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Giorno: 19 Marzo 2021

CONTRO VERSO
Il bambino postale  

 

Ricordo bene l’incontro con questo ragazzo, che ormai sarà un giovanotto. Tossicodipendente la madre, in carcere per spaccio il padre, viveva con i nonni materni, terrorizzati che anche lui diventasse “come quelli là”. Così cercavano di inamidarlo, cosa assai difficile. Gli adolescenti, si sa, sono un po’ spiegazzati. E alla prima trasgressione la nonna ha avuto una crisi psichiatrica e lui è stato inserito in una comunità.
In udienza mi ha detto: “Prima con la mamma, poi coi nonni, ora in comunità, e vi domandate se mandarmi in affido. Non vi sembra un po’ troppo?”.

Il bambino postale  

Sono stato un bambino
senza un solo difetto.
Nella casa dei nonni
ero proprio un ometto.

Son finiti quei giorni,
sembro un pacco postale.
Troppe andate e ritorni
dentro un gran carnevale

perché vivo da anni
nella comunità.
Le promesse dei grandi
sono vere a metà.

S’impasticca la nonna
nonno è fin troppo buono
resta in carcere il babbo
e mi chiede perdono.

Mamma poi è distante
in chilometri e droga.
Me ne ha dette già tante
e con sempre più foga.

Lei promette, promette
mi vorrebbe con sé
con la coca non smette
e dimentica che

qui mi gioco la vita.
Anche se “per favore,
con pazienza infinita
io le chiedo più amore.

Un ragazzo che ha una famiglia scombinata, compromessa con la droga, non è destinato alla tossicodipendenza, anche se – stando ai dati degli operatori – corre dei rischi in più. È un rischio anche ossessionarlo, però. E, insomma, il giusto mezzo è difficile da trovare, come pure il contesto migliore per la sua crescita.

CONTRO VERSO, la rubrica di Elena Buccoliero con le filastrocche all’incontrario, le rime bambine destinate agli adulti, torna su Ferraraitalia  il venerdì. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna: 19 marzo 2021.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 36 mila tamponi effettuati, 3.188 nuovi positivi, di cui 1.308 asintomatici. 771 i guariti. Vaccinazioni: 648mila dosi somministrate.

Il 94,6% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 43,3 anni. 42 decessi.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 311.988 casi di positività, 3.188 in più rispetto a ieri, su un totale di 36.016 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’8,8%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 85 anni in su; proseguono le prenotazioni per quelle dagli 80 agli 84 anni. Poi il personale scolastico e universitario e le forze dell’ordine. Inoltre, da oggi venerdì 19 marzo, su autorizzazione di Aifa, riprendono le prenotazioni e le somministrazioni vaccinali per le persone dai 75 ai 79 anni, dopo il via libera dell’Agenzia europea dei medicinai (Ema) sul vaccino AstraZeneca. Sempre nella giornata odierna, i cittadini della stessa fascia di età che avevano l’appuntamento per essere vaccinati fissato dalle ore 15 di oggi e nei giorni successivi, potranno presentarsi regolarmente ai punti vaccinali indicati, e chi aveva avuto l’appuntamento sospeso riceverà la comunicazione di una nuova data.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 647.849 dosi; sul totale, 221.994 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 1.308 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 933 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 1.165 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,3 anni.

Sui 1.308 asintomatici, 704 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 101 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 67 con gli screening sierologici, 14 tramite i test pre-ricovero. Per 422 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 878 nuovi casi e Modena (533); poi Rimini (304), Ravenna (293), Parma (251), Reggio Emilia (239), Forlì (203); quindi Ferrara (198) e Cesena (195). Infine, Piacenza(51) e Imola (43).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 22.007 tamponi molecolari, per un totale di 3.790.375. A questi si aggiungono anche 381 test sierologici e 14.009 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 771in più rispetto a ieri e raggiungono quota 227.858.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 72.787 (+2.375 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 68.852 (+2.368), il 94,6% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 42 nuovi decessi: 1 in provincia di Piacenza (una donna di 89 anni); 3 nella provincia di Parma (una donna di 83 anni e due uomini, di 59 e 87 anni); 5 nella provincia di Reggio Emilia (due donne di 94 e 95 anni; tre uomini, di 83, 84 e 85 anni); 7 nella provincia di Modena (tre donne di 50, 82 e 90 anni; quattro uomini, rispettivamente di 76, 84, 93 e 98 anni); 16 nella provincia di Bologna (11 donne: di 70 anni, tre di 84, poi 85, 86, 92 anni, due di 93, due di 95 anni; e 5 uomini: rispettivamente di 73, 75, 82, 87 e 94 anni); 3 nella provincia di Ferrara (tutti uomini, di 65, 77 e 99 anni); 5 in provincia di Ravenna (una donna di 86 e 4 uomini, di 75, 88, 91, 93 anni); 1 in provincia di Forlì-Cesena (un uomo di 87 anni); 1 nel riminese (un uomo di 92 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 11.343.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 386 (+1 rispetto a ieri), 3.549 quelli negli altri reparti Covid (+6).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 9 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), .26 a Parma (+1), 32 a Reggio Emilia (+1), 74 a Modena (-7), 116 a Bologna (-2), 33 a Imola (+3), 34 a Ferrara (invariato), 18 a Ravenna (+1), 10 a Forlì (+3), 9 a Cesena (invariato) e 25 a Rimini (+1).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 21.148 a Piacenza (+51 rispetto a ieri, di cui 36 sintomatici), 21.060 a Parma(+251, di cui 131 sintomatici), 38.085 a Reggio Emilia (+239, di cui 148 sintomatici), 53.792 a Modena (+533, di cui 357 sintomatici), 67.330 a Bologna (+878, di cui 505 sintomatici), 10.930 casi a Imola (+43, di cui 20 sintomatici), 18.072 a Ferrara (+198, di cui 44 sintomatici), 24.130 a Ravenna (+293, di cui 165 sintomatici), 12.310 a Forlì (+203, di cui 146 sintomatici), 15.311 a Cesena (+195, di cui 163 sintomatici) e 29.820 a Rimini (+304, di cui 165 sintomatici).

Vaccinazioni Anti-Covid19: Nessuna dose di vaccino buttato in provincia di Ferrara grazie all’efficace gestione delle liste di emergenza.

