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Giorno: 15 Dicembre 2020

Percorso Didattico con Luigi Dal Cin – Progetto Metropoli di Paesaggio

Da: Giulia Degli Espositi, Dedagroup

‘Per piacere, lasciare libero il paesaggio – Il paesaggio che mi appartiene esplorato, osservato e raccontato insieme a Luigi Dal Cin’: un progetto didattico gratuito con Metropoli di Paesaggio

Nell’ambito delle iniziative di ‘Metropoli di Paesaggio’ www.metropolidipaesaggio.it lo scrittore di libri per ragazzi Luigi Dal Cin è stato incaricato di sviluppare un progetto che fornisca ai docenti delle scuole della provincia di Ferrara strumenti didattici per gestire autonomamente nelle proprie classi un percorso di osservazione, descrizione e narrazione del paesaggio, urbano o rurale che sia, in cui i propri alunni si trovano a vivere.
Il percorso didattico che Luigi Dal Cin ha ideato e scritto consentirà a ciascun alunno di esercitare, sviluppare e raccontare il proprio punto di vista sui luoghi a lui più familiari spesso non osservati o percepiti con disattenzione o non vissuti con consapevolezza. E la possibilità di farlo piacevolmente, giocando.
Il titolo di questo percorso è ‘Per piacere, lasciare libero il paesaggio – Il paesaggio che mi appartiene esplorato, osservato e raccontato insieme a Luigi Dal Cin’.
Il materiale originale prodotto da ciascuna classe sarà valorizzato e reso pubblico attraverso iniziative realizzate da Luigi Dal Cin (editoriali o teatrali – se le limitazioni legate al Covid-19 lo consentiranno – o di altra natura) che prenderanno l’avvio da aprile 2021 e che coinvolgeranno l’intero territorio della provincia di Ferrara.

“Sono partito da un ricordo – racconta Dal Cin – ho pensato a come disegnavamo il paesaggio quando eravamo bambini. Una casa con il tetto spiovente, una porta, due finestre con le tendine a pois, il sole, alcune nuvole, gli uccelli, un albero, tanti fiori. E magari, mentre disegnavamo tutto questo, fuori dalla nostra finestra c’era ben altro paesaggio: la nebbia, un condominio scrostato, una strada trafficata molto rumorosa, sullo sfondo la ciminiera di un’industria chimica con il suo solito odore acre, e nemmeno la più lontana ombra di un albero. In realtà, in quel momento non stavamo disegnando il paesaggio che c’era, quello vero e reale, ma un’idea di paesaggio che avevamo costruito nella nostra mente attraverso l’imitazione di disegni di altri bambini o della maestra, di illustrazioni di libri, di cartoni animati. Non stavamo nemmeno osservando il paesaggio reale che avevamo lì davanti agli occhi: in verità stavamo distogliendo lo sguardo dal paesaggio reale forse anche perché, a quel tempo, meno gratificante di quello del nostro disegno. Allora per recuperare il nostro sguardo sui paesaggi che ci appartengono, per imparare a osservare, descrivere, narrare il paesaggio che abbiamo davanti agli occhi, quello vero e reale, quello in cui viviamo e che possiamo vivere con maggiore consapevolezza, per educarci a non distogliere lo sguardo dobbiamo innanzitutto dimenticarci di quegli elementi ideali di paesaggio che abbiamo imparato a mettere, fin da bambini, nei disegni che abbiamo creato nelle nostre menti. Dobbiamo, in sostanza, rieducare la nostra capacità di osservazione, di descrizione, di narrazione del paesaggio. Dobbiamo imparare ad affermare il nostro diritto, e quello dei nostri alunni, a vivere qui e ora. E per riuscire a osservare, descrivere, narrare nel paesaggio ciò che a prima vista non vediamo, oltre il luogo comune, è necessario esercitarsi. Fare esercizi di distacco dagli stereotipi, innanzitutto. E poi esercizi di osservazione e stupore. E infine esercizi di descrizione e narrazione. E lo possiamo fare piacevolmente, giocando. Borges scriveva che “il futuro è inevitabile, ma potrebbe anche non accadere”. Ciò che sembra ormai perduto nel nostro paesaggio credo riservi in sé la risorsa di una salvezza, che può svelarsi anche attraverso la narrazione dei più giovani: sono certo possegga, proprio in sé, e in questo periodo più che mai, una profonda potente forza salvifica”.

Gli obiettivi.
• ricucire il senso identitario e le “corrispondenze affettive dirette” tra abitanti e luoghi coinvolgendo le famiglie in un processo di narrazione collettiva, a partire dai più piccoli;
• generare e alimentare un senso di appartenenza ai luoghi, stimolando una rinnovata sensibilità per gli spazi della collettività, presupposto per uno spostamento graduale dal concetto di bene pubblico a quello di bene comune;
• ricucire il legame, fisico e relazionale, tra persona e spazio, per la crescita del rispetto civico e dell’affezione ai luoghi, antidoto ai fenomeni di degrado e disagio sociale;
• valorizzare porzioni di patrimonio paesaggistico in qualità di infrastruttura dolce e capillare.

A chi è rivolto il progetto?
‘Per piacere: lasciare libero il paesaggio’ è rivolto ai docenti e agli alunni delle classi III, IV e V delle scuole primarie e classi I delle scuole secondarie di primo grado di tutta la provincia di Ferrara.

Gli strumenti didattici.
La prima fase del progetto fornirà strumenti didattici operativi che aiuteranno il docente e l’alunno ad esplorare, osservare, descrivere e narrare il paesaggio secondo le seguenti tappe:

1. L’osservazione del paesaggio: l’esplorazione
 Rieducarci all’osservazione
 Vedere e osservare: una bella differenza
 Esercizi di osservazione:
 Osservare il paesaggio – Osservare ad occhi chiusi
 Osservare il paesaggio – Osservare ad occhi (bene) aperti
 Osservare il paesaggio – Punti di riferimento
 Osservare il paesaggio – Fantasmi nei muri
 Osservare il paesaggio – Attenzione a ciò che non ci interessa

2. La descrizione del paesaggio
 Breve dispensa per insegnanti sulle tecniche della descrizione:
 Per una didattica della descrizione
 Esercizi di descrizione o esercizi di osservazione?
 La descrizione è funzionale alla narrazione
 Tutto attraverso i sensi
 Show, don’t tell!
 Esercizio di descrizione del paesaggio: il mio punto di vista

3. La narrazione del paesaggio
 Breve dispensa per insegnanti sulle tecniche dell’invenzione narrativa:
 L’Invenzione Completa
 Come avviene l’invenzione?
 La narrazione del paesaggio – il paesaggio che mi appartiene: cosa c’è ora?
 La narrazione del paesaggio – il paesaggio che mi appartiene: cosa c’era una volta?
 La narrazione del paesaggio – il paesaggio che mi appartiene: cosa voglio ci sia nel nostro futuro?

L’adesione al progetto.
Per aderire al progetto, non è necessario svolgere tutte le esercitazioni proposte ai punti 1, 2 e 3.
È sufficiente scegliere il percorso didattico più adatto alla propria classe e produrre i testi frutto delle esercitazioni che il docente riterrà più utili per i propri alunni. Come produzione minima per la partecipazione attiva al progetto si indicano i 3 testi collettivi frutto delle esercitazioni proposte alla fine del percorso del capitolo 3 ‘La narrazione del paesaggio’.
Tutti i testi collettivi andranno raccolti in una cartella che andrà depositata in uno specifico Drive entro la data del 14 marzo 2021.
L’adesione al progetto ‘Per piacere: lasciare libero il paesaggio’ è del tutto gratuita e dà diritto ad accedere a tutti gli strumenti didattici: va comunicata, entro la data del 31 dicembre 2020 compilando il modulo all’indirizzo http://metropolidipaesaggio.it/progetti-pilota/lasciare-libero-il-paesaggio/. I dati forniti consentiranno al docente di accedere personalmente agli strumenti didattici e permetteranno, poi, la valorizzazione – tramite le iniziative previste dal progetto – del materiale originale realizzato da ciascuna classe.

