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Giorno: 4 Febbraio 2021

PER SALVARE LA CULTURA A FERRARA
Lettera Appello contro la politica culturale della Giunta: firma anche tu!

 

Operatori culturali, bibliotecari, guide turistiche, insegnanti, librai, docenti universitari, musicisti, scrittori, cooperatori, artisti, editori indipendenti, ricercatori, attivisti di associazioni di volontariato e di promozione sociale. Giovani o meno, esperti e novizi. Nel giro di un weekend sono stati oltre 350 i firmatari di un appello rivolto al ministro Franceschini – nonostante il momento critico nazionale, al presidente Unesco Bernabè e all’assessore regionale Felicori per denunciare il biennio deplorevole che l’assessorato alla cultura, eterodiretto da Vittorio Sgarbi, sta conducendo a Ferrara. Si tratta di professionisti di un settore in difficoltà, di volontari e di irriducibili amanti della cultura ferrarese, stanchi di una politica fatta di tanti annunci roboanti e poca sostanza. Levati lustrini e palette, al netto di presidenti onorari altisonanti e opinabili coadiutori artistici, i primi diciotto mesi dell’assessore Marco Gulinelli dimostrano una mancanza totale di prospettive e progettualità.
La preoccupazione di chi lavora nel settore comincia a farsi sentire, anche per l’assenza di una prospettiva di rilancio sul piano turistico del nostro patrimonio monumentale e museale.
Ogni critica che esce pubblicamente senza rivolgersi al sistema nel suo complesso e senza sfociare in un respiro collettivo è solo vanità. I firmatari stessi non potevano replicare al narcisismo del Palazzo con altro narcisismo, così hanno deciso di mettersi a confronto davanti a un documento scritto. La lettera è un grido di dolore e attenzione per Ferrara, la sua cultura e la sua bellezza che sono e devono rimanere patrimonio di tutti e non di qualcuno.
Comitato delle Sardine ferraresi

LETTERA APPELLO

Alla c.se att.ne
Ministro Dario Franceschini
Presidente Franco Bernabè
Assessore Mauro Felicori

Ferrara, 31 gennaio 2021

Illustrissimi,

a seguito del decreto che sancisce l’istituzione di un tavolo permanente per tutelare i lavoratori della cultura e in riferimento ai recenti avvenimenti riguardanti le dimissioni del presidente Mario Resca e del Cda della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, che ha presupposto un ricollocamento di poltrone di VIP e che si aggiunge allo scenario già complesso e sconfortante dell’amministrazione locale, noi cittadini di Ferrara dimostriamo forte preoccupazione per la mala gestione di un bene culturale patrimonio di tutti.
Da luglio 2019 Ferrara ha subito scelte politiche che riteniamo essere contro l’interesse collettivo e vogliamo porre alla Vostra attenzione.
I bilanci del Teatro Comunale vengono seriamente messi a rischio dagli appetiti di chi lo sta utilizzando per offrire ingaggi spropositati a membri del proprio entourage, scelte imposte dall’attuale presidente di Ferrara Arte on. Vittorio Sgarbi che hanno portato alle dimissioni del presidente Resca.

Il centro storico parcheggio a cielo aperto

Il mancato rinnovo di un regolamento Ztl da diciotto mesi da parte della nuova Amministrazione Comunale, che ha delegato la gestione della mobilità cittadina al vicesindaco leghista Nicola Lodi, ha aggravato la presenza di macchine nel centro storico generando non pochi problemi alla qualità dell’aria e gravi danni al patrimonio monumentale ivi presente a causa dello smog e delle vibrazioni che danneggiano gli edifici storici.
L’insicurezza di pedoni e ciclisti, a causa del proliferare di mezzi motorizzati in strade strette o in zone di sosta inadeguate, ha fatto da contraltare al deturpamento di un ambiente unico che dovrebbe essere tutelato dall’Unesco e invece presenterà un pessimo spettacolo ai turisti che torneranno a Ferrara passata l’emergenza Coronavirus. Naturalmente, a nulla sono servite le petizioni organizzate dai cittadini maggiormente sensibili al problema, ignorate dall’Amministrazione che continua a non fornire risposte soddisfacenti al problema.
Non ha ricevuto risposte chiare nemmeno la raccolta di oltre 3mila firme di cittadini ferraresi portata avanti dall’Anpi e da altre associazioni culturali per tutelare il locale Museo del Risorgimento e della Resistenza. Il museo è stato chiuso per consentire l’ampliamento del contiguo Palazzo dei Diamanti e parzialmente riaperto in una sede provvisoria (Porta Paola) decisamente inadeguata agli scopi espositivi e di divulgazione scolastica che caratterizzano le attività della benemerita istituzione.
L’assessore alla cultura Marco Gulinelli ha promesso che il museo troverà destinazione nei locali di Casa della Patria “Pico Cavalieri”, attuale sede delle associazioni combattentistiche e d’arma, che però necessita di un lungo e complesso restauro: al momento gran parte del patrimonio espositivo, che comprende cimeli donati dalle più importanti famiglie ferraresi, giace presso i magazzini comunali di via Marconi nonostante un vincolo della Soprintendenza che obbliga il Comune a renderlo fruibile al pubblico e conservarlo decorosamente.
Mentre la memoria del Risorgimento e della Resistenza ferrarese langue in un oscuro deposito, il presidente di Ferrara Arte on. Sgarbi non ha perso occasione per lanciare feroci provocazioni sulla stampa locale millantando l’organizzazione di una mostra celebrativa del gerarca fascista Italo Balbo e invitando il sindaco a dedicare una via alla memoria dello stesso. Provocazioni che, fortunatamente, sembrano cadute nel vuoto anche se il primo cittadino non ha mai preso le distanze dagli eccessi del noto critico d’arte, nemmeno quando ha sostenuto posizione palesemente negazioniste e denigratorie verso esponenti politici locali di avversa opinione.
Ma questo potrebbe rientrare nella sfera della vivace ancorché triste dialettica mediatica se, provocazioni a parte, non vi fosse un preoccupante vuoto di programmazione per tutto quanto riguarda le politiche culturali della città di Ferrara.
Una città che dovrebbe investire sul turismo e sulla cultura assiste, invece, al totale disinteresse verso la riorganizzazione del patrimonio museale e dei servizi culturali: i pensionamenti nel pubblico impiego non vengono coperti dall’ingresso di nuove risorse, così le biblioteche di quartiere chiudono e si propone l’esternalizzazione dei servizi a soggetti privati che penalizzerebbero le condizioni di lavoro preesistenti; mancano progetti volti a valorizzare le iniziative culturali locali e i giovani artisti; non sappiamo se vi sia un serio progetto di digitalizzazione e promozione del patrimonio museale e archivistico locale, al di là dei bandi comunali messi a punto per il prossimo Servizio Civile Volontario, indispensabile a garantire l’accessibilità continua per motivi di studio e consultazione, specie in tempi di pandemia.
Si ragiona di grandi mostre e grandi nomi che vanno a infoltire i consigli di amministrazione, ma la realtà è un impoverimento sempre più preoccupante del tessuto culturale cittadino con tante associazioni che faticano a coprire le spese e mantenere vive proprie attività a causa del coronavirus. Attività che ricevono pochi euro di ristoro mentre in passato si è parlato di una possibile convenzione tra Comune e Fondazione Cavallini-Sgarbi che, di fatto, trasformerebbe il Castello Estense in un museo “privato”.
Non abbiamo dimenticato, infatti, i termini di quell’accordo che avrebbe fruttato ai fratelli Sgarbi il 20% sul costo di ogni biglietto di ingresso al monumento simbolo di Ferrara, in cambio della presenza “permanente” al suo interno di opere d’arte appartenenti alla Fondazione di famiglia. Ora, scorrendo la programmazione per il 2021 annunciata dall’assessore Gulinelli, veniamo a sapere che sia il Castello Estense che Palazzo Schifanoia dovrebbero ospitare importanti mostre: confidiamo che non vengano più riproposti accordi sul costo d’ingresso che favorirebbero una fondazione di diritto privato riconducibile distintamente alla famiglia del presidente stesso dell’ente pubblico.
Solo il coronavirus sembra aver fermato gli appetiti di un critico d’arte che appare, e si autodefinisce senza pudore, il vero “padrone” della cultura estense. Eppure, il duo Sgarbi-Gulinelli non si è fermato nemmeno di fronte alla tragedia come dimostra un video girato all’interno dell’ufficio del sindaco in cui si irride l’esistenza di una reale emergenza sanitaria nel Paese.
Il silenzio sconcertante e complice del sindaco Alan Fabbri ci ha spinto a chiedere una maggiore attenzione verso ciò che sta avvenendo a Ferrara, città patrimonio dell’umanità che non merita di essere trattata come il feudo personale di qualcuno e, soprattutto, di vedere irrimediabilmente degradato il suo tessuto urbano e monumentale. 

Alle ore 22,30 del del 7 febbraio 2021 hanno già firmato 1.348 persone

Se sei d’accordo con l’appello puoi aggiungere la tua firma [Qui]

In copertina: Vittorio Sgarbi e Marco Gulinelli presentano le portentose pillole verdi anticovid

Robert Darnton: il sogno di una biblioteca universale, da Alessandria a Google.
una lezione del professore di Harvard

 

Da; Ufficio stampa MediaMente

Robert Darnton: il sogno di una biblioteca universale, da Alessandria a Google. Con una lezione del prof. di Harvard prosegue domani il programma di AGO Modena Fabbriche Culturali 

Robert Darnton: il sogno di una biblioteca universale, da Alessandria a Google. Con una lezione del prof. di Harvard prosegue domani il programma di AGO Modena Fabbriche Culturali Una lezione che racconta l’urgenza di raccogliere tutto il sapere in un’unica biblioteca: la storia di un’utopia che nasce ad Alessandria d’Egitto e giunge fino a Google. Domani alle 18 lo studioso statunitense, in diretta streaming per AGO Modena Fabbriche Culturali, parla dell’antichissimo desiderio dell’uomo di possedere tutti i libri del mondo in un un unico luogo. Il programma di AGO prosegue sabato con una lectio di Maurizio Ferraris sulla documedialità; nei giorni successivi è previsto un dibattito tra Filippo Domaneschi e la sociolinguista Vera Gheno su come osservare la memoria nel suo stato nascente; seguono una conversazione sul futuro dei musei (con Martina Bagnoli, Riccardo Falcinelli, Gianfranco Maraniello) e un intervento di Adriano Prosperi su come mutano le modalità di registrazione della memoria

L’ambizione di raccogliere tutti i libri del mondo in un’unica biblioteca muove l’uomo fin dal mondo antico. La biblioteca d’Alessandria, con il suo tragico epilogo, è l’emblema di questo sforzo enciclopedico. Robert Darnton, membro del comitato direttivo della Digital Public Library of America, racconta la storia di questo sogno e la declina nell’epoca digitale delle biblioteche virtuali. Lo fa domani alle 18, in diretta streaming dagli Stati Uniti, all’interno del programma di AGO Modena Fabbriche Culturali (la diretta è su http://www.agomodena.it).
La prima stagione del programma di Ago, che prosegue per quasi un mese, è dedicata alla trasmissione, al futuro del patrimonio culturale garantito dalle piattaforme digitali, ai loro usi e alle potenzialità di elaborazione culturale e artistica che esse possiedono. Il programma si snoda attraverso lezioni magistrali e conversazioni, release di patrimonio digitalizzato, installazioni artistiche: dieci appuntamenti in meno di un mese, in diretta streaming sul sito e sui social di AGO, in attesa di poter accogliere il pubblico in presenza.

