Skip to main content

Giorno: 17 Dicembre 2020

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 17 dicembre

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su 14.297 tamponi effettuati, 1.667 nuovi positivi, di cui 822 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. Oltre 1.850 i guariti, calano i casi attivi (-268)

Eseguiti anche 913 test sierologici e 3.553 tamponi rapidi. Il 95,2% dei casi attivi in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 47,4 anni. 78 i decessi

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 150.460 casi di positività, 1.667 in più rispetto a ieri, su un totale di 14.297 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’11,7%.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 822 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 320 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 541 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.
L’età media dei nuovi positivi di oggi è 47,4 anni.
Sugli 822 asintomatici, 476 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 69 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 11 con gli screening sierologici e altri 11 tramite i test pre-ricovero. Per 255 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.
La situazione dei contagi nelle province vede Bologna (404 nuovi casi), Modena (257), Reggio Emilia (255), Rimini (168), Parma (111), Piacenza (96), Ravenna (88), Ferrara (58). Poi i territori di Imola (131), Forlì (55) e Cesena (44).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 14.297 tamponi, per un totale di 2.381.673. A questi si aggiungono anche 913 test sierologici e 3.553 tamponi rapidi.
Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.857 in più rispetto a ieri e così raggiungono quota 81.008.
I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 62.577 (-268 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 59.570 (-290), il 95,2% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 78 nuovi decessi: 25 in provincia di Rimini (di cui 17 donne di 100, 98, 95, 94, 93, 92, 91, due di 90, una di 89, due di 88, una di 87, 86, 84, 80, 71 e 8 uomini di 99, 93, 92, due di 90, uno di 88, 72 e 65 anni), 21 a Bologna (di cui 11 uomini di 95, 94, 89, 88, due di 86, uno di 85, 80, 79, 75, e 69 anni e 10 donne di 96, 91, 89, due di 88, una di 86, 85, 83, 80 e 78 anni), 10 a Ravenna (di cui 7 donne di 93, 92, 89, 81, 78, 74 e 69 anni e 3 uomini di 93, 90 e 78 anni), 7 a Reggio Emilia (di cui 4 uomini di 89, 88, 69 e 68 anni e 3 donne di 92, 87 e 80 anni), 6 a Modena (di cui 4 donne di 92, 88, 85 e 54 anni e 2 uomini di 95 e 94 anni), 4 a Ferrara (di cui 2 donne di 88 e 80 anni e due uomini di 89 e 73 anni), 2 a Parma (uomini di 84 e 83 anni) e 1 a Piacenza (donna di 83 anni) e 1 a Forlì-Cesena (donna di 74 anni). Un altro decesso riguarda una persona non residente in Emilia-Romagna.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 6.875.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 206 (-6 rispetto a ieri), 2.801 quelli negli altri reparti Covid (+28).
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 15 a Piacenza (-1 rispetto a ieri), 18 a Parma (invariato), 23 a Reggio Emilia (invariato), 35 a Modena (-4), 55 a Bologna (-2), 5 a Imola (invariato), 15 a Ferrara (invariato), 16 a Ravenna (+2), 5 a Forlì (invariato), 1 a Cesena (invariato) e 18 a Rimini (-1 rispetto a ieri).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 14.067 a Piacenza (+96 rispetto a ieri, di cui 56 sintomatici), 12.018 a Parma (+111, di cui 65 sintomatici), 21.051 a Reggio Emilia (+255, di cui 104 sintomatici), 27.541 a Modena (+257, di cui 160 sintomatici), 29.672 a Bologna (+404, di cui 199 sintomatici), 4.751 a Imola (+131, di cui 38 sintomatici), 7.638 a Ferrara (+58, di cui 14 sintomatici), 10.764 a Ravenna (+88, di cui 60 sintomatici), 5.290 a Forlì (+55, di cui 36 sintomatici), 4.923 a Cesena (+44, di cui 32 sintomatici) e 12.745 a Rimini (+168, di cui 81 sintomatici)./G.Ma

(È sempre disponibile il Report periodico sull’andamento della pandemia in Emilia-Romagna, al link https://bit.ly/3gWLYfB. Confermato il calo dei contagi misurato ogni 5 giorni: sono stati 7.248 nei giorni dal 7 all’11 dicembre, rispetto ai 9.220 dei giorni 2-6 dicembre e ai 9.686 dei giorni 27 novembre-1 dicembre)

Emilia-Romagna pronta al ritorno a scuola il 7 gennaio: mezzi e chilometri in più, abbinati a orari diversificati di ingresso e di uscita dove serve

Trasporti. Emilia-Romagna pronta al ritorno a scuola il 7 gennaio: mezzi e chilometri in più, abbinati a orari diversificati di ingresso e di uscita dove serve. L’assessore Corsini: “Un dialogo delicato ma virtuoso con il mondo dei trasporti e quello della scuola. Entro Natale pronti a inviare il piano della nuova organizzazione al ministero”

Il punto della situazione dell’assessore regionale ai Trasporti in commissione assembleare conferma la definizione della riprogrammazione del servizio di trasporto scolastico in vista della ripartenza della didattica in presenza al 75% delle scuole superiori, mantenendo il 50% di capienza massima sui bus. In corso i tavoli provinciali coordinati dai prefetti, dal Governo stanziati sul 2021 altri 20 milioni di euro per i servizi integrativi della Regione

Bologna – “Mi chiedete se il 7 gennaio saremo pronti a far tornare i nostri ragazzi e le nostre ragazze a scuola? La risposta è sì, l’Emilia-Romagna ce la farà”.

Così, l’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini questa mattina in commissione assembleare ha rassicurato sulla riorganizzazione dei trasporti in vista della ripartenza della didattica in presenza per il 75% delle studentesse e degli studenti delle scuole superiori, come previsto dal Dpcm dello scorso 3 dicembre, mantenendo il 50% di riempimento massimo sui bus.

“In questi giorni nei tavoli provinciali coordinati dai prefetti, cui il dpcm affida l’organizzazione della riprogrammazione, è in corso un lavoro molto impegnativo di confronto e monitoraggio delle diverse necessità dei territori- sottolinea Corsini-. Un lavoro complesso di mediazione tra le esigenze della scuola e dei trasporti, che la Regione aveva già avviato in 9 tavoli provinciali lo scorso settembre e che ora sta dando i suoi frutti. Ho tutte le ragioni per credere che nei prossimi giorni saremo in grado di definire nel dettaglio tutti i piani provinciali per presentare la programmazione regionale al ministero entro Natale”.

La ridefinizione del servizio in linea generale prevede, dal fronte scolastico, la flessibilizzazione di due ore degli orari di ingresso e di uscita – laddove possibile e necessario – mentre, per quanto riguarda il trasporto pubblico, un ulteriore potenziamento di mezzi e chilometri.

Orientativamente si tratta di circa 200 autobus in più rispetto ai 350 già aggiunti alla flotta tradizionale lo scorso settembre, che saranno distribuiti in base alle necessità dei singoli territori.

“I numeri definitivi sulla distribuzione dei nuovi mezzi nei singoli bacini li avremo al termine dei tavoli di monitoraggio- prosegue Corsini-, in linea di massima ogni territorio ha esigenze diverse che vanno dai circa 70 autobus in più per la Romagna, ai 30 per il bacino bolognese, ma ci sono anche territori in cui non serviranno altri mezzi ma solo chilometri aggiuntivi per i bus già esistenti. Diverso ancora è il caso di Forlì-Cesena che non avrà bisogno di differenziare gli orari ingresso e di uscita da scuola, ma sarà sufficiente l’implementazione dei trasporti”.

“La copertura economica c’è- conclude l’assessore-, perché il Governo ha stanziato 20 milioni di euro sul 2021 per i servizi integrativi dell’Emilia-Romagna, risorse importanti che abbiamo in programma di investire integralmente, da qui alla fine di maggio, per garantire al meglio il ritorno a scuola in sicurezza dei nostri ragazzi. Poi sarà la prova sul campo a dirci se ce l’abbiamo fatta, ma tutti i presupposti ci sono”.

Infine, la richiesta della Regione ai prefetti di potenziare i controlli sugli autobus e soprattutto alle fermate urbane più affollate, dove il rischio di assembramenti è maggiore e i ragazzi tendono ad abbassare le mascherine.

Al via il progetto della Prefettura di Ferrara “T.E.A.M.”

