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Giorno: 31 Gennaio 2021

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna: 31 gennaio

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 13.500 tamponi, 1.277 nuovi positivi. 743 i guariti. Vaccinazioni: 194mila dosi somministrate.
Il 95% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 43 anni. 22 i decessi

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 218.651 casi di positività, 1.277 in più rispetto a ieri, su un totale di 13.519 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 9,4%.  

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani: il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid. Con la nuova versione aggiornata è possibile sapere anche quante sono le seconde dosi somministrate e, quindi, il numero totale delle persone vaccinate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 194.835 dosi, di cui 5.892 oggi; sul totale, 64.232 sono seconde dosi, cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Si ricorda che, a causa dei tagli pari a circa il 50% delle dosi fornite la scorsa settimana – decisa autonomamente da Pfizer-BioNtech – anche per i prossimi giorni in Emilia-Romagna la priorità è data ai richiami, con la somministrazione della seconda dose a chi ha ricevuto la prima, e ai degenti delle Cra.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 567 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 392 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 629 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,2 anni.

Sui 567 asintomatici405 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing44 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 12 con gli screening sierologici7 tramite i test pre-ricovero. Per 99 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Modena con 231 nuovi casi; a seguire Rimini con 191, Bologna (187), Reggio Emilia (158), Ferrara (113), Imola (80), Ravenna (77), Piacenza (63). Poi Cesena (60), Parma (60) e Forlì (57).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 8.061 tamponi molecolari, per un totale di 2.986.157. A questi si aggiungono anche 49 test sierologici e 5.458 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guaritesono 743 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 162.307.

casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 46.868 (+512 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 44.550 (+520), il 95% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 22 nuovi decessi: 3 a Piacenza (una donna di 83 anni e due uomini di 88 e 94 anni), 4 in provincia di Parma (quattro donne, una di 60 anni, due di 82 anni e una di 94 anni), 3 in provincia di Reggio Emilia (due donne di 75 e 95 anni e un uomo di 73 anni); 7 nel modenese (quattro donne – una di 81 anni, una di 87, una di 88 e una di 91 anni – e tre uomini, uno di 71, uno di 77 e uno di 88 anni); 1 in provincia di Ferrara (un uomo di 81 anni) e 4 in provincia di Ravenna (due donne – di 87 e 90 anni – e due uomini di 69 e 78 anni). Nessun decesso nelle province di Bologna, Cesena, Forlì, Imola e Rimini.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 9.476.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 206 (+3 rispetto a ieri), 2.112 quelli negli altri reparti Covid (-11).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 14 a Piacenza (invariato), 15 a Parma (+2), 17 a Reggio Emilia (invariato), 41 a Modena (-1), 47 a Bologna (+1), 14 a Imola (invariato), 27 a Ferrara (+1), 7 a Ravenna (invariato), 2 a Forlì (invariato), 3 a Cesena (invariato) e 19 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 18.399 a Piacenza (+63 rispetto a ieri, di cui 43 sintomatici), 15.318 a Parma (+60, di cui 47 sintomatici), 29.091 a Reggio Emilia (+158, di cui 58 sintomatici), 38.528 Modena (+231, di cui 143 sintomatici), 43.181 a Bologna (+187, di cui 113 sintomatici), 6.966 casi a Imola (+80, di cui 49 sintomatici), 12.709 a Ferrara (+113, di cui 31 sintomatici), 16.568 a Ravenna (+77, di cui 32 sintomatici), 8.212 a Forlì (+57, di cui 46 sintomatici), 9.337 a Cesena (+60, di cui 47 sintomatici) e 20.342 a Rimini (+191, di cui 101 sintomatici). /A.Ma

Dal 7 al 12 giugno 2021: Ferrara Film Corto Festival
presentato il ricco programma

da: ufficio stampa FERRARA FILM COMMISSION

Sabato 30 gennaio 2021 alle re 21.00 è stata trasmessa in streaming su www.ferrarafilmcorto.it  l’anteprima della 4a edizione del Ferrara Film Corto Festival 2021 intitolata “Ambiente è Musica” e organizzata dalla APS Ferrara Film Commission, che da quest’anno, per la prima volta, sarà Internazionale.