I prossimi appuntamenti
Maurizio Ferraris, sabato 6 febbraio alle 18, affronta le delicate questioni che pone il tema della documedialità: virtuale ma nondimeno reale, la dimensione digitale cambia il significato di categorie fondamentali come il materiale e l’immateriale. Segue un dibattito in streaming tra Filippo Domaneschi, direttore del Laboratory of Language and Cognition di Genova e la sociolinguista Vera Gheno affronta il tema di come osservare la memoria nel suo stato nascente, mercoledì 10 febbraio alle ore 18 (conversazione a cura di FEM Future Education Modena). Una riflessione sul futuro dei musei e sulle nuove pratiche di fruizione tra digitale e pandemia è affidata a un dibattito a tre voci nel quale la direttrice delle Gallerie Estensi Martina Bagnoli, il designer Riccardo Falcinelli, lo storico dell’arte Gianfranco Maraniello (per cinque anni direttore del MART di Rovereto) si interrogano sui nuovi rapporti tra artisti, pubblico e opere. Con loro giovedì 11 febbraio alle 18 si ripensa il ruolo del museo alla luce dei nuovi linguaggi digitali e relazionali.
Lo storico Adriano Prosperi si chiede invece che valore hanno le cronache nella costruzione dell’identità e della storia di una società; la loro conversazione, venerdì 12 febbraio alle 18, ha come focus l’importanza della trasmissione mediata dal documento scritto e le potenzialità della digitalizzazione come nuovo mezzo di sigillazione di patrimoni. Sabato 20 febbraio un dibattito curato dall’Archivio storico del Comune di Modena fa il punto sull’attualità dei lavori Giordano Bertuzzi per la ricerca urbanistica su Modena. Esperto di storia ducale e di trasformazioni edilizie della città, Bertuzzi ha fissato un modello ancora valido per misurare il cambiamento e salvaguardare un patrimonio, in questo caso quello dei manufatti edilizi del tessuto urbano (con: Angelo Spaggiari, Matteo Agnoletto, Giovanni Cerfogli, coordina: Giuseppe Bertoni).
Da ieri, sempre nell’ambito del programma di AGO, un manoscritto seicentesco rivive nel presente grazie all’opera Trentamillesimidisecondo del duo artistico Afterall. Intervenendo direttamente sui testi tratti dalla “Cronaca di Modena” – prima opera interamente digitalizzata disponibile su Lodovico (www.lodovico.medialibrary.it) la biblioteca digitale di Ago – i due artisti propongono un’opera d’arte installativa all’interno dell’antica Farmacia Storica dell’ex Ospedale Sant’Agostino, dal 4 febbraio all’8 marzo, a cura di Lorenzo Respi in collaborazione con FMAV Fondazione Modena Arti Visive. Enzo e Silvia Esposito lavorano a porte chiuse: la performance si configura come una trascrizione su carta carbone della calligrafia seicentesca che narra La Cronaca di Modena per voce di Giovan Battista Spaccini. In-visibile dal vivo, ma accessibile sul web, l’installazione sarà visibile in diretta ogni giovedì sul canale Youtube di AGO (12:00 – 13:00 e 17:00 – 18:00 giovedì 4 e 18 febbraio, 4 marzo; mentre nelle ore 11:00 – 12:00 e 16:00 – 17:00 nei giovedì 11 e 25 febbraio).

E’ possibile seguire gli appuntamenti di AGO in diretta sulla pagina Facebook AGO Modena Fabbriche Culturali (@AGOModenaFaCultura) e sul sitowww.agomodena.it

Proposta del Distretto Sud Est per la Riorganizzazione Provinciale nella Fase 2 dell’Emergenza Sanitaria

Da: Sindaco Cristian Bertarelli

Proposta del Distretto Sud Est per la Riorganizzazione Provinciale nella Fase 2
dell’Emergenza Sanitaria

Indirizzo
La pandemia mondiale da Coronavirus, sul territorio nazionale, ha evidenziato particolari criticità
nell’assistenza territoriale in ambito sanitario regionale, provinciale e distrettuale.
Queste criticità rilevate, nello specifico per il territorio della Provincia di Ferrara (se pur
fortuitamente colpita limitatamente da questa pandemia), pongono il doveroso punto di riflessione
sulle debolezze riscontrabili per l’assistenza sanitaria territoriale, ricordando che i principi
fondamentali su cui si basa il SSN dalla sua istituzione, avvenuta con la legge n.833 del 1978, sono
l’universalità, l’uguaglianza e l’equità.
Proprio per garantire i principi del SSN si deve operare una doverosa rivalutazione e un
indispensabile potenziamento del servizio sanitario territoriale provinciale: tutto ciò è oggi
ampiamente incentivato dalla nuova vision della politica nazionale e regionale, attraverso
importanti risorse economiche e di indirizzo, di seguito e per quanto concerne la provincia di
Ferrara si riportano una rivalutazione sulle attività e alcuni programmi da intraprendere sin da ora,
per garantire a tutti i distretti, e in particolare a quello Sud-Est, quanto sancito dalla Costituzione
della Repubblica Italiana attraverso l’Articolo 32.
Secondo la proposta delle due aziende sanitarie alla CTSS, i pazienti con malattia di Covid-19
accertata della Provincia di Ferrara sarebbero distribuiti in base al distretto di appartenenza. Nello
specifico, all’Ospedale hub di Cona quelli del distretto Centro Nord (173.000 abitanti) e
all’Ospedale spoke del Delta i pazienti del distretto Sud-Est (98.000 abitanti) e Ovest (77.000
abitanti). L’ospedale di Cona accoglierebbe inoltre, indipendentemente dal distretto di provenienza,
tutti i pazienti della provincia con COVID-19 che hanno necessità di ventilazione non-invasiva
avanzata e invasiva (intubazione) o intervento chirurgico urgente.
Tale distribuzione, seppur equa nei numeri, NON tiene conto di alcune fattori:
1) I pazienti affetti da COVID-19 della provincia hanno il diritto di ricevere le cure migliori
possibili indipendentemente dal distretto di appartenenza. A tal proposito è evidente come
l’hub di Cona, essendo dotato di medici specialisti (pneumologi e infettivologi) che
mancano allo spoke del Delta, sia il più idoneo per curare tutti i pazienti affetti da tale
patologia e NON solo quelli per i quali sia necessaria assistenza ventilatoria.
1) La struttura dell’ospedale di Cona rende possibile il confinamento in reparti dei pazienti
COVID e una rigorosa separazione dei percorsi “puliti” da quelli “sporchi”, essenziale per
ridurre il rischio di contaminazione dei degenti e degli operatori sanitari, come peraltro
dimostrato dal minor numeri dei contagli intraospedalieri in fase 1. Tale
separazione è certamente molto più critica, per motivi strutturali, all’Ospedale del Delta.
2) L’enorme divario nel numero di posti letto disponibili fra l’hub di Cona e lo spoke del
Delta, penalizza gravemente il distretto Sud-Est nella ripresa delle attività ordinarie previste
nella fase 2 dell’emergenza sanitaria. Va inoltre considerato l’auspicabile afflusso di turisti
ai lidi comacchiesi che aumenterà la popolazione estiva del distretto, salvo nuove misure di
confinamento per un’eventuale recrudescenza della pandemia. Qualora infatti i pazienti del
distretto Sud Est e Ovest con COVID-19, accertato o sospetto, che non abbiano bisogno di
supporto ventilatorio – la stragrande maggioranza nella fase attuale – siano tutti ricoverati al
Delta, il reparto di Medicina (59 posti letto) probabilmente NON basterebbe e si correrebbe
il rischio di ricoverarli nuovamente nella piastra chirurgica polispecialistica. Ciò
comprometterebbe, ovviamente, la ripresa delle attività ordinarie di chirurgia, ortopedia,
urologia e ginecologia per i pazienti del Sud Est con palese iniquità di accesso alle cure fra i
distretti della provincia.

Proposta
Per garantire le migliori cure possibili a tutti i pazienti affetti da malattia di COVID-19 della
provincia e consentire di riprendere anche presso l’Ospedale del Delta le attività ordinarie a
beneficio della popolazione del distretto Sud Est, analogamente a quanto legittimamente perseguito
per quella del Centro Nord e Ovest, si propone per la fase 2:
1) Concentrazione di tutti i pazienti con malattia di COVID accertata per i quali sia
necessario il ricovero ospedaliero, indipendentemente dalla necessità di assistenza
ventilatoria e dal distretto di appartenenza, presso l’hub di Cona, dove ci sono condizioni
strutturali, tecnologie e competenze specialistiche esclusive per curarli in maniera ottimale.
1) La Medicina dello spoke del Delta, tornerebbe all’originario ruolo di supporto all’hub di
Cona, ricoverando pazienti COVID accertati solo qualora si saturassero i 64 posti letto
disponibili presso l’hub dopo la chiusura del reparto Covid 3.
2) Ricovero dei pazienti convalescenti con COVID-19 presso le strutture alberghiere osservate
e rilevate, a seconda dei bisogni assistenziali.
3) Istituzione in ogni presidio ospedaliero provinciale di aree di ricovero esclusive per i
pazienti sospetti di COVID-19 in attesa dell’esito dei test diagnostici. Tali pazienti
sarebbero pertanto ricoverati nella struttura del loro distretto per poi essere trasferiti presso
l’hub solo in caso di positività. Ciò consentirebbe a tutti gli ospedali distrettuali di
riprendere gradualmente le attività ordinarie per la popolazione dei propri distretti di
riferimento.
4) Altresì si ritiene utile evidenziare che l’installazione di un secondo Tomografo
Computerizzato (TC), garantirebbe la sicurezza della gestione dei pazienti in ingresso,
creando percorsi differenziati per snellire e rendere più sicure le condizioni di erogazione
delle prestazioni che coinvolgono tale apparecchiatura.
5) Si ricorda che la COVID-19 ha dato possibilità di percorrere scelte rivoluzionarie in
riferimento alle strutture di accoglienza dei pazienti, abbiamo visto sorgere ospedali da
campo per i ricoverare pazienti, requisire strutture e adibirle per tale patologia in altre
regioni, e ricordiamo che l’ospedale di Cona, nasce come struttura da più 876 posti letto e
che solo a causa della decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158 (noto anche come decreto
Balduzzi), ha visto la riduzione dei suddetti posti letto a 710 totali al 2019 (660 p.l. ordinari
e 50 p.l. di day hospital e day surgery), pertanto è doveroso e opportuno valutarne la
riconfigurazione per una corretta gestione dell’emergenza dovuta al Coronavirus.
La realizzazione di tali proposte consentirebbe la ripresa anche presso l’Ospedale del Delta della
propria attività di ricovero ordinaria in Chirurgia Generale, Ortopedia, Urologia e ginecologia
nonché quella ambulatoriale specialistica e di Radiologia, rispettando le direttive regionali in vigore
(pre-triage e accessi controllati) a partire dal mese di giugno. Ciò è di vitale importanza soprattutto
in previsione dell’auspicato incremento della popolazione nel periodo turistico.