Da: Gianni Molinari, Ufficio Stampa Prefettura Ferrara

AL VIA IL PROGETTO DELLA PREFETTURA DI FERRARA “T.E.A.M.- TRAINING, EMPOWERMENT AND MANAGEMENT”

La Prefettura di Ferrara è risultata aggiudicataria dei fondi europei FAMI 2014-2020, all’esito dell’approvazione da parte del Ministero dell’Interno del progetto “T.E.A.M.- Training, Empowerment And Management”, presentato nell’ambito dell’obiettivo specifico “Integrazione e Migrazione legale”.
“Con il finanziamento ministeriale di questo progetto, per un importo superiore a 526.000,00 € – ha dichiarato il Prefetto Campanaro, dopo la sottoscrizione della convenzione – è stato riconosciuto il valore di un’iniziativa che mira a saldare ulteriormente la sinergia esistente in questa provincia tra istituzioni e terzo settore, garantendo un deciso miglioramento della funzionalità dei servizi pubblici attraverso azioni integrate di capacity building, che si rifletteranno positivamente sulla stessa condizione dei cittadini extracomunitari presenti per favorirne l’ inclusione sociale”.
Il progetto sviluppa una importante collaborazione tra la Prefettura di Ferrara, quale ente capofila, l’ASP – Centro Servizi alla Persona del Comune di Ferrara e il Raggruppamento d’Imprese costituito da Associazione Mondo Donna onlus e Mondo Donna, società cooperativa sociale onlus, e prevede la destinazione, per l’intero periodo di durata del progetto sino al 30 giugno 2022, presso gli Uffici della Prefettura e della Questura di Ferrara, di operatori specializzati con il compito facilitare lo svolgimento dei servizi amministrativi rivolti alla popolazione immigrata.
Gli obiettivi del progetto “T.E.A.M.- Training, Empowerment And Management” sono, infatti, tutti orientati a migliorare la risposta della Pubblica Amministrazione nei confronti dell’utenza e mirano a:
• rafforzare il ruolo della Prefettura nella governance territoriale della gestione dei migranti, attraverso un più efficace coordinamento con i soggetti istituzionali del territorio e un più intenso lavoro di rete con gli stakeholder pubblici e del terzo settore;
• incrementare l’efficienza della Prefettura nella gestione dei servizi rivolti a cittadini di Paesi terzi, inclusi i servizi di accoglienza, mediante il miglioramento dei processi organizzativi ed amministrativi e una maggiore sinergia con i soggetti istituzionali coinvolti;
• potenziare la funzione di informazione, accompagnamento, orientamento e indirizzo degli sportelli della Prefettura e della Questura dedicati all’utenza straniera.
Il progetto permetterà, in particolare, di migliorare efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa locale nei settori della cittadinanza, delle legalizzazioni, delle domande di ricongiungimento familiare, delle richieste di riconoscimento di protezione internazionale ed anche del rilascio e rinnovo di permessi di soggiorno, con significativi vantaggi per l’utenza ferrarese.

Rinnovata la convenzione del centro ricreativo culturale

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

Viene data continuità alla collaborazione fra il Comune e l’associazione ‘Parco Verde’

Sarà rinnovata la convenzione fra il Comune di Copparo e l’associazione
di promozione sociale ‘Parco Verde’ per la gestione dei locali del
Centro Ricreativo Culturale di via Garibaldi, per il periodo dall’1
gennaio 2021 al 31 dicembre 2030.
L’Amministrazione comunale intende così dare continuità alla
collaborazione da tempo costruita con l’associazione Parco Verde, attiva
nell’organizzazione di momenti di aggregazione e animazione territoriale
capaci di offrire occasioni di sviluppo nel campo culturale e sociale a
beneficio di tutta la cittadinanza.
L’associazione, per parte sua, ha il compito di gestire il Centro in
forma autonoma nel rispetto del pluralismo, garantendone un impiego
rivolto alla comunità e in particolare agli anziani, oltre alla custodia
e manutenzione ordinaria degli immobili e delle aree verdi di pertinenza.
Per il primo anno di gestione, considerata anche le difficoltà dovute
alla chiusura delle strutture a causa della normativa in materia di
prevenzione del contagio da Covid-19 e al progetto presentato volto ad
ampliare l’attività del Centro, il Comune erogherà all’associazione a
titolo di contributo di 15mila euro.

Presidio in Piazza Trento Trieste

Da: Rifondazione Comunista Ferrara

PRESIDIO IN PIAZZA TRENTO TRIESTE VENERDI’ 18 DICEMBRE ORE 16

CONTRO OGNI AUTONOMIA DIFFERENZIATA: NO ALLA SECESSIONE DEI RICCHI!

CONTRO OGNI AUTONOMIA DIFFERENZIATA PRESIDIO VENERDI’ 18 DICEMBRE

Durante quest’autunno di emergenza pandemica, in un momento particolarmente critico a livello di crisi sanitaria, socio-economica e istituzionale, il Governo (in ottobre) ha pensato bene d’inserire nel NADEF (Nota di aggiornamento al DEF), all’interno del percorso parlamentare di approvazione della legge di Bilancio 2021, il DDL “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’articolo 116, 3 comma, Cost”. Tutto ciò prevede una repentina accelerazione finalizzata ad un’ulteriore autonomia, anche legislativa delle Regioni.
Nei giorni antecedenti al 6 ottobre, il presidente della regione Emilia Romagna, e Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini aveva fortemente caldeggiato questa risoluzione affermando: “mi aspetto che nelle prossime settimane ci sia un’accelerazione di tutto il percorso: l’ho chiesto a nome dei colleghi al ministro Boccia”. Inoltre lo stesso sottolineava che a causa della crisi pandemica il tema era stato posto in secondo piano.
Per questo una delegazione del Comitato si troverà sotto la sede della regione e in diverse altre città italiane per affermare con forza: “No al DDL Boccia”; “NO all’autonomia differenziata che cancella i principi fondamentali su cui si fonda la Costituzione antifascista”;
“SI’ alla cancellazione del comma 3 dell’art.116 della Costituzione”; SI’ a un dibattito responsabile sui danni prodotti dalla riforma del Titolo V della Costituzione; infine “SI’ alla Repubblica, una e indivisibile, che rimuova le disuguaglianze e attui i principi di uguaglianza e solidarietà.
Domani venerdì 18 dicembre a partire dalle ore 16, una delegazione del Comitato contro l’autonomia differenziata dell’Emilia Romagna si troverà sotto la sede della Regione a Bologna per chiedere di ritirare la proposta di regionalismo differenziato avanzata nel 2018 e per chiedere, in contemporanea con almeno altre 26 città italiane, al Governo, di ritirare il DDL sull’ulteriore autonomia differenziata.

A Ferrara saremo in piazza Trento Trieste per un presidio associato ad un volantinaggio dalle ore 16 in poi, lo stesso sarà in presenza, nell’ampio rispetto delle norme per il contrasto dell’epidemia in atto.

NO AUTONOMIA DIFFERENZIATA
COMITATO EMILIA ROMAGNA

sabato 19 dicembre ore 11: Flash Mob in Piazza Municipale
Verità e giustizia per Regeni solidarietà per Zaki

Da: Rete Pace Ferrara

Flash Mob in Piazza Municipale sabato 19 dicembre ore 11 verità e giustizia per Regeni solidarietà per Zaki

La Rete per la Pace di Ferrara aderisce con un flash mob in Piazza Municipale a Ferrara dalle ore 11 alle ore 12, sabato 19 dicembre 2020 ,alla mobilitazione nazionale della Rete nazionale Pace e Disarmo per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni, libertà e giustizia per Patrick Zaki e lo stop alla vendita di armi all’Egitto.
Di fronte ai risultati dell’inchiesta della Procura di Roma sulle violenze e sulle torture subite da Giulio Regeni per mani di apparati statali egiziani; di fronte agli oltre 1000 morti nelle carceri egiziane dal 2013 ad oggi, ai 60.000 prigionieri politici tra i quali, detenuto da 10 mesi senza processo, Patrick Zaki, il giovane egiziano studente all’Università di Bologna; di fronte a tutto questo, non possiamo tacere. L’Italia e l’Europa devono dimostrare la loro fermezza democratica per la tutela dei più elementari ed inalienabili diritti umani; il diritto alla vita, il diritto al giusto processo, la libertà di espressione, la condanna della tortura. La difesa di quei Diritti richiede scelte precise, atti concreti, coerenza di comportamenti. Come ha detto il Presidente della Repubblica Mattarella, “l’intangibile dignità della persona è al di sopra di ogni forma di discriminazione e di ogni ordinamento”. Dunque, la dignità e la memoria di Giulio Regeni valgono più di qualsiasi affare; la libertà di Patrick Zaki e un giusto processo valgono di più di qualsiasi rapporto diplomatico.

