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Giorno: 2 Febbraio 2021

L’appello di Cna all’assessore regionale Priolo: “Per salvare le nostre spiagge serve subito un cambio di passo. Dall’Emergenza alla Programmazione,”:

Da: ufficio stampa Cna Ferrara

“Per salvare le spiagge della nostra costa dall’erosione del mare è necessario attivarsi con grande rapidità, superando definitivamente la logica degli interventi in emergenza. D’ora in poi serve una programmazione almeno decennale, guidata da una struttura tecnico-scientifica di esperti e dotata di un fondo strutturale che assicuri una disponibilità finanziaria certa”.
E’ questo – nelle parole del Presidente Davide Bellotti – il nucleo della proposta che Cna Ferrara ha avanzato oggi (martedì 2 febbraio), nel corso di un incontro in teleconferenza con le associazioni imprenditoriali, convocato dall’assessore regionale all’ambiente e alla difesa della costa Irene Priolo. Obiettivo, individuare un metodo per contrastare l’erosione marina sul litorale comacchiese, che ha un forte impatto ambientale e rischia, se trascurata, di danneggiare gravemente le attività turistiche costiere.
La situazione, hanno spiegato i rappresentanti di Cna, è molto difficile e, in alcuni punti dei Lidi, quasi compromessa. E’ assolutamente necessario quindi, prima di tutto, un intervento di estrema urgenza da programmare subito, con l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale per garantire la prossima stagione turistica che inizierà per molti già a marzo, emergenza sanitaria permettendo.
“Tuttavia, per il futuro, la logica dei bandi emergenziali va assolutamente superata – ha affermato la responsabile di Cna turismo e commercio Linda Veronese – Crediamo che i lavori sulla costa non vadano più gestiti tramite continue gare d’appalto, che comportano dapprima delibere di finanziamento, poi tempi lunghi per indire le gare, verificare i concorrenti e assegnare i lavori. Proponiamo invece l’attuazione di Accordi quadro pluriennali, in cui sia individuato un gruppo di aziende competenti, vengano accantonati dei fondi e si proceda all’affidamento diretto dei lavori: la gestione diverrebbe così molto più immediata e agevole. Una programmazione solida e pluriennale gestita da una struttura di esperti, che abbia visione, che riduca il peso degli impedimenti burocratici e che permetterà di intervenire con maggiore tempestività ed efficacia”.
Nicola Ghedini, imprenditore dei Lidi e portavoce dei Balneari di Cna, ha esortato la Regione ad accogliere le proposte dell’associazione: “è necessario un cambio di passo nelle politiche di tutela della costa. Altrimenti rimarrà una sola possibilità: spostare indietro gli ombrelloni e le altre strutture, riducendo lo spazio a disposizione delle attività turistiche. Vi lascio immaginare con quali conseguenze economiche”.
L’assessore Priolo ha spiegato che la Regione, su questo tema, si sta muovendo su tre versanti. Il primo: definire un approccio che inserisca i problemi specifici della costa comacchiese in una strategia integrata, che riguardi tutto il litorale dell’Emilia Romagna. Secondo: questa strategia deve essere inserita all’interno di un progetto complessivo, che la Regione sta presentando nell’ambito del Recovery Plan. Terzo: sono comunque necessari interventi di breve periodo sulla costa ferrarese, ma da questi interventi si deve prendere le mosse per operazioni di più ampio respiro programmate su più anni.
La linea della programmazione su più annualità invocata da Cna è stata confermata anche dall’ing. Alceste Zecchi, responsabile della sede operativa per Ferrara dell’Agenzia Regionale per la difesa del territorio. La Regione, ha spiegato Zecchi, ha già programmato stanziamenti sulla manutenzione della costa, con fondi regionali, fino al 2023
L’incontro è stato aggiornato e si svolgerà nuovamente, tra due mesi, con l’obiettivo di fare nuovamente il punto sullo stato di avanzamento dei lavori.

Risorse assegnate a otto progetti sportivi

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

RISORSE ASSEGNATE A OTTO PROGETTI SPORTIVI
I fondi legati ai residui dei voucher dello sport e incrementati con risorse comunali

Per sostenere il settore e scongiurare una desertificazione del panorama sportivo e associazionistico l’Amministrazione comunale di Copparo ha varato dei fondi, legati ai residui voucher dello sport e incrementati con risorse comunali, rivolti alle associazioni e società sportive dilettantistiche operanti sul territorio e iscritte a Coni e Cip.
Gli oltre 10mila euro a disposizione sono stati assegnati a specifici progetti presentati dalle realtà operanti sul territorio: ‘Progetto acqua. Dall’apprendimento all’attività sportiva… ed oltre’ del Centro Nuoto Copparo, ‘Scuola basket e minibasket, progetto nella scuola primaria’ di Antares Basket, ‘Promozione dell’atletica nel mondo giovanile’ del Centro Atletica Copparo, ‘Promozione dell’attività del karate nel Comune di Copparo’ del Ren Bu Kai Japanese Karate, ‘Ginnastica dolce per la terza età’ di Uisp Comitato Territoriale Ferrara, ‘In forma con la musica: dai ritmo al tuo
benessere’ di Just For Fun, ‘Progetto sociale Memorial Lucky’ dei Cavalieri del Naviglio, ‘Il calcio non è solo un gioco’ di Asd Copparo.

Palazzetto, al via i lavori all’impianto di illuminazione

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

PALAZZETTO, AL VIA I LAVORI ALL’IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE
Si tratta di interventi di riqualificazione e messa a norma per un investimento di 25mila euro

Sono iniziati al palazzetto dello sport di Copparo, a cura della ditta copparese Zanella Impianti, i lavori di adeguamento degli impianti elettrici, in cui l’Amministrazione comunale ha investito circa 25mila euro. Dopo la sostituzione delle luci di emergenza, eseguita dal gestore della struttura, si è ora messo mano alla riqualificazione e alla messa a norma, attraverso diversi interventi, fra cui la sostituzione dei corpi illuminanti e le opere necessarie al certificato di rispondenza degli impianti.
Negli ultimi 3 anni, dal 2018 al 2020, sull’immobile sono stati eseguiti interventi di manutenzione per complessivi 115mila euro, che hanno visto la riparazione dell’impianto di riscaldamento, la sostituzione completa della centrale termica, il rifacimento degli impianti di riscaldamento collegati alla centrale, la riparazione di infiltrazioni dal tetto e delle pompe antincendio, la manutenzione dell’impianto idrico sanitario, la sostituzione delle maniglie antipanico e del circolatore del circuito dell’acquua sanitaria.

Ultravideo IV puntata di sabato 6 febbraio

Da: Pietro Perelli

ULTRAVIDEO e le MURA VIVENTI:
la videoarte promuove la creatività giovanile nel raccontare
nuove centralità di luoghi, persone e imprese.
Sabato 6 febbraio quarto e ultimo appuntamento “Innovazione digitale: dall’animazione alla realtà
aumentata. Tecniche dell’animazione tra analogico e digitale legate alla videoarte, le nuove tecnologie
immersive (3D e realtà aumentata)”.

Quarto e ultimo appuntamento per “Ultravideo e le mura viventi”, progetto cofinanziato da ANCI
nell’ambito dell’Avviso pubblico “Sinergie” e promosso dal Consorzio Factory Grisù. Il nuovo workshop si
terrà sabato 6 febbraio con le docenze di Maurizio Finotto e Matteo Fabbri. Il primo, regista, autore e artista
ha scritto e realizzato documentari, serie tv, spot, videoclip, cortometraggi, video d’arte, video installazioni.
È docente di Linguaggi e tecniche dell’audiovisivo all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Tra gli ultimi
lavori ricordiamo Disincantoiconico, film su Luigi Ontani, Kintsugi Emilia e Manutenzione dei sogni.
Omaggio a Federico Fellini. Matteo Fabbri è invece socio fondatore di Tryeco 2.0 e docente presso la
Facoltà di Architettura di Ferrara e l’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Negli anni ha seguito molte
importanti commesse nel campo dei beni culturali per, tra gli altri, Villa Adriana a Tivoli, il MEIS di Ferrara
o il Museo Egizio di Torino. Con loro si parlerà di innovazione digitale oltre che di 3D e realtà aumentata
come ben si intuisce dal titolo degli incontri per i quali sarà possibile iscriversi sul sito www.ultra-video.it.
Saranno, in ogni caso, trasmessi anche sulle pagine Facebook e YouTube del Consorzio Factory Grisù oltre
che sulla pagina Instagram dedicata ultravideo_ferrara. Tra le 10,00 e le 13,00 sarà il turno di Maurizio
Finotto mentre, dopo la pausa pranzo, l’incontro proseguirà con Matteo Fabbri tra le 15 e le 18.

Tutte gli incontri si trovano e possono essere rivisti attraverso il sito dedicato www.ultra-video.it oltre che
sul canale YouTube del Consorzio Factory Grisù.

Ultravideo ha il suo focus nel linguaggio audiovisivo e nella videoarte partecipativa per dare evidenza
all’intreccio tra la presenza umana nei luoghi e le arti. Intende promuovere un approccio che consenta
riletture inedite del presente per raccontare l’evoluzione di uno spazio sociale e per guidare intuizioni future.

