Skip to main content

Giorno: 10 Febbraio 2021

Agenda digitale, Delmonte (Lega): “Ad oggi è libro dei sogni, manca concretezza”

Da: Stampa Lega Emilia-Romagna

AGENDA DIGITALE, DELMONTE (LEGA): “AD OGGI E’ LIBRO DEI SOGNI, MANCA CONCRETEZZA”

BOLOGNA, 10 FEB – “Bene i principi cardine dell’ADER, tuttavia, quello che sorprende, è che mancano totalmente riferimenti a cosa si vuole fare e con quali tempistiche”. Così il consigliere regionale della Lega ER Gabriele Delmonte nel commentare “l’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna 2020-2025: Data Valley Bene Comune”.

“Leggendolo mi sono trovato davanti a un libro dei sogni: è a tal punto impalpabile nella sua traduzione concreta che pare scritto da qualcuno che non è calato nella realtà: abbiamo territori in Appennino dove non c’è nemmeno copertura televisiva e ci riempiamo la bocca di portare la fibra ovunque” ha rilevato l’esponente leghista.

“Occorre dare opportunità concrete ai giovani, investire su di loro, finanziarli e metterli nelle condizioni di potersi esprimere perché oggi chiediamo di aprire delle start-up ma sono le amministrazioni le prime a non crederci. Attualmente esiste una rete di Tecnopoli, spazi di coworking, reti di persone ma queste cose dalla Regione devono arrivare in maniera gratuita perché allo stato attuale entrare in un Tecnopolo è impossibile. Il risultato è che i nostri giovani aprono società con sedi legali fuori Regione, perché negli altri territori arrivano fondi, aiuti, formazione mentre in Emilia-Romagna no” ha spiegato l’esponente del Carroccio.

“Ribadisco: sui concetti generali scritti nell’agenda siamo tutti d’accordo, tuttavia qualora i nostri emendamenti, che guardano alla traduzione pratica delle linee programmatiche (estensione dell’utilizzo dei Big Data a turismo e commercio; gratuità dei servizi; azioni di sostegno e accompagnamento alla digitalizzazione degli enti locali, sviluppo della tecnolgia blockchain) non verranno accolti, saremo costretti ad esprimere un voto contrario al progetto” ha concluso Delmonte.

Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara

Da: Laura Guerra

Tutela ambientale e rischio idrogeologico: nel 2020 raccolte 10 tonnellate di plastica e rifiuti non biodegradabili

L’Amministrazione è soddisfatta del risultato ma preoccupata del fenomeno e dei costi che gravano interamente sul Consorzio.

 

Sono ben 10 le tonnellate di plastica e rifiuti che il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara ha intercettato nel 2020, evitando che rimanessero nel territorio ed arrivassero poi al mare, segno tangibile dell’attenzione ambientale dell’ente. Il recupero e lo smaltimento di questo materiale intercettato nelle acque dei canali è fondamentale anche per evitare che sia causa di crisi idrauliche localizzate in seguito ad ostruzione di condotte o griglie degli impianti.

“È un dato preoccupante – spiega Barbara Guzzon, responsabile del settore adempimenti ambientali – include i rifiuti urbani arrivati alle varie griglie presenti nel nostro reticolo idraulico, con il rischio di danni agli impianti o di occlusione di canali in momenti delicati, e i rifiuti abbandonati sulle rive. Nel 2020 sono state 208 le denunce per abbandono di rifiuti lungo i canali di bonifica, meno rispetto ai 240 del 2019 e i 266 del 2018 ma comunque un numero ancora troppo alto, soprattutto considerando i rischi ambientali e l’onere economico a carico del Consorzio per il corretto smaltimento”. Un grande lavoro è fatto alle griglie di sbarramento, dove arriva erba ma anche rifiuti urbani, altrimenti destinati a terminare in mare con grave danno per l’ambiente, e che aumentano fortemente il rischio di criticità.

“Vi è un’attenta gestione dei rifiuti, con suddivisione dei materiali così che possano avere la giusta destinazione – prosegue – vi sono infatti 11 aree dotate di centro operativo nelle quali vengono depositati e gestiti i rifiuti speciali prodotti”. Attenzione è data anche all’erba e a tutto ciò che è riconducibile a scarto organico, mostrando ancor di più l’anima green del Consorzio.

“Sono in media circa 1600 le tonnellate di rifiuti speciali prodotti annualmente dalle attività del Consorzio mandati al corretto smaltimento o al recupero – conclude spaziando – solo per dire le più significative, sono state raccolte circa 900 tonnellate di erba e rifiuti biodegradabili destinati al compostaggio e 400 tonnellate di inerti derivati da demolizioni per le tante opere di manutenzione sul territorio. Oltre a questi vi sono anche i rifiuti derivanti da emergenze come versamenti illeciti di idrocarburi in acqua o la costosa gestione e smaltimento dei rifiuti contaminati e pericolosi. Rilevante, dal punto di vista ambientale, però, anche le diverse centinaia di campionamenti di sedimenti che il Consorzio compie ogni anno per la gestione delle terre nell’espurgo dei canali”.

Siamo orgogliosi del risultato raggiunto grazie all’attenzione del nostro personale – dice il Presidente Franco Dalle Vacche – Tutto questo, è necessario per il buon stato del territorio. Si ribadisce la necessità di controlli da parte delle forze dell’ordine, per contrastare comportamenti illeciti, oltre a campagne informative ed educative. Siamo soddisfatti del risultato ma, al contempo, siamo anche preoccupati del fenomeno e dei costi che gravano interamente sul Consorzio“.

Welfare e Trasporti. Trasporto pubblico agevolato per persone senza fissa dimora e famiglie numerose con quattro o più figli

Welfare e Trasporti. Trasporto pubblico agevolato per persone senza fissa dimora e famiglie numerose con quattro o più figli. Schlein-Corsini: “Una misura giusta che garantisce il diritto alla mobilità”

Dal fondo sociale 1,5 milioni di euro ai Comuni per sostenere il programma mobilità. Confermato anche per il 2021 l’abbonamento scontato al bus per i cittadini più fragili

Bologna – Il trasporto pubblico locale diventa ancora più solidale e si allarga alle famiglie numerose e alle persone indigenti senza dimora. Grazie al rinnovo dell’accordo regionale sulle tariffe agevolate per le persone fragili e al programma mobilità regionale, i Comuni potranno sostenere integralmente i costi degli abbonamenti per le persone senza fissa dimora sulla base della valutazione di un effettivo bisogno da parte dei servizi sociali.

La Giunta regionale ha deciso infatti di prorogare e integrare, ampliando appunto la misura ad altre categorie, le tariffe agevolate di abbonamento annuale di trasporto previste per le categorie sociali più deboli.

“Una misura giusta-affermano la vicepresidente della Regione, Elly Schlein e l’assessore regionale ai Trasporti, Andrea Corsini– che tiene conto del difficile momento di emergenza sanitaria e crisi economico-sociale innescato dalla pandemia mondiale. Con questo provvedimento confermiamo ed estendiamo il sostegno al diritto alla mobilità dei cittadini più fragili assicurando loro la migliore accessibilità e fruibilità del territorio regionale in modo sostenibile per l’ambiente. Intendiamo anche destinare 1,5 milioni di euro del fondo sociale regionale al programma mobilità in capo ai Comuni, per permettere di scontare ulteriormente le tariffe per le categorie più fragili e consentire di coprire integralmente gli abbonamenti per le persone senza fissa dimora”.

Saranno inoltre validi per tutto il 2021 gli abbonamenti “Mi muovo insieme” a prezzi scontati: 151 euro per quelli urbani (monozonale) ed extraurbani (plurizonale) e 222 euro per quelli integrati (plurizonali). Possono usufruire di questi abbonamenti, come detto, oltre alle categorie già previste in precedenza anche le famiglie numerose con quattro o più figli e con Isee non superiore a 28mila euro (prima l’importo massimo per l’Isee era 18mila euro).

Come funziona

I Comuni dovranno rilasciare una attestazione per il rilascio degli abbonamenti per le persone senza fissa dimora che necessitano di utilizzare il trasporto pubblico locale nell’ambito di un percorso di inserimento sociale e provvedere direttamente alla consegna delle tessere a chi ne ha diritto, sensibilizzando anche al rispetto delle regole di accesso ai mezzi pubblici.

Sempre i Comuni dovranno fornire alle società di trasporto un elenco delle persone a cui è stato rilasciato l’abbonamento per gli opportuni controlli e monitoraggi.

La Regione, per parte sua, confermerà con un provvedimento di Giunta il sostegno ai Comuni come contributo per agevolare la mobilità delle persone in condizione di fragilità sociale.

Il Prefetto Michele Campanaro ha consegnato diplomi e medaglie d’onore ai familiari delle vittime delle foibe

Da: Gianni Molinari, Prefettura di Ferrara

IL PREFETTO MICHELE CAMPANARO HA CONSEGNATO DIPLOMI E MEDAGLIE D’ONORE AI FAMILIARI DELLE VITTIME DELLE FOIBE

Nell’ambito delle celebrazioni del “Giorno del Ricordo”, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale, il Prefetto Michele Campanaro, con l’Assessore del Comune di Ferrara Alessandro Balboni, il Presidente provinciale dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia Flavio Rabar ed il Presidente provinciale dell’Istituto di Storia Contemporanea Anna Quarzi, ha consegnato oggi pomeriggio, a Palazzo don Giulio d’Este, nelle mani dei familiari i diplomi e le medaglie d’onore che il Presidente della Repubblica ha conferito a Giosuè Nave e Giuseppe Pala, finanzieri in servizio in Slovenia e Croazia, scomparsi nel 1944 e 1946.
Giosuè Nave nato a Maserada sul Piave (Treviso) il 25 dicembre 1909, fu prelevato insieme a 18 colleghi dalla caserma di Matteria (ora Slovenia) il 13 gennaio 1944 e fu dato per disperso nello stesso mese. Uno dei catturati riuscì a fuggire e portò ai parenti la propria testimonianza. I corpi dei finanzieri fatti prigionieri non furono mai trovati. I familiari di Giosuè Nave oggi risiedono a Monestirolo di Ferrara.
Giuseppe Pala, nato a Serdiana (Cagliari) il 3 febbraio 1902, fu prelevato dalla caserma “Campo Marzio” di Trieste e fatto prigioniero. Prestava servizio come vice brigadiere della Guardia di Finanza nella caserma di Mattuglie (ora Croazia) e fu dichiarato disperso nel 1946. Secondo alcune testimonianze morì nell’Abisso di Roditti, nel Carso mentre secondo altre perse la vita nel Campo di concentramento di Borovnica presso Lubiana. I familiari di Giuseppe Pala oggi risiedono a Francolino di Ferrara.
La cerimonia è stata l’occasione per un momento di riflessione e approfondimento sui tragici eventi, dall’autunno del 1943 alla primavera del 1945, provocati dal regime titino, che scatenò su molti italiani inermi ed incolpevoli, residenti nei territori ad est di Trieste, una durissima e atroce rappresaglia, con i contorni di una vera e propria epurazione su base etnica e nazionalistica.