COVID-19 fase 2 Riapertura reparto di Cardiologia ed Area Sub-intensiva Cardiologica
Premessa L’esplosione dell’emergenza sanitaria da SARS-CoV2 in Italia, responsabile della
malattia COVID-19, è iniziata nella seconda metà del mese di febbraio. Le strategie di
contenimento dell’epidemia messe in atto dalle aziende sanitarie della provincia di Ferrara hanno
previsto una trasformazione graduale di alcuni presidi ospedalieri in ospedali per l’assistenza di
pazienti affetti da, o sospetti per, COVID-19 (COVID-Hosp) mantenendo altri presidi ospedalieri
(COVID-Free), per quanto possibile, liberi dalla gestione di questi pazienti.
Organizzazione durante il picco della pandemia
Poiché l’ospedale del Delta è stato identificato come ospedale COVID-Hosp, l’attività cardiologica,
sia ambulatoriale che assistenziale ospedaliera, è stata travolta dal repentino processo di
riorganizzazione per affrontare le fasi di picco della pandemia. In sintesi, vengono riportati di
seguito gli effetti della pandemia COVID-19 sugli aspetti organizzativi, gestionali e clinici della
Cardiologia dell’Ospedale del Delta.
 Chiusura dell’Area Sub-intensiva ad uso cardiologico ed up-grade tecnologico dei letti per
aumentare la disponibilità dei posti letto di Terapia Intensiva da destinare alla gestione dei
pazienti COVID positivi.
 Chiusura del reparto di degenza ordinaria di cardiologia e riconversione in Unità di Terapia
Intensiva Respiratoria (UTIR) per ricovero pazienti COVID positivi con necessità di
ventilazione assistita.
 Mantenimento di sole due camere per ricovero pazienti COVID positivi o
COVID-sospetti in fase di definizione diagnostica (tampone nasofaringeo [TNF]), con
problematiche cardiologiche acute.
 Chiusura di tutta l’attività specialistica cardiologica ambulatoriale, cardiologica
interventistica (impianto di pacemaker, defibrillatori, etc) e di Day-hospital (cardioversioni
elettriche di aritmie, sostituzione di pacemaker o defibrillatori in fase di scarica, etc).
 Cambiamento delle priorità cliniche dei medici cardiologici che hanno dovuto ri-orientare
la propria attività assistenziale ospedaliera quotidiana verso patologie che richiedono
competenze specialistiche diverse da quella cardiologica (in particolare pneumologia e
malattie infettive). Attualmente l’organico di cardiologia è così impiegato: 1-2 medici
lavorano presso il Reparto di Medicina Interna; 1 medico è stato trasferito temporaneamente
presso l’Ospedale di Cento a supporto della cardiologia e gli altri garantiscono all’intero
dell’ospedale del Delta, compreso PS, una guardia cardiologica H24 per consulenze
specialistiche e il mantenimento della gestione della terapia anticoagulante orale per circa un
migliaio di pazienti.

Proposta di ri-organizzazione in Fase 2
Nei due mesi di lockdown, abbiamo preso consapevolezza di alcuni aspetti che caratterizzano in
modo unico il virus SARS-CoV2: il numero non trascurabile di pazienti totalmente asintomatici
(identificati mediante protocolli di screening con TNG o test sierologico), paucisintomatici e con
manifestazioni cliniche atipiche. Questi aspetti fanno si che il virus abbia una rapida diffusione, sia
difficilmente tracciabile e che la malattia, mascherata da una sintomatologia atipica, possa sfuggire
alla valutazione penetrando così all’interno dei reparti di strutture ospedaliere COVID-Free.
Inoltre, la mancanza di un vaccino e le incertezze sull’efficacia e durata dell’immunità acquisita,
contribuiscono a rendere necessaria una riorganizzazione stabile del reparto di cardiologia al fine di
garantire il mantenimento del controllo dell’epidemia ed evitare il riaccendersi di focolai di
contagio nei prossimi mesi.
A questi aspetti dobbiamo aggiungere la necessità di una ripartenza ed il recupero dell’attività
interventistica cardiologica elettiva che era stata sospesa, e la ripresa delle prestazioni cardiologiche
in regime di DH non più procrastinabili. La ripartenza in fase 2 della pandemia COVID-19 deve
necessariamente prevedere la ripresa dell’attività cardiologica dell’Ospedale come segue:
 Riapertura del reparto di Cardiologia secondo due possibili scenari:
1) Trasferimento del reparto di cardiologia nell’area ideale e naturale, dove era stata collocata
in origine, cioè adiacente alla Terapia Intensiva Cardiologica e alla sala operatoria dove si
impiantano pacemaker e defibrillatori, al I° piano. Questa area ospita 12 posti letto e negli
ultimi anni è stata adibita a DH oncologico, mentre il reparto di cardiologia trasferito.
2) Riapertura del Reparto di Cardiologia nell’area dove si trovava subito prima della pandemia.
➢ Riabilitazione cardiaca:
– attualmente vengono ricoverati 150 pazienti all’anno;
– si tratta di pazienti che hanno subito un intervento di cardiochirurgia, generalmente
arrivano in quinta/settima giornata postoperatoria;
– facciamo: rieducazione respiratoria e motoria (utilizzo di incentivatori di flusso
respiratorio, ginnastica passiva al letto, mobilizzazione in stanza, allenamento aerobico in
palestra), monitoraggio del ritmo cardiaco H24, medicazione ferite chirurgiche, esami
strumentali postoperatori, ottimizzazione terapeutica;
– alla dimissione il paziente viene prenotato presso il Centro Studi Biomedici Applicati allo
Sport di Ferrara, per successiva presa in carico con programma riabilitativo home-based;
Prospettive:
– allargamento della tipologia dei pazienti: post-infarto e scompenso cardiaco;
– allargamento a possibilità di accesso ambulatoriale alla palestra (riabilitazione di tipo
“ambulatoriale” diurna, e non solo di tipo “degenziale”).
Quest’area non è adiacente alla Terapia Intensiva Cardiologica né complanare ad essa, ma è ubicata
ad un piano diverso (II° piano) e dall’altra parte dell’ospedale rispetto alla Terapia Intensiva e alla
sala operatoria pacemaker/defibrillatori. In questo caso, la riorganizzazione dovrebbe prevedere 5
camere a 2 posti letto (10 pazienti) e 4 camere a posto letto singolo (4 pazienti). Queste ultime
camere, a posto letto singolo, sono fondamentali per gestire in sicurezza tutti i pazienti sospetti
COVID che siano in attesa di esito del test diagnostico rapido (TNF o sierologico). Nel caso il
paziente dovesse risultare positivo al test, dovrà essere trasferito all’ospedale di Cona e la camera
sanificata. Mentre, se in test dovesse risultare negativo il paziente potrà essere spostato in camera
doppia con un altro paziente negativo.

In sintesi: il reparto di cardiologia per poter ripartire, in questa seconda fase, dovrà necessariamente
attrezzarsi con camere singole per i casi sospetti in attesa di referto del TNF, e in caso di positività
dovrà seguire l’immediato trasferimento presso l’ospedale di Cona che, in quanto centro Hub
provinciale, come già specificato, offre il più qualificato e complesso livello assistenziale (Standard
of Care) per pazienti COVID positivi, essendo l’unico ospedale ad ospitare un reparto di
pneumologia, di malattie infettive, e due terapie intensive per la gestione di pazienti che dovessero
avere un peggioramento repentino del quadro respiratorio. Il paziente cardiopatico è il principale
bersaglio dell’infezione da SARS-CoV2, in alcune casistiche fino al 70% dei pazienti con COVID19 avevano una qualche forma di cardiopatia. Inoltre, il paziente cardiopatico rientra fra quelli a
peggior prognosi quando affetto da COVID-19. Quindi, nell’ottica di una riapertura del reparto di
cardiologia è necessario mantenere “pulito” l’intero ospedale del Delta, poiché le caratteristiche
strutturali dell’ospedale, non consento una sicura compartimentalizzazione delle aree dove isolare e
gestire casi COVID positivi. Al contrario, l’ospedale di Cona, per le caratteristiche strutturali,
consente ingressi, percorsi ed aree separate per la gestione di pazienti COVID positivi. Infine, va
sottolineato che per gli stessi motivi sopra elencati, finché l’ospedale non garantirà il trasferimento
presso il centro hub dei pazienti COVID positivi, la riapertura di tutte le numerose attività di
diagnostica ambulatoriale di cardiologia (ECG, test da sforzo, ecocardiografia standard,
ecocardiografia transesogafea, ecostress farmacologico, ecografia transcranica, Holter ECG ed
Holter PA, visite cardiologiche, ambulatorio pacemaker/defibrillatori, ambulatorio scompenso
cardiaco) non potranno garantire la necessaria sicurezza a pazienti e operatori sanitari.

Riapertura servizio di Pronto soccorso Pediatrico h24
Il considerevole bacino di utenza del Pronto Soccorso Generale del Delta, che durante il periodo
estivo raggiunge milioni di presenze sui Lidi, richiede una valutazione più accurata delle esigenze
del territorio, anche sul piano dei servizi pediatrici.
Le pediatrie di gruppo dislocate in alcuni comuni del territorio non riescono
effettivamente a soddisfare le esigenze di tutta l’utenza, e vista la morfologia del territorio del
distretto sud-est, e le distanze importanti dal polo ospedaliero di Cona, si ravvisa la necessità, come
per tante altre tipologie di utenza sulle quali intervenire con TEMPESTIVITÀ, visto che l’ospedale
(in questo caso l’Ospedale del Delta), è la struttura UNIVERSALMENTE RICONOSCIUTA DA
TUTTI, come struttura principale di riferimento per le urgenze: siamo a chiedere il ripristino del
pediatra H24 a disposizione del Pronto Soccorso del Delta, TUTTO CIÒ POICHÉ NON
DOBBIAMO DIMENTICARE L’EMERGENZA CORONAVIRUS CHE CI PORTA
OBBLIGATORIAMENTE A RIPRISTINARE TALE FONDAMENTALE SERVIZIO SEMPRE
PER RIDURRE AL MASSIMO IL FENOMENO DEL PENDOLARISMO SANITARIO DAL
BASSO FERRARESE VERSO CONA, COME PIÙ VOLTE RIMARCATO DAI DATI FORNITI
DAL DOTT. TIZIANO CARRADORI (DIRETTORE DELL’AZIENDA OSPEDALIEROUNIVERSITARIA DI CONA).