L’obiettivo del progetto è quello di far emergere la nuova vocazione territoriale del quartiere Giardino
promuovendo l’identità positiva di nuovi luoghi e di nuove funzioni grazie al linguaggio della videoarte e
dell’audiovisivo. Il percorso prevede corsi di formazione, incontri e laboratori di videoarte, workshop e
progetti che producano o permettano di creare video istallazioni nei nuovi luoghi sociali e culturali del
quartiere. Luoghi “viventi” mostrati attraverso la visione dei giovani che abitano e comunicano.

Sabato 6 febbraio / 10:00–13:00 e 15:00–18:00
Innovazione digitale: dall’animazione alla realtà aumentata.
Tecniche dell’animazione tra analogico e digitale legate alla videoarte, le nuove tecnologie immersive
(3D e realtà aumentata).
Intervengono
– 10:00–13:00
Maurizio Finotto, Regista, Autore, Artista e Videomaker
– 15:00–18:00
Matteo Fabbri, Museum Interacion Experience

BREVE BIOGRAFIA DOCENTI

Maurizio Finotto, nato a Venezia nel 1968, vive e lavora a Bologna. Regista, autore e artista, ha scritto e
realizzato documentari, serie tv, spot, videoclip, cortometraggi, video d’arte, video installazioni. Partecipa
attivamente a Festival nazionali e internazionali. Ha ideato e realizzato produzioni per RAI, MEDIASET,
MTV, TELE+, SKY CINEMA, DISCOVERY CHANNEL. È docente di Linguaggi e tecniche
dell’audiovisivo all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Tra gli ultimi lavori ricordiamo Disincantoiconico,
film su Luigi Ontani, Kintsugi Emilia e Manutenzione dei sogni. Omaggio a Federico Fellini.

Matteo Fabbri, socio fondatore di Tryeco 2.0 e responsabile del settore di modellazione per la
prototipazione rapida e del rilievo laser scanner di dettaglio. È docente presso la Facoltà di Architettura di
Ferrara e l’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Negli anni ha seguito molte importanti commesse nel
campo dei beni culturali per, tra gli altri, Villa Adriana a Tivoli, il MEIS di Ferrara o il Museo Egizio di
Torino.ax

Caricento: i sindacati a fianco dei lavoratori e della clientela

Da: Susanna Garuti

CARICENTO: I SINDACATI A FIANCO DEI LAVORATORI E DELLA CLIENTELA
Venerdì 29 gennaio le Organizzazioni Sindacali della Cassa di Risparmio di Cento hanno incontrato i verƟci
aziendali per avere indicazioni sullo stato di avanzamento delle aƫvità relaƟve alla fusione con Credem
Spa.
Dal confronto è emerso che un’analisi deƩagliata degli aspeƫ di questa operazione sarà possibile una volta
definiƟ tuƫ i passaggi autorizzaƟvi della stessa.
Come Organizzazioni Sindacali esprimiamo sin d’ora la necessità di gesƟre le eventuali ricadute
occupazionali uƟlizzando gli strumenƟ di seƩore, su base esclusivamente volontaria, a tutela di tuƫ i
lavoratori e di tuƩe le lavoratrici.
La gesƟone ordinata della fusione richiederà la discussione e definizione degli aspeƫ economici,
organizzaƟvi e professionali che impaƩano sul personale della Cassa di Risparmio di Cento, adoƩando tuƫ
gli accorgimenƟ che favoriscano la valorizzazione delle persone e porƟno a soluzioni organizzaƟve che non
stravolgano la vita e la professionalità delle persone.
SpeƩa a noi, come Organizzazioni Sindacali, negoziare il mantenimento di adeguaƟ livelli occupazionali, sia
nelle aree di tradizionale presenza della Cassa, sia nelle zone dove vi è sovrapposizione tra le due banche,
ma anche tutelare i diriƫ delle persone.
Ricordiamo l’importanza che la Cassa di Risparmio di Cento riveste nei territori ove è presente, a supporto
delle persone e delle aziende sopraƩuƩo in questa delicata fase pandemica. Una ripresa economica non
potrà avvenire nei nostri territori senza il sostegno, la conoscenza della clientela e la professionalità dei
colleghi e delle struƩure della Cassa.
Alcune dichiarazioni pubblicate negli ulƟmi giorni sui giornali non contribuiscono a nostro avviso ad una
gesƟone ordinata di questa delicata operazione di fusione e rischiano di creare inuƟli allarmismi.
Come Organizzazioni Sindacali siamo presenƟ quoƟdianamente al fianco dei lavoratori, per tutelarli
davvero, aƩraverso i tavoli di negoziazione, e non per trovare visibilità personali.

Le Rappresentanze Territoriali
FABI FIRST CISL FISAC CGIL

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 2 febbraio

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 28mila tamponi effettuati, 879 nuovi positivi (3,1%). Quasi 2.100 i guariti, diminuiscono i casi attivi (-1.289) e i ricoveri

Quasi il 95% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 42,4 anni. 72 decessi. Vaccinazioni: alle 15 verso le 213 mila somministrazioni, oltre 81.400 le persone immunizzate

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 220.575 casi di positività, 879 in più rispetto a ieri, su un totale di 28.432 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. Si tratta del numero di contagi più basso registrato in Emilia-Romagna dalla prima settimana di ottobre. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3,1%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani: il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid. Con la nuova versione aggiornata è possibile sapere anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 212.990 dosi, di cui 5.706 oggi; sul totale, 81.438 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale e sono perciò immunizzate.

Si ricorda che, alla luce delle nuove forniture di dosi di Moderna e Pfizer-Biontech,previste in Emilia-Romagna per questa settimana, anche per i prossimi giorni proseguiranno in via prioritaria i richiami, con la somministrazione della seconda dose a chi ha ricevuto la prima, e ai degenti delle Cra.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 386 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 299 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 416 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 42,4 anni.

Sui 386 asintomatici, 260 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 27 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 6 con gli screening sierologici, 5 tramite i test pre-ricovero. Per 88 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 215 nuovi casi; poi Modena (166), Reggio Emilia (95), Rimini (84), Ferrara (78), Cesena (66) e Piacenza (59); seguono le province di Forlì (38), Parma (31), Ravenna (24), e infine Imola (23).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 17.308 tamponi molecolari, per un totale di 3.011.257. A questi si aggiungono anche 294 test sierologici e 11.124 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.096in più rispetto a ieri e raggiungono quota 165.681.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 45.312 (-1.289 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 42.938 (-1.275), il 94,8% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 72 nuovi decessi: 7 a Piacenza (due donne di 93 e 101 anni, e 5 uomini: uno di 67, uno di 71, due di 89 e uno di 95 anni); 5 in provincia di Parma (4 donne di 66, 71, 76 e 92 anni, e un uomo di 86 anni); 2 donne in provincia di Reggio Emilia (di 78 e 86 anni); 6 nella provincia di Modena (due donne – di 85 e 90 anni – e 4 uomini di 52, 72, 86 e 91 anni); 29 in provincia di Bologna (13 donne: di 75, 76, 79 anni, due di 81, una di 85, una di 88, una di 90, due di 91, poi di 92, 94 e 97 anni; 16 uomini: di 53, 62, 66, 73, 79, 80 anni, due di 81, e ancora di 82, 83, 87 anni, due 90enni, due di 93 e uno di 95 anni); 5 nella provincia di Ferrara (tre donne – di 80, 82 e 86 anni – e due uomini di 78 e 83 anni); 4 in provincia di Ravenna (una donna di 93 anni e tre uomini di 66, 78 e 90 anni); 9 in provincia di Forlì-Cesena (6 donne di 85, 89, 90, 91, 92 e 97 anni; tre uomini di 84, 85 e 88 anni); 5 nel riminese (due donne di 85 e 93 anni, e tre uomini di 74, 77 e 89 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 9.582.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 198 (-9 rispetto a ieri), 2.176 quelli negli altri reparti Covid (-5).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 17 a Piacenza (+1), 14 a Parma (numero stabile rispetto a ieri), 16 a Reggio Emilia (-2), 39 a Modena (-5), 42 a Bologna (-2), 13 a Imola (-1), 28 a Ferrara (+1), 6 a Ravenna (invariato), 2 a Forlì (invariato), 2 a Cesena (-1) e 19 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 18.474 a Piacenza (+59 rispetto a ieri, di cui 37 sintomatici), 15.433 a Parma (+31, di cui 16 sintomatici), 29.306 a Reggio Emilia (+95, di cui 42 sintomatici), 38.870 a Modena (+166, di cui 108 sintomatici), 43.649 a Bologna (+215, di cui 144 sintomatici), 7.035 casi a Imola (+23, di cui 8 sintomatici), 12.831 a Ferrara (+78, di cui 22 sintomatici), 16.650 a Ravenna (+24, di cui 13 sintomatici), 8.307 a Forlì (+38, di cui 24 sintomatici), 9.501 a Cesena (+66, di cui 40 sintomatici) e a 20.519 Rimini (+84, di cui 39 sintomatici).

