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Giorno: 23 Dicembre 2020

Ai donatori di Avis Ferrara l’omaggio della pasta “stagioni d’Italia” da parte di Coldiretti

Da: Riccardo Casotti, Ufficio Stampa Coldiretti

COLDIRETTI: AI DONATORI DI AVIS FERRARA
L’OMAGGIO DELLA PASTA “STAGIONI D’ITALIA” DA PARTE DI COLDIRETTI

Anche quest’anno i donatori che si recheranno presso AVIS Ferrara per la loro meritoria azione, riceveranno un piccolo riconoscimento offerto da Coldiretti per la settimana natalizia.

È la pasta a marchio “Stagioni d’Italia” il prodotto scelto da Coldiretti Ferrara quest’anno come regalo di Natale per i donatori che si recheranno al punto prelievi di AVIS comunale di Ferrara in questi giorni natalizi.
Si rinnova una piacevole consuetudine che da alcuni anni AVIS e Coldiretti impegnate a promuovere da un lato la sensibilità verso il dono del sangue, e dall’altro a far conoscere produzioni delle nostre filiere agricole. I pacchi di pasta che ogni donatore potrà ricevere nel corso di queste giornate arrivano dalla filiera di Bonifiche Ferraresi, la più importante realtà agricola italiana, associata a Coldiretti, che la commercializza con il marchio “Stagioni d’Italia”, prodotta con grano duro pregiato della varietà senatore Cappelli, un grano antico con particolari proprietà salutistiche, di ottima qualità organolettica.
Nella presentazione dell’iniziativa i presidenti di AVIS, Sergio Mazzini e Floriano Tassinari, con la presenza della rappresentante di BF Agroindustriale, Ilenia Casalanguida, hanno sottolineato le problematiche di questo anno segnato dalla pandemia, ma anche e proprio in conseguenza di questo, l’aumento dei donatori e del sangue raccolto, indispensabile proprio per affrontare al meglio l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Un accordo di lunga data quello tra Coldiretti e AVIS, sempre in prima fila nell’affrontare anche problemi sociali, unite nella convinzione di operare per il bene comune. E se queste attività fanno anche “bene” alla salute ancor meglio, facendo anche conoscere prodotti del territorio e delle filiere rigorosamente italiane e di qualità.
In queste settimane peraltro Coldiretti ha distribuito a diverse realtà del territorio provinciale che si occupano di sostenere ed aiutare persone bisognose ed in stato di necessità circa 4.000 confezioni della stessa pasta senatore Cappelli ricevute da Fondazione Campagna Amica e da Bonifiche Ferraresi.

Beni culturali. Cresce di un milione lo stanziamento per i restauri di Palazzo Massari di Ferrara, sede della Galleria d’Arte Moderna

Beni culturali. Cresce di un milione lo stanziamento per i restauri di Palazzo Massari di Ferrara, sede della Galleria d’Arte Moderna. Gli assessori Calvano e Felicori: “Un polo museale non solo per la città ma per tutta l’Emilia-Romagna, un segnale di fiducia per il futuro”

Previsti nel progetto l’integrazione con l’adiacente Palazzina Cavalieri di Malta, la messa in sicurezza e l’ampliamento delle gallerie. La Regione assegna complessivamente 2,2 milioni. L’avvio dei lavori entro il 2021

Bologna – Un nuovo ampliamento e spazi espositivi rinnovati per Palazzo Massari di Ferrara, sede della Galleria d’Arte Moderna e contemporanea. La Regione ha definito lo stanziamento, sul bilancio regionale 2021-23, di 1 ulteriore milione a favore del Comune di Ferrara, per il restauro e la valorizzazione del complesso e dell’adiacente Palazzina Cavalieri di Malta.

L’incremento dello stanziamento va ad aggiungersi al milione e 270 mila euro già concessi nel 2015, confermando così una cifra complessiva di 2,270 milioni, su un costo totale del progetto di circa 10,5 milioni. Questo consentirà la realizzazione di un nuovo importante polo museale non solo per la città di Ferrara ma per tutta la regione Emilia-Romagna.

“Si tratta di un intervento artisticamente rilevante, cui la Regione offre un contributo determinante- commentano gli assessori al Bilancio, Paolo Calvano e alla Cultura Mauro Felicori-. La città di Ferrara, che ha nella cultura e nel turismo a essa connesso uno dei principali punti di forza, ritrova in una sede completamente restaurata le proprie collezioni dell’’800 e del ‘900, che acquisiscono una nuova centralità nell’immagine della città estense, legata alla prestigiosa tradizione delle mostre di Palazzo dei Diamanti. Riapre un grande cantiere, ed è anche un segnale di fiducia per la ripartenza di tutta l’Emilia-Romagna”.

Con questo importante intervento si procederà alla riunificazione e messa in sicurezza di Palazzo Bevilacqua-Massari, elegante dimora risalente al 1591 realizzata dal conte Onofrio Bevilacqua, con l’adiacente Palazzina Cavalieri di Malta che fu costruita successivamente (1740). Il restauro porterà all’integrazione dei due palazzi in un unico organismo architettonico. Il complesso, così rinnovato, sarà la sede di un nuovo museo moderno, dove il pubblico potrà visitare le gallerie rimesse a nuovo, la famosa collezione Boldini, De Pisis, il Museo dell’Ottocento e consultare l’archivio di video arte. Nel nuovo museo verrà incorporato anche l’importante Fondo proveniente dall’Archivio del regista Michelangelo Antonioni, contribuendo a valorizzare il patrimonio artistico di Palazzo Massari.

Il progetto
Il progetto, già presente tra gli interventi previsti dal Programma Speciale d’Area della Città di Ferrara approvato nel 2011, ha subito modifiche e riprogrammazioni temporali.
Nel 2012, a seguito del sisma, il palazzo era stato dichiarato inagibile e chiuso al pubblico. E’ stato poi restaurato e messo in sicurezza grazie ai fondi regionali post-sisma con 1,6 milioni di euro. Nel 2016 il progetto originario ha subito ulteriori modifiche ampliative a seguito di un contributo di 8 milioni di euroda parte del Mibact, nell’ambito del progetto denominato “Ducato Estense”. Altri approfondimenti sul progetto hanno portato alla soluzione attuale, del costo complessivo di 10,490 milioni di euro, con avvio dei lavori previsto entro la fine del 2021.

600 scatole di Natale per donare un sorriso e un po’ di calore a chi è in difficoltà

Da: Katia Romagnoli, Comune di Codigoro

Il cuore grande della comunità di Codigoro si è fatto sentire più che mai in occasione delle Festività natalizie e lo testimonia la straordinaria adesione all’iniziativa denominata Le scatole di Natale, organizzata dal Comune di Codigoro in collaborazione con l’Associazione Buonoincontro, con l’Emporio solidale Il Mantello e con la Cooperativa sociale Girogirotondo, nonchè con l’Emporio Marangoni ed altre attività, tra cui la Soffitta Incantata di Pontelangorino.
Sono ben 600 le scatole di Natale confezionate nei giorni scorsi e già in distribuzione, per donare un sorriso e la magia del Natale alle famiglie in difficoltà.
La solidarietà non ha confini geografici e infatti, con grande slancio hanno partecipato all’iniziativa anche l’Avis di Fiscaglia e amici residenti in altri Comuni vicini, contribuendo, in modo significativo, al successo ad un progetto, che unisce il valore universale dell’altruismo, alla creatività e all’arte del riuso. Ogni scatola di Natale racchiude ingredienti speciali, ossia, 1 biglietto gentile, 1 passatempo, 1 cosa golosa, 1 prodotto di bellezza e 1 cosa calda. Potevano essere introdotti nelle scatole anche guanti o sciarpe o indumenti usati in buono stato. Una volta confezionate e trasformate in un pacco regalo, magari coinvolgendo i più piccoli nella loro preparazione, la scatole, attraverso una solida rete inter-istituzionale, sono state portate in dono alle famiglie disagiate. Lo scopo è quello di scaldare il cuore di chi riceve, ma anche di chi dona. “Quando c’è bisogno la comunità risponde sempre, come è avvenuto anche in questa circostanza – commenta il Sindaco Sabina Alice Zanardi -; sono felice e onorata della larga partecipazione all’iniziativa, sia da parte dei miei concittadini che da persone residenti in altri Comuni. I volontari stanno già distribuendo le Scatole di Natale. Voglio ringraziare Jessica Guzzon e Serena Marangoni, Giuliano Tomasi dell’associazione BuonIncontro, don Stefano Gigli della parrocchia di Pomposa, la cooperativa sociale Girogirotondo ed il nido Pirin Pin Pin, l’Emporio Marangoni, l’Avis di Fiscaglia, tutte le persone, anche i residenti in altri Comuni e le attività che hanno collaborato all’attuazione di questo progetto, che ci fa riscoprire il sapore autentico del Natale.”

Poste Italiane – pagamento pensioni gennaio 2021 Ferrara

Da: Giuseppina Ciullo

POSTE ITALIANE: IN PROVINCIA DI FERRARA LE PENSIONI DI GENNAIO IN PAGAMENTO DAL 28 DICEMBRE NEL RISPETTO DELLE NORME ANTI-COVID
Per chi ha scelto l’accredito, ritiro possibile dai 52 ATM Postamat della provincia
Turnazione in ordine alfabetico per chi ritira in contanti negli uffici postali

Ferrara, 23 dicembre 2020 – Poste Italiane comunica che in provincia di Ferrara le pensioni del mese di gennaio verranno accreditate a partire da lunedì 28 dicembre per i titolari di un Libretto di Risparmio, di un Conto BancoPosta o di una Postepay Evolution. I titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno prelevare i contanti dai 52 ATM Postamat disponibili in provincia, senza bisogno di recarsi allo sportello.

In funzione della diffusione del virus Covid-19, l’Azienda ricorda l’esigenza di agire con responsabilità nel rispetto delle indicazioni delle autorità.
In tal senso, la volontà di continuare a garantire un servizio essenziale per la vita del nostro Paese, coniugata con la necessità di tutelare la salute di clienti e dipendenti, impone l’adozione di provvedimenti rispondenti alle disposizioni normative attualmente in vigore.

Pertanto, coloro che non possono evitare di ritirare la pensione in contanti in un Ufficio Postale, dovranno presentarsi agli sportelli rispettando la turnazione alfabetica prevista dal seguente calendario che potrà variare a seconda del numero di giorni di apertura dell’ufficio postale di riferimento:

I cognomi dalla A alla C lunedì 28 dicembre
dalla D alla G martedì 29 dicembre
dalla H alla M mercoledì 30 dicembre
dalla N alla R giovedì mattina 31 dicembre
dalla S alla Z sabato mattina 2 gennaio.

Poste Italiane ricorda che i cittadini di età pari o superiore a 75 anni che percepiscono prestazioni previdenziali presso gli uffici postali, che riscuotono normalmente la pensione in contanti e che non hanno già delegato altri soggetti al ritiro della pensione, possono chiedere di ricevere gratuitamente le somme in denaro presso il loro domicilio, delegando al ritiro i Carabinieri.