Comunicato Stampa AUSL di Ferrara

Prosegue la campagna di vaccinazione anti-covid19 e nel sistema vaccinale messo in campo, a livello provinciale, di estrema importanza è stato fin dall’inizio l’attenzione ad ogni singola dose di vaccino. L’Azienda AUSL di Ferrara,  infatti, dallo scorso 15 febbraio, si è dotata di liste d’emergenza al fine di non sprecare, in nessuna sede vaccinale, eventuali dosi di vaccino rimanenti dall’apertura del flacone e dotarsi, in questo modo di un sistema di trasparenza e garanzia.

Le liste di emergenza sono costituite da persone appartenenti alle categorie oggetto di vaccinazione, secondo quanto previsto dal piano nazionale e regionale.

Come funziona: le persone in lista vengono chiamate direttamente dagli operatori che lavorano nelle 9 sedi di vaccinazione della provincia di Ferrara. I vaccinandi chiamati telefonicamente vengono invitati a recarsi nelle sedi vaccinali più vicine al comune di residenza, questo per consentire di raggiungere la sede nel più breve tempo possibile.

“Questo sistema ha permesso finora di non sprecare in nessuno dei 9 punti vaccinali neanche una dose – Monica Calamai, direttore generale dell’azienda USL, evidenzia inoltre – questo sistema ci permette di recuperare anche fino a 30 persone al giorno come sta accadendo nella sede vaccinale della Fiera di Ferrara ed almeno 2 persone al giorno per tutte le altre sedi provinciali. Questi numeri sono da non sottovalutare vista la rilevanza delle scorte di vaccino che dobbiamo presidiare con grande attenzione”.

 

Emergenza Covid-19 in comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

 

Ufficio Stampa Prefettura di Ferrara.

Riparte a pieno regime il piano vaccinale dopo il via libera al siero di Astrazeneca.

Si è svolta in videoconferenza nella mattinata odierna, presieduta dal Prefetto Michele Campanaro, la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, nel corso della quale è stato fatto il focus settimanale riguardante le ricadute dell’emergenza epidemiologica sul sistema sanitario e ospedaliero della provincia, l’andamento del piano vaccinale ed il monitoraggio delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia.

Presenti all’incontro il Presidente della Provincia di Ferrara Nicola Minarelli, il Vice Sindaco di Ferrara Nicola Lodi, il Sindaco di Cento Fabrizio Toselli, il Sindaco di Codigoro Alice Zanardi, il Questore Cesare Capocasa, il Comandante provinciale dei Carabinieri Gabriele Stifanelli, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Cosimo D’Elia, il Direttore Generale dell’Azienda USL di Ferrara Monica Calamai ed il Commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliero Universitaria S. Anna Paola Bardasi.

Nel corso della seduta di Comitato, è stato tracciato il quadro settimanale del trend epidemiologico a livello provinciale, con una curva del contagio che registra ancora un preoccupante andamento, con una incidenza cumulativa settimanale dei contagi di 322 positivi al Covid-19 ogni 100.000 abitanti, ben al di sopra del valore soglia di 250, fissato per la zona rossa. Alla data odierna, sono 3.248 i positivi in provincia di Ferrara, di cui 2.952 in isolamento domiciliare e 296 ricoverati (di questi, 37 in terapia intensiva); sul totale dei positivi, la percentuale dei sintomatici si attesta al 23%, a fronte del 77% di asintomatici. Ancora critica è la situazione relativa alla pressione ospedaliera sull’intera provincia, con una percentuale di occupazione dei posti letto intorno al 95%, registrata nel più importante presidio ospedaliero della provincia, quello di Cona.

La campagna provinciale di vaccinazione ha raggiunto, ad oggi, 56.323 inoculazioni, di cui 38.483 come 1^ dose, tra personale operante all’interno dei presidi sanitari e ospiti delle case di riposo e delle strutture sociosanitarie di accoglienza, grandi anziani, soggetti fragili e categorie prioritarie (i soggetti inseriti nella 1^ e 3^ fase del piano vaccinale).

“Come bene evidenziato dal Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Locale, è molto importante che l’andamento del piano vaccinale nella nostra provincia non abbia subito significative battute d’arresto, né contraccolpi sul piano della fiducia, dopo la temporanea sospensione all’utilizzo dei vaccini di Astrazeneca imposto dalle autorità regolatorie europee – ha sottolineato il Prefetto Campanaro – Già da questo pomeriggio, riprenderà a pieno regime la somministrazione dei vaccini Astrazeneca e, tra sabato 20 e domenica 21 prossimi, sarà completamente azzerato il ritardo con la somministrazione delle 1.753 dosi Astrazeneca che erano state sospese nei giorni scorsi. Sono molto soddisfatto, perché la provincia di Ferrara sta dando dimostrazione di un grande senso civico, rispondendo con piena fiducia all’invito delle Autorità sanitarie ad aderire convintamente al piano vaccinale, come dimostra il massiccio numero di prenotazioni effettuate in queste ultime ore”.

Il Prefetto si è successivamente soffermato sul monitoraggio dell’attuazione delle misure di contenimento del contagio, rimarcando il dato della crescita percentuale, negli ultimi tre mesi, delle sanzioni amministrative applicate dalle Forze di Polizia. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria (marzo 2020), sono state complessivamente 183.044 le persone controllate e 3.607 le sanzioni applicate, con una percentuale media dell’1,97%. Nel mese di gennaio scorso, 9.864 le persone controllate e 294 le sanzioni (2,98% del totale dei controlli); a febbraio scorso, 10.047 le persone controllate e 273 le sanzioni (2,72%) e, nei primi 18 giorni di questo mese, 6.195 le persone controllate e 133 le sanzioni comminate (2,15%).

“Il passaggio da lunedì scorso della Emilia-Romagna in fascia rossa, impone significative e più stringenti limitazioni alla mobilità dei cittadini, soprattutto in tema di visite giornaliere a parenti e conoscenti, in ragione della particolare criticità dell’attuale andamento della curva dei contagi – ha rimarcato il Rappresentante del Governo – A questo riguardo, le Forze di Polizia, in collaborazione con le Polizie Locali, hanno già intensificato in maniera mirata l’attività di vigilanza e controllo sul rispetto delle norme anti Covid-19. I servizi territoriali saranno, in particolare, disposti con accuratezza e si concentreranno nelle aree urbane più sensibili, potenzialmente interessate da fenomeni di assembramento, specialmente in corrispondenza delle giornate festive e prefestive”.

Il Prefetto ha, infine, concluso la seduta di Comitato con un invito: “I controlli non bastano. Di fronte alla tragedia delle vittime causate dal Covid-19, che abbiamo commemorato ieri, è fondamentale ed imprescindibile il senso di responsabilità diffusa di tutti, come rispetto per sé stessi e per gli altri. Non dobbiamo mai scordarlo”.   