Riapertura del reparto di psichiatria presso l’Ospedale del Delta
Riapertura del reparto di psichiatria SPOD al Delta, cancellando l’invio di pazienti dal basso
ferrarese al SPDC di Cona (a gestione AUSL),poiché l’alto numero di utenti di tale servizio, e la
quasi totale assenza di mezzi di trasporto, arrecherebbe un danno enorme alla popolazione del basso
ferrarese sia in termini di ulteriori spese a carico delle famiglie che in termini di gestione multidisciplinare, facendo particolare riferimento al coordinamento struttura/utente/famiglia in carico
agli assistenti sociali, ovvero vi sarà confusione tra la gestione ASP del basso ferrarese e la gestione
SPDC/AUSL di Cona: assolutamente da evitare data la particolare fragilità di questi utenti.

Riapertura del laboratorio di Emodinamica
Si valuti attentamente la riapertura del laboratorio di Emodinamica, utilizzando anche personale
interaziendale, poiché tutt’oggi chi deve essere sottoposto a prestazioni inerenti tale servizio sono
tutti indirizzati e trasportati a Cona, per poi tornare al Delta, con tutti gli EVIDENTI rischi di
contaminazione ai quali sono soggetti gli utenti di tale servizio.

Riapertura del servizio di dialisi
Riapertura del servizio dialisi al Delta dovuta sempre alla difficoltà economica che va a gravare,
quasi in toto, sugli utenti: senza poi calcolare gli orari di rientro, dopo il termine del trattamento,
specialmente per chi dovesse essere inserito negli ultimi turni.

DI TUTTE LE PROPOSTE AVANZATE SI CHIEDE, ALLE AZIENDE SANITARIE
PRESENTI SUL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI FERRARA, LA REDAZIONE DI
UN BEN PRECISO CRONOPROGRAMMA AL FINE DI VALUTARE LA REALE E
FATTIVA IMPLEMENTAZIONE DI QUANTO RICHIESTO AL FINE DI OTTENERLO
IN TEMPI CONGRUI.

Iscrizioni Istituto ‘Brindisi’

Da: Lucia Felletti, Comune di Comacchio

Dall’area ravennate volano le iscrizioni 2021/2022 all’Istituto Superiore Remo Brindisi di Lido degli Estensi

Le iscrizioni scolastiche si sono aperte il mese scorso e, già oggi, i dati per l’Istituto Remo Brindisi segnalano un netto balzo in avanti, in particolare per quanto riguarda gli studenti che provengono dalla provincia di Ravenna. Un servizio di trasporto scolastico, appositamente predisposto dal Comune lagunare per gli studenti dell’Istituto Superiore che risiedono in Romagna, ha fatto registrare un crescendo di anno in anno. Per l’anno scolastico 2021/2022 dall’area nord di Ravenna (Mezzano e Piangipane) vi saranno 75 studenti, di cui 63 attualmente frequentanti, 21 nuove iscrizioni, 9 i giovani che si diplomeranno quest’anno: un incremento in autobus di 12 unità. Spostando le coordinate geografiche, nella zona a cavallo fra Ravenna e Argenta, nell’area Longastrino/Alfonsine/Casalborsetti la previsione indica 68 studenti per l’anno scolastico a venire: l’incremento è di 4 ragazzi/e, i diplomati quest’anno saranno 14 e i nuovi iscritti 18. Gli alunni attualmente frequentanti sono 64. Considerevole anche il numero degli studenti provenienti dalla città di Ravenna che ha superato la trentina.

Il bilancio complessivo rileva che dagli attuali 127 frequentanti si passerà a 143 studenti che usufruiranno del servizio di trasporto finanziato dal Comune.

Le consistenze numeriche degli iscritti lasciano presagire quindi la possibilità di realizzare ulteriori classi.

L’Assessore alle Politiche Educative Maura Tomasi commenta “Esprimo grande soddisfazione per il posizionamento dell’Istituto Superiore Remo Brindisi nel più ampio contesto territoriale interprovinciale: il Brindisi via via sta assumendo un posto di tutto rilievo con la sua offerta formativa scolastica e gli studenti che giungono dalla Romagna e dai Comuni del Delta certificano l’eccellenza del nostro polo scolastico sul mare. L’Amministrazione continuerà a sostenere ed investire sulla scuola per elevare, sempre più, la formazione dei nostri giovani”.

L’Istituto superiore di Lido degli Estensi propone tre indirizzi – Tecnico economico turistico, Enogastronomia e ospitalità alberghiera, Manutenzione e assistenza tecnica – dispone inoltre di 4 settori, di 5 distinti ingressi e numerosi spazi esterni ed interni molto ampi che garantiscono la sicurezza degli studenti.

La dirigente Silvia Tognacci considera molto positivo il risultato raggiunto con le iscrizioni, e non solo per la scuola. “La risposta di tutto il territorio del nostro bacino di utenza conferma la fiducia nella ripresa dell’economia, gli studenti e le famiglie hanno scelto il nostro istituto apprezzando un’offerta formativa che prepara gli studenti all’inserimento nel mondo del lavoro”.

Uno studio pubblicato dalla Camera di Commercio di Ferrara sul fabbisogno di qualificati e diplomati dei prossimi anni pone in cima alla classifica il settore della ristorazione, quello meccanico e quello amministrativo segretariale: indirizzi ben rappresentati nell’Istituto Brindisi che formano tecnici e operatori di quei settori che gli indicatori segnalano in forte ripresa nel prossimo futuro.

“Abbiamo avuto il doppio delle iscrizioni dello scorso anno all’indirizzo di Manutenzione e Assistenza tecnica, mentre l’indirizzo alberghiero ha avuto un incremento del 40% degli iscritti e del 20% è cresciuto anche l’indirizzo del Tecnico economico settore turismo. L’aumento delle iscrizioni non era per nulla scontato – conclude Tognacci – in un periodo di forte criticità come quello che attualmente stiamo vivendo, le famiglie hanno saputo guardare avanti, hanno saputo vincere la paura della pandemia e immaginare il futuro dei loro figli, dando fiducia alle loro scelte e assecondando le loro attitudini e le preferenze espresse.

StoriaNaturaleNews Ferrara: ripartono i Darwin Days

Da: Carla Corazza, Comune di Ferrara

 

StoriaNaturaleNews Ferrara: ripartono i Darwin Days

Dopo il forzato arresto dello scorso anno, riprendono in tutta Italia le celebrazioni del Darwin Day. Oggi vi segnaliamo il ciclo di convegni in streaming organizzati dal Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Bologna, a cui partecipa anche il nostro Direttore, Stefano Mazzotti.

A breve vi comunicheremo notizie sul ciclo di conferenze organizzato dal nostro Museo, sempre in streaming.

Logo Darwin Day Università Bologna

PROGRAMMA DARWIN DAY BOLOGNA

Venerdì 12 febbraio 2021, ore 17.00 – 19.00

L’ORIGINE DELLA SPECIE E LA BIODIVERSITÀ

Interventi:

Marco Ferraguti | Università degli Studi di Milano
L’Origine delle specie per Darwin e per noi
Presentazione della ristampa anastatica della traduzione italiana del 1864: Charles Darwin. L’origine delle specie. Prefazioni di Chiara Ceci e Marco Ferraguti (Zanichelli Editore Bologna, 2019)*

Moreno Di Marco | Sapienza Università di Roma
Relazione tra rischi per la biodiversità e rischi per l’umanità: come riconciliare sostenibilità e cambiamenti globali?

Stefano Mazzotti | Museo di Storia Naturale, Ferrara
Il Mondo Nuovo. La storia infinita delle esplorazioni e delle scoperte di nuove specie

A cura dell’Unione Bolognese Naturalisti. Per ricevere il link di accesso alla videoconferenza è necessario registrarsi inviando una email con Nome e Cognome a: contatti@naturaitalica.it

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Venerdì 19 febbraio 2021, ore 10.00 – 12.00

EVOLUZIONE, ECOLOGIA, ECONOMIA DELLA BIODIVERSITÀ

Interventi di:

Alessandro Chiarucci | Università di Bologna
Alberi, boschi e foreste, tra i tempi della natura e quelli dell’uomo.
Comprendere il diverso significato del tempo per gli uomini e per Madre Natura. Così come Charles Darwin ha fornito le basi per comprendere il ruolo del tempo per l’evoluzione della biodiversità, è oggi essenziale comprendere quanto poco sia il tempo rimasto all’Umanità per evitare la drammatica scomparsa di una parte importante di biodiversità.

Fausto Tinti | Università di Bologna
Il Vecchio e il Mare: l’odierno e antico senso di esplorare, utilizzare e conservare la biodiversità marina.
Se Charles fosse qui oggi, in una società globale, molto avanzata e in continua innovazione tecnologica ma anche molto fragile e scomposta nel rapporto con il pianeta e le sue risorse? E se fosse un biologo marino, o un pescatore, o un ecologista…Ogni domanda trova una risposta nel vecchio e nel mare.

Ettore Randi | Unione Bolognese Naturalisti
Intricata riva. Dall’ecologia all’economia CON la natura.
A quei tempi le parole «ecologia» e «biodiversità» ancora non esistevano, ma Darwin aveva le idee molto chiare: l’evoluzione produce ecosistemi meravigliosi, complessi e diversificati. È questa l’«intricata riva» che a noi tocca preservare perché l’evoluzione possa continuare anche nel futuro.

A cura della Fondazione Golinelli. Per ricevere il link di accesso è necessario registrarsi scrivendo a: scuola@fondazionegolinelli.it

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Martedì 23 febbraio 2021, ore 17.00 – 18.30

IMPOLLINATORI E IMPOLLINAZIONE: LE SCOPERTE DI DARWIN, LE MINACCE ATTUALI, LE STRATEGIE DI CONSERVAZIONE

L’azione COST “ConservePlants” e il profetto “LIFE4POLLINATORS”

Interventi di:
Alessandro Chiarucci | BiGeA – Università di Bologna

Introduzione: l’importanza della biodiversità
Umberto Mossetti | SMA – Università di Bologna

I diversi apparecchi col mezzo dei quali…
Marta Galloni | BiGeA – Università di Bologna

Piante e impollinatori: infinite forme bellissime
Fabio Sgolastra | DISTAL – Università di Bologna

L’impollinazione: un “servizio ecosistemico” in pericolo
Gioco interattivo finale: le nostre domande agli spettatori. Le vostre domande e discussione finale.

A cura del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali e del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Bologna. Link di accesso a partire dal 15 febbraio su questa pagina.

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Venerdì 26 febbraio 2021, ore 17.00 – 19.00

IO SONO IL LUPO. DAL RISCHIO D’ESTINZIONE ALLA CONQUISTA DELL’EUROPA

Anteprima del documentario a cura di Sabatino Troisi. Con interviste a Franco Tassi, Luigi Boitani, Ettore Randi, Paolo Ciucci ed altri biologi e naturalisti sull’espansione del lupo in Italia e le relative problematiche di conservazione.

