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Giorno: 8 Febbraio 2021

Zappaterra (Capogruppo Pd Emilia-Romagna): “La Lega prova a mettere in discussione la RU486 in Emilia-Romagna, un bel balzo indietro contro i diritti e la salute della donne”

Da: PD Stampa

Zappaterra (Capogruppo Pd Emilia-Romagna): “La Lega prova a mettere in discussione la RU486 in Emilia-Romagna, un bel balzo indietro contro i diritti e la salute della donne”

Forse è la prossimità con l’8 marzo, che celebra la donna e la sua capacità di autodeterminarsi, forse è la mancanza di argomenti in un momento in cui il Paese sta distogliendo lo sguardo dalla propaganda salviniana, ma tant’è che anche oggi in Emilia-Romagna c’è chi tenta di mettere in discussione l’utilizzo della pillola abortiva RU486.

Con un’interrogazione presentata dai consiglieri Montevecchi, Pelloni, Catellani e Stragliati – peraltro spiace constatare che siano giovani consiglieri e consigliere a firmarla, che evidentemente non comprendono che la salute delle donne è fortemente legata ai diritti conquistati da tante prima di noi e che non devono diventare terreno di propaganda politica – la Lega in viale Aldo Moro chiede alla Regione di non distribuire la pillola abortiva in consultori e day hospital, in netto contrasto con le linee guida del Ministero della Salute.

Potrei ribattere semplicemente che è impossibile, richiamando quanto già contenuto nella Legge 194 sull’interruzione di gravidanza, ovvero che questa possa essere praticata negli ospedali ma anche nei poliambulatori pubblici. Ma viene da chiedere anche ai consiglieri leghisti se la loro proposta innovativa sia quella di tornare alla situazione antecedente la legge del 1978. Sarebbe proprio un bel balzo indietro.

Ma preoccupa di più che i consiglieri leghisti non comprendano che dove la sanità e le procedure che garantiscono il diritto all’interruzione di gravidanza in sicurezza non siano presenti o facilmente accessibili, le donne hanno due scelte: spostarsi verso altre regioni o affidarsi a mani non sicure. Come rappresentanti eletti dai cittadini, indipendentemente dal partito di appartenenza, penso che dobbiamo tutti avere a cuore la salute delle nostre concittadine. Agendo quindi per consentire loro di poter ricorrere alle misure più sicure, senza penalizzarle in alcun modo.

Marcella Zappaterra, Capogruppo Pd Assemblea Legislativa Emilia-Romagna

Coronavirus. Al via anche in Emilia-Romagna uno studio per capire la diffusione della variante inglese del virus e l’eventuale presenza di altre varianti

Coronavirus. Al via anche in Emilia-Romagna uno studio per capire la diffusione della variante inglese del virus e l’eventuale presenza di altre varianti. Analisi in corso su 213 tamponi positivi raccolti tra il 4 e il 5 febbraio, selezionati in modo proporzionale alla popolazione delle province. Risultati attesi la prossima settimana. Donini: “Indagine resa possibile grazie alla professionalità dei nostri laboratori. Con le autorità nazionali valuteremo le azioni di contrasto eventualmente necessarie”

La ricerca, effettuata a livello nazionale su mandato dell’Istituto superiore di Sanità, è condotta in regione dai laboratori di Pievesestina (Fc), Parma e Modena in collaborazione con la Regione e i Dipartimenti di Sanità pubblica delle Aziende sanitarie

Bologna – Al via, in Emilia-Romagna, uno studio per capire quanto “gira” la variante inglese, ma anche per rintracciare l’eventuale presenza di altre varianti sul territorio regionale. A condurlo, su mandato dell’Istituto Superiore di Sanità che ha avviato l’indagine a livello nazionale, sono i laboratori di Pievesestina (Fc), Parma, Bologna (Policlinico S.Orsola) e Modena, in collaborazione con la Regione – servizio Prevenzione collettiva e sanità pubblica – e i Dipartimenti di Sanità pubblica delle Aziende sanitarie territoriali.

213 i tamponi positivi selezionati in Emilia-Romagna su cui è in corso l’analisi: appartengono ad altrettanti cittadini scelti a caso ma in modo proporzionale rispetto al numero di abitanti delle singole province, fra i positivi individuati nei giorni 4 e 5 febbraio: 12 a Piacenza, 20 a Parma, 24 a Reggio Emilia, 32 a Modena, 64 a Bologna, 7 a Ferrara e 54 in Romagna.

I risultati finali della ricerca, che richiede operazioni di estrema accuratezza e complessità e quindi ha tempi di esecuzione non immediati, sono attesi per l’inizio della prossima settimana, ma dai primi riscontri si può prevedere quanto la variante inglese sia presente sul territorio regionale.

“Siamo impegnati a cercare la variante inglese mettendo in campo la professionalità dei nostri laboratori, attivi su questo fronte già da diverso tempo- spiega l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. La stima esatta della percentuale di diffusione della variante inglese sul totale dei casi riscontrati sarà disponibile a inizio della prossima settimana. A quel punto saremo in grado di valutare, in accordo con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Governo, le eventuali azioni di contrasto che dovessero rendersi necessarie”.

Come avviene l’analisi

I campioni sono oggetto di una modalità di verifica basata sul cosiddetto “test inverso”, un’indagine molecolare che non riconosce la variante inglese. Se dunque il test dà esito negativo, significa che il tampone è verosimilmente positivo alla variante inglese; un primo passaggio che non determina la certezza che si tratti di variante inglese, ma appunto rivela soltanto che potrebbe esserlo.

A sottolinearlo, il professor Vittorio Sambri, direttore del Laboratorio di Pievesestina: “Bisognerà comunque continuare ad effettuare anche la successiva analisi di sequenziamento del virus che, come noto, richiede oltre 48 ore per ogni batteria di campioni”.

Tutti i 213 campioni selezionati sono stati dunque sottoposti a questa prima fase di analisi, da cui è emerso che circa un terzo di essi potrebbe contenere la variante inglese; si sta ora procedendo con il sequenziamento, che darà il risultato definitivo nei prossimi giorni.

Anche se la modalità di analisi è un po’ più rapida rispetto a quella tradizionale, non tutti i tamponi positivi potranno, almeno al momento, esservi sottoposti. Al di là di questo “sondaggio” richiesto dall’Istituto Superiore di Sanità, in Emilia-Romagna si continuerà dunque ad analizzare e sequenziare i casi di persone che rientrano da Paesi a rischio (Regno Unito, Portogallo, Brasile e Sudafrica) o che presentano determinate caratteristiche cliniche ed epidemiologiche previste a livello ministeriale dalla circolare del 30 gennaio scorso e dalle conseguenti disposizioni regionali.