 

Zappaterra (Pd): “Il Parco del Delta è uno solo”.

 

Ufficio Stampa Gruppo Pd.

Zappaterra (Pd): “Con la stretta collaborazione tra istituzioni, associazioni e comunità, stiamo dimostrando che il Parco del Delta è uno solo”.

Il Delta del Po candidato a Marchio del Patrimonio Europeo 2021.

“In questi anni, le istituzioni, gli enti, i territori e le comunità del Delta del Po hanno condiviso percorsi così importanti e premiati da risultati così significativi, che ora ci troviamo a una svolta verso uno sviluppo ambientale, sociale, economico unico e guidato da obiettivi comuni. Con la collaborazione, stiamo dimostrando che il Parco è uno unico, ancorché governato da due Regioni, Emilia-Romagna e Veneto, due parchi regionali e molti comuni” lo ha affermato Marcella Zappaterra, consigliera in Regione Emilia-Romagna. L’occasione era la conferenza stampa organizzata dal Parco del Delta del Po del Veneto per la presentazione della candidatura del sito tematico “Terre d’acqua, terre nell’acqua. Delta del Po e Venezia” a Marchio del Patrimonio Europeo 2021.

“Non un marchio in senso stretto, ma un’ambizione progettuale, come lo sono stati il riconoscimento del delta a Mab Unesco e la recente candidatura del Delta per il Cets, la Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle aree protette, supportata da una rete culturale e ambientale che negli ultimi anni è sempre più coesa. Questi elementi rappresentano il punto di partenza per una strategia di sviluppo unitaria su tutta l’area” ha proseguito Zappaterra.

Il sito tematico del Delta del Po e Venezia nasce dall’unione tra il Parco Regionale Veneto del Po, i tre musei archeologici nazionali veneti di Adria, Altino e Venezia, e il museo civico Delta Antico di Comacchio.

“L’unità di intenti e una visione condivisa, stanno indirizzando anche il Governo a ragionare su una misura ad hoc sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il Delta. – ha sottolineato Zappaterra – Una misura che grazie alle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea ci permetterebbe di fare il salto di qualità nel panorama nazionale e internazionale”.

 

 

Sanita’ Nursing Up De Palma: «Infermieri pubblici italiani finalmente nel piano vaccini e sospensione del vincolo di esclusività».

 

«E’ questa la strada maestra da percorrere per dare una svolta decisiva al piano vaccinazioni e per creare le basi di un sistema sanitario organizzato e forte».

ROMA 19 MAR 2021 – «Dopo i nostri ripetuti appelli, in continuità con le manifestazioni che abbiamo realizzato in tutta Italia , finalmente ci hanno informati, a distanza di 2 giorni dal nostro ultimo comunicato pubblico, che la libera professione che chiediamo, anche se inizialmente plasmata sulle esigenze e/o i tempi della campagna vaccinale, dovrebbe ricevere il via libera nelle prossime ore.

Non aspettavamo altro, anche se il condizionale è d’obbligo. Lo chiediamo da 4 mesi ormai. Siamo di fronte ad una delle istanze più importanti che ha caratterizzato le nostre recenti battaglie nelle piazze italiane e che ci ha fatto passare anche attraverso uno sciopero».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, commenta positivamente la notizia della concreta possibilità che sia presto revocato o per lo meno sospeso il regime di esclusività della professione per gli infermieri pubblici dipendenti: «Un limite enorme, un ostacolo all’infinito potenziale che la realtà infermieristica odierna potrebbe esprimere.

Pensiamo, come conseguenza diretta del provvedimento che aspettiamo, ad una portentosa accelerazione del piano vaccini.

Gli infermieri dipendenti, forti della possibilità di esercitare la libera professione, potrebbero collaborare con strutture esterne, avvantaggiando notevolmente con il loro apporto il percorso dell’immunizzazione di massa.

Pensiamo a quanti infermieri potrebbero collaborare con le farmacie, a quanti di loro potrebbero raggiungere a domicilio le persone anziane. Con questo spirito costruttivo attendiamo ansiosi di vedere varato il provvedimento che ci è stato annunciato, perchè no, anche assieme ad un altro provvedimento per il quale lottiamo da tempo e sul quale pure abbiamo avuto indicazioni rassicuranti. Parliamo del decreto Ministeriale oggetto del nostro ultimo appello pubblico, che dovrebbe sbloccare, per le regioni, la possibilità di utilizzare le prestazioni aggiuntive per i sanitari pubblici dipendenti.

Caro Ministro Speranza, come sindacato saremo felici di testimoniare il pragmatismo con il quale vorrai dare corpo, con fatti, alla disponibilità manifestata negli incontri con la nostra delegazione a margine delle manifestazioni nazionali.

Il passo importante, cioè lavorare per iniziare a  liberare gli infermieri pubblici dal lacciuolo incomprensibile dell’esclusività, esprime in maniera plastica quella tua dichiarata volontà di realizzare un cambiamento radicale del SSN. Con queste premesse, gli infermieri italiani non potranno che continuare a confermarsi il perno di una realtà sanitaria che guarda al bene della collettività».

 

Covid: Ristori per i settori economici più colpiti dalla pandemia.

 

La Giunta regionale presenta un progetto di legge per 9,7 milioni di euro destinati a turismo, cultura, ristorazione, terzo settore e attività produttive dei territori alluvionati nel modenese. L’assessore Corsini: “Interveniamo ancora per sostenere i nostri imprenditori. A un anno dal primo lockdown destinati circa 54 milioni di euro, provvedimenti condivisi con i territori”.

Il testo del progetto di legge presentato oggi in udienza conoscitiva alle associazioni di categoria dovrà essere approvato dall’Assemblea legislativa. Fondi per guide turistiche, maestri di sci, discipline alpine, fondo e snowboard, operatori culturali, associazioni di volontariato, attività produttive e famiglie fragili dei Comuni di Nonantola, Castelfranco Emilia, Campogalliano e Modena, per far fronte ai danni della rotta del Panaro del 6 dicembre scorso.

Bologna – Insieme per arginare e far fronte alle conseguenze economiche del Covid. La Regione Emilia-Romagna interviene ancora con nuovi ristori pari a 9,7 milioni di euro per sostenere i settori più colpiti dalla pandemia: turismo, cultura, ristorazione senza somministrazione (quale, ad esempio, quella su treni, navi e attività di catering), terzo settore, attività produttive e famiglie fragili dei territori alluvionati nel modenese il 6 dicembre scorso.

