, ci impegniamo per evitare che si ripetano comportamenti dissennati ed irresponsabili che nulla hanno a che vedere con lo spirito natalizio; comportamenti come quelli che ho personalmente registrato nello scorso fine settimana qui in centro a Ferrara, che rischiano piuttosto di creare le peggiori condizioni per una nuova impennata di contagi da COVID-19”.
Intanto, in vista dei prossimi giorni di prevedibile ulteriore afflusso sostenuto di persone per strada, il Prefetto ha invitato i vertici delle Forze dell’Ordine alla rimodulazione del dispositivo di controllo e contenimento del contagio, che dovrà valutare anche l’ipotesi della chiusura di strade e piazze “Ho sentito stamane il Sindaco di Ferrara Alan Fabbri – ha concluso il Prefetto Campanaro – e con me ha convenuto sulla necessità di intervenire per correttivi immediati sulle modalità di gestione degli afflussi nel centro della Città. Ne parleremo in occasione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che ho convocato per mercoledì prossimo, non escludendo sia necessario valutare, alla luce dell’andamento dell’ultimo fine settimana, il ricorso ad ordinanze di drastica limitazione di accesso a strade e piazze del centro storico”.

“Lions ferraresi contro la fame”

Da: Giorgio Ferroni

I Lions ai tempi della pandemia

In questo periodo così problematico e straordinario che abbiamo voluto rappresentare con una cartolina che riporta l’immagine delle Muse Inquientanti di De Chirico, i Lions, che per più di un secolo hanno risposto alle maggiori sfide dell’umanità, dimostrano la loro grande capacità di resilienza con azioni immediate per affrontare anche e soprattutto nelle proprie comunità i disagi sociali e non solo che scaturiscono dalla pandemia.

I Lions Club Ferrara Estense, Ferrara Host e Ferrara Diamanti, patrocinati dal Comune di Ferrara, si sono uniti nel service “Lions Ferraresi Contro la Fame”.
Quest’anno, causa Covid-19, la tradizionale Colletta Alimentare ha, purtroppo, dovuto svolgersi in maniera differente rispetto agli scorsi anni ed i Lions Ferraresi hanno deciso di rivolgersi direttamente ai propri soci e, più in generale, alla cittadinanza, per raccogliere generi alimentari di prima necessità da consegnare al “Centro di Solidarietà Carità di Ferrara” per la ridistribuzione sul territorio in favore delle famiglie bisognose.
Grandissimo è stato l’impatto dell’iniziativa e solerte e generosa la partecipazione dei Ferraresi.
Tantissimi concittadini, tantissime associazioni e attività commerciali, hanno voluto aderire e, nella giornata di sabato 12 dicembre 2020, sono stati consegnati all’incirca 40 scatoloni di prodotti alimentari.
L’Assessore Matteo Fornasini che ha fortemente supportato l’iniziativa, nonché presente il giorno della consegna dei generi alimentari “ringrazia di cuore tutti i Lions e coloro che hanno partecipato e contribuito. Quest’anno la consueta giornata dedicata alla colletta alimentare non si è potuta svolgere, per cui a maggior ragione queste iniziative di solidarietà sono ancora più importanti.
Grazie anche e sempre ai volontari del Centro di solidarietà Carità e del Banco Alimentare che 365 giorni all’anno si impegnano ed aiutano migliaia di famiglie bisognose”.
Il Covid-19 ha solo cambiato le modalità di raccolta ma non ha mai scalfito il nostro entusiasmo e la voglia di aiutare il prossimo – ha dichiarato il presidente del Lions club Ferrara Estense Giorgio Ferroni – anzi, i problemi economici causati dall’attuale pandemia di Covid-19 sono sempre più frequenti, per questo il nostro aiuto continuerà nei mesi prossimi.
Negli stessi termini il Presidente del Lions Club Ferrara Host Giovanni Casadio il quale evidenzia come in questo periodo particolare, in cui il pensiero ci porta a guardare di più a noi stessi e poco agli altri, impegnarsi nella Raccolta Alimentare ci permette di comprendere che in realtà più aiuti gli altri più aiuti te stesso. E’ fondamentale crederci ed è importante continuare indipendentemente dal periodo.
La Presidente del Lions Club Ferrara Diamanti Anna Quarzi sottolinea che la straordinarietà di ciò che è accaduto ci ‘impone’ di dimostrare con più forza la nostra essenza di Lions al servizio delle comunità. ‘Non si può andare lontano se non si pensa di fare qualcosa per gli altri’ affermava il fondatore dei Lions Melvin Jones, frase che racchiude lo spirito del nostro di impegno verso le collettività.
Felice per il risultato raggiunto il Vice Presidente “Centro di Solidarietà – Carità” di Ferrara Massimo Travasoni che “ringrazia i Lions Estense, Host e Diamanti di Ferrara per questa bella iniziativa che aiuta la nostra opera in maniera concreta e originale. In un momento complesso come questo, ci commuovono creatività e originalità di questo gesto contro paura e indifferenza. La generosa gratuità, che oggi vediamo concreta grazie al Lions e ai benefattori che ci stanno contattando, ci aiuta a superare l’individualismo reso ancora più evidente dal Covid, perché, esercitando la carità, l’abbraccio verso tutti, facciamo esperienza che l’altro è un bene per ognuno. Questa è la promessa per ciascuno di noi e il nostro cordiale augurio.

