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Giorno: 12 Aprile 2021

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna: 12 aprile 2021.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 1.151 nuovi positivi, 1.306 guariti. Vaccinazioni: 1 milione e 135mila dosi somministrate.

Quasi 13mila tamponi effettuati. In calo le persone in isolamento domiciliare e i casi attivi, il 95,4% dei quali è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 40,2 anni. 31 decessi. Alle ore 16.00 già superate le 90mila prenotazioni di 70-74enni per il vaccino.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 352.131 casi di positività, 1.151 in più rispetto a ieri, su un totale di 12.899 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore.

La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri – dell’8,9%, molto inferiore rispetto al 23% di lunedì scorso – è comunque poco indicativa dell’andamento generale visto il numero di tamponi effettuati, che nei giorni festivi sono in numero inferiore rispetto agli altri giorni. Inoltre, sempre nei festivi, in particolare quelli molecolari vengono disposti soprattutto su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dai 75 anni in su; da oggi si sono aperte le prenotazioniper la fascia d’età 70-74 anni: alle ore 16.00 già superate le 90mila.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 1.135.605 dosi; sul totale, 345.862 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Tutte le informazioni sulla campagna vaccinale su: https://vaccinocovid.regione.emilia-romagna.it/.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 442 sono asintomatici, individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 533 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 642 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 40,2 anni.

Sui 442 asintomatici, 330 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 32 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 20 con gli screening sierologici, 6 tramite i test pre-ricovero. Per 54casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede al primo posto Modena con 213 nuovi casi, seguita da Bologna (203). Poi Rimini (128), Parma (125), Reggio Emilia (103). Seguono Ravenna (96), Forlì (82), Ferrara (81); quindi Cesena(60) e Piacenza (36) e, infine, il Circondario Imolese (24).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 8.229 tamponi molecolari, per un totale di 4.150.281. A questi si aggiungono anche 4.670 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.306 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 273.287.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 66.433 (-186 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 63.345, il 95,4% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 31 nuovi decessi: 1 in provincia di Piacenza (una donna di 94 anni); 1 in provincia di Parma(una donna di 83 anni); 1 a Reggio Emilia (una donna di 82 anni); 4 in provincia Modena (due donne, di 78 e 84 anni, e due uomini, di 73 e 99 anni); 5 in provincia di Bologna (una donna di 85 anni e 4 uomini: uno di 69 anni, due di 83 e uno di 84 anni);  9 nel ferrarese (4 donne, rispettivamente di 69, 84, 88, 95 anni; 5 uomini, di 70, 75 – quest’ultimo deceduto a Bologna –, 76, 90, 91 anni);  6 nel ravennate (4 donne, rispettivamente di 82, 83, 85 e 87 anni, quest’ultima deceduta a Ferrara; due uomini, di 72 e 87 anni); 1 in provincia di Forlì-Cesena (un uomo di 81 anni), 3 nel riminese (due donne, di 81 e 96 anni, e un uomo di 74 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.411.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 332 (+2 rispetto a ieri), 2.756 quelli negli altri reparti Covid (+46).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 30 a Parma (-1), 34 a Reggio Emilia (+1), 64 a Modena (+3), 86 a Bologna (+1), 15 a Imola (-1), 39 a Ferrara (invariato), 15 a Ravenna (-2), 8 a Forlì (invariato), 4 a Cesena (invariato) e 27 a Rimini (+1).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 22.225 a Piacenza (+36 rispetto a ieri, di cui 18 sintomatici), 24.729 a Parma(+125, di cui 71 sintomatici), 42.267 a Reggio Emilia (+103, di cui 57 sintomatici), 60.168 a Modena (+213, di cui 138 sintomatici), 75.736 a Bologna (+203, di cui 137 sintomatici), 11.953 casi a Imola (+24, di cui 14 sintomatici), 21.607 a Ferrara (+81, di cui 24 sintomatici), 27.662 a Ravenna (+96, di cui 65 sintomatici), 14.827 a Forlì (+82, di cui 67 sintomatici), 17.596 a Cesena (+60, di cui 47 sintomatici) e 33.361 a Rimini (+128, di cui 71 sintomatici).

Rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi sono stati eliminati 3 casi, positivi a test antigenico in precedenza, in quanto giudicati non Covid-19. Sono stati inoltre eliminati altri 5 casi, sempre comunicati precedentemente, in quanto giudicati non Covid-19.

 

Relazioni internazionali: Il presidente Bonaccini incontra in Regione l’ambasciatore del Messico in Italia.

 

Relazioni internazionali. Il presidente Bonaccini incontra in Regione l’ambasciatore del Messico in Italia, Carlos García de Alba Zepeda. Allargamento delle collaborazioni in campo economico, culturale, agro-industriale, innovazione e Big data.

Presente anche il console onorario per l’Emilia-Romagna, Paolo Zavoli.

Bologna – Il presidente Stefano Bonaccini ha incontrato oggi in Regione l’ambasciatore del Messico in Italia, Carlos García de Alba Zepeda, accompagnato dal console onorario per l’Emilia-Romagna, Paolo Zavoli.

Al centro dell’incontro, la possibilità di intensificare i rapporti, anche attraverso intese bilaterali, in diversi settori, fra i quali quello agro-industriale, ma anche nei comparti fitosanitario, dei Big data, culturale.

Il faccia a faccia è stato subito operativo, finalizzato all’allargamento delle relazioni bilaterali, con l’avvio della verifica dei passaggi necessari per costruire in tempi brevi un protocollo di intesa sui temi di interesse comune.

Tra le proposte avanzate, anche la realizzazione di webinar informativi sul nuovo Accordo globale Unione Europea-Messico, coinvolgendo anche Stati Uniti e Canada, partner commerciali del Messico, dedicati alla possibilità di inserimento di prodotti emiliano-romagnoli nel mercato messicano, e viceversa.

In agenda anche la Settimana della cucina emiliano-romagnola in Messico nel novembre 2022, con eventi culturali e incontri tra le aziende.

Il presidente Bonaccini ha anche ricordato anche la legge regionale sull’attrattività che supporta gli insediamenti in Emilia-Romagna di aziende anche estere.

Covid: Alle 12 in Emilia-Romagna oltre 77mila prenotazioni di 70-74enni.

 

Covid. Alle 12 in Emilia-Romagna oltre 77mila prenotazioni di 70-74enni: in poche ore quasi un terzo del target totale. Oggi la visita del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, all’hub vaccinale in Fiera a Bologna. Il presidente Bonaccini: “Ulteriore dimostrazione di vicinanza al territorio. Avanti con le vaccinazioni secondo la linea indicata dal Governo. La macchina regionale pronta a fare oltre un milione di vaccini al mese se saranno garantite le dosi”.

Partite oggi stesso le prime somministrazioni, 600 in Fiera a Bologna e 100 a Crevalcore. Avanti anche con il vaccino alle persone più anziane (più del 73% gli over 80 che hanno ricevuto la prima dose), e a quelle con patologie critiche e gravi disabilità, di ogni età.

Bologna – Sono oltre 77mila i cittadini tra i 70 e i 74 anni (quindi i nati dal 1947 al 1951 compresi) che in poche ore in tutta l’Emilia-Romagna hanno già prenotato la vaccinazione contro il Covid-19, quasi un terzo del target complessivo, che è di 250mila.