Lettera aperta: “provvedere il prima possibile a vaccinare tutte le persone disabili e i loro Caregiver”

da: Comitato Ferrarese Area Disabili

Senso di solitudine, isolamento, inibita mobilità, minori rapporti sociali, incertezza professionale e insicurezza rispetto al proprio futuro, sono solo alcuni tra gli effetti negativi creati dalla pandemia dovuta al Covid-19, ma sono anche purtroppo elementi che caratterizzano spesso la quotidianità di una persona disabile e dei suoi famigliari. Tale situazione potrebbe lasciar credere quindi, che le persone disabili, essendo già abituate a questi disagi, siano maggiormente in grado di comprendere ed affrontare l’attuale situazione pandemica.
In realtà, come spesso accade con gli avvenimenti negativi, tali avversità dovute al Covid-19 si sommano a quelle vissute ogni giorno dalla popolazione più fragile, soprattutto anziani e disabili.
Come Associazioni cerchiamo ogni giorno di combattere una guerra affianco e per conto delle persone con disabilità per lottare affinché venga garantita sempre più la loro autonomia e dignità. In questa guerra abbiamo vinto tante battaglie, ne abbiamo perse alcune, ma soprattutto sappiamo che ve ne sono tante altre ancora da affrontare. Per quanto riguarda, invece, l’emergenza data dal Covid-19, sappiamo che si tratta di una situazione per fortuna temporanea, una lotta quindi contro il tempo che vede come protagonista essenziale per la sua vittoria, la vaccinazione.
In questo contesto, essendo il fattore tempo, strategicamente di massima importanza, ,siamo a sollecitare l’amministrazione pubblica locale, regionale e nazionale e l’autorità sanitarie e qualsiasi organo competente in materia, affinché si provveda il prima possibile a vaccinare tutte le persone disabili e i loro Caregiver.
Questo deve avvenire, in primo luogo attraverso l’individuazione degli aventi diritto, dopodiché si rende necessario individuare le priorità tra questi, proprio in virtù del fatto che più grave è la loro situazione personale e famigliare dovuta alla disabilità, tanto più la rapidità di intervento gli sarà di sollievo. Infine, bisognerebbe agevolare tale processo di vaccinazione affinché non diventi un ulteriore problema, favorendo magari un servizio domiciliare. Il secondo appello lo rivolgiamo al nostro Governo e a chiunque ne sarà alla guida, affinché anche nel nostro Paese venga al più presto autorizzato l’uso degli anticorpi monoclonali, considerato che rappresentano uno strumento sicuramente di cura di rinomata efficacia ed in certi casi, forse, anche di prevenzione.
Gli stessi, paradossalmente, sono in gran parte prodotti in Italia e già in uso in paesi come Germania e Stati Uniti, ma non ancora approvati nel nostro Paese.
L’ultima riflessione la sottoponiamo alla coscienza di tutta l’opinione pubblica, soprattutto di coloro che sono più scettici o ancor peggio disinteressati rispetto al fatto di vaccinarsi.
A nostro avviso, pur trattandosi di una decisione personale, le implicazioni di tale scelta si ripercuotono sull’intera popolazione. Se è vero che le persone più fragili, quindi anziani e disabili, cominciano a vedere, grazie al vaccino, una luce infondo al tunnel, essi potranno realmente uscire da tale tunnel solo se almeno il 70%-80% della popolazione si sarà vaccinata.
Concludiamo ringraziando tutti coloro come medici, infermieri, operatori sanitari, autisti di ambulanze, forze dell’ordine, amministratori ed altri che ogni giorno combattono al fianco di tutti noi per salvare più vite possibili. Ci dispiace aver usato termini quasi militareschi, ma di fatto di guerra si tratta e tutti abbiamo l’obbligo morale di sentirci arruolati.

Comitato Ferrarese Area Disabili

Cultura. Il cordoglio della Regione per la scomparsa di Stefano Mazzonis, già sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna

Cultura. Il cordoglio della Regione per la scomparsa di Stefano Mazzonis, già sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna. L’assessore Felicori: “I suoi allestimenti: un riferimento internazionale per gli spettacoli lirici”

Aveva diretto l’Ente bolognese dal 2002 al 2006. La scomparsa ieri a Liegi, in Belgio, dove risiedeva

Bologna – “Esprimo il cordoglio della Regione e mio personale per la scomparsa di Stefano Mazzonis. Il mondo della lirica e della cultura perde un protagonista di primo piano. La tappa bolognese è stato un momento importante della sua carriera costellata di successi, sia come direttore artistico di festival nazionali, che come regista e produttore e conduttore di trasmissioni televisive e radiofoniche”.

Così l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, alla notizia della scomparsa di Stefano Mazzonis di Pralafrera, avvenuta ieri nella città di Liegi in Belgio, dove viveva. Nato a Roma nel 1949, Mazzonis è stato un protagonista e punto di riferimento per la regia di opere liriche sia in Italia che all’estero. La sua carriera, avviata nel 1983, lo ha portato anche nella città di Bologna, alla direzione del Teatro Comunale dal 2002 al 2006. Successivamente ha assunto poi l’incarico di direttore dell’Opéra Royal de Wallonie-Liège.

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 8 febbraio

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 1.273 nuovi positivi, di cui 613 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. Oltre 1.700 i guariti, in calo i casi attivi

Poco meno di 11mila i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. Il 95% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 40 anni. 32 i decessi. Vaccinazioni: alle 15 effettuate complessivamente quasi 262 mila somministrazioni, di cui 119 mila seconde dosi

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 228.198 casi di positività, 1.273 in più rispetto a ieri, su un totale di 10.990 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’11,6%, dato che come ieri risente del minor numero di tamponi fatti nei fine settimana, e in gran parte su casi per i quali la positività è attesa.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, oltre che gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni. Da domani, oltre alle nuove forniture di dosi di Moderna e Pfizer-Biontech, si aggiungeranno anche quelle di AstraZeneca.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid. Con la nuova versione aggiornata è possibile sapere anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 261.802 dosi, di cui 3.080 oggi; sul totale, 118.972 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 613 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 355 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 494 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 40 anni.

Sui 613 asintomatici, 382 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 28 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 21 con gli screening sierologici, 10 tramite i test pre-ricovero. Per 172 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna, con 290 nuovi casi, e Modena (265); poi Rimini (129), Reggio Emilia (105), Ferrara (101); quindi Cesena (85), Parma (82), Imola (78). Seguono le province di Ravenna (55), Forlì (54), e Piacenza (29).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 8.036 tamponi molecolari, per un totale di 3.088.607. A questi si aggiungono anche 29 test sierologici e 2.954 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.728in più rispetto a ieri e raggiungono quota175.556.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 42.773 (-487 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 40.588 (-541), il 94,9% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 32 nuovi decessi: 2 a Piacenza (un uomo di 58 e uno di 63 anni); 1 a Reggio Emilia (una donna di 86 anni); 5 nella provincia di Modena (tre donne – due di 88 e una di 92 anni – e due uomini, di 77 e 92 anni); 15 in provincia di Bologna (7 donne – di 77, 79, 81, 83, 90, 93 e 101 anni, e 8 uomini – di 64, 70, 71, 76, 77, 87, 91 e 92 anni); 2 nel ferrarese (una donna di 94 e un uomo di 64 anni); 2 in provincia di Ravenna (una donna di 92 e un uomo di 84 anni); 5 nel riminese (una donna di 90 anni e 4 uomini di 56, 72, 84 e 96 anni). Nessun decesso nelle province di Parma e Forlì-Cesena.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 9.869.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 183 (+2 rispetto a ieri), 2.002 quelli negli altri reparti Covid (+52).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti:13 a Piacenza (-1), 10 a Parma (numero stabile rispetto a ieri), 18 a Reggio Emilia (+1), 34 a Modena (-1), 44 a Bologna (+2), 13 a Imola (invariato), 24 a Ferrara (invariato), 4 a Ravenna (+1), 2 a Forlì (invariato), 4 a Cesena (invariato) e 17 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 18.876 a Piacenza (+29 rispetto a ieri, di cui 18 sintomatici), 15.884 a Parma (+82, di cui 59 sintomatici), 30.072 a Reggio Emilia (+105, di cui 56 sintomatici), 40.103 a Modena (+265, di cui 166 sintomatici), 45.191 a Bologna (+290, di cui 151 sintomatici), 7.447 casi a Imola (+78, di cui 33 sintomatici), 13.370 a Ferrara (+101, di cui 24 sintomatici), 17.133 a Ravenna (+55, di cui 27 sintomatici), 8.670 a Forlì (+54, di cui 35 sintomatici), 9.982 a Cesena (+85, di cui 54 sintomatici) e 21.470 a Rimini (+129, di cui 37 sintomatici).