Durante l’evento online, condotto da Carlotta Targa, che sarà anche la presentatrice del Festival, i direttori artistici, Mattia Bricalli ed Eugenio Squarcia hanno anticipato il programma denso di appuntamenti che si svolgerà in presenza dal 7 al 12 giugno 2021, emergenza sanitaria permettendo.

Oltre alla proiezione dei 35 corti internazionali selezionati, che parteciperanno alle due categorie del Festival – Ambiente è Musica (destinata alle opere tematiche di autori nazionali e internazionali), e Buona la prima (destinata alle opere prime di autori italiani) – ci saranno mostre, ospiti e appuntamenti legati alla tematica ambientale, grazie alle importanti collaborazioni instaurate.

In rappresentanza del Comune, è apparso in video l’Assessore alla Cultura Marco Gulinelli: “Ferrara è un meraviglioso set a cielo aperto e il Comune sarà al Fianco del Ferrara Film Corto Festival”. Ha manifestato il suo appoggio anche l’Assessore all’Ambiente Alessandro Balboni e il Sindaco Alan Fabbri si è complimentato per l’iniziativa.

Rinnovata, per il secondo anno, la partnership con il Museo di Storia Naturale di Ferrara: “Noi e tutte le creature del mondo siamo un’unica forma di vita” dichiara il Direttore Stefano Mazzotti, sottolineando quanto sia importante tutelare l’ambiente con tutti i mezzi, anche quelli artistici.

Accanto all’ormai consolidato gemellaggio con il Roma Film Corto, del quale sarà proposto – come ormai è consuetudine – un assaggio di corti partecipanti selezionati dal Direttore Artistico Roberto Petrocchi, c’è quello, nuovo di zecca, con il Sondrio Festival, rassegna nata dopo l’alluvione del 1987 proprio per proporre riflessioni ecologiche: “Siamo entusiasti di collaborare con il Ferrara Film Corto Festival per un importante scambio nel nome dell’ambiente” dichiara la Presidente, nonché Assessore alla Cultura, Marcella Fratta, facendosi portavoce anche del Direttore Artistico Simona Nava  e del Sindaco Marco Scaramellini.

E poi la collaborazione con la Scuola di Cinema ‘Florestano Vancini’, diretta dall’attore Stefano Muroni, dalla quale è nata l’idea di affiancare alla Giuria Professionale una Giuria Giovani  composta da 20 studenti della scuola.

Per quanto riguarda la Giuria Professionale, invece, rivelati i nomi di alcuni componenti: l’affermata regista Lyda Patitucci – che sarà Presidente di Giuria – il pluripremiato fotografo naturalista Milko Marchetti, il sound designer Giampiero Sanzari, e il videomaker Matteo Bertoli che lavora negli Stati Uniti.

Dopo la proiezione dei corti, si terrà l’incontro con i registi moderato dall’ormai affezionato ospite direttore della fotografia Cesare Bastelli e dalla new entry, l’attrice Miriam Previati, creatrice del gruppo ‘Mujeres nel cinema’ formato da oltre 10.000 donne che lavorano nel cinema.

Diverse le location nelle quali si svolgerà il Festival: il Palazzo della Racchetta, la galleria d’arte Cloister, La Stanza di Lucrezia e l’Apollo Cinepark.

Tra gli ospiti delle 6 serate ci saranno Enrico Maspero in arte Acid Video e Tibor Bricalli

Durante l’anteprima è stato presentato il trailer ufficiale è stato realizzato tra Italia e Giappone – nelle Foreste ficino al Monte Fuji – dai direttori artistici e RubenFro, esperto di arte immersiva interattiva ed effetti speciali.

Per chi volesse guardare il video dell’anteprima, è visionabile su www.ferrarafilmcorto.it. Per informazioni e aggiornamenti consultare la pagina Facebook www.facebook.com/ferrarafilmcorto/ o scrivere all’indirizzo di posta elettronica info@ferrarafilmcorto.it.