Coronavirus. Al via oggi in Emilia-Romagna la vaccinazione a domicilio degli over 80 assistiti nella propria abitazione

Coronavirus. Al via oggi in Emilia-Romagna la vaccinazione a domicilio degli over 80 assistiti nella propria abitazione: coinvolti oltre 62.000 anziani e i loro coniugi. Saranno le Asl a contattarli per fissare l’appuntamento. L’assessore Donini: “Mettiamo al sicuro per prime le persone più a rischio, facciamo tutti gli sforzi possibili per ampliare la popolazione target”

Precedenza a chi presenta le condizioni cliniche più fragili. Verranno utilizzati sia i vaccini Pfizer che quelli Moderna, secondo la disponibilità delle Ausl. Nelle Cra già vaccinati più di 20.000 ospiti sopra gli 80 anni, per tutti gli altri ultra 80enni in arrivo una lettera del presidente Bonaccini con le modalità e le date di prenotazione

Bologna – Una categoria a rischio alla volta, l’Emilia-Romagna mette al sicuro quanti più cittadini possibili dal Coronavirus. Da questa mattina infatti da Piacenza a Rimini inizia la campagna vaccinale contro il Covid-19 per gli oltre 60.000 cittadini con più di 80 anni che sono assistiti a domicilio e i loro coniugi, coinvolti in qualità di caregiver.

Saranno i servizi di cure primarie delle Aziende sanitarie, che hanno già in carico gli anziani per la loro assistenza domiciliare, a contattare direttamente i cittadini per fissare l’appuntamento per la loro vaccinazione. Per quanto riguarda i criteri di precedenza, si baseranno sulle condizioni cliniche della persona, di cui le Asl sono già a conoscenza in quanto assistiti a domicilio: priorità ovviamente per chi presenta un quadro sanitario più fragile.

Saranno utilizzati indifferentemente i vaccini Pfizer-Biontech o Moderna, a seconda della disponibilità dell’azienda sanitaria: in tutta la regione per il mese di febbraio sono attese più di 230.000 dosi di vaccino.

Stiamo mettendo al sicuro nei tempi più rapidi possibili la generazione più colpita dalla letalità della pandemia – dichiara l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Diamo la precedenza alle persone più a rischio e facciamo tutti gli sforzi possibili per ampliare la popolazione target”.

In totale questa campagna di vaccinazione per gli anziani assistiti a domicilio coinvolgerà 62.656 anziani: 15.207 persone per i territori dell’Ausl della Romagna, 11.224 a Bologna, 9.060 a Modena, 8.616 a Reggio Emilia, 6.863 a Ferrara, 5.506 a Parma, 3.720 a Piacenza e 2.460 nel circondario di Imola. A questi numeri si devono poi aggiungere i coniugi in qualità di caregiver, che saranno quantificati al momento delle convocazioni telefoniche da parte delle Aziende sanitarie.

Per gli anziani ospiti delle Cra la campagna vaccinale è iniziata alla fine del 2020, proprio con il Vaccine day del 27 dicembre: ad oggi sono più di 20.000 le somministrazioni effettuate nelle strutture socio-sanitarie agli over 80.

E proprio agli emiliano-romagnoli con più di 80 anni che non sono né ospiti di Cra né seguiti a domicilio dalle Ausl, come già annunciato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, invierà una lettera in cui, oltre alle ragioni per cui è bene vaccinarsi, fornirà tutte le indicazioni e le tempistiche per la prenotazione: i dettagli di questa parte della campagna vaccinale saranno illustrati già nei prossimi giorni.

Organico personale sanitario di Cona ridotto all’osso

Da: Fabio Bergamini

ORGANICO PERSONALE SANITARIO DI CONA RIDOTTO ALL’OSSO.

FABIO BERGAMINI (LEGA ER): «EVENTO ACCADUTO IL 30 E 31 GENNAIO E’ UN FATTO ALLARMANTE, CHIEDIAMO ALLA REGIONE COSA INTENDA FARE PER RISOLVERE UNA SITUAZIONE COMPLESSA»

FERRARA, 02 FEB. «L’evento “estremo” di cui parlano i sindacati, in riferimento a quanto accaduto a fine gennaio all’ospedale di Cona, è una spia di allarme circa la situazione in cui si trovano gli utenti nelle strutture sanitarie del territorio, senza contare il disagio del personale, che opera sotto-organico e con turni massacranti». La questione sollevata da sindacati, lavoratori e utenti rimbalza nelle stanze della Regione Emilia-Romagna, dove il consigliere del Carroccio, Fabio Bergamini, si sta facendo portavoce delle condizioni di lavoro degli operatori della sanità ferrarese. «Da tempo – dice il consigliere Bergamini – il personale opera sotto organico, con turni sfiancanti aggravati dall’emergenza Covid. In particolare, ci preoccupa il trasferimento in atto di sei medici del Pronto Soccorso, ma anche il rapporto tra infermieri e pazienti, che arriva a toccare 1:20, vale a dire il doppio di quello che consigliano le Linee Guida Internazionali del settore». Secondo Bergamini, la carenza riguarda anche le Oss, che sono praticamente “introvabili” sul mercato del lavoro e che potrebbero sollevare il carico che grava sul personale infermieristico, così come altre figure specialistiche. «E’ opportuno l’assessore Donini intervenga per risolvere la questione al più presto, e che la Regione riferisca su quanto accaduto a fine gennaio – dice Bergamini – ma soprattutto chiediamo che Bonaccini porti avanti la richiesta avanzata dal presidente del CTSS, Alan Fabbri, nel merito della fusione delle due aziende sanitarie, così come si era impegnato ad inizio legislatura, per dare una miglior organizzazione complessiva alla sanità ferrarese»

Interpellanza degrado Quartesana

Da: Gruppo Partito Democratico

Osservato

Che, come da corredo fotografico accluso, lo spazio antistante il cimitero di Quartesana
risulta costantemente ingombro di voluminosi sacchi di rifiuti, fra l’altro abbandonati proprio
sotto un cartello che invita ad altri comportamenti;
Che i residenti esprimono sconcerto e rabbia per la completa mancanza di rispetto nei
confronti del luogo e delle persone che lo frequentano;

Tenuto conto

Che Hera afferma di monitorare la situazione da diverse settimane, attraverso accertatori
ecologici, riferendo che lo stato di cose sia lievemente migliorato, anche in via Baricorda
angolo Ponterigo;

Considerato tuttavia

Il perdurare della situazione di degrado, debitamente e costantemente denunciata da parte
degli abitanti della zona , con conseguente loro disagio e costernazione

Interpella il Sindaco e l’Assessore competente per conoscere

Quali azioni intende intraprendere affinché nell’area antistante il cimitero di Quartesana
vengano rispettate le basilari regole di rispetto di igiene e decoro ed i responsabili
dell’infrazione vengano adeguatamente perseguiti

La Consigliera comunale PD
Anna Chiappini

UN ILLUMINISTA IN SICILIA
Attualità di Leonardo Sciascia a 100 anni dalla nascita

Non so se in questo 2021, in occasione del centenario della nascita (8 gennaio 1921), Leonardo Sciascia, le sue opere e il suo pensiero libero, verranno celebrati come meriterebbero. Del resto, se Sciascia non è diventato un evergreen, un classico come Italo Calvino, la ‘colpa’ è in buona parte dello stesso Sciascia: protagonista della scena letteraria e politica dell’Italia degli anni Settanta e Ottanta, ma sempre all’opposizione, inorganico a qualsiasi parte o partito. Un personaggio che non si accomodava a nulla, seguendo solo due stelle interiori: l’acutezza del suo pensiero e della sua lingua, e insieme, il suo grande e sconsolato amore per la sua terra. Per queste ragioni Ferraraitalia ospita con piacere – confidando sia solo il primo di altri contributi – l’intervento di Sergio Reyes, einaudiano e siciliano come Leonardo Sciascia.
(Francesco Monini)

“La Rivoluzione francese ha dimostrato che restano sconfitti coloro che perdono la testa”. Questo aforisma di Stanislav Jerzy Lec descrive in modo sintetico una delle differenze che distinguono la nostra cultura da quella francese.
La ghigliottina, a parte la sua spietatezza, propone una irreversibile cesura fra il ‘prima’ e il ‘dopo’: è infatti problematico rimettere al suo posto la testa del condannato dopo che la lama del boia l’ha staccata dal resto del corpo. Nel nostro cattolicissimo paese, fra gli altri, esiste un sacramento che viene elargito con grande generosità: la confessione. Il successivo pentimento e il perdono conseguente tornano a rendere immacolato il peccatore.
Come dice la Lucia manzoniana “Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia!”.

Questo percorso un po’ tortuoso ha permesso a tanti politici, sia della Prima che della Seconda Repubblica, ma anche a tanti mafiosi o delinquenti comuni di ritornare vergini nelle braccia amorevoli della Chiesa cattolica. Forse anche per questo, e non solo per la loro inattendibilità, Leonardo Sciascia ha sempre guardato con diffidenza e forte pregiudizio al fenomeno dei pentiti.
Lo scrittore siciliano ha sempre avuto un rapporto molto intenso con la letteratura francese e in particolare con Parigi e non ha mai fatto mistero della sua discendenza culturale dall’Illuminismo.
Io non sono né un critico letterario né un esperto di politica o di sociologia, ma da privato cittadino sento il bisogno di manifestare una mia inquietudine.
Oggi, basta ascoltare un telegiornale, vedere un qualunque talk-show o aprire le pagine di un giornale e perfino sentire parlare le persone per strada o al bar per rendersi conto che viviamo in un mondo di verità preconfezionate e date per scontate e come queste vengano scandite quasi sempre sotto forma di slogan.
In particolare il linguaggio della politica, e soprattutto dei politici di professione, utilizza un vocabolario di poche centinaia di parole e queste, combinandosi fra loro in poche unità, vanno a costituire un puzzle che potrebbe avere come titolo “il non pensiero”.