La valorizzazione del materiale originale prodotto da ciascuna classe.
Il materiale originale prodotto da ciascuna classe sarà valorizzato e reso pubblico attraverso iniziative realizzate da Luigi Dal Cin (editoriali o teatrali – se le limitazioni legate al Covid-19 lo consentiranno – o di altra natura) che prenderanno l’avvio da aprile 2021 e che coinvolgeranno l’intero territorio della provincia di Ferrara.

Luigi Dal Cin ha pubblicato oltre 100 libri di narrativa per ragazzi. Tradotti in 11 lingue ha già ricevuto una decina di premi nazionali di letteratura per ragazzi, tra cui il Premio Andersen 2013 come autore del miglior libro 6/9 anni e il Premio Troisi per la sua attività di incontri-spettacolo con gli alunni di tutta Italia. Professore a contratto dei corsi annuali di Scrittura Creativa all’Accademia di Belle Arti di Macerata, è docente del corso sullo scrivere per ragazzi anche per la Scuola Holden di Torino, e di numerosi corsi di tecniche di scrittura in varie città italiane. Autore e regista per il teatro, ha collaborato con l’attore e conduttore radiofonico Marco Presta. Fa parte della giuria di premi letterari, tra cui il Premio Letteratura Ragazzi di Cento, ha tenuto una Lectio Magistralis sullo scrivere per ragazzi all’Accademia della Crusca in occasione delle Olimpiadi di Lingua Italiana del MIUR. Ha ideato per Monumenti Aperti il progetto ‘Le Parole della Bellezza’ che conduce dal 2013 per raccontare agli alunni il patrimonio storico-artistico-culturale d’Italia. www.luigidalcin.it

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 15 dicembre

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 15.700 tamponi effettuati, 1.238 nuovi positivi (7,8%), di cui 632 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. 1.511 guariti, giù i casi attivi (-347) e calano i ricoveri

Eseguiti anche 1.639 test sierologici e 3.668 tamponi rapidi. Il 95,3% dei casi attivi in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 45 anni. 74 i decessi

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 147.558 casi di positività, 1.238 in più rispetto a ieri, su un totale di 15.770 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti quasi si dimezza, scendendo al 7,8%.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 632 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 319 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 400 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 45,2 anni.

Sui 632 asintomatici, 317 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 57 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 12 con gli screening sierologici, 15 tramite i test pre-ricovero. Per 231 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 317 nuovi casi, Modena (237), Reggio Emilia (123), Ravenna (106), Rimini (105), Piacenza (94), Ferrara (61), Parma (46). Poi Forlì (62), Cesena (56) e Imola (31).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 15.770 tamponi, per un totale di 2.349.809. A questi si aggiungono anche 1.639 test sierologici e 3.668 tamponi rapidi effettuati da ieri.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.511 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 76.205.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 64.634 (-347 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 61.623 (- 305), il 95,3% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 74 nuovi decessi: 3 in provincia di Piacenza (una donna di 86 e due uomini, rispettivamente di 83 e 88 anni), 3 in provincia di Parma (una donna di 97 e due uomini, di 78 e 96 anni), 7 in provincia di Reggio Emilia (3 donne di 85,88 e 98 anni e 4 uomini, di cui due di 77, uno di 84 e uno di 89); 9 nel modenese (3 donne di 82, 87, 91 anni e 6 uomini, rispettivamente di 66, 82, 84 anni, due di 92, e uno di 94 anni); 31 in provincia di Bologna (15 donne – di 65, 74, 81, 83, 85, 87, 89, tre di 90 anni, tre di 92 anni, e due di 93 anni – e 16 uomini: rispettivamente di 63, 67, 72, 74, 76, 77, due di 82 anni, e ancora di 83, 85, 89, 90 e due di 93; uno di 82 e uno di 90 anni deceduti a Imola, dove risiedevano); 4 nel ferrarese (una donna di 61 anni e tre uomini di 66, 86, 88 anni); 5 in provincia di Ravenna (due donne – di 94 e 95 anni – e 3 uomini, di 81, 89 e 90 anni); 6 a Forlì-Cesena (due donne di 89 e 98 anni e 4 uomini di 72, 77, 81e 83 anni); 6 nel riminese: due donne di 71 e 91 anni e 4 uomini di 78, 85, 86 e 88 anni.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 6.719.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 214 (-8 rispetto a ieri), 2.797 quelli negli altri reparti Covid (-34).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 15 a Piacenza (+2 rispetto a ieri), 17 a Parma (-1), 24 a Reggio Emilia (-6), 38 a Modena (-1), 59 a Bologna (+2), 6 a Imola (numero stabile rispetto a ieri), 16 a Ferrara (-2), 14 a Ravenna (+1), 5 a Forlì (invariato), 1 a Cesena (invariato) e 19 a Rimini (-3).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 13.897 a Piacenza (+94 rispetto a ieri, di cui 45 sintomatici), 11.823 a Parma (+46, di cui 26 sintomatici), 20.618 a Reggio Emilia (+123, di cui 53 sintomatici), 27.136 a Modena (+237, di cui 151 sintomatici), 29.067 a Bologna (+317, di cui 142 sintomatici), 4.583 a Imola (+31, di cui 15 sintomatici), 7.508 a Ferrara (+61, di cui 14 sintomatici), 10.466 a Ravenna (+106, di cui 40 sintomatici), 5.186 a Forlì (+62, di cui 42 sintomatici), 4.830 a Cesena (+56, di cui 42 sintomatici) e 12.444 a Rimini (+105, di cui 36 sintomatici).

In seguito a verifica sui dati comunicati nei giorni passati sono stati eliminati 5 casi (tutti a Bologna,) in quanto giudicati non Covid-19.

Un dolce Natale

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

Piccoli doni dolci a bambini e ragazzi del territorio

Nel cammino di avvicinamento a queste particolari festività domenica 20
dicembre sarà la volta di ‘Un Dolce Natale’, l’iniziativa di
distribuzione di piccoli doni dolci a bambini e ragazzi di Copparo e
delle frazioni, a cura dell’associazionismo e volontariato locale.
I Babbi Natale saranno dalle 16 alle 18 nell’area di piazza Libertà per
i più piccoli di Copparo, Gradizza e Ponte San Pietro, sotto l’albero di
natale di Ambrogio per i bimbi del paese e di Sant’Apollinare, in piazza
a Tamara all’esterno del Centro Sociale Ricreativo, nel parcheggio di
Sabbioncello San Pietro (dalle 16 alle 17) per i bambini di questo
centro e di Fossalta, nelle piazze di Sabbioncello San Vittore (dalle 17
alle 18), Coccanile e Brazzolo, sotto l’albero di natale di Saletta per
i piccini della frazione e di Camatte.

“Incredibol!”: così gli operatori culturali e creativi reagiscono alle difficoltà causate dall’emergenza sanitaria

Cultura e innovazione. “Incredibol!”: così gli operatori culturali e creativi reagiscono alle difficoltà causate dall’emergenza sanitaria. Mezzo milione di euro per 34 progetti, 400 mila dalla Regione che raddoppia i fondi per il bando. L’assessore Felicori: “Un bell’esempio di lavoro realizzato in sinergia con il Comune di Bologna per lo sviluppo dell’industria culturale”

Sono 193 i progetti pervenuti da parte di imprese, associazioni, liberi professionisti di tutta la regione: un numero senza precedenti. Tra i progetti premiati 10 riguardano l’ambito musicale, 8 l’audiovisivo, 6 lo spettacolo

Bologna – Una televisione di rione, un podcast sociale, un gioco dedicato a pazienti cronici che necessitino di esercizio fisico continuo. E ancora, la realtà virtuale applicata all’opera lirica, progetti per la fruizione diversificata degli spazi nei locali, innovazione digitale per la musica, nuove modalità per la produzione cinematografica e per l’organizzazione dell’attività ‘in presenza’ per lo spettacolo.
Sono alcuni esempi dei progetti vincitori dell’edizione 2020 del bando Incredibol! – l’innovazione creativa di Bologna, iniziativa coordinata dal Comune di Bologna con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e realizzata in rete con numerosi soggetti pubblici e privati.