Autori premiati al Microfestival delle storie:
ospiti Sandro Frizziero, Sabrina Paravicini ed Emanuela Canepa. Carlo Callegari per la rassegna MicroNerofestival

da: Ufficio Stampa Microfestival delle storie

Finalista al premio John Fante nel 2019 con Confessioni di un Neet, Sandro Frizziero sarà al Microfestival delle storie giovedì 4 febbraio alle 21 con il suo ultimo libro Sommersione, Fazi editore. Sandro Frizziero,  nato a Chioggia nel 1987, insegna lettere negli istituti superiori della sua città e con Sommersione è stato finalista al Campiello 2020. L’autore, intervistato da Riccarda Dalbuoni, parlerà di cosa accade nell’isola protagonista di Sommersione e del vecchio pescatore a cui rimangono la sua solitudine e un dialogo interiore con cui confrontarsi. Un’esistenza disperata e naufraga quella del pescatore, per certi versi abbietta, senza più consolazione, vissuta nel perimetro di un’isola della laguna veneta dove famiglia e affetti sono stati sommersi dagli anni e dalla fatica di vivere.

Lunedì 15 febbraio alle 21 per il MicroNerofestival, lo scrittore padovano Carlo Callegari presenterà Vacanze a Cortina, ultimo romanzo appartenente alla fortunata serie della Banda dei tre, Fanucci editore, intervistato da Consuelo Pavani.
Giovedì 18 febbraio alle 21, l’attrice e autrice televisiva Sabrina Paravicini presenta Fino a qui tutto bene, Sperling&Kupfer, intervista da Riccarda Dalbuoni. Sabrina Paravicini racconta la malattia, un viaggio che poteva essere colmo di dolore, di paura, di sconforto, ma che l’autrice riesce a riempire con molto altro: accanto alla sofferenza dovuta alle terapie, ha lasciato spazio per le piccole, grandi gioie, come l’affetto per suo figlio.
Il calendario di febbraio si conclude venerdì 26 febbraio alle 21 con il premio Calvino Emanuela Canepa che presenterà la Insegnami la tempesta, edizioni Einaudi. A dialogare con l’autrice, Riccarda Dalbuoni.

Tutte le presentazioni saranno in diretta sulle pagine Facebook del Microfestival delle storie e di Ferraraitalia.

SCHEI
L’oppio è la religione dei popoli
(dai Vikings al Fentanyl)

Esempio: tuo figlio è un ragazzino. La sua passione è giocare a Mortal Kombat, uno dei videogiochi più violenti del mondo, in cui non solo puoi uccidere, ma mutilare i tuoi nemici. Ci gioca ossessivamente, anche di notte. Quando lo hai scoperto, gli hai messo il parental control, ma lui in due e due quattro lo ha eluso, perchè di tecnologia ne sa mille volte più di te. Allora gli hai tolto il computer, ma lui ha iniziato a giocare sul pc del suo amico del cuore. Allora gli hai vietato di andare a casa del suo amico del cuore, e lui ha iniziato ad odiare te, non più i suoi nemici virtuali. Te, suo padre.

Se i milioni e milioni di software Mortal Kombat fossero sequestrati tutti e non se ne trovasse più nemmeno uno in circolazione, tuo figlio ed i milioni di altri figli che ci giocavano dirotterebbero la loro ossessione su un altro gioco: altrettanto eccitante, altrettanto violento. Vietare, sequestrare una cosa la cui richiesta è enorme, produce l’unico risultato di innescare una escalation verso qualcosa di ancora più violento, eccitante, dannoso, proibito. La proibizione, poi, aggiunge un tocco di fascino supplementare ad una cosa di per sè attraente: la rende irresistibile. Una cosa non ti chiedi, l’unica cosa che dovresti chiederti: perchè tuo figlio lo fa. Ma questa è una domanda troppo difficile, perchè mette in discussione te stesso, le tue inadeguatezze, le tue dipendenze.

La legge della domanda e dell’offerta è un assioma della microeconomia. Se la domanda di un bene è alta, l’offerta di quel bene si adeguerà sempre alla domanda, fino a soddisfarla (quasi) integralmente. Quasi, perchè ci sarà sempre qualcuno che non la troverà, pronta, a sua disposizione, e sarà disposto a (quasi) tutto pur di procurarsela.