A Copparo una mostra per il Giorno del Ricordo

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

A COPPARO UNA MOSTRA PER IL GIORNO DEL RICORDO
All’inaugurazione Flavio Rabar, presidente dell’Associazione nazionale
Venezia Giulia e Dalmazia

Il Comune di Copparo celebrerà, mercoledì 10 febbraio, il Giorno del
Ricordo, istituito nel 2004 ‘al fine di conservare e rinnovare la
memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe,
dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel
secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale’.
Pur con le limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, l’ingresso
nella zona gialla ha consentito di realizzare la mostra documentale
‘Giorno del Ricordo. Frammenti dall’Istria e dalla Dalmazia’, a cura del
Comitato Provinciale di Ferrara dell’Associazione nazionale Venezia
Giulia e Dalmazia. L’esposizione, allestita al Museo La Tratta, sarà
inaugurata mercoledì 10 febbraio, alle 9.30: al taglio del nastro sarà
presente, insieme al sindaco Fabrizio Pagnoni e alle autorità civili e
militari, Flavio Rabar, presidente ferrarese dell’Associazione nazionale
Venezia Giulia e Dalmazia.
La mostra rimarrà a Copparo fino al 10 marzo e, grazie alla gestione
dagli Archeologi dell’Aria APS e dell’Associazione Storia in
Grigio-Verde, sarà aperta il giorno inaugurale e tutti i venerdì dalle
10 alle ore 11.30 e dalle 16.30 alle 18 (per informazioni 338 3188668).
«Questa ricorrenza ci aiuta a comporre e ricomporre la storia bellica e
post bellica, caratterizzata dalla tragedia dei totalitarismi – spiega
Pagnoni -. Ci impegniamo a ricordare e analizzare una pagina del
Novecento troppo spesso, quando non colpevolmente, dimenticata e segnata
da violenze, rappresaglie, esecuzioni, come quelle tristemente portate
alla luce delle foibe, e dal drammatico esodo di trecentocinquantamila
italiani profughi. Auspico che le scuole del nostro territorio possano,
ovviamente in sicurezza, approfittare di questa occasione per
approfondire quegli eventi che hanno segnato profondamente tante persone
e il nostro Paese».

Il Partito Democratico di Ferrara promuove nei comuni e nei suoi circoli la raccolta firme per sostenere il progetto di legge antifascista

Da: Stampa PD Ferrara

IL PARTITO DEMOCRATICO DI FERRARA PROMUOVE NEI COMUNI E NEI SUOI CIRCOLI LA RACCOLTA FIRME PER SOSTENERE IL PROGETTO DI LEGGE ANTIFASCISTA

L’Unione Provinciale del Partito Democratico di Ferrara ha intenzione di promuovere con ogni mezzo il progetto di legge di iniziativa popolare “Norme contro la propaganda e la diffusione di messaggi inneggianti al fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti”.
Nonostante la XII disposizione finale della Costituzione Italiana, che stabilisce il divieto di “riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista” e le ulteriori disposizioni che condannano l’apologia e le manifestazioni fasciste, riteniamo sia fondamentale appoggiare tale proposta di legge.
Troppo spesso, infatti, sotto le mentite spoglie della “rievocazione storica” e della “commemorazione”, assistiamo a gesti e comportamenti nostalgici del periodo più buio della nostra storia. Con queste “scuse” si giunge alla banalizzazione dell’argomento, che viene sdoganato quasi fosse una cosa normale o non così grave.
Tale situazione non può più essere tollerata oltre, se pensiamo che ad oggi più di un italiano su dieci (15,6% “Rapporto Italia 2020” Eurispes) ritiene che la Shoah, l’olocausto degli ebrei ad opera del fascismo e del nazismo, non sia mai avvenuta.
Recentissimi i due episodi che hanno visto riapparire scritte e simboli nazisti proprio nel nostro territorio.
Riteniamo, allora, giusto non lasciare ulteriori spazi di tolleranza rispetto alla propaganda di fascismo e nazismo perpetrata attraverso l’esposizione di simboli evocativi di quel tragico passato ovvero mediante la produzione, distribuzione o vendita di beni a esso chiaramente riferiti.
Per difendere la Costituzione e i suoi (e i nostri) valori, appoggiamo questa iniziativa popolare dal basso, nella nostra comunità, nei nostri circoli.
La campagna, già partita spontaneamente in alcuni circoli, ha permesso sin ora di raccogliere oltre 500 firme e non accenna a fermarsi.

Nicola Minarelli
(Segretario provinciale del Partito Democratico di Ferrara)
Matteo Proto
(Coordinatore campagna di raccolta firme a sostegno del progetto di legge)

Hera medaglia d’oro 2021 nel Sustainability Award di S&P Global

Da: Francesco Reggiani, Hera

Hera medaglia d’oro 2021 nel Sustainability Award di S&P Global
La multiutility è stata premiata con la Gold Class per il posizionamento come “Industry leader” nel Dow Jones Sustainability Index, uno dei più autorevoli indici borsistici mondiali di valutazione dei fattori ESG. Al Gruppo anche la menzione speciale di “Industry mover”

Il Gruppo Hera è medaglia d’oro nel mondo per la responsabilità sociale. S&P Global ha premiato infatti la multiutility con la Gold Class 2021, il più alto riconoscimento riservato alle società incluse nel Dow Jones Sustainability Index (DJSI), l’autorevole indice borsistico internazionale di valutazione dei fattori ESG delle circa 3.500 imprese quotate a maggiore capitalizzazione a livello globale.

Il prestigioso risultato è stato reso noto oggi in occasione della pubblicazione del Sustainability Yearbook 2021, il report con i risultati delle analisi effettuate per l’accesso all’indice dello scorso anno e i nomi delle aziende che hanno conseguito i punteggi di sostenibilità più elevati.

A seguito dell’inclusione nel FTSE MIB nel 2019, Hera ha partecipato alla selezione del DJSI e, in soli 2 anni, ha scalato le classifiche fino a entrare contestualmente nell’indice mondiale e in quello europeo, posizionandosi come “Industry leader”, ovvero migliore “Multiutility and Water” nel mondo, con un punteggio di 87/100, rispetto a una media del settore di 45/100.
Nel confronto con le altre società valutate dal DJSI, Hera si è distinta in particolare per la sostenibilità ambientale, economica e per la governance. Il Sustainability Yearbook 2021 ha messo in particolare evidenza i risultati rilevanti raggiunti da Hera negli ambiti identificati come i più sfidanti per il suo settore, come la gestione e tutela delle risorse, la capacità di cogliere le opportunità del mercato e la relazione con gli stakeholder.

Oltre alla Gold Class, Hera ha ottenuto anche la menzione speciale di “Industry mover”, come società che ha registrato il miglioramento più rilevante, con una crescita di ben 19 punti rispetto alla valutazione di 68/100 del 2019.