Una voce come quella di Sciascia sarebbe oggi preziosa non solamente per la sua dirittura morale, ma anche per il suo approccio laico alla ricerca della verità, in quanto non viziato da pregiudizi di qualunque natura. Ha ragione Vittorio Alberti quando, nel suo recente libro Non è un paese per laici, afferma che Sciascia è sempre stato all’opposizione.
Lo è stato nel senso che si è sempre posto di fronte a qualunque enunciato indagando sul suo contrario e cercando una verità terza. Questo è stato un suo metodo di lavoro e, prima ancora, un suo modo di pensare. Lo si riscontra nelle sue opere di narrativa e, ancor più, in quelle di saggistica.
In questa prospettiva il suo libro più rappresentativo è forse L’affaire MoroLa sua indagine, svolta con la puntigliosità dello storico che esamina le fonti, si arricchisce di una pietas e di una passione che sono proprie del letterato e il suo approccio, oltre che laico, è prima di tutto ricco di umanità.
A margine del suo libro Sciascia diceva che la peggiore condanna che Moro avrebbe potuto avere dopo la sua morte sarebbe stata quella del silenzio. Pensiero questo già espresso qualche anno prima da Pier Paolo Pasolini, che vedeva nella ‘indifferenza’ uno dei mali peggiori della nostra società.
A questo proposito Sciascia sottolineava che questo allarme egli lo aveva già dato, “più sommessamente”, mentre Pasolini era in vita ed ora sentiva il bisogno di esprimerlo ad alta voce.

Dal punto di vista del lettore è importante quanto uno scrittore riesce a dire anche dopo la sua morte e quali interrogativi riesce a  sollecitare.
Forse non è un caso che nel 1964 Jean Paul Sartre non abbia accettato il premio Nobel motivando il rifiuto col fatto che solo a posteriori, dopo la morte, fosse possibile esprimere un giudizio sull’effettivo valore di un letterato.
Le indagini svolte da Sciascia  nei suoi romanzi polizieschi, sono sempre svolte all’insegna del dubbio e, non raramente, al contrario di quanto di solito avviene nei gialli, il dubbio rimane non risolto fino alla fine del racconto.
Rivelatore a questo proposito quanto Sciascia scrive di se stesso a proposito del  Consiglio d’Egitto: “volevo, insomma, assumere quel fatto del senno di poi; conferirgli – con sufficiente ambiguità e leggerezza – una forza allusiva, ma un significato sull’attualità, sul presente: sul nostro presente. È un modo per non pacificare il lettore, per lasciarlo con una sorta di inquietudine.
Esemplare in questo senso il finale di Todo Modo. Già l’ambientazione della storia è emblematica, tipica del “detto e del non detto”. La vicenda si svolge all’interno dell’eremo di Zafer, ma sembra di poter riconoscere in esso l’Hotel Emmaus, il mostro edilizio costruito dalla Chiesa e che, dopo avere deturpato irrimediabilmente il lato nord dell’Etna, è visibile da decine di chilometri.
Durante gli Esercizi spirituali che si svolgono al suo interno accadono una serie di omicidi e per gli investigatori la matassa della vicenda pare insolubile; in chiusura non viene rivelato chi ha commesso i vari omicidi e l’eremo-albergo viene sgomberato. Lo stesso narratore fra l’altro, paradossalmente, si “dichiara colpevole” del delitto.
La verità è sotto gli occhi di tutti, ma proprio per questo nessuno la vede. Un’attenta lettura delle ultime pagine permette al lettore di avanzare ipotesi sulla soluzione dell’enigma.

La cultura popolare è una delle strade maestre percorse da Sciascia nella costruzione dei suoi romanzi e soprattutto dei suoi saggi. Ad essa lo scrittore guarda non solo con l’interesse dello studioso del folklore e del demologo, ma anche con umorismo e ironia. Una ironia sempre sotto traccia, mai esposta, affinché il sorriso non sconfini mai in aperta e scomposta risata.
Nel suo breve elzeviro L’ordine delle somiglianze scrive: “… C’è in proposito, in ogni paese siciliano, una ricca tradizione: e quasi sempre riferisce del Cristo che, padre della ragazza che fa la Madonna o la Maddalena, vede dall’alto della croce l’apostolo Giovanni stringersi un po’ troppo a confortare la dolente; e dapprima ammonisce, poi si stacca dalla croce e scende bestemmiando alle cosiddette vie di fatto.”

Leonardo Sciascia con amici a Racalmuto (Wikimedia Commons)

In questo sguardo semiserio Sciascia si serve anche della penna di altri.
In  Feste religiose in Sicilia scrive “Tra il Cinquecento e il Settecento … le popolazioni andavano per le spicce nei riguardi dei patroni. Scrive il Pitrèé: “codesti patroni non sono stati sempre gli stessi. Una occasione qualunque, un infortunio, una pubblica calamità, bastarono per soppiantare con un nuovo il vecchio patrono; e devoti, con armi e bagagli, passarono sotto la protezione di esso. Così vediamo come in un caleidoscopio Santa Rosalia sostituire Santa Cristina, e alla sua volta essere sostituita in Vittoria da San Giovanni Battista… messo da parte in  Gioiosa per San Nicolò di Bari e in Butera per San Rocco, che in Pietraperzia viene dimenticato per la Madonna della Cava. San Nicolò vince in Nicosia, però perde in Noto… Santa Caterina, nel Comune omonimo in provincia di Caltanissetta, scalza San Giulio, ma cede alla Madonna delle Grazie …”. A me par di vedere Leonardo Sciascia che, attraverso le pagine di Giuseppe Pitré, ascolta divertito, ma anche molto interessato, la radiocronaca dell’arrivo di una tappa del giro d’Italia.
E  per dare maggior credito ad una affermazione a lui cara cita un altro scrittore “allora di una città correvo a vedere i musei; ora credo avesse ragione Gide , che bisogna cominciare dai mercati, dai giardini pubblici, dai cimiteri e dai palazzi di giustizia”.

La sua costante ricerca della verità si percepisce anche dallo stile della sua scrittura. In essa ogni aggettivo, avverbio o parola appaiono come un distillato di pensiero. Praticamente tutta l’opera di Leonardo Sciascia è stata scritta prima della pubblicazione delle Lezioni americane di Italo Calvino, ma è come se ne avesse subito l’influenza, in particolare di quella intitolata Esattezza.
La sua sobrietà, la sua riservatezza e discrezione fanno sì che egli appaia come un uomo vagamente “misterioso”, come misteriosa appare la sua sconfinata conoscenza delle letterature e il modo in cui al loro interno egli si muove con naturalezza, con una disinvoltura mai ostentata.

Sebbene tutto il suo cammino sia improntato alla verifica di ipotesi diverse, secondo un solido principio di laicità, quasi sempre, quando egli ha acquisito una verità, l’ha subito messa in discussione considerandola come provvisoria, passibile di ulteriori approfondimenti.
Questa che a volte può apparire come ambiguità, a me sembra la più autentica caratteristica di un figlio dell’Illuminismo, di uno scienziato del pensiero.
Non è un caso che sulla bara di Sciascia, ateo ma religiosamente credente nei valori dell’etica, sia stato posto un crocifisso, anche perché egli aveva un profondo rispetto verso questo simbolo.

In copertina: foto scattata a Leonardo Sciascia nell’estate del 1979 al gruppo parlamentare radicale alla Camera dei deputati (Wikimedia Commons)

Medici emergenza sanitaria “Met” e Pandemia

Da: Fabio Bergamini

MEDICI EMERGENZA SANITARIA “MET” E PANDEMIA, FABIO BERGAMINI (LEGA ER) E FRANCESCO CARITA’ (FERRARA CAMBIA): «CHE FINE HANNO FATTO I PROMESSI CONTRIBUTI PER I MEDICI DEL SERVIZIO EMERGENZA MET 118?». LA RISPOSTA IN UN QUESTION TIME IN REGIONE

FERRARA, 02 FEB. «Che fine hanno fatto i promessi riconoscimenti economici per i medici dell’assistenza sanitaria 118 “Met”, che hanno prestato il loro contributo durante la pandemia?». E’ un interrogativo che il consigliere regionale del Carroccio, Fabio Bergamini, ha presentato all’Assemblea Legislativa, chiedendo all’assessore alla Sanità, Raffaele Donini, di riferire urgentemente nel corso di un question time sui motivi che ancora non hanno permesso ai Met di ricevere il contributo promesso. Della vicenda si sta occupando, a livello locale, anche il consigliere Francesco Carità (Ferrara Cambia). «La Regione, durante il primo lockdown, annunciò di volere stanziare 65 milioni di euro per i riconoscimenti economici delle figure sanitarie impegnate nel Covid-19. Alla fine dei conti – dicono Bergamini e Carità – le risorse stanziate furono molte meno (secondo l’assessore Donini, circa 40 milioni provenienti dal bilancio regionale, pari a circa 1000 euro per dipendente; ndr). Tra l’altro, al lordo di varie imposte». Tra le figure che non hanno ricevuto alcun contributo ci sono, per l’appunto, i medici dell’assistenza sanitaria 118 Met, che la Regione aveva assicurato di voler includere tra i beneficiari dei contributi, anche durante comunicazioni intercorse con il consigliere Bergamini, durante l’estate: «L’erogazione sarà comunque garantita», era stato detto all’opposizione. In Assemblea Legislativa, quindi, si è avuta anche la rassicurazione di Donini, anche se ancora manca “lo strumento giuridico” e i tempi si sono allungati. «Ci auguriamo che stavolta le cose possano sbloccarsi presto – concludono Bergamini e Carità – e che tutti coloro che hanno prestato il loro operato nell’emergenza pandemica possano essere messi sullo stesso livello, per un fatto di equità e rispetto».