In un anno di grande difficoltà, segnato dalla pandemia, la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna hanno assegnato ulteriori risorse per lo sviluppo del settore culturale e creativo: 500mila euro a chi non si è fermato, ma ha saputo reagire avviando progetti di innovazione, in reazione all’emergenza sanitaria, con uno sguardo al futuro. In particolare, la Regione ha più che raddoppiato il finanziamento per far fronte alle difficoltà del settore, stanziando 400mila euro e il Comune di Bologna, oltre a garantire il coordinamento e la gestione del progetto, ha assegnato 100mila euro aggiuntivi in contributi.

I progetti vincitorisono 34, tra i 193 pervenuti da parte di associazioni, liberi professionisti e imprese di tutta la regione. I progetti innovativi riguardano principalmente la musica (10), l’audiovisivo (8), teatro (6), ma anche l’artigianato artistico, la gestione del patrimonio culturale, le arti visive e la letteratura.Tra i 34 vincitori, 22 provengono dal territorio bolognese, 4 dalla provincia di Modena, 3 da Ravenna, 2 da Ferrara, 1 da Piacenza, 1 da Parma e 1 dalla provincia di Forlì-Cesena.
Quest’anno aumenta anche il tetto massimo dei contributi: fino a 20mila euro per ogni progetto. Inoltre, come sempre, Incredibol! offrirà alla comunità dei vincitori servizi di formazione, consulenza e promozione, oltre a spazi in comodato gratuito e opportunità di networking con i partner del progetto e a livello internazionale.

L’iniziativa è stata presentata questa mattina in video conferenza alla presenza dell’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, dell’assessore alla cultura del Comune di Bologna Matteo Lepore, della direttrice regionale Morena Diazzi (DirezioneEconomia della conoscenza, del lavoro e dell’Impresa)e di Giorgia Boldrini, responsabile promozione del sistema culturale del Dipartimento Cultura e Promozione della Città, del Comune di Bologna.

“Abbiamo il sogno di replicare nel campo delle industrie creative quello che è accaduto negli anni ’70 nell’ambito dell’industria meccanica- ha detto l’assessore Mauro Felicori-, dove operai bravissimi, con belle idee, hanno imparato a gestire bilanci e fare impresa, specializzandosi in settori differenti. Dobbiamo fare stessa cosa, creando un grande distretto della cultura in grado di competere con Milano e Roma, dove gli imprenditori trovino istituzioni disponibili ad accompagnarli nella crescita e sviluppo della propria impresa”.
“Incredibol!- ha concluso l’assessore-, frutto della collaborazione fra Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna, è un bell’esempio di come si possa con facilità lavorare insieme: unendo risorse finanziarie e umane, abbiamo creato una sorta di distretto istituzionale a favore delle imprese creative”.

“Bologna lavora già da dieci anni sul tema delle industrie culturali e creative, e Incredibol! è stato adottato come modello da varie realtà a livello nazionale e internazionale, ma ora la crisi legata al Covid ha fatto emergere con maggiore chiarezza le fragilità proprie di questi settori- ha commentato Matteo Lepore-. La sfida per i nostri talenti è oggi trovare nuove soluzioni, rinnovare le organizzazioni rendendole più resilienti e capaci di guardare al futuro. Servono maggiore attenzione alle capacità manageriali e gestionali e una regolamentazione del lavoro culturale, unite a nuovi sguardi progettuali capaci di coinvolgere e ampliare il pubblico tradizionale. Se sapremo farlo, dalle ceneri di questa crisi potrà nascere un sistema culturale più forte”.

“Nell’ambito della costruzione di questo distretto- ha annunciato Morena Diazzi-, abbiamo previsto una consultazione on line sulla piattaforma Eroi, che permetterà a tutte le persone interessante e attive nell’ambito dell’innovazione, di conoscere e dare il proprio contributo alla definizione della nuova importante strategia che guiderà la programmazione dei Fondi Strutturali in Emilia-Romagna per i prossimi 7 anni”.

I vincitori
La parte del leone è fatta dalla musica, con 10 vincitori su 34. Molti i progetti di rimodulazione degli spazi dei locali e dei club della musica dal vivo, in modo da permettere una fruizione diversificata e nuovi ambiti di attività, ma sono da segnalare anche progetti innovativi di formazione e fruizione digitale da parte di orchestre giovanili, nonché di innovazione digitale di etichette discografiche e compositori.
Seguono i progetti di innovazione legati all’audiovisivo, 8 su 34, che comprendono attività di emittenti radiofoniche, nuove modalità di produzione cinematografica e di fruizione del cinema all’aperto, nonché progetti legati alle applicazioni della realtà virtuale e dei videogames ad altri ambiti.
Sono poi 6 su 34 i progetti di compagnie teatrali e altri soggetti del mondo dello spettacolo dal vivo, che guardano sia alle potenzialità del digitale per superare la crisi momentanea legata alle chiusure, sia a nuove modalità organizzative per le attività ‘in presenza’.
Tra gli ambiti di intervento degli altri vincitori prevalgono l’artigianato artistico, la gestione del patrimonio culturale, le arti visive e la letteratura.

Nel dettaglio:

Bologna: Humus; Nuovo Cinema Mandrioli; Panicarte; Radio Città Fujiko; Argen.Ter; Il Cassero Lgbt; Intendiamoci; Locomotiv; Laminarie; Green Flamingo; Matteo Niccolò Burani; Kreizy; Senzaspine; Studio Evil; Isola Film; Box Office Emilia Romagna; Benedetto Pasquale Guidotti Magnani; Cantieri Meticci; Bo Film; Vicini D’Istanti; Bifranci Ceramica; Estragon.
Ravenna: Atlantide; Onnivoro; Young Musicians European Orchestra.
Modena: Stoff, Intendiamoci, Metronom, AppenaAppena.
Parma: On/Off.
Forlì / Cesena: 47011 Records.
Piacenza: Cool Tour.
Ferrara: Ferrara sotto le stelle; Giovanni Maria Pizzato.

Il progetto Incredibol!, coordinato dal Comune di Bologna e co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, è realizzato grazie alla collaborazione di una rete di partner pubblico-privati: Università di Bologna, Accademia di Belle Arti Bologna, Arci Bologna, Art-ER, Ban – Business Angels Network, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna, Centro Musica, Città Metropolitana di Bologna – Progetti d’impresa, Cna Bologna, Demetra Formazione, Fare Lavoro, Federmanager Bologna-Ravenna, Fondazione Giacomo Brodolini, Fondazione Flaminia, Fondazione Golinelli, Fondazione Innovazione Urbana, Futura, IADD, Legacoop Bologna, PerMicro, Romagna Tech, Studio Capizzi, Studio CS – Dottori Commercialisti, Studio Legale Pellegrino.