Questa iniziativa non si limiterà alla Colletta Nazionale: le nuove povertà e la fame sono un problema concreto, pertanto “i Lions Ferraresi”, riproporranno la raccolta almeno tre volte all’anno alla luce di #weserve

I Presidenti del
Lions Club Ferrara Estense
Lions Club Ferrara Host
Lions Club Ferrara Diamanti

Il teatro contemporaneo emiliano-romagnolo fa incetta di premi 2020 della critica teatrale con quattro riconoscimenti

Spettacolo. Il teatro contemporaneo emiliano-romagnolo fa incetta di premi 2020 della critica teatrale con quattro riconoscimenti. L’assessore Felicori: “Una soddisfazione che vale doppio vista la penalizzazione del settore causata dalla pandemia, un riconoscimento allo straordinario lavoro svolto dalle produzioni made in Emilia-Romagna”

Premiati Vetrano-Randisi per lo spettacolo ‘A cirimonia’, il Teatro delle Ariette di Valsamoggia nel bolognese, il Festival “Tutti matti per Colorno” della bassa pianura parmense e il regista piacentino Leonardo Lidi

Bologna – Il teatro contemporaneo emiliano-romagnolo brilla nell’edizione 2020 dei “Premi critica teatrale”. I riconoscimenti, assegnati dall’Associazione nazionale dei critici di teatro (Anct), sono stati annunciati al Teatro Mercadante di Napoli e vanno a premiare come ogni anno registi, attori, drammaturghi, festival, studiosi e tutti coloro che contribuiscono a far crescere, con punte d’eccellenza, il teatro contemporaneo.

Tra i quindici premiati brillano alcune stelle del teatro emiliano-romagnolo: Enzo Vetrano e Stefano Randisi per lo spettacolo ‘A cirimonia’ su testo di Rosario Palazzolo; il Teatro delle Ariette (Valsamoggia nel Bolognese), Paola Berselli e Stefano Pasquini con il loro teatro che impasta e cuoce mentre racconta e canta la vita; il Festival Tutti matti per Colorno, iniziativa internazionale di circo contemporaneo, teatro, danza e musica all’aperto che da tredici anni porta il meglio della scena internazionale nella cittadina ducale a pochi chilometri da Parma. Tra i premiati anche Leonardo Lidi, giovane attore e regista originario di Piacenza, prodotto da La Corte Ospitale di Rubiera, Centro di produzione artistica e Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna (già insignito del Premio Hystrio Anct 2020).

“Sicuramente una bella notizia che vale doppio visto il contesto attuale– commenta l’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori-. Nonostante le gravi difficoltà in cui versa il teatro italiano, duramente penalizzato dall’emergenza Covid-19 con una drastica riduzione del numero di spettacoli, l’Anct ha voluto comunque assegnare anche quest’anno il premio, esprimendo per il teatro contemporaneo dell’Emilia-Romagna un grande incoraggiamento e apprezzamento per il lavoro svolto dalle produzioni, da attrici, attori, registi, drammaturghi e da quanti concorrono col loro lavoro alla realizzazione degli spettacoli”