Questi riconoscimenti rappresentano un’ulteriore conferma della validità della strategia sostenibile perseguita da Hera e che ne costituisce l’approccio fondante, come riconfermato anche nel Piano industriale al 2024 presentato agli investitori 20 giorni fa, con promesse di risultati economico-finanziari in continuo miglioramento, una solida generazione di cassa e obiettivi ESG definiti al 2030. Il Piano prevede investimenti e azioni per la transizione energetica e ambientale e per l’evoluzione tecnologica, in linea con le strategie europee e l’Agenda Onu 2030, e tra le sfide più rilevanti spiccano quelle nel campo delle energie rinnovabili e per il perseguimento della carbon neutrality. In quest’ambito, Hera punta a conseguire ambiziosi risultati, in linea con i criteri di “Science Based Target initiative” per quanto riguarda in particolare il livello “Well below 2°C” (volto a limitare l’incremento della temperatura terrestre ben al di sotto dei 2 °C).

Tra i numerosi riconoscimenti internazionali ottenuti dal Gruppo per la propria attenzione alla sostenibilità, anche l’ingresso del titolo nel 2020 nel FTSE4Good Index Series, serie di indici etici concepiti da FTSE Russell per favorire gli investimenti in aziende che soddisfano rigorosi criteri in ambito ESG. Non a caso l’attenzione ai fattori ESG, che Hera ha inserito nella propria mission fin dalla sua costituzione nel 2002, rappresenta un tema sempre più centrale anche per gli investitori.

Coronavirus. Vaccini, supereranno quota 341mila le dosi consegnate in Emilia-Romagna nel mese di febbraio

Coronavirus. Vaccini, supereranno quota 341mila le dosi consegnate in Emilia-Romagna nel mese di febbraio: alle forniture di Pfizer e Moderna si aggiungono da domani anche quelle di AstraZeneca. L’assessore Donini: “Procediamo speditamente nella campagna vaccinale. Senza ritardi e riduzioni nelle consegne, possiamo rispettare il calendario serrato che ci siamo dati”

La suddivisione dei quantitativi previsti per ambito territoriale, da Piacenza alla Romagna, distribuiti per Aziende sanitarie e ospedaliere. Prosegue intanto la fase 1, tra cui i cittadini ultraottantenni assistiti a domicilio

Bologna – Più di 341mila dosi di vaccino, tra Pfizer, Moderna e ora anche AstraZeneca: è questa la previsione complessiva delle consegne in Emilia-Romagna per il mese di febbraio. Al quantitativo in arrivo di Pzifer (193.050 dosi totali) e di Moderna (56.200), a partire da domani, martedì 9 febbraio, si aggiungono anche le forniture di AstraZeneca (91.800), per un totale di 341.050 dosi entro fine mese.

“Procediamo speditamente nella prima fase della campagna vaccinale, come da programma- commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Senza ritardi e riduzioni nelle consegne, possiamo rispettare il calendario serrato che ci siamo dati e, conclusa l’immunizzazione delle persone prevista in questa prima fase, procedere già da metà mese con la seconda. Nel frattempo, non mi stancherò mai di invitare i cittadini a mantenere comportamenti corretti e ad agire nella massima prudenza: ne va della salute di tutti”.

La distribuzione sul territorio

Per quanto riguarda la distribuzione per Aziende sanitarie e ospedaliere, che non tiene conto della popolazione assoluta del territorio di riferimento ma di quella a cui è destinato il vaccino, a Piacenza è previsto l’arrivo, settimana dopo settimana, di un totale complessivo 24.140 dosi vaccinali per febbraio (di cui 14.040 Pfizer, 4.600 Moderna e 5.500 AstraZeneca), a Parma 36.830 (di cui 22.230 Pfizer, 5.400 Moderna e 9.200 AstraZeneca), a Reggio Emilia 40.900 (di cui 23.400 Pfizer, 6.200 Moderna e 11.300 AstraZeneca), a Modena 53.020 (di cui 30.420 Pfizer, 7.800 Moderna e 14.800 AstraZeneca), a Bologna 72.220 (di cui 42.120 Pfizer, 11.600 Moderna e 18.500 AstraZeneca), a Imola 8.880 (di cui 4.680 Pfizer, 1.600 Moderna e 2.600 AstraZeneca), a Ferrara 29.450 (di cui 17.550 Pfizer, 5.200 Moderna e 6.700 AstraZeneca). Infine, per la Romagna, un totale di 75.610 dosi (di cui 38.610 Pfizer, 13.800 Moderna e 23.200 AstraZeneca).

Su tutto il territorio regionale, da Piacenza a Rimini, sta proseguendo dunque la prima fase della campagna vaccinale, avviata a livello europeo e italiano lo scorso 27 dicembre e protratta oltre i tempi previsti a causa dei problemi di consegna delle dosi da parte delle Aziende produttrici. Una prima fase che, in Emilia-Romagna, coinvolge operatori sanitari/sociosanitari sia pubblici che privati accreditati, operatori sanitari libero professionisti, compresi i componenti delle organizzazioni territoriali (medici di medicina generale e pediatri di libera scelta); residenti e personale dei presidi residenziali per anziani; volontari/dipendenti delle associazioni che svolgono attività di emergenza; personale tecnico-amministrativo in presenza nei presidi sociosanitari, farmacisti, odontoiatri e, successivamente, gli operatori libero professionisti; le persone ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di età uguale o superiore agli 80 anni.

Lagosanto: evidenti carenza in materia di sicurezza

Da: Ferrara DICCAP, SULPL

LAGOSANTO: EVIDENTI CARENZE IN MATERIA DI SICUREZZA. SINDACO E COMANDANTE DEL DELTA CHIARISCANO QUANTO SUCCESSO

I Sindacati DICCAP (Dipartimento Autonomie Locali ) e SULPL (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale), Sindacati più rappresentativi per la Polizia Locale Italiana, intervengono dopo i fatti che hanno visto coinvolto un Agente della Polizia Locale di Lagosanto, che durante un controllo è stato investito da una moto pirata.
Nel 2021 ci risulta inconcepibile che vengano ancora svolti servizi in cui un Agente da solo effettui controlli di Polizia stradale.
Il SULPL dà sempre ha tra i suoi cavalli di battaglia la sicurezza sul lavoro e in particolare ha sempre chiesto che determinati controlli, come i controlli di Polizia Stradale vengano svolti da pattuglie composte da almeno due operatori.
Da quanto abbiamo appreso a mezzo stampa nel caso di Lagosanto sembrerebbe che siano state violate le più elementari norme in materia di sicurezza sul lavoro per la Polizia Locale.
Allo stesso tempo ci sembra inconcepibile che l’Agente di Polizia Locale si sia rivolto ad altra forza di Polizia per “sporgere denuncia”, ricordiamo infatti che Lagosanto è all’interno dell’Associazione Intercomunale di Polizia Locale del “Delta”, e che eventuali indagini collegate all’infortunio erano di competenza dell’Ufficio di stretta dipendenza del collega ferito.
Anzi a dir di più non ci sarebbero dovute esser “denunce” ma bensi alla luce delle qualifiche che ogni agente ed ufficiale di polizia locale ha, tra cui si ricorda anche la funzione di polizia giudiziaria la procedibilità è d’ufficio.
Riteniamo doveroso che sia il Sindaco di Lagosanto Bertarelli e il Comandante della Polizia Locale del Delta Formigoni intervengano pubblicamente per rispondere agli interrogativi del sindacato di categoria SULPL.
Come Sindacati autonomi entro la settimana prenderemo contatti con il Comandante per capire cosa effettivamente sia avvenuto.