In questi giorni a Ferrara le forze dell’ordine hanno (giustamente) sbandierato la conclusione di una operazione di polizia che ha portato al sequestro di notevoli quantità di droga e all’arresto di una banda di individui nigeriani denominata “Vikings”. Nel frattempo il consumo di droga ed i morti per overdose in città sembrano essere tornati ai livelli degli anni ’90. Fuoriluogo, il magazine sulle politiche di contrasto al consumo di Forum Droghe (associazione che si batte per la riforma delle politiche di lotta alle droghe), ospita una drammatica testimonianza di Neil Woods, ex poliziotto sotto copertura e membro di Law Enforcement Action Partnership (LEAP), organizzazione internazionale composta da professionisti delle forze dell’ordine, passati e presenti, che si battono per le riforme della legge sulla droga. Non possiamo che citare testualmente l’articolo:

“Le polizie di tutto il mondo sanno che immagini come queste sono un inganno” dice Woods riferendosi alle prime pagine dei giornali con le foto delle sostanze sequestrate. “I dirigenti delle Polizie amano questa attenzione dei media” prosegue, perchè “possono migliorare le loro statistiche e spingere per aumentare i loro budget” mentre “i politici la usano per convincere tutti che le loro politiche stanno funzionando e i giornalisti sanno che le storie di droga generano sempre clic.”

“Ma c’è uno sporco segreto che ogni poliziotto in queste foto conosce” rivela Woods: “non importa quanto siano impressionanti i sequestri, non fa assolutamente alcuna differenza per il traffico di droghe. Non solo non diminuiamo mai l’offerta di droga, ma questi sequestri sono parte attiva dell’incremento della violenza. Se elimini un grosso spacciatore, tutto ciò che fai è istigare una guerra per il territorio.” E come più volte richiamato nel nostro Libro Bianco sulle Droghe “in questa guerra, sono i criminali più violenti e spietati che salgono al vertice.”

In un suo rapporto, la National Crime Agency (corrispondente britannico della FBI) afferma: “…siccome c’è una base di utenti disposta a spendere milioni e milioni di sterline in droghe…avremo un problema con le droghe illecite in questo paese. Non possiamo pensare di risolvere il problema arrestandoli tutti. Dobbiamo affrontare i fattori che lo alimentano”.

Non c’è nemmeno bisogno di tradurre in parole povere il concetto. Fino a che ci sarà una richiesta enorme di consumo di queste sostanze (domanda), il mercato si adeguerà producendole e commercializzandole, seppure in maniera illegale (offerta), e le operazioni che sgominano le bande criminali serviranno a spianare il terreno a organizzazioni sempre più spietate che ne prenderanno il posto nel governo del traffico – fino a quelle che sfruttano i bambini per lo spaccio.

Neil Woods non è un testimone qualunque, perchè non è stato un poliziotto qualunque. Per 14 anni ha agito sotto copertura infiltrandosi nelle bande di narcotrafficanti. Se uno che ha dedicato la propria vita professionale alla “War on Drugs” ti dice che è inefficace, che il problema sta nella domanda di sostanze, non te lo sta dicendo un tuttologo da tastiera, e nemmeno uno studioso che analizza il fenomeno da un punto di vista saggistico o accademico. Se te lo dice uno come Neil Woods, con la sua storia e la sua esperienza diretta, le sue parole hanno un peso speciale. Non possono lasciare indifferenti.