#Oggileggoio

Da: Katia Romagnoli, Comune di Codigoro

Il ciclo di letture online #OGGILEGGOIO, promosso dall’Amministrazione Comunale durante il periodo di chiusura della biblioteca per le restrizioni anti Covid 19, prosegue domani, martedì 15 dicembre, con un appuntamento dedicato ai più piccoli.
Dopo il successo registrato dai primi tre incontri dedicati al recupero e alla valorizzazione del bagaglio culturale dialettale, domani, alle ore 17.30 Milena Medici e Paola Bedeschi del GAD -AMICI DEL TEATRO leggeranno alcune fiabe della tradizione natalizia, alternandole con filastrocche a tema.
La diretta Facebook sarà introdotta, come le precedenti, dal saluto del Sindaco Sabina Alice Zanardi. Con la rassegna #OGGILEGGOIO il Comune di Codigoro si prefigge l’obiettivo di stimolare ed incentivare la passione per la lettura, promuovendo contestualmente le tradizioni locali e quelle natalizie, creando occasioni di incontro e di confronto via web, in un momento in cui il distanziamento sociale è una regola fondamentale, per contrastare la pandemia. Dopo-domani, mercoledì 16 dicembre, sempre con inizio alle ore 17.30, le volontarie dell’Udi di Codigoro Bice Carli ed Elisabetta Leoni, si alterneranno nella lettura di nuove, avvincenti fiabe dedicate ai bimbi. Benedetta Cassano, insegnante di musica dell’Istituto comprensivo di Codigoro, allieterà il pomeriggio eseguendo brani natalizi al violino. Per assistere alle dirette è necessario disporre di un account Facebook.
Tutti possono commentare ed inviare proposte e suggerimenti per gli appuntamenti futuri. #OGGILEGGOIO accoglie anche fiabe e filastrocche scritte di pugno dai bimbi o dai loro genitori o da chiunque voglia contribuire a far crescere la rassegna letteraria.

Il bilancio di un anno di lavori e progetti al Parco del Delta del Po

Da: Ufficio Stampa Parco del Delta Po

Il bilancio di un anno di lavori e progetti al Parco del Delta del Po. Ne parlano il presidente Viviani e la direttrice Pagliarusco.