Il Coordinatore Provinciale
DICCAP e SULPL Ferrara
Luca Falcitano

Patrick Zaki. Dall’Università di Bologna, ancora più forte la richiesta della sua liberazione

Patrick Zaki. Dall’Università di Bologna, ancora più forte la richiesta della sua liberazione. Bonaccini-Petitti: “Ritorni subito alla sua vita. La difesa dei diritti umani non conosce confini geografici, gli venga riconosciuta la cittadinanza italiana”

Il presidente della Regione all’iniziativa organizzata dall’Alma Mater a un anno dall’arresto del giovane ricercatore

Bologna – “Dopo un anno di detenzione nelle carceri egiziane, dall’Emilia-Romagna si alza ancora più forte la richiesta per la liberazione di Patrick Zaki. Patrick non ha alcuna colpa se non quella di essere uno studente, un ricercatore e un attivista per i diritti umani e deve tornare subito alla sua vita, a riabbracciare la sua famiglia e i suoi affetti più cari”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che questa mattina ha partecipato all’evento online organizzato dall’Università di Bologna a un anno dall’arresto del giovane all’aeroporto del Cairo, il 7 febbraio 2020, per presentare al presidente della Repubblica l’insieme delle città italiane che, in modi diversi, hanno mostrato attenzione in questi mesi per Patrick Zaki. Un appuntamento che vede insieme molti sindaci delle città e paesi italiani che hanno preso a cuore lo studente dell’Alma Mater, conferendogli il titolo di cittadino onorario o aderendo a iniziative artistiche.

Insieme al Rettore Francesco Ubertini e al sindaco Virginio Merola hanno ribadito la richiesta che Zaki torni libero, studente e cittadino della città che lui ama e che lo ha adottato, dove il Comune gli ha conferito la cittadinanza onoraria.

Come Regione Emilia-Romagna– sottolinea il presidente della Regione insieme alla presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Emma Petitti- ribadiamo la nostra richiesta di libertà e giustizia per Patrick Zaki e condividiamo l’appello, già sottoscritto da oltre 100mila persone, affinché gli venga concessa la cittadinanza italiana per meriti straordinari. La difesa dei diritti umani non conosce confini geografici e la nostra terra è abituata a non voltarsi dall’altra parte davanti alle ingiustizie: le nostre comunità hanno pagato un prezzo altissimo per la democrazia e la libertà e non abbiamo intenzione di venire meno a quell’esempio. Né ora, né mai. Patrick– chiudono Bonaccini e Petitti- ti aspettiamo a Bologna, per un abbraccio che è lo stesso di ogni cittadino dell’Emilia-Romagna”.

Cosa significa Flessibilità

 

Ci sono alcune parole che sono state depurate della inevitabile ambiguità che concerne (quasi) ogni vocabolo, a seconda del contesto in cui viene inserito. Nel linguaggio collettivo di massa riferito al lavoro, una parola è diventata positiva per definizione: flessibilità. Peccato che non venga contrapposta alla rigidità, ma alla sicurezza.

“Flessibilità è una parola che suona bene…e quindi si presume che sia una cosa buona. Ma in realtà flessibilità significa precarietà. Vuol dire andare a dormire senza sapere se al mattino avrai ancora il tuo posto di lavoro. Naturalmente, qualsiasi economista sarà in grado di spiegarvi che si tratta di una buona ricetta per l’economia, e infatti lo è se si tratta di aumentare i profitti, ma non per migliorare il tenore di vita della gente.”

Noam Chomsky

LO YOGA CHE MI HA CAMBIATO LA VITA:
non tutti i mali vengono (solo) per nuocere

 

Molti anni fa, in un periodo di crisi esistenziale e completo disorientamento, ho incontrato lo Yoga. Grazie alle sue tecniche mi sono incamminato un po’ alla volta lungo un percorso di crescita personale. Con la pratica  di certe posizioni ho migliorato la mia condizione fisica, la mia energia e la mia salute, con l’uso sapiente della respirazione ho imparato a modulare con più armonia le mie sensazioni, con la meditazione ho cominciato a controllare i pensieri e ottenere una maggiore chiarezza mentale.
Con lo studio della cultura e della filosofia orientali ho sviluppato, un po’ alla volta, una personalità più gioiosa, serena ed equilibrata. Grazie allo Yoga ho scoperto nuove prospettive da cui guardare il mondo, un metodo per interrogarmi e trovare risposta alle mie domande e ho iniziato un nuovo ciclo di vita con maggiore consapevolezza e  solidità.
Pratico e insegno yoga da molti anni, con il piacere di condividere questa disciplina che mi è stata di tanto aiuto nell’affrontare complicate vicissitudini e continua tuttora a fornirmi spunti di riflessione non abituali  tra gli abitanti di una ‘società occidentale civile’.

L’esperienza della pandemia, che ha scosso tante persone e messo in crisi stili di vita e valori consolidati, mi ha  portato a una serie di considerazioni che inevitabilmente risentono delle conoscenze da me acquisite dallo Yoga in tutti questi anni.
Premetto innanzitutto che il mio pensiero e la mia vicinanza sono andati a tutti coloro che sono stati colpiti nella salute e hanno visto mancare le risorse necessarie per continuare a vivere in modo decente. Nessuna filosofia riuscirà a cancellare la loro sofferenza nell’animo di molti di noi. E credo che dobbiamo costantemente ricordare come il diritto alla Vita (dignitosa) vada considerato un diritto per tutti gli uomini, in tutto il mondo, di qualsiasi razza, sesso, opinioni politiche e religiose.

Ricordo sempre quanto è scritto nella Dichiarazione d’indipendenza americana (4 luglio 1776): “Noi teniamo per certo che queste verità siano di per se stesse evidenti, che tutti gli uomini sono creati eguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di certi Diritti inalienabili, che tra questi vi siano la Vita, la Libertà e il perseguimento della Felicità“.
Una vita decente, innanzitutto. Già, ma cosa serve per una vita decente? La risposta che le società ‘progredite’ hanno dato a questa domanda è stata declinata nel raggiungimento di obiettivi sempre più numerosi  e complessi, così come complesse sono le società in questione.
Innanzitutto il possesso di crescenti beni materiali e di consumo, in linea con l’affermarsi di una economia capitalistica sempre più estrema. Ciò che doveva essere il mezzo per il raggiungimento della felicità (il bene materiale che agevola la vita) è diventato il fine da raggiungere, anche a costo di una vita più sofferta, insana e infelice. Una diabolica inversione tra mezzo e fine.
Per ogni obiettivo raggiunto subito un altro da conquistare, in una catena ininterrotta di tensione verso altro da quanto presente e in nostro possesso. Non è un caso che guardandoci attorno vediamo spesso tanta scontentezza e frustrazione, pochi sorrisi.
Uno stile di vita assolutamente nocivo, ma molti lo danno per scontato.
Preferisco le visioni di alcune filosofie orientali, per cui un concetto chiave per ottenere una soddisfazione profonda è quello di ‘appagamento’, che consiste nell’accontentarsi di ciò che si è e di ciò che si ha. Subito, in ogni momento presente. A cominciare dall’apprezzamento per il fatto stesso di essere e di vivere,  fortuna di cui troppo spesso ci dimentichiamo.

Certo, in molte società un frainteso senso di ‘appagamento’ ha dato adito a una passività che ha frenato lo sviluppo di attività importanti, come la medicina o la scienza alimentare, con riflessi negativi sulla qualità e durata della vita.
Ma per un essere umano desideroso  di migliorare e di risolvere i nuovi problemi che la vita pone di continuo, l’essere appagati dal presente non impedisce di proporsi e realizzare obiettivi di progresso. Senza però presumere che questo potrà dargli felicità definitiva e completa.
Dunque godersi l’oggi, il più possibile tutti i giorni, è essenziale per realizzare una felicità profonda, senza per questo escludere l’impegno verso nuovi traguardi.