Interno Verde per Natale trasforma le mappe in borse

Da: Interno Verde

Interno Verde, il festival dedicato ai più suggestivi e curiosi giardini di Ferrara, lancia per Natale un’idea regalo all’insegna della sostenibilità e del riciclo

L’associazione Ilturco, che dal 2016 ha ideato e cura la manifestazione, ha deciso di riciclare le vecchie mappe in pvc utilizzate per allestire l’infopoint e di affidare questo materiale alla creatività del collettivo C2H4n, che ha saputo trasformare i grandi teli di plastica in una collezione di shopper dedicate alla città. Pratiche e impermeabili, adatte ad ospitare al proprio interno tablet e pc, ogni borsa è un pezzo unico: rappresenta le strade e le piazze di Ferrara e si contraddistingue grazie alla grafica e ai colori delle varie edizioni del festival.
“Già da tempo avremmo voluto impiegare in modo virtuoso le vecchie mappe di Interno Verde”, spiegano gli organizzatori. “Il pvc è un materiale davvero resistente e funzionale, ed era un peccato che restasse inutilizzato in magazzino. L’incontro con Ginevra Scipioni e Filippo Marani, del collettivo C2H4n, ci ha permesso finalmente di dare nuova vita a questo prodotto”. I ragazzi – studenti dell’Isia di Urbino – hanno personalmente progettato, tagliato, cucito e realizzato le shopper, abbinando al pvc una cinghia regolabile e agganciandola al tessuto con dei robusti moschettoni metallici, normalmente usati per le slackline.
“Ci è sembrata una bella idea proporre questo accessorio per Natale. Regalare la shopper di Interno Verde significa sicuramente sorprendere le persone a cui si vuole bene con un dono utile e originale, ma non solo. Significa anche sostenere attivamente l’associazione, aiutarla a superare questo momento di stasi affinché nella bella stagione si possano nuovamente organizzare appuntamenti ed eventi per scoprire la bellezza e l’unicità del capoluogo estense”.
Il contributo consigliato è di 25 euro: dentro alla shopper si troverà in omaggio il libro di Interno Verde 2020, con le fotografie a colori e le descrizioni dei 70 giardini eccezionalmente aperti a settembre.
Per maggiori informazioni, per scegliere e prenotare la propria borsa preferita – che si potrà ritirare in via del Turco 39 a Ferrara, presso la sede dell’associazione – basta telefonare o scrivere su WhatsApp al numero 3391524410.

Una Comunità in Movimento: voucher in favore delle associazioni sportive del territorio

Da: Lucia Felletti, Comune di Comacchio

Il Comune di Comacchio ha destinato 20.000 euro all’erogazione di fondi, sotto forma di voucher, in favore delle associazioni sportive del territorio.
La somma deriva da risorse destinate allo stesso settore e comprende 5.000 euro di provenienza regionale, del fondo destinato all’iscrizione dei giovani alle attività sportive (DGR n. 600/2020, n. 712/2020 e n. 894/202), non assegnati: gli atti regionali prevedevano infatti che le eventuali somme non assegnate a fronte di carenza di domande, potessero essere destinate, sempre in forma di voucher, alle associazioni e società sportive dilettantistiche operanti nel territorio, a supporto di attività, corsi e campionati.
In sintonia con la deliberazione regionale sono stati invece impegnati dal Comune per questo progetto di “Comunità in movimento” 15.000 euro, già destinati allo sport, per sostenere le associazioni sportive fortemente penalizzate nelle loro attività durante questo periodo emergenziale.
Il Bando di assegnazione dei voucher è pubblicato sul sito istituzionale https://comune.comacchio.fe.it/notizie/318892/avviso-pubblico

Questo i punti salienti del bando:

DESTINATARI DEL BENEFICIO ECONOMICO
Associazioni e Società sportive dilettantistiche, senza scopo di lucro, operanti nel Comune di Comacchio regolarmente iscritte alle Federazioni o Enti di promozione sportiva riconosciute/i dal CONI o dal registro parallelo CIP (ad esclusione delle associazioni calcistiche partecipanti al progetto comunale Sport in Rete).

RISORSE E CRITERI DI ASSEGNAZIONE
Le singole istanze dovranno contenere una descrizione delle attività ordinariamente svolte e dovranno illustrare eventuali iniziative di promozione dell’attività sportiva all’aria aperta. Le istanze verranno valutate sulla base dei precisi parametri (fra questi: attività svolta, numero iscritti, partecipazione a campionati federali, promozione di attività all’aria aperta, sinergie con altre associazioni sportive ecc.)

DETERMINAZIONE DELL’ENTITA’ DEI SINGOLI VOUCHER
L’entità economica del singoli voucher è correlata al punteggio conseguito: fino a 60 punti €. 750,00, da 61 a 80 punti €. 1.200,00, da 81 a 100 punti €. 1.500,00 Qualora le risorse stanziate non fossero sufficienti a coprire le richieste pervenute, il valore dei voucher verrà ridotto proporzionalmente, al fine di soddisfare tutte le istanze dei soggetti in possesso dei requisiti richiesti.

TERMINI E MODALITA’ PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA
I richiedenti dovranno far pervenire il modulo di istanza (reperibile su sito del Comune di Comacchio), debitamente compilato, sottoscritto e corredato dalla documentazione richiesta, entro e non oltre il 22 dicembre 2020 alle ore 12:00 – a mezzo PEC: (comune.comacchio@cert.comune.comacchio.fe.it), esclusivamente da altro indirizzo PEC (indicando nell’oggetto “voucher sport-associazioni”); oppure – consegna a mano all’Ufficio URP del Comune di Comacchio, Piazza Folegatti, 15 – 44022, Comacchio (FE), previo appuntamento telefonico allo 0533/310271 – 0533/310272 (scrivendo sulla busta “voucher sport-associazioni”)

La Polizia Locale sequestra merce contraffatta in spiaggia

Da: Lucia Felletti, Comune di Comacchio

Prosegue l’impegno della Polizia Locale nei servizi di prevenzione e di contrasto all’abusivismo commerciale. Nella giornata di domenica 13 dicembre, durante specifici servizi di controllo per la repressione del fenomeno dell’abusivismo, sull’arenile di Porto Garibaldi in prossimità del Porto Canale, gli Agenti del Comando hanno notato i movimenti sospetti di quattro cittadini presumibilmente extracomunitari che si aggiravano sulla battigia.
L’immediato controllo dell’area ha riservato il rinvenimento di tre grandi borse accanto alla recinzione di uno stabilimento balneare. All’interno delle borse gli agenti hanno rinvenuti, e poi sequestrato, numerosi capi di abbigliamento con marchio contraffatto di note griffe del settore moda.
L’Assessore alle attività produttive Luca Bergonzi esprime il proprio apprezzamento per l’operazione ricordando “il costante impegno profuso dalla Polizia Locale nel contrasto all’abusivismo. La lotta all’abusivismo commerciale, costituisce un ulteriore segno di vicinanza dell’Amministrazione ai quei commercianti che considero degli “Eroi” che, nonostante il periodo pandemico e la grave crisi che affligge il settore, resistono tenendo aperte le loro attività nel rispetto delle regole”.

l’Emilia-Romagna firma l’intesa per rilancio e sviluppo fondati sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale

Nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima. Dai sindacati alle imprese, dai territori alle professioni, dalla scuola alle università al Terzo settore: l’Emilia-Romagna firma l’intesa per rilancio e sviluppo fondati sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale. Il presidente Bonaccini: “Il futuro lo costruiamo insieme, un segnale anche per il Paese”

Cinquantacinque sigle ed enti sottoscrivono con la Regione il Patto che avvia il percorso di ricostruzione e cambiamento. Completa decarbonizzazione entro il 2050 e 100% di energie rinnovabili al 2035, il 3% del Pil regionale in ricerca e Neet sotto il 10%. Investimenti pubblici e privati per quasi 30 miliardi di euro nella legislatura. Scelte condivise e monitoraggio semestrale sui risultati raggiunti. Quattro obiettivi strategici: Emilia-Romagna regione della conoscenza e dei saperi; della transizione ecologica; dei diritti e dei doveri; del lavoro, delle imprese e de lle opportunità. Attraverso trasformazione digitale, Patto per la semplificazione, promozione della legalità, partecipazione

Bologna – Nel tempo dell’emergenza e della lotta alla pandemia, in Emilia-Romagna si disegna un futuro diverso. Per tutti, nessuno escluso. Un progetto di rilancio e sviluppo della regione fondato sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Per creare lavoro di qualità, accompagnarla nella transizione ecologica, contrastare le diseguaglianze e ridurre le distanze fra le persone, le comunità e le aree territoriali, ricucendo fratture acuite dalla crisi in atto. Con un investimento senza precedenti sulle persone, il welfare e la sanità pubblica, l’innovazione tecnologica e digitale – con la scienza al servizio dell’uomo, in ogni campo – i saperi ela scuola, la formazione, le eccellenze della nostra manifattura, l’economia verde e circolare, il turismo, il commercio, l’agricoltura, il mondo delle professioni e il terziario, la messa in sicurezza del territorio. Con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e il 100% di energie rinnovabili entro il 2035.