Comacchio. Un anno difficile, che ha avuto riflessi non solo sanitari, ma che ha visto la cancellazione di importanti eventi all’interno del Parco del Delta, primo fra tutti la Fiera Internazionale del Birdwatching. Alla fine di questo 2020 il presidente del Parco, Diego Viviani e la direttrice Maria Pia Pagliarusco, tracciano un bilancio del lavoro effettuato e dei tantissimi progetti che interesseranno il futuro della Biosfera del Delta del Po. Diego Viviani prima vice e dal marzo di quest’anno, presidente del Parco, non nasconde le difficoltà attraversate, ma sottolinea anche i risultati ottenuti: “Abbiamo realizzato importanti progetti di riqualificazione del territorio, utilizzando al meglio i fondi europei, abbiamo nominato la Consulta del Parco, che darà voce a rappresentanti di vari mondi, anche dell’ambientalismo, che non erano rappresentati negli organi di governance e che adesso possono esprimere le loro idee, con una rappresentanza paritaria fra le province di Ferrara e Ravenna. Aggiungo con soddisfazione che abbiamo gestito in maniera ottimale aspetti ambientali critici di Valle Mandriole in collaborazione con il Comune di Ravenna dando avvio al progetto di contenimento delle specie invasive sulle Valli Ravennati, partendo dalla nutria”.
Parlando di progetti europei – si inserisce Maria Pia Pagliarusco, Direttrice del Parco dall’1 maggio 2015 – ricordo che si stanno sviluppando le azioni previste nei progetto: Delta Lady, che mira alla revisione degli strumenti di governance con l’introduzione della disciplina dei servizi ecosistemici e loro pagamento; Il progetto Change we care, nato per individuare misure di contrasto agli effetti negativi che i cambiamenti climatici determinano nelle zone costiere in ordine alla biodiversità. L’area pilota scelta per l’attuazione del progetto nel Delta del Po è la Sacca di Goro. Senza dimenticare il progetto Life Perdix, che ha come obiettivo la reintroduzione in natura della starna italica, nelle Valli del Mezzano dove era presente fino agli anni 80. La specie è ora estinta in natura. Abbiamo ottenuto la comunicazione ufficiale del finanziamento del Life “anguilla” per la conservazione della specie in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Il progetto verrà avviato nel prossimo mese di gennaio”.
Il presidente si sofferma poi sui rapporti con la associazioni ambientaliste: “A volte siamo stati accusati di uno scarso coinvolgimento delle associazioni, in particolare Legambiente. Noi siamo assolutamente aperti al confronto e credo che con l’attivazione della Consulta, il dialogo si andrà rafforzando. Abbiamo davvero prestato attenzione a tutti gli aspetti della vita del Parco, sia dal punto di vista ambientale, che rispetto alla persone che lo abitano. Per esempio stiamo monitorando la presenza dei daini che spesso provocano incidenti sulle strade. Una presenza importante soprattutto a Lido di Spina, Lido di Classe, in via Cardinala nell’argentano”. E’ in corso di approvazione un piano di contenimento in collaborazione con la regione Emilia Romagna.
“Sempre in tema ambientale e nello specifico della conservazione della biodiversità e della convivenza tra uomo ed animale – interviene Pagliarusco – c’è il progetto che riguarda il lupo. Da 200 anni non si vedevano lupi in pianura. Adesso vi ha preso residenza in forma stanziale una famiglia, nelle valli di Argenta, composta da 7 elementi. Dobbiamo garantirne la conservazione in stato soddisfacente (così dice la norma), proteggerli e mantenere un habitat adatto alla loro sopravvivenza. Ma la loro presenza va gestita, per contenere i possibili effetti negativi, ricordiamo che il lupo è un predatore non propriamente mansueto. Ma voglio anche ricordare il coinvolgimento e la partecipazione cospicua delle scuole nei progetti di educazione ambientale, attraverso il web che ci ha consentito di NON fermarci di fronte alla pandemia e ancora la sottoscrizione di un protocollo di intesa con la Regione per la tutela delle tartarughe marine ed ancora il miglioramento della gestione delle Dune Fossili di Massenzatica, e l’attenzione alla Riserva Naturale di Alfonsine, il regolamento dei tartufi che riguarda soprattutto il Mesolano”.
Abbiamo parlato di progetti europei, ma abbiamo ottenuto anche importanti finanziamenti nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale programmati insieme alla Regione: “Abbiamo sviluppato numerose progettualità sul verde (Bosco di Santa Giustina), – prosegue la direttrice – abbiamo completato la cartellonistica del Parco, realizzato le cosiddette Porte del Delta che danno maggiore visibilità all’intero territorio del Parco. A settembre abbiamo inaugurato la Sala degli Aceti, un edificio storico con doppio vincolo architettonico e paesaggistico che va a completare il percorso museale del Centro Visita della Manifattura dei Marinati. Per migliorare la regimentazione delle acque abbiamo riaperto la foce del Canale Gobbino che garantisce un ricambio di acqua alle valli di Comacchio. Abbiamo poi dato il via ad un progetto di contenimento delle specie invasive nel ravennate, mirato al controllo delle nutrie, che si estenderà anche alla carpa e al gambero della Louisiana. Si è inoltre completato l’iter della candidatura alla Carta Europea del Turismo sostenibile ed il Progetto sul turismo sostenibile legato all’ampliamento della stagione turistica ed alla promozione di aree naturalistiche di elevato pregio ma ancora poco conosciute”.
Il bilancio di un anno di lavoro del Parco non poteva esimersi dall’esaminare la parte economica ed amministrativa. Ne parlano all’unisono Presidente e Direttore: “Dal punto di vista economico le risorse restano sempre limitate anche se sono state implementate con le risorse derivanti dai finanziamenti di progetti europei che ci impegniamo a completare. Abbiamo attivato altre forme di autofinanziamento, come ad esempio la realizzazione e la vendita di magliette con logo del Parco e di shopper. Speriamo anche nei fondi che dovrebbero arrivare dal Recovery fund. Per quanto riguarda lo staff, avremo bisogno di migliorare lo staff tecnico integrandolo con un agronomo, ma anche implementare lo staff amministrativo soprattutto ai fini della gestione e rendicontazione della progettualità europea.
Da ultimo ma non meno importante un focus sulle anguille che restano sempre il canone connotativo della Valli di Comacchio e dell’intero Parco. “Il prossimo 23 dicembre, per il quarto anno consecutivo daremo luogo la liberazione delle anguille che potranno uscire dalle valli e fare rientro al Mar dei Sargassi allo scopo di favorire la riproduzione della specie. A questo proposito vogliamo sottolineare che negli ultimi anni la produzione di anguille è addirittura triplicata, grazie anche ad un miglioramento costante della regimazione delle acque”. Appuntamento quindi al 23 dicembre quando le anguille riprenderanno lo storico cammino verso il Mar dei Sargassi. Nel 2021 dovrebbe esserci anche la nomina del nuovo presidente: “Io sono subentrato da vice – precisa Viviani – al presidente Fabbri che è stato eletto in Regione. Quello che avrebbe dovuto essere un valzer di poltrone – conclude con una battuta – è diventato un lento… e così sono ancora qua”.