Il flash mob si svolgerà nel pieno rispetto delle normative anti Covid.

Rimozione ordigno bellico

Da: Lucia Felletti, Comune di Comacchio

OPERAZIONI DI BONIFICA ORDIGNO BELLICO IN LOCALITA’ LIDO
SCACCHI VIA ACCIAIOLI TERRENO AGRICOLO ZONA FURBINO – INTERDIZIONE AL
TRANSITO DALLE ORE 10 DEL 21/12/2020

IL SINDACO

PREMESSO:
– che con nota della Prefettura di Ferrara nr. 17218 del 20/10/2020
acquisita al Prot. Gen. 58262 è stato comunicato il rinvenimento
da parte della Stazione Carabinieri di Porto Garibaldi, in località Lido degli Scacchi Via Acciaioli porzione di terreno agricolo
zona Furbino, di un ordigno bellico presumibilmente della II guerra Mondiale del tipologia denominata proiettile da mortaio delle
dimensioni di circa 35 cm ed il diametro di circa 10 cm;
– che con Ordinanza Sindacale n. 35/2020 del 20/10/2020, è già stata
interdetta l’area interessata dal rinvenimento in attesa della
fissazione della data per la bonifica dell’area;
– che la Prefettura di Ferrara – Area V^ con nota prot. n.
0086374/2020 del 16/12/2020, ha concesso nulla osta alla bonifica
occasionale del suddetto residuo bellico;
– che il personale del 8° Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti
“FOLGORE”, incaricato della bonifica, ha richiesto l’interdizione
di chiunque non direttamente coinvolto nelle operazioni, dall’area
interessata attraverso l’istituzione di una cornice di sicurezza
assicurata dalle Forze dell’Ordine;

CONSIDERATO:
– che le operazioni di bonifica dell’ordigno bellico sono state
programmate per il giorno 21/12/2020 a partire dalle ore 10:00;

RITENUTO:
– necessario ed urgente, a tutela dell’incolumità pubblica delle
persone di interdire l’accesso all’area interessata dalle
operazioni ad una idonea distanza dal punto di rinvenimento,
secondo le indicazioni che saranno fornite sul luogo dal personale
incaricato della bonifica, dalle ore 10:00 del giorno 21/12/2020 e
fino alla fine delle operazioni;

VISTO
– l’art. 133, comma 1, lett.q), del decreto legislativo n. 104 del
2010;
– l’art. 54 del decreto legislativo n. 267/2000;

RITENUTO:
– quindi di dover adottare idonee e straordinarie misure volte a
tutelare l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana;

VISTO l’articolo 54 T.U. delle leggi sull’ordinamento degli EntiLocali
approvato con Decreto legislativo n.267 del 18.08.2000;

ORDINA
 dalle ore 10:00 del giorno 21/12/2020 fino al termine delle
operazione di bonifica dell’ordigno bellico, l’interdizione
dell’area sita in LOC. Lido degli Scacchi Via Acciaioli porzione
di terreno agricolo zona Furbino ad una idonea distanza dal punto
di rinvenimento, secondo le indicazioni che saranno fornite sul
luogo dal personale incaricato della bonifica, dalle ore 10:00
del giorno 21/12/2020 e fino alla fine delle operazioni;

INCARICA
 il Settore Tecnico del Comune di Comacchio di provvedere
all’adeguato transennamento e/o delimitazione della zona
ricadente nell’area come sopra individuata e di mettere a
disposizione il personale ed i mezzi richiesti dai militari del
8° Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti “FOLGORE”;
 il Comando della Compagnia dei Carabinieri di Comacchio ed il
Comando del Corpo di Polizia Locale, dell’adozione per quanto di
competenza, di tutte le misure ed operazioni che si renderanno
necessarie ai fini della bonifica dell’ordigno bellico;

DISPONE
 che la presente ordinanza sia immediatamente affissa all’Albo
Pretorio e trasmessa:
 Alla Prefettura di Ferrara;
 Alla Questura di Ferrara;
 Al Sig. Comandante provinciale dei Carabinieri;
 Al Sig. Comandante della Compagnia Carabinieri di Comacchio;
 Al Sig. Comandante della Stazione Carabinieri di Porto Garibaldi;
 Al Sig. Comandante Provinciale dei VV.FF.;
 Al Sig. Presidente Comitato Provinciale della Croce Rossa
Italiana
 Al Sig. Comandante del Corpo della Polizia Locale;
Avverso il presente provvedimento può essere proposto, ai sensi
dell’art. 3, ultimo comma, della Legge n. 241/90 e s.m.i., nel termine
di 30 giorni dalla notificazione, ricorso al Prefetto di Ferrara
oppure, in via alternativa, ricorso al TAR dell’Emilia-Romagna entro
60 giorni dalla notificazione.

Montalcini-Avis-Comune di Argenta insieme

Da: Prof.ssa Alessandra Ferlini, Addetta stampa, Istituto Superiore RL Montalcini

Oggi all’Istituto Superiore Montalcini gli studenti hanno presentato il Progetto “Una goccia di umanità in un mare di solidarietá” di fronte al loro Preside, alla presidente AVIS e all’assessora Manzoni

Grande fermento oggi all’Istituto superiore Montalcini di Argenta dove alcuni studenti dell’indirizzo professionale hanno incontrato di fronte ai propri docenti e al Preside Diego Nicola Pelliccia, la presidente di AVIS Argenta ODV Annamaria Toschi e l’Assessora alla Cultura, all’Associazionismo e al Volontariato del Comune di Argenta Clara Manzoni, al fine di celebrale la giornata internazionale della solidarietà umana istituita dall’organizzazione delle Nazioni Unite nel 2005, che ricorre il 20 Dicembre.

Per l’occasione gli alunni, coordinati dai loro docenti Eugenio Chiarioni, Alessandra Ferlini, Pietro Galvani e Diego Tartari, hanno analizzato il significato del termine solidarietà e di ciò che esso implica e comporta sia in ambito giuridico, richiamando l’articolo 2 della nostra Costituzione, che ci ricorda l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, sia in ambito sociale, culturale e umano prendendo come spunto l’analisi della poesia di Gibran “Il dono”, che descrive la solidarietà nelle sue molteplice forme e connotazioni.

In un momento di vera emozione e trepidazione ogni alunno si é alzato in piedi e ha espresso di fronte a tutti il proprio pensiero sulla solidarietà, su ciò che essa significa e su come ogni giorno sia importante mostrare solidarietà alle persone che ci circondano.

Questi pensieri sono stati donati alla presidente di AVIS Argenta, Associazione di Volontariato che incarna i valori di solidarietá ad ampio spettro che li darà ai propri donatori, al fine di diffondere messaggi di solidarietà e positività.

A scuola il lavoro é proseguito con la composizione di una poesia in rima dal titolo Una goccia di umanità in un mare di solidarietá , che gli alunni hanno creato per l’occasione e hanno donato ad AVIS e ad Amministrazione comunale.

La conclusione di questo momento di confronto é stato che La solidarietà é uno dei valori fondamentali e universali della società civile e dovrebbe essere alla base di ogni relazione umana. Essa può e deve partire da ognuno di noi, perché solo dimostrandoci solidali tra noi possiamo costruire un mondo migliore.

Per l’occasione sono stati, infine, presentati anche i “gocciolini” e i “Montalcini”, biscotti a forma di goccia e di M, simbolo di Avis e dell’Istituto Superiore, realizzati con i più di 100 stampini disegnati e fabbricati con la stampante 3D dall’alunno di 5 A MAT Michael Marconi, che dopo la mascherina e la visiera antiCovid, ha ‘collaudato’ anche stampini per biscotti e cioccolatini, anche questi commissionati da AVIS come omaggio per i propri donatori.