Fondi che si aggiungono ai 34,9 milioni stanziati a partire dal 2020 per bar e ristoranti (21 milioni), stabilimenti balneari (5 milioni), agenzie di viaggio (1,7 milioni), imprese ricettive delle zone montane (2 milioni), agriturismi (1 milione), gestori piscine (1,5 milioni), attività escursionistiche delle motonavi (200mila euro), oltre al contributo integrativo per i gestori delle edicole (500mila euro) e al bando per taxi e Ncc che aprirà il prossimo aprile (2 milioni).

E in attesa del Decreto sostegni del governo, che metterà a disposizione dell’Emilia-Romagna oltre 9,3 milioni di euro che saranno distribuiti, grazie a una convenzione con Unioncamere, a discoteche e sale da ballo (3 milioni), palestre (2 milioni), cinema (1 milione), imprese culturali (1 milione e 360mila), spettacolo viaggiante (1 milione) e ambulanti delle fiere (1 milione).

Un totale, quindi, pari a poco meno di 54 milioni di euro che arriveranno direttamente sui conti correnti delle imprese come contributi a fondo perduto.

Questa mattina il provvedimento approvato dalla Giunta regionale, che poi dovrà passare al vaglio della Assemblea legislativa, è stato illustrato in udienza conoscitiva in Commissione Politiche economiche alle associazioni di categoria per raccogliere osservazioni e proposte.

“Interveniamo ancora per sostenere il tessuto produttivo più colpito dall’emergenza sanitaria- afferma l’assessore a Turismo e Commercio, Andrea Corsini-. È una misura necessaria e giusta per aiutare i nostri imprenditori a tamponare una situazione sempre più difficile. Vogliamo agire in fretta e bene: per questo, come siamo abituati a fare, condividiamo ogni provvedimento con i territori e le persone, perché solo insieme possiamo prendere le decisioni migliori e procedere in modo efficace, dove c’è più bisogno”.

“A un anno dal primo lockdown- prosegue l’assessore- abbiamo destinato circa 54 milioni di euro a settori importanti per l’economia dell’Emilia-Romagna che, per le loro caratteristiche, hanno sopportato il peso maggiore delle limitazioni adottate per contenere il diffondersi della pandemia. Una nuova iniezione di liquidità cui seguiranno a breve altri fondi per attività non ancora comprese nei ristori regionali- chiude Corsini-, in attesa che gli effetti della campagna vaccinale ci accompagnino alla vera ripresa”.

Turismo, cultura, ristorazione e terzo settore: 9,7 milioni per le attività colpite dall’emergenza sanitaria:

In dettaglio il nuovo progetto di legge, che sarà presentato entro marzo in Aula per l’approvazione definitiva, prevede ristori per guide turistiche (1 milione di euro), maestri di sci, discipline alpine, fondo e snowboard (1 milione di euro), operatori del settore culturale creativo (600mila euro), organizzazioni di volontariato (1 milione di euro) e attività  di ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto, di gelateria e pasticceria, di ristorazione su treni e navi e catering per eventi (4 milioni di euro).

A queste misure si aggiungono 2 milioni di euro per sostenere le attività produttive già colpite dal Covid, le famigliee le persone in condizione di grave fragilità economica e sociale dei territori alluvionati dalla rotta del Panaro del 6 dicembre scorso nei Comuni di Nonantola, Castelfranco Emilia, Campogalliano e Modena.

Infine, 100mila euro sono destinati a coprire le spese di assistenza tecnica per la gestione dei ristori e per l’attuazione di misure di sostegno alle imprese attraverso convenzioni con Unioncamere.

 

 

Mirabilandia mette a disposizione un’area per allestire un centro vaccini.

 

Ufficio Stampa Mirabilandia.

Marcante: il mondo dei parchi divertimento vuole aiutare la lotta al Covid-19.

 Ravenna, 19 marzo 2021 – Mirabilandia, il parco divertimenti più grande d’Italia, è pronta a rendere disponibili degli spazi per l’allestimento di un centro vaccini.

L’attenzione che da sempre abbiamo per il territorio e la sua popolazione ci ha fatto aderire con entusiasmo alla campagna di Confindustria per diventare un centro vaccini, dichiara Riccardo Marcante, Direttore Generale di Mirabilandia. Avendo grandi spazi all’aperto, stiamo pensando a questa possibilità già da tempo, raccogliendo informazioni e cercando di trovare le giuste modalità operative. Siamo in contatto con le autorità politiche e sanitarie competenti e, in caso di necessità, potremmo mettere a disposizione una vasta area del nostro parcheggio”.

Mirabilandia dista meno di 20 km da Ravenna, meno di 30 km da Forlì e Cesena. Anche altre località della riviera sono facilmente raggiungibili.

“Da quasi 30 anni ci occupiamo di far divertire in modo sano e sicuro i nostri visitatori di tutte le età – conclude Marcante – e saremmo fieri di poter dare concretamente una mano alla lotta contro il Covid-19”.

 

In attesa delle nuove disposizioni del Governo, proseguono all’interno del Parco i lavori per l’avvio della stagione 2021.

 

Da lunedì 22 marzo inizio lavori piloni centrali cavalcavia Sp 29 a Gualdo.

 

Ufficio Stampa Provincia Ferrara.

Da lunedì 22 marzo scattano le misure di senso unico alternato, limiti di velocità, transito limitato ai veicoli con carico fino a 35 tonnellate e divieto di sorpasso, per accedere al cavalcavia lungo la Sp 29 – Portomaggiore-Raffanello – in località Gualdo.

Il provvedimento è stato preso dalla Provincia per consentire l’avvio dei lavori di restauro dei piloni centrali che sorreggono la struttura di attraversamento della Superstrada.

Si tratta del secondo lotto di un intervento che nel luglio 2020 ha visto concludersi il cantiere per la messa in sicurezza dei piloni laterali del cavalcavia.

L’importo dei lavori al via da lunedì 22 marzo è di 150 mila euro, interamente finanziati dal bilancio 2021 della Provincia e la ditta esecutrice dell’intervento è Euroservice srl di Porto Tolle (Rovigo).

Le misure di limitazione introdotte dall’amministrazione provinciale resteranno in vigore fino al 22 maggio, ossia la data prevista di termine lavori.

 

 

Coldiretti: Crollo temperature, SOS frutta.

 

Brusco abbassamento delle temperature e scarsità piogge preoccupano gli agricoltori alle prese con gli effetti dei mutamenti climatici.