È il Patto per il Lavoro e per il Clima che la Regione Emilia-Romagna sigla con 55 firmatari: enti locali, sindacati, imprese (industria, artigianato, commercio, cooperazione), i quattro atenei regionali (Bologna, Modena e Reggio Emilia, Ferrara, Parma), l’Ufficio scolastico regionale, associazioni ambientaliste (Legambiente, Rete Comuni Rifiuti Zero), Terzo settore e volontariato, professioni, Camere di commercio e banche (Abi).

Un percorso comune che nasce dalla convinzione che da questa crisi l’Emilia-Romagna debba uscire con un progetto di sviluppo nuovo. Un progetto che migliori la qualità della vita di donne e uomini e del pianeta, che punti a una reale parità di genere, che attui la transizione ecologica creando lavoro di qualità, valorizzando tutte le potenzialità e gli spazi che questo cambiamento offre al territorio e alle nuove generazioni. Senza lasciare indietro nessuno. Perché creare nuova occupazione – di qualità, dipendente o autonoma che sia, ma stabile e adeguatamente remunerata – che scaturisca e accompagni la svolta verde, non è solo possibile, è anche necessario.

Il Patto si fonda sulla qualità delle relazioni tra istituzioni, rappresentanze economiche e sociali. L’intera comunità regionale impegnata su obiettivi strategici definiti sulla base di una partecipazione democratica e di una progettazione condivisa, e la conseguente assunzione di responsabilità di ciascuno e dell’intera ‘squadra’. Guardando al 2030, in linea con l’orizzonte e gli obiettivi fissati dall’Agenda delle Nazioni unite e dell’Unione europea: in un tempo in cui la pandemia e la crisi costringono ad aggiornare le previsioni giorno per giorno, l’Emilia-Romagna non rinuncia ad un progetto di medio-lungo termine per orientare le scelte strategiche.

Gli obiettivi delineati nel documento saranno oggetto di ulteriori e successivi accordi per definire più nel dettaglio, con lo stesso metodo di confronto e condivisione, come programmare le risorse europee, statali e regionali, ordinarie e straordinarie, che l’Emilia-Romagna avrà a disposizione per un rilancio degli investimenti pubblici e privati, in un momento che rappresenta anche una grande occasione storica. L’Europa ha infatti battuto un colpo decisivo con il Next Generation EU, che destina all’Italia 209 miliardi di euro per il proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che per i sottoscrittori del Patto dovrà vedere protagoniste le Regioni e le autonomie locali.

Impossibile immaginare la realizzazione di un piano di ricostruzione del Paese senza il loro pieno coinvolgimento. Sulla base delle azioni indicate nel nuovo Patto, l’Emilia-Romagna è pronta a presentare al Governo proposte e progetti da finanziare con i fondi del Next Generation EU. Ci sono poi i Fondi europei della nuova programmazione 2021-2027 destinati a crescere per la nostra Regione (nel settennio precedente 2,5 miliardi di fondi strutturali e 660 milioni di euro di FSC, di cui 55 milioni gestiti dalla Regione) e quelli che il territorio saprà aggiudicarsi candidandosi ai diversi programmi europei (per il solo Horizon 2020 il contributo di cui ha beneficiato il territorio regionale è stato pari a oltre 280 milioni di euro), unitamente alle risorse regionali e statali.

Solo la Giunta regionale ha previsto nel bilancio di previsione 2021 investimenti per un miliardo mezzo di euro, nel contesto più ampio del piano di investimenti per quasi 14 miliardi di euro al 2022 presentato già prima dell’estate, anche in questo caso considerate tutte le fonti di finanziamento, per una ricostruzione partecipata e condivisa da territori, parti sociali, comunità locali.

L’Emilia-Romagna continua dunque a fare sistema. Le firme di oggi confermano e rafforzano il metodo avviato nel 2015 con la firma del Patto per il Lavoro, che in cinque anni ha permesso all’Emilia-Romagna di recuperare terreno rispetto alla lunga crisi economica apertasi nel 2008, portandosi ai vertici italiani ed europei per crescita, occupazione, export e valore aggiunto. Cinque anni nei quali il Patto per il Lavoro ha generato investimenti e movimentato risorse per oltre 22 miliardi di euro (ben oltre i 15 preventivati all’inizio).

Uno scenario radicalmente cambiato nell’ultimo anno con la diffusione della pandemia mondiale e l’esigenza, ora, di fare tesoro dalle lezioni apprese dall’emergenza e di impostare un modello di sviluppo che sia sostenibile. Per affrontare quattro sfide che l’Emilia-Romagna, al pari e più di altri sistemi territoriali, è chiamata ad affrontare: crisi demografica, emergenza climatica, trasformazione digitale, contrasto alle diseguaglianze.

“In Emilia-Romagna il futuro lo costruiamo insieme – afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini -. Ancora una volta dimostriamo coi fatti che si possono unire le parti per un progetto condiviso di sviluppo sostenibile, che punti al lavoro di qualità e ad una transizione ecologica non più rinviabile. Mettiamo il bene comune avanti a tutto, scegliendo confronto e condivisione, patrimonio di questa terra, soprattutto nei momenti più difficili. Ringrazio tutti i firmatari, sensibilità diverse al servizio del sistema territoriale dell’Emilia-Romagna. Questa regione intende svolgere un ruolo primario anche nella programmazione e nella gestione delle risorse straordinarie che il Paese avrà a disposizione, in quantità mai viste prima. Come dimostrano gli stessi numeri e indicatori che ogni anno il Governo fornisce – qualsiasi Governo di qualsiasi colore -, se c’è una regione che sa programmare e spendere bene e in fretta le risorse europee e nazionali questa è l’Emilia-Romagna. Per questo, in accordo con tutte le rappresentanze del territorio, ci candidiamo a svolgere una parte importante anche nell’impiego migliore delle risorse del Next Generation EU. Per recuperare ogni posto di lavoro perduto, per potenziare ulteriormente la sanità pubblica, per investire in saperi e innovazione, per la qualità del nostro ambiente e la sicurezza del nostro territorio. Credo che l’Emilia-Romagna stia indicando un percorso di valenza nazionale- chiude Bonaccini- che farebbe davvero bene a tutto il Paese: nel momento durissimo che stiamo vivendo, qui decidiamo ancora una volta di uscirne insieme, tutti, attraverso partecipazione e democrazia, condividendo ogni risorsa disponibile in termini economici, progettuali e di conoscenze. Lo stesso che credo debba fare l’Italia”.

Il Patto per il Lavoro e per il Clima indica come proprio orizzonte il 2030, assumendo una visione di medio e lungo periodo, indispensabile per affrontare la complessità dei temi aperti, allineando il percorso dell’Emilia-Romagna agli obiettivi previsti dall’Agenda 2030 dell’Onu, dall’Accordo di Parigi e dall’Unione europea per la riduzione delle emissioni climalteranti di almeno il 55% entro il 2030.

“Adesso la transizione ecologica e la neutralità carbonica – sottolinea la vicepresidente Elly Schlein – sono obiettivi concreti e condivisi. Abbiamo dato un indirizzo chiaro e coraggioso alle scelte per il contrasto ai cambiamenti climatici e alle disuguaglianze sociali, di genere e territoriali. Questo Patto segna l’impegno condiviso a fare ciascuno la propria parte per ripartire insieme, avviando un percorso di cambiamento urgente e ineludibile per il futuro della nostra comunità e delle prossime generazioni. In un momento difficile come questo in cui nel Paese, per affrontare la crisi pandemica, sono richieste unità e responsabilità in Emilia-Romagna siamo riusciti a costruire una cornice strategica per non tornare alla normalità di prima, ma migliorare la qualità della vita delle persone e del pianeta”.