Un momento coinvolgente prima delle vacanze natalizie, che il Montalcini ha voluto organizzare per salutare i propri studenti e per mostrare come scuola, istituzioni e associazioni del territorio siano unite, presenti e viaggino tutte nella stessa direzione ovvero quella di portare arricchimento didattico, educativo, umano ai propri ragazzi.

Il lungo racconto di Piazza Fontana

L’esercizio della memoria è un qualcosa che va coltivato giorno per giorno. Proprio da questa idea nasce l’esigenza di riportare oggi questo “racconto”: una conversazione avuta con una delle firme più autorevoli di questo giornale, Gian Pietro Testa, il 25 aprile del 2019, nell’anno del cinquantennale della strage di Piazza Fontana. A farlo siamo stati in due, lo scrivente, e Simone Buonomo, studente dell’Università di Bologna, con l’intento di recuperare la testimonianza di un giornalista che per primo raccontò la strage e che per primo si dichiarò contrario a percorrere la “pista anarchica”, cercando di capire anche quale fu il rapporto proprio della stampa con la narrazione della strage che avrebbe cambiato per sempre le sorti dell’Italia post bellica.

I fatti

12 dicembre 1969, ore 16.37. Una bomba esplode all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano uccidendo 17 persone, ferendone 105. Ciò segnerà per sempre la storia della Repubblica Italiana. Quello che poteva sembrare un gesto omicida isolato, rappresenterà una commistione di intenti che porteranno all’inizio di quel momento storico in cui si attuò la “Strategia della Tensione.” Anni dopo, in fase processuale, si proverà la partecipazione dei servizi segreti e di membri del Governo unitamente a gruppi di estrema destra nel compimento di alcuni attentati.
Tra i primi ad entrare come giornalista ci fu proprio Gian Pietro Testa.

“Un pomeriggio milanese”

Giampietro, come ricorda quel giorno?
“Era un pomeriggio alla milanese. Io avevo la febbre e avevo avvertito la redazione che non sarei uscito di casa. Casualmente abitavo nei pressi di Piazza Fontana. Mi chiamarono dal giornale parlandomi di un incidente nella Banca dell’Agricoltura e corsi a vedere cos’era successo. Arrivato sulla piazza incontrai un mio collega de “Il Giorno”, il quale mi disse che c’era stato uno scoppio, dovuto dalle caldaie. Riuscii ad entrare facendomi largo tra la polizia, ero il primo giornalista a introdurmi nel luogo della strage e capii subito che non potevano essere state le caldaie ed infatti, chiedendo ad un pompiere, costui mi disse ‘ma quali caldaie? È stata una bomba’. Sotto il tavolone in mezzo alla sala circolare c’era il buco, il cratere dov’era scoppiata. Il Prefetto di Milano, Libero Mazza, intervenne immediatamente addossando le responsabilità del gesto agli estremisti di sinistra e agli anarchici. La stampa iniziò a cucire sulla pelle degli anarchici la storia della strage a partire da quelle affermazioni. Insomma bisognava trovare un colpevole e subito, per tranquillizzare l’opinione pubblica, ed i media non ci misero molto a tessere queste tele che coinvolgevano gli anarchici: erano coloro che avevano, per le loro rivendicazioni ideologiche un identikit perfetto per essere i colpevoli che andavano bene a tutti”.

Probabilmente Piazza Fontana rappresenta lo spartiacque per la Repubblica italiana, ma come si arrivò a questo?
“La strage di Piazza Fontana non è arrivata improvvisamente, era nell’aria da tempo. C’erano stati attacchi furibondi all’Italia. Si è arrivati alla strage perché si voleva fare un’azione propedeutica ad un’azione politica. L’avanzata della sinistra, soprattutto con i giovani, aveva portato all’esasperazione le vecchie strutture mentali del paese. C’era questa situazione incredibile. Prima della strage, nel 1962, bisogna ricordare il primo attacco alla democrazia con la bomba che uccise Enrico Mattei, amministratore dell’Eni, vicenda mai del tutto chiarita. Sette anni lunghissimi, fino al ’69, di attesa, ma l’aria era satura. L’Italia era maciullata dagli scontri politici. Tra l’altro, nel 1969, a causa delle manifestazioni di piazza si era creato un aspro conflitto tra i giovani dell’università e le forze di polizia, e di attentati e crisi della democrazia si parlava spesso. Bisogna ricordare anche gli attacchi degli altoatesini che hanno creato molta confusione. La questione dell’Alto Adige, alla fine degli anni ’50, aveva visto un’escalation di violenza che vide protagonisti i gruppi secessionisti germanofoni. Questa situazione portò a numerosi attentati, come la strage di Cima Vallona il 25 Giugno del 1967. Ci fu una serie continuativa di attacchi che si protrassero addirittura fino al 1988.”

Si parlava spesso di stragi sui giornali?
“Si parlava di attentati tutti i giorni. Erano cominciate le stragi e quella di Piazza Fontana fu solo la prima di un periodo lungo cinque anni fino all’Italicus, in questo periodo nel quale fu attuata la cosiddetta “Strategia della Tensione” si viveva in uno stato di incertezza.”

La stampa e le “piste”

Prima di proseguire con le parole di Testa, bisogna ricordare come la stampa, per la gran parte, seguì la pista degli anarchici, i quali cercarono di difendersi dopo i primi arresti. Quest’ultimi fecero una conferenza stampa il 17 dicembre, in cui fornirono la loro versione dei fatti. Dicevano, sostanzialmente, di essere innocenti sia per quanto riguardava l’attentato alla Fiera Campionaria, avvenuto il 25 aprile dello stesso anno, sia per quanto riguardava la strage di Piazza Fontana.

Rispetto alla bomba alla Fiera Campionaria, poi, possiamo trovare ben due elementi di congiunzione con la strage di Piazza Fontana: in primis le indagini sull’attentato del 25 Aprile 1969 furono assegnate al Commissario Calabresi, lo stesso protagonista delle indagini sulla strage di Piazza Fontana, ed anche in questo caso, Calabresi, puntò sulla pista anarchica. Solo successivamente si scoprì che si era trattato di una strage ordinovista. Il secondo elemento di congiunzione è un articolo del “The Guardian”, pubblicato il 6 dicembre sempre del ’69, nel quale si preannunciavano una serie di eventi terroristici successivi alla fiera e denunciava rapporti tra i gruppi fascisti italiani e i Colonelli Greci. Questo articolo fu quasi del tutto ignorato in Italia, tranne che da pochissime testate, tra le quali proprio “Paese Sera” dove lo stesso Testa ha lavorato.
Tutta la stampa, comunque, iniziò a percorrere la pista anarchica. Anzi, quasi tutta tranne Idro Montanelli, il quale a poche ore dalla strage rilasciò un’intervista a Tv7 nella quale diceva che gli anarchici erano innocenti, e proprio Gian Pietro testa, il quale dopo essere stato sul luogo scrisse l’articolo “Un Infame provocazione” aprendo l’ipotesi della pista nera.

Perché scrisse quell’articolo?
“Ricordo la conferenza stampa che fece in Prefettura l’allora Presidente del Senato Amintore Fanfani, il quale ad un certo punto disse: ‘Come lor signori sanno, noi non smetteremo mai di cercare i colpevoli’. Io lo guardai e gli dissi ‘ma non si vergogna di dire una cosa del genere? Sono anni che abbiamo stragi e voi non avete fatto niente e non fate niente’. Lui voltò le spalle e se ne andò silenziosamente. Comunque io ero convinto che fossero stati i fascisti. Alcuni giornalisti seguirono immediatamente la pista anarchica e spesso si ritrovarono ad essere d’accordo con ciò che dicevano la polizia e le autorità. Io ho visto con i miei occhi l’attentato. Non mi tornava niente di quello che si diceva con le accuse agli anarchici e ho scritto un articolo come provocazione, che poi si è rivelata esatta. Il 13 Dicembre, all’indomani della strage, vennero fermati gli anarchici del gruppo ’22 Marzo’ che furono accusati per la strage. Nelle ore successive la Questura di Milano cercò le prove e interrogò i componenti del gruppo: tra questi c’era anche Giuseppe Pinelli, che poche ore dopo l’arresto morirà precipitando dal quarto piano della Questura. Caduta che non ha trovato mai un vero colpevole.”