Sulle Foibe e sull’esodo – ha sottolineato il Prefetto Campanaro – solo negli ultimi decenni vi è stata una presa di coscienza da parte dell’intera comunità nazionale. L’odio e la pulizia etnica sono stati l’abominevole corollario dell’Europa tragica del Novecento, squassata da una lotta senza quartiere fra nazionalismi esasperati. L’Italia non può e non vuole dimenticare, perché le tragedie del passato non si ripetano in futuro”.

Il Prefetto Michele Campanaro ha voluto, in particolare, ricordare la figura dello scrittore istriano Fulvio Tomizza, figlio di un italiano e di una slava, ricordandone le parole con cui ha raccontato il dramma vissuto in quel tragico periodo: «Mi sono sempre sentito tra due fuochi. Mi accorgevo con dolore che i miei amici croati e sloveni mi guardavano con sospetto e nello stesso tempo non riuscivo a stare tutto dalla parte di mio padre. Non sono mai riuscito ad odiarli, gli slavi. Nonostante tutto quello che avevano fatto a mio padre e alla nostra gente. Forse perché sapevo che se era successo tutto quel disastro era anche colpa nostra. (…) E io lì, a cercare di ricucire le due parti di me stesso».

La cerimonia di consegna delle medaglie del Presidente della Repubblica ha chiuso una giornata commemorativa iniziata con la deposizione in città di una corona di alloro al Cippo in omaggio “ai Martiri delle Foibe”.

Altre manifestazioni sono state organizzate in ambito locale dai Comuni della provincia.

A Carnevale il Teatro va in Vetrina

Da: Sandro Zaniboni, Ufficio Stampa Ascom Ferrara

E’ l’ultima simpatica iniziativa promossa dal Comitato Carnevale di Poggio in collaborazione con l’Amministrazione Comunale Poggese,(in particolare l’assessorato alle Attività Produttive e Commercio) ed Ascom Confcommercio, con la sua attiva delegazione.
In assenza delle sfilate di Carnevale, per via dell’emergenza sanitaria, l’idea di promozione e valorizzazione dei negozi di vicinato in pieno svolgimento e che rimarrà in pista fino a sabato 27 febbraio è semplice quanto curiosa, attraendo i grandi quanto i piccini: in pratica con “A Carnevale…il Teatro va in Vetrina …” – questo il nome dell’iniziativa – gli spazi espositivi di una trentina di attività commerciali – identificate da un apposita locandina – sono realizzate a tema di famose opere liriche (Aida, Madame Butterfly, Norma….) e starà all’acquirente indovinare risolvendo gli appositi indovinelli proposti dall’allestimento il nome dell’opera stessa e del suo compositore. In palio per i vincitori ricchi premi offerti dagli stessi negozianti.
Ascom sottolinea così la sua volontà di essere a fianco delle imprese per sostenere queste attività che rendono sempre più appetibili e fruibili i centri storici, specie in questo momento: nel giro di un paio di mesi si tratta del secondo progetto che vede la piena collaborazione tra il Comune di Poggio e l’Associazione Commercianti: la gara delle vetrine di Natale prima ed ora questa legata al Carnevale, entrambi mirate al supporto delle attività di vicinato.

Giorno del ricordo a Copparo

Da: Cristina Romagnoli, Comune di Copparo

GIORNO DEL RICORDO A COPPARO – link per scaricare il video della
cerimonia odierna: https://we.tl/t-WHAO5MRPJ1
Una mostra e la testimonianza di Rabar, presidente dell’Associazione
Venezia Giulia e Dalmazia

«Grazie alla Legge del 2004 siamo finalmente riusciti ad avere contatti
con le Amministrazioni comunali, che hanno deciso di ricordare questi
avvenimenti, anche se in alcuni territori rimane una certa chiusura o
indifferenza, se non, in qualche caso, aperta ostilità: speriamo
tuttavia che con il tempo si possano leggere questi eventi nella giusta
visione storica». Così Flavio Rabar sulla ricorrenza del 10 febbraio e
sulla strada che si dovrà ancora percorrere verso un pieno
riconoscimento della memoria che vuole rinnovare circa le vittime delle
foibe, l’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati e la
più complessa vicenda del confine orientale.
Il presidente ferrarese dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e
Dalmazia ha così inaugurato al Museo La Tratta la mostra documentale
‘Giorno del Ricordo. Frammenti dall’Istria e dalla Dalmazia’, insieme al
sindaco Fabrizio Pagnoni, al comandante della Compagnia Carabinieri di
Copparo, capitano Manuel Scacchi, al tenente Domenico Marletta,
comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile, al comandante della
Polizia Locale dell’Unione Terre e Fiumi, Gianni Gardellini, al
presidente dagli Archeologi dell’Aria APS, Fabio Raimondi, al dirigente
scolastico, Domenico Marcello Urbinati, al presidente Consiglio
Comunale, Alessandro Amà, agli assessori Franca Orsini, Bruna Cirelli e
Simone Grandi e Carlo Bertelli, in rappresentanza del gruppo consiliare
di maggioranza.
«Questa ricorrenza – ha aperto Pagnoni – ci permettere di riflettere su
un triste periodo, di assoluta importanza, perché ci consente di capire
dove siamo oggi: cosa possibile solo comprendendo da dove veniamo, la
nostra storia, in tutti gli aspetti, siano essi positivi o negativi. Di
qui la rilevanza della mostra e del nostro ospite».
«Questo momento per noi esuli giuliano dalmati è fondamentale per il
ricordo di una pagina che è stata per troppo tempo volutamente nascosta
– ha affermato Flavio Rabar -. La Legge del 2004, approvata al Senato
all’unanimità e alla Camera con 14 voti contrari, ha apertole porte a
questi avvenimenti: nella prima riga racchiude le vittime delle foibe e
il drammatico esodo degli italiani e chiude con la più complessa vicenda
del confine orientale, che dal 1943 ha conosciuto grandi violenze». Il
presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha
inoltre testimoniato la vicenda della propria famiglia, che ha lasciato
in parte Fiume nel febbraio del 1947 per raggiungere Ferrara, dove ha
vissuto in uno dei 109 campi profughi italiani, collocato in via Romei
12, e poi nelle baracche di legno a Pontelagoscuro.
La cerimonia si è conclusa con la lettura di una poesia composta dal
cittadino copparese Manrico Fiorini.
La mostra rimarrà a Copparo fino al 10 marzo e, grazie alla gestione
dagli Archeologi dell’Aria APS e dell’Associazione Storia in
Grigio-Verde, sarà aperta tutti i venerdì dalle 10 alle ore 11.30 e
dalle 16.30 alle 18 (per informazioni 338 3188668).

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 10 febbraio

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su quasi 31 mila tamponi effettuati, 930 nuovi positivi (3%), di cui 388 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. Oltre 2 mila i guariti, diminuiscono casi attivi (-1.162) e ricoveri

Il 95% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 41 anni. 37 i decessi. Vaccinazioni: alle 15 effettuate complessivamente oltre 270 mila somministrazioni, gli immunizzati sono quasi 123 mila

Bologna – Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 230.078 casi di positività, 930 in più rispetto a ieri, su un totale di 30.664 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa prima fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, oltre che gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid. Con la nuova versione aggiornata è possibile sapere anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 270.586 dosi, di cui 2.326 oggi; sul totale, 122.871 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati,388 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 272 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 409 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 41,2 anni.

Sui 388 asintomatici, 287 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 24 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 4 con gli screening sierologici, 11 tramite i test pre-ricovero. Per 62 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 169 nuovi casi; poi Rimini (152), Ravenna (106), Reggio Emilia (79), Parma (68), Ferrara (66), Modena (65), Imola (64). Seguono le province di Cesena (55), Forlì (54) e Piacenza (52).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 16.666 tamponi molecolari, per un totale di 3.121.407. A questi si aggiungono anche 291 test sierologici e 13.998 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.055 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 178.414.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 41.713 (-1.162 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 39.593 (-1.131), il 95% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 37 nuovi decessi:4 a Piacenza (una donna di 68 anni e tre uomini di 76, 87 e 91 anni); 1 in provincia di Parma (un uomo di 84 anni); 2 a Reggio Emilia (due donne di 66 e 85 anni); 6 nella provincia di Modena (due donne di 78 e 96 anni, e 4 uomini: uno di 80 anni, due di 83 e uno di 88 anni); 11 in provincia di Bologna (9 donne – una di 79, una di 80, una di 82, tre di 86, una di 89, una di 91 e una di 100 anni – e due uomini rispettivamente di 66 e 96 anni); 5 nel ferrarese (due donne – di 75 e 82 anni – e tre uomini di 74, 85 e 87 anni); 2 in provincia di Ravenna (due donne: di 73 e 87 anni); 1 in provincia di Forlì-Cesena (un 90enne); 5 nel riminese (due donne di 90 e 98 anni, e tre uomini di 64, 84 e 89 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 9.951.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 183 (+1 rispetto a ieri), 1.937 quelli negli altri reparti Covid (-32).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 11 a Piacenza (-3), 10 a Parma (numero invariato rispetto a ieri), 19 a Reggio Emilia (invariato), 38 a Modena (+1), 44 a Bologna (+3), 14 a Imola (+1), 22 a Ferrara (invariato), 4 a Ravenna (invariato), 3 a Forlì (+1), 3 a Cesena (invariato) e 15 a Rimini (-2).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 18.989 a Piacenza (+52 rispetto a ieri, di cui 26 sintomatici), 15.969 a Parma (+68, di cui 45 sintomatici), 30.236 a Reggio Emilia (+79, di cui 37 sintomatici), 40.319 a Modena (+65 , di cui 48 sintomatici), 45.608 a Bologna (+169, di cui 93 sintomatici), 7.564 casi a Imola (+64, di cui 33 sintomatici), 13.478 a Ferrara (+66, di cui 16 sintomatici), 17.286 a Ravenna (+106, di cui 65 sintomatici), 8.762 a Forlì (+54, di cui 37 sintomatici), 10.129 a Cesena (+55, di cui 36 sintomatici) e 21.738 a Rimini (+152, di cui 106 sintomatici)

Presentazione mostra “La fotografia 1839-2020. Il libro illustrato dall’incisione al digitale. Italo Zannier fotografo innocente”