Poste Italiane comunica inoltre che in 18 uffici postali della provincia di Ferrara è possibile prenotare il proprio turno allo sportello tramite WhatsApp. Richiedere il ticket elettronico con questa modalità è molto semplice: basterà memorizzare sul proprio smartphone il numero 3715003715 e seguire le indicazioni utili a conseguire la prenotazione del ticket. Per gli uffici abilitati alla prenotazione su WhatsApp, è stata riattivata anche la possibilità di prenotare il proprio turno allo sportello da remoto direttamente da smartphone e tablet utilizzando l’app “Ufficio Postale” oppure da pc collegandosi al sito poste.it, senza la necessità di registrarsi. Negli uffici postali con possibilità di prenotazione “a distanza”, è inoltre possibile tornare ad attendere il proprio turno allo sportello all’interno dei locali.

Per conoscere gli uffici abilitati alla prenotazione del ticket da remoto e per ulteriori informazioni, è possibile consultare il sito www.poste.it o contattare il numero verde 800 00 33 22.

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 23 dicembre

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su quasi 18mila tamponi effettuati, 1.129 nuovi positivi, di cui 639 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. Oltre 94mila i guariti (+2.779) e scendono i casi attivi (-1.721). Giù anche i ricoveri

Il rapporto fra nuovi positivi e tamponi effettuati è del 6,3%. Eseguiti anche 4.166 tamponi rapidi e 365 test sierologici. Quasi il 95% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. -88 ricoveri nei reparti Covid e -3 nelle terapie intensive. L’età media nei nuovi positivi è di 47 anni. 71 i decessi

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 159.472 casi di positività, 1.129 in più rispetto a ieri, su un totale di 17.913 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 6,3%.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 639 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 203 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 392 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 47,3 anni.

Su 639 asintomatici, 292 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 118 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 10 con gli screening sierologici, 8 tramite i test pre-ricovero. Per 211casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 247 nuovi casi; a seguire Ravenna (162), Rimini (134), Modena (120), Piacenza (111), Ferrara (101), Reggio Emilia (75), Parma (60). Quindi Cesena e Forlì (entrambi 40) e Imola (39).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 17.913 tamponi, per un totale di 2.469.690. A questi si aggiungono anche 365 test sierologici e 4.166 tamponi rapidi effettuati da ieri.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.779 in più rispetto a ieri. Il totale dei guariti sale dunque a quota 94.188.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi scendono a 58.025 (-1.721 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 55.015 (-1.630), quasi il 95% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 71 nuovi decessi: 9 a Piacenza (sei donne di 72,78,91, due di 93 e una di 98 anni; tre uomini di 80,86 e 90 anni), 5 a Parma (due donne di 78 e 94 anni e tre uomini di 90,92 e 96 anni ), 3 in provincia di Reggio Emilia (due donne di 86 e 89 anni e un uomo di 80 ), 4 nel modenese (tutti uomini, rispettivamente di 63,70,74 e 82 anni ), 22 a Bologna (otto donne: due di 66 anni, le altre di 68,82,90, 93,94 e 95 anni; quattordici uomini di 67,73,79,80,82, due di 83, uno di 85, due di 86, poi di 88, 90,94 e 97 anni), 6 a Imola (quattro donne rispettivamente di 87,88,93 e 96 anni e due uomini di 73 e 88); 4 a Ferrara (due donne di 82 e 89 anni e due uomini di 85 e 86), 4 a Ravenna (due donne di 93 e 95 anni e due uomini di 81 e 83), 2 a Forlì-Cesena (due donne di 76 e 87 anni ) e 9 a Rimini (quattro donne di 87,88,89 e 98 anni; cinque uomini di 56, 83, 84,87,88 anni). 3 decessi (avvenuti a Piacenza, Ravenna e Rimini) riguardano persone residenti o domiciliate fuori regione.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 7.259.

Stabili i pazienti ricoverati in terapia intensiva, che sono 207 (-3 rispetto a ieri), mentre calano (-88) quelli negli altri reparti Covid, complessivamente 2.803.

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 14 a Piacenza (-2 rispetto a ieri), 14 a Parma (invariato), 18 a Reggio Emilia (-1), 45 a Modena (+5), 53 a Bologna (-2), 5 a Imola (-2), 16 a Ferrara (-1), 19 a Ravenna (+1), 3 a Forlì (invariato), 2 a Cesena (invariato) e 18 a Rimini (-1).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 14.641 a Piacenza (+ 111 rispetto a ieri, di cui 23 sintomatici), 12.454 a Parma (+60, di cui 45 sintomatici), 22.175 a Reggio Emilia (+75, di cui 26 sintomatici), 28.969 Modena (+120, di cui 89 sintomatici), 31.609 a Bologna (+247, di cui 89 sintomatici), 5.088 casi a Imola (+39, di cui 19 sintomatici), 8.298 a Ferrara (+101, di cui 27 sintomatici), 11.577 a Ravenna (+162, di cui 79 sintomatici), 5.560 a Forlì (+40, di cui 25 sintomatici), 5.415 a Cesena (+40, di cui 23 sintomatici) e 13.686 a Rimini (+134, di cui 45 sintomatici).

Gli Auguri del Direttore Generale Monica Calamai

Da: AUSL Ferrara

Il tradizionale scambio di auguri tra il direttore generale Monica Calamai e gli operatori sanitari dell’Azienda USL quest’anno ha avuto luogo direttamente nelle sedi di lavoro particolarmente esposte nell’emergenza Covid-19: gli Ospedali del Delta-Lagosanto, Argenta, Cento e la Medicina di Gruppo Estense.

Ferrara, 23-10-2020. La Direttrice Generale Monica Calamai ha raggiunto gli operatori nei rispettivi luoghi di lavoro, nei servizi e nei reparti degli Ospedali del Delta-Lagosanto, Argenta, Cento, e della Medicina di Gruppo “Estense” di Ferrara. La visita ai reparti è iniziata dall’Ospedale del Delta, insieme al direttore di direzione medica, Claudio Balboni e alla responsabile della direzione infermieristica della Struttura Rita Sfargeri, proseguendo poi per l’Ospedale di Argenta.

All’Ospedale Mazzolani Vandini, insieme a Valeria Baccello, direzione medica ospedaliera e a Carolina Villani, direzione infermieristica dell’Ospedale di Argenta, anche il Sindaco Andrea Baldini ha voluto portare i propri auguri a tutto il personale sanitario.

È stata infine visitata la Medicina di gruppo Estense di Ferrara insieme al medico di medicina Generale Claudio Casaroli e l’Ospedale Santissima Annunziata di Cento insieme alla direzione Infermieristica della struttura, Micaela Pandini e Fabio Tassinari.

Monica Calamai “Questo è il mio primo Natale in questa azienda e per la situazione eccezionale che viviamo sono convinta che sia importante dare un segno evidente di vicinanza e sostegno a quanti saranno al lavoro anche in queste festività. E’ stato, infatti, un anno particolarmente faticoso e intenso. Questi primi sei mesi alla guida dell’Azienda USL di Ferrara mi hanno dato la possibilità di conoscere professionalità straordinarie dotate di grande disponibilità, spirito di partecipazione e senso del dovere per il proprio lavoro, nonostante le tante difficoltà che si sono dovute affrontare per la grande emergenza ancora in corso.

Ho voluto, quindi, raggiungere di persona almeno gli operatori dei tre ospedali provinciali e una medicina di gruppo, simboli della lotta alla pandemia, per far comprendere la mia vicina. Non mi è possibile raggiungere fisicamente quanti lavorano in tutti gli altri servizi territoriali, ma sarà mia cura far loro visita ad inizio anno nuovo.

Auguro a tutti voi ed ai vostri cari un Sereno Natale unito a un Grazie! Che va oltre il dovere professionale nel quotidiano impegno per assistere e seguire i nostri cittadini.

Turismo invernale. Dalla Regione 1 milione di euro a favore dei maestri di sci e snowboard fermati dal Covid.

Turismo invernale. Dalla Regione 1 milione di euro a favore dei maestri di sci e snowboard fermati dal Covid. Bonaccini-Corsini: “Un aiuto concreto e immediato per una categoria che sta vivendo un momento difficile. Al lavoro per ottenere dal Governo ulteriori risorse per le perdite economiche registrate da parte dei gestori degli impianti”

Una folta delegazione di operatori provenienti da tutte le località riunita nel piazzale davanti alle Torri di Viale Aldo Moro, a Bologna. Sono circa 500 i maestri di sci che operano nelle 18 località sciistiche dell’Appennino regionale

Bologna – Un aiuto concreto e immediato ai maestri delle scuole di sci, snowboard e sport invernali dell’Emilia-Romagna, costretti all’inattività forzata a causa delle restrizioni anti-Covid.

La Regione interviene destinando a loro sostegno 1 milione di euro, nell’ambito dei 10 milioni di fondi regionali stanziati dalla Giunta, e inseriti nel Bilancio regionale 2021 appena approvato dall’Assemblea legislativa, a favore delle attività economiche colpite dalle misure anti-Covid (in totale quasi 32 milioni di euro, visti i 21,8 milioni assegnati dal Governo all’Emilia-Romagna a copertura dei ristori per le categorie costrette a fermarsi a seguito di ordinanze regionali, e non solo dei Dpcm nazionali, per i quali sono previste risorse specifiche).

Lo ha annunciato il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini, che questa mattina ha incontrato nel piazzale davanti alla Regione, a Bologna, una folta delegazione di operatori delle piste da sci, in rappresentanza delle 23 scuole attive nelle stazioni sciistiche dell’Emilia-Romagna, da Bobbio (Pc) e Campigna (FC). Al suo fianco l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini.

“Questo è un periodo molto difficile per tutti- ha detto loro Bonaccini- e abbiamo ben presenti le difficoltà che state vivendo sulla vostra pelle. Dobbiamo stringere i denti e rafforzare la lotta al virus, ma siamo al vostro fianco. Siamo dell’idea che se si chiudono le attività, bisogna poi intervenire con i ristori, e farlo rapidamente. Per questo abbiamo deciso di stanziare a sostegno del vostro lavoro un milione di euro nell’ambito del pacchetto di 10 milioni che come Regione destineremo alle attività economiche più danneggiate dall’emergenza sanitaria. E vogliamo farlo velocemente. Ma non basta, chiediamo al Governo altre risorse da destinare alla parziale copertura delle perdite di fatturato subite dalle società che gestiscono gli impianti sciistici”.

“In questi anni- ha sottolineato Corsini- abbiamo investito molto per sostenere il comparto del turismo in montagna, che può contare su oltre 50 impianti distribuiti su 18 stazioni invernali. Crediamo fortemente in questo settore e non vi abbandoneremo. Siamo fiduciosi che dal 7 gennaio potrete tornare ad accogliere i tanti appassionati che, anche da fuori Regione, ogni anno frequentano le nostre piste da sci”.

In Viale Aldo Moro era presenti oltre un centinaio di operatori della neve in divisa da lavoro per rappresentare i circa 500 maestri di sci di tutte le discipline – discesa, fondo e snowboard – che operano nelle stazioni invernali dell’Appennino.

La manifestazione si è svolta in un clima di reciproco ascolto, e alla fine Luciano Magnani, presidente del Collegio regionale dei maestri di sci, ha regalato a Bonaccini e Corsini una divisa sportiva.