Interrogazione Pronto Soccorso Cona

Da: Gruppo Consiliare PD
 

 

 

Premesso
Che dagli operatori sanitari del Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara,
da diverso tempo, anche per conto delle loro rappresentanze sindacali, giungono denunce
sull’organico del personale, valutato come insufficiente a far fronte non solo all’afflusso di utenti,
ma soprattutto dall’aumento importante dei pazienti in “boarding” i quali attendono il posto letto e
permangono in barella per ore e a volte giorni;

Che i pazienti in “ boarding” richiedono assistenza continua e il Pronto Soccorso non è il luogo
adeguato sia strutturalmente, sia per la sua natura e organizzazione a fornirla;

Che il 21 gennaio in CTSS, il Segretario generale della CGIL Zagatti Cristiano, per conto di CGIL,
CISL e UIL, ha chiesto di discutere i lunghissimi tempi di attesa pre-ricovero dei pazienti in P.S. e
le conseguenze di ciò, oltre alle pesanti condizioni in cui tutto il personale è costretto ad operare, In
quella sede si sono chieste risposte anche organizzative che non sono arrivate dalla politica e solo
giustificazioni dalla direzione generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria;

Che sono proprie della Conferenza territoriale Socio sanitaria:
la promozione, con il supporto delle Aziende sanitarie, e dell’Università degli Studi di Ferrara di
strategie, interventi e specifici accordi di programma, debitamente e preventivamente illustrati e
condivisi tra tutti i Soggetti, volti alla promozione della salute ed alla prevenzione, anche in
considerazione delle criticità e delle priorità di salute individuate nelle programmazioni distrettuali;
la promozione, in accordo con i Comitati di Distretto e le Aziende sanitarie, delle modalità e
strumenti operativi per garantire l’integrazione e il raccordo delle attività in ambito sovra
distrettuale, anche tramite specifiche indicazioni regolamentari;
verificare periodicamente l’attività delle Aziende sanitarie presenti nell’ambito territoriale di
riferimento, anche formulando proprie valutazioni e proposte e trasmettendole ai Direttori generali e
alla Regione;

Valutato
Che una possibile risposta alle criticità denunciate dal personale sanitario, dell’unità operativa
Pronto Soccorso di Cona, può essere rappresentata dall’integrazione interaziendale tra i diversi
ospedali della Provincia;

Considerato
Che a tutt’oggi, nonostante le reiterate sollecitazioni da parte dei rappresentanti sindacali delle
categorie sanitarie interessate, il CTSS è rimasto inattivo, venendo meno alle funzioni proprie
previste nella legge istitutiva e richiamate nel regolamento di cui in parte riportate in premessa;

Preoccupati
Che questa situazione di stress, cui è sottoposto il personale sanitario del Pronto Soccorso di Cona,
possa mettere a rischio non solo la loro salute psicofisica, ma soprattutto mettere a rischio il livello
di assistenza all’utenza in termini di dignità e di piena sicurezza;

Interrogano il Sindaco, quale Presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria,
per conoscere:
Quali siano le ragioni per cui la CTSS da lei presieduta, non ha preso nessuna iniziativa per
dare risposte alle carenze denunciate dai rappresentanti sindacali, circa l’organico del Pronto
Soccorso dell’Arcispedale Sant’Anna di Cona;
Quale analisi e valutazione ha fatto la CTSS, rispetto al rischio paventato che la carenza di
personale sanitario, potesse mettere a rischi il livello di assistenza prestata presso il Pronto
Soccorso di Cona;
Quali iniziative intende intraprendere con le due aziende in sede di CTSS, per proporre un
modello organizzativo che anche attraverso l’integrazione interaziendale, possa dare risposta
al problema di organico più volte denunciato dal personale sanitario del Pronto Soccorso di
Cona.

 

 

I Consiglieri comunali:
Gruppo PD – Francesco Colaiacovo
Gruppo Azione Civica – Roberta Fusari
Gruppo Gente a Modo – Dario Maresca

Argenta: al via i lavori per la sostituzione della dorsale idrica

Da: Francesco Reggiani, Gruppo Hera

Argenta: al via i lavori per la sostituzione della dorsale idrica

Hera ha avviato la riqualificazione della condotta che collega Monestirolo ad Argenta, una dorsale strategica per l’alimentazione di parte del medio ferrarese.

A prendere il via è il primo stralcio di lavori che, nel corso delle prossime settimane, si concretizzeranno nella sostituzione integrale di un tratto di tubatura posto tra le frazioni di San Nicolò e Benvignante e lungo oltre 600 metri. Si tratta di un investimento importante, nell’ordine dei 200.000 euro, che risolverà le anomalie verificatesi in quel tratto specifico nel 2020.

Nel corso dell’anno passato, infatti, il tratto di rete oggi interessato dai lavori ha registrato un numero di rotture molto più elevato sia della media del territorio argentano (dove si verificano in media meno di 2 rotture ogni dieci chilometri di condotte) sia della provincia ferrarese (3 rotture ogni 10 km), entrambe peraltro inferiori al dato dell’intero territorio servito dal Gruppo.

Il piano investimenti di investimenti di Hera prevede poi un secondo stralcio di lavori: già a partire dal 2022, per un importo di circa € 350.000, i tecnici della multiutility completeranno la sostituzione di una seconda porzione di tubatura, per un ulteriore tratto di 1,7 chilometri.

D’altronde, Hera investe costantemente nello sviluppo e nella manutenzione della rete idrica ferrarese progettando adeguamenti impiantistici, sostituzione di condotte e la realizzazione di nuove dorsali. Dal punto di vista economico, gli investimenti del Gruppo Hera a favore del ciclo idrico ferrarese sono quasi raddoppiati, passando dai 6,7 milioni di euro all’anno del 2015 ai quasi 13 del 2019.

Per fare qualche esempio sotto il profilo operativo, invece, nel 2021 l’impianto di Monestirolo sarà interessato da importanti rinnovi alla cabina di alimentazione elettrica, al programma di controllo dell’automazione e al sistema di tubature interno della centrale. Un investimento di grande rilievo per la rete del medio ferrarese, perché questo territorio, e in particolare i comuni di Portomaggiore e Argenta, è servito proprio dalla centrale di distribuzione di Monestirolo (a sua volta alimentata dal potabilizzatore di Pontelagoscuro). Inoltre, è in fase di studio il potenziamento della rete di adduzione, con la realizzazione di una nuova dorsale tra Portomaggiore e Consandolo per oltre 4 km di rete.

Anna Meneghini, pilastro della biblioteca comunale “Giorgio Bassani” va in pensione

Da: Katia Romagnoli, Comune di Codigoro

Anna Meneghini, pilastro della biblioteca comunale “Giorgio Bassani” va in pensione
Dopo 40 anni di onorato servizio, Anna Meneghini, stimata e qualificata dipendente della biblioteca comunale “Giorgio Bsssani”, si concede il meritato riposo della pensione. Affabile e cordiale con tutti gli affezionati utenti della biblioteca e con i colleghi del Comune di Codigoro, Anna ha cominciato a lavorare a 15 anni, offrendo il proprio supporto estivo ai genitori, titolari di un negozio di alimentari, dapprima al Lido degli Scacchi e poi a Codigoro, al Capitello, attività gestita ora dal fratello Giuseppe. Una volta conclusi gli studi all’Istituto Magistrale di Ferrara, Anna ha intrapreso il cammino dei concorsi pubblici, entrando nella graduatoria del nido comunale di via Lamprati. Dal 1982 al 2007 ha svolto con impegno e dedizione l’attività di educatrice del Nido affezionandosi a tanti bimbi che, sono poi divenuti frequentatori e lettori della biblioteca. Dal 2007 al 2011 Anna Meneghini ha prestato servizio all’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico, instaurando ottimi rapporti di collaborazione tanto con le colleghe, quanto con i diversi servizi comunali, ma trasferendo anche sugli utenti quella carica umana maturata nei tanti anni di esperienza al Nido comunale. Dal 2011 sino ai giorni scorsi Anna è stata il pilastro della biblioteca comunale Giorgio Bassani, all’interno della quale ha seguito, con instancabile impegno ed altrettanta professionalità, i corsi dell’Università del Tempo Libero, il Bibliobus e le letture riservate agli alunni delle scuole, agli anziani di Casa Alma, prodigandosi, altresì, per andare incontro alle richieste di studenti e ricercatori universitari. “A nome mio personale e dell’Amministrazione Comunale – commenta il Sindaco Sabina Alice Zanardi – ringrazio Anna per il lungo e proficuo cammino compiuto al servizio dell’infanzia, della cultura e della collettività, augurandole un buon, nuovo inizio. “

Infrastrutture. Via libera dall’Ue agli aiuti di Stato per l’aeroporto di Rimini

Infrastrutture. Via libera dall’Ue agli aiuti di Stato per l’aeroporto di Rimini. L’assessore Corsini: “Una decisione ancora più importante perché arriva in un momento delicato per l’emergenza sanitaria. Il rilancio del Fellini aumenterà la competitività e l’attrattività dei nostri territori e avrà un impatto economico positivo in tutta l’Emilia-Romagna”

Finanziamento pari a 12 milioni di euro per sostenere il piano aziendale del concessionario AIRiminum che prevede anche il rinnovo radicale dell’aeroporto riminese a fronte di un investimento complessivo nei prossimi 4 anni pari a circa 24 milioni

Bologna – “Un risultato straordinario che sostiene il nostro piano strategico sui voli. È il segno evidente che ci avevamo visto giusto e che tutti i quattro aeroporti dell’Emilia-Romagna possono non solo convivere ma sviluppare in modo decisivo le nostre infrastrutture ed essere sempre più determinanti per i collegamenti da e per l’Europa”.