Da: Ufficio Stampa Fondazione Ferrara Arte

LA FOTOGRAFIA 1839-2020

IL LIBRO ILLUSTRATO DALL’INCISIONE AL DIGITALE
ITALO ZANNIER FOTOGRAFO INNOCENTE

Ferrara, Padiglione d’Arte Contemporanea                 

Il 7 gennaio 2019 la fotografia ha compiuto 180 anni. Sono passati quasi due secoli durante i quali
quello che era il nuovo e rivoluzionario medium è diventato, a velocità sempre crescente, quotidiano
generatore di immaginari e narrazioni.
Il Comune di Ferrara e la Fondazione Ferrara Arte, in collaborazione con il Museo di arte moderna
e contemporanea di Trento e Rovereto, rendono omaggio a questa lunga e appassionante vicenda
con una significativa esposizione allestita negli spazi del Padiglione d’Arte Contemporanea. La
mostra si concentra sull’emblematica figura di Italo Zannier – intellettuale, fotografo e docente, primo
titolare di una cattedra di Storia della fotografia in Italia – indagando due aspetti della sua poliedrica
attività, quelli dello studioso appassionato da un lato, e del “fotografo innocente” – come lui stesso
ama definirsi – dall’altro.
L’entusiasmo e la curiosità di Zannier si riflettono nella raccolta di circa 100 preziosi volumi
provenienti dalla sua collezione, che permettono di ripercorrere l’evoluzione della fotografia dalle
origini ad oggi. In questa prima sezione della mostra si incontrano, tra gli altri, il Gran quadro della
storia di Roma antica (1816) di Bartolomeo Pinelli; i volumi contemporanei a Daguerre (1839-1849)
sul viaggio in Oriente di Horace Vernet scritti da Goupil Fesquet; il catalogo dell’Esposizione di
Londra del 1951; I Mille di Garibaldi; i Paesaggi italici nella Divina Commedia; More men of Mark in
fototipia di Alvin Langdon Coburn; lo Stieglitz Memorial Portfolio (1947); i fotolibri di Andy Warhol e
William Klein; Minamata di William Eugene Smith; fino al recentissimo e monumentale volume
Roma. Un impero alle radici dell’Europa di Luca Campigotto. I libri sono sfogliati e commentati dallo
stesso Italo Zannier in un video riprodotto all’interno delle sale. Completano il percorso altre quattro
interviste a critici della fotografia e dell’arte, Vittorio Sgarbi, Angelo Maggi, Massimo Donà e Michele
Smargiassi, autori anche di interessanti contributi nel catalogo di mostra.
La seconda sezione intitolata Italo Zannier fotografo innocente documenta la sua attività artistica,
del tutto inedita, dal 1952 ad oggi. Nelle sale del Padiglione d’Arte Contemporanea circa 100
fotografie spaziano dall’approccio neorealista degli anni Cinquanta, con un impianto cromatico in
bianco e nero, alle sperimentazioni più recenti con strumenti digitali: un nucleo di immagini che
costituisce un’esplicita dichiarazione di poetica e un’indicazione ideologica. In un’epoca in cui i mezzi
di informazione sono globalizzati e pervasivi, il lessico fotografico che è alla loro base necessita di
una nuova significazione per comprendere l’immagine oltre la sua immediata apparenza.
La mostra concepita su questo doppio binario – documentale e artistico – permetterà dunque al
visitatore di approfondire la storia della fotografia e al contempo di interrogarsi sull’identità stessa
del mezzo che, malgrado la sua dilagante presenza, resta ancora ambigua e per certi versi
enigmatica.

Italo Zannier (Spilimbergo, 1932), dopo gli studi di architettura e di pittura, dal 1952 si è dedicato
alla fotografia ed è stato pionere della storia della fotografia in Italia. Tra i fondatori del Gruppo
friulano per una nuova fotografia (1955), interessato a ricerche sociologiche e ambientali, ha lavorato
dapprima in Friuli (1952-65) e successivamente su tutto il territorio nazionale, dedicandosi in
particolare alle coste e ai monti grazie a un’importante committenza da parte dell’ENI (1967-76).
Impegnato nell’insegnamento universitario dal 1960, ha collaborato con diverse riviste
(«L’architettura. Cronaca e storia», «Camera», «Foto magazine», «Popular photography») e ha
curato Fotologia. Studi di storia della fotografia e Fotostorica. Gli archivi della fotografia. È membro,
tra l’altro, della Société européenne pour l’histoire de la photographie; ha collaborato a diverse
esposizioni internazionali (La fotografia, in Paesaggio mediterraneo, Siviglia, Expo, 1992; la sezione
di fotografia in The Italian Metamorphosis, New York, Guggenheim Museum, 1994, e Wolfsburg,
Kunstmuseum, 1995; L’io e il suo doppio. Cent’anni di ritratto fotografico in Italia, Venezia, Biennale,
1995) ed è autore di numerosissimi saggi di storia e tecnica della fotografia. La sua inesausta attività
e il suo pensiero critico hanno formato intere generazioni di fotografi e studiosi.

La fotografia 1839-2020
Il libro illustrato dall’incisione al digitale
Italo Zannier fotografo innocente
Ferrara, Padiglione d’Arte Contemporanea
11 febbraio – 2 maggio 2021

Da un’idea di
Vittorio Sgarbi e Italo Zannier

Organizzatori
Comune di Ferrara – Servizio Musei d’Arte e Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con Mart –
Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Polizia Locale Terre e Fiumi

Da: Andrea Zamboni, Presidente Polizia Locale dell’Unione dei Comuni Terre e Fiumi

E p.c. agli Organi di Stampa Locale
Sulla stampa locale e sui social è apparsa la errata notizia in merito alla possibile attivazione di
procedure di rimborso delle somme pagate a titolo di sanzione pecuniaria per i verbali di
contestazione delle violazioni ai limiti di velocità accertati utilizzando l’impianto fisso di
rilevamento che era installato sulla s.p.5, via Po nel Comune di Copparo. Tale impianto era
gestito dalla Polizia Locale dell’Unione dei Comuni Terre e Fiumi. Questa notizie stanno
ingenerando infondate ed improprie aspettative fra i cittadini sanzionati. Si ricorda che
l’impianto è stato funzionante dal 10 agosto 2018 al 8 luglio 2019. La contestazione di tali
violazioni ha visto la presentazione di molti ricorsi sia davanti al Prefetto in via amministrativa e
davanti ai Giudici di Pace in primo grado con l’alternanza di pronunce sia positive che negative
per i ricorrenti. Una decina di questi ultimi hanno riproposto ricorso al Tribunale ordinario e
hanno visto accogliere le loro istanze con sentenze che hanno obbligato l’Unione dei Comuni
Terre e Fiumi a rifondere le spese legali, come avviene di norma in questi casi.
Per lo più gli utenti a cui è stata contestata la violazione hanno pagato la sanzione prevista nei
verbali utilizzando il sistema previsto dal Codice della Strada per il pagamento in misura ridotta
o scontato del 30%, riconoscendo la propria responsabilità in merito alla violazione dei limiti di
velocità.
E’ proprio il Codice della Strada che detta le modalità e i termini per accedere a tale forma di
pagamento ridotta o in alternativa di avviare le procedure di opposizione in via amministrativa o
giudiziaria.
E’ facilmente verificabile, anche con un facile accesso al web, che sussiste consolidata
giurisprudenza della Corte di Cassazione e della Corte Costituzione che escludono la possibilità di
operare un rimborso generalizzato delle sanzioni amministrative pagate in misura ridotta o
addirittura scontata. Tali autorevoli pronunce rimarcano il fatto che se l’utente sanzionato paga
la sanzione, ammette la propria colpa e rinuncia ad avviare un contenzioso contro l’organo
accertatore nei modi e nei termini consentiti. Si afferma, altresì, che non può tentare azioni di
opposizione, successivamente all’avvenuto pagamento e fuori da tali procedure. Quindi, in
assenza di un obbligo, disposto da una autorità competente ad emanarlo, che vada in contrasto
con le citate pronunce, risulta impercorribile la possibilità di disporre la restituzione di quanto
pagato a titolo di sanzione a norma dell’art.202 del Codice della strada e del relativo reintegro
dei punti patente.
Si informa altresì che le sanzioni incassate per tale tipologia di sanzione e contabilizzate nel
bilancio 2019 dell’Ente sono state spese secondo i dettami dell’art. 142 del codice della strada e
come appositamente rendicontate al Ministero dell’Interno con apposita relazione.

IL PRESIDENTE
DOTT. ZAMBONI ANDREA

Mobilità. “Guida sicura e consapevole”, al via da giovedì 11 febbraio la campagna regionale sul web

 

Mobilità. “Guida sicura e consapevole”, al via dall’ 11 febbraio la campagna regionale sul web. Nove webinar online promossi dall’Osservatorio per la sicurezza stradale 

L’assessore Corsini: “Favorire la mobilità sostenibile significa anche mettere in sicurezza ciclisti e pedoni. L’Emilia-Romagna per prima a livello nazionale ha organizzato azioni concrete per sensibilizzare sui comportamenti sbagliati in strada e alla guida. Con questa campagna ripartono le iniziative verso i cittadini per offrire modelli di comportamento in strada sicuri e rispettosi”

Bologna – L’educazione alla sicurezza stradale, in Emilia-Romagna non si ferma. Continuano le iniziative di comunicazione nonostante la diversa modalità, non più in presenza, che ha cambiato lo stile degli incontri.
Da domani, giovedì 11 fino a martedì 23 febbraio, dalle 10 alle 11,30, si terranno nove webinar, uno per ogni ambito provinciale – già svolto a Bologna – sulla piattaforma Zoom. Oltre al presidente dell’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale della Regione Emilia-Romagna, Mauro Sorbi, interverranno rappresentanti di Polizia Stradale, Arma dei Carabinieri, Polizie Locali, e le voci di soccorritori sanitari, mondo della scuola e dell’associazionismo.

Il collegamento in diretta, aperto a tutti i cittadini, si può avviare dal link: https://url.emr.it/hj840j8x

I webinar saranno disponibili anche sulle pagine dei profili social dell’Osservatorio, sul sito dell’Osservatorio e su Youtube.

“L’Emilia-Romagna- spiega l’assessore regionale alla Mobilità, Andrea Corsini– per prima a livello nazionale ha organizzato eventi e azioni concrete per sensibilizzare i cittadini sui comportamenti sbagliati in strada e alla guida. La sicurezza stradale rappresenta un tema di grande impatto e sociale ed economico in Italia e di questa criticità siamo consapevoli. È da questo che sono partite iniziative storiche come i programmi di educazione alla sicurezza stradale nelle scuole e la creazione dell’Osservatorio, con lo storico impegno per l’obbligatorietà del casco per i motocicli, diventato legge nazionale proprio a partire da una battaglia promossa dall’Emilia-Romagna. Con la nuova campagna al via domani ripartono così le iniziative di sensibilizzazione verso i cittadini da parte dei soggetti pubblici e privati che hanno un ruolo in materia di sicurezza stradale”.