Un piano dinamico per patrimonio Copparo

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

Per il 2021 sono previsti importanti interventi di manutenzione
ordinaria e straodinaria

Anche Patrimonio Copparo ha presentato in Commissione Consiliare
Ragioneria il Piano operativo 2021-2023 che approderà nel prossimo
Consiglio comunale.
L’amministratore unico Dario Bigoni ha sottolineato in apertura «il
passaggio da una gestione ‘passiva’ a una gestione dinamica del
patrimonio immobiliare copparese», tanto da poter annoverare negli
ultimi anni importanti interventi di riqualificazione, ultimo dei quali
quello relativo alla pubblica illuminazione, che ha portato notevoli
risparmi in termini di risparmio energetico e una maggiore qualità di
illuminazione, impattando positivamente anche grazie al recente
riconoscimento di licenza energetica per oltre 200mila euro, che saranno
reinvestiti sul territorio.
Bigoni ha dato conto anche della gara europea decennale relativa al
Contratto per il servizio Gestione Calore per un importo di tre milioni
di euro, che prevede anche importanti lavori di riqualificazione
energetica, per circa un milione, su scuola media e palestra, scuola
primaria ‘O. Marchesi’, Teatro De Micheli e municipio. Nel Piano sono
inseriti gli interventi di riqualificazione energetica della piscina
comunale per circa 400mila euro, parzialmente finanziati con contributi
bando Por Fesr Asse 4: contestualmente si interverrà anche sul
sottotetto e controsoffitto dell’impianto natatorio in relazione alla
sicurezza anticendio, con un ulteriore investimento di 130mila euro. La
società ha inoltre già realizzato il primo lotto dell’intervento di
riqualificazione della palazzina di via Mazzini, sede dell’Unione Terre
e Fiumi, che prevedeva la sostituzione di una centrale termica della
macchina frigo, mentre il secondo lotto, che prevede la sostituzione di
parte degli infissi, è stato già affidato ed è in corso di realizzazione
I principali cantieri, la cui realizzazione o conclusione è prevista per
il 2021, per cui progettazione, direzione lavori e sicurezza sono
affidate a Patrimonio sono le opere di manutenzione straordinaria ed
efficientamento energetico dello stadio comunale – pista di atletica, il
ripristino della copertura della sala consiliare e della residenza
municipale a seguito danni causati dal sisma, gli interventi locali di
messa in sicurezza sismica e di verifica di vulnerabilità della scuola
primaria ‘O. Marchesi’, la manutenzione straordinaria delle strade. E,
ancora, il recupero di Villa Mensa con il completamento dei lavori di
consolidamento e restauro e il progetto di allestimento e la
progettazione definitiva della ristrutturazione edilizia e adeguamento
impiantistico del complesso biblioteca, Torre Estense, Ex Botteghe.
Nel piano sono inoltre previsti investimenti per 25mila euro per la
realizzazione di nuovi blocchi di cellette nei cimiteri di Coccanile,
Sabbioncello S. Pietro e Ambrogio.
Infine i costi per materiali e mezzi per la manutenzione ordinaria
strade, segnaletica e sfalci sono quantificati per il 2021 in 120mila
euro, cui si aggiungono 20mila euro per abbattimenti e potature, e
quelli per la manutenzione di edifici pubblici in poco meno di 140mila euro.

DIARIO IN PUBBLICO
Imitazione e verità

Ricordo in tempi paleolitici un intervento di Pasolini che, commentando la cadenza locale dei presentatori televisivi che avrebbero dovuto superare l’imperante toscanismo e fiorentinismo, poneva in guardia sulla inevitabile vittoria della cadenza romana. Cosa che si è puntualmente avverata.
Leggo oggi uno spassosissimo intervento di Aldo Grasso sul Corriere dal titolo Meloni e i draghi che stanno sulla luna, dove si commenta la performance della Meloni che si è esibita nelle vesti di Daenerys Targaryen, l’eroina di un programma Games of Thrones. Recitato nella parlata romana di cui è regina. “Sono Daenerys, nata dalla tempesta. I vostri padroni vi hanno mentito su di me o forse non vi hanno detto niente. Non importa. Non ho niente da dire a loro. Parlo solo a voi.”, che nella mia traslitterazione così suonerebbe “Zono Daenerys nada dalla dembesda. I vostri Badroni vi hanno mendido su di me o forse non vi hanno deddo niende. Non imborda. Non ho niende da dire a loro. Barlo tzolo a voi…”.

Ma ormai la cadenza regionale è diventata fondamentale, quasi un segno di riconoscimento. E se il ministro Franceschini ha saputo correggere il suo ferraresismo con una contaminazione romana, per cui le ‘essce’ ferraresi sono quasi diventate neutre ‘esse’, la violenta natura sgarbiana nella sua incidenza ferrarese e nell’atteggiamento dello spalancamento della bocca produce un ibrido non male esaltato, anche dalla tonalità rauca della emissione vocale.
I miei tentativi poi di evitare la pronuncia ferrarese nella patria della ‘zeta’ perfetta – vale a dire Firenze – hanno prodotto un misto non piacevolissimo, in cui nel luogo in cui mi trovo, sia la Toscana o l’Emilia, sembra nella maggioranza dei casi pronuncia artefatta.

Ma in questo momento pandemico colui che riesce a imitare ogni pronuncia dal Nord al Sud ovviamente è l’inimitabile Crozza, che andrebbe eletto a rappresentante vocale dell’Italia intera. Che imiti Zaia o De Luca, Conte o il Papa Bergoglio è credibile e perfetto. Quanto a Locatelli o a Zangrillo o a Galli chiunque potrebbe prenderlo per veritiero.
L’imitatio, figura fondamentale della retorica antica, è dunque quella che regge l’intero universo esplicativo della pandemia. Si imita tutto perché tutto è imitabile e tutto è replicabile. Allora nasce dal profondo dell’io una specie di scoramento sul problema della verità. La verità è imitabile: quindi l’imitazione è la realtà.
E non è un pensiero confortante.

Cerco di nuovo risposte dai libri; ma non mi rispondono. Anzi sembrano eludere la ricerca. Poi mi immergo in un testo che mi procurava sospetto L’uomo dalla vestaglia rossa di Julian Barnes. Un libro che parla d’arte e dei suoi favolosi protagonisti, in un tempo che venne chiamato la Belle  Époque e che secondo illustri critici anticipa i tempi attuali, che dal mio punto di vista sarei propenso a chiamare quella di oggi la Mauvaise Époque. Manca ogni possibilità di rapportarsi a personaggi che ne caratterizzino il tempo e il senso. Chi sarebbero oggi gli autori che ne possono sostenere il confronto nella musica, nelle arti, nella scrittura?

Comunque non è il tempo di deprimersi nonostante le furiose polemiche che scuotono la piccola città. Ricordate la canzone di Guccini?
“Piccola città bastardo posto
Appena nato ti compresi o fu il fato che in tre mesi
Mi spinse via
Piccola città io ti conosco
Nebbia e fumo non so darvi il profumo del ricordo.”
Ecco il mio rapporto con la Ferrara che ho vissuto e che poco mi ha dato e a cui ho dato molto. Sembra ora che l’intreccio imprevedibile le famose ‘combinaison :che non sono le combinazioni della biancheria intima (ma forse lo sono in senso metaforico).

E allora giù Ovadia, Pazzi, Sgarbi, Fabbri, Resca, e pure Lodi e dietro di lato in fondo, o in avanzamento le truppe corazzate dell’intellighenzia locale.
Però ci potrebbe essere qualcosa di peggiore. Ad esempio un coronavirus modificato in agguato.

Per leggere gli altri interventi di Gianni Venturi nella sua rubrica Diario in pubblico clicca  [Qui]

132 nuove farmacie aperte in Emilia-Romagna dal 2016, grazie al concorso regionale straordinario: 102 urbane, 30 rurali.

Sanità. 132 nuove farmacie aperte in Emilia-Romagna dal 2016, grazie al concorso regionale straordinario: 102 urbane, 30 rurali. L’assessore Donini: “Punti di riferimento preziosi per le comunità locali, il loro ruolo si è ulteriormente rafforzato con l’emergenza Coronavirus”

I titolari sono 307, per la maggior parte (67%) donne. A gennaio 2021 la graduatoria scorrerà nuovamente e interesserà 43 vincitori, singoli o in forma associata. Nove sedi, già assegnate, sono in attesa di apertura

Bologna – Veri e propri presidi sanitari presenti in modo capillare sul territorio. Ma anche punti di riferimento per i cittadini, dalla grande città al piccolo centro rurale o montano, ancor più in questi mesi difficili segnati dalla pandemia. Sono le farmacie: in Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini, ne sono state aperte 132 nuove dall’estate del 2016 ad oggi.

Un risultato raggiunto grazie al concorso regionale straordinario per l’apertura di nuove sedi farmaceutiche, bandito a livello nazionale nel gennaio 2013 – in attuazione del decreto-legge CrescItalia dell’anno precedente – e che si concluderà entro l’inizio del 2022. In Emilia-Romagna sono state messe a bando complessivamente 184 farmacie; dopo le 132 aperte finora, la graduatoria scorrerà nuovamente (gli ‘interpelli’ proseguiranno infatti fino all’inizio del 2022) e interesserà gli altri 43 vincitori, farmacisti singoli o in raggruppamenti, per le nuove sedi disponibili. Per quanto riguarda le rimanenti 9 sedi, già assegnate, sono in attesa di apertura.

“La Regione Emilia-Romagna si è impegnata affinché il concorso procedesse speditamente, 132 farmacie aperte sono un ottimo risultato- sottolinea Raffaele Donini, assessore alle Politiche per la salute-. È un percorso importante, se pensiamo al ruolo prezioso che queste strutture rivestono per le comunità locali, soprattutto in aree lontane dai centri abitati come quelle rurali e montane, e nelle realtà più svantaggiate in termini di offerta di servizi. Vorrei tornare a sottolineare- ha aggiunto Donini- il prezioso contributo che tante farmacie, attraverso l’accordo tra Regione e associazioni di categoria, ci stanno dando nella lotta al Coronavirus, effettuando test sierologici e, da questa settimana, anche tamponi rapidi”.

Il concorso

Una delle particolarità del concorso pubblico straordinario riguarda il considerevole numero di sedi messe a concorso, derivante dalla modifica del rapporto tra numero di farmacie e numero degli abitanti, disposta dal decreto CrescItalia: se prima c’era una farmacia ogni 4.400 abitanti, successivamente si è passati a una ogni 3.300. Questo ha consentito alla Regione di mettere a bando 184 farmacie. Inoltre, il concorso – per soli titoli – ha dato la possibilità ai farmacisti di associarsi e partecipare in gruppo sommando i titoli. E ciò ha permesso anche a farmacisti giovani di diventare titolari di farmacia.

Le nuove farmacie hanno reso quindi ancora più capillare l’assistenza farmaceutica in Emilia-Romagna, confermando l’impegno assunto con la legge regionale sull’organizzazione degli esercizi farmaceutici (n. 2 del 3 marzo 2016) finalizzato all’ulteriore valorizzazione e potenziamento del servizio. Con questa normativa, peraltro, la Regione chiede a ogni Comune di mantenere monitorato l’assetto sul territorio a livello di presenza farmaceutica, procedendo alla revisione della pianta organica ogni due anni.

Le farmacie in Emilia-Romagna: una fotografia

Da Piacenza a Rimini, le farmacie aperte ad oggi in Emilia-Romagna sono in tutto 1.382, comprese le 132 del concorso straordinario. Sul totale 520 sono rurali, ossia farmacie situate in Comuni o località con meno di 5.000 abitanti.