Allargando poi la visuale oltre la nostra piccola vita personale possiamo vedere come intorno a noi si pongano  sempre nuove sfide. A periodi favorevoli succedono inevitabilmente momenti critici: guerre, epidemie, eventi climatici disastrosi fuori dal controllo e dall’influenza umana, come eruzioni vulcaniche, terremoti e tsunami.
Non esiste una crescita continua e lineare. L’esistenza è un susseguirsi di eventi di segno opposto, favorevoli e terribili, che evidenzia un altro concetto essenziale della filosofia orientale: l’impermanenza. Tutto cambia, e non sempre per il meglio.
Essenziale dunque non dare nulla per scontato e coltivare una dote fondamentale: la capacità di adattarsi a situazioni diverse trovando nuove soluzioni. Ritengo che proprio questa sia stata la principale caratteristica che ha consentito il diffondersi della popolazione umana sul pianeta.

Personalmente, avendo dovuto interrompere i miei corsi di Yoga in presenza a causa della pandemia, ho provato a proporre ai miei contatti corsi on line. Ho pensato che, quanto meno per alcuni, potessero costituire un’attività che avrebbe aiutato a utilizzare positivamente gli spazi di isolamento domestico in tempi di lockdown. Il successo che ha riscosso questa iniziativa  è andato oltre le mie aspettative e mi ritrovo a dover gestire più gruppi e persone di quanto non facessi in tempi pre-covid. A fronte della perdita di importanti elementi come la presenza, con le sue possibilità di contatto diretto, ho sperimentato la possibilità di sviluppare elementi di unione e condivisione tra le persone con modalità diverse, anche online.
In uno dei miei corsi ho allievi che si collegano dalla Gran Bretagna, dalla Germania e da Viterbo. Dunque per ogni spazio che si svuota c’è sempre la possibilità di riempirlo con qualcos’altro, se ci si pone nell’ottica di essere sempre pronti per ricominciare.
La passione per le filosofie orientali non mi fa però perdere la fiducia in alcune alte espressioni della civiltà occidentale che hanno grande risalto in questi tempi, come ad esempio la scienza medica.  Fondata sulla capacità logica di osservare, sperimentare e verificare le sue affermazioni, mi sembra molto più affidabile di tante voci che si sono levate per propagandare teorie e pratiche sulla pandemia basate su fantasie di singoli e sensazioni estemporanee prive di approfondimento..

Abbiamo sentito in questo periodo le più svariate opinioni, anche palesemente irragionevoli, per  nulla fondate su fatti, ma su libere e fantasiose interpretazioni. Penso che la scienza saprà esprimere con esiti positivi il suo ruolo autorevole nel contrasto alla pandemia; credo inoltre che anche noi stessi possiamo aiutarci coltivando la capacità di ragionare validamente, piuttosto che affidandoci agli umori del momento.
Purtroppo però nelle nostre istituzioni preposte all’istruzione si fa molta più attenzione alla quantità di competenze settoriali piuttosto che allo sviluppo dell’equilibrio della persona.
Non meno carente è la formazione degli individui  rispetto alla comunità di appartenenza. Ho spesso sentito persone, anche ‘colte’, che si vantavano di riuscire ad aggirare l’onere di contribuire alle cassa nazionale per mezzo delle tasse e parecchie altre che neppure ne capivano la ragione, negandone la necessità. Salvo poi usare le strade, mandare i figli a scuola e godere dell’assistenza pubblica, come se la costruzione e il mantenimento di questi servizi fosse a carico della provvidenza; ben altro sono ovviamente le critiche per la cattiva gestione dei servizi comuni!

Ma l’atteggiamento che più mi ha colpito, in questo periodo, è stato quello tenuto da molti sul tema della libertà. Le limitazioni imposte dai provvedimenti per fronteggiare il Covid hanno messo in evidenza non solo come molti rifiutino di adattarsi a una situazione nuova, ma abbiano a cuore un’idea di libertà completamente scissa dalla responsabilità verso gli altri. Per costoro, insomma, la libertà dell’individuo non può essere limitata in alcun modo, per nessun motivo.
Una sensibile fetta di popolazione, in buona parte del mondo, ha contestato la possibilità di veder diminuire la propria libertà di azione anche a costo di arrecare notevoli danni alla salute di altre persone e all’intera comunità.
Non sto parlando ovviamente di chi ha osteggiato le varie chiusure di attività commerciali perché da queste attività doveva trarre il proprio sostentamento, ma di chi ha fatto (e suppongo continuerà a fare) una vera e propria battaglia ideologica contro il principio che la società possa applicare dei limiti agli individui per difendere il bene comune. Non vorrei dare l’idea di affrontare la questione in modo semplicistico, perché dietro l’applicazione di norme restrittive dei diritti possono spesso celarsi tentativi antidemocratici di controllo sociale; provvedimenti di questo tipo meritano dunque particolare attenzione, anche critica.

Il modello di sviluppo economico e sociale delle nostre società hanno indirizzato gli individui verso stili di vita edonistici fortemente caratterizzati da indifferenza e scarso rispetto per il prossimo. Il sacro anelito alla libertà e alla giustizia sociale, nato in tempi di evidente oppressione da parte di pochissimi uomini nei confronti di molti, si è trasformato ormai in atteggiamenti di perenne contestazione e opposizione a qualsiasi regola sociale o morale che appaia esterna all’individuo.
Si urla il diritto di negare: l’esistenza di virus, la shoah, la rotondità della terra e ogni altra cosa  immaginabile.
Certo, i motivi di sofferenza e insoddisfazione nel mondo non sono certo cessati e moltissimo c’è da fare per migliorare le condizioni di vita della gran parte della popolazione, ma per mio conto non credo che un atteggiamento fondato sulla negazione sia il migliore per procedere in questa direzione.

Ritengo che non solo vada tenuto sotto stretta osservazione l’evolversi del mondo e vadano stimolate attività costruttive nella e per la società, ma che sia assolutamente necessario sviluppare una altrettanto  attenta osservazione nei propri stessi confronti: mettere in primo piano la necessità di migliorare in primo luogo noi stessi, in quanto parte del mondo sulla quale più immediatamente possiamo agire.
Non solo antiche filosofie, ma anche moderne acquisizioni scientifiche, sulle quali si basano ad esempio le  scienze ambientali, ci dimostrano come tutto ciò che vive è in stretta relazione  e che il benessere di ogni parte è collegato al benessere di tutte le altre.

Siamo uomini in viaggio sulla stessa astronave, il pianeta terra, e la soluzione dei nostri problemi coinvolge tutti noi e l’ambiente in cui viviamo. Vederci come individui separati dagli altri e dalla vita è un punto di vista limitato e non lungimirante, riduttivo anche dal punto di vista dei benefici che arreca.
Meno io, più noi; meno competizione, più condivisione. Per questo motivo ormai insegno Yoga senza richiedere un corrispettivo economico, accontentandomi ‘solo’ del piacere di condividere e procedere insieme agli altri.
Trovare un modo per migliorare noi stessi e il nostro stile di vita può essere un buon inizio per migliorare il mondo e la nostra felicità. Ha detto il Dalai Lama: “Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente; in tale maniera che non riescono a vivere né il presente, né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.”