“Gli utenti deboli della strada- afferma il presidente dell’Osservatorio regionale, Mauro Sorbi– sono i pedoni, le persone disabili, i ciclisti e tutti coloro che meritano una tutela particolare dai pericoli derivanti dalla circolazione sulle strade. È un’utenza non protetta da strutture esterne ed è composta in larga parte da bambini e anziani esposti al rischio di riportare lesioni gravi o mortali come conseguenza di incidenti stradali. L’Emilia-Romagna ha il più alto numero di km di piste ciclabili in rapporto al numero di abitanti, è ‘bike friendly’ e sostenitrice della mobilità dolce. E favorire la mobilità sostenibile significa anche mettere in sicurezza ciclisti e pedoni e fare in modo che gli altri utenti della strada prestino attenzione alle categorie più vulnerabili, abbandonando modi aggressivi e distratti che causano incidentalità”./OC

L’Osservatorio e i webinar della campagna “Guida sicura e consapevole”

La Regione è da sempre in prima linea per sensibilizzare le persone alla guida sicura, rispettosa delle norme, ed anche stata tra le prime in Italia a proporre il programma di educazione stradale nelle scuole e a istituire l’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale, che ha lo scopo di sensibilizzare, con azioni educative, il cambiamento culturale per una mobilità sicura.
Nel 2020 si sono aggiunti i dispositivi della mobilità dolce, tra cui i monopattini a cui l’Osservatorio ha dedicato azioni di comunicazione.
La comparsa e il perdurare della pandemia sanitaria hanno influito sulla programmazione originaria delle campagne pluriennali, rendendo impossibile lo svolgimento degli eventi in presenza. Oltre alla creazione di video sui temi oggetto delle campagne, trasmessi dal circuito di radio e televisioni del territorio, le campagne sono state accorpate in una sola: “Guida sicura e consapevole“, che potenzia i messaggi di tre iniziative promosse dall’Osservatorio: Fair Play – In strada muoviti secondo le regole, per promuovere una maggiore convivenza civile sulle strade, con un’attenzione ai più fragili: bambini, anziani, disabili; Luci su due ruote campagna di sensibilizzazione sulle norme previste per i ciclisti e Col casco non ci casco, sulla sicurezza in strada e sull’uso dei dispositivi di protezione individuale, in un contesto di promozione della bicicletta, anche tra i più giovani, come soluzione di mobilità alternativa nelle città.

Su questi temi si svolgeranno i webinar territoriali: uno per ogni ambito provinciale (a Bologna già svolto) con il seguente calendario (e relativi link – piattaforma ZOOM) sempre dalle ore 10 alle 11,30.

– Giovedì 11 Febbraio – Ferrara: https://zoom.us/j/99858486511?pwd=UVZOTjRiSzV2Z08rUlVLSmtNSndjZz09

Bondeno, inaugurata la “collezione di Ettore Campi” nella biblioteca comunale

Da: Simone Saletti, Sindaco di Bondeno

BONDENO. INAUGURATA LA “COLLEZIONE DI ETTORE CAMPI” NELLA BIBLIOTECA COMUNALE. UNA TARGA RICORDA LA SUA FIGURA

Il sindaco, Saletti, e l’assessore alla Cultura, Poltronieri: «Una persona di grandissima cultura. Il gesto della famiglia è encomiabile: Ettore continuerà a tramandare il suo sapere ai giovani, così come ha fatto per tutta la vita»

«Ettore non lo ricordo soltanto come un sindaco, ma anche come un grande professore e studioso, amante del greco e in generale della letteratura internazionale. Il gesto compiuto dalla sua famiglia rappresenta la speranza che tanti giovani possano intraprendere la strada della cultura». Sono queste le prime parole del sindaco di Bondeno, Simone Saletti, nella giornata dell’inaugurazione della “collezione libraria di Ettore Campi” e di una targa affissa nella Biblioteca Comunale riguardante proprio la figura di Campi, sindaco del Comune dal 1995 al 1999, professore e studioso, scomparso nel 2019. Ad assistere alla cerimonia anche la moglie, Carla Anderlini, e il figlio Fabiano, veri artefici della cospicua donazione di volumi alla Biblioteca. In particolare, si tratta di circa 170 volumi, 80 dei quali già disponibili per la fruizione, appartenuti alla libreria personale dell’ex sindaco. L’ampio catalogo librario, spiegano dalla biblioteca, sarà etichettato in una maniera peculiare, in modo da dare risalto al nome della persona e della famiglia da cui proviene la donazione. «Era un amante della narrativa, ma anche dei viaggi e della storia di Ferrara – spiegano di concerto Saletti e l’assessore alla Cultura, Francesca Aria Poltronieri –. Quello della Biblioteca Meletti è indubbiamente il posto migliore per ricordare il suo nome. Il gesto compiuto dalla famiglia, poi, è tanto insolito quanto apprezzabile. Spesso, infatti, i “cimeli” personali vengono custoditi nelle case, al riparo dai visitatori. In questo caso avviene l’esatto contrario: Campi potrà continuare a tramandare la sua conoscenza anche negli anni a venire, ispirando i giovani che frequentemente vengono a studiare presso le sale della biblioteca». L’assessore Poltronieri ha poi ricordato l’attività dell’ex sindaco e professore anche una volta pensionato, sempre impegnato a divulgare la sua conoscenza in maniera volontaria grazie ai doposcuola a Stellata, e incarnante una vera e propria cultura a 360gradi. Invece, il sindaco Saletti ha scelto di chiudere con un ricordo un po’ più personale e toccante: «Sono sicuro che, da lassù, Ettore in questo momento ci starà dando una delle sue vigorose pacche sulle spalle, come era solito fare».

Webina CIA su agricoltura sostenibile

Da: CIA Emilia-Romagna

L’agricoltura è sostenibile: lo dimostrano i dati portati a sintesi da un webinar organizzato da Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna e la società di ricerca Areté

Fini (presidente Cia ): “Si sente parlare in modo improprio dell’agricoltura, con attacchi immeritati al nostro settore, ma la ricerca evidenzia un primario virtuoso”

Mammi (assessore regionale Agricoltura): “Agli agricoltori la ricerca dice che la produttività rimane buona, e buone sono le rese, anche diminuendo la chimica”

BOLOGNA, 10 FEBBRAIO 2021 – Nel quadro degli impatti ambientali derivanti dall’uso dei principali fattori di produzione nell’agricoltura emiliano romagnola, gli aspetti positivi prevalgono nettamente su quelli negativi. Dunque, l’agricoltura è sostenibile e lo ha dimostrato la ricerca dal titolo “Sostenibilità ambientale dell’agricoltura: a che punto siamo? condotta da Cia-Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna in collaborazione con Aretè, società di ricerca specializzata nei settori dell’agricoltura e presentata ieri in un seminario online. A inquadrare l’argomento è stato Cristiano Fini, presidente Cia Emilia-Romagna cui hanno fatto seguito Enrica Gentile e Alberico Loi di Areté. Da Bruxelles è intervenuto Nicola Di Virgilio, (Policy Analist Commissione Europea) che ha parlato di “transizione verde e sostenibilità”. Ha concluso i lavori Alessio Mammi, assessore regionale all’agricoltura.

Si sente parlare in modo improprio dell’agricoltura, con attacchi immeritati al nostro settore – ha dichiarato il presidente Fini -. Abbiamo, dunque, voluto fare il punto per sottolineare quanto è stato fatto fino ad oggi, pur sapendo che sul tema del sostegno all’ambiente siamo tutti coinvolti e dobbiamo fare la nostra parte. E tanto abbiamo fatto. Abbiamo utilizzato meno fertilizzanti e fitofarmaci, abbiamo sostenuto il benessere animale. Insomma, sulle produzioni vegetali e sulla zootecnia abbiamo fatto tanto, ma c’è ancora parecchio da fare”. Non ci sono, però, supporti analitici e numerici da parte delle lobby ambientaliste, ma a Bruxelles si continua a lottare su questi temi. “Abbiamo il Farm to fork, la strategia sulla biodiversità e la nuova Pac , Politica agricola comunitaria, che guarda con uno speciale riguardo all’ambiente – ha continuato Fini -, ma tutto ciò non pare bastare e le lobby ambientaliste continuano ad attaccare l’agricoltura”. Il Farm to fork ha fissato gli obiettivi da raggiungere ma occorre capire l’impatto che avrà su questo settore e sugli agricoltori. “A fronte della riduzione di fitofarmaci e del maggiore benessere animale – ha detto ancora il presidente -, avremo anche una inevitabile perdita di produttività. Importeremo materie prime che non avranno standard qualitativi e ambientali equiparabili a quelli della nostra agricoltura e questo è un pericolo. Si tratta di una sfida da affrontare, ma partiamo da un livello già più che accettabile. Ognuno dovrà fare la propria parte, però, altrimenti perderemo tutti”.

Occorre, dunque, far capire al consumatore quanto l’agricoltura sia importante e all’agricoltore devo essere forniti strumenti con i quali salvaguardare le produzioni.

“L’agricoltura – ha detto l’assessore Mammisi è messa in discussione in questi ultimi 20 anni e sta puntando sull’innovazione, sulla ricerca, sulla qualità. Tra i settori economici, umani, sociali e produttivi ha fatto uno sforzo, forse più rilevante rispetto ad altri”. Gli agricoltori accettano la sfida. E, a dimostrarlo, anche la ricerca della Cia che mette in evidenza un aumento particolarmente rilevante del Bio (+75%). “Tutto questo – ha sottolineato Mammi -, le persone, i consumatori lo devono sapere. Agli agricoltori la ricerca dice che la produttività rimane buona, e buone sono le rese, anche diminuendo la chimica. Occorre, però, investire nella ricerca per fornire agli agricoltori gli strumenti con i quali salvaguardare le produzioni. È possibile, dunque, tenere insieme sostenibilità e produttività”.

Al link la registrazione del webinar https://youtu.be/09SvisYvwL4

Continua anche in Emila Romagna “CHEMIO: SE POSSO LA EVITO”

Da: Intermedia

Le donne emiliano-romagnole prendono parte alla campagna nazionale di Europa Donna Italia

“CHEMIO: SE POSSO LA EVITO”
Continua anche in Emila Romagna la campagna social per l’approvazione dei test genomici.