Nuova gara per la vigilanza al Meis di Ferrara

Da: Ufficio Stampa UGL Emilia-Romagna

Nuova gara per la vigilanza al Meis di Ferrara, Ugl: “Pronti allo sciopero per salvare posti di lavoro”

“Se verrà dato corso senza modifiche al nuovo bando di gara per il rinnovo dell’affidamento del servizio di vigilanza al Meis – Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara che a nostro parere contiene indicazioni contrarie alla norma di legge 269 del 2010 proclameremo lo sciopero del personale e chiameremo alla loro responsabilità i soggetti che devono vigilare su una tematica delicata come la vigilanza degli obiettivi sensibili e strategici nazionali” : così, in un comunicato, il segretario regionale dell’ Ugl-Federazione Sicurezza Civile dell’Emilia-Romagna, Filippo Lo Giudice.

Nei giorni scorsi, il sindacato che rappresenta le guardie giurate e gli operatori fiduciari aveva aperto a Ferrara lo stato di agitazione per salvaguardare l’incarico di 5 addetti (guardie giurate di Sicuritalia) che in base ai termini della nuova gara (i dettagli sono pubblicati sul sito web del Museo) si troverebbero dal 2021 con il posto di lavoro cancellato per le 3 unità del servizio notturno e modificato a part-time per i 2 che svolgono i servizi mattutino e pomeridiano.

“I servizi di ronda affidati alle Squadre Operative di Supporto dell’Arma dei Carabinieri chiamate a vigilare gli obiettivi sensibili della città nonché di prevenire e reprimere eventuali atti di natura terroristica non sono sufficienti a garantire un controllo 24 ore su 24 del Meis così come il nuovo programma di installazione di telecamere di sorveglianza per monitorare l’antico ghetto , la sinagoga e le altre strutture ebraiche della città non metterà al sicuro questi luoghi da eventuali attacchi terroristici” : aggiunge Filippo Lo Giudice.

Fallito, il 9 dicembre, il tentativo di conciliazione in prefettura per ”raffreddare” lo stato di agitazione, l’Ugl Sicurezza Civile – che ha già informato la segreteria nazionale di categoria dell’intera vicenda – in vista dell’apertura delle buste del nuovo bando , in calendario il 13 gennaio, oltre all’annunciato sciopero s’è già attivata per informare il Ministero dell’Interno, sindaco e vicesindaco di Ferrara e le associazioni di categoria.

Cambiamento climatico, il ruolo di Hera nell’Emilia-Romagna che si adatta

Da: Francesco Reggiani, Gruppo Hera

Cambiamento climatico, il ruolo di Hera nell’Emilia-Romagna che si adatta

Nella prima puntata italiana, il webdoc Adaptation racconta le migliori pratiche di adattamento al cambiamento climatico espresse in regione. Mettendo al centro l’acqua, questo viaggio virtuale conduce così alla scoperta del servizio idrico di Hera che, grazie a pianificazione, infrastrutture e tecnologie all’avanguardia, contribuisce con investimenti per oltre 100 milioni di euro all’anno alla preservazione della risorsa e alla sicurezza del territorio.

Fra le risorse naturali che maggiormente risentono degli effetti del cambiamento climatico c’è sicuramente l’acqua, un bene di fondamentale importanza che – oggi più di ieri – dev’essere consumato responsabilmente e gestito secondo le migliori soluzioni possibili, prendendo ad esempio i casi in cui esse vengono già adottate.

I ritardi del Paese e l’eccellenza emiliano-romagnola: le ragioni di un successo da replicare
Una proposta, in questo senso, arriva dalla prima puntata italiana, da oggi navigabile online, del webdoc Adaptation, progetto di “constructive journalism” dedicato alle migliori esperienze di adattamento al cambiamento climatico. Affrontando il caso emiliano-romagnolo e la sua situazione idrica, Adaptation mette infatti in evidenza le tante eccellenze amministrative, industriali, scientifiche e civiche grazie alle quali questa regione – in controtendenza rispetto a gran parte del Paese – si sta adattando con efficacia a una delle sfide più decisive del nostro tempo. Cruciale, in tutto questo, il ruolo di Hera, secondo operatore a livello nazionale nel settore idrico.