Così l’assessore regionale a Trasporti e Infrastrutture, Andrea Corsini, commenta il via libera della Commissione Ue agli aiuti di Stato per l’aeroporto Fellini di Rimini pari a 12 milioni di euro.

“Questa decisione arriva in un momento molto delicato per la crisi innescata dalla pandemia- prosegue Corsini- e proprio per questo è ancora più importante. Il rilancio dell’infrastruttura romagnola avrà infatti un impatto positivo con ricadute economiche significative sull’intero territorio regionale. Ora è necessario accelerare tutti i passaggi, a partire dal primo in Assemblea legislativa per l’approvazione della legge utile ad autorizzare i fondi di aiuto, per far sì che siano messi a terra gli investimenti previsti nel piano aziendale AIRiminum”.

L’aiuto deliberato dalla Commissione europea è finalizzato a sostenere il piano del concessionario dell’aeroporto Fellini di Rimini, AIRiminum, appunto, per gli anni 2021-2033 che ammonterà a complessivi 47 milioni di euro e mira ad aumentare la connettività e l’accessibilità del territorio romagnolo, garantendo lo sviluppo economico della regione.

“Voglio ringraziare chi ha contribuito in modo determinante al raggiungimento di questo risultato- chiude l’assessore- a partire proprio dalla struttura tecnica regionale e dalle amministrazioni locali. Un ottimo lavoro di squadra, come abbiamo dimostrato di saper fare in questi anni, è la carta vincente per ottenere risorse e garantire competitività e sviluppo ai nostri territori”.

Gli interventi

Quattro gli obiettivi individuati: il primo riguarda l’allineamento dell’infrastruttura ai requisiti previsti dalla certificazione Easa per gli aeroporti, implementando entro il 2022 un piano d’azione idoneo alle operazioni di volo; il secondo è finalizzato a completare gli interventi richiesti dal cambio di status dell’aeroporto di Rimini – da aeroporto militare ad aeroporto civile – mediante la creazione di nuovi servizi per l’area civile dell’opera. Ancora un altro obiettivo riguarda il rinnovo dell’aeroporto attraverso la realizzazione di diversi interventi che erano stato accantonati dal precedente operatore prima del suo fallimento, quali, ad esempio, la ristrutturazione area cargo e area terminal, la sostituzione dei banchi check-in, l’impianto BHS e le cinture portabagagli, gli impianti di riscaldamento e condizionamento, l’impianto antincendio e così via. Infine, ultimo obiettivo, riguarda la gestione efficace dell’aumento del traffico aereo passeggeri registrato negli ultimi anni e dovuto, in larga parte, al nuovo modello di business di AIRiminum incentrato sui voli di linea.

Appello dei cittadini contro l’amministrazione della cultura a Ferrara

Da: Sardine Ferrara

Operatori culturali, bibliotecari, guide turistiche, insegnanti, librai, docenti universitari, musicisti, scrittori, cooperatori, artisti, editori indipendenti, ricercatori, attivisti di associazioni di volontariato e di promozione sociale. Giovani o meno, esperti e novizi. Nel giro di un weekend sono stati oltre 350 i firmatari di un appello rivolto al ministro Franceschini – nonostante il momento critico nazionale, al presidente Unesco Bernabè e all’assessore regionale Felicori per denunciare il biennio deplorevole che l’assessorato alla cultura, eterodiretto da Vittorio Sgarbi, sta conducendo a Ferrara. Si tratta di professionisti di un settore in difficoltà, di volontari e di irriducibili amanti della cultura ferrarese, stanchi di una politica fatta di tanti annunci roboanti e poca sostanza.

Levati lustrini e palette, al netto di presidenti onorari altisonanti e opinabili coadiutori artistici, i primi diciotto mesi dell’assessore Marco Gulinelli dimostrano una mancanza totale di prospettive e progettualità.

La preoccupazione di chi lavora nel settore comincia a farsi sentire, anche per l’assenza di una prospettiva di rilancio sul piano turistico del nostro patrimonio monumentale e museale.

Ogni critica che esce pubblicamente senza rivolgersi al sistema nel suo complesso e senza sfociare in un respiro collettivo è solo vanità. I firmatari stessi non potevano replicare al narcisismo del Palazzo con altro narcisismo, così hanno deciso di mettersi a confronto davanti a un documento scritto. La lettera è un grido di dolore e attenzione per Ferrara, la sua cultura e la sua bellezza che sono e devono rimanere patrimonio di tutti e non di qualcuno.

 

 

Illustrissimi, a seguito del decreto che sancisce l’istituzione di un tavolo permanente per tutelare i lavoratori della cultura e in riferimento ai recenti avvenimenti riguardanti le dimissioni del presidente Mario Resca e del Cda della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, che ha presupposto un ricollocamento di poltrone di VIP e che si aggiunge allo scenario già complesso e sconfortante dell’amministrazione locale, noi cittadini di Ferrara dimostriamo forte preoccupazione per la mala gestione di un bene culturale patrimonio di tutti.

Da luglio 2019 Ferrara ha subito scelte politiche che riteniamo essere contro l’interesse collettivo e vogliamo porre alla Vostra attenzione.

I bilanci del Teatro Comunale vengono seriamente messi a rischio dagli appetiti di chi lo sta utilizzando per offrire ingaggi spropositati a membri del proprio entourage, scelte imposte dall’attuale presidente di Ferrara Arte on. Vittorio Sgarbi che hanno portato alle dimissioni del presidente Resca.

Il mancato rinnovo di un regolamento Ztl da diciotto mesi da parte della nuova Amministrazione comunale, che ha delegato la gestione della mobilità cittadina al vicesindaco leghista Nicola Lodi, ha aggravato la presenza di macchine nel centro storico generando non pochi problemi alla qualità dell’aria e gravi danni al patrimonio monumentale ivi presente a causa dello smog e delle vibrazioni che danneggiano gli edifici storici.
L’insicurezza di pedoni e ciclisti, a causa del proliferare di mezzi motorizzati in strade strette o in zone di sosta inadeguate, ha fatto da contraltare al deturpamento di un ambiente unico che dovrebbe essere tutelato dall’Unesco e invece presenterà un pessimo spettacolo ai turisti che torneranno a Ferrara passata l’emergenza Coronavirus. Naturalmente, a nulla sono servite le petizioni organizzate dai cittadini maggiormente sensibili al problema, ignorate dall’Amministrazione che continua a non fornire risposte soddisfacenti al problema.

Non ha ricevuto risposte chiare nemmeno la raccolta di oltre 3mila firme di cittadini ferraresi portata avanti dall’Anpi e da altre associazioni culturali per tutelare il locale Museo del Risorgimento e della Resistenza. Il museo è stato chiuso per consentire l’ampliamento del contiguo Palazzo dei Diamanti e parzialmente riaperto in una sede provvisoria (Porta Paola) decisamente inadeguata agli scopi espositivi e di divulgazione scolastica che caratterizzano le attività della benemerita istituzione.
L’assessore alla cultura Marco Gulinelli ha promesso che il museo troverà destinazione nei locali di Casa della Patria “Pico Cavalieri”, attuale sede delle associazioni combattentistiche e d’arma, che però necessita di un lungo e complesso restauro: al momento gran parte del patrimonio espositivo, che comprende cimeli donati dalle più importanti famiglie ferraresi, giace presso i magazzini comunali di via Marconi nonostante un vincolo della Soprintendenza che obbliga il Comune a renderlo fruibile al pubblico e conservarlo decorosamente.

Mentre la memoria del Risorgimento e della Resistenza ferrarese langue in un oscuro deposito, il presidente di Ferrara Arte on. Sgarbi non ha perso occasione per lanciare feroci provocazioni sulla stampa locale millantando l’organizzazione di una mostra celebrativa del gerarca fascista Italo Balbo e invitando il sindaco a dedicare una via alla memoria dello stesso.
Provocazioni che, fortunatamente, sembrano cadute nel vuoto anche se il primo cittadino non ha mai preso le distanze dagli eccessi del noto critico d’arte, nemmeno quando ha sostenuto posizione palesemente negazioniste e denigratorie verso esponenti politici locali di avversa opinione.