L’obiettivo è sensibilizzare Ministero della Salute affinché venga completato l’iter normativo per rendere i test accessibili in tutta Italia Emilia Romagna compresa

Bologna, 10 febbraio 2021 – I test genomici per definire le terapie più appropriate contro il tumore al seno devono essere resi disponibili quanto prima anche in Emilia Romagna. La richiesta alle istituzioni nazionali e locali arriva da Europa Donna Italia, il movimento per la prevenzione e la cura del tumore al seno, che ha lanciato la campagna nazionale “Chemio: Se Posso la Evito” per dare voce alle oltre 2 milioni e 290mila emiliano-romagnole e a tutte le donne delle altre regioni.

È stata aperta una raccolta di firme on line a questo link https://europadonna.it/testgenomiciora/, supportata da una social challenge, che ha già raggiunto più di 9570 firme. Ogni martedì e venerdì vengono pubblicati sui profili Facebook e Instagram di Europa Donna i video virali realizzati dai sostenitori della campagna (l’hashtag è #testgenomiciora). Sempre sui principali social media sono anche diffusi messaggi e materiale informativo relativi all’importanza dei test genomici. La sottoscrizione è in corso, ma ci si aspetta una vera e propria accelerazione della raccolta firme da parte delle associazioni di volontariato e le pazienti della Regione. I risultati e le sottoscrizioni raccolte durante social challenge verranno inviati a fine marzo, quando la campagna terminerà, al Ministero della Salute.

Da anni ormai i test genomici, grazie ai quali moltissime donne colpite da tumore al seno possono evitare la chemioterapia, sono disponibili nella maggioranza dei Paesi europei, ma l’Italia non ne ha ancora autorizzato la rimborsabilità. Solo lo scorso 30 dicembre, con l’approvazione della Legge di Bilancio è stato istituito un fondo nazionale di 20 milioni di euro annui per il rimborso delle spese sostenute dagli ospedali per l’acquisto dei test. Tuttavia il fondo non sarà accessibile finché il Ministero della Salute non emanerà un decreto attuativo, dopodiché le Regioni dovranno distribuire le risorse alle strutture del territorio.

Grazie ai test genomici è possibile identificare quei tumori mammari per i quali la chemioterapia non è necessaria. L’oncologo infatti conoscendo l’aggressività di un tumore al seno con recettori ormonali positivi può valutare l’utilità di aggiungere la chemio alla terapia anti-ormonale. I benefici sono notevoli: per la donna può evitare effetti collaterali importanti e per la pianificazione sanitaria regionale si possono risparmiare risorse economiche e destinarle ad altri ambiti della senologia.

All’iniziativa hanno aderito: AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Cittadinanzattiva, EURAMA, Fondazione Insieme Contro il Cancro, Fondazione ONDA, Fondazione The Bridge, Komen, IncontraDonna, LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), Senonetwork e SIAPEC (Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citopatologia Diagnostica).

É SOLO UN’IDEA IN ALTA MAREA…..
Intervista a Diego Cignitti, in arte Cigno

 

di Michele Kraisky

ROMA. Abbiamo come ospite un musicista, cantautore e insegnante di una delle scuole di musica più prestigiose d’Italia, il Saint Louis College of Music di Roma, che ospita ogni anno centinaia di nuovi aspiranti musicisti. Il suo nome è Diego Cignitti, in arte ‘Cigno’.

Un paio di mesi fa è uscito Udine, un singolo accattivante, dalle atmosfere evocative e soffuse. Udine come simbolo, come una città immaginaria, pur se realmente esistente, un luogo in cui la solitudine e la creatività convivono accanto alla vita di sempre. Mondi paralleli, un po’ come le città invisibili di Italo Calvino. Cigno è un under 30, ma nel profondo dell’anima sente di appartenere a generazioni passate come mentalità e mondi musicali, pur esprimendo un sound attuale e apprezzato anche dai più giovani. Ci parlerà del suo singolo, ci esporrà le sue opinioni personali sulla situazione della musica di oggi e delle influenze che più lo hanno segnato. Ci darà anche la sua opinione sulla situazione dei musicisti in questo periodo nero, un periodo in cui accadono fenomeni del tutto nuovi, come la vendita su piattaforme online dei diritti d’autore di grandi artisti – da Dylan a Neil Young in poi -ed altro ancora.

M: Buonasera Diego, anzitutto grazie davvero per la tua disponibilità. Dunque, è uscito qualche mese fa, a fine 2020, il tuo singolo Udine. A cosa ti sei ispirato per questo brano? A una canzone, a un evento particolare, oppure altro?

D: Allora…prendo spunto dalla tua domanda: non credo che un brano nasca dal nulla. Esiste un mondo di riferimenti a cui attingo, questo è rapportabile anche alle altre arti che conosciamo e a qualsiasi attività creativa. Sicuramente dentro c’è il mio universo musicale, chiamiamolo ‘Immaginario musicale’; nello specifico le sonorità anni ’80. Che significa dunque ? Io sono nato e cresciuto in un piccolo paesino che si chiama Subiaco e ho l’impressione che nelle piccole cittadine di provincia la moda arriva qualche anno dopo, per cui nei miei anni ’90, che ho vissuto a Subiaco, in realtà erano ancora gli anni ’80 per quanto riguarda i riferimenti musicali ed estetici. Mi viene in mente ad esempio McGyver, che guardavo quando avevo la febbre e non andavo a scuola, la pubblicità della cedrata Tassoni, o la sigla degli Stadio e di Lucio Dalla su Raiuno (ride ndr).

M: Questo singolo ha una sonorità davvero particolare, un misto tra indie, pop, rock e musica psichedelica. Tu che mi dici ?

D: Sì, in realtà non è un genere ben definito, questo probabilmente è un punto a sfavore per la sua comprensione, ma credo che per Udine sia un punto a favore, perché ha una propria personalità ed è originale. Questa dimensione sognante e rarefatta probabilmente la porterò avanti anche nei prossimi brani che usciranno.

M: Pensi che nei prossimi mesi potrai farai dei live? Ne hai qualcuno in programma o in streaming per caso?

D: Beh, sicuramente me lo auguro. I live mancano molto a tutti, sento molti amici che stanno male per questo motivo. Purtroppo questo brutto periodo sta mettendo a dura prova molti lavoratori, e ovviamente non parlo solo del mondo degli artisti. Mi manca molto la parte preparatoria del live, che considero importantissima, e anche la parte più fisica, quando si suda e si vive il palco. Live in streaming per adesso in programma non ne ho, ne ho fatti alcuni precedentemente, ma in realtà questo livestreaming secondo me è solo un palliativo.

M: Pensi che i live in streaming siano una buona soluzione per i musicisti in questo periodo di semi lockdown o comunque di limitazioni? E oltre a questo come pensi che i musicisti possano trovare degli sbocchi nei prossimi mesi o anni?

D: Secondo me sono un palliativo i live in streaming,   sono un surrogato…ma detto ciò vanno bene, gli artisti hanno bisogno di espressione, il pubblico di ‘vibes’ positive e soprattutto di buona musica ! Quindi ben vengano per ora. Per quanto riguarda gli sbocchi che avranno i musicisti in futuro con i livestreaming…credo che le cose andranno di pari passo, perché il livestreaming serve e risolverà molti problemi, e contemporaneamente conviveranno sia la dimensione online e quella offline per mandare avanti i progetti dei musicisti.

M: Si parla molto di nuove leggi per garantire un sussidio per i lavoratori dello spettacolo…. Qualcosa sul modello francese, da finanziare con i soldi del Recovery Plan. In ogni caso chi lavora nel mondo del cinema, della musica e del teatro ha subito grossi danni, molti di questi già hanno rinunciato e sono costretti a cercare altri lavori che nulla hanno a che fare con la loro passione e il loro talento.

D: Sì, secondo me questa sarà un’occasione unica ed irripetibile per il riconoscimento del nostro mestiere! Nel Nord Europa i musicisti sono tassati e la situazione è sotto controllo… C’è purtroppo questa brutta consuetudine nel nostro paese nei confronti degli artisti, nel senso che chi non ha una partita Iva o chi non è tracciato per lo Stato è come se non lavorasse, e in questa maniera non ha diritto a  sussidi e contributi. Dunque facciamo in modo che il nostro diventi un mestiere riconosciuto proprio come gli altri. Questo è un discorso che in Italia purtroppo va approfondito, perché nei Paesi del nord Europa, dove sono sicuro che la gestione funziona meglio, il musicista è più integrato nella società, di questo sono certo! Se facciamo parte dell’Europa e dall’Europa riceviamo fondi così importanti è bene che ci adeguiamo ai loro standard

M: Vuoi aggiungi qualcosa se vuoi per i nostri lettori e per i tuoi ascoltatori?

D: Mah, aggiungo solo che sono su Instagram (mi trovate come ‘Cigno’) ed è uscita da poco una session proletaria in cui si mescola il blues con i prodotti e la tradizione dell’artigianato. Non aggiungo altro.”

M: Prossimamente uscirà anche un nuovo brano, giusto?É

D: Sì certamente, ma per adesso non ne parlo ancora. Dico solo a chi ha progetti : “Tenete duro e stringete i denti in questo periodo di difficoltà, che alla fine si vedranno i risultati! Ringrazio te e tutti i lettori del vostro giornale che amano la musica!

M: Grazie a te Diego! Ci vediamo presto.

Ascolta qualcosa di Cigno: [Qui] ; [Qui] e [Qui]

Agricoltura. Gelate primaverili: prorogato il bando da 4,2 milioni di euro per prevenire i danni alle produzioni frutticole

Agricoltura. Gelate primaverili: prorogato il bando da 4,2 milioni di euro per prevenire i danni alle produzioni frutticole. L’assessore Mammi: “Risorse importanti per agire d’anticipo e sostenere il comparto regionale”

Domande fino al 5 marzo, aiuti pari al 70% del costo dell’investimento ammesso

Bologna – Le imprese agricole emiliano-romagnole possono continuare a fare domanda per ottenere gli aiuti dedicati alla prevenzione dei danni causati dalle gelate primaverili.

È stato infatti prorogato di un mese, fino al 5 marzo, il bando ‘Prevenzione danni al potenziale frutticolo da gelate primaverili’ previsto dal Programma di sviluppo rurale 2014-2020 e che stanzia 4,2 milioni di euro per favorire l’attuazione di interventi volti a prevenire i danni al potenziale produttivo.

“Siamo di fronte a un problema che negli ultimi anni si sta registrando con maggiore influenza– spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi-, e con danni amplificati dall’andamento climatico caratterizzato da inverni con temperature sopra la media che rendono colture come pesco, ciliegio, albicocco e tante altre più vulnerabili nei periodi delle gelate. In questa cornice, le risorse previste dal Psr rappresentano un valido sostegno all’intero comparto regionale, per agire d’anticipo e preservare le produzioni”.