Hera, l’invisibile industria che risponde ai bisogni di 3,5 milioni di abitanti
Aprendo le proprie porte alla squadra di Adaptation, Hera l’ha condotta alla scoperta di progetti, impianti, reti, laboratori, tecnologie e interventi infrastrutturali che qualificano la multiutility come attore decisivo per l’equilibrio idrico complessivo del territorio. Un servizio spesso invisibile ma fondamentale per preservare una risorsa così preziosa e renderla disponibile ogni giorno a oltre 3,5 milioni di persone. Fin dalla sua nascita, e anticipando così gli scenari odierni, il Gruppo Hera ha infatti investito più di 100 milioni di euro all’anno in questo delicato settore, riuscendo a mettere in sicurezza il servizio idrico integrato e a garantirne la continuità anche in situazioni particolarmente critiche. Tutto questo passa attraverso un modello di business resiliente e un forte radicamento territoriale, che invita cittadini e imprese all’uso responsabile e sostenibile della risorsa e nell’ambito del quale è proprio Hera, per prima, a dare l’esempio, con una politica di costante e progressiva contrazione dei consumi idrici delle proprie attività.

Potabilizzazione, distribuzione e depurazione, ma anche tecnologie all’avanguardia
Fra lunghe sequenze di immagini immersive e le voci dei professionisti che ogni giorno fanno la differenza sul campo, sono davvero tanti gli aspetti esplorati da Adaptation, a partire dal tema – oggi quantomai critico – dell’acqua potabile. Come emerge dal racconto, Hera ne garantisce non soltanto la qualità, attraverso impianti di potabilizzazione e laboratori di analisi assolutamente all’avanguardia, ma anche e soprattutto la disponibilità, attraverso un sistema di acquedotti vasti e interconnessi sempre più sensibili, gestiti anche da remoto attraverso il proprio centro di telecontrollo, unico in Europa, e ulteriormente monitorati da tecnologie avanzate, come quelle satellitari, per la ricerca e la costante riduzione delle perdite idriche.
Un’altra fondamentale sfida è quella relativa alle acque reflue, che vengono trattate dalla multiutility nei depuratori secondo tecniche e tecnologie diverse, biologiche e meccaniche, affinché sia possibile restituirla all’ambiente in una forma compatibile con ulteriori usi umani, ma anche con gli ecosistemi e la loro biodiversità, perseguendo così la piena circolarità nella gestione della risorsa. Tra le eccellenze del comparto fognario-depurativo al centro di Adaptation, in particolare, il Piano di Salvaguardia della Balneazione di Rimini, il più grande intervento di risanamento fognario realizzato in Italia negli ultimi vent’anni, con l’obiettivo di eliminare gli sversamenti a mare e proteggere così, al tempo stesso, l’ambiente e la spiccata vocazione turistica dell’economia locale.

Pontelagoscuro: eccellenza e tecnologia a servizio della potabilizzazione
Fra le esperienze emiliano-romagnole raccontate da Adaptation c’è anche il potabilizzatore di Pontelagoscuro: presso questo impianto, che serve tutto il territorio ferrarese, l’acqua del Po viene sottoposta ai più rigorosi trattamenti. Tanto che, alla fine del processo di potabilizzazione, volendo classificarla sulla base del modello adottato per le acque minerali, si può affermare che è l’acqua “del rubinetto” di Ferrara è di tipo oligominerale a basso tenore di sodio. Per raggiungere questo risultato, sono molti i parametri che vengono controllati durante il processo. Tra questi, anche lo stato delle vasche nelle quali avvengono le varie fasi. È qui che entra in gioco il drone subacqueo di Hera, un piccolo concentrato di tecnologia. Nelle vasche di acqua già potabilizzata, limpida e cristallina, grazie alla telecamera ad alta risoluzione è possibile verificare che non vi siano fessure o perdite, che causerebbero lo spreco di una risorsa pregiata. Nei bacini di sedimentazione, invece, dove l’acqua non è ancora stata trattata ed è dunque torbida, si sfrutta il modulo sonar a ultrasuoni di cui il drone è dotato, così da misurare il livello di sedimenti presenti sul fondo e, quindi, valutare quando sia necessario intervenire con la manutenzione per garantire la migliore efficienza dell’impianto.