Le 132 farmacie (di cui 102 urbane e 30 rurali) aperte dai vincitori del concorso sono così distribuite per provincia: 8 nel piacentino (di cui 2 rurali e 6 urbane); 16 in provincia di Parma (tutte urbane); 22 nel modenese (1 rurale, 21 urbane); 27 a Regio Emilia (20 urbane, 7 rurali); 22 a Bologna (di cui 10 rurali e 12 urbane); 3 nel ferrarese (tutte urbane); 9 in provincia di Ravenna (di cui 3 rurali e 6 urbane), 13 in provincia di Forlì-Cesena (di cui 6 rurali e 7 urbane) e 12 nel riminese (di cui 11 urbane e 1 rurale).

Per quanto riguarda i titolari delle 132 farmaciesono in tutto 307 di cui 100 maschi (il 33%) e 207 femmine (il 67%). Solo per 7 farmacie il titolare è unico, mentre per le altre 125 farmacie sono co-titolari più farmacisti. In media, di ogni farmacia sono titolari 2 o 3 farmacisti.

#Basta! – Il grido d’allarme di FIPE Confcommercio a sostegno della ristorazione italiana

Da: Ufficio Stampa ASCOM Ferrara

E’ un grido d’allarme che risuonerà da oggi (23/12) su tutte le vetrine dei bar, dei ristoranti nel Paese: #Basta! al caos normativo che si è succeduto in questi mesi colpendo il settore della ristorazione che si è trovato in una profondissima crisi: 22 DPCM, 36 Decreti Legge, 160 giorni di chiusura, un numero imprecisato di ordinanze regionali, una differenza impressionante fra quanto annunciato e quanto attuato. #Basta! ad un governo che apre e chiude le nostre aziende come interruttori e si prende il diritto di vietare il lavoro delle nostre imprese, senza trovare una strada per tutelarle. Siamo esausti e Increduli: i l risultato è un settore al collasso che ha deciso di rivolgersi direttamente ai cittadini.
“Il settore è allo stremo, il governo manca di rispetto nel comunicare ai pubblici esercizi chiusure a due giorni di distanza, obbligandoli a buttar via merce a fronte delle tante prenotazioni arrivate. I ristori sono quelli del mese di aprile, ben consapevoli che gli incassi di dicembre sono molto diversi. Il nostro settore sarà decimato non solo dalla crisi economica dovuta alla pandemia ma anche dall’assoluta mancanza di visione e di futuro di un settore fondamentale, che non viene mai riconosciuto davvero come punto fondamentale della filiera turistica nazionale” commenta Matteo Musacci, presidente provinciale e regionale di FIPE Confcommercio.
“Noi vogliamo e siamo in grado di lavorare in sicurezza – conclude Musacci, in qualità anche di vicepresidente nazionale di FIPE Confcommercio – e ci rivolgiamo ai nostri clienti: vi chiediamo di esserci vicini e di continuare a sceglierci, dove possibile, anche in queste difficili giornate. La vostra gratificazione è la nostra forza ed il nostro futuro. Al Governo chiediamo Dignità, Prospettiva, Chiarezza e Manovra”.
La dignità di attività essenziali e sicure; la prospettiva di un piano di riqualificazione e sviluppo, magari attraverso un adeguato inserimento nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza; la chiarezza sui tempi di riapertura a gennaio; una manovra correttiva che garantisca indennizzi adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione.

Test-antidroga, Peruffo: “Sensibilizzazione senza forzature e demagogia”

Da: Forza Italia Ferrara

Alcune considerazioni in merito alla questione dei test antidroga a seguito della mozione presentata nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale e approvata con diverse modifiche.

Il primo punto riguarda la proposta avanzata dalla consigliere Ferraresi, che prevedeva la periodicità dei test antidroga da effettuare in accordo con il Sert, per i rappresentanti del Consiglio Comunale e della Giunta.
Sono una persona impegnata da anni nel promuove la prevenzione e la sensibilizzazione su vari fenomeni, tra cui la lotta all’Aids, con test HIV proposti anche all’interno del Consiglio Comunale, naturalemente con segretezza dei risultati.
Ritengo profondamente sbagliato tramutare questi atti puramente volontari in adempimenti da mettere sotto la lente d’ingrandimento, tenendo presente il rispetto per privacy e riservatezza altrui. Parlo anche come farmacista: esistono patologie, come ad esempio la fibromialgia o la sclerosi multipla, per cui è previsto l’uso curativo della cannabis con prescrizione medica. Se adottassimo un metodo per certi versi coercitivo dei test, persone affette da queste patologie risulterebbero positive e messe alla berlina, sommando imbarazzo alla sofferenza della malattia. Da liberale trovo una proposta di questo tipo del tutto inaccettabile, da qualunque parte essa provenga.

Sul voler forzare questi test, inoltre, ho riscontrato – come immaginavo – una contrarietà all’interno delle stesse forze di sinistra, soprattutto da parte dei rappresentanti di movimenti impegnati nella battaglia sulla liberalizzazione delle droghe leggere, un ulteriore aspetto che andrebbe approfondito in altri momenti e in altre sedi.

Mi sento poi di aggiungere che, se proprio i test antidroga dovessero essere resi obbligatori dal legislatore, al di là della facile demagogia e delle subdole illazioni, ritengo che, in ordine di priorità, ci sarebbero una serie di categorie da vagliare prima degli amministratori pubblici. Penso in particolare a tutti coloro da cui dipenda, all’atto pratico, la vita o l’incolumità di altre persone.

Per concluedere, bene l’impegno nella lotta alle droghe, alla sensibilizzazione verso i giovani su un flagello che fa ancora numerose vittime e crea danni spesso irreversibili, ma non facciamo sprofondare anche questo tema tra le diatribe politiche di basso grado.

Le festività all’insegna del divertimento con i burattini

Da: Massimiliano Venturi

LE FESTIVITA’ ALL’INSEGNA DEL DIVERTIMENTO CON I BURATTINI
Proseguono con grande partecipazione gli appuntamenti in streaming

Le festività si preannunciano all’insegna del divertimento, con il ricco programma di eventi proposti dalla rassegna I Colori del Natale diretta da Massimiliano Venturi.

L’approdo su web di Burattini e Marionette ha riscosso sin dai primi passi molta attenzione ed entusiasmo da parte del pubblico, varcando grazie alla tecnologia i confini dell’ambito territoriale locale. Così lo stesso Venturi tratteggia l’inizio di questa nuova esperienza: “Proporre gli spettacoli che siamo soliti offrire al pubblico di ragazzi e famiglie in modalità streaming, era qualcosa di nuovo anche per noi. Il pubblico ha raccolto la sfida, restituendoci anzi un calore ed un riscontro che hanno superato le nostre aspettative.
In occasione dell’evento di domenica 20 dicembre, con gli spettacoli dei burattini di Mattia Zecchi, di All’Incirco e del sottoscritto in diretta da Comacchio, sono stati infatti ben 393 gli utenti unici connessi per seguire le gesta degli eroi dei teatrini.
Considerato come la platea dei partecipanti sia rappresentata di consueto da uno o più ragazzi con uno o entrambi i genitori, non è difficile immaginare come i potenziali spettatori davanti ai dispositivi connessi possano aver rasentato le 4 cifre, ovvero quattro volte la capienza della Sala Polivalente di Palazzo Bellini.

E’ un risultato che ci riempie di gioia, e pur auspicando di poter ritornare presto a presentare gli spettacoli dal vivo, siamo felici di constatare come tra gli spettatori sia tutt’altro che affievolita la voglia di teatro, ed anzi vi sia grande interesse per questa nuova modalità, unica possibile al momento. Una conferma quindi anche per quanto riguarda l’opportunità e l’attualità delle linee progettuali che abbiamo condiviso con il Comune di Comacchio.”

La programmazione della rassegna entrerà nel vivo nei prossimi giorni. Sabato 26/12 alle 16:30 sarà infatti on line il primo episodio della miniserie Il tesoro della nave romana: un appuntamento in 5 brevi puntate dove i burattini saranno protagonisti di un’avventura comica e misteriosa, alla scoperta della collezione custodita all’interno del Museo Delta Antico. Sarà altresì un’occasione per condividere con il pubblico locale e non le meraviglie del patrimonio architetturale e naturalistico comacchiese, da sempre componente caratterizzante della rassegna, e che saranno al centro di speciali “cartoline animate” proposte dai burattini in ogni episodio.

Domenica 27 dicembre l’appuntamento sarà poi con Andrea Marchi della compagnia romagnola Spettacoli Atuttotondo. Dalle ore 16:30 il pubblico potrà ammirare lo spettacolo Il Paggio Giullare, in versione speciale per la diretta streaming. Una performance di teatro comico a 360 gradi, dove l’abilità del performer sarà in grado di stupire gli spettatori di tutte le età con musica, canti, giocoleria, fachirismi, pupazzi, trampoli, fuoco e mirabolanti esperimenti alchemici.

Da lunedì 28 a giovedì 31 dicembre, ogni pomeriggio alle ore 16:30 sarà on line sulla pagina facebook ‘Comacchio a Teatro’ un nuovo episodio delle avventure di Fagiolino, Sganapino e il tesoro della nave romana.

Si proseguirà poi nell’anno nuovo, domenica 3 gennaio, con lo spettacolo Antico Racconto di Natale, a cura del Teatro dei Burattini di Como. Il programma completo ed i link per la visione gratuita degli spettacoli sono disponibili sul sito www.comacchioateatro.it

I Colori del Natale è un progetto di Massimiliano Venturi, realizzato per il Comune di Comacchio con il sostegno della Regione Emilia Romagna.
Gli spettacoli sono adatti a tutti a partire dai 3 anni di età. Per restare aggiornati sui prossimi eventi è possibile iscriversi alla newsletter su www.comacchioateatro.it. Infoline: +39 349 0807587. Anteprime ed aggiornamenti in tempo reale sulle pagine facebook ‘Comacchio a Teatro’ e ‘I Burattini di Massimiliano Venturi’.

L’Emilia-Romagna è pronta a tornare in classe dal 7 gennaio: 522 bus da Piacenza a Rimini e orari rimodulati d’ingresso dove serve.

Scuola. L’Emilia-Romagna è pronta a tornare in classe dal 7 gennaio: 522 bus da Piacenza a Rimini e orari rimodulati d’ingresso dove serve. Ecco il nuovo piano regionale per riportare nelle aule il 75% degli studenti delle scuole superiori, condiviso con i territori. Salomoni-Corsini: “Un risultato straordinario, frutto del lavoro di squadra. La scuola una priorità, soluzione trovata insieme”. Così nelle province

Altri 172 bus urbani ed extraurbani in strada, recuperati anche da privati, oltre 10 milioni di chilometri di servizio complessivi garantiti per un investimento da 23 milioni di euro. La riorganizzazione regionale dei trasporti e degli orari scolastici, calibrata sulle esigenze dei singoli bacini e frutto dei Tavoli provinciali coordinati dai Prefetti, trasmessa al ministero. Video conferenza stampa alla presenza del Prefetto di Bologna, Francesca Ferrandino, in rappresentanza anche degli altri Prefetti d ella regione, e del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Versari

Bologna – L’Emilia-Romagna è pronta a tornare in classe il prossimo 7 gennaio. Grazie a un piano condiviso con scuole e territori che prevede l’utilizzo di altri 172 autobus urbani ed extraurbani, per un totale di 522 bus e 10 milioni di chilometri di servizi aggiuntivi, e orari d’ingresso rimodulati dove necessario.