Il brusco abbassamento delle temperature anche di oltre dieci gradi con l’arrivo del gelo compromette la produzione di ciliegi, albicocchi, peschi e mandorli già fioriti ma ad essere colpiti sono gli ortaggi coltivati come lattughe, carciofi, cavoli, verze, cicorie e broccoli. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’ondata improvvisa di gelo artico che si è abbattuta sulle coltivazioni anche con neve a bassa quota e grandine, anche nel territorio regionale, nella vicina Ravenna e sulle colline romagnole, non troppo distante quindi dalla nostra provincia, addirittura con nevischio e grandine.

Il colpo di coda dell’inverno dopo l’anticipo di primavera colpisce l’Italia con un’ondata di gelo – sottolinea la Coldiretti – che arriva dopo un mese di febbraio segnato da temperature superiori di 2,2 gradi la media del periodo, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr, che hanno favorito il risveglio della vegetazione che è ora più sensibile al grande freddo.

L’abbassamento della colonnina di mercurio per lungo tempo sotto lo zero – precisa la Coldiretti – provoca danni gravissimi con la perdita della futura produzione di frutta e verdura ma lo sbalzo termico ha inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra.

Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere – continua la Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.

Preoccupa anche la quasi totale assenza di piogge significative nelle ultime settimane, che oltre a rendere più difficile la preparazione ottimale dei terreni per le prossime semine, comporta anche problemi per le piante in campo e la necessità di ricorrere ove possibile alla irrigazione artificiale, con conseguente aumento dei costi di produzione. Già nelle scorse settimane gli agricoltori hanno chiesto al Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara l’anticipo della disponibilità di acqua ad uso irriguo per salvaguardare alcune colture di particolare interesse, come le fragole o i vivai.

 

Da Ema il via libera al vaccino AstraZeneca.

 

Covid. Da Ema il via libera al vaccino AstraZeneca: sicuro ed efficace. Aifa autorizza nuovamente le somministrazioni in Italia da oggi alle ore 15: lo stesso avverrà anche in Emilia-Romagna. Il presidente Bonaccini e l’assessore Donini: “Un’ottima notizia, era fondamentale fare chiarezza. Ora pronti a ripartire a pieno ritmo”.

Nella nostra regione, chi ha l’appuntamento fissato dalle ore 15 di oggi e nei giorni successivi potrà presentarsi regolarmente ai punti vaccinali indicati, chi aveva avuto l’appuntamento sospeso riceverà la comunicazione di una nuova data. Già inoltrata l’indicazione a tutte le Aziende sanitarie di rafforzare l’attività e riprendere quella programmata rispetto ad AstraZeneca.

Bologna – Sì alla ripresa dell’utilizzo del vaccino AstraZeneca, sospeso in via temporanea e precauzionale in diversi Paesi europei, tra cui in Italia, lunedì 15 marzo per decisione di Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.

E’ il risultato del pronunciamento dell’Ema, l’Ente regolatore europeo per i medicinali, che ieri ha fatto chiarezza sulla sicurezza del vaccino anglo-svedese. Dopo questa decisione, Aifa, l’Agenzia italiana del Farmaco, formalizzerà il suo via libera e da oggi, 19 marzo, dalle ore 15 anche in Italia ripartono le somministrazioni di AstraZeneca. Cosa che avverrà anche in Emilia-Romagna.

“Un’ottima notizia, un passo determinante per riprendere a pieno ritmo la campagna vaccinale sulla base delle dosi disponibili, e quindi il percorso di uscita dalla pandemia- commentano il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini-. Quanto avvenuto in questi ultimi giorni ha determinato un rallentamento inevitabile, ma necessario per dissipare ogni dubbio. Le indicazioni di Ema fanno dunque chiarezza e contribuiscono in maniera definitiva a proseguire le attività di profilassi già avviate”.

“Ora- proseguono Bonaccini e Donini– è fondamentale riuscire a riconquistare la fiducia di tutti quei cittadini che l’hanno persa, a causa di quanto è successo. Se l’Ema, cioè gli scienziati e i professionisti titolati ad esprimersi, ci dicono che il vaccino è sicuro e affidabile, dobbiamo e possiamo fidarci. In Emilia-Romagna siamo pronti a ripartire, e lo faremo subito da oggi, e recuperare tutte le prenotazioni saltate: abbiamo già dato indicazione a tutte le Aziende sanitarie di rafforzare l’attività dei punti vaccinali per ricollocare al più presto gli appuntamenti sospesi in questi giorni”.

“In un momento così complesso e delicato- concludono-, che con i corretti comportamenti individuali e l’impegno di tutto il nostro straordinario personale sanitario supereremo insieme, abbiamo una certezza: i vaccini costituiscono l’unico strumento per uscire dalla pandemia”.

 

Come si riparte:

Dopo il via libera anche da parte di Aifa, le vaccinazioni riprendono regolarmente anche in Emilia-Romagna. Chi aveva prenotato un appuntamento per i giorni in cui era vigente la sospensione del vaccino AstraZeneca, riceverà una comunicazione da parte delle Aziende sanitarie con la data del nuovo appuntamento.

Chi aveva già un appuntamento per la vaccinazione a partire da oggi alle 15 e nei giorni successivi, e non gli sono state finora comunicate variazioni, manterrà l’appuntamento già fissato e potrà presentarsi regolarmente al punto vaccinale indicato.

E’ già stata indicazioni a tutte le Aziende sanitarie di rafforzare l’attività e riprendere quella programmata relativa ad AstraZeneca.

 

Al cantón fraréś
Mendes Bertoni: “Al magh Ciuźìn e l’Urlón dal Barch”

In un manoscritto anonimo redatto fra il XVIII e il XIX secolo (Archivio Eredi Magri, Torino) si leggono le vicende settecentesche, fra leggenda e storia, di Bartolomeo Chiozzi e del suo patto col diavolo. Anche Riccardo Bacchelli nel volume primo de Il Mulino del Po descrive le vicende del matematico,  cabalista, astrologo, progettista di opere idrauliche, ovvero del mago Chiozzino e del suo servo Fedele Magrino alias Urlone del Barco, crudele e spaventevole.
Mendes Bertoni riporta in endecasillabi vernacolari alcuni incredibili episodi dell’operato del mago e del diabolico servitore: travestimént, sparizión, maravié.
(Ciarìn) 

Al magh Ciuźìn e l’Urlón dal Barch (Fola fraréśa)

In témp luntàη luntàη, viveva a Frara
CHIOZZI BARTOLOMEO, uη bel iηźégn.
Dutà d’una cultura più che rara,
da j’òm ad létra l’era fat a ségη.
Basòt, rubùst, simpaticón e bel,
l’ha spigazà, mi ‘n sò, quanti stanèl.