Dall’apertura delle agende, oggi, fino alle 12 hanno fissato data e luogo dei loro appuntamenti per la somministrazione 77.144 emiliano-romagnoli: 2.045 a Piacenza, 6.443 a Parma, 9.590 a Reggio Emilia, 13.136 a Modena, 21.812 a Bologna, 3.179 a Imola, 4.162 a Ferrara e 16.777 nelle province di competenza dell’Ausl della Romagna, cioè Forlì-CesenaRavenna e Rimini (Forlì 2.292, Cesena 2.244, Ravenna 6.824 e Rimini 5.417).

Il punto sull’andamento della campagna vaccinale e sull’avvio delle prenotazioni per la nuova fascia d’età, con rare segnalazioni di difficoltà pervenute e le prime somministrazioni effettuate oggi stesso – un centinaio stamattina a Crevalcore e circa 600 nel pomeriggio nel Centro vaccinale della Fiera di Bologna –  è stato  fatto questo pomeriggio in occasione della visita del sottosegretario di Stato alla Salute, Andrea Costa, proprio all’Hub vaccinale in Fiera a Bologna, a distanza di pochi giorni da quella di venerdì scorso del commissario all’emergenza pandemica, il generale Francesco Paolo Figliuolo, e del capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Fabrizio Curcio.

Ad accompagnare il sottosegretario, che ha sottolineato i dati molto positivi della campagna vaccinale in Emilia-Romagna, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, presenti anche l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, il direttore generale dell’Azienda Usl di Bologna, Paolo Bordon, e il direttore del Dipartimento di Sanità pubblica, Paolo Pandolfi.

“Ringrazio il sottosegretario Costa per questa visita, che ancora una volta dimostra l’attenzione che il Governo ha nei confronti dei territori- ha affermato Bonaccini-. Noi abbiamo sempre detto che non compete alle Regioni, ma in primo luogo all’Unione europea e al Governo, la distribuzione delle dosi vaccinali, ma tocca a noi, invece, la capacità organizzativa e operativa per vaccinare più persone possibili nel minor tempo possibile: l’unico strumento che abbiamo per uscire dal tunnel e per riaprire tutto, come tutti speriamo, e per sempre”.

“Questa mattina- ha proseguito il presidente- abbiamo impresso un’ulteriore accelerata alla campagna, con le aperture delle prenotazioni per una nuova fascia di età, e le prime vaccinazioni già effettuate. Entro il mese di aprile, se i quantitativi di vaccino saranno confermati, apriremo anche ai 60enni, ma rispettiamo rigorosamente la consegna del Governo, che giustamente ci ha chiesto di terminare il prima possibile le vaccinazioni di tutti gli ultraottantenni, e degli ultrasettantenni almeno con una dose, proseguendo contemporaneamente con le somministrazioni alle persone con disabilità e alle persone con patologie critiche, che indipendentemente dall’età hanno bisogno di essere protette. Credo si possa dire che la macchina regionale sia pronta a viaggiare a velocità maggiori, ma serve la benzina, e cioè le dosi: all’Italia siano garantite le forniture previste, 50 milioni entro giugno e 80 nel terzo trimestre, e in Emilia-Romagna arriveremo a fare oltre un milione di vaccini al mese, immunizzando tutte le persone entro l’estate”.

La vaccinazione in Emilia-Romagna:

L’Emilia-Romagna è la prima grande regione per persone immunizzate in rapporto alla popolazione, con la capacità di somministrare oltre un milione di dosi al mese in presenza della quantità necessaria.

Alle 13 di oggi, sono 1.132.461 le dosi complessivamente somministrate, di cui 345.158 seconde dosi, quindi le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Oltre il 73% gli ultraottantenni che hanno già ricevuto almeno la prima dose, ed entro i primi di maggio la copertura sarà totale.

Proseguono anche le vaccinazioni di chi ha dai 75 anni in su e delle persone con patologie critiche e gravi disabilità di qualunque età, a cui si aggiungono, da oggi, quelle dei 70 anni e oltre.

L’obiettivo è quello di completare la vaccinazione degli over80 entro fine mese, massimo la prima settimana di maggio, sempre entro aprile aver somministrato almeno la prima dose alla maggior parte degli over70 e avviare quelle degli over60, le fasce d’età sulle quali bisogna concentrare l’attività di vaccinazione secondo le ultime direttive nazionali del Governo e della gestione commissariale.

Avanti anche con la vaccinazione del personale sanitario e delle strutture socio socio-sanitarie-assistenziali, compresi i degenti per la quasi totalità immunizzati.

L’hub vaccinale della Fiera di Bologna:

Messo a disposizione gratuitamente da BolognaFiere, occupa una superficie di 2.300 metri quadrati con 14 box vaccinali, oltre alle aree di accoglienza, registrazione e osservazione post-vaccinale. È attivo dal 2 gennaio sette giorni su sette, dal lunedì alla domenica, dalle 8.30 alle 18.30 e fino alle 24 nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì.

Al lavoro ogni settimana su turni, 400 persone tra medici, infermieri e assistenti sanitari dell’Azienda Usl, oltre a personale amministrativo e volontari. A oggi sono state eseguite 95.155 vaccinazioni, di cui 60.636 prime dosi e 34.519 seconde dosi.

Europa Verde boccia il calendario venatorio dell’Emilia-Romagna: Dieci specie cacciabili a rischio.

 

Comunicato Stampa Gruppo Europa Verde.

Silvia Zamboni, Capogruppo di Europa Verde e Vice Presidente Assemblea legislativa: “Anche quest’anno ho espresso voto contrario al calendario venatorio regionale. Nella maggioranza in Emilia-Romagna, Europa Verde è l’unico partito che si è sempre espresso contro l’attività venatoria”.

Il Gruppo Europa Verde boccia il calendario venatorio illustrato questa mattina nella Commissione politiche economiche dell’Assemblea legislativa regionale.

“Anche quest’anno ho espresso voto contrario al calendario venatorio. Nella maggioranza che sostiene il Governo della Regione Emilia-Romagna, Europa Verde è l’unico partito che si è sempre dichiarato contrario alla caccia in quanto attività ludica che si svolge a spese della vita di altri esseri viventi. Del resto non è una sorpresa per nessuno, dal momento che i Verdi da sempre sono notoriamente contro la caccia, avendo anche co-promosso un referendum per abolirla – dichiara Silvia Zamboni, Capogruppo di Europa Verde e Vicepreside dell’Assemblea legislativa -. Nel mio intervento in commissione ho sottolineato in particolare che il nuovo calendario venatorio predisposto dalla Giunta non recepisce le osservazioni fatte da Lega anticaccia (LAC), Animal Liberation, LAV e WWF che evidenziano le specie di animali che andrebbero escluse dall’attività venatoria: la volpe, la marzaiola, la tortora selvatica, l’allodola, la pavoncella, il moriglione, il codone, il beccaccino, la beccaccia e il frullino. Alcune di queste specie sono rientrate nella lista rossa aggiornata dei volatili nidificanti in Italia a rischio di estinzione: si tratta di marzaiola, codone, beccaccia e beccaccino, mentre il Ministero dell’Ambiente si è espresso in difesa di moriglione, tortora selvatica e pavoncella. Insoddisfacente anche l’invito, e non l’obbligo, a evitare l’uso dei proiettili al piombo che per Europa Verde dovrebbero invece essere vietati almeno in tutte le zone umide e negli specchi d’acqua in quanto il piombo è una sostanza tossica che minaccia l’ecosistema. Insieme a divieti più stringenti come Verdi chiediamo anche maggiori controlli. Così come va punito l’abbandono delle interiora degli ungulati, come prescrive l’accordo Stato-Regioni del 25 marzo 2021 che approva le linee guida in materia d’igiene delle carni di selvaggina. Infine va contrastato il bracconaggio e vanno intensificate le attività di prevenzione degli illeciti penali e amministrativi. Avevo già presentato nei mesi scorsi un’interrogazione alla Giunta su zone di caccia da terraferma spacciate per umide, a seguito della quale sono stati svolti controlli che hanno portato al ritiro di concessioni. Europa Verde continuerà a farsi portavoce delle associazioni che contrastano l’attività venatoria per salvaguardare in prima linea le specie protette, la biodiversità e l’ecosistema regionale”.