A cura dell’Unione Bolognese Naturalisti. Per ricevere il link di accesso al documentario che verrà trasmesso su YouTube è necessario registrarsi inviando una email con Nome e Cognome a: contatti@naturaitalica.it

Prosegue la somministrazione della seconda dose di vaccino nelle Residenze per Anziani di CIDAS

Da: Cooperativa CIDAS

Proseguono i vaccini nelle Residenze per Anziani CIDAS di Ferrara e provincia, in collaborazione con le équipe USCA di AUSL Ferrara.
A Ferrara tra il 4 ed il 5 febbraio viene completato il ciclo di profilassi per 88 ospiti e per gli operatori della Casa Residenza per Anziani CIDAS Ripagrande. Tra loro anche Nella Colombani che quest’anno compie 100 anni.
Il 4 febbraio a Tresigallo sono stati vaccinati 45 ospiti e gli operatori della Casa per Anziani CIDAS Residence La Mia Casa e a Vigarano Mainarda sono stati vaccinati i 35 ospiti oltre agli operatori della Residenza CIDAS Casa Generosa.
Continua senza sosta il cammino per la copertura di tutte le strutture che ospitano gli anziani più fragili. Tanti i sorrisi tra loro e gli operatori, nella consapevolezza dell’importanza di questo momento per il contrasto della pandemia.

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 4 febbraio

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su quasi 26mila tamponi effettuati, 1.192 nuovi positivi (4,6%). 1.726 i guariti, diminuiscono ancora i casi attivi (-592) e i ricoveri (-82). Vaccinazioni: oltre 233.500 somministrazioni, più di 98 mila immunizzati

Il 95% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 41,3 anni. 58 decessi

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 222.804 casi di positività, 1.192 in più rispetto a ieri, su un totale di 25.882 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi, rispetto al numero di tamponi fatti da ieri, è del 4,6%.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, per poi proseguire con gli ultraottantenni assistiti a domicilio: il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid.
Con la nuova versione aggiornata è possibile sapere anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 233.523 dosi, di cui 5.853 oggi; sul totale, 98.201 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale e sono perciò immunizzate.
Si ricorda che, alla luce delle nuove forniture di dosi di Moderna e Pfizer-Biontech previste in Emilia-Romagna per questa settimana, anche per i prossimi giorni proseguiranno in via prioritaria i richiami, con la somministrazione della seconda dose a chi ha ricevuto la prima, e ai degenti delle Cra.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 494 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 377 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 551 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.
L’età media dei nuovi positivi di oggi è 41,3 anni.
Sui 494 asintomatici, 359 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 39 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 11 con gli screening sierologici, 5 tramite i test pre-ricovero. Per 80 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.
La situazione dei contagi nelle province vede Modena con 202 casi, poi Bologna (196), Reggio Emilia (136) e Rimini (134). Seguono Cesena (95), Ferrara (93), Parma (81), Ravenna (70), Imola (68), Piacenza (67) e infine Forlì (50).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 15.514 tamponi molecolari, per un totale di 3.040.307 A questi si aggiungono anche 237 test sierologici e 10.368 tamponi rapidi.
Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.726 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 169.281.
I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 43.809 (-592 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 41.575 (-510), il 94,9% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 58 nuovi decessi: 5 a Piacenza (3 donne – due di 72 e una di 98 anni – e 2 uomini, di 85 e 91 anni); 4 a Parma (3 donne di 89, 93 e 94 anni e un uomo di 81 anni); 4 in provincia di Reggio Emilia (2 donne, di 91 e 93 anni, e 2 uomini di 79 e 85 anni); 5 nella provincia di Modena (4 uomini – rispettivamente di 82, due di 87 e uno di 93 e una donna di 79 anni); 24 in provincia di Bologna (14 donne: 79, 82, due di 84, 87, 88, due di 90, una di 92, due di 94, 97, 100, 101 e 10 uomini: 66, 76,78, 84, 86, 87, due di 88, 91 e 95 anni); 1 a Imola (una donna di 90 anni); 4 nella provincia di Ferrara (2 uomini di 70 e 88 anni e 2 donne di 87 e 88); 1 in provincia di Ravenna (una donna di 89 anni); 9 in provincia di Forlì-Cesena (6 donne di 67, 79, 84, 90, 91 e 96 anni e 3 uomini: due di 74 e uno di 90 anni); nessun decesso nel riminese. Va registrato, inoltre, il decesso di una donna di 89 anni residente fuori regione ma deceduta a Piacenza.
Il numero alto di decessi nel bolognese comunicati in questi ultimi due giorni risente dell’allungamento dei tempi necessari per la conferma della causa di decesso nel territorio di competenza dell’Azienda sanitaria. Alcuni di essi, infatti, sono avvenuti nei giorni scorsi.
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 9.714.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 188 (-6 rispetto a ieri), 2.046 quelli negli altri reparti Covid (-76).
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 16 a Piacenza (invariato rispetto a ieri), 12 a Parma (- 2), 15 a Reggio Emilia (invariato), 36 a Modena (-2), 39 a Bologna (-2), 13 a Imola (invariato), 27 a Ferrara (+1), 7 a Ravenna (invariato), 2 a Forlì (invariato), 3 a Cesena (+1) e 18 a Rimini (-2).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 18.635 a Piacenza (+67 rispetto a ieri, di cui 45 sintomatici), 15.574 a Parma (+81, di cui 43 sintomatici), 29.562 a Reggio Emilia (+136, di cui 78 sintomatici), 39.147 a Modena (+202, di cui 132 sintomatici), 44.035 a Bologna (+196, di cui 144 sintomatici), 7.130 casi a Imola (+68, di cui 32 sintomatici), 13.006 a Ferrara (+93, di cui 17 sintomatici), 16.800 a Ravenna (+70, di cui 38 sintomatici), 8.446 a Forlì (+50, di cui 40 sintomatici), 9.670 a Cesena (+95, di cui 67 sintomatici) e a 20.799 Rimini (+134, di cui 62 sintomatici).

Funerali Don Celestino, il sindaco di Bondeno si reca alla funzione religiosa per stringersi attorno alla comunità vigaranese

Da: Simone Saletti, Sindaco di Bondeno

FUNERALI DON CELESTINO. IL SINDACO DI BONDENO SI RECA ALLA FUNZIONE RELIGIOSA PER STRINGERSI ATTORNO ALLA COMUNITÀ VIGARANESE

Il commiato del Sindaco, Simone Saletti: «Un lutto improvviso dall’effetto dirompente. Mi stringo solidale alla comunità religiosa e laica vigaranese, la quale non ha perso soltanto un parroco, ma anche una persona stimabile e profonda»

Il sindaco di Bondeno, Simone Saletti, ha deciso di recarsi ai funerali di Don Celestino, il parroco di Vigarano, venuto a mancare all’improvviso pochi giorni fa. «Mi stringo solidale alla comunità vigaranese, a nome di tutti i cittadini di Bondeno che rappresento, per il lutto improvviso e dirompente che ha subito – sono le parole di Saletti –. Don Celestino era un parroco energico, coinvolgente e dinamico. Ha continuato a frequentare le comunità di Stellata e Zerbinate nei momenti di festa anche quando non era più il parroco di quelle sedi, a testimonianza del rispetto e dell’attaccamento che aveva per i suoi (ex) parrocchiani. Ciò che rimarrà per sempre nei nostri cuori, e che sicuramente ci mancherà di più, sono il suo sorriso e la sua sonora risata». Da cittadino bondenese, il tragico evento non può non ricondurre all’altra recente pagina di storia matildea, che ha riguardato la triste scomparsa di Monsignor Marcellino Vincenzi nel 2018: «Conosco personalmente il dolore che si prova nel perdere una figura di grande riferimento spirituale per la comunità – commenta il sindaco –. Adesso è il tempo del commiato, ma presto verrà il tempo del ricordo e della memoria, e in questo senso don Celestino merita un posto d’onore nelle pagine della nostra storia locale».

Cgil Cisl Uil – Sunia Sicet Uniat: norme regolatrici accesso alloggi ERP Comune di Ferrara

Da: Susanna Garuti, Ufficio comunicazione, formazione e informazione

CGIL, CISL, UIL e le associazioni degli inquilini SUNIA, SICET ed UNIAT hanno presentato formale richiesta al Comune di Ferrara di modificare definitivamente tutte le norme regolatrici dell’accesso agli alloggi ERP causa di disuguaglianza e discriminazione, escludendo per tutti gli stranieri l’obbligo di documentazione aggiuntiva ed eliminando la rilevanza della lungo residenza ai fini del punteggio, adeguandole in tal modo alla recente sentenza della Corte Costituzionale.
Come è noto la Corte ha infatti ribadito l’incostituzionalità sia della richiesta dei documenti che attestino la assenza di proprietà immobiliari nei Paesi di origine sia dei punteggi legati alla lungo residenza, chiarendo che l’unica rilevanza che può assumere la durata della residenza è quella relativa all’anzianità di graduatoria che coniuga la considerazione del bisogno con quella della presenza sul territorio.
La richiesta mira ad evitare ricorsi in sede giudiziale, che si renderebbero necessari, a tutela dei cittadini assistiti dalle associazioni degli inquilini, in caso di risposta negativa da parte del Comune.
Confidiamo nella volontà di riparare ad una evidente e già accertata illegittimità, evitando inutili contenziosi e conseguente sperpero di risorse pubbliche da investire più utilmente in alloggi.
Ci attiveremo in questi giorni anche nei confronti di altri Comuni: riteniamo che i contenuti della sentenza debbano essere presi in considerazione per quanto esprimono in tema di relazione fra punteggio e residenza, anche oltre il caso estremo rappresentato dal regolamento del Comune di Ferrara.
Ferrara, 4 febbraio 2021

CGIL -CISL-UIL e SUNIA-SICET-UNIAT Ferrara

Incontro di presentazione del progetto esecutivo con i dirigenti AUSL e il Sindaco di Copparo

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

Incontro di presentazione del progetto esecutivo con i dirigenti AUSL e il Sindaco di Copparo per illustrare i nuovi spazi di distribuzione farmaci presso la casa della Salute “Terra e Fiumi” di Copparo

Nella giornata di mercoledì 3 febbraio si è svolto un incontro congiunto tra il Servizio tecnico dell’AUSL di Ferrara e il Comune di Copparo ed in questa circostanza è stato presentato il progetto esecutivo della nuova Farmacia di Copparo, inserita nel complesso della Casa della Salute “Terre e Fiumi”.

Le scelte progettuali alla base dell’intervento consentiranno di migliorare l’ingresso al servizio farmaceutico anche da parte di disabili e di persone che hanno difficoltà a salire l’attuale scala di accesso. Si tratta di una questione annosa che, finalmente, sarà risolta perché è stata individuata un’area adeguata dove trasferire gli spazi necessari per l’erogazione del servizio.