Una Giornata al Museo, Navarra, MEIS e M.A.F. insieme per la Memoria

Da: Ufficio Stampa Istituto F.lli Navarra Ferrara

Il progetto prevede una collaborazione tra l’Istituto “F.lli Navarra”, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS) e il Centro Documentazione Mondo Agricolo Ferrarese.

Si tratta di un progetto che ambisce a creare un modello didattico dinamico e innovativo per la commemorazione di questa pagina drammatica della Storia, avvalendosi della tecnologia per superare gli ostacoli imposti della pandemia, e coniugando la cura della memoria con quella dell’ambiente e del territorio, tematiche che maggiormente contraddistinguono l’istituto “F.lli Navarra”.

Promotori del progetto: proff. Roberto Orlandi, Stefano Giatti e Nicola Alessandrini.

Nella mattinata del 27 gennaio, un team di insegnanti e alunni ha raggiunto fisicamente alcuni punti strategici del nostro territorio. Da lì si sono collegati in diretta con tutti gli studenti dell’Istituto per guidarli in un viaggio virtuale attraverso i luoghi della Memoria. Le prof.sse Mary Malaguti e Valentina Giannini hanno coordinato i vari interventi online.

Questi i luoghi e gli inviati speciali:
-MEIS (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah): proff. Nicola Quirico e Giuseppe Di Bernardo.
-MAF (centro documentazione mondo agricolo ferrarese): Dott. Gian Paolo Borghi e proff. Stefano Giatti e Serena Fini.
-Ghetto ebraico di Ferrara: proff. Dario Poppi e Nicola Alessandrini, accompagnati dagli studenti Irene Gullini (5AM) e Francesco Grassi (5EM).
-Itinerario bassaniano: proff. Vincenzo Gragnaniello e Cecilia Schiavi, accompagnati dagli studenti Andrea Bergami (2BM) e Margherita Rella (2BM).
-Ghetto ebraico di Bologna: prof. Paolo Ciafardini accompagnato dallo studente Francesco Arcadipane (5EM).

Terminati i lavori di Villa Mensa

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

TERMINATI I LAVORI DI VILLA MENSA
Sopralluogo della Provincia e progetto della Scuola Vancini

Sono conclusi i lavori di recupero e restauro di Villa La Mensa: a ultimazione delle principali lavorazioni, chiuse ufficialmente il 2 febbraio scorso, ci si sta occupando ora di terminare aspetti di dettaglio, quali finiture di minima, pulizie, sgombero dei locali e delle aree esterne da materiali di risulta, cumuli di macerie, livellamento e sistemazione del terreno, taratura impianti e collaudo finale. Definita la progettazione, si procederà adesso all’acquisto di arredi e attrezzature, di allestimenti per percorsi di visita e attività promozionali.
Qualche giorno fa il sopralluogo del dirigente Stefano Farina e degli staff dei settori Lavori Pubblici e Patrimonio della Provincia, che nell’aprile 2003 con il Comune di Copparo ha acquistato il complesso dalla Fondazione Fratelli Navarra. Durante la visita con il sindaco Fabrizio Pagnoni, il Rup Giulia Tammiso e il direttore lavori Mauro Crepaldi sono state poste le basi per le prossime analisi sul futuro utilizzo del bene monumentale di Sabbioncello San Vittore.
Anche nel fine settimana Villa La Mensa è stata animata. Questa volta dalla Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini, alla presenza del fondatore Stefano Muroni e di Valeria Luzi, per una progettazione di carattere promozionale, avviata con l’Amministrazione comunale, in continuità con la ormai tradizionale presenza in delizia della Tenda Summer School.

Convocata la commissione ambiente, sanità e servizi sociali

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

CONVOCATA LA COMMISSIONE AMBIENTE, SANITÀ E SERVIZI SOCIALI
Mercoledì 10 febbraio, alle 18, l’incontro dei consiglieri in videoconferenza

Il presidente Carlo Bertelli ha convocato la Commissione Consiliare Ambiente, Sanità e Servizi sociali mercoledì 10 febbraio, alle 18, attraverso collegamento su piattaforma Zoom.
All’ordine del giorno l’‘Attivazione di un servizio di reperibilità pediatrica presso il territorio comunale di Copparo’. Ha dato la sua disponibilità a partecipare all’incontro la direttrice del Distretto Centro Nord, Annamaria Ferraresi.
Si tratta della seconda riunione incentrata sul tema, sollevato dal gruppo consiliare Movimento Cinque Stelle attraverso una mozione presentata in Consiglio comunale: il documento è stato poi ritirato per consentire l’analisi in sede di commissione. Allora venne avanzata la proposta di un tavolo con la presenza dell’Azienda Usl, così da poter valutare i dati relativi ai servizi forniti e alle esigenze del territorio. Un percorso di approfondimento che tutte le forze consiliari si sono dette interessate a intraprendere e che ha trovato l’accoglimento dell’Ausl

Webinar sulla sostenibilità in agricoltura

Da: Ufficio Stampa Cia Ferrara

L’agricoltura è sostenibile? Sì, lo dimostra una ricerca condotta da
Cia- Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna in collaborazione con Aretè

Il report verrà presentato nel corso di un webinair dal titolo
“Sostenibilità ambientale dell’agricoltura: a che punto siamo?” trasmesso
sul canale YouTube
martedì 9 febbraio dalle ore 17 alle ore18,30.

BOLOGNA, 8 FEBBRAIO 2021 – Nel quadro degli impatti ambientali derivanti
dall’uso dei principali fattori di produzione nell’agricoltura emiliano romagnola, gli
aspetti positivi prevalgono nettamente su quelli negativi. È questo in estrema
sintesi il risultato di una indagine portata avanti da Cia – Agricoltori Italiani e Aretè,
società di ricerca specializzata nei settori dell’agricoltura.

Il report verrà presentato nel corso di un webinair dal titolo “Sostenibilità
ambientale dell’agricoltura: a che punto siamo?” che verrà trasmesso sul
canale YouTube di Cia il 9 febbraio dalle ore 17 alle ore18,30.

A inquadrare l’argomento sarà Cristiano Fini, presidente Cia Emilia Romagna a
cui faranno seguito Enrica Gentile e Alberico Loi di Areté. Da Bruxelles
interverrà Nicola Di Virgilio, (Policy Analist DG Agri Commissione Europea) che
parlerà di “transazione verde e sostenibilità”
Concluderà i lavori Alessio Mammi, assessore all’ Agricoltura dell’Emilia
Romagna.

Questo il link per collegarsi:https://youtu.be//09SvisYvwL4

Il progetto della camera di commercio che consente agli imprenditori di stampare direttamente presso i propri uffici i documenti doganali per il trasporto internazionale

Da: Andrea Migliari, Camera di Commercio Ferrara

Govoni: “Non è possibile che quelle imprese che stanno tirando la volata sui mercati internazionali sopportino un peso delle imposte sui profitti lordi pari al 48%, contro il 26% di quelle tedesche e spagnole”
SONO OLTRE 200 LE IMPRESE CHE HANNO GIA’ ADERITO ALLA SPERIMENTAZIONE DI “STAMPA IN AZIENDA”, IL PROGETTO DELLA CAMERA DI COMMERCIO CHE CONSENTE AGLI IMPRENDITORI DI STAMPARE DIRETTAMENTE PRESSO I PROPRI UFFICI I DOCUMENTI DOGANALI NECESSARI PER IL TRASPORTO INTERNAZIONALE
L’indagine dell’Ente di Largo Castello: il 95% delle imprese ferraresi che si è già aperta ai mercati internazionali lo ritiene fattore indispensabile per assicurare la crescita dell’azienda

Sono oltre 200 le imprese ferraresi che hanno già aderito alla sperimentazione di “stampa in azienda”, il progetto della Camera di commercio che consente agli imprenditori di stampare direttamente presso i propri uffici i documenti necessari per il trasporto internazionale delle merci. Continua, dunque, l’accelerazione dell’Ente di Largo Castello per ridurre, in particolare nella drammatica emergenza sanitaria ed economica che stiamo vivendo, costi e tempi a favore del sistema produttivo ferrarese.