“Il Patto per il Lavoro e per il Clima si conferma un atto importante di democrazia e responsabilità condivisa, in rete con le più grandi progettazioni innovative del nostro Paese, e che si relaziona con l’Europa- sottolinea Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico, lavoro e green economy-. La grande novità di questo nuovo documento è contenuta nel titolo, che affianca al ‘Lavoro’ la parola ‘Clima, perché non c’è sviluppo senza sostenibilità ambientale, economica e sociale. Non può esistere contrapposizione fra ambiente e lavoro anzi, al contrario, proprio attraverso il green new deal e l’investimento sui saperi possiamo creare occupazione di qualità, riducendo la forbice delle disuguaglianze”.

Obiettivi

Il Patto per il Lavoro e per il Clima prevede quattro obiettivi strategici da raggiungere: Emilia-Romagna regione della conoscenza e dei saperi; regione della transizione ecologica; regione dei diritti e dei doveri; del lavoro, delle imprese e delle opportunità. E individua quattro processi trasversali:trasformazione digitale; Patto per la semplificazione; promozione della legalità; partecipazione.

Obiettivi strategici e processi trasversali saranno perseguiti a partire da alcune scelte di fondo: dare priorità alle persone, in particolare ai giovani e alle donne; intraprendere una transizione ecologica giusta, che crei nuove imprese e nuovo lavoro, aggiornando le professionalità di chi lavora per tutelarne e salvaguardarne l’occupazione; rimettere al centro il valore dell’impresa, dalle piccole alle più grandi, e del pluralismo imprenditoriale e diffuso, a partire dalla cooperazione e dal lavoro sociale; orientare la rivoluzione digitale verso un nuovo umanesimo perché l’evoluzione della tecnologia sia un diritto di tutte e tutti; assegnare una nuova centralità al welfare come strumento di equità sociale; attribuire un nuovo protagonismo alle città, e con esse agli atenei, per un progetto di sviluppo che abbia un ancoraggio più forte nei territori.

Dagli obiettivi strategici e dai processi trasversali derivano impegni concreti che andranno realizzati. Eccone alcuni, per l’Emilia-Romagna, fra quelli indicati nel Patto.

Percorso per la decarbonizzazione prima del 2050, passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035 e accelerazione del superamento delle plastiche monouso. Sostegno a una nuova mobilità sostenibile e intermodale rafforzando le reti del trasporto pubblico, 1000 km di nuove piste ciclabili, traffico motorizzato privato ridotto di almeno il 20% entro il 2025, mobilità privata verso “emissioni zero” anche attraverso l’istallazione di 2.500 punti di ricarica elettrica entro il 2025. Nuova legge regionale per il Clima. Riforestazione per 4,5 milioni di nuovi alberi. Riduzione del valore dei rifiuti non riciclati almeno a 110 kg pro-capite, con ancora più raccolta differenziata (80% al 2025). Filiera corta, agricoltura biologica e produzione integrata per oltre il 45% della superficie agricola utilizzata (Sau) entro il 2030.

E ancora: il 3% del Pil regionale investito in ricerca; la quota dei Neet (i giovani che non lavorano e non studiano) sotto la soglia del 10%; attrarre studenti e incentivarli a restare, anche col rientro di talenti.

Centralità della sanità pubblica, che si è dimostrata fondamentale nella lotta al virus, puntando ancor più sulla medicina del territorio e la telemedicina, sistema di welfare integrato di prossimità, sempre più inclusivo e partecipato (innovazione sociale, nuova occupazione, sinergie col Terzo settore, lavoro sociale qualificato).

Rete dei servizi educativi e delle scuole per l’infanzia (0-6) più forte, con l’accesso garantito a tutte le bambine e i bambini, abbattendo progressivamente liste d’attesa e costo a carico delle famiglie.

Piano pluriennale di prevenzione del dissesto idrogeologico e di difesa della Costa.

Rafforzamento della Rete Alta Tecnologia e dell’Emilia-Romagna Data Valley bene pubblico. Dotare il territorio regionale di infrastrutture per la mobilità e la connettività.

Difesa dei posti di lavoro, nuova politica fiscale – improntata alla progressività, alla giustizia sociale e al recupero dell’elusione e dell’evasione – e costante valorizzazione della contrattazione collettiva tra le parti sociali.

Emilia-Romagna come capitale dell’industria culturale e creativa, arti che si rinnovano grazie alle tecnologie, che si aprono a un nuovo pubblico, che rigenerano il patrimonio storico e le periferie e che attraggono giovani, sfidando le grandi realtà europee.

L’opportunità di accedere a risorse straordinarie e la necessità di investirle in tempi rapidi per rimettere in moto l’economia e la società richiedono un cambio di passo nel rapporto tra Pubblica amministrazione, cittadini e imprese. Politiche e investimenti saranno supportati da un processo di semplificazione per ridurre la burocrazia e innovare la Pubblica amministrazione stessa. Non una deregolamentazione, ma un innalzamento del livello della legalità, dei diritti e della giustizia sociale, anche a fronte dei rischi crescenti di infiltrazioni criminali e mafiose.

Governance e monitoraggio

Il Patto prevede anche il coinvolgimento delle parti firmatarie per un confronto preventivo sui contenuti delle principali pianificazioni e dei principali provvedimenti da intraprendere, insieme alle rispettive dotazioni finanziarie, in attuazione e in coerenza con quanto condiviso.

Fondamentale la verifica sui risultati ottenuti rispetto agli obiettivi. Ogni sei mesi, i firmatari del Patto si riuniranno per monitorare lo stato di avanzamento delle azioni intraprese e valutarne l’impatto, per eventuali integrazioni o modifiche, a partire da nuovi scenari, nuove criticità e nuove opportunità. Oltre a promuovere a livello locale l’attuazione del Patto stesso, attraverso patti e programmi declinati su scala territoriale.

Anteprima in streaming per il Cinema Boldini di Ferrara in collaborazione con Ucca – Unione Circoli del Cinema Arci.

Da: Alice Bolognesi, Arci Ferrara

L’ITALIA CHE NON SI VEDE. Decima edizione

Rassegna itinerante di cinema del reale.

Anteprima in streaming per il Cinema Boldini di Ferrara in collaborazione con Ucca – Unione Circoli del Cinema Arci.

Grazie al sostegno e al contributo del Comune di Ferrara

Ritorna, con la decima edizione de L’Italia che non si vede, la rassegna itinerante di Cinema del Reale a cura di UCCA (Unione dei Circoli Cinematografici Arci).

“Un cinema altro, caparbio e cocciuto, che col reale si misura, lo incalza, non si tira indietro di fronte a temi ed argomenti scomodi, si prende i suoi tempi per approfondirli, sviscerarli, ovunque ciò possa portare” dice Roberto Roversi, presidente UCCA, aggiungendo come il tema di questa rassegna sia l’identità di genere, in tutte le sue sfumature.

L’Italia che non si vede sarà in anteprima per il Cinema Boldini grazie al sostegno del Comune di Ferrara e sarà visibile gratuitamente sul canale Vimeo di UCCA alle ore 21.00 a partire da mercoledì 16 dicembre con L’Agnello, film che, attraverso la regia di Mario Piredda, racconta la storia di Anita, diciassettenne che vive con il padre Jacopo, malato di leucemia. I tempi per la ricerca di un donatore sono lunghi rispetto al progredire della malattia e nè Anita, nemmeno il nonno Tonino sono compatibili. Potrebbe esserlo Gaetano, fratello di Jacopo con il quale i rapporti sono molto tesi dopo un feroce litigio. Anita, con l’aiuto del nonno, ha la sola possibilità di presentarsi a casa dello zio, nella speranza di convincerlo a fare le analisi che potrebbero salvare la vita di suo padre. Il film di Piredda ha partecipato al Festival del Cinema di Roma e a Annecy Cinèma Italien, dove ha vinto il Miglior Film e il Premio del Pubblico.