Ci sono quindi tutte le condizioni affinché il 75% delle studentesse e degli studenti delle scuole superiori emiliano-romagnolepossano tornarea fare lezione in presenza, così come previsto dal Dpcm dello scorso 3 dicembre.

Si tratta del risultato del lavoro svolto in queste settimane da Regione, aziende e agenzie di trasporto pubblico locale e direzioni scolastiche, all’interno dei nove tavoli provinciali coordinati dai Prefetti, che hanno definito la nuova organizzazione dei trasporti e degli orari scolastici su tutto il territorio regionale.

Il nuovo piano operativo dell’Emilia-Romagna – che sarà trasmesso al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nei prossimi giorni – è stato presentato oggi in video conferenza stampa dall’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini, dall’assessora regionale alla Scuola, Paola Salomoni e, collegati da remoto, dal direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Versari e dal Prefetto di Bologna, Francesca Ferrandino, in rappresentanza anche degli altri Prefetti della regione.

“Siamo molto soddisfatti- commenta l’assessore Corsini- perché dopo un lungo confronto in tutto il territorio abbiamo tenuto insieme le necessità di due sistemi complessi come quello dei trasporti e della scuola. Un lavoro dove la Regione ha sempre avuto un ruolo proattivo, fatto di monitoraggio, analisi e soluzioni condivise che oggi ci permette di presentare una risposta a livello regionale per la ripartenza della didattica in presenza e in sicurezza per le nostre ragazze e i nostri ragazzi. Anche a nome del presidente Bonaccini, che ha sempre posto la scuola al primo posto fra le priorità, vogliamo ringraziare i Prefetti e l’Ufficio scolastico regionale per il risultato raggiunto con le aziende e le agenzie di Tpl del territorio- chiude l’assessore-, che da settembre sono impegnate senza sosta a potenziare sempre più l’offerta, per continuare a garantire, anche in un momento così delicato, il diritto alla mobilità e all’istruzione in sicurezza a tutti i nostri studenti”.

“Il sistema regionale della scuola ha lavorato per garantire il livello massimo di presenza così come previsto dal Dpcm- sottolinea l’assessora Salomoni- e l’Emilia-Romagna è pronta e operativa per la riapertura delle scuole il 7 gennaio 2021, nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza. C’è però un’altra esigenza sulla quale vogliamo iniziare a lavorare da subito: il recupero delle attività formative e sociali delle nostre studentesse e dei nostri studenti. Rinnovo il ringraziamento più sentito ai Prefetti, che hanno coordinato questa fase cruciale, alle Agenzie di trasporto, all’Ufficio scolastico regionale e per suo tramite a tutte le scuole e i Provveditori. L’Emilia-Romagna vuole riaprire ed è pronta a farlo”, chiude l’assessora.

Diritto alla mobilità: oltre 500 bus in più e 10 milioni di chilometri per viaggiare in sicurezza

Per quanto riguarda i trasporti, a fronte della capienza massima possibile dei mezzi, fissata al 50%, da gennaio a giugno 2021 saranno messi in strada altri 172 autobus urbani ex extraurbani, oltre a 7 milioni e 600 mila chilometri in più per i bus già in circolazione.

Un potenziamento del serviziodal valore complessivo di circa 23 milioni di euro che rafforza quanto già fatto dall’inizio dell’anno scolastico, grazie anche ai contratti con i privati, con 522 autobus aggiunti alla flotta tradizionale e oltre 10 milioni km integrativi.

Nel dettaglio i servizi aggiuntivi sono così distribuiti per provincia: a Bologna sono destinati 88 autobus e oltre 1 milione e 100mila km in più, la provincia di Piacenza disporrà di altri 58 bus e 750mila km, al territorio di Parma andranno 62 mezzi e oltre 605mila km, un potenziamento per 1 milione di km e 55 mezzialla provincia di Reggio Emilia, a Modena 65 autobus e 1 milione e 300mila km, al bacino di Ferrara 38 bus e 474mila e 500 km. Per quanto riguarda la Romagna sul territorio di Ravenna ai aggiungono 55 mezzi e oltre 805mila km, 54 bus e più di 820mila km a Forlì-Cesena mentre il potenziamento previsto per la provincia di Rimini conterà 47 autobus e 767mila km.

Diritto alla scuola: orari rimodulati dove necessario, grazie al lavoro dei dirigenti scolastici e dei provveditori

Per quanto riguarda la scuola, questa la situazione provincia per provincia.

A Piacenza gli orari restano invariati rispetto a quelli previsti all’inizio dell’anno scolastico, con la disponibilità delle scuole, in caso di necessità, ad attuare una flessibilità massima al termine lezioni di 20 minuti.

Anche a Parma gli orari restano sostanzialmente invariati con l’impegno, da parte delle istituzioni scolastiche a consentire l’elasticità nell’orario di ingresso nella misura di 5-15 minuti per permettere agli studenti di avvalersi delle corse bis che verranno allestite da TEP e a modulare, se necessario e nella misura di 5-15 minuti, gli orari in uscita degli studenti, al fine di decongestionare le presenze alle fermate e la salita sui mezzi di trasporto pubblico permettendo un’ordinata partenza verso i luoghi di destinazione.

A Modena e a Reggio Emilia viene introdotto il doppio turno di ingresso in classe, con il 45% degli studenti alle 8 e il restante 30% alle 10.

A Bologna gli orari sostanzialmente non cambiano rispetto a quelli previsti dall’inizio dell’anno scolastico con aggiustamenti in ingresso per alcuni istituti scaglionati dai 15 ai 30 minuti.

Stessa situazione a Ferrara con scaglionamenti in ingresso differenziati di 5 minuti sulla stessa ora (es. 8.00, 8.05, 8.10).

Infine, resta invariato, rispetto all’inizio dell’anno scolastico, l’orario per gli istituti scolastici di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna.

Oltre 1 miliardo di euro la spesa alimentare in Emilia-Romagna a dicembre

Da: Rizomedia Ufficio Stampa

Oltre 1 miliardo di euro la spesa alimentare in Emilia-Romagna a dicembre

BOLOGNA, 23 dicembre 2020. 1,1 miliardi di euro di spesa alimentare delle famiglie emiliano-romagnole a dicembre 2020. 29 mila addetti nelle imprese artigiane della food economy, quasi 122 mila di addetti nelle Mpi. 1,8% peso dell’artigianato della food economy sull’economia territoriale in Emilia-Romagna vs. 1,6% media Italia. 7.799 imprese artigiane nella food economy, il 9,0% dell’artigianato nazionale.
Questi sono alcuni dei numeri raccolti dal Centro Studi di Confartigianato Emilia-Romagna sull’artigianato alimentare in regione, un artigianato di qualità che vanta 398 prodotti agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo, il 7,6% del totale nazionale.

I prodotti del territorio si distinguono per l’alta qualità della produzione e delle materie prime che caratterizzano un’offerta enogastronomica di assoluta eccellenza. Sulla base degli ultimi dati del ministero delle Politiche agricole, Alimentari e Forestali l’Emilia-Romagna vanta 43 prodotti agroalimentari di qualità al 27 novembre 2020, posizionandosi al primo posto nella classifica nazionale, seguita da Veneto e Sicilia. Nel dettaglio si contano 18 Dop (Denominazione di origine protetta (41,9% del totale) e 25 Igp (Indicazione geografica protetta – il 58,1%).
Il settore dell’artigianato alimentare si completa con la componente che coniuga produzione e servizio rappresentata dai Servizi di ristorazione e dei cibi per asporto, dove operano 3.448 imprese, pari al 44,2% del totale.

“I dati parlano chiaro, l’Emilia-Romagna rappresenta un’eccellenza nel settore alimentare italiano e l’artigianato ne è la colonna portante. Una ragione in più perché in questo Natale si pensi soprattutto ai nostri territori, alle nostre comunità – afferma Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna nonché presidente nazionale di Confartigianato Imprese -. Come Confartigianato chiediamo di sostenere e valorizzare queste produzioni, dando un segnale positivo e di aiuto concreto ai tanti nostri artigiani. Sono attività che producono eccellenze nazionali e internazionali, di grande qualità, che in questo momento hanno bisogno della nostra attenzione e del nostro aiuto”.

“L’Emilia-Romagna sta dimostrando ancora una volta di essere una realtà capace di produrre ed esportare qualità – aggiunge Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Emilia-Romagna -. Il ‘valore artigiano’ è ciò che ci fa reggere anche in questi difficili momenti. Oggi più che mai c’è bisogno di una comunità coesa, una comunità che aiuta le persone che oggi sono in difficoltà. Ci auguriamo che durante queste festività prevalga in tutti noi questo spirito che ci può aiutare a vivere momenti di serenità e, nello stesso tempo, diventare un volano di solidarietà verso le tante attività, che sono le colonne portanti della nostra economia e oggi hanno bisogno dell’aiuto di tutti noi”.

Numero telefonico gratuito 800376433 solo per il Sostegno Psicologico

Da: AUSL Ferrara

Numero telefonico gratuito 800376433 solo per il Sostegno Psicologico

I giorni prefestivi di Giovedì 24 e 31 Dicembre e Martedì 5 Gennaio 2021 servizio attivo dalle 9-14 . Sabato 2 Gennaio 2021 il servizio è sospeso.

Ferrara, 23-12-2020. Il Numero Verde dedicato esclusivamente al Sostegno Psicologico 800376433 è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 16 e il sabato dalle 9 alle 14. Nei giorni prefestivi: 24.12.2020, 31.12.2020, 5.1.2021 il servizio sarà attivo dalle 9-14. Il giorno sabato 2.1.2021 il servizio è sospeso.

Il Sostegno Psicologico Territoriale si rivolge a familiari di ricoverati, persone in isolamento e in quarantena e a persone che hanno affrontato il lutto di congiunti; quando i consigli non siano sufficienti, gli psicologi dell’Azienda Sanitaria Locale aprono canali di consultazione dedicati via mail fornita personalmente a chi ne avesse la necessità.

Per affrontare la nuova emergenza Covid19, il Numero Verde 800 376 433 garantisce un supporto psicologico ai cittadini con problematiche correlate al COVID.

Gli operatori dei servizi del Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda USL, sono a disposizione per offrire una più completa rete di consulenza e sostegno ai cittadini che in questa nuova emergenza si trovano in una condizione di difficoltà e bisognosi di sostegno.

Le persone che si trovano da sole a fronteggiare un isolamento o una situazione di grande dolore, come il lutto di un congiunto, sono anche quelle più esposte allo stress situazionale. Diventa, quindi, necessario attivare un “contatto” che aiuti le persone sole a dare significato a questo evento eccezionale e affrontare le ansie, la solitudine e la rabbia che nasce dal distacco dalla quotidianità.

Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio: Comunicato sulle Messe dell’Arcivescovo

Da: Massimo Manservigi

Il Vescovo celebra il Natale
Le S. Messe dal 24 al 26 dicembre 2020.
Appuntamento per i diaconi Permanenti alla chiesa di S. Stefano

Carissimi, pensando di fare cosa gradita vi comunichiamo il calendario delle S. Messe natalizie dell’Arcivescovo.
Giovedì 24 dicembre in Concattedrale a Comacchio alle ore 17 e presso la Basilica di S. Francesco (Ferrara) alle ore 20.30.
Questa Messa sarà trasmessa anche in diretta streaming sul Sito della Diocesi (www.arcidiocesiferraracomacchio.org) e venerdì 25 dicembre su TELESTENSE alle ore 9.30.
– Venerdì 25 dicembre, alle ore 11 nella Cappella dell’Ospedale S. Anna di Cona.
– Sabato 26 dicembre alle ore 11 presso la Chiesa di S. Stefano (Ferrara) S. Messa con i Diaconi Permanenti dell’Arcidiocesi. Questo appuntamento è una vera novità che darà inizio ad una tradizione annuale. Per comprenderne la portata riportiamo il testo preparato dal nuovo responsabile per la formazione dei Diaconi, il prof. Marcello Musacchi (Diacono Permanente dal 1995), che affiancherà il Delegato Arcivescovile per il Diaconato, il sacerdote Mons. Luca Piccoli.

S. Stefano protomartire: un appuntamento importante per i diaconi dell’Arcidiocesi
Il giorno 26 dicembre S.E. Mons. Gian Carlo Perego celebrerà la Santa Messa, nella chiesa di Santo Stefano. Sarà un’occasione per ricordare il ministero diaconale nella nostra chiesa di Ferrara-Comacchio. Sono invitati i diaconi e le loro famiglie. Si tratta di una data importante: la memoria di Stefano, il primo diacono che ha testimoniato la fede, fino al dono della vita. Questa giornata vuole diventare, nell’intenzione del Vescovo, un appuntamento per l’accompagnamento e la custodia della vocazione diaconale. Nella nostra diocesi sono presenti 23 diaconi permanenti (dei quali 21 sposati), che operano a livello di Uffici Pastorali, Parrocchie e Unità Pastorali. Un percorso iniziato 25 anni orsono, che si è arricchito di diverse sensibilità e competenze. Ma i tempi che cambiano invocano un discernimento sullo stile del diacono. La stessa vicenda di Stefano ci avverte. Dedicato al servizio delle mense, egli non rinunciò ad annunciare coraggiosamente Cristo. Come cristiani cominciamo ad abituarci ai diaconi nel servizio della celebrazione liturgica. Ci risulta più difficile immaginare un protagonismo nella vita pastorale. Come sempre, l’ascolto della realtà può indicare percorsi profetici e per cuori coraggiosi: gli snodi del dialogo sociale, religioso, interculturale; la costruzione di un’economia e di un’antropologia solidale con attenzione ai più fragili; il rapporto con i temi globali come quello della ‘casa comune’. Infine, i linguaggi dell’Annuncio, così fondamentali, perché la speranza raggiunga tutte le persone nei loro vissuti. In queste sfide il diacono è ‘chiamato’ ad aprire esperienze iniziali di comunione, quale testimone autentico di una chiesa sempre più missionaria negli stili e nelle strutture.

2020 Programmazione natalizia, con tanto di regali, sulla piattaforma Cinepark.tv

Da: Ufficio Stampa Apollo Cinepark

Natale … con tuoi e anche con il cinema in divano di Cinepark.tv!

Da giovedì 24 è disponibile Dreambuilders – La fabbrica dei sogni, divertente film d’animazione danese che potrà tenere compagnia a grandi e piccoli durante le festività natalizie.

Per “i grandi”, solo venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 sarà on line Il Concorso, diretto Philippa Lowthorpe. Tratto da una storia vera, Il Concorso narra di un gruppo di donne che escogita un piano per interrompere gli eventi della competizione di Miss Mondo nel 1970. La visione di questo film è legato ad una promozione del Gruppo Cinepark: il pubblico che sceglierà di vedere questo film on line sulla piattaforma Cinepark.tv avrà diritto, nei primi 30 giorni di riapertura delle sale dei Cinepark di Cento, Comacchio e all’Apollo di Ferrara, alla visione dei film in programmazione a 3 euro mostrando la stampa dell’acquisto on line. Vi aspettiamo!

Vite di carta /
Il gatto con gli stivali, il violoncello e la bambina

Vite di carta. Il gatto con gli stivali, il violoncello e la bambina

Mi sono fatta prestare dai miei nipoti un loro libro di fiabe che contiene anche Il gatto con gli stivali. Lui, che ha poco più di due anni, mi ha consegnato il volume senza fare una piega. Lei, che ha due anni di più, è parsa titubante: forse sentiva in pericolo la proprietà del libro, oppure mi ha percepita per la prima volta in rapporto di concorrenza e non di condivisione nella lettura. Fatto sta che qui a casa ho riletto la storia dell’ingegnoso gatto che riesce a far diventare ricco e nobile il suo padrone.

La sua storia mi è venuta in mente per due piccoli grandi motivi. Innanzitutto nel secondo romanzo di Alice Cappagli, Ricordati di Bach, la narratrice bambina dedica delle belle immagini al gatto, che è l’animale della mia infanzia e che, tranne qualche anno in cui ho vissuto in città, ho sempre avuto accanto come un compagno di viaggio.

Nel libro la narratrice racconta la storia del suo incontro con il violoncello, che diviene lo strumento-passione della vita. Ora, immaginate la scena: il direttore della scuola di musica a cui la protagonista vorrebbe accedere esegue per lei un breve pezzo col violoncello e lei ne conosce per la prima volta la voce.

Sentite le parole: ”Un suono naturale e familiare come quello della risacca, intimo, un canto un po’ triste che ricordava davvero una voce umana. Sembrava quello dei miei pensieri, ed era tirato fuori dallo strumento da qualcuno che lo amava e lo conosceva come il proprio gatto”.

Mi colpiscono due emozioni contemporaneamente, quella di gioia per Cecilia che incontra nel violoncello i propri pensieri, quella del maestro che fa vedere alla bambina quanto intimo sia il suo rapporto con lo strumento. Lo conosce come il suo gatto. Come io conosco in ogni sfumatura la mia Emily, che è bianca e nera, onnipresente, ma soprattutto è dotata di una fine psicologia.

Nello stesso giorno in cui la storia ha il suo esordio, Cecilia ritrova nella casa del nonno un vecchio violoncello; la bambina, che ha visto quattro teneri gattini allattati dalla “micia bianca e nera” nel garage annesso alla casa, si toglie allora il tutore che le protegge da mesi la mano sinistra. Per la prima volta, dopo l’incidente d’auto e la lunga ingessatura, sente di ”poter fare qualcosa”, deve “grattare il gattino nero fra le orecchie”.

Per la zia che la osserva è un “miracolo”. Per lei è un momento  “meraviglioso”. Il gattino galeotto le ha fatto alzare solo un po’ il dito indice, ma negli anni successivi la tecnica richiesta per suonare il violoncello svilupperà in Cecilia una mobilità straordinaria. Nel punto in cui sono arrivata a leggere ha già fatto progressi impensabili con le dita della mano sinistra nel loro impatto sulle corde dello strumento.

Il violoncello, che riempie dagli otto anni in poi la vita di Cecilia, mi ha riportata alla musica, che è il secondo motivo per cui ho riletto Il gatto con gli stivali. La musica è quella dell’evento che si è tenuto al Teatro Comunale di Ferrara il 16 dicembre, giorno del duecentocinquantesimo anniversario della nascita di Beethoven.

Alessandro Baricco ha tenuto in esclusiva per le scuole una lezione-spettacolo dal titolo Ludwig van Beethoven. Cinque cose da sapere della sua musica. Mi sono collegata armata di foglio e penna come una studentessa inesperta, il che per quanto riguarda la musica classica corrisponde al vero. Ho ascoltato brani a me noti e altri sconosciuti eseguiti dall’orchestra Canova e via via commentati da Baricco con la sua consueta intensità. Una meraviglia.

Tanto che ho poi voluto riascoltare La appassionata con le indicazioni ricevute: non sono ancora riuscita a percepirvi le mie ossessioni, la dolcezza sì. Conoscevo e conosco La quinta sinfonia, ora so che può essere considerata un’opera introspettiva, in cui Beethoven ci avvia all’idea della complessità, come una delle coordinate della nostra esistenza.

Tornando al gatto che indossa un vistoso paio di stivali, mi pare che stia lì nelle pagine della fiaba a dimostrarci come possa accadere anche l’impossibile, che il figlio di un semplice mugnaio divenga ricco e sposi la figlia del re, oppure che un arto col nervo radiale danneggiato riesca a suonare il violoncello con maestria e grande espressività.

L’insegnamento è di quelli che si sentono dire in mille occasioni, nella vita e nello studio. La novità per me è sforzarmi di attuarlo anche a questa età, farlo davvero. Da qualche mese, da quando sono in pensione, capisco che il calibro degli accadimenti nella mia vita quotidiana si è ridotto: sono piccole le cose che faccio.

Capisco che si sono voltate come un calzino: c’è dentro non l’essere per gli altri, ma l’essere per me, molto più di prima. Non posso però non mantenere intatto il rigore, la qualità dell’impegno; è la spia che rivela che mi sento attiva e ho progetti su di me. L’ultimo è questo: conoscere a mia volta le opere di Beethoven come conosco la mia gatta.

Per leggere gli altri articoli e indizi letterari di Roberta Barbieri nella sua rubrica Vite di cartaclicca [Qui]

La tombola di Natale del Montalcini

Da: Prof. Alessandra Ferlini, Addetta stampa IIS RL Montalcini

I docenti del Montalcini salutano i propri studenti con la tombola di Natale, per donare loro un sorriso e far loro sentire vicinanza e senso di ‘normalitá’

Si é svolta mercoledì 23, nell’ultima ore di lezione di inglese, francese, matematica, igiene e cultura medico-sanitaria, diritto ecc… la tombolata di Natale nelle singole classi del Montalcini tutte in collegamento tramite la piattaforma meet.

Ogni studente vestito a tema natalizio ha preparato, con le indicazioni del docente, la propria cartella della tombola e nell’ora di inglese l’insegnante ha tenuto una lezione tutta in lingua estraendo i numeri e attendendo che lo studente dicesse ‘five in a row’ nel caso di cinquina o ‘bingo’ nel caso di tombola.

Stessa cosa per l’ora di francese, mentre nell’ora di matematica i numeri estratti dovevano essere indovinati dagli studenti sotto forma di operazione: ed ecco che radice di 4 era il numero 2; il 4 elevato al quadrato era il numero 16 ecc…

Nell’ora di Anatomia, invece, gli studenti dovevano ricordare il numero dei denti, quante costole e vertebre ha il corpo umano, quanti sono i cromosomi, quanti gli stati della materia e così via.

Nell’ora di diritto, infine, le domande si sono concentrate sulla Costituzione e sulle date giuridicamente rilevanti: quanti sono i principi fondamentali, in quante parti é diviso il testo costituzionale, in quale giorno del giugno 1946 hanno votato per la prima volta le donne e via dicendo.

Ogni singola disciplina ha cercato un legame con i numeri e ha trovato il modo, ripassando con gli alunni, di farli studiare, divertire e non pensare a questo difficile momento.