Il contributo regionale, pari al 70 % del costo ammissibile dell’investimento, consentirà l’acquisto e la messa in opera di ventilatori, ma anche di bruciatori con funzione antibrina e la copertura – pari dal 3% dell’importo ammissibile – delle spese tecniche generali sostenute dagli agricoltori.

Le domande possono essere presentate entro le ore 13 del 5 marzo 2021, il bando e le modalità di partecipazione sono consultabili al sito: https://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr-2014-2020/bandi/bandi-2020/5-1-04-prevenzione-danni-al-potenziale-produttivo-frutticolo-da-gelate-primaverili.

Intelligenza Artificiale. Due studenti di Ingegneria di Unife tra i vincitori della challenge americana ‘AI tracks at sea’

Intelligenza Artificiale

Due studenti del Dipartimento di Ingegneria di Unife nel team della University of West Florida che si è aggiudicato il terzo posto nella challenge del Governo degli Stati Uniti “AI tracks at sea”

Muddasar Ali e Raffaele Galliera, studenti del corso di laurea magistrale in Ingegneria Informatica e dell’Automazione del Dipartimento di Ingegneria di Unife, sono tra i vincitori della “AI tracks at sea”, una challenge del governo degli Stati Uniti incentrata sullo sviluppo di un sistema di visione artificiale che individua le tracce del traffico marittimo attraverso l’uso esclusivo della capacità di rilevamento passivo delle telecamere di bordo.

La challenge, indetta dalla Naval Information Warfare Center Pacific (NIWC PAC) e dall’Ufficio di coordinamento della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica navale (STEM) gestito dall’Office of Naval Research statunitense, ha coinvolto 32 team facenti capo a istituzioni pubbliche, come Università e centri di ricerca, e realtà private statunitensi.

La University of West Florida (UWF), dove Galliera e Ali stanno completando il proprio corso di laurea magistrale con un percorso di doppio titolo, opportunità di internazionalizzazione del Dipartimento di Ingegneria di Ferrara, ha preso parte alla challenge con due team, aggiudicatisi il terzo e il quinto posto.

Partecipando alla competizione, i due studenti hanno potuto dare prova delle competenze e delle conoscenze in tema di Intelligenza Artificiale acquisite durante il percorso di studi in Ingegneria Informatica e dell’Automazione di Ferrara e in fase di completamento presso l’Università della Florida.

Quando abbiamo scoperto che ci eravamo classificati terzi nella competizione – afferma Galliera non riuscivamo a crederci. Per tutto il giorno della gara abbiamo parlato delle sfide e della complessità della challenge, di quello che avevamo fatto per rispondere ai requisiti richiesti ed eravamo davvero molto felici e orgogliosi di quanto avevamo realizzato”.

Il terzo posto ha consentito al gruppo di aggiudicarsi un premio di 35.000 dollari (a beneficio del Dipartimento di Computer Science di UWF).

La notizia dell’ottimo posizionamento nella competizione governativa statunitense è immediatamente arrivata al Dipartimento di Ingegneria di Ferrara, dove docenti, ricercatrici e ricercatori hanno espresso parole di stima e orgoglio per il percorso intrapreso dai ragazzi e per gli ottimi risultati raggiunti in poco tempo.

In particolare la Professoressa Evelina Lamma, coordinatrice del gruppo di ricercatori impegnati sul tema “Intelligenza artificiale” del Dipartimento di Ingegneria di Unife e del laboratorio di ricerca industriale Mechlav del Tecnopolo di Ferrara, ha sottolineato l’importanza di condividere con gli studenti impegno e curiosità nel trattare tematiche di centrale importanza per lo sviluppo tecnologico: “Il risultato conseguito da Raffaele e Muddasar ci rende orgogliosi e ci premia di riflesso, testimonianza anche dell’ottima preparazione che i nostri studenti conseguono presso i nostri corsi di studio, nonché dell’entusiasmo e della volontà con cui partecipano attivamente, insieme a noi docenti, al percorso formativo in settori oggi in forte espansione e applicazione in molti ambiti, come quello dell’Intelligenza Artificiale.”

Proprio in questo campo Il Dipartimento di Ingegneria riveste un ruolo di prestigio a livello internazionale con l’area di Artificial Intelligence. In particolare il corso di Unife sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale in campo medico, tenuto proprio dalla Prof.ssa Lamma per la laurea magistrale in Medicina, è stato inserito pochi mesi fa da Wired nella top ten mondiale degli strumenti formativi per le applicazioni 4.0 in Medicina, unica segnalazione di Atenei italiani in una lista che comprende il Mit di Boston, Harvard, Cambridge, e Duke University.

Programmazione cinepark.tv

Da: Ufficio Stampa Apollo Cinepark Group

Questa la programmazione della piattaforma Cinepark.tv per i prossimi giorni.

Da giovedì il cinema in divano propone la commedia francese “Belle Epoque”, diretta da Nicolas Bedos, con Daniel Auteuil, Fanny Ardant, Doria Tillier, e Guillaume Canet. In prima visione assoluta “Bastardi a mano armata”, thriller diretto da Gabriele Albanesi con Fortunato Cerlino e Marco Bocci che racconta la storia di Michele (Peppino Mazzotta), un uomo benestante di mezza età e della sua famiglia composta da sua moglie Damiana (Maria Fernanda Cândido) e dalla figliastra adolescente Fiore (Amanda Campana). Per una serata a base di popcorn per tutta la famiglia, Cinepark.tv stacca i biglietti per il cartone animato “Phantom Boy”.

Venerdì 12 febbraio, arriva nelle sale virtuali del cinema “Sole”, di Carlo Sironi. Il regista sarà in diretta facebook e streaming per la presentazione del suo lavoro con il critico cinematografico Emanuele Rauco.

Lunedì 15 febbraio il cartellone si arricchisce “Nilde Iotti – Il tempo delle donne”.

Imprese. Bando per la promozione dell’export e per la partecipazione a eventi fieristici nel 2021

Imprese. Bando per la promozione dell’export e per la partecipazione a eventi fieristici nel 2021: oltre 200 i progetti di Pmi approvati dalla Regione e finanziati con 2 milioni di euro

Nell’ambito del Programma Emilia-Romagna Go Digital, rivolto alle piccole e medie imprese. La prossima call dal 1^ al 30 giugno 2021. Ancora aperto fino al 15 marzo il bando per i Consorzi di imprese. L’assessore Colla: “Iniziative che consentiranno di avere ricadute economiche e occupazionali anche in Emilia-Romagna”

Bologna – Un incentivo a diversificare i mercati per rafforzare la propensione all’export del sistema produttivo regionale, mettendo a disposizione delle piccole e medie imprese da sole o in forma aggregata finanziamenti a fondo perduto per la promozione e la partecipazione ad eventi fieristici. Sono 204 le domande approvate e finanziate dalla Regione con 2 milioni di euro per progetti in grado di favorire l’accesso a nuovi mercati e a nuovi canali di vendita, soprattutto digitali, e per rafforzare la parte di commercio estero all’interno dell’azienda.

Si tratta della prima call di due bandi regionali del programma Emilia-Romagna Go Digital, che complessivamente mettono a disposizione oltre 5 milioni di euro a sostegno di progetti dei consorzi e di singole imprese per promuovere l’export e per la partecipazione a eventi fieristici nel 2021.

“Sono progetti che consentiranno di avere ricadute economiche e occupazionali anche in Emilia-Romagna- spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla-. Ma soprattutto si tratta di un incentivo a recuperare terreno sui mercati internazionali, dopo lo stop dettato dalla pandemia. Proprio l’emergenza sanitaria, che blocca gli spostamenti e gli eventi in presenza, rende necessario per le imprese incrementare la propria presenza ed attività sui canali commerciali digitali”.

Le misure dei due bandi sono state destinate a Pmi e Consorzi per l’internazionalizzazione con sede in Emilia-Romagna per progetti realizzati nel periodo tra il 1^ gennaio 2021 e il 31 dicembre 2021.

Le domande per provincia

In questa prima fase (che si è chiusa a dicembre scorso) sono 52 le domande ammesse nel bolognese per un contributo di oltre 500 mila euro, 9 quelle ammesse in provincia di Ferrara (quasi 88mila euro), 19 a Forlì-Cesena (190mila euro). Nel modenese sono 34 le domande finanziate con quasi 340mila euro, 24 a Parma (233mila), 6 nel piacentino (quasi 60mila euro), 25 a Ravenna (circa 246mila euro), 29 a Reggio Emilia (283mila) e 6 a Rimini (60mila euro).
Alla seconda fase si potranno presentare le domande a partire dalle ore 12 del 1^ giugno 2021 e fino alle ore 16 del 30 giugno 2021.

Cosa prevede il Bando per le Pmi

Il bando destinato a piccole e medie imprese per progetti di promozione dell’export e per la partecipazione a eventi fieristici 2021 assegna un contributo del 100% del costo del progetto, fino a un massimo di 10 mila euro.
Le tipologie delle spese che possono essere finanziate riguardano ‘business to business’ (b2b) ed eventi (partecipazione a eventi promozionali o b2b fisici o virtuali realizzati da organizzatori internazionali); la partecipazione a fiere all’estero o in Italia con qualifica “internazionale” di natura fisica o virtuale. In quest’ultimo caso per fiere in presenza saranno ammessi i costi per affitto spazi, allestimento (incluse le spese di progettazione degli stand), gestione spazi, trasporto merci in esposizione e assicurazione delle stesse, ingaggio di hostess/interpreti; mentre per le fiere virtuali saranno ammessi i seguenti costi: iscrizione alla fiera e ai relativi servizi, consulenze in campo digital, hosting, sviluppo piattaforme per la virtualizzazione, produzione di contenuti digitali, accordi onerosi con media partners, spese di spedizione dei campionari.

Cosa prevede il Bando Consorzi di imprese

Questo bando sostiene specifici progetti aggregati di promozione internazionale digitale realizzati dai Consorzi, attinenti alle attività promozionali e a quelle permanenti di cooperazione produttiva, commerciale e tecnologica all’estero. L’obiettivo di puntare l’attenzione sulla necessità, per i consorzi e per le imprese consorziate, di dotarsi di competenze e strategie per lo sfruttamento dei nuovi canali commerciali digitali a livello internazionale.
Il contributo che potrà essere erogato è pari al 50% del progetto, e le spese che potranno essere finanziate riguardano la valutazione per l’avvicinamento ai servizi digitali e virtuali e la definizione di un piano export digitale; il temporary export manager e/o digital export manager; il marketing digitale: le consulenza per l’avvio e sviluppo di business on line b2b e b2c; la realizzazione di siti web e materiali di promozione nonché b2b ed eventi virtuali o in presenza e fiere internazionali (sia all’estero che in Italia). La presentazione delle domande è aperta fino al 15 marzo 2021.