La dipendenza da qualcosa (una persona, un oggetto, un gioco) è un fenomeno che, in misura maggiore o minore, riguarda ciascuno di noi. A volte non è facile stabilire il confine tra una cosa che ci piace e una cosa che ci allontana dal dolore. Non è facile stabilire se dipendiamo da qualcosa perchè ci procura piacere o perchè senza di essa saremmo perduti, piagnucolanti, finiti. La richiesta di sostanze che diano eccitazione o che tolgano il dolore è un fenomeno mondiale di dimensioni impressionanti. La domanda di droghe legali, illegali, pubblicizzate o bandite eppure disponibili, è altissima, in alcune regioni del mondo è fuori controllo. Già questo basterebbe a considerare quanto sia vano lo sforzo per colpire l’offerta di droghe illegali, fino a che milioni di persone decideranno di colmare i buchi della loro esistenza ingerendo, inalando o iniettandosi sostanze che li facciano sballare, che li anestetizzino o che li eccitino al punto da diventare delle instancabili, implacabili macchine che producono affari o stuprano donne, con la tragica incoscienza della actio libera in causa. Liberi professionisti, padri di famiglia, dirigenti, praticanti della Messa domenicale, studenti, manager, artisti di successo, operai. Il discorso sulle sostanze si allarga ben oltre la cocaina. Michael Jackson è morto per un’intossicazione acuta da Propofol, un farmaco che gli anestesisti conoscono bene, perchè oltre a indurre anestesia porta il paziente operato ad uno stato di disinibizione tale da consigliare di tenerlo al riparo dai familiari per alcune ore dopo l’intervento, ad evitare confessioni indesiderate. Prince è morto per una intossicazione da Fentanyl, un analgesico più potente della morfina, un oppioide sintetico per il quale non ha nemmeno più senso dire se è legale o illegale: è legale se somministrato sotto controllo medico, ma è anche illegale se si considera che è una delle sostanze più spacciate al mondo, che ha fatto negli Stati Uniti 200.000 morti negli ultimi sei anni. Sono numeri che rendono evidente come questi oppioidi non vengano utilizzati solo per curare il dolore severo di tipo fisico, ma anche o forse soprattutto quello psicologico, emotivo. Il premio Nobel per l’economia Angus Deaton ha pubblicato un corposo studio sul tema (“Deaths of Despair and the Future of Capitalism”, Princeton University Press, 2020). Questa ‘”epidemia” del male di vivere colpirebbe prevalentemente americani bianchi della classe media o operaia e con un livello basso di istruzione; ma, come appare dagli illustri esempi che ho citato, anche i ricchi e famosi ricorrono all’oppio di ultima generazione, fino a morirne per overdose. Ci sono case farmaceutiche, come Johnson&Johnson e Purdue, condannate a risarcimenti plurimilionari per le aggressive campagne di marketing con le quali hanno spinto i medici a prescrivere queste sostanze in maniera indiscriminata. (Nel 2015, un terzo di tutti gli adulti, negli Usa, ha ottenuto una prescrizione di medicinali a base di oppioidi. Parliamo di 98 milioni di persone).

Far fallire la Johnson&Johnson però non è la soluzione al problema, così come non lo è catturare i Vikings a Ferrara o decapitare il cartello di Medellin, o arrestare “El Chapo” Guzman. Pur nutrendo il massimo rispetto per chi porta a termine queste attività di contrasto al grande narcotraffico, mi viene in mente l’immagine del bambino che appare a Sant’Agostino cercando di rimuovere l’acqua del mare con una conchiglia. Il problema gigantesco che innerva la nostra vita sociale non è la disponibilità di droga, è la mancanza di un senso. La frase di Karl Marx “la religione è l’oppio dei popoli” suona ancora più inquietante in una versione aggiornata, che si può ottenere semplicemente invertendo l’ordine di due vocaboli: l’oppio è la religione dei popoli.

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PER CERTI VERSI
Il bosco

Ogni domenica Ferraraitalia ospita ‘Per certi versi’, angolo di poesia che presenta le liriche del professor Roberto Dall’Olio.
Per leggere tutte le altre poesie dell’autore, clicca
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IL BOSCO

Quando la radura
In mezzo
Alle alte mura
Dei fusti alberati
Diventa un chiosco
Di luce
Il bosco
Tra fogli di neve
Mantiene le forme
Della notte gelata
Le orme dei rari ungulati
In cerca di calore
Di stretto contatto
Affetto loro
Le cerbiatte
I cervi i caprioli
E i nervi della luce che imbianca di latte
Il nostro sogno illeso
Dell’innocenza

In copertina: foto di Antonio Gardenghi