“Di fronte al cambiamento climatico non abbiamo bisogno di catastrofismi ma di risposte resilienti ed esempi concreti – commenta Stefano Venier, Amministratore Delegato del Gruppo Hera – e per questo abbiamo apprezzato l’approccio del progetto Adaptation e deciso di fornire tutta la nostra collaborazione. Aprire le porte dei nostri impianti è stato quindi un piacere e anche motivo di orgoglio, perché il modo in cui ogni giorno gestiamo la risorsa idrica è frutto non soltanto di investimenti, pianificazione e ricerca ma anche di tanto impegno, lo stesso che ci auguriamo possa animare un dibattito pubblico che deve assolutamente tornare a mettere al centro, con serietà e senza scorciatoie, il tema del cambiamento climatico e delle strategie necessarie ad affrontarne e mitigarne gli effetti.”

Nando Paone e Carlo Luglio presentano “Il ladro di cardellini”

Da: Ufficio Stampa Apollo Cinepark

Domani, martedì 15 dicembre, alle 20.30 per le dirette del cinema in divano di Cinepark.tv il regista Carlo Luglio, l’attore Nando Paone e il critico cinematografico Valerio Caprara presenteranno “Il ladro di cardellini”.

La commedia, ambientata nelle campagne del napoletano, racconta in maniera delicata ma incisiva la vita dei personaggi e nelle loro abitudini, i rapporti che si creano in un modo che invita chi guarda a voler essere lì con loro e a prendere parte alle loro (dis)avventure, con uno strepitoso Nando Paone.

Restano in programmazione su Cinepark.tv “Semina il vento”, “Gli indifferenti” di Leonardo Guerra Seragnoli con con Edoardo Pesce, Valeria Bruni Tedeschi; “Letizia Battaglia: shooting the mafia”; “The specials”; “I’m Greta”; “Shadows”; “Cosa sarà – Gli anni amari”; “Sono innamorato di Pippa Bacca”; “Pasolini” e “Marie Curie”.

Confagricoltura Ferrara: Basta moralismi a tutela di specie selvatiche invasive

Da: Leonora Guerrini

Confagricoltura Ferrara: Basta moralismi a tutela di specie selvatiche invasive, nutrie in particolare, vero flagello del nostro territorio

Sotto gli occhi di tutti le devastazioni dei giorni scorsi in Emilia Romagna, Veneto, Puglia, Campania e quelle in Sicilia e Sardegna dopo le ultime ondate estreme del maltempo che non ha risparmiato case, strade strutture e invaso campi e frutteti. Colpa del tempo o colpa della miopia dell’uomo? Sul tema interviene Confagricoltura Ferrara: “Sappiamo quanto gli eventi atmosferici estremi colpiscano sempre più frequentemente i territori, nessuno escluso, C’è grande preoccupazione tra gli agricoltori. Nei giorni scorsi la situazione più grave in Emilia Romagna è stata provocata dall’esondazione del fiume Panaro che ha colpito uno dei territori più fertili della campagna modenese dove, oltre ai disagi degli agricoltori e delle loro famiglie, sono incalcolabili i danni alle abitazioni, ai magazzini, attrezzature, a campi e frutteti. Anche a Ferrara i timori sono alti per i fiumi ed i tanti canali, soprattutto nel timore del cedimento degli argini a causa delle tane di nutrie, che continuano a creare grossi danni alle colture ed a mettere a rischio l’incolumità degli operatori del settore. Non è più accettabile correre ai ripari dopo che i disastri sono avvenuti, peraltro sempre più frequenti e devastanti. Soprattutto dopo aver accertato che la causa che ha provocato la falla nell’argine del Panaro, in corrispondenza di Nonantolana, è la stessa della precedente alluvione di sei anni fa! Entrambi i cedimenti degli argini a Nonantola sono infatti da imputare alle tane e alle gallerie scavate dagli animali selvatici. Il cambiamento climatico rende sempre più frequenti e devastanti piogge e bombe d’acqua che vanno ad abbattersi su argini indeboliti e resi fragili da animali come le nutrie ed altre specie fossorie. Quali sarebbero le conseguenze – aggiunge Confagricoltura Ferrara – se un evento come quello che ha riguardato il Panaro fosse capitato da noi nel ferrarese, in uno dei nostri principali corsi d’acqua? Questo si chiedono gli agricoltori, dopo l’ennesima riprova dei disastri causati da specie fossorie. I geologi intervenuti a Nonantola, come già era successo nel 2014, sono stati concordi nell’affermare che i cedimenti sono stati causati da tane scavate da animali fossori, e come se non bastasse hanno aggiunto che se si dovesse rompere l’argine del Po sarebbe un disastro epocale. E’ indispensabile e indifferibile mettere in atto iniziative più stringenti che consentano di affrontare con incisività il problema del contenimento delle nutrie. E’ ora di dire basta a falsi moralismi che tutelano queste specie selvatiche invasive, vero flagello del nostro territorio. Vi sono priorità che stanno sopra ogni cosa, come la salute pubblica, la tutela del patrimonio pubblico e privato, l’incolumità di migliaia di famiglie”.