Quale fu il ruolo della stampa nella costruzione della figura di colpevole addossata a Pietro Valpreda invece?
Pietro Valpreda era un anarchico che apparteneva al gruppo ‘22 Marzo’. Da anni veniva seguito come uomo socialmente pericoloso ed era in stato di massima sorveglianza, quindi si conoscevano tutti i suoi spostamenti e tutti sapevano che il 12 Dicembre era stato convocato in Tribunale a Milano e che l’11 dicembre aveva viaggiato in treno per recarsi in città. Hanno creato un mostro con Valpreda. Fu una creazione giornalistica, mediatica. Ed anche lui non aveva fatto assolutamente niente. Alcuni colpevoli sono stati costruiti sulla carta. Per esempio, mi viene in mente il caso del ‘Corriere della Sera’, il cui direttore Di Bella diceva, anche a distanza di qualche anno: ‘È stato lui, è stato Valpreda. È stato Pinelli’. E così buona parte della stampa italiana. Dovevano trovare un colpevole e così hanno fatto. Tanto è vero che Valpreda fu riconosciuto forzatamente dal tassista Cornelio Rolandi: in mezzo ad alcuni volti rassicuranti c’era anche Valpreda, riconoscibile nel suo stile anarchico. Rolandi disse ‘È lui’, al che gli chiesero ‘Sei sicuro?’. Rolandi disse: ‘Se non è lui, qui non c’è’. Una frase mai riportata dai verbali.”

Con gli appartenenti ad ordine nuovo va ricordato, a questo punto, che la stampa si comportò in maniera diversa rispetto a come descrisse Valpreda e gli anarchici. Attivò la macchina del fango contro i primi. Successivamente, con le svolte processuali, non si trova la stessa reazione nei confronti degli appartenenti ad ordine nuovo. Non si capisce se il motivo è da ricercare nel fattore temporale, e cioè nella non “mediaticità” della notizia, dopo molti anni dai fatti, o perché non si voleva ammettere che alcuni comparti dello Stato avevano partecipato attivamente alla costruzione di questo disegno stragista.

Giuseppe Pinelli

Va ricordato, ora, però, chi fu la “diciottesima” vittima della strage, gettato dalla finestra della Questura di Milano e come fu raccontato dalla stampa. Anarchico, ferroviere, tra i fondatori del Gruppo “Ponte della Ghisolfa”. Marcello Guida, il Questore di Milano all’epoca, organizzò una conferenza stampa il giorno della caduta di Giuseppe Pinelli dal quarto piano della Questura, alla quale parteciparono anche il dott. Antonino Allegra e il Commissario Luigi Calabresi. La prima versione che fu data alla stampa fu quella che raccontava di un Pinelli incapace di convivere con la responsabilità delle morti causate dalla bomba nella banca, una colpa così grande da decidere di suicidarsi. Fu una versione che la stampa accettò costruendo, sull’onda delle responsabilità degli anarchici nella strage, la personalità pericolosa di Pinelli. Solo a seguito delle contro-inchieste del gruppo anarchico di Pinelli e delle Brigate Rosse, fu riconosciuta la sua estraneità nella strage di Piazza Fontana. La sua morte segnò la storia delll’Italia, non solo per le circostanze misteriose, ma anche perché legata indissolubilmente all’omicidio di Luigi Calabresi e del presunto coinvolgimento dei servizi segreti.

Su tutto questo quale fu la sua idea?
“Io fui convinto da subito che Pinelli fosse stato buttato giù dalla finestra. Il racconto di Calabresi non era credibile. Ricordo la conferenza stampa che fece Calabresi. Venne su nell’ufficio del Questore e cominciò a parlare e dire che era stata tutta colpa di Pinelli ed è iniziata questa storia nella storia. Pinelli fu preso perché erano convinti che i colpevoli fossero gli anarchici, ma non c’entravano nulla in realtà. Bisognava, però, difendere la versione della Questura. Calabresi si tradì l’anno successivo, quando in un’intervista disse che Pinelli era innocente e che da lì a poco sarebbe stato mandato a casa perché non c’erano motivi per trattenerlo. Da questo momento si attivò una macchina del fango mediatica nei confronti di Calabresi che fu accusato, grazie all’intromissione dei servizi segreti, di avere rapporti con la Cia. Calabresi e Pinelli sono i figli della tragedia nella tragedia: entrambi innocenti, ma entrambi vittime di un sistema che stava crollando e che viveva una confusione nella costruzione politica. Mi è dispiaciuto ed è stato un errore uccidere Calabresi, un errore tragico. Calabresi sapeva come stavano le cose, ma non le ha dette e questa è la sua colpa. Gli anarchici lo hanno ammazzato, ma è stato sciocco farlo”.

Ordine nuovo

Arriva, così, il 27 febbraio del 1979. A distanza di dieci anni dalla strage, dopo che il processo fu spostato a Catanzaro per incompetenza territoriale di Milano, la corte d’Assise condanna all’ergastolo: Franco Freda, Giovanni Ventura e Guido Giannettini.

Quale fu la sua idea sullo spostamento del processo e sull’inserimento nello stesso degli ordinovisti?
“Farlo a Bologna e Milano sarebbe stato una provocazione che non si è voluta seguire. Erano momenti di assoluta confusione mentale, con le forze dello Stato particolarmente in difficoltà. Questa era la situazione e si optò, quindi, per il trasferimento a Catanzaro del processo. Le Br, unitamente ai gruppi anarchici, non si fermarono un minuto per trovare i veri responsabili e il Governo si cautelò istituendo la Commissione Stragi. Da lì fu scoperta la verità. La Commissione Parlamentare d’inchiesta sul terrorismo e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi indagò e ha una durata di quattro legislature dal 1988 al 2001.”

La vicenda di Piazza Fontana, però, è difficile da analizzare dal punto di vista giuridico. Ci sono stati tanti risvolti e molti episodi successivi che appartengono alla strage, un evento che è iniziato nel 1969 e le ricerche non si sono mai fermate. Si può provare a riassumere così:

  • Prima l’arresto degli anarchici e la responsabilità data a Valpreda;
  • Poi la confusione delle dichiarazioni di Rolandi, il tassista, e la tesi che a mettere la bomba fosse stato Antonino Sottosanti, meglio conosciuto come “Nino il Fascista”, il quale era un infiltrato fascista nei gruppi anarchici, cosa molto diffusa in quegli anni. Ipotesi, però, mai riscontrata.
  • Nel 1974, a Catanzaro, ci fu il primo processo agli ordinovisti e furono condannati all’ergastolo dalla Corte d’Assise Giovanni Ventura, Franco Freda e Guido Giannettini.
  • Freda nel 1978 scappa durante il processo e inizia la sua latitanza in Costa Rica. Sarà trovato l’anno successivo. Per la prima volta Pietro Valpreda fu assolto dall’accusa di aver piazzato la bomba.
  • Nel 1987 la svolta: la Cassazione assolve tutti gli imputati per mancanza di prove. Nonostante varie riaperture delle indagini, le piste ipotizzate che portavano a Stefano Delle Chiaie, fondatore di Avanguardia Nazionale, ci fu sempre un’assoluzione per mancanza di prove.
  • Il Processo si riaprì nel 2000 e si concluse nel 2005: questa volta le inchieste del Giudice Guido Salvini si incentrarono sulle dichiarazioni di Carlo Digilio, ex neofascista di ordine nuovo. Digilio sosteneva di aver ricevuto una confidenza in cui Delfo Zorzi, altro ordinovista, gli confidava di aver piazzato materialmente la bomba, ribadendo le responsabilità di Franco Freda e Giovanni Ventura nella costruzione della strage.
  • Nel processo del 2000 furono condannati all’ergastolo Delfo Zorzi, come esecutore della strage; Carlo Maria Maggi come organizzatore e Giancarlo Rognoni come basista.
  • Il 12 marzo 2004 furono cancellati gli ergastoli per mancanza di prove.
  • Franco Freda e Giovanni Ventura, insieme al gruppo fascista ordine nuovo, furono riconosciuti come ispiratori ideologici della strage di Piazza Fontana, ma non più processabili perché erano stati assolti definitivamente dalla Cassazione nel 1987 per lo stesso reato.