Una lezione ad interazione ludica, che i docenti del Montalcini hanno voluto ‘regalare’ ai propri studenti prima delle vacanze di Natale per condividere con loro un momento ‘goliardico’ dopo una serie infinita di lezioni didattiche a distanza.

Screening Covid-19 e scatole della solidarietà dalla coop Castello

Da: Francesca Tamascelli, Ufficio Stampa Lega Coop Estense

Cooperativa di abitanti Castello: screening Covid-19 gratuito per tutti i soci, Scatole della Solidarietà e “tamponi sospesi” per la comunità, per un Natale sicuro e inclusivo
 
Ferrara 23 dicembre 2020 – Sono oltre 250 i soci della cooperativa di abitanti Castello che, negli ultimi giorni, si sono sottoposti allo screening con tamponi rapidi attivato dalla cooperativa. “Un progetto voluto dai nostri soci – afferma il presidente di Castello Loredano Ferrari – che già lo scorso 27 giugno, in occasione dell’assemblea di bilancio, hanno deciso di accantonare risorse per poter effettuare uno screening su tutta la comunità di abitanti, per contribuire a individuare precocemente la presenza di positivi asintomatici e a circoscrivere l’insorgenza di focolai tra i soci assegnatari ed i loro famigliari residenti nei condomini di proprietà della cooperativa”. Quasi totale la negatività al Covid-19, con solo 2 casi accertati di positività, immediatamente affidati ai protocolli sanitari previsti. 
Lo screening è stato effettuato in collaborazione con il Poliambulatorio Canani, direttamente nelle strutture residenziali di Castello. L’adesione, libera e volontaria, è stata gratuita per tutti i soci assegnatari; ai famigliari è invece stato richiesto un piccolo contributo, devoluto all’Associazione Intorno a Te, che si è occupata dell’organizzazione del servizio. Una seconda tornata di test è prevista per la fine di gennaio. “Con questa iniziativa abbiamo voluto dimostrare vicinanza alla nostra comunità di abitanti e rispondere ad un bisogno di sicurezza. Un’iniziativa fortemente apprezzata dai nostri soci, che ha consolidato il loro senso di orgoglio nel sentirsi parte di una comunità sicura di abitanti, che si prende cura di sé e dei bisogni del territorio che ci ospita”.  
Negli stessi giorni, inoltre, Castello è stata impegnata in un’altra iniziativa di solidarietà: grazie alla generosità di tanti soci e abitanti, sono state raccolte 158 Scatole della Solidarietà, pacchi regalo da distribuire in occasione di queste festività alle famiglie più bisognose. Le Scatole sono state consegnate all’Emporio Solidale Il Mantello, che si occuperà della distribuzione. “La cosa che ci ha fatto più piacere – prosegue Ferrari – è che alcuni soci hanno voluto donare un “tampone sospeso”, di cui potranno beneficiare cittadini che non sono in grado di sostenerne il costo”. “Ringrazio la cooperativa Castello – conclude Andrea Benini, presidente di Legacoop Estense – che con queste iniziative dimostra ancora una volta di essere una comunità di abitanti solidale e inclusiva, non solo verso i propri i soci, ma anche nei confronti di tutti i cittadini”.

Bilancio della Regione, Zappaterra (Pd): “In questa manovra c’è l’Emilia-Romagna che vogliamo, una terra che non lascia indietro nessuno, soprattutto quando si è più in difficoltà”

Da: Ufficio Stampa Gruppo Pd

Bilancio della Regione, Zappaterra (Pd): “In questa manovra c’è l’Emilia-Romagna che vogliamo, una terra che non lascia indietro nessuno, soprattutto quando si è più in difficoltà”
Via libera alla manovra da 12,5 miliardi, la capogruppo Pd in Assemblea Legislativa sottolinea il lavoro corale di Giunta e Consiglieri

Nella serata di martedì 22 dicembre, l’Assemblea Legislativa regionale ha dato il via libera alla manovra di bilancio per il 2021-23 e atti collegati.

“Una manovra che sconta la straordinarietà di questi tempi, costruita sulle esigenze che cittadini, famiglie, piccole attività e grandi imprese hanno. La pandemia ci ha infatti portati a rivedere alcune priorità per cercare di dare un aiuto immediato a diverse categorie fortemente colpite sul piano economico dalle conseguenze delle misure anti-covid” commenta la capogruppo Pd in Regione Marcella Zappaterra.

“Nelle voci che compongono il quadro di 12,5 miliardi di spesa, di cui ben 9 destinati alla sanità, si può leggere quale sia la nostra Emilia-Romagna ideale che vogliamo realizzate. Una terra in cui è possibile nascere, crescere e studiare, lavorare e sviluppare le proprie potenzialità e invecchiare con la consapevolezza che c’è una rete di relazioni e una comunità che non lasciano indietro nessuno. Soprattutto quando si è più in difficoltà” prosegue Zappaterra.

“Mai come in questo 2020 che ci ha posto davanti la sfida della pandemia, abbiamo voluto rispondere puntualmente alle istanze degli emiliano-romagnoli. Come capogruppo del Partito Democratico posso dirmi orgogliosa del lavoro fatto dalla Giunta e dal Presidente Bonaccini, dalle Consigliere e Consiglieri del mio gruppo, a partire dalla collega Rontini, relatrice di questa manovra. Il lavoro è stato davvero corale e ha coinvolto tutte le forze presenti in Assemblea, di maggioranza e opposizione. Ognuna e ognuno di noi sente fortissima la responsabilità di fare del proprio meglio per rispondere alle sollecitazioni di enti, associazioni, imprese, artigiani e professionisti dell’Emilia-Romagna”.

Regione. Approvato il Bilancio 2021: oltre 9 miliardi di euro alla sanità pubblica, tasse ferme per il sesto anno consecutivo e investimenti per 1,5 miliardi di euro.

Regione. Approvato il Bilancio 2021: oltre 9 miliardi di euro alla sanità pubblica (+600 milioni di euro), tasse ferme per il sesto anno consecutivo e investimenti per 1,5 miliardi di euro. Bonaccini: “In Emilia-Romagna le condizioni per ripartire. Investiremo su lavoro, welfare, ambiente e conoscenza, confrontandoci con tutti: ringrazio maggioranza e opposizione per il dibattito in Aula, toni e modalità giuste per dare risposte concrete all’intera comunità regionale”

Conti in ordine, manovra da oltre 12miliardi di euro. Continua a calare l’indebitamento (-56 milioni). Bus e treni gratuiti estesi agli studenti fino a 19 anni, confermati l’esenzione del ticket nazionale da 23 euro sulle prime visite per le famiglie con almeno due figli, i contributi a fondo perduto alle giovani coppie per l’acquisto o ristrutturazione della casa e il taglio dell’Irap alle imprese nei comuni montani, l’abbattimen to o azzeramento delle rette dei Nidi, il 100% delle borse di studio e dei benefici agli studenti che ne hanno diritto. Sostegno alle attività colpite dalle misure anti-Covid (31,8 milioni) a integrazione dei ristori nazionali. Sale il Fondo regionale per la non autosufficienza (464 milioni). Nuovi investimenti su edilizia sanitaria, trasporto pubblico locale e mobilità sostenibile, Big data e digitale, lavoro, formazione e imprese, attrattività di investimenti, aree interne, scuola, cultura, sport, turismo, commercio, agricoltura

Bologna – Via libera al Bilancio di previsione 2021 e triennale al 2023 della Regione, proposto dalla Giunta e approvato nella serata di ieri dall’ Assemblea legislativa regionale. Una manovra complessiva da 12 miliardi e 484 milioni di euro, di cui oltre 9 miliardi per la sanità regionale, 600 milioni in più rispetto al 2020. Scelte possibili grazie a conti in ordine, -56 milioni di euro l’indebitamento il prossimo anno, lasciando invariate le tasse regionali per il sesto anno consecutivo, alleggerendo anzi il carico fiscale attraverso le misure varate (dall’esenzione ticket nazionale da 23 euro sulle prime visite per le famiglie con almeno due figli al taglio Irap per imprese e attività economiche nei comuni montani, dai mezzi del trasporto pubblico locali gratuiti per gli studenti fino a 19 anni all’abbattimento delle rette dei Nidi). E il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica fissati a livello nazionale, pur in periodo Covid, producendo un saldo positivo di oltre 71 milioni di euro.

“Vogliamo aiutare chi ha bisogno adesso, dando risposte concrete a cittadini, famiglie, imprese, e, nello stesso tempo creare basi solide per ripartire il prima possibile e nel modo migliore che si possa fare- ha affermato il presidente Stefano Bonaccini nel suo intervento in Aula al termine del dibattito generale-. Ancora di più adesso è necessario guardare anche al domani, nel momento in cui occorre continuare a gestire la crisi sanitaria e scongiurare a ogni costo una terza ondata del contagio, perché la pandemia c’è ancora e dobbiamo fermarla, insieme. Sapendo che fra pochi giorni partirà la campagna di vaccinazione anti-Covid in Italia e in tutta Europa: un momento storico, per il quale l’Emilia-Romagna è pronta”.
“Qui partiamo da conti in ordine, da un bilancio sano, come ci viene riconosciuto ogni anno dalla Corte dei conti. Questo ci permette decisioni che difficilmente si vedono altrove, come l’abolizione dei superticket sanitari, misura poi diventata nazionale, l’estensione di bus e treni regionali gratis agli studenti fino a 19 anni a partire dal prossimo anno scolastico, il taglio delle rette degli asili nidi, con l’obiettivo entro la legislatura di azzerarle, o tenere ferme le tasse regionali per il sesto anno consecutivo. Un bilancio a cui si affianca una visione chiara: quella di costruire un presente e un futuro diversi, condivisa con tutti i territori, le istituzioni, le rappresentanze economiche e sociali del nostro territorio che hanno sottoscritto con noi il Patto per il Lavoro e per il Clima, unico in Italia. Un Patto per fare dell’Emilia-Romagna la regione della piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Con pilastri definiti: sanità pubblica, con ancora più medicina del territorio, nuova e buona occupazione, svolta ecologica, Big data e transizione digitale, scuola, messa in sicurezza del territorio”.

“Conoscenza, lavoro, welfare e ambiente: su questo investiremo, confrontandoci con tutti, in maniera aperta e trasparente. Anche per questo voglio ringraziare tutti i Gruppi consiliari, di maggioranza e opposizione, per il dibattito in Aula. Per le modalità e i toni che ho ascoltato da tutti, pur da posizioni diverse, nel merito dei temi affrontati, per le proposte avanzate. Un patrimonio- ha chiuso Bonaccini- che è di questa Assemblea legislativa, credo il modo migliore per affrontare i mesi che abbiamo davanti”.

Il Bilancio in sintesi
Il provvedimento si inserisce nel contesto più ampio del piano di investimenti per quasi 14 miliardi di euro al 2022, presentato già prima dell’estate, per una ricostruzione partecipata e condivisa da territori e parti sociali, grazie a fondi pubblici (europei, statali, regionali) ai quali si aggiungono cofinanziamenti privati, per opere cantierabili e progetti in corso di definizione con le comunità locali.