Su la VIÉ GRANDA al stava ad cà, alóra,
iη quéla ch’fa cantóη coη VIA CHIOZZINO;
e  iη sta mudèsta e sémpliza dimóra,
al tgnéva sémpar… baccanàl festino.
Là déntr’al baracàva in vita sana,
st’òmaη pin d’vizi, ma ‘d póca féd cristiana.

Uη gióraη, col so saηgv, su carta scrita,
col diàvul l’ha firmà, d’acòrd, stàl pat:
lu sól, da sgnór, l’avrìa gudù la vita
e intiér i desideri sudisfàt;
iηvéz al diàvul, aηch se a maliηcuór,
al sarìa stà FEDÉL, so servitór.

Da cal mumént Ciuźìn uη magh al dvénta
e coη l’aiùt dal diàvul fra i so pié
che, stand ai pat, in tut al’acunténta,
al fa di cvei da móvar maravié.
I so travestimént e sparizión,
j’agh dà, béη prest, na graη riputaziòn.

Un dì Ciuźìn, con àltar so cumpàgn,
iη farmacia, al tgnéva discusión
e al sustgnéva che al viη “sampàgη”,
fra tut i vin, al jéra quél più bón.
E, méntr’il so raśón al difandéva,
a séći arvèrsi l’aqua źó la gnéva.

N’avénd nisùη purtà coη lór l’umbrèla,
i prevedéva uη bagη fóra ‘d staśóη;
ma ‘l magh Ciuźìn un’ucaśión ‘csi bèla
l’aη vol farsla scapàr, da furbacióη.
Vdénd i cumpagη ch’i stava lì a tudnàr
tuti al si porta, a cà da lu, a diśnàr.

Na vòlta iη cà, Ciuźìn al dmanda a lór:
“Vliv al magnàr dla córt dal re dla Spagna
o dal re ‘d Fraηza?”, j’agh rispónd in còr:
“Ma quél dla Fraηza: quél l’è na cucagna!”
Ed eco cumparìr dal dit al fat,
la tavula, cuciàr, bicér e piatt.

Tut jéra d’òr, marcà col stèma ‘d Fraηza;
e tant pietàηz sfurnàdi a la fraηzéśa
e vin e dólz e fruta in abundàηza
servìda dentr’a zésti e seηza spesa.
Finì al diśnàr, dòp uη minùt soltànt,
sót tera è scumparì propia tut quant…

                               (continua la prossima settimana)

La seconda parte del testo in dialetto sarà su Ferraraitalia venerdì 26 marzo.

 

Il mago Chiozzino e l’Urlone del Barco

In tempi lontani, viveva a Ferrara / Chiozzi Bartolomeo, un bell’ingegno. / Dotato d’una cultura più che rara, / dagli uomini di lettere era menzionato. / Basso, robusto, simpaticone e bello. / Ha sgualcito, non so, quante sottane. /
Sulla via Grande (oggi Ripagrande) stava di casa, allora, / in quella che fa angolo con via Chiozzino (oggi vicolo del Turco); / e in questa modesta e semplice dimora, / teneva sempre chiassose feste. / Là dentro gozzovigliava in allegria, / quest’uomo pieno di vizi, ma di poca fede cristiana. /
Un giorno, col suo sangue, su carta scritta, / col diavolo ha firmato, d’accordo, questo patto: / lui solo, da signore, avrebbe goduto la vita / soddisfacendo interamente i desideri; / mentre il diavolo, anche se a malincuore, / sarebbe stato Fedele, il suo servitore. /
Da quel momento Chiozzino diventa un mago / e con l’aiuto del diavolo fra i suoi piedi / che, stando ai patti, l’accontenta in tutto, / fa cose da meravigliare. / I suoi travestimenti e sparizioni, / gli danno, ben presto, una grande reputazione. /
Un giorno Chiozzino, con altri suoi compagni, / in farmacia, teneva discussione / e sosteneva che il vino “Champagne”, / fra tutti i vini, era quello migliore. / E, mentre difendeva le sue ragioni, / a secchiate veniva giù l’acqua. /

Tratto da: Mendes Bertoni, Antologia della Divina commedia (Inferno); In zzà e in là, composizioni in vernacolo ferrarese, Ferrara, 1986.

Non avendo alcuno portato con sé l’ombrello, / prevedevano un bagno fuori stagione; / ma il mago Chiozzino un’occasione così bella / non vuol farsela scappare, da furbacchione. / Vedendo i compagni che stavano a tentennare / tutti li porta, a casa propria, a desinare. /
Appena in casa, Chiozzino chiede loro: / “Volete il pranzo della corte del re di Spagna / o del re di Francia?”, gli rispondono in coro: / “Ma della Francia: quello è una cuccagna!” / Ed ecco comparire dal detto al fatto, / la tavola, cucchiai, bicchieri e piatti. /
Tutto era d’oro, marcato con lo stemma di Francia; / e tante pietanze sfornate alla francese / e vini e dolci e frutta in abbondanza / servita dentro a ceste e senza spese. / Finito il desinare, dopo un solo minuto, / sotto terra è scomparso tutto quanto…  (continua)

Mendes Bertoni (Ferrara 1905 – 1987)

Autore di poesie e commedie dialettali, molto rappresentate, fra le quali: La sbragunzona,Tut a l’arversa, Operazion: al fer dal lov, La Mariulina, Al paes dla cucagna, Un ass tarulì (con Enrico Menarini), Un anzul a l’inferan, I du vecc bacuch. Si è cimentato, con divertente risultato, nella traduzione in ferrarese di alcuni canti della Divina Commedia. Socio fondatore del Tréb dal Tridèl, cenacolo di cultura dialettale ferrarese.

Al cantóη fraréś: testi di ieri e di oggi in dialetto ferrarese, la rubrica curata da Ciarin per Ferraraitalia, esce ogni 15 giorni al venerdì mattina. Per leggere le puntate precedenti clicca [Qui] 

Cover Ferrara: vista del Sottomura dal Torrione del Barco-  Foto Marco Chiarini 2021 

 

“Il futuro dell’acqua non è in Borsa”
Un webinar per conoscere quello che nessuno vi racconta

 

Qualche lettore si chiederà perché Ferraraitalia, la sua Redazione, io in particolare, abbiamo la fissa per i Beni Comuni. E in particolare per l’Acqua, il primo – il più elementare, vitale, primordiale – bene comune. E dire che dovrebbe capirlo anche un bambino che l’acqua deve essere pubblica, cioè proprietà di tutti, e non di qualche padrone che la cattura e ce la rivende per farci un profitto.
La ragione di questa idea fissa, dell’impegno di questo piccolo quotidiano indipendente – ne abbiamo scritto più volte – non ha nulla a che fare con il romanticismo delle sorgenti di montagna. E’ invece un elementare ragionamento, la consapevolezza che ormai nessuna politica (romana o emiliana o padana), nessun partito, nessun drago e
x machina, potrà disegnare per noi una qualche via di salvezza, una traccia verso un’Italia meno ingiusta, meno cialtrona, meno parolaia, meno furbetta. Il nuovo verrà invece dalle città solidali, dai movimenti, dalle persone libere di spirito che si associano, dalla lotta per i Beni Comuni, per un sistema fiscale decente, per estirpare la povertà, le mafie, il malaffare. Per la salvaguardia dell’ambiente. Per il lavoro dignitoso, per i diritti e la democrazia.