Di concerto con la Direzione del Distretto dell’Azienda USL è stata scelta l’area nelle immediate adiacenze di uno degli accessi principali (si tratta dell’accesso al vecchio PS che sarà completamente rinnovato ed adeguato alle nuove funzioni) e facilmente raggiungibile tramite il percorso carrabile.
È stato pertanto sviluppato dal RTP incaricato – capogruppo: Laboratorio Citta di Ferrara Engineering srl – un progetto esecutivo che prevede di superare le criticità esistenti realizzando uno spazio idoneo, composto dall’area di attesa collegata con il locale per la distribuzione farmaci, dall’ufficio per il personale ed infine dai locali di servizio e di deposito dei farmaci e dei presidi.

Il progetto della nuova farmacia si inserisce in un programma di lavori di miglioramento della Casa della Salute di Copparo finanziati in parte con fondi statali ed in parte con fondi aziendali (circa 570.000,00 euro complessivamente); i lavori saranno concretamente avviati nel mese di marzo e conclusi, indicativamente, entro il prossimo giugno.

All’unisono la direzione dell’Azienda USL e il sindaco di Copparo Fabrizio Pagnoni evidenziano: «Con questi lavori si dà risposta a un problema particolarmente sentito da tutta la comunità, che da tempo chiedeva il superamento delle barriere architettoniche della farmacia. Una risposta concreta, dal momento che sono stati redatti un progetto e un preciso cronoprogramma. Parallelamente alla gestione del periodo di emergenza sanitaria e all’organizzazione del piano vaccinale, continua l’impegno per fornire ai territori servizi adeguati, riservando grande attenzione alle per strutture sanitarie periferiche».

Prefettura di Ferrara; analisi dell’andamento della criminalità e dell’attività di prevenzione e contrasto nel Comune di Portomaggiore

Da: Gianni Molinari, Prefettura di Ferrara

Analisi dell’andamento della criminalità e dell’attività di prevenzione e contrasto nel Comune di Portomaggiore (FE).
Se ne è in Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, che ha ratificato anche il piano d’impiego 2021 dei militari impegnati a Ferrara nell’Operazione “Strade Sicure”.

Si è tenuta nella serata di ieri, in videoconferenza da Palazzo don Giulio d’Este, una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduta dal Prefetto Michele Campanaro, nel corso della quale è stato fatto il punto della situazione sull’andamento della criminalità nel Comune di Portomaggiore (FE), dopo un recente episodio di rissa tra appartenenti alla comunità pakistana residente in quel territorio.
Erano presenti il Presidente della Provincia e Sindaco di Portomaggiore Nicola Minarelli, l’Assessore del Comune di Ferrara Matteo Fornasini, il Questore Cesare Capocasa, il Comandante Provinciale Carabinieri Gabriele Stifanelli, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Cosimo D’Elia, il Comandante del 2° Reggimento Genio Pontieri Federico Collina, il Direttore dell’Ispettorato Territoriale del lavoro Fabio Vernaglione, il Direttore provinciale INPS Annalisa D’Angelo e il Direttore provinciale INAIL Davide Lumia.
Introducendo i lavori, il Prefetto ha tracciato un bilancio sull’andamento della criminalità nel territorio di Portomaggiore che, pur registrando a fine 2020 un sensibile aumento del numero complessivo dei reati commessi, nella misura percentuale del 12,2% (in controtendenza rispetto alla diminuzione su scala provinciale del 23,2%), non evidenzia però significative recrudescenze nella voce dei delitti predatori, tutti in netta flessione (in particolare, la voce dei furti flette del 33,1%).
Quanto all’ultimo episodio della rissa scoppiata nel centro cittadino tra una decina di persone appartenenti alla comunità pakistana residente a Portomaggiore, il Prefetto ha evidenziato anzitutto che, in quel Comune, risiede una delle più popolose comunità pakistane italiane (circa il 15% della popolazione complessiva portuense), che non risulta affetta da fenomeni criminali endogeni o esogeni, né da forme di radicalismo religioso.
Il Prefetto ha informato che sono stati immediatamente intensificati i controlli sul territorio, finalizzati anche all’accertamento, in stretto raccordo con la Polizia Locale, dei casi di sovraffollamento in abitazioni occupate da pakistani, in particolare nei periodi di impiego della manodopera nelle aziende agricole del ferrarese e delle province confinanti.
Ho immediatamente e di buon grado accolto – ha sottolineato il Prefetto Campanaro – la richiesta del Sindaco di Portomaggiore di portare sul tavolo del Comitato temi sensibili e particolarmente avvertiti dalla comunità locale. Rafforzeremo ulteriormente le misure di sicurezza nell’intera area, favorendo più efficaci forme di raccordo e collaborazione tra Forze dell’ordine e Polizia Locale
Sulla ventilata ipotesi di impiego di manodopera pakistana in condizioni di lavoro irregolare, il Prefetto ha preannunciato mirati controlli interforze, con l’impiego anche di personale dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro e degli enti previdenziali, INPS ed INAIL.“Poichè l’attività di contrasto al fenomeno dell’intermediazione illecita di manodopera è un tema strategico – ha dichiarato il Rappresentate del Governo – posso assicurare che saranno messe in campo tutte le misure necessarie per impedire ogni eventuale abuso e condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori. A questo scopo, è stata ampiamente condivisa l’esigenza di dare rinnovato slancio ai controlli coordinati interforze da parte di tutti gli organi con funzioni ispettive e di vigilanza nel settore agricolo ed agroalimentare, ambito importantissimo per l’economia del territorio ferrarese. Ho, quindi, disposto la costituzione di un’apposita Task Force, sotto il coordinamento dell’Ispettorato territoriale del lavoro, con il compito di procedere alla predisposizione di un Piano Strategico di Interventi per la campagna 2021, avvalendosi delle banche dati informative già nella disponibilità dei rispetti uffici e programmando, sin d’ora, mirate attività di controllo interforze”.
In chiusura di riunione, il Comitato ha ratificato il piano d’impiego 2021 dei militari impegnati nella Città di Ferrara nell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure”. Presente, nell’occasione, il Colonnello Federico Collina, Comandante del 2° Reggimento Genio Pontieri con sede a Piacenza, subentrato ad inizio d’anno al comando del Raggruppamento Emilia-Romagna di “Strade Sicure”. “Nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure – ha concluso il Prefetto Campanaro – il Raggruppamento E-R garantisce anche qui a Ferrara una presenza assidua di uomini e donne dell’Esercito con delicati compiti di vigilanza a obiettivi sensibili e attività di pattugliamento, assicurando una importante integrazione agli attuali dispositivi di controllo del territorio, anche ai fini del contrasto al contagio da Covid-19. I risultati significativi conseguiti nel corso del 2020 dai militari di Strade Sicure, oggi valutati in Comitato, rappresentano un buon punto di partenza per stimolare ulteriormente l’integrazione dei dispositivi di vigilanza e controllo anche nel corso di questo 2021“.

9 febbraio ore17.00: L’Istituto Storia Contemporanea presenta “Giulia” di Michela Pezzani

La bimba “Giulia” di Michela Pezzani scopre il dramma delle foibe
Michela Pezzani, giornalista e scrittrice ferrarese, lavora da molti anni al quotidiano «l’Arena di
Verona» e vive nella città scaligera. È autrice di “Giulia”, testo della commedia che apre
l’antologia Il teatro e la questione giuliano dalmata, a cura dell’Associazione nazionale
Venezia Giulia e Dalmazia che ha raccolto insieme a “Giulia” i lavori teatrali “Tasi Nino che no xe el
momento” di Editta Depase Garau e “Una storia per Albina” di Mario Frezza.Il volume, fresco di stampa, sarà presentato in streaming venerdì 5 febbraio alle 17:00 (link per il collegamento: https:www.facebook.com/ANVGD-Venezia).
Poi, in occasione del “Giorno del Ricordo”, mercoledì 10 febbraio, ci si potrà collegare con lo stesso link al live-streaming del lavoro teatrale “Giulia”, scritto da Michela Pezzani, messo in scena dal Teatro Empiria di Verona. “Giulia” è stata ospite di numerose città italiane con una intensa tournée di oltre 50 repliche anche per le scuole.
Nelle parole dell’autrice, la storia «nasce da un viaggio della mia infanzia in quella che allora si chiamava Yugoslavia insieme a mio papà e mia mamma sulla nostra Fiat Ottocentocinquanta bianca coi sedili neri di sky che col caldo si incollavano alle gambe…». Ora la storia della bambina, che scopre attraverso il racconto dei genitori cosa è successo di tremendo durante la Seconda Guerra Mondiale, rivive in un allestimento imprevedibile che stupisce gli spettatori con colpi di scena,
fondendo i due stili narrativi della Pezzani nell’alternanza di commedia e tragedia.

Coronavirus. Tampone rapido e test sierologico in farmacia per tutti, si parte

Coronavirus. Tampone rapido e test sierologico in farmacia per tutti, si parte: superati alcuni problemi tecnici, da oggi in Emilia-Romagna chiunque può farlo, senza ricetta medica e al prezzo calmierato di 15 euro. L’assessore Donini: “Avanti con la campagna di screening e con le vaccinazioni. Fondamentale la collaborazione con le farmacie, che ringraziamo”

Potranno continuare a fare gratuitamente il tampone, ogni 15 giorni, scolari, studenti, personale scolastico e degli enti di formazione professionale che erogano i percorsi di IeFP. Gratuità estesa anche a educatori, istruttori e allenatori di società sportive giovanili, volontari e caregiver

Bologna – Tamponi e test sierologici rapidi in farmacia per chiunque lo desideri, si parte. Da oggi, dopo un rallentamento tecnico temporaneo dovuto a un “riallineamento” dei sistemi informativi che ha fatto slittare di tre giorni l’avvio effettivo del provvedimento voluto dalla Regione, tutti i cittadini – purché iscritti al sistema di assistenza sanitaria regionale – possono effettuare nelle farmacie convenzionate dell’Emilia-Romagna il test antigenico rapido nasale (tampone rapido) e il test sierologico al prezzo calmierato di 15 euro.

Gli elenchi delle farmacie dove è possibile, da Piacenza a Rimini, prenotare ed eseguire i test sono disponibili agli indirizzi salute.regione.emilia-romagna-it-e-salute.regione.emilia-romagna-it.

La risoluzione dei problemi tecnici che si sono presentati, grazie alla stretta collaborazione della Regione con la rete delle farmacie territoriali e le associazioni Federfarma, Assofarm, Farmacieunite e Ascomfarma, permette quindi di confermare tutte le altre novità introdotte nel provvedimento recentemente approvato dalla Giunta regionale.

In sintesi, oltre alla possibilità per chiunque di effettuare, senza ricetta medica, il test antigenico rapido nasale (tampone rapido) e il test sierologico nelle farmacie convenzionate a prezzo calmierato, viene anche allargata la platea dei destinatari della campagna di screening volontaria e gratuita della Regione attraverso il tampone rapido in farmacia e ridotto da 30 a 15 giorni l’intervallo per poter effettuare nuovamente il tampone gratuito.