Tale procedura telematica consente, dunque, all’impresa di stampare i documenti che le servono direttamente presso i propri uffici evitando di dover provvedere al ritiro in Camera di commercio. Non servono formulari ufficiali, ma solo una semplice richiesta attraverso la piattaforma Cert’O. L’autenticità dei certificati d’origine emessi dalla Camera di commercio potrà essere verificata, dopo sole 48 ore dall’emissione, grazie all’accreditamento dell’Ente di Largo Castello al network internazionale per la certificazione di origine sul sito internazionale https://certificates.iccwbo.org/.

Su 400 nostre imprese che esportano – ha evidenziato Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio – poco più di 80 lo fanno in maniera prevalente e costante. Ferrara ha un ulteriore potenziale costituito da più di 300 imprese che potrebbero già operare oltre confine ma che hanno timore ad affrontare i mercati esteri. Il sistema Italia deve, però, attrezzarsi concretamente per mettere in atto una strategia integrata di tutti i soggetti coinvolti nelle politiche di supporto alle imprese per l’internazionalizzazione. Non è possibile ad esempio – ha concluso Govoni – che quelle imprese che stanno tirando la volata sui mercati internazionali sopportino un peso delle imposte sui profitti lordi pari al 48%, contro il 26% di quelle tedesche e spagnole”.

L’internazionalizzazione delle imprese ferraresi al tempo del Covid. L’indagine della Camera di commercio. Tra le incertezze delle aziende ferraresi nell’affrontare l’internazionalizzazione, al primo posto figura l’individuazione di partner locali adeguati, poi la complessità delle normative e gli ostacoli di natura linguistica e culturale.
Il punto di partenza – sottolinea la Camera di commercio – è rappresentato dal fatto che il 95% delle imprese che si è già aperta ai mercati internazionali lo ritiene fattore indispensabile per assicurare la crescita dell’azienda, e se due terzi di queste è riuscita a compiere il processo in meno di 12 mesi, per chi non lo ha ancora fatto esiste una percezione più dilatata e più della metà ritengono che ci vorrà oltre un anno di tempo. Questo riflette l’ansia di dotarsi, soprattutto per le piccole e medie imprese, del know how interno per affrontare i nuovi mercati. E infatti il 62% pensa che dovranno ricorrere alle competenze specializzate di consulenti esterni, mentre solo il 38% di queste ritiene di avere in casa le conoscenze necessarie. Tra le aziende già internazionalizzate, invece, il 90% ad oggi segue il processo con personale interno e solo il 23% con esterni.

Le imprese ferraresi – conclude la Camera di commercio – in questa fase di emergenza stanno facendo un grande sforzo per garantire il prosieguo della propria attività anche a distanza, dove questo è possibile, attraverso l’uso dello smartworking. Ma non tutte sono attrezzate sotto il profilo tecnologico per assicurare una connessione ai dati aziendali da remoto e un’adeguata protezione dagli attacchi informatici. Quasi 4 aziende su 10 sono dotate di sistemi cloud, una tecnologia fondamentale per garantire una più agile transizione delle attività svolte all’interno degli uffici in modalità “smart”. E 3 imprese su 10 sono equipaggiate per proteggere le connessioni da remoto con strumenti di cybersecurity necessari per garantire sicurezza nella gestione dei dati. Le imprese digitalizzate (54%), infine, reagiscono alla crisi meglio di quelle che non hanno intrapreso alcun percorso verso la transizione digitale (43%).

Gibran: “Quando l’amore vi chiama, seguitelo”

Nella settimana di San Valentino vorrei condividere questa rosa ritratta nell’orto botanico di Ferrara e le bellissime parole scritte da Kahlil Gibran ne Il profeta. Questo libro venne pubblicato nel 1923 ed è composto da una serie di poesie in prosa che si susseguono come risposte del profeta Almustafa alle tematiche richieste dalla gente della terra che stava lasciando.
Il profeta pronuncia un inno all’amore come atto di libertà, di generosità assoluta, che dà senza chiedere nulla in cambio. È un atto coraggioso che rende vulnerabili. Poiché come è vero che l’amore ha in sé una promessa di felicità, altrettanto reali sono i pericoli a cui espone gli innamorati. Pericoli che il poeta condensa nell’immagine del vento del Nord, che porta scompiglio e devastazione; è il vento del cambiamento che soffia via le tue convinzioni, le costruzioni di un’intera vita, per fare spazio a qualcosa di ignoto e incontrollabile. Ma solo l’amore è in grado di liberare l’amante dalle rigidità e renderlo leggero.

“Quando l’amore vi chiama, seguitelo.
Anche se le sue vie sono dure e scoscese.
E quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui,
Anche se la sua lama, nascosta tra le piume, vi può ferire.
E quando vi parla, credetegli,
Sebbene la sua voce possa frantumare i vostri sogni così come il vento del nord arreca scompiglio al giardino.
Poiché nel mentre che l’amore vi incorona, così vi crocefigge. Mentre vi accresce, così vi taglia per potarvi.
Mentre ascende alle vostre altezze e accarezza i vostri più teneri rami palpitanti al sole,
Così scenderà alle vostre radici scuotendole nel loro abbraccio alla terra.
Come covoni di grano vi raccoglie in sé.
Vi batte finché non sarete spogli.
Vi setaccia per liberarvi dai gusci.
Vi macina fino al candore.
V’impasta sinché siete cedevoli;
E poi vi consegna al suo sacro fuoco, perché possiate diventare pane sacro per la sacra mensa di Dio.
Tutto questo provocherà l’amore in voi, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita.
Ma se per paura cerchereste nell’amore unicamente la tranquillità e il suo piacere,
Allora meglio sarà per voi coprire la vostra nudità e uscire dall’aia dell’amore,
Nel mondo senza stagioni, dove riderete, ma non tutto il vostro riso, e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.
L’amore non dà nulla fuorché se stesso, e non attinge che da se stesso.
L’amore non possiede né vuole essere posseduto;
Poiché l’amore basta all’amore.
Quando amate non dovreste dire “Ho Dio nel cuore”
ma piuttosto “Io sono nel cuore di Dio”.
E non crediate di indirizzare il cammino dell’ amore
poiché sarà l’ amore, se vi riterrà degni, a condurvi.
L’ amore non desidera che il proprio compimento
Ma se amate e ardete di desideri, essi siano questi:
Sciogliersi ed essere un ruscello che scorrendo intona alla notte la sua melodia.
Conoscere la pena della troppa tenerezza.
Ferirsi di comprensione dell’amore;
E sanguinare volentieri e con gioia.
Risvegliarsi all’alba con un cuore alato e ringraziare per un altro giorno d’amore;
Riposare nell’ora del meriggio e meditare dell’amore l’estasi;
Rientrare a casa la sera colmi di gratitudine;
E addormentarsi con una preghiera per l’amato nel cuore e sulle labbra un cantico di lode .”