Come commenta la vicenda processuale sulla strage di Piazza Fontana?
“Le ricerche effettivamente sono state molto difficili. Ricordo che Giovanni Ventura mi telefonò più volte per un’intervista che non gli ho mai concesso perché in quegli anni era bene non fidarsi, in quanto c’era da credere a tutti e a nessuno e a mio avviso era un personaggio pericoloso, perché aveva le mani sporche di sangue. Alla fine nessun processo ha evidenziato la persona che materialmente posizionò la bomba. Si è evidenziata solo la cellula che aveva organizzato il tutto, ma sicuramente non da sola.”

Ricostruire la strage di Piazza Fontana, come si legge, è difficile. Alla fine a pagare con la propria vita sono state le vittime innocenti ed è proprio per loro, unitamente alla memoria dell’anarchico Pinelli, che deve essere continuato il racconto della strage del 12 dicembre del ’69 e di tutto quello che ne seguì.

Coloro i quali sono stati riconosciuti colpevoli dall’iter giudiziaro hanno avuto altri destini, invece. Tra questi c’è la storia particolare di Franco Freda, il quale, tra l’altro, nel 2012, nonostante non si fosse mai pentito del suo passato dove si era definito “nazimaoista”, fu chiamato dall’allora direttore Maurizio Belpietro a tenere una rubrica sul quotidiano Libero, chiamata, stranamente, “L’Inattuale”.

Cover: Diapositiva della strage piazza fontana (da: resistenzeintenzazionali.it)

Vaccino anti COVID: priorità assoluta anche per 461mila badanti

da: Domina,  Associazione Nazionale Famiglie Datori di Lavoro Domestico

 

Il vaccino anti COVID: priorità assoluta anche per 461mila badanti. Per il bene dei nostri cari, alle badanti alla stregua degli operatori delle Rsa. Nulla è previsto nel Piano vaccini approvato in questi giorni.

 La campagna di vaccinazione in Italia partirà il 21 dicembre con le prime 1.833.975 dosi di vaccino anti-Covid 19, e nel piano  presentato durante la Conferenza Stato-Regioni non sono indicate come prioritarie le badanti che assistono i nostri cari nelle case di oltre 407mila famiglie italiane. Lorenzo Gasparrini, segretario generale di DOMINA dichiara “Il lavoro domestico è considerato un lavoro ‘essenziale’ ma, tuttavia, non pare esserlo in termini di priorità nel piano di vaccinazione per la loro sicurezza e la tutela dei nostri anziani, che sono al pari di quelli presenti nelle Rsa e degli operatori sanitari”

Per questo DOMINA, Associazione Nazionale Famiglie datori di Lavoro Domestico, chiede a gran voce il vaccino anti COVID-19 subito anche per tutte le badanti. Continua Gasparrini ”mettiamo  in sicurezza gli anziani non autosufficienti per fare in modo che il settore del lavoro domestico continui a svolgere il suo ruolo sociale fondamentale. Per il bene dei nostri anziani assistiti nella propria casa, le Regioni dovrebbero prevedere 461 mila vaccinazioni, ridistribuiti per le badanti presenti sul loro territorio.

 

In Italia le badanti regolari sono 407mila (dato 2019), in continua crescita (+11,5% dal 2012). Lombardia (63,5mila), Emilia-Romagna (45,1mila), Toscana (41,8mila), Veneto (35,9mila), Lazio (35,6mila) e Piemonte (33mila) sono le regioni nelle quali sono più numerose.

Milano (32mila), Roma (30mila), Torino (18,6mila), Cagliari (15,5mila) e Firenze (12,6mila), le province che danno lavoro a più assistenti familiari. A questi numeri dobbiamo aggiungere le richieste di regolarizzazione inoltrate in occasione della sanatoria 2020 (54,6mila in tutto il Paese), per un totale di 461,6mila lavoratrici. Tutti i dati sono pubblicati dall’Osservatorio DOMINA, nel II Rapporto annuale sul Lavoro Domestico 2020.

“Chiediamo al governo di dare priorità alle badanti, trattandole alla stregua degli operatori delle Rsa”, dichiara Lorenzo Gasparrini, segretario generale DOMINA. “Ci uniamo all’appello delle associazioni europee EFSI, EFTA e EFFE. Le assistenti familiari sono figure essenziali per tutelare i nostri cari, i nostri anziani, e meritano la massima attenzione. Quando le prime dosi di vaccino saranno disponibili, dobbiamo dare alle assistenti familiari la precedenza, rispetto ad altre categorie di lavoratori”.

Hera: martedì 22 lavori alla rete idrica di San Nicolò

Da: Francesco Reggiani, Hera

San Nicolò: lavori di manutenzione alla rete idrica

Per Martedì 22 dicembre, dalle 9 alle 16, Hera ha pianificato un importante intervento sulla rete acquedottistica in località San Nicolò, Comune di Argenta (FE). Grazie a questi lavori il sistema idrico nel suo complesso diventerà ancora più sicuro e resiliente.

Per effetto delle manovre che saranno effettuate per svolgere l’intervento si verificheranno cali di pressione nell’abitato di Ospital Monacale, Santa Maria Codifiume, Traghetto e Bova.

Al termine dei lavori, una volta ripristinate le normali condizioni di esercizio, prima dell’utilizzo è consigliabile lasciare scorrere l’acqua per qualche minuto.

Le cooperative sociali di Confcooperative Ferrara unite in un unico messaggio

Da: Ufficio Comunicazione e Turismo Confcooperative Ferrara

Le cooperative sociali di Confcooperative Ferrara unite in un unico messaggio: “Ci siamo sempre stati, e ci saremo”.

Le cooperative di Federsolidarietà Ferrara si uniscono in un gesto simbolico con una campagna di comunicazione. Appuntamento in rete, venerdì 18 dicembre, alle ore 12.00.

Esprimere il proprio valore, generarlo attraverso una campagna di comunicazione e farlo usando poche e giuste parole per esprimere la propria identità sociale e solidale per il territorio ferrarese è lo scopo di questa campagna di comunicazione per Federsolidarietà Ferrara che mira a dialogare con soci, fornitori, famiglie, clienti, stakeholder.

Una comunicazione interna quindi, un dialogo che vuole essere anche un augurio di Natale e per il prossimo anno e un ricordo, una manifestazione di constante vicinanza: “Ci siamo sempre stati, e ci saremo”.

“L’immagine della campagna è una bambina che guarda attraverso una fessura, ricorda le mascherine di questo anno 2020. Gli occhi del viso l’unica cosa che non abbiamo mai coperto. La vista, l’organo che ci permette di guardare, osservare, capire, comprendere e non essere indifferenti al mondo” spiega Chiara Bertolasi, la referente delle coop sociali aderenti al sistema di Confcooperative – “Le cooperative sociali di Ferrara hanno fatto in questo anno di pandemia e faranno sempre la loro parte. Siamo sempre stati lì, dalla stessa parte, tutti insieme: solidali con il territorio e accoglienti gli uni con gli altri. E’ così ora, sarà così domani” conclude la Bertolasi che è anche vice presidente di Confcooperative Ferrara.

Venerdì 18 dicembre, alle ore 12.00 tutte le cooperative aderenti a Federsolidarietà Ferrara faranno uscire contemporaneamente questa che potremmo chiamare anche “pubblicità progresso”. E’ il #ddaysocialfe che unirà in un unico messaggio 20 cooperative ferraresi: cooperative Germoglio, Meeting, Serena, Consorzio Sì, Spazio Anffas, Coop81, Integrazione Lavoro, Centro Marrara, Work And Services, Impronte Sociali, Consorzio Res, Ferrara Eventi, Comunità Alloggio, La Vostra Assistenza, Azioni.Coop, Santa Maria, Officina 68, Ferrara Prossima, Sfera e Aro.
 

Proseguono a Ferrara i servizi straordinari interforze “ad alto impatto” di prevenzione e contrasto alla criminalità diffusa

Da: Gianni Molinari, Ufficio Stampa Prefettura di Ferrara

Nelle giornate di sabato 12 dicembre e martedì 15 dicembre, in attuazione di quanto disposto dal Prefetto di Ferrara Michele Campanaro in sede di Riunione Tecnica di Coordinamento con le Forze di Polizia, sono state svolte sul capoluogo operazioni interforze “ad alto impatto” finalizzate al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti e dell’immigrazione clandestina.