Giovedì 17 dicembre sarà la volta della pellicola diretta da Nunzia De Stefano, Nevia (Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Orizzonti). Anche Nevia è una ragazza di diciassette anni, troppi per il posto in cui è stata bambina ed ora è adolescente, troppi per quel posto che ha condiviso e ora condivide con la nonna Nanà, la zia Lucia e la sorella più piccola di nome Enza; quel posto è il campo container di Ponticelli.
Santa subito è il documentario di Alessandro Piva che ha ricevuto il Premio del Pubblico nel festival del Cinema di Roma.

Sarà disponibile venerdì 18 dicembre Santa Subito, il film racconta la storia di Santa Scorese, una giovane attivista cattolica del barese, per anni vittima delle morbose attenzioni di un molestatore fino al 15 marzo 1991, giorno della sua morte per mano del suo persecutore davanti agli occhi impotenti di una società impreparata ad affrontare i reati di genere e lo stalking.

L’anteprima per il Cinema Boldini si chiude sabato 19 dicembre con Spaccapietre, film dei gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio presentato alla 77ª Mostra Internazionale del Cinema di venezia (Giornate degli Autori). Il film racconta la vita di Giuseppe e Antò, il primo padre disoccupato dopo un grave incidente sul lavoro, il secondo figlio con il sogno di diventare archeologo e con il pensiero che l’occhio vitreo del padre sia in realtà un superpotere. Rimasti soli dopo la morte di Angela, venuta a mancare per un malore mentre lavorava nei campi. Senza più casa e costretto a chiedere asilo e lavoro in una tendopoli con altri braccianti, Giuseppe stringe continuamente Antò la sera per raccontargli una favola, oltre alla promessa che un giorno riavrà sua madre, a qualunque costo.

Mercoledì 16/12 ore 21.00

L’Agnello, regia di Mario Piredda

Giovedì 17/12 ore 21.00

Nevia, regia di Nunzia De Stefano

Venerdì 18/12 ore 21.00

Santa Subito regia di Alessandro Piva

Sabato 19/12 ore 21.00

Spaccapietre, regia di Gianluca e Massimiliano De Serio

quale-futuro

Così lontano, così vicino

In questi giorni, che ormai sono diventati mesi, forse ti sei chiesto “cosa succederà tra un anno” e sei caduto perchè non hai visto cosa stava per succedere oggi. Forse allora avrai guardato poco oltre la punta delle tue scarpe, col risultato di sbattere contro un ostacolo che avevi davanti alla faccia, se solo avessi alzato lo sguardo. A me sono successe entrambe le cose, e allora mi sono rifugiato in queste parole.

 

Guardare troppo lontano è un errore. Se uno guarda lontano, non vede quello che ha davanti ai piedi, e finisce per inciampare. Ma anche concentrarsi troppo sui piccoli dettagli che si hanno sotto il naso non va bene. Se non si guarda un po’ oltre, si va a sbattere contro qualcosa. Perciò è meglio sbrigare le proprie faccende guardando davanti a sé quanto basta, e seguendo l’ordine stabilito passo dopo passo.

Haruki Murakami

Rete per la Giustizia Climatica Ferrara

Da: Alessandro Tagliati

In questo anno 2020 sedici associazioni ferraresi, con interessi e impegni in ambito ambientale, si sono unite col nome di Rete per la Giustizia Climatica, hanno presentato al Comune tre petizioni firmate da oltre 1000 cittadini ognuna, stanno attualmente partecipando alla scrittura delle caratteristiche che dovrà avere il servizio di manutenzione del verde pubblico nel territorio comunale, e continuano ad incontrarsi e progettare.
Per prima cosa, ciascun gruppo ha riconosciuto negli altri la propria tensione ideale, la stessa urgenza di mettere a punto e agire: non era mai successo in città che associazioni diverse per tradizione, formazione, età dei soci, anzianità di esperienza si siano unite. C’è voluto coraggio per superare i timori tipici del mettere insieme tante diversità, per dedicare tempo ad un impegno dai confini ignoti in un anno perturbato come questo, ognuno con l’impegno implicito di rispettare i propri scopi sociali. Era il mese di marzo.
Poi è stato necessario individuare e provare metodi di lavoro efficaci e inclusivi di tutti gli apporti possibili, ma capaci di sintesi concrete e praticabili. All’inizio è stato steso un lungo manifesto dove trovano posto necessità e obiettivi a larghissimo raggio: dalla mitigazione del clima alla mobilità cittadina, dalla riduzione dell’inquinamento alla progettazione di nuovi modi di abitare e vivere, dalla partecipazione ai progetti pubblici alla massima trasparenza dei dati e dei processi decisionali. Questi sono i principi fondamentali della Rete per la Giustizia Climatica: apartiticità, gratuità e informalità, orizzontalità, inclusività, urgenza, ecologia ambientale e sociale.
Infine tutto il materiale raccolto, scritto, discusso e riscritto è stato distribuito con logica e formulato in richieste nelle tre petizioni. Era arrivato l’inizio dell’estate e le associazioni aderenti erano diventate diciannove.
La prima delle tre petizioni – “Agenda lavoro per la riconversione ecologica della città di Ferrara” – contiene soprattutto la richiesta fondamentale agli Amministratori pubblici di accettare il metodo della co-progettazione per tutti i temi ambientali: cittadini, politici, tecnici, associazioni sono “progettisti” tutti sullo stesso piano e con la stessa dignità. Infatti per risultati nuovi e duraturi occorre suscitare creatività e responsabilità diffuse, che non attecchiscono in un ambiente “gerarchico”. Nella seconda petizione si chiedono “Più boschi per la città” con l’applicazione di norme esistenti e l’impegno di creare una vera cintura boscata attorno alla città. Con la terza – “Per una mobilità sostenibile nella città delle biciclette” – si chiede l’attuazione urgente di progetti già in gran parte previsti.
Sono richieste ragionevoli e urgenti, come sta dimostrando questo anno, che ha costretto tutte le donne e gli uomini del mondo a prendere lezioni di pandemia, ovvero a misurare sulla propria pelle la nostra fragilità e l’insensatezza di insistere nel prendere a calci la natura, come se fosse un somaro recalcitrante, da piegare al servizio dello sviluppo e della crescita.
Le risposte ai quesiti delle petizioni – arrivate la prima ad agosto, le altre due a fine ottobre, con un certo ritardo – contengono rassicurazioni sul fatto che quasi tutti i punti sono già previsti in azioni o programmi dell’amministrazione e manifestano adesione e concordanza agli obiettivi di rispetto ambientale delle Rete per la Giustizia Climatica.
In quelle carte, tuttavia, non vi è risposta alle richieste di accelerazione e urgenza dei processi, né dell’utilizzo del metodo di co-progettazione. In definitiva mancano impegni precisi rispetto alle nostre richieste puntuali.
In parallelo è giunto l’invito alla Rete, da parte dell’Assessore all’Ambiente Alessandro Balboni, a partecipare ad un tavolo di lavoro con lo scopo di migliorare la manutenzione del verde pubblico apportando modifiche al Regolamento del Verde e al Contratto di Servizio tra il Comune e Ferrara Tua. Nel corso di un incontro pubblico, l’Assessore ha accettato di utilizzare in quella sede il metodo della co-progettazione: gli incontri sono già iniziati.
Questo è il racconto sintetico dei primi mesi di vita della Rete per la Giustizia Climatica di Ferrara: possiamo dire di essere all’inizio di un cammino pieno di novità e incertezze, tranne una: le soluzioni più radicali, oggi appaiono le più realistiche.

Il Ferrara Film Festival ristruttura il proprio assetto organizzativo per l’edizione 2021, partendo da un nuovo partner.