Europa Verde rilancia la richiesta alla Regione di accelerare il voto elettronico e la creazione di campagne di informazione.

 

Comunicato Stampa Gruppo Europa Verde.

Consorzi di Bonifica. Dopo il crollo dell’affluenza nei voti Europa Verde rilancia la richiesta alla Regione di accelerare il voto elettronico e la creazione di campagne di informazione sul ruolo dei Consorzi.

Silvia Zamboni, Capogruppo di Europa Verde e Vice Presidente Assemblea legislativa: “Accogliamo con favore l’apertura della Giunta ad un confronto sull’introduzione del voto elettronico per il rinnovo dei componenti elettivi dei CDA dei Consorzi di Bonifica. A dicembre la partecipazione alle elezioni, già scarsa in passato, è ulteriormente crollata. I Consorzi di bonifica amministrano ingenti risorse finanziarie derivanti versamenti dei cittadini tenuti all’oscuro delle loro prerogative di elettori. Ci vogliono campagne informative sul loro ruolo e i diritti dei contribuenti.

Bologna, 12/04/2021 – Il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha presentato oggi in Commissione Politiche Economiche un’interrogazione per chiedere alla Giunta se e con quale tempistica intenda attivarsi per accelerare l’introduzione del voto elettronico per l’elezione dei componenti elettivi dei Consigli di Amministrazione dei Consorzi di Bonifica.

In particolare la consigliera Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e Vice Presidente dell’Assemblea legislativa sollecita la Giunta ad intervenire rapidamente sull’istituzione del voto elettronico in relazione alle elezioni del Consorzio di Bonifica di Piacenza che erano state indette per questo aprile ma poi rinviate attraverso un’ordinanza del Presidente Bonaccini a seguito della valutazione dell’Asl di Piacenza che ha confermato, come ha sempre sostenuto Europa Verde, l’inopportunità di tenere le elezioni a causa dei rischi di contagio legati al voto.

“Siamo soddisfatti della decisione presa dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna dieci giorni fa di rinviare le elezioni per il rinnovo dei componenti elettivi del Cda del Consorzio di Bonifica di Piacenza per ragioni sanitarie, come sollecitato nel primo quesito della mia interrogazione discussa stamattina, ma depositata a inizio marzo. Una decisione che va nella direzione auspicata da Europa Verde. Raggiunto questo primo obiettivo, ora la Regione è chiamata a fare un passo ulteriore. Come ho sostenuto oggi in Commissione Politiche Economiche occorre istituire il voto elettronico, sia per evitare i rischi di contagio, sia per favorire un aumento della partecipazione al voto quando la fase pandemica sarà superata – dichiara la consigliera Silvia Zamboni -. Accolgo con favore, nella risposta del sottosegretario Baruffi, la proposta di attivare un confronto tra l’Assemblea legislativa, l’Assessorato alle Politiche Agricole e Lepida, la società che si occupa dei servizi digitali della Regione per trovare una modalità di voto elettronico protetto non in presenza. Resta però irrisolto il grave problema della scarsa partecipazione dei cittadini contribuenti alle elezioni dei Consorzi, i quali amministrano cospicui bilanci dell’ordine di milioni di euro derivanti proprio dai contributi che versano, per lo più a loro insaputa, i cittadini. Per questo ho chiesto alla Giunta di attuare campagne di informazione sull’importante ruolo dei Consorzi di Bonifica nell’ambito della sicurezza idraulica, della gestione delle acque irrigue e di opere urbanistiche e della tutela del patrimonio ambientale e agricolo, attività che incidono sugli interessi di un numero rilevante di cittadini e di imprese. È urgente fare luce sulle decisioni prese dai Consorzi che amministrano ingenti risorse in completa autonomia e per lo più all’oscuro dei cittadini contribuenti”.

Torrente Tresinaro (Re), migliorata l’efficienza idraulica con un intervento da 54mila euro di manutenzione delle sponde.

 

Difesa del suolo. Torrente Tresinaro (Re), migliorata l’efficienza idraulica con un intervento da 54mila euro di manutenzione delle sponde. L’assessore Priolo: “La cura del territorio fondamentale per costruire vera prevenzione”

Realizzato lo sfalcio della vegetazione che ostruiva il deflusso delle acque e la pulizia dell’alveo. I lavori hanno coinvolto il tratto che interessa i comuni di Casalgrande, Reggio Emilia e Rubiera.

Bologna –   Continua l’impegno della Regione per migliorare l’efficienza idraulica del torrente Tresinaro, nel reggiano.
Con il taglio della vegetazione in eccesso e di piante pericolanti su argini e golene che ostruivano il deflusso e la pulizia dell’alveo, sono terminati in questi giorni i lavori per riattivare il corretto scorrimento delle acque.
L’operazione, che ha garantito la salvaguardia dell’habitat naturale e della fauna ittica che vive nel torrente, ha coinvolto il tratto che interessa i Comuni di Casalgrande, Reggio Emilia e Rubiera. Le opere finanziate dalla Regione Emilia-Romagna, sono state realizzate dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile.

“La manutenzione delle sponde e delle aree golenali, finanziata con 54mila euro- ricorda l’assessore regionale alla Protezione civile, Irene Priolo– è stata preceduta da lavori mirati al ripristino di un’ampia sezione di deflusso del torrente, da Rubiera al ponte di San Donnino di Liguria in comune di Casalgrande, realizzati lo scorso anno. La cura del territorio è fondamentale per costruire vera prevenzione: cantieri come quello svolto sul Tresinaro vanno nella direzione di una crescente resilienza delle nostre comunità”.

In particolare, lo sfalcio della vegetazione spontanea invasiva nelle aree demaniali e nel Tresinaro è stato affiancato all’abbattimento di piante instabili, alla rimozione e allo smaltimento dei rifiuti presenti.
Nello svolgere i lavori, è stata salvaguardata la vegetazione autoctona di maggior pregio naturalistico e si è posta attenzione alla salvaguardia della fauna ittica, in linea con le disposizioni nazionali e il Disciplinare tecnico per la manutenzione nei siti della rete Natura 2000 predisposto dalla Regione Emilia-Romagna.