I servizi straordinari interforze attuati seguono la programmazione di lungo periodo disposta su espresso atto di indirizzo del Prefetto e finalizzata ad un deciso potenziamento dell’attività di prevenzione e contrasto dei fenomeni delittuosi sull’intero territorio comunale con il massimo coordinamento delle Forze di Polizia, affiancando a quelle a competenza generale la Guardia di Finanza per gli eventuali servizi di specifica competenza.

Dopo i controlli nella zona dei Baluardi e vie limitrofe del 4 dicembre scorso, il dispositivo interforze ad alto impatto ha riguardato la zona di Pontelagoscuro-Barco e l’area di Via Scalambra e via del Lavoro dove i fenomeni dello spaccio di sostanze stupefacenti, verificati tramite il sistema di georeferenziazione dei reati, e connessi alle situazioni di immigrazione irregolare, incidono sul senso di sicurezza dei cittadini

I controlli – che si sono svolti con la partecipazione delle unità di rinforzo del reparto prevenzione e crimine Emilia Romagna Orientale di Bologna e con le unità cinofile messe a disposizione dalla Guardia di Finanza – sono stati estesi il giorno 12 dicembre alle aree di via Modena, via Padova, via Eridano – zona industriale “Cassana”, e via della Canapa, ed il giorno 15 dicembre a tutta l’area della GAD e delle zone limitrofe alla stazione centrale

I dispositivi interforze ad alto impatto messi in atto hanno consentito il controllo con finalità di prevenzione di 105 persone controllate e 62 veicoli verificati ed il controllo di due esercizi commerciali denunciata 1 persona e contestata 1 contravvenzione per il mancato rispetto delle norme di contenimento al covid-19.

Ulteriori servizi interforze saranno programmati nelle prossime settimane in aggiunta all’attività repressiva svolta nell’ambito degli “Ordinari servizi di Controllo del Territorio” dalle Forze di Polizia territoriali.

L’analisi della FIMAA Confcommercio provinciale

Da: Ufficio Stampa ASCOM Ferrara

Come cambia il mercato immobiliare condizionato dall’emergenza sanitaria?
“Chi cerca casa per acquistarla – chiarisce Roberto Marzola, presidente provinciale della FIMAA Ferrara (Agenti e Mediatori Immobiliari che aderiscono al sistema Confcommercio) – ormai chiede con sempre maggiore frequenza immobili dotati di giardini, terrazzi, balconi o comunque di spazi più ampi. Stiamo parlando di circa un 60% delle richieste va in questa direzione. E si sta incrementando anche la richiesta di case da restaurare: operazioni che si rendono possibili economicamente grazie all’Ecobonus nella speranza che tale meccanismo – che premia gli immobili green dal punto di vista energetico – venga prorogato al 2023. Sul fronte di chi invece è alla ricerca di un appartamento da prendere in affitto abbiamo più domande (all’incirca un 70%) di single o di persone che sono in città per motivi di lavoro che richiedono una posizione più centrale rispetto al 2019” considera Marzola. L’analisi si chiude con un suggerimento: “Diffidate di chi sopratutto in questi periodi presenta occasioni mirabolanti e si spaccia come agente pur non avendo i necessari requisiti di legge (iscrizione all’albo professionale che si ottiene con un apposito esame da sostenere presso la Camera di Commercio). E’ sempre opportuno fare riferimento a realtà certificate, consolidate, conosciute e che non abbiano esclusivamente vetrine web e siano fisicamente presenti sul territorio. Come Federazione siamo particolarmente attenti a queste situazioni: la serietà professionale è un elemento cardine” sottolinea il presidente di FIMAA Ferrara.

Fabio Bergamini (LEGA ER): “Ferrara perde corse ferroviarie a lunga percorrenza e per quanto riguarda l’alta velocità?”

Da: Fabio Bergamini, Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna

FABIO BERGAMINI (LEGA ER): «FERRARA PERDE CORSE FERROVIARIE A LUNGA PERCORRENZA E PER QUANTO RIGUARDA L’ALTA VELOCITA’: LA REGIONE COSA DICE?»

FERRARA, 17 DIC – «Nella confusione degli annunciati potenziamenti dei trasporti, in vista delle festività, sono state annunciate “sottovoce” anche le cancellazioni di una serie di corse verso Roma, Napoli e Venezia. Chiediamo alla Regione i motivi di questa riduzione inattesa di treni disponibili, che non sosteranno più a Ferrara, almeno fino all’estate». Il consigliere regionale della Lega, Fabio Bergamini, anticipa la presentazione di un’interrogazione diretta alla Giunta di viale Aldo Moro, nella quale si chiederà conto dell’inaspettata cancellazione di due treni Italo ed un Intercity, nelle fasce orarie mattutina e pomeridiana. «Tagli di corse – sottolinea Bergamini – che avranno un’incidenza sulla possibilità di spostarsi mediante mezzi pubblici e, nel caso della corsa per Venezia, finiranno per appesantire ulteriormente i regionali e regionali veloci diretti in laguna». Un caso che non ha spiegazioni evidenti, secondo Fabio Bergamini, al di là di qualche calcolo manageriale. «A gennaio avremo una pressione nuovamente elevata sul trasporto pubblico – dice il consigliere leghista – e queste scelte avranno ripercussioni sicuramente importanti da qui a giugno, per i lavoratori e per i turisti. Chiediamo urgentemente spiegazioni sulle cause che sono state alla base di queste cancellazioni».

McDonald’s continua a investire in Italia: l’Emilia- Romagna, con 55 ristoranti e 2.310 dipendenti, è tra le regioni chiave per l’approvvigionamento di materie prime agroalimentari

Da: Elisabetta Franzetti, Omnicom

Nel 2019 l’azienda ha generato un valore condiviso pari a 1,4 miliardi di euro per il sistema Paese, in crescita del 14% rispetto all’anno precedente. Ogni euro speso da McDonald’s ne genera 3 lungo tutta la filiera

Nel 2021 e 2022 previste 70 nuove aperture in tutta Italia e 2800 nuovi posti di lavoro

Presentata la seconda edizione del report “Condividere Valore”, l’analisi di Althesys che misura le ricadute delle attività di McDonald’s tra ristoranti, filiera e servizi, sul sistema economico, sociale e territoriale italiano

Sono 30.303 le persone occupate lungo la filiera e l’85% dei fornitori è di origine italiana

Milano, 17 dicembre 2020 – McDonald’s continua a investire sul sistema economico, sociale e territoriale dell’Italia: nel 2019 l’impatto di McDonald’s sul sistema Paese è stato pari a 1,4 miliardi di Euro, pari allo 0,1% del PIL 2019, in crescita del 14% rispetto all’anno precedente (nel 2018 il dato era pari a 1,3 miliardi di Euro).

Questo è quanto emerge dall’analisi realizzata dall’Istituto Althesys, “Condividere Valore”, il report di impatto socio-economico di McDonald’s Italia 2019/2020 che misura la capacità del sistema McDonald’s – tra ristoranti, licenziatari e fornitori – di creare e distribuire ricchezza non solo per i suoi stakeholder, ma anche per le comunità e per il territorio in cui opera.

“Siamo davvero orgogliosi di vedere che il nostro contributo al tessuto socio-economico del Paese continua a crescere, perché sappiamo bene che c’è una grande differenza tra essere presenti in una comunità ed essere parte di essa. Anche in questo anno così difficile, segnato dalla pandemia, non ci siamo fermati, abbiamo aumentato i nostri fornitori italiani, aperto 20 nuovi ristoranti creando 800 posti di lavoro e impattando direttamente e indirettamente sui territori nei quali operiamo. Per il futuro, ci prendiamo l’impegno di continuare su questa strada, continuando a investire in Italia per rafforzare ancora di più il nostro legame con il territorio e generare ulteriore valore per le comunità.” dichiara Mario Federico, Amministratore Delegato di McDonald’s Italia.