 

Il movimento per l’acqua pubblica è la prova che, da nord a sud, dal centro alle periferie, questa azione è possibile, può contare, essere efficace, può orientare le scelte di una classe politica dormiente o asservita ai potentati economici.
L’appello nazionale 
Quotazione in Borsa dell’acqua: NO grazie – l’abbiamo pubblicato due mesi fa e potete ancora firmarlo [Qui] – ha già superato le 43.000 firme. Magari agitarsi non serve a nulla, raccogliere firme nemmeno. Noi la pensiamo diversamente. Ma in qualunque modo la pensiate, ascoltare e partecipare al webinar promosso dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua lunedì 22 marzo, vi farà conoscere cose che nessuno vi ha ancora raccontato, né sui media mainstream né sui social media.
( Francesco Monini – direttore di Ferraraitalia )

da: Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

“Diamo valore all’acqua” è il tema con cui le Nazioni Unite hanno deciso di caratterizzare la Giornata Mondiale dell’Acqua 2021.
Un proposito che riteniamo indispensabile seppur consapevoli che viene interpretato in maniera strumentale da parte delle lobby economico-finanziarie che guardano al progressivo sviluppo dei processi di mercificazione e finanziarizzazione.
Al contrario è necessario considerare i beni comuni, a partire dall’acqua, come un valore fondante delle comunità e della società senza i quali ogni legame sociale diviene contratto privatistico e la solitudine competitiva l’unico orizzonte individuale.Il 2020, già annus horribilis per la grave emergenza sanitaria, si è chiuso con un fatto molto preoccupante: l’acqua, come una qualsiasi altra merce, da dicembre è scambiata nel mercato dei “futures” della Borsa di Wall Street.
La quotazione dell’acqua in Borsa segna un prima e un dopo per il bene più prezioso della natura e, di fatto, si configura come una minaccia reale per tutta l’umanità e per la prosecuzione della vita stessa sulla Terra.
Sottoporre l’acqua alla speculazione finanziaria apre a scenari che inevitabilmente porteranno all’emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese. La crisi ecosistemica, climatica, economica, sociale e l’emergenza sanitaria impongono una radicale inversione di rotta e un approccio innovativo volto alla tutela, alla difesa e alla “cura” (intesa come forma di “interessamento solerte e premuroso per un oggetto, che impegna sia il nostro animo sia la nostra attività”) dei beni comuni, dell’acqua e dell’ambiente che si dovrebbe basare sulla partecipazione diretta delle comunità territoriali alle decisioni, in quanto esercizi di democrazia fondamentali per orientare le politiche di sviluppo locale e costruire scenari di giustizia sociale ed ambientale.
Inoltre, la crisi idrica, aggravata dal surriscaldamento globale e dai relativi cambiamenti climatici, ha fatto emergere le responsabilità di una gestione privata che punta esclusivamente alla massimizzazione dei profitti.

Ribadiamo che oggi più di ieri è necessaria una radicale inversione di tendenza ed è sempre più importante riaffermare il valore paradigmatico dell’acqua come bene comune, ribadendo che: l’acqua è un diritto umano universale e fondamentale ed è la risorsa fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi; l’acqua è un obiettivo strategico mondiale di scontro con il sistema capitalistico finanziario; la gestione pubblica e partecipativa delle comunità locali è un modello sociale
alternativo; è necessario giungere ad un sistema di finanziamento basato sulla fiscalità generale e su un meccanismo tariffario equo, non volto al profitto e che garantisca gli investimenti.

Le oltre 43.000 persone che hanno sottoscritto l’appello “Quotazione in Borsa dell’acqua: NO grazie” lanciato dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua a fine gennaio e le diverse decine di adesioni pervenute da parte di personalità del mondo della cultura, dell’attivismo sociale e politico e dello spettacolo dimostrano ancora una volta come sia molto diffusa una profonda consapevolezza rispetto ai rischi derivanti da questo passaggio epocale.
In funzione di ciò abbiamo richiesto un incontro, possibilmente da svolgersi proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e alla Presidenza di Camera e Senato al fine di consegnare le firme raccolte, sottoporre le nostre riflessioni e richieste.

Ci sembra importante svolgere un approfondimento sui questi temi e sugli scenari futuri, per questo abbiamo deciso di organizzare un dibattito on line “Il futuro dell’acqua non è in Borsa” da svolgersi il 22 marzo alle 18.30 a cui abbiamo chiesto di portare un contributo al Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul Diritto Umano all’Acqua Potabile e ai Servizi Igienico-sanitari, Pedro Arrojo-Agudo, a Dacia Maraini, ‘la signora dell’acqua’ per il suo costante impegno a difesa di
questo bene comune, Padre Alex Zanotelli (Missionario Comboniano), Emilio Molinari (Ambientalista e storico attivista del movimento per l’Acqua), Luca Celada (Giornalista) e a Renato Di Nicola (Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua).

E’ possibile partecipare al dibattito sulla piattaforma Zoom [clicca Qui] 

O, in alternativa, seguendo la diretta sulla pagina FB del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua: @acquabenecomune

Il futuro dell’acqua non è in Borsa
Giornata Mondiale dell’Acqua

Lunedì 22 Marzo 2021, ore 18.30

Dibattito on line su Zoom
Diretta Facebook su @acquabenecomune

Interverranno
Pedro Arrojo-Agudo (Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul Diritto Umano all’Acqua
Potabile e ai Servizi Igienico-Sanitari)
Dacia Maraini (Scrittrice)
Padre Alex Zanotelli (Missionario Comboniano)
Emilio Molinari (Ambientalista e storico attivista del movimento per l’Acqua) ∙
Luca Celada (Giornalista)
Renato Di Nicola (Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua)

Aste marginali e aste competitive
Sofismi da esperti o riflessione seria?