Difesa del suolo: A Codigoro (Fe), un investimento da 150mila euro per ricostruire l’argine sinistro sul Po di Volano.

 

Difesa del suolo. A Codigoro (Fe), un investimento da 150mila euro per ricostruire l’argine sinistro sul Po di Volano. L’assessore Priolo: “Continua l’impegno della Regione per la sicurezza del territorio”.

Concluso l’intervento di somma urgenza in prossimità della foce del Po, realizzato per mettere in sicurezza l’abitato in caso di piena del fiume.

Bologna – Ricostruito l’argine sinistro del ramo storico del Po di Volano, una barriera a protezione dell’abitato e delle persone, in caso di piena.
Si sono conclusi a Volano, nel Comune di Codigoro (Fe), i lavori di somma urgenza per ripristinare la sponda del fiume finanziati dalla Regione Emilia-Romagna con 150mila euro, nell’ambito delPiano degli interventi urgenti 2020 per il ripristino di strutture e infrastrutture danneggiate dalle ondate di maltempo che si sono succedute negli ultimi mesi.

“L’intervento si è reso necessario a causa del progressivo franamento del terrapieno verso il fiume, una minaccia per la sicurezza dei cittadini in caso di innalzamento del livello delle acque- spiega l’assessore regionale alla Protezione civile Irene Priolo-. Si tratta quindi di un cantiere di fondamentale importanza per la resilienza di questo angolo della provincia ferrarese, segno di un impegno per la sicurezza territoriale che continua e caratterizza fortemente la strategia regionale”.

Le opere sono state curate dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile. Per prima cosa, hanno riguardato la demolizione e la rimozione dei manufatti collassati o danneggiati, con il successivo inserimento nel terreno di travi da 9 metri, collegate da un cordolo in cemento armato un metro e mezzo sopra il livello del mare. Gli spazi sono stati riempiti con materiale terroso e, per assicurare un impatto architettonico gradevole, è stato realizzato un rivestimento con una struttura in legno in larice trattato.

Nursing Up De Palma: «I farmacisti possono vaccinare dopo un mero corso on line e addirittura raccogliere il consenso informato.».

 

Comunicato Stampa Nursing Up.

Infermieri, Nursing Up, De Palma: «I farmacisti possono vaccinare dopo un mero corso on line e addirittura raccogliere il consenso informato. Ci saremmo aspettati da tempo una ferma presa di posizione da parte della FNOPI».

Praticamente per i farmacisti è bastato fare quello che noi indichiamo da tempo per gli infermieri: un protocollo. Eppure la somministrazione intramuscolare è materia infermieristica per eccellenza. Insomma per abilitare i farmacisti a svolgere in autonomia i vaccini è bastato un protocollo che, in un colpo solo, ha consentito di superare la questione tanto importante e delicata del consenso informato, della idoneità al vaccino e dell’osservazione post somministrazione del prodotto, fino a ieri da taluni ritenuta (evidentemente impropriamente) ad appannaggio esclusivo dei medici. Ci chiediamo perchè questo non è stato fatto, ancor più oggettivamente, con gli infermieri che partono dall’essere i titolari della specifica attività di somministrazione, e di un’azione professionale sottesa da programmi di formazione e professionalizzazione indiscutibili, che caratterizzano ogni minuto l’elevata qualificazione e qualità dei processi assistenziali di riferimento? 

ROMA 12 APR 2021 – «Seguiamo con attenzione la notizia che la FNOPI, Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche, ha deciso di impugnare la ormai “celebre” Delibera n. 305/2021 della Regione Veneto, mostrando quindi finalmente, come noi avevamo chiesto pubblicamente che accadesse, profondo dissenso nei confronti di un progetto, come quello del Governatore Zaia, che prevede la creazione, come li definisce non a torto la stessa FNOPI, di “super Oss”.

Parliamo di Operatori Socio Sanitari che, negli obiettivi assai poco condivisibili del Governatore, dovrebbero sopperire alla cronica carenza di infermieri con un semplice corso di 300 ore e che quindi dovrebbero svolgere parte delle medesime funzioni infermieristiche senza essere in alcun modo qualificati per farlo. Lo abbiamo ribadito a gran voce, abbiamo “urlato” la nostra contrarietà alla Delibera, evidenziando come si tratterebbe dell’ennesimo durissimo colpo inferto alla qualità di un Sistema Sanitario già traballante e che inoltre potrebbe lasciare “strascichi” pericolosi, aprendo la strada alla possibilità che altre Regioni, nelle medesime condizioni di carenza di personale, seguano lo stesso “improvvido” esempio».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

Certo è che, dove la politica fallisce la parola adesso passa alla magistratura. Noi ci auguriamo che la giustizia faccia il suo corso e che blocchi sul nascere questo paradossale ed infelice provvedimento regionale, che nè l’organizzazione sanitaria, nè soprattutto i malati, possono permettersi di tollerare.

Continueremo, continua De Palma, a combattere ogni giorno come sindacato degli infermieri, per far capire ad una certa politica, quella che incede con i paraocchi e che agisce in modo così superficiale, che solo ripartendo dalla valorizzazione della professione infermieristica, e non certo creando figure di supporto che svolgono funzioni per le quali non possiedono le giuste competenze, ci avvicineremo all’obiettivo. Gli infermieri devono e possono essere il perno di questo fondamentale cambiamento, con i pazienti, i nostri cittadini, come obiettivo principale di un sistema universale ed affidabile, incentrato su professionalità degne di tal nome.

In tutto questo non possiamo negare che ci aspettavamo una ferma presa di posizione da parte della FNOPI anche sull’articolo 20 del DL Sostegni, nello specifico alla lettera H, laddove incomprensibilmente si consente oggi ai farmacisti di somministrare i vaccini dopo un mero corso on line.

Addirittura, se si legge l’accordo quadro tra Governo, Regioni e Federfarma, con una bacchetta magica i farmacisti possono addirittura raccogliere il consenso informato e, udite udite, in caso di reazioni avverse chiamano il 118 e si attivano immediatamente con il necessario supporto, fino a somministrare adrenalina, nei casi necessari e per via intramuscolare.

Praticamente per i farmacisti è bastato fare quello che noi indichiamo da tempo per gli infermieri: un protocollo. Eppure la somministrazione intramuscolare è materia infermieristica per eccellenza. Insomma per abilitare i farmacisti a svolgere in autonomia i vaccini è bastato un protocollo che, in un colpo solo, ha consentito di superare la questione tanto importante e delicata del consenso informato, della idoneità al vaccino e dell’osservazione post somministrazione del prodotto, fino a ieri da taluni ritenuta (evidentemente impropriamente) ad appannaggio esclusivo dei medici. Ci chiediamo perchè questo non è stato fatto, ancor più oggettivamente, con gli infermieri che partono dall’essere i titolari della specifica attività di somministrazione, e di un’azione professionale sottesa da programmi di formazione e professionalizzazione indiscutibili, che caratterizzano ogni minuto l’elevata qualificazione e qualità dei processi assistenziali di riferimento?»

Donne, Fials: Online sondaggio ‘Quale parità di genere sui luoghi di lavoro in sanità’.

 

Comunicato Stampa FIALS.