Le delibere sono pubblicate sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-Romagna e sul sito http://fesr.regione.emiliaromagna.it/

Coldiretti, continua la solidarietà alle famiglie bisognose

Da: Riccardo Casotti, Ferrara Coldiretti

COLDIRETTI: CONTINUA ANCHE NEL 2021 LA SOLIDARIETÀ CON I BISOGNOSI CON LA DISTRIBUZIONE DI PRODOTTI ALIMENTARI DI QUALITÀ

Grazie alla collaborazione con Fondazione Campagna Amica proseguono le iniziative anche nel nostro territorio di sostegno di famiglie in stato di necessità. I primi pacchi consegnati a Bondeno, Ferrara e Voghiera.

Non si ferma la solidarietà di Coldiretti nei confronti delle persone in stato di necessità, anche dei beni fondamentali, come i generi alimentari. In questo inizio d’anno sono tornati i pacchi forniti da Fondazione Campagna Amica per raggiungere direttamente persone e famiglie indigenti, che purtroppo anche nei nostri comuni sono in numero crescente.
Dentro i pacchi si trovano alimenti di alta qualità: pasta, riso, passata di pomodoro, olio di oliva, latte UHT; tutti prodotti della filiera agricola italiana, espressione del Made in Italy agroalimentare messi a disposizione gratuitamente per dare un sollievo ed un ristoro a tanti concittadini che non possono permettersi di alimentarsi in modo sano e corretto, con cibo di qualità, salubre e sicuro.
Nei giorni scorsi sono stati consegnati i primi pacchi a famiglie residenti nei comuni di Ferrara, Bondeno e Voghiera grazie alle segnalazioni ricevute dalle amministrazioni comunali o dalle parrocchie e con la fattiva attività di Campagna Amica e Donne Impresa Coldiretti Ferrara e continueranno anche nei prossimi giorni, sino ad esaurimento dei pacchi, anche in altri comuni della nostra provincia. Presenti alla consegna nel comune di Ferrara la responsabile di Campagna Amica Ferrara Francesca Dondi; a Bondeno il presidente di sezione Filippo Menghini ed il segretario di zona Alessandra Mariotti, con Don Andrea ed infine a Voghiera la responsabile provinciale di Donne Impresa Ferrara, Monia Dalla Libera con il sindaco Paolo Lupini.

Coldiretti, incontro con il sindaco di Bondeno

Da: Riccardo Casotti, Coldiretti Ferrara

COLDIRETTI: INCONTRO CON
IL SINDACO DI BONDENO SUI PROBLEMI DEL TERRITORIO

Filippo Menghini ed Alessandra Mariotti hanno incontrato il sindaco Simone Saletti.

Un cordiale incontro quello di lunedì scorso nel municipio di Bondeno tra i vertici di Coldiretti ed il sindaco Simone Saletti.
È stata la prima occasione di incontro per il neo segretario di zona, Alessandra Mariotti, con il sindaco del comune matildeo, alla presenza del presidente della sezione di Coldiretti Bondeno, Filippo Menghini e dell’assessore comunale alle attività produttive Michele Sartini.
È stata l’occasione per condividere alcune delle tante situazioni che coinvolgono anche le imprese agricole, dalla presenza fuori controllo di fauna selvatica nociva, alla tassazione sui rifiuti per le attività agrituristiche (di cui Coldiretti ha chiesto l’azzeramento per il 2021 causa le problematiche covid19), alla gestione del territorio ed alla valorizzazione e promozione dei prodotti locali in un’ottica di filiera e di innovazione.

Bullismo, cyberB e sicurezza in rete: il Montalcini lavora in tal senso

Da: Prof.ssa Alessandra Ferlini, Addetta stampa IIS RL Montalcini

Il MONTALCINI RIFLETTE SU BULLISMO E CYBERBULLISMO ATTRAVERSO INIZIATIVE INERENTI LA SICUREZZA IN RETE

Non è un caso che due soli giorni separino la GIORNATA NAZIONALE CONTRO IL BULLISMO E CYBERBULISMO ( 7 Febbario 2021) dalla GIORNATA MONDIALE PER LA SICUREZZA IN RETE ( SAFER INTERNET DAY – 9 Febbraio 2021), data la strettissima connessione tra le due problematiche.

La prima giornata contro il bullismo a scuola , infatti , fu istituita il 7 Febbraio 2017 , in coincidenza con la GIORNATA EUROPEA DELLA SICUREZZA IN RETE indetta dalla commissione Europea ( SAFER INTERNET DAY).

In tale contesto, anche le Scuole sono state chiamate a contribuire attraverso la campagna nazionale definita “ IL NODO BLU CONTRO IL BULLISMO“.

In occasione di queste due importanti date, anche gli studenti delle classi del triennio SIA dell’Istituto Montalcini hanno approfondito tali tematiche attraverso momenti di riflessione, discussione e confronto.

La Giornata mondiale per la sicurezza in rete si prefigge quale finalità prioritaria l’utilizzo responsabile e consapevole del web da parte delle giovani generazioni.

La Rete andrebbe usata con ponderatezza e senso di responsabilità.

Sicurezza in rete significa anche controllo attento e capillare della Polizia Postale , in primis, ma anche da parte di tutti gli adulti coinvolti nei processi educativi per prevenire atteggiamenti vessatori che sfociano in atti di bullismo.

Il bullismo viene inteso come una forma di oppressione, fisica o psicologica, messa in atto, principalmente in ambito scolastico, da una o più persone ( BULLI ) verso altri individui più deboli (VITTIME); esso trova terreno fertile anche in altre persone conniventi ( SPETTATORI) che, pur assistendo a episodi di violenza, rimangono in disparte, limitandosi a ridere, a riprendere la scena con i cellulari e non denunciano.

Il bullismo è un fenomeno dalle molteplici sfacettature e può manifestarsi attraverso diverse modalità: dirette ( fisiche o verbali) o indirette e relazionali, quando si manifestano attraverso INTERNET ( posta elettronica , social -netwok, chat, blog, forum). In questi ultimi casi, parliamo di CYBERBULLISMO e la fascia di età nella quale si colloca questo preoccupante fenomeno si è pericolosamente abbassata, si va infatti dagli 11 ai 13 anni.

Ciò non significa che il bullismo non esista nel passaggio dalle Medie alle Superiori. Esistono forme di bullismo anche in molteplici contesti lavorativi, anche se spesso passano inosservate.

In una politica educativa indirizzata verso la strada dell’inclusione e dell’accettazione come quella perseguita da anni dall’Istituto ” Montalcini” , gli studenti si sono interrogati, soprattutto, sul ruolo degli spettatori, detti anche bulli passivi, coloro che non sono responsabili in prima persona della violenza, ma non per questo sono da ritenersi meno colpevoli dei primi.

Gli studenti hanno convenuto sul fatto che il bullismo è una condizione talvolta difficile da riconoscere in quanto sono molto labili i confini tra lo scherzo e la presa in giro.

In ogni caso, bisogna sempre avere il coraggio di denunciare non appena si manifesti il sospetto di un’azione vessatoria verso chi è troppo debole per potersi difendere da solo, questo é sicuramente un atto di solidarietá e di coraggio.

La giornata del ricordo all’IIS RL Montalcini

Da: Prof.ssa Ferlini, Addetta Stampa IIS RL Montalcini

GLI STUDENTI DELL’ISTITUTO SUPERIORE MONTALCINI RICORDANO IL DRAMMA DELLE FOIBE

A due settimane dalla commemorazione della Shoah ebraica, il 10 Febbraio viene celebrato un altro evento che accende i riflettori su una delle pagine più buie della storia europea : la tragedia delle Foibe.

Anche in occasione di questo anniversario , gli studenti dell’Istituto Superiore Montalcini hanno voluto dedicare momenti di discussione e riflessione a quello che, a partire dal 200 , è stato definito dal Parlamento italiano IL GIORNO DEL RICORDO .

La data prescelta è quella del giorno in cui , nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi che assegnavano alla Jugoslavia , l’Istria , il Quarnaro, la città di Zara e parte della Venezia Giulia , territori che , fino a quel momento , appartenevano all’Italia.

La legge n. 92 approvata dal Parlamento italiano il 30 Marzo del 2004 recita, infatti, “La Repubblica Italiana riconosce il 10 Febbraio come giorno del ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria degli Italiani e di tutte le vittime delle Foibe”.

La commemorazione del Giorno dei Ricordo ha contribuito a far conoscere una realtà storica avvolta per molti , troppi, anni da un velo di silenzio , quella dei massacri delle Foibe.

Con questo termine si intendono gli eccidi perpetrati ai danni dei militari e civili italiani risiedenti nella Venezia Giulia, nel Quarnaro e nella Dalmazia avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale e nell’immediato dopoguerra da parte dei partigiani jugoslavi al servizio del Maresciallo Tito.

Il nome deriva dalle profonde cavità carsiche che, proprio nella Venezia Giulia, vengono chiamate Foibe, all’interno delle quali furono gettati i corpi delle vittime, alcune delle quali ancora in vita.

Secondo recenti stime il numero delle vittime dell’eccidio va dalle 5000 alle 10.000 unità poichè è quasi impossibile stabilirne l’esatta entità .

Ad essere uccisi non furono soltanto avversari politici, ma anche donne, bambini e anziani.

Gli alunni del Montalcini hanno voluto ricordare questo tragico evento attraverso approfondimenti, letture, analisi di testimonianze di sopravvissuti, visione di filmati e produzione di elaborati multimediali.

Un’altra occasione in cui l’Istituto ha voluto proporre al fine di far conoscere la storia non solo come mera ricostruzione di date ed eventi, ma che offre ai ragazzi spunti di riflessione su tematiche contemporanee: l’odio razziale, l’immigrazione, l’utilizzo sistematico ed indiscriminato della violenza verso chi non condivide la nostra ideologia.