Proseguiamo nella lotta al virus con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Parallelamente alla somministrazione dei vaccini, che procede in modo spedito dopo i rallentamenti dovuti alla riduzione delle consegne, continua questa campagna, messa in atto dalla Regione per contrastare la diffusione del Covid-19, soprattutto in ambito scolastico e familiare. Colgo l’occasione per ringraziare, ancora una volta, la rete delle farmacie convenzionate e le associazioni di categoria, che ci consentono di realizzare tutto questo”.

“È la dimostrazione- chiude Donini- che lavorando insieme e facendo squadra, come qui in Emilia-Romagna siamo abituati a fare da sempre, si possono raggiungere risultati importanti e risolvere i problemi”.

Tamponi gratis a più categorie e più spesso

Alle categorie di cittadini che hanno già diritto al tampone rapido gratuito, si aggiungono educatori che lavorano a contatto con giovani e giovanissimi, istruttori e allenatori di società sportive giovanili, volontari del Terzo settore che assistono anziani soli o persone con disabilità, caregiver familiari che si prendono cura di anziani soli o disabili.

Non solo: viene stabilito che determinate fasce di persone già coinvolte nello screening e precisamente scolari e studenti (da 0 a 18 anni, e maggiorenni se frequentano la scuola secondaria superiore), universitari, studenti dei percorsi di IeFP, personale scolastico degli istituti di ogni ordine e grado e dei servizi educativi 0-3 anni e personale degli enti di formazione e istruzione professionale –, potranno ripetere il tampone rapido in farmacia, sempre a carico del Servizio sanitario regionale, ogni 15 giorni.

Per le altre categorie la frequenza per effettuare il test gratuito resta mensile.

Bondeno protagonista dell’audiovisivo

Da: Simone Saletti, Sindaco di Bondeno

BONDENO PROTAGONISTA DELL’AUDIOVISIVO. IN QUESTI GIORNI SONO IN PRODUZIONE DELLE RIPRESE PER LA REALIZZAZIONE DEL FILM “DELTA”, DIRETTO DA MICHELE VANNUCCI

Il sindaco, Saletti, e l’assessore alla Promozione del territorio, Sartini: «Ospiti molto graditi; una pellicola d’autore che certamente contribuirà a rilanciare la bellezza dei nostri luoghi»

La città di Bondeno, da ieri, sta ospitando sul suo territorio una troupe cinematografica, diretta dal regista Michele Vannucci, per la realizzazione di alcune riprese del film Delta, incentrato sulla relazione di due uomini con il fiume Po. La casa di produzione della pellicola è la nota Groenlandia, società che nella sua storia ha dato vita a pellicole innovative e di successo, come Smetto Quando Voglio. In questo caso, Delta racconterà l’incontro-scontro tra due uomini, due pescatori che hanno una relazione piuttosto particolare e simbiotica con il fiume Po. Il rapporto tra le due persone culminerà in un duello finale, naturalmente dall’epilogo ancora ignoto. La casa di produzione ha valutato di portare parte della realizzazione del materiale audiovisivo proprio sul territorio matildeo, con turni di ripresa che coinvolgeranno varie giornate e diversi luoghi lungo la sponda della Destra Po. Ricevono con piacere la notizia il sindaco di Bondeno, Simone Saletti, e l’assessore alla Promozione del territorio, Michele Sartini: «Accogliamo soddisfatti la presenza di questi graditi ospiti, i quali confezioneranno un prodotto d’autore che sembra avere tutte le carte in regola per raccontare in un modo coinvolgente e innovativo i nostri luoghi, le nostre nebbie e le nostre emozioni. La vita turistica lungo il nostro fiume – proseguono le due figure istituzionali – è da sempre caratterizzata da una costante e capillare presenza, anche se, come si suol dire, si manifesta sempre in forma slow e spesso con un turismo proveniente dall’estero. Confidiamo che la realizzazione di questa pellicola possa contribuire ulteriormente a portare il nostro territorio, fatto di tranquillità e pace, a un pubblico più vasto, che possa incuriosirsi e, quando sarà possibile, venire a visitare e ad alloggiare nei nostri piccoli borghi».

Scuola. Diventare insegnante di sostegno, gli atenei dell’Emilia-Romagna pronti ad aumentare da quest’anno del 65% i posti disponibili nei corsi universitari

Scuola. Diventare insegnante di sostegno, gli atenei dell’Emilia-Romagna pronti ad aumentare da quest’anno del 65% i posti disponibili nei corsi universitari. Si passerebbe da 460 a 755. L’assessore regionale all’Università, Salomoni: “Disponibili a individuare modalità di intervento per dare una risposta efficace alle scuole, ai ragazzi ed alle famiglie”

Il Comitato Regionale di Coordinamento ha inviato la proposta al MUR. La volontà del CoReCo, grazie al supporto dell’Ufficio Scolastico Regionale, è lavorare per aumentare l’offerta formativa in questo campo: verrà creato un apposito gruppo di lavoro, all’interno della Conferenza Regione-Università, per individuare modalità e risorse

Bologna – Più insegnanti di sostegno per una scuola più inclusiva e più attenta alle fragilità: gli Atenei dell’Emilia-Romagna sono pronti ad aumentare del 65% i posti per i corsi di specializzazione per gli insegnanti di sostegno agli alunni con disabilità. E questo grazie al lavoro congiunto dell’Ufficio Scolastico Regionale e delle Università insieme alla Regione.

Ora la parola passa al Ministero dell’Università e della Ricerca, a cui spetta la verifica e l’approvazione del progetto: è infatti un decreto ministeriale che autorizza a livello nazionale il numero di posti nei corsi di specializzazione.

Per l’anno accademico 2019/2020 agli atenei dell’Emilia-Romagna erano stati riconosciuti 460 posti massimi nei corsi di specializzazione, mentre la proposta del CoReCo per il 2021 è di aumentarli fino a 755 specializzandi autorizzati, suddivisi tra l’Università di Bologna (300 posti), l’Università di Ferrara (150 posti), l’Università di Modena e Reggio Emilia (130 posti) e l’Università di Parma (175 posti). Complessivamente in tutta la regione si aprirebbero 80 posti nella specializzazione per il sostegno nella scuola dell’infanzia, 245 per la scuola primaria, 175 per la scuola secondaria di primo grado, 255 per la scuola secondaria di secondo grado.

Al momento in Emilia-Romagna lavorano il 7% degli insegnanti di sostegno sul totale nazionale, ma i posti autorizzati per la formazione dei nuovi docenti sono poco più del 2%: con la proposta inviata al Miur, la percentuale salirebbe al 3,8%.

L’obiettivo della Regione Emilia-Romagna è affermare in maniera significativa il ruolo sociale della scuola e dell’istruzione per l’inclusione di tutti, a partire da chi si trova più in difficoltà: per gli alunni, con tutte le iniziative per l’integrazione e il sostegno, e per le famiglie, per cui la Regione ha aumentato quest’anno ulteriormente i fondi per l’acquisto dei libri di testo delle scuole secondarie e ha confermato il 100% delle borse di studio universitarie.

“Il risultato importante di questa proposta– osserva l’assessore alla Scuola e università Paola Salomoni-, che confidiamo sarà recepita positivamente dal ministero, è il merito dello sforzo congiunto di atenei e Ufficio scolastico regionale, che voglio ringraziare per la disponibilità di aumentare in modo così consistente rispetto all’anno scorso l’offerta di posti nei cicli di specializzazione al sostegno. Apriremo un gruppo di lavoro interno alla Conferenza Regione-Università per individuare modalità di intervento e risorse a supporto di un ulteriore allargamento dell’offerta formativa in modo da dare una risposta efficace alle scuole, ai ragazzi ed alle famiglie”

Poste Italiane in provincia di Ferrara all’insegna della sostenibilità e della parità di genere. Percentuali altissime di personale femminile, anche nei ruoli di responsabilità

Da: Vincenzo Sardone, Poste Italiane

LA PROVINCIA DI FERRARA AL CENTRO DELLA SOSTENIBILITA’ E DELLA PARITA’ DI GENERE DI POSTE ITALIANE

– Sono 70 le donne con incarichi di responsabilità nel Ferrarese
– L’AD Del Fante conferma «l’impegno di Poste Italiane su sostenibilità e parità di genere»
– Poste Italiane riconosciuta anche come azienda leader nella gestione delle Risorse Umane grazie alla certificazione Top Employer

Ferrara, 4 febbraio 2021- Poste Italiane conferma l’importanza del contributo dei dipendenti della provincia di Ferrara per il conseguimento di tre importanti riconoscimenti legati alla sostenibilità, all’inclusione e alla parità di genere.
Il primo traguardo di Poste Italiane è la conferma per il secondo anno consecutivo del suo ingresso nel Bloomberg Gender Equality Index (GEI), l’indice di riferimento mondiale sulla parità di genere.

La realtà aziendale del Ferrarese ha avuto un ruolo rilevante nel conseguimento di tale obiettivo, con i suoi 98 Uffici Postali, 6 Centri di Distribuzione e oltre 620 dipendenti, di cui il 68% donne, molte delle quali con incarichi di responsabilità. La grande attenzione che da sempre l’Azienda rivolge a tematiche come l’inclusione e la parità di genere ha portato, nella provincia di Ferrara, ad avere 58 uffici in “rosa”, cioè a maggioranza femminile, di cui ben 42 interamente gestiti da donne, soprattutto nelle funzioni direttive (68 gli uffici postali e 2 i centri di recapito diretti da donne).

«L’impegno che Poste Italiane ha assunto per la promozione della parità di genere – commenta l’AD Matteo Del Fante – è coerente anche con gli obiettivi generali del Paese per una ripresa economica sostenibile e con quanto programmato all’interno del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (cd. “Recovery Plan”), che vede nella lotta alle disuguaglianze di genere un presupposto fondamentale».

Anche per quest’anno, inoltre, a Poste Italiane è stata assegnata la certificazione “Top Employer”, che seleziona in tutto il mondo le aziende che si distinguono per le migliori politiche di gestione delle risorse umane. Infatti, in tutte le sedi della provincia di Ferrara, ogni giorno vengono promossi corsi di formazione per la crescita professionale dei lavoratori e rafforzati i programmi di welfare, garantendo i servizi essenziali in piena sicurezza e nella salvaguardia della salute sia dei dipendenti sia dei cittadini, con uno sguardo attento alle esigenze delle fasce più fragili. La certificazione del Top Employers Institute premia l’impegno di Poste Italiane, che ha da tempo inserito in modo strutturale le tematiche ESG (Environmental, Social and Governance) all’interno delle sue strategie aziendali.