Da: Ufficio Stampa Ferrara Film Festival

6º FERRARA FILM FESTIVAL 2021

Ferrara 15 Dicembre 2020 – La sesta edizione del Ferrara Film Festival, le cui date
verranno a breve ufficializzate, subirà una trasformazione interna piuttosto significativa.
L’organizzazione del festival del Cinema della città estense ha siglato un accordo con la
società ferrarese Delphi International s.r.l., stimatissima sia a livello locale che
nazionale, affidandole alcuni incarichi di fondamentale importanza nello svolgimento
dell’evento.
Tra le numerose manifestazioni di rilevanza nazionale co-organizzate da Delphi
International, troviamo in primo piano il celebre evento di Capodanno dello spettacolare
“incendio pirotecnico” del Castello Estense di Ferrara, che quest’anno si svolgerà
esclusivamente in streaming e TV per via delle restrizioni del Covid-19. E proprio in
questa occasione, è attualmente al vaglio una partecipazione diretta del Ferrara Film
Festival all’interno del palinsesto. “Sono sicuro che l’eccellente curriculum ed
esperienza sia del Direttore Generale Riccardo Cavicchi che della sua azienda –
dichiara il Direttore del Ferrara Film Festival Maximilian Law – arricchiranno moltissimo il
nostro operato.”
La scelta di rafforzare il proprio assetto organizzativo, è stata presa sia per far fronte
alla costante crescita del festival che per innalzare notevolmente il livello di
professionalità e di qualità dei propri servizi. “Come Delphi International – dichiara il
Direttore Generale Riccardo Cavicchi – siamo ben contenti di poter collaborare ad un
altro grande evento della nostra città. Il Ferrara Film Festival ha dimostrato in pochi anni
di essere un punto di riferimento importantissimo nel mondo del Cinema ed è per noi un
grande stimolo poter mettere la nostra esperienza al servizio della sua ulteriore
crescita”.
Il quinto Ferrara Film Festival “posticipato”, svoltosi lo scorso settembre, è stato tra i
pochissimi festival del Cinema in Italia che è riuscito a svolgere un’edizione “dal vivo” in
totale sicurezza e riscuotendo un grande successo, grazie anche alla partecipazione di
celebri personaggi del calibro di Nastassja Kinski, Bille August (pluripremiato regista de
“La Casa Degli Spiriti”) e Alessandro Haber, ai quali sono stati consegnati i Dragoni
D’Oro alla Carriera nelle rispettive categorie. Tuttavia il successo del festival è dovuto
soprattutto al supporto e contributo finanziario del Comune di Ferrara, della Regione
Emilia-Romagna e dei numerosi sponsor nazionali e internazionali.

Maggiori info su www.ferrarafilmfestival.com

LA PAURA NERA:
una strega che ci ruba l’umanità

Avevo sempre ammirato l’opera di Simone Baschenis con distacco artistico. Ora la sua Danza Macabra, che campeggia sulla parete sud della chiesa cimiteriale di S. Vigilio a Pinzolo, assume un’altra dimensione. Da quando frequento la val Rendena non ho mai mancato l’occasione per tornare a rimirarla. Oggi, che la Morte e il Tempo sono la sola cosa che renda tutti uguali, ce lo ricordano quotidianamente i bollettini con cui contiamo le vittime di questa pandemia. Sembrava appartenere al pennello dei Baschenis, alle narrazioni dei loro affreschi, invece accompagna i nostri giorni, non con le rappresentazioni pittoriche di scheletri e di falci, ma con i dati statistici e la traduzione iconografica che ne fanno i mass media. Baruch Spinoza scriveva nella sua Etica: “Ciò a cui l’uomo libero pensa di meno è la morte, e la sua saggezza si esprime nel meditare non sulla morte, ma sulla vita.”

È evidente che, costretti a ragionare di morte, abbiamo perso in libertà e in saggezza. Per il Censis siamo nell’anno della ‘paura nera, meglio sudditi che morti, mentre il sistema paese è una ruota quadrata che non gira. Ciò che prima era tondo ora si è fatto spigoloso, neppure la paura è quella di prima, è così nera da essere panico, da produrre i suoi malefici, come le paure delle fiabe nella nostra infanzia.
Sgomento, terrore, angoscia, la paura ha tanti nomi e tante facce. È un’emozione forte, potenzialmente vitale e sana, ci aiuta nei momenti di pericolo. Quest’anno invece ci ha precipitati nel nero delle tenebre, che sono più buie del buio. Senza vie di uscita, ci paralizza, ci toglie il fiato, blocca e ostacola il nostro naturale sviluppo.

Non è la paura di Antonio Albanese, che per la prima volta vestiva i panni del Ministro della Paura nell’ottobre del 2008, ospite della trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa. Neppure quella di dieci anni dopo del libro di Antonello Caporale: “Matteo Salvini. Il ministro della paura”.
È la somma di tutto questo e molto di più. È la Monarchia della paura, come titola l’ultimo lavoro di Martha Nussbaum. La paura  spesso mescolata a rabbia, colpa e invidia. L’ira e la rabbia incontrollata hanno preso il posto dell’Italia del rancore del Rapporto Censis del 2018. Scrive Martha Nussbaum nell’introduzione al suo libro: “La paura troppo spesso blocca la deliberazione razionale, avvelena la speranza e impedisce la cooperazione costruttiva per un futuro migliore”.

Con la paura l’intera macchina del pensiero va in panne, la negazione prende il sopravvento e la politica stessa si fa politica della negazione, della proibizione, dell’imbrigliamento. Prende i sopravvento il lutto, il dolore di aver perduto la libertà e le possibilità di prima. La paura è sempre quella che abbiamo sperimentato dall’infanzia, la paura di perdere l’oggetto d’amore, per dirla con Freud, dove l’oggetto d’amore non è il grembo materno ma la nostra vita, la nostra vita di sempre. È questa forse la vera infantilizzazione, di cui La Stampa ha scritto, l’infantilizzazione delle nostre esistenze.

In meno di un anno oltre un milione e seicentomila decessi per Covid-19 nel mondo, donne e uomini che se ne sono andati, per ognuno di noi anonimi, salvo per i loro cari.
Poi muore un calciatore, Diego Armando Maradona e il mondo si mobilita per celebrare il ‘niño de oro’. Li Wenliang, morto in corsia d’ospedale, chi lo ricorda più? Nessuno. Il medico cinese ‘eroe’, che a dicembre del 2019 per primo diede l’allarme del Coronavirus e non fu ascoltato. Se gli si fosse dato retta, forse oggi racconteremmo un’altra storia. Invece la regressione infantile prende le forme dell’ondata di popolo che invade le piazze a piangere il mito del panem et circenses dell’industria calcistica mondiale.

Così che le morti non sono tutte uguali. Fisicamente tutti gli uomini devono morire, ma certuni, definiti ‘grandi’, possono sopravvivere nella memoria dei loro successori. Avere una seconda vita, oltretombale, durare finché esisteranno persone dotate di memoria. Il problema è l’ordine di grandezza che l’esorcizzazione della paura non consente di cogliere, tanto da abbandonarsi a riti  collettivi che appaiono più tribali che razionali.
Non dico che si debba essere dell’opinione che Platone pone in bocca a Socrate: “l’anima al divino, all’immortale […] è simigliantissima”, per cui “alla natura degli dèi non è lecito giungere a chi non abbia esercitato filosofia […] a nessuno è lecito se non al filosofo”. Ma non scadere neppure nell’indifferenza fino alla dimenticanza di chi veramente merita questo genere di immortalità, non farci sorprendere da un’altra malattia, che rischia da tempo d’essere più radicata del virus: la perdita di umanità.

Sentirsi impotenti, senza controllo sulla propria vita non giustifica d’abbandonarsi a riti catartici collettivi, semmai usati dalla politica e dall’informazione come distrattori, come stanze di compensazione dove scaricare le emozioni, l’ira e la rabbia.
C’è una filastrocca dei tempi della Melevisione dal titolo Filastrocca della paura nera, che potrebbe aiutarci a combattere il rischio di infantilizzazione. Sostanzialmente insegna ai bambini, ed ora agli adulti, che la paura nera è una strega, che fa dire le bugie, che addormenta e impietrisce, rende ciechi e intontisce.

Per leggere gli altri articoli di Giovanni Fioravanti della sua rubrica La città della conoscenza clicca [Qui]