Ma questo potrebbe rientrare nella sfera della vivace ancorché triste dialettica mediatica se, provocazioni a parte, non vi fosse un preoccupante vuoto di programmazione per tutto quanto riguarda le politiche culturali della città di Ferrara.
Una città che dovrebbe investire sul turismo e sulla cultura assiste, invece, al totale disinteresse verso la riorganizzazione del patrimonio museale e dei servizi culturali: i pensionamenti nel pubblico impiego non vengono coperti dall’ingresso di nuove risorse, così le biblioteche di quartiere chiudono e si propone l’esternalizzazione dei servizi a soggetti privati che penalizzerebbero le condizioni di lavoro preesistenti; mancano progetti volti a valorizzare le iniziative culturali locali e i giovani artisti; non sappiamo se vi sia un serio progetto di digitalizzazione e promozione del patrimonio museale e archivistico locale, al di là dei bandi comunali messi a punto per il prossimo Servizio Civile Volontario, indispensabile a garantire l’accessibilità continua per motivi di studio e consultazione, specie in tempi di pandemia.

Si ragiona di grandi mostre e grandi nomi che vanno a infoltire i consigli di amministrazione, ma la realtà è un impoverimento sempre più preoccupante del tessuto culturale cittadino con tante associazioni che faticano a coprire le spese e mantenere vive proprie attività a causa del coronavirus.
Attività che ricevono pochi euro di ristoro mentre in passato si è parlato di una possibile convenzione tra Comune e Fondazione Cavallini-Sgarbi che, di fatto, trasformerebbe il Castello Estense in un museo “privato”.
Non abbiamo dimenticato, infatti, i termini di quell’accordo che avrebbe fruttato ai fratelli Sgarbi il 20% sul costo di ogni biglietto di ingresso al monumento simbolo di Ferrara, in cambio della presenza “permanente” al suo interno di opere d’arte appartenenti alla Fondazione di famiglia. Ora, scorrendo la programmazione per il 2021 annunciata dall’assessore Gulinelli, veniamo a sapere che sia il Castello Estense che Palazzo Schifanoia dovrebbero ospitare importanti mostre: confidiamo che non vengano più riproposti accordi sul costo d’ingresso che favorirebbero una fondazione di diritto privato riconducibile distintamente alla famiglia del presidente stesso dell’ente pubblico.

Solo il coronavirus sembra aver fermato gli appetiti di un critico d’arte che appare, e si autodefinisce senza pudore, il vero “padrone” della cultura estense. Eppure, il duo Sgarbi-Gulinelli non si è fermato nemmeno di fronte alla tragedia come dimostra un video girato all’interno dell’ufficio del sindaco in cui si irride l’esistenza di una reale emergenza sanitaria nel Paese.

Il silenzio sconcertante e complice del sindaco Alan Fabbri ci ha spinto a chiedere una maggiore attenzione verso ciò che sta avvenendo a Ferrara, città patrimonio dell’umanità che non merita di essere trattata come il feudo personale di qualcuno e, soprattutto, di vedere irrimediabilmente degradato il suo tessuto urbano e monumentale.”

Bondeno, il punto sulla casa della salute: attivo ogni lunedì ambulatorio pneumologia

Da: Simone Saletti, Sindaco di Bondeno

BONDENO. IL PUNTO SULLA CASA DELLA SALUTE: ATTIVO OGNI LUNEDÌ AMBULATORIO PNEUMOLOGIA. IN PIANIFICAZIONE E AUMENTO: NEFROLOGIA, ALLERGOLOGIA, NEUROLOGIA, OTORINOLARINGOIATRA
Il Sindaco, Saletti: «Ho fatto visita alla struttura. Personale disponibile e professionale. Molto soddisfatto per il nuovo ambulatorio e per quelli in arrivo. Come Amministrazione, puntiamo molto sul “Giardino della Memoria”, che andrà in aiuto di persone affette da patologie neurologiche, oltre che a recuperare uno storico parco comunale composto da specie arboree rare»

Ha preso il via ieri alle 13, presso la Casa della Salute “Fratelli Borselli” di Bondeno, il nuovo ambulatorio di pneumologia, che sarà attivo ogni lunedì pomeriggio dalle 13 alle 19. Con lo specialista, oltre al canonico servizio ambulatoriale, sarà possibile eseguire anche la spirometria. Il sindaco di Bondeno, Simone Saletti, ha voluto recarsi personalmente presso la struttura, per svolgere un piccolo sopralluogo e augurare un sincero “buon lavoro” ai medici e agli infermieri presenti: «Ho felicemente constatato che il personale è estremamente diligente e professionale, e scrupolosissimo in materia di procedure anti-Covid – spiega. L’occasione è stata gradita per fare, con gli infermieri, il punto della situazione sui servizi attivi e quelli in via di programmazione, e per rilevare eventuali richieste da parte del personale». In particolare, il servizio di pneumologia è soltanto il primo di una serie di nuovi ambulatori che andranno a costituirsi nei prossimi mesi, e che l’Azienda Usl sta pianificando. Si tratta degli ambulatori di nefrologia, che sarà attivo un giorno alla settimana e si occuperà – appunto – della cura delle malattie renali, di allergologia, che sarà presente due giorni alla settimana, il martedì e il giovedì. Ancora, si tratta di un recupero quello dell’ambulatorio di neurologia, che verrà attivato un giorno alla settimana il giovedì e che andrà a riprendere il lavoro interrotto due mesi fa a causa dello spostamento della specialista verso un’altra Azienda. Infine, si aggiungerà all’ambulatorio già presente un altro specialista in otorinolaringoiatra, il quale garantirà il servizio anche il venerdì. Oltre alle aggiunte e alle sostituzioni, la Casa della Salute di Bondeno può contare su altri ampliamenti dei servizi: in particolare, si tratta delle attività di diabetologia e dell’ambulatorio del Centro di Assistenza Domiciliare. Infine, è stata ampliata la fascia delle vaccinazioni pediatriche, ambulatorio adesso presente il giovedì dalle 9 alle 15.30, a fronte di un servizio che precedentemente veniva erogato soltanto fino alle 13. «Insomma – conclude Saletti – sono più che soddisfatto dello stato dell’arte dei servizi che mi sono stati descritti. Naturalmente, la nostra attività non si ferma qui, dato che il progetto della Casa della Salute di Bondeno è decisamente più ambizioso, e vuole arrivare a comprendere il secondo stralcio della storica Villa Borselli, oltre che il “Giardino della Memoria”, un progetto su cui l’Amministrazione punta e che vuole andare incontro sia al recupero di un parco storico comunale costituito da specie arboree rare, sia soprattutto all’aiuto attivo di quelle persone affette dal morbo di Alzheimer e da altre patologie neurologiche».

Danni da cimice asiatica: la strada tutta in salita per ottenere i risarcimenti

Da: Ufficio Stampa Cia e Confagricoltura Ferrara

 

Danni da cimice asiatica: la strada tutta in salita per ottenere i risarcimenti
Incontro tra tecnici e frutticoltori di Cia e Confagricoltura Ferrara a un anno dalla manifestazione dello
scorso 30 gennaio per discutere dei criteri di assegnazione dei fondi per le calamità naturali

FERRARA, 2 febbraio 2021 – Cia-Agricoltori Italiani Ferrara e Confagricoltura Ferrara hanno organizzato
un incontro con i frutticoltori del territorio a un anno dalla manifestazione del 30 gennaio 2020, che ha
portato in piazza migliaia di agricoltori per protestare contro i gravi problemi fitosanitari ed economici
del comparto frutticolo. All’ordine del giorno le criticità del Decreto Legislativo 102/04 che stabilisce i
criteri di assegnazione dei risarcimenti del Fondo di solidarietà nazionale alle aziende agricole che
hanno subito danni da cimice asiatica. Sotto osservazione, in particolare, il criterio che impone di
calcolare il calo della PLV – stabilito dalla Regione al 30% – sull’intera produzione aziendale e non
esclusivamente sul frutteto. Una rigidità che non considera il danno “colturale” e che le associazioni
avevano chiesto di modificare, come spiegano il presidente di Cia Ferrara, Stefano Calderoni e quello di
Confagricoltura Gianluca Vertuani.
“Molte aziende sono rimaste escluse dai risarcimenti, produttori che magari hanno avuto dei danni sui
frutteti anche oltre il 50-60%, solo perché le altre colture in azienda sono andate bene e hanno fatto
aumentare la PLV totale, sulla quale viene calcolato il danno del 30%. Problematico anche il metodo di
calcolo dei risarcimenti basato sulla storicità delle rese: in sostanza si guardano i dati produttivi dei tre
anni precedenti, un benchmark “falsato” perché non tiene conto delle calamità – sempre più frequenti
anche a causa della messa al bando di alcune molecole – che hanno pregiudicato la produzione media.
Noi – continuano di due presidenti – abbiamo bisogno di veder riconosciuto il danno reale e purtroppo
in questo senso lo strumento del fondo di calamità ha dei limiti, sia per la cimice, ma anche per le
gelate e gli altri gravi problemi fitosanitari che colpiscono i frutteti. Spesso a livello politico si fa fatica a
comprendere che i mancati risarcimenti hanno un peso economico pesantissimo perché portano
all’eradicazione dei frutteti e alla perdita costante di posti di lavoro in un territorio a vocazione agricola
come il nostro.
Cosa si può cambiare, dunque, a livello legislativo e operativo? Nel corso della riunione sono state fatte
alcune proposte che verranno presentante a tutti i livelli istituzionali, a partire dall’assessore regionale
all’Agricoltura.
“La prima cosa da fare – continuano i presidenti delle due associazioni – sarebbe cambiare i parametri di
riferimento per stabilire i danni e utilizzare lo Standard Value (che a livello di assicurazioni agricole
stabilisce valori unitari massimi assicurabili ai fini dell’agevolazione pubblica) come indice per calcolare
la calamità. Così verrebbero considerate le medie produttive a livello regionale, che tengono conto delle
particolarità del territorio e della sua storicità reale. Chiaramente sappiamo che per difendere le singole
colture ci sono le assicurazioni e che la 102 risarcisce un danno “aziendale”, piuttosto che colturale. Ma
servirebbe un forte riequilibrio dei criteri, per non escludere le aziende che hanno subito danni reali,

Info per la stampa: Erika Angelini – 3389927126
come avevamo già chiesto a tutti i livelli amministrativi, ancor prima che uscisse il Decreto. Quindi
sarebbe necessario, a nostro avviso, un aggiornamento della legge o una nuova legge pensata con uno
“spirito” che consideri la calamità anche a livello di comparto, come quello delle pere, risarcendola
dunque anche su base colturale e non solo sul danno complessivo subito delle aziende. Perché è vero
che magari un danno da cimice o da gelata non sempre compromette la sopravvivenza dell’azienda, ma
sicuramente non investe, il settore non cresce e rischiano di scomparire intere colture frutticole”.