Donne, Fials: Online il sondaggio ‘Quale parità di genere sui luoghi di lavoro in sanità’ per fotografare la condizione femminile nelle Aziende sanitarie.

Roma, 12 apr. – Entra nel vivo il progetto Fials Donne&Sindacato con un questionario, messo a disposizione online in questi giorni: è il primo passo di un percorso virtuoso che vede il coinvolgimento di tutte le dipendenti di Aziende sanitarie pubbliche, strutture private e terzo settore, nella realizzazione della campagna di comunicazione per aumentare la consapevolezza e il rispetto delle pari opportunità, e promuovere azioni per il riequilibrio di genere sui luoghi di lavoro. La survey, i cui risultati di compilazione avverranno in forma rigorosamente anonima, è disponibile sulla pagina Facebook del Coordinamento Donne Fials ed è mirato ad acquisire una prima importante fotografia di quanto percepito dalle lavoratrici sull’attenzione alla parità di genere da parte delle aziende sanitarie e sulla sua espressione.

“Per le donne, trovare un equilibrio tra vita privata e professionale – spiega Elena Marrazzi, responsabile del progetto – è una sfida costante a causa dei diversi ruoli che è chiamata a ricoprire nella società. Il Coordinamento Donne Fials vuole conoscere il punto di vista di ognuna per farsi portavoce dei problemi comuni e delle possibili soluzioni. Per questo, il nostro sondaggio è rivolto a tutte le lavoratrici della sanità pubblica, privata e del terzo settore. I dati che otterremo ci consentiranno di acquisire informazioni utili per delineare con maggior accuratezza l’attuale contesto organizzativo delle Aziende sanitarie pubbliche e private italiane”.

L’elaborazione statistica delle risposte che perverranno, servirà inoltre, nel corso del progetto, all’individuazione delle strategie necessarie per migliorare l’organizzazione lavorativa e per sviluppare una cultura aziendale più inclusiva e attenta alla gestione delle diversità di genere. Dopo la somministrazione della survey, a partire dalla metà del mese di aprile, il percorso progettuale proseguirà con ulteriori azioni: incontri del Coordinamento Donne Fials, focus group e tavoli di confronto. “Ci sarà il coinvolgimento di un apposito gruppo di progetto che studierà un percorso di riflessione e sensibilizzazione, oltre a elaborare le proposte operative. Tali proposte – annuncia Marrazzi – andranno a integrare il complesso degli interventi da includere nel piano d’azione”.

Il sondaggio online è diviso in due sezioni: ‘Donne in sanità’ e ‘Parità di genere e Welfare’. Tra i quesiti posti, quello di “definire quali sono le esigenze dei dipendenti, con particolare attenzione alla condizione della donna e aiutare le aziende a trovare soluzioni finalizzate alla soddisfazione dei propri dipendenti, conciliando quindi la vita privata e il lavoro”. Mentre tra le domande si legge: “Avere un figlio rappresenta o rappresenterebbe un problema per la mia crescita professionale?”. O anche: “Assistere un familiare in condizione di fragilità rappresenta o rappresenterebbe un problema per la mia crescita professionale?”. E in chiusura si richiede: “Quali potrebbero essere secondo lei gli strumenti di welfare che l’aiuterebbero a conciliare meglio la sua vita-lavoro?”.

Partecipare al sondaggio Fials ‘Quale parità di genere sui luoghi di lavoro in sanità’ è semplice, basta accedervi online e compilarlo, cliccando sul link: https://docs.google.com/forms/d/1gHkf2NuIdjLEARfuAp4VRfmOasZMBagE30cI7DTfRrw/prefill

 

La cooperativa OFFICINA68: come la Coop Sociale di Ferrara affronta la sfida del Covid.

 

Ufficio stampa Confcooperative Ferrara.

OFFICINA68, E-COMMERCE E ARREDAMENTO IN OTTICA SOCIALE:
Dal Centro del Riuso alle vendite online, così la cooperativa sociale di Ferrara affronta la sfida del Covid.

 Recuperare, valorizzare e vendere online oggetti usati, per promuovere l’economia circolare e al contempo favorire l’inserimento lavorativo delle persone in difficoltà. È la sfida che la cooperativa sociale Officina68 di Ferrara sta portando avanti affrontando di petto le grandi problematiche poste dal Covid che – come spiega Luca Bui, tra i soci fondatori della cooperativa -, “influisce sulla vita di tutti e non ci lascia indifferenti”.

Quando un anno fa è scoppiata la pandemia – racconta Bui – ci siamo guardati in faccia e abbiamo cercato di reagire in ogni modo possibile. Invece di soffermarci su un solo core-business, abbiamo deciso di continuare a puntare su tutti i servizi che offriamo, implementando la vendita online, e negli ultimi mesi ci sta dando buoni riscontri”.

Nella mission di Officina68, in quanto cooperativa sociale di tipo A+B (aderente a Confcooperative Ferrara), c’è l’inserimento lavorativo di persone momentaneamente emarginate da processi produttivi e commerciali. E questo attraverso i servizi offerti dall’impresa non-profit come l’e-commerce di oggetti usati, arredamento sociale (cioè il ritiro e la vendita di mobili usati, compreso il loro trasporto e montaggio), sgomberi, manutenzioni per la casa e di laboratori aperti anche al pubblico.

In un’ottica di economia circolare, il nostro impegno è finalizzato a rivalutare oggetti che sono inutilizzati ma possono ancora dare molto. Così cerchiamo di evitare sprechi, ridurre i consumi e valorizzare gli scarti”commenta Bui.

Alcuni di questi prodotti vengono recuperati grazie al Centro del Riuso di Officina68, il primo del suo genere nato nella provincia di Ferrara. Qui, un operatore valuta il reale riutilizzo dell’oggetto abbandonato o in disuso e in caso di valutazione positiva si accorda per il giorno di ritiro presso il domicilio della persona. Al Centro l’oggetto viene controllato, igienizzato, catalogato, fotografato e messo on-line e in area espositiva per la vendita. Nel caso in cui la valutazione sia negativa, tutto finisce nel centro di raccolta non prima di aver salvaguardato eventuali parti riutilizzabili.

Nella ricerca del personale, Officina68 punta a coinvolgere persone adulte che non hanno più un’occupazione e sono in cerca di un impiego.

“Desideriamo dare un’altra opportunità a tutte quelle persone (ho tolto l’età anagrafica) che, per un motivo o per un altro, non hanno più un’occupazione e vogliono rientrare nel mondo del lavoro. Noi gli proponiamo un percorso di formazione, con l’ausilio degli assistenti sociali, attivando un tirocinio, finalizzato all’assunzione”.

 Fondata nel dicembre del 2016, la cooperativa sociale Officina68 è composta da 7 dipendenti e 2 volontari dei quali 8 sono soci. I percorsi di tirocinio attivati con la cooperativa annualmente sono circa una ventina all’anno. Cerchiamo di proporre progetti di lunga durata in modo da formare al meglio e sulle nostre esigenze le persone che selezioniamo dai profili che ci vengono inviati dal servizio sociale o dai centro formativi. Da un primo step di valutazione che normalmente ha una durata dai 3 ai 6 mesi massimo, individuiamo le persone che incontrano meglio le nostre necessità incominciando un percorso di autonomia e responsabilità con la finalità di un’assunzione.