QUALCOSA MANCA

Da Monaco di Baviera, una poesia del nostro collaboratore innamorato di Ferrara.

Qualcosa manca

(Per i miei amici ferraresi )

Manca la nebbia lattiginosa del mattino 
e della sera la fiacca oscurità, 
l’uscita mattutina dal giornalaio di Piazza Travaglio,
il tono familiare del primo suono in lingua straniera,
la camminata attraverso il cimitero ebraico,
il muto conversare coi defunti,
i giri in bicicletta sull’argine del Po,
lo scrutare il cielo oltre le mura cittadine, 
il ritrovarsi degli amici in Piazza Trento-Trieste,
le chiacchiere nel vicolo tra vicini, 
l’organo del maestro Lucarelli nella Chiesa di San Giorgio, 
la Trattoria accogliente.

Quant’è vicina la lontana Ferrara
in quest’anno dolente di distanze.

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Carl Wilhelm Macke

(Trad. Antonella Romeo/ Piero Somaglino )

Signor Direttore…

racconto di Patrizia Benetti

Signor Direttore,
con questa lettera Le faccio umilmente una richiesta.
Sono Diego C. 49 anni e sto qui dentro da quando ne avevo diciassette. All’inizio è stata dura, lo ammetto, ma poi mi sono assuefatto e ora questa è la mia casa. Da quando ho appreso
che sarò messo in libertà con un anno di anticipo per buona condotta non dormo più. Perché volete farmi questo?
Io non so nulla di cosa c’è là fuori, ho paura.
Non so fare niente, non ho casa e non ho famiglia.
Mia madre morì di overdose quando avevo sette anni e mio padre non l’ho mai conosciuto.
Ho vissuto di piccoli furti fino al giorno maledetto in cui ho ucciso la cassiera di un negozio.
Aveva solo vent’anni. Il rimorso, anche se placato, continua a perseguitarmi.
Non voglio rubare di nuovo e nemmeno uccidere.
Desidero solo vivere in pace. Voglio rimanere in carcere.
I miei compagni di cella sono amici, così come i secondini. Il mio posto è qui.
La scongiuro di accettare, Signor Direttore.
Diego B.

House of the Rising Sun (The Animals, 1964)

Lavanda superstar

“PROVENZA? NO, POLESINE! Tra antichi casolari, in Veneto abbiamo un paesaggio che può fare la gioia di artisti e fotografi. Sono i campi di lavanda di Porto Tolle (RO), che non hanno nulla da invidiare a quelli del sud della Francia, anzi”. Questo è il testo che il Presidente del Veneto Luca Zaia ha postato su Facebook e Twitter il 10 giugno scorso, condividendo le spettacolari foto della lavanda pubblicate dalla pagina Facebook “Veneto Segreto”. Il post ebbe successo in termini di reazioni, condivisioni e commenti. Poiché si tratta di un campo vicino a dove abito avevo deciso di prendere la macchina fotografica e di recarmi in loco. La destinazione si trova a Ca’ Mello (frazione di Porto Tolle), una zona pressoché sperduta e desolata nel Delta del Po. La strada per arrivare non è nemmeno delle più semplici, è nel cuore dei terreni. Faccio l’ultima curva e vedo una lunga fila di macchine parcheggiate. Il campo di lavanda era letteralmente invaso dai turisti, trovare un’angolazione per cui la foto non includesse altre persone era un’impresa molto ardua. Questo andamento è continuato per giorni, tanto che il proprietario si è sentito in dovere di mettere un nastro per evitare che le persone entrassero nel casolare diroccato, ad affiggere un cartello che raccomandava il distanziamento interpersonale di un metro e a rimanere lì, a controllare a vista continuamente. Infatti ha confessato che purtroppo molte persone raccoglievano dei rametti di lavanda da portarsi a casa, e che addirittura una persona facendo manovra con la macchina aveva schiacciato il primo filare.
E così la sperduta Ca’ Mello ha avuto i suoi giorni di gloria; faticosi per il proprietario, gioiosi per i fotografi e gli amanti dei selfie.