️Ferrara Film Festival 2021: le date Ufficiali

Da: Press. Office Ferrara Film Festival

 

 

Ferrara Film Festival 2021 – Sesta edizione dal 15 al 23 Maggio.

In relazione alla complessa situazione internazionale, la direzione del Ferrara Film Festival
ha varato le nuove date della sesta edizione, che si svolgerà dal 15 al 23 Maggio 2021.
La scelta è avvenuta dopo un attento confronto con le istituzioni del Comune di Ferrara e i
partner coinvolti, tra cui il nuovo manager operativo Delphi International. L’Assemblea
Direttiva del Ferrara Film Festival, nell’occasione, ha espresso il forte desiderio di voler
stimolare non solo la ripresa del turismo e dell’economia, ma anche di fornire una spinta
propulsiva a carattere sociale.

“Il Ferrara Film Festival rimane fedele al proprio credo: il grande Cinema va vissuto nella
sala cinematografica – dichiara il Direttore del Festival Maximilian Law – e in queste
settimane abbiamo lavorato duramente nell’individuare il periodo giusto per svolgere la
nostra prossima edizione nel migliore dei modi e in totale sicurezza. L’anno scorso, nel mese
di settembre, abbiamo avuto la fortuna di essere stati tra i pochi film festival in Italia a
svolgere un’edizione dal vivo, e con un successo che ha fatto eco a livello internazionale.
Quest’anno, nei nostri limiti, non ci risparmieremo nulla: vogliamo essere in prima linea sul
fronte della ripresa, perlomeno nel nostro ambito”.

Lo scorso dicembre si è conclusa la campagna di iscrizioni film con un nuovo record: 1613
film da 44 Paesi da tutti e 5 i Continenti. Tali numeri non includono le trattative con gli le
Major e le società di distribuzione internazionali. Il programma dei 32 film che saranno inclusi
nella selezione ufficiale 2021, per quanto già molto ricco, non è altro che la punta
dell’iceberg di un programma che includerà eventi a tema e di beneficenza, incontri con i
professionisti del cinema ed eventi serali che lasceranno il segno.
La scorsa edizione del Ferrara Film Festival ha assegnato i Dragoni D’oro alla Carriera alla
nota attrice internazionale Nastassja Kinski (“Tess”, “Paris, Texas”), al celebre attore
italiano Alessandro Haber e al pluripremiato regista Bille August (“La Casa Degli Spiriti”,
“Les Miserables”), oltre ad aver svolto svariate premiere mondiali, europee e italiane.

Il programma ufficiale della sesta edizione sarà presentato pubblicamente il 12 Aprile.
Maggiori informazioni sul festival sono disponibili su www.ferrarafilmfestival.com

SCUOLA:
DAI NATIVI DIGITALI ALLA NEXT GENERATION

 

È trascorso un quarto di secolo dalla nascita di Windows 95. Da allora è stato un continuo avvicendarsi di novità nel campo tecnologico, che hanno fatto da contrappunto alle generazioni che in questo lasso di tempo si sono succedute, dai digital natives, ai millennials, alla generazione Z. Ora siamo alla Generazione Alfa. Generazioni avvezze fin da subito a un diffuso uso di internet, di Google e Wikipedia, dei social media e di ogni altro ritrovato tecnologico. Le generazioni sono mutate, le scuole che hanno frequentato no. Così erano prima, così pressoché sono rimaste dopo.

Per misurare la cesura tra mondi opposti e l’ottusità del secondo, la scuola, basta rileggersi la circolare che nel marzo del 2007 l’allora ministro Fioroni inviava alle istituzioni scolastiche per proibire l’uso dei cellulari in classe, con conseguenti sanzioni disciplinari. Ironia della sorte, non è mancato chi tale ottusità ha pensato bene di ribadirla all’avvio dell’anno scolastico 2019/2020, alla vigilia della pandemia, che avrebbe sfidato le nostre scuole sulle loro potenzialità tecnologiche e digitali.

Mi è capitato in questi giorni tra le mani un volumetto pubblicato da il Mulino nel 2010 dal titolo quanto mai accattivante Un giorno di scuola nel 2020. Un cambiamento è possibile?
Raccoglie gli atti del convegno organizzato nel marzo del 2009 a Torino dalla Fondazione per la Scuola della Compagnia di san Paolo. Un’occasione per guardare oltre e immaginare una scuola ‘più digitale’, a misura di studente, in cui le tecnologie dell’informazione e della comunicazione non rappresentino soltanto un’appendice a una impostazione tradizionale della didattica, ma ricoprano un ruolo specifico e costante nel tempo.

Il 2020 veniva traguardato come orizzonte, come anno limite, entro il quale le istituzioni scolastiche avrebbero dovuto portare a compimento il processo di rinnovamento degli ambienti di apprendimento e delle modalità di trasmissione del sapere a fronte delle mutate esigenze educative di ragazze e ragazzi cresciuti ‘in rete’.
Tutti i sistemi scolastici in giro per il mondo sembrano essere resistenti al cambiamento, ma le relazioni al convegno testimoniano di tante esperienze che già allora aprivano nuove prospettive dando centralità alla personalizzazione, all’apprendimento autorganizzato, alle modalità e al contesto in cui l’insegnamento avviene.

Dieci anni dopo dobbiamo parlare di speranze infrante, con la drammaticità di una pandemia che ha reso sempre più paradossale l’esperienza scolastica delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Norberto Bottani, ricercatore e alto funzionario dell’Ocse, a conclusione di quel convegno avvisava, già allora, che il problema non sono le nuove tecnologie, ma gli insegnanti e gli studenti.
Le nuove tecnologie evolvono a grande velocità e i bambini se ne impossessano con una facilità estrema, non hanno bisogno né di insegnanti né di educatori per farlo.

La questione degli insegnanti è invece davvero complessa e non si è fatto nulla per esplorarla in tutte le sue componenti, ritardando nel tempo la possibilità di individuare soluzioni valide. Una categoria preoccupata di vedere sempre più svilito il proprio ruolo, di perdere autorevolezza agli occhi degli allievi. Così disciplina e mantenimento dell’ordine sono le ancore di salvezza a cui aggrapparsi, mentre crescono le forme di resistenza a mutare l’organizzazione dell’apprendimento (ci saranno ancora le aule, le classi, i voti?), pertanto l’adozione delle nuove tecnologie avviene in un contesto identico a quello tradizionale. Come muterà il profilo professionale, come cambieranno le modalità di selezione e di formazione?

Resta il tema dell’universo studentesco. C’è un abisso tra il modo di pensare degli studenti e il modo di pensare degli insegnanti. La scuola è incapace di trasmettere ciò di cui gli studenti hanno bisogno nelle forme che più convengono loro. Le ricerche condotte da fondazioni come la MacArthur negli Stati Uniti hanno da tempo evidenziato che ragazze e ragazzi delle generazioni in rete possiedono una visione precisa di quel che si aspettano dalla scuola. Migliaia di interviste fatte a studenti di tutti i ceti, di tutte le età e di tutte le nazionalità fanno emergere risposte assai nette. Non tollerano più le lezioni cattedratiche, vogliono essere rispettati, vogliono che si abbia fiducia in loro, vogliono che si tenga conto delle loro opinioni e che li si apprezzi. Chiedono di coltivare le proprie passioni e i propri interessi, di creare utilizzando gli strumenti del loro tempo. Chiedono un’istruzione che abbia le radici nella realtà, chiedono di cooperare, di lavorare in gruppi per realizzare progetti e controllarne l’esecuzione, chiedono di avere un ruolo in classe e al di fuori della scuola.

Siamo arrivati al 2020 con tutto fermo a come era prima. Se non fosse che il virus ha scompigliato tutte le carte. L’emergenza ancora una volta ha impedito di vedere i problemi veri, rinviando a data da destinarsi la risposta alla domanda che oltre dieci anni fa il convegno si poneva e cioè se un cambiamento fosse possibile. Ora i fondi della Next Generation EU ci offrono un’occasione unica e irripetibile, il pericolo vero è che la scuola e la politica si facciano cogliere impreparati con il rischio di non spendere quelle risorse o di spenderle male.

Per leggere gli altri articoli di Giovanni Fioravanti della sua rubrica La città della conoscenza clicca [Qui]