Ad oggi le persone assunte dopo un percorso di tirocinio sono 4.

Una menzione particolare è la collaborazione di Officina68 con Hera e Last Minute Market al progetto “Cambia il Finale”. Si tratta di un’iniziativa nella quale la multiutility Hera propone all’utente di donare alla cooperativa l’oggetto, ancora riutilizzabile, che si intende smaltire.

 

 

Le donne e il potere: i soggetti imprevisti della storia.

 

Comunicato Stampa Fidapa Ferrara.

La Sezione Fidapa Bpw Italy di Ferrara, il 16 aprile p.v. alle ore 18.00, sulla piattaforma Google Meet, attuerà il progetto “Le donne e il potere: i soggetti imprevisti della storia”. 

Orsetta Giolo, Professoressa associata di Filosofia del Diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, porterà a riflettere sulle specificità del potere esercitato dalle donne in termini di competenza, esperienza, visioni allargate e relazioni empatiche, in contrapposizione ai modelli di potere maschili che si sono manifestati nel corso della storia.

Secondo la critica femminista, che problematizzando tali modelli sul piano teorico e pratico, intende mettere a tema la soggettività imprevista delle donne, tesa ad una riconcettualizzazione del potere stesso e alla messa in discussione del rapporto di La Sezione Fidapa Bpw Italy di Ferrara, il 16 aprile p.v. alle ore 18.00, sulla piattaforma dominazione in esso contenuto, che è auspicabile superare in ragione del principio di uguaglianza.

 

Difesa del suolo: Conclusi gli interventi per il ripristino dell’efficienza idraulica in località Cavidole a Castelnuovo Rangone.

 

Difesa del suolo. Torrente Tiepido, conclusi gli interventi per il ripristino dell’efficienza idraulica in località Cavidole a Castelnuovo Rangone (Mo). L’assessore Priolo: “Da inizio legislatura investiti 1,5 milioni di euro”.

Tornato in sicurezza anche il transito sul percorso Natura del torrente. Interventi di ripristino del corso d’acqua realizzati nei mesi scorsi dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile anche nei Comuni di Maranello e Serramazzoni.

Bologna – Tornano in sicurezza il tratto del torrente Tiepido in località Cavidole a Castelnuovo Rangone (Mo) e il transito sul vicino percorso Natura.

Sono infatti conclusi i lavori a cura dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile per il ripristino dei danni causati dagli eventi meteorologici di novembre 2019, finanziati dalla Regione Emilia-Romagna con 60mila euro.

Gli interventi, iniziati l’8 febbraio scorso, hanno permesso il ripristino dell’efficienza idraulica del corso d’acqua lungo circa 400 metri con la riprofilatura del torrente per garantire il corretto deflusso delle acque ed evitare l’interruzionedella viabilità di via Cavidole. Si è inoltre provveduto al rialzo della sponda, adeguatamente protetta per evitare la formazione di aree depresse in cui possa defluire l’acqua di piena, oltre che a mettere in sicurezza il passaggio sul percorso natura del Tiepido.

“I lavori portati a termine si inquadrano in un complesso più ampio di opere idrauliche sul torrente Tiepido nel tratto a monte della città di Modena- spiega l’assessore regionale alla Protezione civile, Irene Priolo-, tra loro coordinate e finalizzate alla messa in sicurezza del territorio. In tutto, dall’avvio del mandato nel 2020, sono stati investiti 1 milione e mezzo di euro, a conferma di un impegno costante per rispondere alle criticità aperte anche in seguito agli eventi meteo estremi degli ultimi mesi e, in generale, del territorio modenese”.

Il punto sugli interventi lungo il Tiepido:

Tra gli ultimi interventi realizzati anche quello per complessivi 240mila euro, concluso a novembre dello scorso anno, per mettere in sicurezza un tratto della sponda a sinistra del torrente. Le opere hanno permesso di realizzare un nuovo muro di difesa a monte dell’attraversamento ciclopedonale del percorso natura della provincia di Modena, dove l’erosione aveva compromesso anche le reti dei servizi essenziali, sempre in Comune di Castelnuovo.

Questi lavori completano altri cantieri realizzati nel 2020 per complessivi 700mila euro. In particolare, la costruzione di due nuovi muri di difesa spondale e il consolidamento di uno già esistente nel Comune di Castelnuovo Rangone; i lavori di ripristino dell’efficienza idraulica e la realizzazione di soglie di fondo dell’alveo nei pressi della strada Statale n. 12, nel Comune di Serramazzoni e il ripristino dell’efficienza idraulica dell’alveo tra la via Gherbella e l’autostrada A1, nel Comune di Modena.

Inoltre, in località Torre Maina nel Comune di Maranello, prima delle piene di dicembre è stato ultimato il consolidamento delle sponde con l’esecuzione di repellenti: si tratta di strutture in massi cementati per favorire il flusso della corrente verso il centro del fiume, uniti a risagomature dell’alveo, per complessivi 280mila euro stanziati a seguito dei danni registrati nel 2019. Anche il Gruppo Hera ha collaborato al ripristino del corso d’acqua con altri 190mila euro di investimento anche al fine di riattivare e proteggere le condotte fognarie.

Nursing Up De Palma: Finalmente la FNOPI alza la voce e decide di impugnare la Delibera della Regione Veneto sui “super Oss”.

 

Comunicato Stampa Nursing Up.

Infermieri, Nursing Up, De Palma: «Finalmente la FNOPI alza la voce e decide di impugnare la Delibera della Regione Veneto sui “super Oss”. Occorre che tutti facciano la loro parte per evitare nuovi errori di cui nè i malati, nè il personale sanitario, hanno certo bisogno. Difendere e valorizzare la professione infermieristica, questo ci vuole».

«In tutto questo non possiamo negare che ci aspettavamo una ferma presa di posizione da parte della FNOPI anche sull’articolo 20 del DL Sostegni, nello specifico alla lettera H, laddove incomprensibilmente si consente oggi ai farmacisti di somministrare i vaccini dopo un mero corso on line.

Addirittura, se si legge l’accordo quadro tra Governo, Regioni e Federfarma, con una bacchetta magica i farmacisti possono addirittura raccogliere il consenso informato e, udite udite, in caso di reazioni avverse chiamano il 118 e si attivano immediatamente con il necessario supporto, fino a somministrare adrenalina, nei casi necessari e per via intramuscolare.

Praticamente per i farmacisti è bastato fare quello che noi indichiamo da tempo per gli infermieri: un protocollo. Eppure la somministrazione intramuscolare è materia infermieristica per eccellenza. Insomma per abilitare i farmacisti a svolgere in autonomia i vaccini è bastato un protocollo che, in un colpo solo, ha consentito di superare la questione tanto importante e delicata del consenso informato, della idoneità al vaccino e dell’osservazione post somministrazione del prodotto, fino a ieri da taluni ritenuta (evidentemente impropriamente) ad appannaggio esclusivo dei medici. Ci chiediamo perchè questo non è stato fatto, ancor più oggettivamente, con gli infermieri che partono dall’essere i titolari della specifica attività di somministrazione, e di un’azione professionale sottesa da programmi di formazione e professionalizzazione indiscutibili, che caratterizzano ogni minuto l’elevata qualificazione e qualità dei processi assistenziali di riferimento?»