Una manovra cresciuta rispetto a quella licenziata dalla Giunta poche settimane fa: si sono infatti aggiunte risorse vincolate per 148 milioni di euro nel triennio (99,69 milioni per il 2021, 30,50 per il 2022 e 17,97 per il 2023). Risorse dello Stato attribuite soprattutto all’ambito sociale, con un significativo aumento (+27,50 milioni) per le politiche sociali, interventi per la disabilità, sul fondo regionale per la non autosufficienza (+6,91 milioni) e per i Caregiver familiare. Ma si sommano anche risorse per il sostegno all’agricoltura e per il trasporto pubblico locale.

Confermate le risorse senza precedenti per il sistema sanitario e ospedaliero dell’Emilia-Romagna: oltre 9 miliardi di euro nel 2021, 600 milioni in più rispetto a quest’anno, con investimenti già programmati per più di 340 milioni nel biennio. E la rete socio-assistenziale dedicata agli anziani e alle persone con disabilità potrà contare su un Fondo regionale per la non autosufficienza fra i più alti nel Paese, che sale così a 464 milioni di euro.

Aiuti agli esercizi (bar, ristoranti, ecc.) e agli operatori (taxisti, Ncc, ma anche piscine, palestre, cultura) che hanno dovuto sospendere o limitare le proprie attività in seguito alle ordinanze anti-Covid (31,8 milioni di euro, aggiuntivi rispetto ai ristori nazionali); la conferma dell’esenzione del ticket nazionale da 23 euro sulle prime visite per le famiglie con almeno due figli (8,5 milioni); aiuto ai nuclei in difficoltà col pagamento dell’affitto (11 milioni); servizi educativi 0-6 anni, con i fondi ai Comuni per la riduzione o l’azzeramento delle rette dei Nidi (31,6 milioni); estensione agli studenti fino a 19 anni della possibilità di viaggiare gratis su bus e treni regionali, già oggi possibile per gli under 14 (44 milioni); borse di studio e benefici garantiti a tutti gli studenti aventi diritto (28 milioni); ‘Bike to work’, percorsi casa-lavoro in bici (1 milione); contributi a fondo perduto alle giovani coppie per l’acquisto o ristrutturazione di case nei Comuni montani (altri 10 milioni di euro che si aggiungono a quelli stanziati nel 2020 per la prima volta); conferma del taglio dell’Irap per imprese, artigiani, commercianti, professionisti e autonomi nelle aree montane (24 milioni). Ancora: 215 milioni per attività produttive, formazione e politiche attive per il lavoro, 45 milioni per l’attrattività di investimenti in Emilia-Romagna e 10 milioni di euro per sostenere il percorso verso un unico sistema fieristico regionale, fondamentale per il tessuto economico emiliano-romagnolo.

Ma anche forti investimenti, per dare fondamenta solide alla ripartenza post-covid: quasi 1 miliardo e mezzo di euro di risorse regionali disponibili nel triennio, la gran parte, l’82%, senza ricorrere ad alcun indebitamento (di questi, oltre 630 milioni già per il 2021). Fra gli interventi previsti tra 2021 e 2023, edilizia sanitaria (150 milioni di euro), Big data e innovazione digitale (24 milioni per il Tecnopolo di Bologna), l’elettrificazione delle linee ferroviarie regionali (60 milioni), il fondo investimenti per gli enti locali emiliano-romagnoli (80 milioni), il Programma straordinario di investimenti per i territori maggiormente colpiti dalla pandemia Covid, i territori montani e le aree interne (40 milioni).

Al via le iscrizioni per la Special Edition del Master di I e II livello in Cultural Management – MuSeC di Unife

Da: Ufficio Stampa Unife

Per chi è interessato a lavorare nel settore del management del patrimonio culturale e ambientale e delle imprese culturali e creative

C’è tempo fino al 21 febbraio 2021 per iscriversi alla XIII edizione del Master di I e II livello in Cultural Management – MuSeC, organizzato dal Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara in collaborazione con il Comune di Comacchio nell’ambito del Progetto europeo di cooperazione territoriale 2014-2020 “VALUE – Environmental and Cultural Heritage development” (NTERREG V-A ITALY – CROATIA).

Si tratta di una Special Edition del Master che è rivolto a chi desideri approfondire o specializzarsi nel settore del management del patrimonio culturale e ambientale, delle istituzioni culturali e delle imprese culturali e creative.

Novità di questa edizione è l’ampliamento dell’offerta formativa che vede l’integrazione dei temi economico-aziendali con quelli della sostenibilità, del turismo, di nuove metodologie di valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale e di gestione dei parchi naturali.

Il Master, che per l’Anno Accademico 2020/21 inizierà a marzo e terminerà a dicembre, prevede lezioni, seminari e laboratori per un totale di 360 ore in modalità weekend e blended. Il tirocinio di 400 ore sarà svolto presso importanti istituzioni culturali e imprese del settore culturale e creativo del territorio nazionale.

Per il Master di II livello sono previste agevolazioni per la copertura parziale di 2.500 euro sul contributo di iscrizione da parte del Comune di Comacchio in qualità di Lead Partner del progetto VALUE, per un massimo di 11 partecipanti fino ad esaurimento posti.

Il Master di I livello prevede invece una borsa di studio nell’ambito del premio in memoria di “Marcello Ludergnani” sostenuta dalla famiglia dell’imprenditore, in collaborazione con il Rotary Club di Cento. Il contributo di 2.500 euro è a copertura parziale della quota di iscrizione con un massimo di 14 partecipanti.

Per il bando, le modalità di iscrizione e per ulteriori informazioni è possibile consultare la pagina web del sito Unife dedicata al master unife.it/masters/musec o scrivere a mastermcm@unife.it

Il natale del professor Uberzeit
(PRIMA PARTE)

Lo strano natale del satanico professor Uberzeit ci porta in giro per l’Europa e per la grande letteratura. Il racconto fantastico, ancora inedito, di Sergio Kraisky comincia oggi e prosegue nei prossimi giorni. Buona lettura.
(La redazione)

La neve cadeva lenta sulla città di Torino, cadeva da due giorni e due notti. Una neve cattiva, acerba, dicembrina. Solo quando la temperatura saliva e il ghiaccio iniziava a sciogliersi, qualche essere umano sbucava da un portone per poi arrancare tra la di fanghiglia in cerca di provviste o di qualche timido svago.
Dopo un primo entusiasmo di fronte al miracolo dell’acqua che si trasforma in neve, uno spettacolo mitologico che ad ogni inizio di stagione lo riempiva di meraviglia, il professor Uberzeit maledisse quella nevicata. Perché quell’uomo aveva un disperato bisogno di passeggiare e di farlo a passo veloce, tutti i giorni, per ore e ore. Era questa la sua unica salvezza dall’emicrania, dal mal di stomaco e dall’insonnia che lo affliggevano per intere giornate, a volte per settimane. Invece quelle strade scivolose lo costringevano a una reclusione innaturale dentro il suo appartamento da studente, come lui stesso lo chiamava, nel quale da tre mesi viveva.
Aveva tentato di renderlo più luminoso appendendo alle pareti delicati dipinti ad acquerello, rivestendo di tappezzeria dai variegati colori pastello le poltrone e il divano del salottino. Ma la conformazione stessa di quell’angusto alloggio, l’ingresso come un tunnel buio, le stanze dal soffitto basso e le finestre incassate nelle pareti come feritoie vanificavano quei suoi tentativi. Non gli restava che accontentarsi, non avrebbe potuto permettersi un alloggio più costoso. In un primo momento quella  sistemazione così centrale, vicino alla splendida Mole Antonelliana, gli era sembrata un vero privilegio. Si era innamorato di Torino in una splendida giornata di fine settembre ed aveva deciso d’impulso di trasferirsi lì, ma era stato un amore di breve durata: presto si trovò a dover fare i conti con l’inverno torinese.
Ormai la sua principale ragione di vita, l’unica autentica gioia residua, erano i suoi pensieri, e se restava troppo a lungo rinchiuso in quella tana i pensieri cominciavano a gonfiarsi contro le pareti del cranio, si aggrovigliavano e poi esplodevano lasciandolo esausto, inebetito, per giorni e giorni. Passeggiando invece i pensieri si purificavano, prendevano il volo e gli regalavano lunghi attimi, a volte intere giornate, di gioia e di esaltazione. E lui aveva bisogno di esaltazione per portare a compimento la sua opera.
Sì, perché il professore era solo, malato di stomaco e di ipocondria, dolorante come un vecchio nonostante avesse solo quaranta anni, ferito nell’amore e nell’amor proprio, pieno di disprezzo per l’umanità e di compassione per se stesso. E lo sapeva, sapeva perfettamente che sbagliava a  prenderla così, leggeva Spinoza e Schopenhauer per convincersi a cambiare umore. Ma tante volte, sempre più spesso, non riusciva ad accettare con eroica gioia il suo destino, nonostante proprio questo, andando ancora oltre i grandi maestri, predicasse la sua filosofia. Anche se ogni giorno si ripeteva a voce alta che quelle erano la sua vita e la sua natura, che toccava a lui soffrire in nome della verità, che la felicità è un bene ambito solo da uomini vili, da spiriti deboli. Che l’unica gioia a lui concessa era quella di poter formulare pensieri inauditi. E se il suo destino ormai era già stato scritto, che senso aveva lamentarsi? Non restava che accoglierlo, come l’amante abbraccia l’amata alla quale tutto si perdona. Ma si sbagliava, perché non poteva certo immaginare quello che di lì a poco quello stesso destino gli aveva riservato.
Si avvicinò alla finestra e scostò la tendina. Un sole livido illuminava a tratti gli spiazzi innevati e il bagliore quasi lo accecò. Il cielo cominciava a schiarirsi, ma non abbastanza per avventurarsi in una delle sue lunghe passeggiate. Oltre l’angolo di Piazza Carlo Alberto intravide una carrozza avvicinarsi e immaginò che fossero in arrivo visite per lui. Un pensiero puerile, patetico. Aveva sparso  in giro la voce che era in viaggio per l’Italia meridionale, proprio per evitare visite e  qualunque tipo di contatto con i suoi familiari o i pochi amici. Solo due o tre persone assolutamente discrete conoscevano il suo indirizzo a Torino.
L’isolamento gli era necessario per portare a termine la sua opera, sapeva che i suoi malanni e il suo umore ne avrebbero sofferto e certe volte, soprattutto di notte, veniva sopraffatto da un doloroso bisogno di amore e di amicizia. Allora cominciava a parlare da solo, si metteva a suonare il pianoforte e a cantare. Spesso gli capitava di piangere, non sapeva se per la solitudine o se per la bellezza della musica. Dopo aver visto quella carrozza passare davanti al suo portone senza fermarsi, con uno scatto tipico del suo temperamento, decise che aveva bisogno di aria, di sole, di mare. E di carne umana. Preferibilmente fresca.
Si diresse in ingresso, indossò un pesante caffettano grigio che gli scendeva fino alle caviglie, uno sciarpone blu per coprirsi la bocca, si infilò sopra il cranio dolorante uno zuccotto di lana grezza e subito sopra, per maggiore sicurezza, un cappellone nero a larghe falde. Poi, sfidando il vento gelido che saliva dalla tromba delle scale, scese in strada. Con gesto brusco fermò la prima carrozza libera e mentre vi saliva gridò al vetturino col suo forte accento tedesco: “Alla stazione centrale!”
Era un giorno di dicembre inoltrato, nel 1888..

(continua)

Seconda parte [Vedi qui]

Terza parte [Vedi qui]