Infine, grazie alla sua presenza capillare, anche in provincia di Ferrara, alla vicinanza ai cittadini, alle istituzioni e alle imprese locali, Poste Italiane è stata certificata tra i 50 marchi più forti al mondo secondo Brand Finance ‘Global 500’ 2021, scalando la classifica di ben 12 posizioni rispetto allo scorso anno.

Parità, Europa Verde e Partito Democratico chiedono la valutazione di impatto di genere sulle politiche regionali

Da: Stefania Minghini Azzarello

PARITA’. EUROPA VERDE E PARTITO DEMOCRATICO CHIEDONO LA VALUTAZIONE DI IMPATTO DI GENERE SULLE POLITICHE REGIONALI
Bologna, 04/02/2021 – Silvia Zamboni, Capogruppo di Europa Verde e Roberta Mori, consigliera regionale del Partito Democratico hanno lavorato insieme a un’interrogazione che sollecita la Giunta regionale a dotarsi di strumenti idonei per monitorare l’impatto che la pandemia COVID-19 ha avuto e sta avendo sull’occupazione femminile in Emilia-Romagna. Non solo: più in generale, al di là di ogni considerazione legata alla fase pandemica, le due consigliere chiedono di introdurre stabilmente la “valutazione di impatto di genere” sulle politiche regionali, sulle azioni e sugli investimenti messi in campo trasversalmente nei vari ambiti di competenza, al fine di far emergere l’incidenza che essi hanno a beneficio delle cittadine e dei cittadini emiliano-romagnoli.

“I dati diffusi nella stima provvisoria Istat sul mercato del lavoro in Italia fotografano l’impatto disastroso che ha avuto la pandemia da coronavirus: da febbraio 2020 a dicembre 2020 l’occupazione è calata di ben 426mila unità, nonostante il blocco dei licenziamenti in vigore, ininterrottamente, da metà marzo 2020 e la cassa integrazione Covid-19 estesa quasi a tutti. In questo contesto, a pagare il conto più salato sono state le donne: da dicembre 2019 a dicembre 2020 si sono persi 444mila posti di lavoro, dei quali ben 312mila occupati da donne, le quali vedono anche aumentare il tasso di inattivitàaffermano le consigliere regionali Silvia Zamboni e Roberta Mori -. Nel solo mese di dicembre 2020, su 110mila posti di lavoro andati in fumo, ben 99mila erano occupati da donne. In tutta Europa le restrizioni introdotte a causa della pandemia hanno aggravato lo squilibrio occupazionale esistente, colpendo alcuni settori ad altissima intensità di occupazione femminile, quali sono sanità e servizi alla persona, turismo, ristorazione, moda e cultura, settori che, stando ai dati diffusi dopo la prima fase della pandemia, hanno anche esposto maggiormente le donne al contagio. La femminilizzazione dei settori della cura, dell’assistenza e dell’educazione, che nell’emergenza Covid-19 abbiamo riscoperto essere essenziali, pone l’urgenza sociale di valorizzare il ruolo chiave che le donne hanno esercitato e stanno esercitando. In Emilia-Romagna, terra in cui il gap occupazionale tra donne e uomini è tra i più bassi d’Italia, la pandemia rischia di peggiorare la condizione lavorativa delle donne, soprattutto di quelle in condizioni di precarietà e ad elevato rischio di espulsione dal mercato. Alla Giunta regionale, però, chiediamo non solo di monitorare l’impatto che il COVID-19 ha avuto e sta avendo sul lavoro femminile in Emilia-Romagna, ma anche di guardare avanti, oltre l’emergenza sanitaria: riteniamo infatti necessario introdurre stabilmente la valutazione di impatto di genere sulle politiche regionali, sulle azioni e sugli investimenti messi in campo trasversalmente nei vari ambiti di competenza al fine di far emergere l’incidenza che hanno a beneficio delle cittadine e dei cittadini emiliano-romagnoli. Bisogna agire subito e in maniera sistematica per rendere la parità di genere un elemento trasversale di ogni nostra azione politica”.

I colori di Pinocchio

 

OGGI, 4 FEBBRAIO, SALA AGNELLI 17.00-18.30
In Streaming sul CANALE YOUTUBE DELLA BIBLIOTECA ARIOSTEA o sul SITO DI ARCHIBILIO:
www.youtube.com
www.artecultura.fe.it

I COLORI DI PINOCCHIO
DANIELA CAPPAGLI
Presenta Roberto Cassoli

Pinocchio ha 140 anni. La frase suona strana eppure è uno dei libri più noti al mondo. Ancora oggi è molto letto nei più di 200 idiomi in cui è stato tradotto ed ha superato con lode l’usura del tempo e delle mode così da conquistarsi un posto d’onore nella letteratura classica.
Le avventure di Pinocchio, poi, sono state ispirazione di versioni teatrali, cinematografiche, di cartoni animati, di fumetti, di sculture, di opere grafiche e persino di murales. Pinocchio e gli altri protagonisti – da Geppetto a Lucignolo al Grillo Parlante, da Mangiafoco al Gatto e la Volpe, alla Fata turchina – sono entrati nell’immaginario collettivo a simboleggiare comportamenti, vizi e virtù. Ma qual è il segreto del suo successo? Perché il burattino nato dalle mani di Geppetto è diventato così popolare? In lui il lettore si immedesima e per dirla con Benedetto Croce Collodi ha creato“ un libro umano, che trova le vie del cuore” o ancora citando Benigni la favola di Pinocchio è “per quei bambini che vanno dai 4 agli 80 anni”, scritta in modo coinvolgente, veloce e immaginifico e il continuo variare delle avventure tiene strettamente ancorata l’attenzione dei lettori.
Insomma Pinocchio piace ed è piaciuto a intere generazioni. Ne riparliamo ancora oggi dopo quasi un secolo e mezzo dalla pubblicazione del primo episodio della storia sul Giornale dei bambini nel 1881.

a CURA DEGLI ISTITUTI GRAMSCI E ISCO

Su Cinepark.tv questa settimana

Da: Ufficio Stampa Apollo Cinepark Group

In attesa che le sale dell’Apollo riaprano, continua la programmazione della piattaforma cinepark.tv

Da giovedì 4 febbraio arriva “Tutti pazzi per Yves”, commedia francese sulla passione il rap, proposto in versione originale sottotitolata per mantenere così tutte le parti rap originali. L’adattamento dei sottotitoli delle canzoni è stato curato da Frankie hi-nrg mc che ha rispettato la metrica originale del testo, facendo in modo che anche in italiano mantenga il ritmo originale, realizzando di fatto un vero e proprio Sing-along perfettamente rappabile.

Da venerdì 5 su cinepark.tv sarà possibile guardare il film inedito “EST – Dittatura Last Minute” di Antonio Pisu. Tratto da una storia vera, la pellicola racconta della vacanza nell’Europa dell’est di tre venticinquenni di Cesena a poche settimane dalla caduta del muro di Berlino.

Da domenica 7 si aggiunge al cartellone digitale di cinepark.tv “Spaccapietre”, opera seconda di Gianluca e Massimiliano De Serio. A presentarlo al pubblico in diretta streaming alle ore 20.30 saranno proprio i due registi, accompagnati dai protagonisti Salvatore Esposito – celebre attore napoletano, noto al grande pubblico per il suo ruolo in Gomorra –, Licia Lanera e dal giovane Samuele Carrino.

PAROLE A CAPO
Jubal Alfonso Varas Acosta: “Oltre il tuo silenzio” e altre poesie

“Il poeta scrive da sé la vita. Nelle poesie di un vero poeta, voi vedrete sempre apparire un uomo e vedrete che questo uomo illuminerà tutta la storia dei suoi tempi”.
(Giuseppe Ungaretti)

Oltre il tuo silenzio
Stai lì impercettibile

raccolta nel tuo viaggio,
oltre il tuo stesso silenzio.
Sempre introversa,
immersa,
silente.

Senza di te come vedi non sono niente.
Mi manca tutto:
le tue mani operose,
la tua attenzione presente
nel dettaglio sublime.
Nel fiore che appassisce
mi manca la tua lieve tristezza come bianchi gigli,
e lo splendore dei tuoi lilium e gladioli,
nel nostro giardino multicolore.

Mi mancano gli odori gioiosi
dei tuoi cibi e i dolci aromi
della tua cucina.
Mi manca la tua ombra e la tua luce,
il tuo lieve stupore,
e la tua eterna speranza.
La leggerezza della tua presenza
e la tua strana lontananza
Senza di te l’inverno è eterno
e la prossima primavera passerà rapidamente.
Vedi:
La vita prosegue,
come lampada accesa
dispersa nella nebbia.

Restiamo senza gli affanni
per i figli lontani,
senza il sussurro della tua voce
ed il tuo tenero sguardo

Restiamo perplessi
sul ciglio della strada,
sperando che tu faccia ritorno
dal tuo smarrito viaggio,
oltre il tuo impercettibile destino.

 

Azzurra nostalgia
Sulla sponda del fiume,
sotto il ponte
mentre le ore
si nascondono
con fuggitivi ricordi,
sono tornato
dopo l’assenza.

E nell’acqua,
danza il tuo ampio  sorriso
e quello sguardo:

—Lacrima e farfalla—
Febbrile tempo raccolto,
azzurra nostalgia
sugli specchi trasparenti
dove mai ritorneremo
per attendere il tramonto

 

Al paese più lontano
Vado,
irrimediabilmente solo,
afferrato dall’ultima barcarola
lontano
molto lontano dal porto
e solo

Vado,
blu come stella fugace
oltre il paese più lontano.

Vado,
erto a prua,
intravedo distanze impossibili,
mentre emigrano le ultime
rondini
e mi circonda l’azzurro del tuo silenzio

 

La bella lasciva
Sono ancorato
ai tuoi occhi, alla tua spiaggia
agli affanni
della tua anima.

Bella lasciva,
come il fiore per la vespa
moribondo.

Baciami
amami,
come se fosse
l’ultimo crepuscolo.

Aggroviglia la mia anima,
viaggiatrice di altri mari,
passionaria vegetale,
irrompi nella furia
dei miei desideri.

Consumiamo questo frammento
di vita che ci rimane
questa allegria sconosciuta.

Gioca con il riscatto
di quei peccati,
furiosa traditrice dei miei anni,
amica dalle distanze
infinite.

Dolce birbante
—di carte truccate—
attraverso la tua bocca insaziabile
con un bacio alato,
sensuale e fuggitivo.

Come se fosse
l’ultima aurora

Jubal Alfonso Varas Acosta (1942) , nato a Saavedra, Regione della Araucania, Cile. Pedagogista, poeta e scrittore approdato in Italia a Vignola nel 1976, dopo il colpo di Stato in Cile.  È stato Bibliotecario comunale a Vignola , presso la Biblioteca di Villa Trenti sin dal 1977.
Ha pubblicato la silloge Labirintos y ausencias (1995) , e la più recente La Magia de los dias (2015), che è stata tradotta e pubblicata nel 2019 dalla casa editrice dAVeP nella collana Poesia. Da questa raccolta sono tratte le poesie che abbiamo qui presentato.   

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]