ROMA 12 APR 2021 – «Seguiamo con attenzione la notizia che la FNOPI, Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche, ha deciso di impugnare la ormai “celebre” Delibera n. 305/2021 della Regione Veneto, mostrando quindi finalmente, come noi avevamo chiesto pubblicamente che accadesse, profondo dissenso nei confronti di un progetto, come quello del Governatore Zaia, che prevede la creazione, come li definisce non a torto la stessa FNOPI, di “super Oss”.

Parliamo di Operatori Socio Sanitari che, negli obiettivi assai poco condivisibili del Governatore, dovrebbero sopperire alla cronica carenza di infermieri con un semplice corso di 300 ore e che quindi dovrebbero svolgere parte delle medesime funzioni infermieristiche senza essere in alcun modo qualificati per farlo. Lo abbiamo ribadito a gran voce, abbiamo “urlato” la nostra contrarietà alla Delibera, evidenziando come si tratterebbe dell’ennesimo durissimo colpo inferto alla qualità di un Sistema Sanitario già traballante e che inoltre potrebbe lasciare “strascichi” pericolosi, aprendo la strada alla possibilità che altre Regioni, nelle medesime condizioni di carenza di personale, seguano lo stesso “improvvido” esempio».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Ci siamo indignati per primi, come Sindacato da sempre al fianco degli infermieri, per quello che per noi rappresenta l’ennesimo “salto nel vuoto”, un progetto non solo dai contenuti assai discutibili, ma che dimostra ancora una volta la scarsa concretezza e affidabilità della nostra politica sanitaria. Come si può immaginare di ricostruire il nostro SSN, e di offrire nell’immediato futuro, ai cittadini, un’assistenza qualitativa ed efficiente, creando figure di “pseudo infermieri” che di fatto non lo saranno mai, perché mai avranno le competenze per poter sostituire un professionista che arriva da un corso di laurea dove ai tre anni di studio affianca anche tre anni di tirocinio sul campo, acquisendo competenze che un Operatore Socio Sanitario non potrà mai avere con un semplice corso regionale di 300 ore. Ci meraviglia inoltre il fatto che una Delibera del genere sia stata “partorita” dalla mente di chi, alla guida di una Regione tra le più martoriate dalla pandemia, dovrebbe avere a cuore l’obiettivo di rifondare il sistema sanitario su basi per ben più solide, che non siano soluzioni tampone molto pericolose.

Certo è che, dove la politica fallisce la parola adesso passa alla magistratura. Noi ci auguriamo che la giustizia faccia il suo corso e che blocchi sul nascere questo paradossale ed infelice provvedimento regionale, che nè l’organizzazione sanitaria, nè soprattutto i malati, possono permettersi di tollerare.

Continueremo, continua De Palma, a combattere ogni giorno come sindacato degli infermieri, per far capire ad una certa politica, quella che incede con i paraocchi e che agisce in modo così superficiale, che solo ripartendo dalla valorizzazione della professione infermieristica, e non certo creando figure di supporto che svolgono funzioni per le quali non possiedono le giuste competenze, ci avvicineremo all’obiettivo. Gli infermieri devono e possono essere il perno di questo fondamentale cambiamento, con i pazienti, i nostri cittadini, come obiettivo principale di un sistema universale ed affidabile, incentrato su professionalità degne di tal nome.

In tutto questo non possiamo negare che ci aspettavamo una ferma presa di posizione da parte della FNOPI anche sull’articolo 20 del DL Sostegni, nello specifico alla lettera H, laddove incomprensibilmente si consente oggi ai farmacisti di somministrare i vaccini dopo un mero corso on line.

Addirittura, se si legge l’accordo quadro tra Governo, Regioni e Federfarma, con una bacchetta magica i farmacisti possono addirittura raccogliere il consenso informato e, udite udite, in caso di reazioni avverse chiamano il 118 e si attivano immediatamente con il necessario supporto, fino a somministrare adrenalina, nei casi necessari e per via intramuscolare.

Praticamente per i farmacisti è bastato fare quello che noi indichiamo da tempo per gli infermieri: un protocollo. Eppure la somministrazione intramuscolare è materia infermieristica per eccellenza. Insomma per abilitare i farmacisti a svolgere in autonomia i vaccini è bastato un protocollo che, in un colpo solo, ha consentito di superare la questione tanto importante e delicata del consenso informato, della idoneità al vaccino e dell’osservazione post somministrazione del prodotto, fino a ieri da taluni ritenuta (evidentemente impropriamente) ad appannaggio esclusivo dei medici. Ci chiediamo perchè questo non è stato fatto, ancor più oggettivamente, con gli infermieri che partono dall’essere i titolari della specifica attività di somministrazione, e di un’azione professionale sottesa da programmi di formazione e professionalizzazione indiscutibili, che caratterizzano ogni minuto l’elevata qualificazione e qualità dei processi assistenziali di riferimento?

Ma dove stiamo andando? Forse qualcuno pensa che un dottore in infermieristica non sia in grado di raccogliere un consenso informato anche meglio del farmacista o di intervenire in caso di reazioni avverse applicando protocolli predefiniti in piena sintonia con la sua formazione ed esperienza professionale?

Certo è che in questa strana Italia, sotto l’ombrello dell’emergenza sta accadendo di tutto: gli ausiliari diventano quasi infermieri, i farmacisti pure (almeno per alcune attività), mentre gli infermieri incassano.

Peccato che oggi ci siano a disposizione centinaia di migliaia di infermieri pubblici che potrebbero scendere in campo per garantire la campagna vaccinale “a regime di libera professione”, perchè questo è previsto dal Decreto appena adottato, e peccato che nella maggior parte dei casi le farmacie non abbiano più alcun motivo oggi, di contrattualizzare un infermiere, dopo la discesa in campo degli stessi farmacisti con il loro corso on line.

Non sarebbe stato più logico, giusto ed opportuno affidare agli infermieri la campagna vaccinale nelle farmacie come noi abbiamo chiesto, conclude De Palma, invece che impalmare della competenza di tale delicata somministrazione una categoria professionale (cioè quella dei farmacisti) che viene formata con un percorso di studi finalizzato a ben altre attività?  Ecco, anche riguardo a tutto ciò noi ci saremmo aspettati di conoscere e perchè no, di vedere agite le posizioni della FNOPI a tutela dei cittadini e della stessa professione infermieristica».

 

Aperte le candidature per gli Innovation in Politics Awards, Premio europeo per la politica al servizio dei cittadini.

 

I politici di tutta Europa sono invitati a presentare le loro iniziative più importanti: una giuria di 1.000 cittadini selezionerà i vincitori nelle nove categorie in gara, che saranno premiati in una speciale cerimonia di gala a dicembre.

Vienna, 12 aprile 2021 – Al via la nuova edizione degli Innovation in Politics Awards, il Premio che dal 2017 individua e rende merito alle best practice implementate da figure politiche europee, indipendentemente dalla loro affiliazione partitica o dal livello di governo, che hanno avuto un impatto positivo sulla vita dei cittadini, con l’obiettivo di ispirare i colleghi verso una politica sempre più virtuosa. Cittadini e rappresentanti politici sono dunque invitati a candidare le best practice, entro l’1 luglio 2021, nelle nove categorie del Premio: Comunità, Democrazia, Digitalizzazione, Ecologia, Economia, Educazione, Diritti umani, Qualità della vita e, dallo scorso anno, Strategie COVID–19.