Una conferma del ruolo importante a supporto del territorio in cui l’azienda è presente da oltre 30 anni, con 1 milione di clienti serviti ogni giorno. Un legame avvalorato anche dal dato relativo ai fornitori McDonald’s, in crescita rispetto allo scorso anno: l’85% di loro è infatti di provenienza italiana, appartenente a diverse filiere produttive tra cui quelle agroalimentare, logistica, dei servizi e dell’edilizia.
In particolare, in Emilia – Romagna sono diversi i fornitori McDonald’s. In primis, Inalca (Castelvetro – MO) da cui l’azienda acquista 16mila tonnellate di carne bovina all’anno; Granarolo per la fornitura di 4.500.000 litri di latte necessari alla preparazione dei gelati; Parmareggio (Montecavolo di Quattro Castella – RE), che fornisce 135 tonnellate di Parmigiano Reggiano DOP; Bimbo (Bomporto – MO) per la fornitura di pane e Macé (Molino Albergati – FE) per la frutta, in particolare per il rifornimento di ananas, kiwi, ciliegia, melone, uva, pesche.
Il concetto di Valore Condiviso sintetizza le ricadute positive anche in termini di occupazione.
McDonald’s dà lavoro, considerando tutta la filiera e l’indotto, a un totale 30.303 persone, 25.000 delle quali impiegate nei suoi 610 ristoranti. In Emilia- Romagna l’azienda conta 55 ristoranti e 2.310 dipendenti.

È un contributo estremamente significativo per il Paese, quello che genera il sistema McDonald’s Italia, a partire dall’attività dei suoi ristoranti, che producono da soli 778,2 milioni di euro di ricadute dirette sul territorio. A queste si aggiungono poi 207,6 milioni di euro di ricadute indirette, ovvero relative alla prosperità economica e occupazionale creata e distribuita dai fornitori dell’azienda e 453,3 milioni di euro di ricadute indotte, che riguardano la ricchezza derivante dall’attività dell’intera filiera produzione-consumo. Inoltre, ogni anno, McDonald’s immette nel sistema Paese più di 1 miliardo, fra salari e tributi fiscali (nel 2019 ha distribuito 521milioni € di contribuzione fiscale totale, +16,5% rispetto all’anno precedente).

Il supporto di McDonald’s si traduce anche in un aiuto concreto al Paese nel passaggio a un’economia circolare e sostenibile, con il contenimento dei consumi, la promozione di comportamenti virtuosi e l’eliminazione di materiali difficili da riciclare, come la plastica monouso. In un anno, con la sola eliminazione delle cannucce in plastica, l’azienda ha risparmiato 105 tonnellate di plastica in Italia. Nel 2020, in partnership con Enel X, ha preso il via un importante progetto a supporto della mobilità sostenibile che, entro la fine del 2021, porterà all’installazione di 200 punti di ricarica per vetture elettriche presso 100 ristoranti, in tutta Italia.

Assessore Salomoni: “Le scuole devono riaprire il 7 gennaio, al lavoro su quello che è il nostro solo obiettivo”

Assessore regionale Paola Salomoni: “Le scuole devono riaprire il 7 gennaio: è il nostro solo obiettivo”

La replica dell’assessore regionale ad alcune dichiarazioni di esponenti politici, secondo i quali la Regione vorrebbe la scuola chiusa anche all’inizio del prossimo anno

Bologna – “Capisco le necessità del confronto politico. Un po’ meno quando si vuole forzare e strumentalizzare le parole, specialmente di questi tempi. Specialmente sulla scuola”.

Così Paola Salomoni, assessore regionale alla Scuola, commentando alcune dichiarazioni di esponenti politici secondo i quali si vorrebbe “chiudere ulteriormente la scuola”.

“Vogliamo che la scuola riapra il 7 gennaio con lezioni in presenza, nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza- sottolinea Salomoni-. Tanto è vero che stiamo lavorando ininterrottamente in ogni territorio insieme con le prefetture, con gli enti locali, le autorità scolastiche, i sindacati, le aziende di trasporto e la nostra sanità affinché tutto questo avvenga. Chi dice, o anche solo presume il contrario, parla di un’altra realtà, non certo dell’Emilia-Romagna”.

“Faccio un appello- conclude l’assessore regionale alla scuola- non facciamo bagarre politica sulla scuola, in tempo di pandemia. Riaprire il 7 gennaio è il nostro obiettivo, e stiamo facendo tutto il possibile affinché ciò avvenga”.

PAROLE A CAPO
Carla Sautto Malfatto: “Passerà anche questo inverno” e altre poesie

“La poesia, signori miei, è il salto, il salto di un barbaro che ha fiutato Dio!
(Julian Tuwim)

 

PASSERÀ ANCHE QUESTO INVERNO

Passerà anche questo inverno
nell’angolo stropicciato e caldo delle lenzuola
gli occhi pesanti a galleggiare nel caffè di fretta
lo schiaffo dell’alba scura e la galaverna.
Quanti passati con un senso d’infinito e di dovere
a rimestare nel sacco sempre più vuoto e forato
a sperare: “forse ce n’è ancora sul fondo”
Non imparerò mai a cavalcioni di una lancetta
che la gravità poi non farà risalire.
La cuccuma isterica pretende l’ascolto, il monito,
e così le mille voci raggruppate ai miei gangli.
Una vita per gli altri,
un po’ del mio olio per l’ingranaggio del mondo.
“Accorrete! Che non si abbia a fermare!”
Ho quasi ceduto il testimone…
Nella mia bottega, intanto, completo l’intarsio
nel legno antico dal primo vagito
e do la caccia ai tarli
con ostinazione inenarrabile.

(poesia premiata)

 

LA SERA, LA CIMA, GLI SCOGLI

La sera ha un fiato leggero, stasera
e l’occhio liquido del tuo sguardo.
Mi sono abituata, come fosse eterna,
la tua voce sulla mia pelle
il cuore che dondola piano,
completa.
La prima luce all’incrocio pericoloso
– ne abbiamo attraversati tanti –
qua e là gli altri
come case sfiorate,
poco capite
– ed io completa.
Non chiesi mai nulla di più
– anche nelle dissonanze –
di non sentire il gelo del nervo scoperto
la mano abbandonata
il fianco aperto.
Quasi in cima a questa vita malata
sembra incisa nella carne
la corda che ci lega,
il callo dove c’era la vescica
– non è stata facile la salita.
È il tuo bacio forte, la stretta
orgogliosa cicatrice dei veterani.
Siamo ali appaiate oltre gli scogli…
Non contemplo altro paradiso.

(poesia premiata)

 

PIÙ DEL NECESSARIO

Nel campo il manto bianco
non ancora irto dal gelo
affonda nel percorso usuale
– prescrizione del medico
almeno due chilometri al giorno –
solco a perimetro
erba prostrata dal calpestio continuo
snocciolato insieme al rosario
per farmi compagnia.
Metto piede nell’orma di ieri
sicurezza dell’abitudine
falsa immutabilità
più greve di giorno in giorno.
Guardo il passo che mi attende
e il passo nuovo, dietro.
Non m’illudo.
Altra neve con pazienza
cancellerà il ricordo…
ma prima devio, balzo
da un lato
dall’altro
perché il tempo nel disfare
impieghi più del necessario.

(poesia premiata)

da “Troppe nebbie” (poesie dal 2001 al 2012), Edizioni Il Saggio, 2019

 

GELATA IN GOLENA

Si è ghiacciato il respiro del campo
mille aghi di un silenzio bianco.
Forte l’aria come uno schiaffo
spacca linfe e sbatte
ragnatele imbalsamate
tra fili e rami.
Lontano, argini dissolti
nella nube bassa
e il fiume è lì,
da qualche parte…

(poesia premiata)

da “Troppe nebbie” (poesie dal 2001 al 2012), Edizioni Il Saggio, 2019

 

Carla Sautto Malfatto
Carla Sautto Malfatto (Ferrara, 1954) ha ottenuto oltre centosessanta premi per la poesia, la narrativa, la pittura e la grafica in concorsi nazionali e internazionali, tra cui la Targa d’Argento della Presidenza della Camera dei Deputati, la Medaglia del Senato, il Premio Consiglio dei Ministri, il Premio Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Medaglia del Pontefice Francesco I, il Premio Unesco, Premi alla Cultura, della Critica, della Giuria; il Premio Terme di Salsomaggiore per la pittura 2002. Ha pubblicato Farfalle Scorpioni (racconti) e Troppe nebbie (poesie), entrambi pluripremiati. Collabora a riviste di cultura; è membro di giuria in concorsi letterari e lo è stata in concorsi artistici; i suoi testi di poesia e narrativa sono pubblicati in prestigiose antologie; le sue opere d’arte fanno parte di raccolte pubbliche e private. Per molti anni ha compiuto volontariato fornendo materiale e insegnamento artistico in scuole, pediatria oncologica, corsi per disabili psichici.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]