Del Next Generation Eu abbiamo già scritto e quindi, sorvolando la questione politica, ci soffermiamo questa volta unicamente su quella che viene percepita dalle persone come la parte più importante, cioè i miliardi che vengono promessi a vario titolo all’Italia: 209 miliardi di euro da non lasciarsi scappare.
Durante il 2020 sono successe tante cose che hanno determinato l’esigenza di avere fondi a disposizione da distribuire alle famiglie e alle attività che venivano tenute chiuse per la crisi pandemica. Situazione eccezionale e non prevedibile che ha richiesto soluzioni altrettanto non programmate come l’intervento della Commissione Europea e dei miliardi (prestiti e aiuti) destinati alla nostra martoriata economia.
Mentre la pandemia avanzava, il Tesoro procedeva alle classiche aste di Titoli di Stato facendo registrare richieste record da parte degli investitori che puntualmente eccedevano l’offerta. Addirittura il 3 giugno 2020 venivano offerti 14 miliardi di Btp a 10 anni mentre l’importo richiesto era, esattamente, di 107miliardi e 910 milioni.
Il 2020 si è avviato poi a conclusione con un surplus di domanda non evasa di circa 103 miliardi di euro.
Nel 2021 segnalo invece solo l’asta del 16 febbraio in cui l’importo assegnato è stato di 10 miliardi a fronte di una domanda di 68.459,820, cioè un surplus di oltre 58 miliardi.
Dall’inizio pandemia, cioè da gennaio 2020 ad oggi, il mercato ci ha richiesto Titoli a 10 anni per oltre 160 miliardi eccedenti l’offerta, cifra non lontana da quella che ci toccherà gestire nel futuro prossimo, offerta dalla Commissione europea, e per cui il Quirinale ha ritenuto opportuno sostituire il premier Giuseppe Conte con il più esperto Mario Draghi.
Ci sarebbe comunque da segnalare che non esistono solo i Btp a 10 anni ma che ad esempio nel 2020 sono stati offerti al mercato complessivamente più di 500 miliardi di Titoli tra cui almeno 180 miliardi in Bot, questi ultimi tutti a tassi sostanzialmente negativi. E su questo è necessario aprire un altro fronte non secondario, il tasso di interesse.
Come si sa, quello offerto dalla Commissione europea sarà molto basso o nullo, ci saranno condizionalità politiche certo, ma a quelle siamo talmente abituati che non ci facciamo più caso, complice l’idea dell’incapacità italica nella gestione di fondi, confini e mari che… “ben venga” qualche controllo dall’estero. E quindi, di quali interessi ci siamo sobbarcati nelle aste di cui abbiamo parlato in precedenza?
L’asta di giugno 2020 si è chiusa con un rendimento lordo di 1,707% mentre quella di febbraio 2021 con un tasso dello 0,604%. Nettamente sfavorevole rispetto a quello dei futuri bond della Commissione europea che potrà contare sulla tripla A della Germania. Ma come mai a fronte di una richiesta eccedente la domanda di ben 93 miliardi si concede un tasso del 1,7%? Sembra proprio che la legge della domanda e dell’offerta si sia distratta e che la stessa cosa, anche se in forma ridotta, abbia fatto nell’asta di febbraio 2021.
A questo punto introduciamo un’informazione importante che potrebbe far luce sulla questione. Esistono infatti due tipologie di aste utilizzate dal Tesoro, l’asta competitiva e quella marginale:

L’asta competitiva viene utilizzata normalmente per il collocamento dei Bot, le domande vengano soddisfatte al tasso proposto da ciascun operatore secondo rendimenti crescenti. Le richieste allocate sono soddisfatte al tasso proposto da ciascun operatore e quindi ne risultano più tassi di allocazione, quindi la Banca d’Italia calcola successivamente un rendimento medio ponderato e il suo corrispondente prezzo per permettere una ordinata e successiva rivendita di questi titoli alla clientela retail (cioè a quelli che vanno in banca a prenotare l’acquisto di un Bot).
L’asta marginale viene utilizzata per i titoli a medio-lungo termine (Ctz, Btp, Cct/Ccteu e Btp€i) e quindi anche per le aste di cui ho raccontato le vicende. E’ previsto in questo caso che le richieste allocate siano aggiudicate tutte allo stesso prezzo, ovvero il prezzo marginale che è il prezzo meno elevato tra quelli offerti dagli aggiudicatari e vale per tutti gli operatori assegnatari.

Facciamo un esempio pratico per vedere la differenza tra i due tipi di aste, specificando che quando si parla di “operatore” si intende una banca accreditata presso il Mef, cioè di uno specialista in Titoli di Stato, in pratica una piccola cerchia di affidabili banchieri. Dunque, se un operatore vuole comprare un Bot ed offre 100,5 egli pagherà 100,5 a condizione che sia risultato vincitore, cioè aggiudicatario. Se un operatore vuole invece comprare un BTP ed offre 100,8, ma l’offerta più bassa (quella del compratore marginale) è pari a 100,3 allora l’operatore e tutti gli altri aggiudicatari pagheranno 100,3. Tradotto in percentuale di interesse, se all’asta del giugno 2020 oppure del febbraio 2021 l’operatore si è aggiudicato l’interesse del 1,7% oppure dello 0,60%, non vuol dire che questo sia stato il prezzo migliore possibile che il Tesoro (e quindi le nostre tasche) avrebbero potuto ottenere. Magari qualcuno aveva offerto di comprarli ad un interesse del 1% ma si è ritrovato a guadagnare un interesse del 1,7%.
E’ chiaro che qualcuno potrebbe obiettare che questo metodo fa sì che le aste non vadano deserte, che se si offrisse troppo poco allora non avremmo tanti investitori disposti a comprare i nostri Titoli. E’ pur vero che fatico a crederci, che non ricordo aste andate deserte, che quando succede qualcosa del genere esistono dei rimedi. Ad esempio in Germania, dove si offrono tassi costantemente negativi, qualche volta capita e allora lì interviene la Bundesbank, congela i titoli non richiesti dal mercato e li propone all’asta successiva, sempre a tassi negativi. Ma si sa, la Germania è la Germania e noi siamo solo l’Italia.

Di seguito i documenti relativi ai risultati delle aste in argomento e i programmi trimestrali in cui si specifica (leggere le ultime due righe) che verrà utilizzata l’asta marginale

Documenti e fonti:

Risultato asta del 03 giugno 2020

Programma trimestrale di emissione – II trimestre 2020

Risultato asta del 16 febbraio 2021

Programma trimestrale di emissione – I trimestre 2021