Un’insolita detective raccontata nel romanzo ‘Gli insospettabili’
il libro d’esordio di Sarah Savioli

Anna non ha quella durezza che le servirebbe per rimestare nel torbido quando investiga sulle vite degli altri. Anna è delicata, è mamma e materna, ha il dono invisibile di dialogare con le piante e gli animali, informatori fidati che raccontano più di tante evidenze. Gli insospettabili, edizioni Feltrinelli, è il romanzo d’esordio di Sarah Savioli, perito forense che si dedica anche alla scrittura.
A indagare assieme ad Anna su un omicidio, il ruvido titolare dell’agenzia di investigazioni Giovanni Cantoni, il collega Tonino e Otto, un alano dalla parlata napoletana senza il quale le ricerche non sarebbero le stesse. L’omicidio di Armando Piazza non è semplice come sembra, nulla è come appare agli occhi di Anna che empatizza con tutto ciò che incontra, natura, animali e uomini, soprattutto quando si imbatte nel dolore e nella disperazione di gente sconosciuta di cui vuole capire i meccanismi più nascosti.
Anna arriva fino in fondo alle cose, e alle indagini, lo fa con le domande giuste, con gli errori, i rischi e la pazienza di ascoltare gli altri, oltre le parole. Ha un rapporto con il mondo di complicità e mutuo soccorso: gli altri vanno aiutati, la verità va scoperta, anche quando riguarda gli ultimi. “Quando un dolore non puoi alleviarlo, devi almeno rispettarlo” ed è per questo che Anna non si accontenta, per rispetto a quella madre in cerca di verità, deve consegnarle il risultato di ogni suo sforzo.
Anna ha un bimbo piccolo, Luca, di cui la spaventa, più di tutto, la somiglianza con se stessa e un marito Alessandro che conosce il giorno in cui, dopo un brutto incidente, esce dall’ospedale e la vita ricomincia, proprio da quel braccio offerto per appoggiarsi. E poi ci sono una sorella e un padre, tenuti insieme da Caterina – la nuova compagna del padre-, dotata di un potere ricostituente e aggregante fra i cocci che rischiavano di spargersi per sempre.
Sarah Savioli presenterà Gli insospettabili sabato 20 febbraio alle 18 per la rassegna Autori a corte. Dialoga con l’autrice Riccarda DalbuonI
In live streaming sulla pagina Facebook del Microfestival e di Ferraraitalia

 

Vite di carta /
Ricordando Sciascia: Una storia semplice

Vite di carta. Ricordando Sciascia: Una storia semplice

Mercoledì scorso ho trovato ancora una volta il mercato del mio paese mal distribuito tra la piazza e la via principale. Dipende dal Covid, mi è stato detto, le bancarelle disposte così sono più distanziate. Sarà, ma mi sembra un altro mercato in un altro posto. Ci sono venuta raramente in questi ultimi  mesi, solo per gli acquisti di frutta e verdura e senza incontrare molta gente. Qualche conoscente meno riconoscibile del solito con la mascherina e il cappello addosso.

Mercoledì scorso ho incontrato invece i miei amici storici. Entrambi con le sportine della spesa appena fatta, entrambi con l’aria da neopensionati. Abbiamo subito parlato della situazione politica, una settimana fa confusa, appesa al filo di una crisi priva di sbocchi evidenti. Ora che ne scrivo si è evoluta fino a coinvolgere il Quirinale e l’incarico che Mario Draghi ha accettato con riserva.

E’ stato un parlottare fitto fitto, che strideva con il contorno dei banchi del pesce, dove i clienti erano in silenziosa attesa del loro turno. Accesi da una mimica facciale vivacissima, dovevamo risultare buffi a chi avesse notato il contrasto con le nostre braccia immobili, tese dal peso delle sporte. Una crisi ora! E giù con le questioni di merito, e poi con quelle di metodo. Soprattutto: non era questo il momento! Con la pandemia che ha spostato perfino le bancarelle del mercato, non avesse portato altre difficoltà nelle vite di tutti. Con il Recovery plan da presentare entro aprile all’Europa! Con la crisi economica che c’è. E le ripercussioni sociali. Intanto le incombenze della giornata ci hanno dato lo stop, ma nel lasciarci un’ultima battuta ci è uscita, ironica: “Una bella situazione! Soprattutto chiara e semplice e da risolvere!”

Mio padre lamentava che al bar le chiacchiere dei clienti risolvevano ogni giorno i problemi nazionali e internazionali e per questo aveva smesso di andarci, trovando insopportabile tanto dilettantismo. “Anche oggi hanno messo a posto l’Italia”, diceva. Ora ho visto me in questa luce e ho sorriso nell’andarmene via. Proprio ‘una storia semplice’! Metto la ‘U maiuscola’ ed ecco il titolo dell’ultimo romanzo di Leonardo Sciascia, un poliziesco di ambientazione siciliana, uscito nell’anno in cui l’autore è scomparso, il 1989.

Il titolo del libro riprende la battuta che pronuncia il questore di Ragusa quando viene chiamato nelle campagne di Monterosso sul luogo di un delitto commesso alla vigilia della festa di San Giuseppe: Giorgio Roccella, un anziano diplomatico tornato inaspettatamente dall’estero nella propria casa siciliana è stato trovato morto alla scrivania dello studio; accanto c’è una pistola, la sua, e questo basta al questore per decretare che si tratta di suicidio e per concludere: “Questo è un caso semplice, bisogna non farlo montare e sbrigarcene…”

Come in un giallo classico, la narrazione si proietta nella ricostruzione minuziosa dei fatti. In questo, l’autore accentua lo sguardo sui diversi stili investigativi e mette in primo piano le deduzioni del giovane brigadiere di polizia, che ha fatto il primo sopralluogo nel villino di Roccella. Per lui si tratta di omicidio. Molti altri soggetti curano le indagini nei tre giorni successivi al ‘delitto’, sia dalla parte della polizia che dei carabinieri e nella gerarchia dei poliziotti si mettono in luce due pezzi grossi, questore e procuratore della Repubblica. Ognuno ipotizza come sono andate le cose sulla base dei riscontri che vengono effettuati via via. Il lettore è colpito dalla ironia con cui Sciascia mette a nudo l’incompetenza e il pressapochismo generali, e più i personaggi ricoprono un’alta carica più sono lontani da una considerazione razionale dei fatti. Ironia amara, che alla fine del libro arriva a svelare la custodia nel solaio del villino di una celebre tela del Caravaggio trafugata da tempo a Palermo (la Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi) e la preparazione della droga che avveniva nei magazzini attigui alla casa. C’è di mezzo la malavita anche in questo romanzo che Sciascia ha costruito con la volontà di mostrare le attività mafiose e le loro infiltrazioni sempre più tentacolari nel tessuto politico e sociale della Sicilia e del Paese. E’ accaduto con gli altri romanzi politici che l’autore ha scritto dagli anni ’60, da Il giorno della civetta nel 1961 e A ciascuno il suo nel 1966 a Todo modo che è del 1974 e fino a questo ultimo romanzo del 1989.

Ancora una volta voglio scandagliare scrupolosamente le possibilità che forse ancora restano alla giustizia” recita la dedica che apre Una storia semplice. Sono parole di Friedrich Dürrenmatt, il versatile intellettuale svizzero, che è coetaneo di Sciascia e autore tra gli altri di un romanzo uscito in Italia nel1986, dal titolo Giustizia.

“Voglio scandagliare scrupolosamente: chi potrebbe dirlo tra i nostri personaggi? Non il colonnello dei carabinieri, che abbraccia l’opinione opposta a quella del questore per partito preso; non il questore e il magistrato inquirente che spiegano frettolosamente i fatti, dando prova di una superficialità a tratti grottesca. Eliminiamo anche il nugolo di agenti e di carabinieri spruzzati sulla scena del delitto a fare coreografia. Chi resta a rielaborare i dati di realtà con metodo e razionalità è il giovane brigadiere che, dopo il primo sopralluogo, ha osservato con passione persone e comportamenti. Nel ricostruire l’accaduto lo sostiene il professor Franzò, amico d’infanzia della vittima e per molti anni stimato professore di Italiano. È sua la più bella battuta del romanzo, la dice quando raggiunge la questura per dare la sua testimonianza e viene accolto dal magistrato che era stato suo allievo. Il professore lo ricorda molto bene, ricorda anche di avergli assegnato sempre l’insufficienza nei componimenti di italiano. Trascrivo le loro parole: “L’italiano: ero piuttosto debole in italiano. Ma, come vede, non è poi stato un gran guaio: sono qui, procuratore della Repubblica…”

L’italiano non è l’italiano: è il ragionare – disse il professore. Con meno italiano, lei sarebbe forse ancora più in alto”.

Cosa deve scoprire il brigadiere! Quale verità amara sulla corruzione, che ha coinvolto persino un uomo di chiesa nelle attività illecite che si tenevano nel villino di Roccella. Che è entrata fin dentro il suo ufficio. In una delle sequenze finali il brigadiere spara. Spara per difendersi dal suo commissario che gli ha puntato contro la pistola. È stato più veloce, il brigadiere. E’ stato abile nel fare il suo lavoro e nel cogliere due errori che il commissario si è lasciato sfuggire. Forse, come gli suggerisce il professor Franzò, li ha commessi per un “fenomeno di improvviso sdoppiamento: in quel momento è diventato il poliziotto che dava la caccia a se stesso”. Viene da pensare a Pirandello.

L’8 gennaio scorso Sciascia avrebbe compiuto cento anni. Immagino che saranno tante le occasioni per ricordarlo e per celebrarne il ruolo di scrittore impegnato e acuto. Per rivedere il contributo che ha dato come parlamentare e come fine conoscitore della politica italiana.

Dalle bancarelle del mercato ho saputo ricordare intanto la sua ironia, tagliente come una lama. Poi, qui a casa dalle pagine del romanzo ho voluto trarre quello che Sciascia dice della scrittura. Oltre alla battuta “feroce” del professor Franzò sul carattere ragionativo dello scrivere, trovo due passi piuttosto incisivi: nel primo il professore sottolinea il valore testimoniale e storico della scrittura, quando riferisce che l’amico Roccella era tornato nella sua Sicilia per cercare nel solaio del villino due “pacchetti di vecchie lettere: uno di Garibaldi al suo bisnonno, un altro di Pirandello a suo nonno (avevano fatto assieme il liceo); e gli era venuta la fantasia di recuperarli, di lavorarci un po’ su”.

Nell’altro Sciascia parla di sé e della sua scrittura di denuncia, mentre ci dice quanta fatica faccia il nostro brigadiere quando deve passare dalla realtà alle parole, quando deve stendere i rapporti e trasferirvi il suo lavoro di osservazione: “Ma, curiosamente, il fatto di dover scrivere delle cose che vedeva, la preoccupazione, l’angoscia quasi, dava alla sua mente una capacità di selezione, di scelta, di essenzialità per cui sensato ed acuto finiva con l’essere quel che poi nella rete dello scrivere restava. Così è forse degli scrittori italiani del meridione, siciliani in specie: nonostante il liceo, l’università e le tante letture”.

Sulla figura e l’opera di Leonardo Sciascia vedi anche:
Sergio Reyes, UN ILLUMINISTA IN SICILIA : Attualità di Leonardo Sciascia a 100 anni dalla nascita [Qui]
Giuseppe Traina, DENTRO IL GIALLO : I personaggi di Sciascia e Simenon davanti al potere [Qui]

 

Per leggere gli altri articoli e indizi letterari della rubrica di Roberta Barbieri clicca [Qui]