Tutte le candidature saranno valutate da una giuria volontaria di 1.000 cittadini europei, che potranno candidarsi per ricoprire il ruolo entro il 20 agosto 2021: i dieci progetti con le più alte valutazioni per ciascuna delle nove Categorie raggiungeranno la finale del Premio, e i nove vincitori saranno annunciati in una cerimonia di gala il prossimo dicembre, compatibilmente con le misure anti – Covid.

“Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti finora dagli Awards, che in questi anni sono stati in grado non solo di dare un giusto riconoscimento alle scelte più innovative e coraggiose dei politici europei, ma di creare un vero e proprio network virtuoso per condividere idee a best practice e ispirare i colleghi di diverse nazionalità”, commenta Martin Slater, Rappresentante per l’Italia dell’Innovation in Politics Institute e Presidente di Noesis Group. “In una situazione generale ancora difficile e condizionata dall’emergenza sanitaria, il nostro augurio è che ancora una volta questa possa essere un’ulteriore sprone, come accaduto lo scorso anno, per l’implementazione di iniziative di valore e a sostegno dei cittadini, al di là delle barriere partitiche”.

L’edizione 2020 del Premio, sullo sfondo della pandemia, ha visto una varietà e numerosità eccezionale di progetti iscritti, che hanno colpito la giuria soprattutto per le iniziative candidate nella categoria Ecologia e Strategie COVID–19, sottolineando l’impareggiabile forza innovativa dei politici di tutta Europa anche in una situazione così complessa.

“Raramente abbiamo visto un anno così pieno di innovazione come quello appena concluso. E la pressione per il cambiamento è più forte che mai”, ha commentato Edward Strasser, CEO e co-fondatore dell’Innovation in Politics Institute, “Presentando gli Innovation in Politics Awards, individuiamo i politici più lungimiranti d’Europa e rendiamo il loro know-how accessibile al di là delle linee di partito e dei confini nazionali. Questo significa che possiamo affrontare le questioni chiave sulla scia della crisi del coronavirus – come creare nuovi posti di lavoro, rafforzare l’economia e migliorare il sistema sanitario – in tutta Europa più rapidamente.”

Dal 2017, più di 1.600 progetti politici sono stati candidati agli Innovation in Politics Awards. Oltre 4.000 cittadini europei hanno partecipato come giurati, selezionando un totale di 33 vincitori tra 330 finalisti. La Germania è attualmente in testa con sei progetti vincitori, seguita da Francia (cinque), Regno Unito (quattro) e Polonia (tre). L’Italia si posiziona appena sotto, con due progetti vincitori e 26 iniziative finaliste dall’istituzione del Premio.

Con l’obiettivo di incoraggiare lo scambio di idee in tutta Europa e promuovere lo sviluppo di politiche innovative oltre i confini nazionali, questi esempi di buone pratiche saranno ora accessibili a tutti i Paesi, per essere studiati e riutilizzati. La nuova piattaforma, implementata dall’Innovation in Politics Institute, è in costante crescita, e include 370 iniziative politiche di successo da 37 Paesi, compresi una ulteriore serie di progetti innovativi che non sono stati presentati agli Awards.

Le tappe degli Innovation in Politics Awards 2021:

  1. Candidatura: entro l’1 luglio 2021

I cittadini possono segnalare iniziative politiche innovative, ed i politici possono presentare i propri progetti online.

  1. Annuncio dei finalisti: fine settembre 2021

I nomi dei dieci finalisti in ciascuna delle nove categorie saranno pubblicati sul sito web degli Innovation in Politics Awards.

  1. Annuncio dei vincitori: dicembre 2021

I finalisti saranno invitati alla conferenza Politics, Coffee & Cake, dove avranno l’opportunità di descrivere i loro progetti e condividere esperienze e opinioni con gli ospiti del mondo politico, economico e ai media, oltre a rappresentanti di diverse Fondazioni. A seguire, durante una cerimonia di gala, saranno annunciati i nove vincitori. Il format sarà adattato per tenere conto dell’attuale situazione COVID-19.

 

 

***A proposito dell’Innovation in Politics Institute***

L’Innovation in Politics Institute è un’organizzazione internazionale non governativa che identifica, sviluppa e implementa l’innovazione nel mondo politico, al fine di rafforzare la democrazia in Europa e oltre. Con una rete europea di uffici e organizzazioni partner in 21 Paesi europei (Austria, Belgio, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Libano, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito), e insieme ai leader politici a tutti i livelli, l’istituto sta costruendo oggi la politica di domani. http://innovationinpolitics.eu/press/awards

 

Per maggiori informazioni:

Elena Cerutti, Eleonora Carminati – Noesis The Innovation in Politics Awards Italia
innovationinpolitics@noesis.net
T +39 02 8310511
www.innovationinpolitics.eu

Riaperture PhotoFestival Ferrara 2021| V Edizione| Nuove date e call per fotografi.

 

Comunicato Stampa Riaperture.

Ferrara, 10 settembre – 03 ottobre 2021, tutti i venerdì/sabato/domenica.

A seguito del protrarsi dell’emergenza sanitaria, Riaperture PhotoFestival Ferrara ha deciso di posticipare la sua apertura al 10 settembre 2021, inaugurando – eccezionalmente al calar dell’estate – la sua V Edizione sotto la voce di Ideale.

“La decisione deriva dalla volontà di permettere a tutti di vivere il Festival dal vivo e al meglio, garantendone sempre lo svolgimento in totale sicurezza” dichiara il Presidente di Riaperture APS, Giacomo Brini. “La convinzione è che la ripartenza non possa prescindere dagli eventi culturali e che per questo sia indispensabile tornare a proporsi al pubblico con un festival fisico da vivere, amare e condividere con più persone possibili, in cui guardare storie e scoprire luoghi noti e inediti di Ferrara”.

Quest’anno, per festeggiare la quinta edizione il Festival raddoppierà le date di apertura, passando dai consueti 2 fine settimana a 4, posticipando dunque la chiusura al 03 ottobre 2021.

Sedi come la Factory Grisù (Ex caserma dei vigili del Fuoco), la Cavallerizza, l’Ex Monastero e Chiesa di Santa Caterina Martire – già sede della ex Scuola professionale IPSIA -nonché le Chiese di San Carlo e San Paolo, normalmente non accessibili al pubblico, saranno restituite alla città come temporanei spazi espositivi. In questo modo si potrà approfondire il linguaggio fotografico contemporaneo e il contesto che lo ospita, in pieno accordo con la mission che, sin dagli albori contraddistingue Riaperture PhotoFestival, ovvero quella di riscoprire i non-luoghi della città valorizzandone il potenziale in termini di rigenerazione urbana.

La cultura fotografica sarà promossa anche attraverso una serie di attività complementari alle mostre, come conferenze, talk, incontri con l’autore, visite guidate e “caffè con l’autore”. Particolare attenzione sarà dedicata dalla formazione attraverso l’organizzazione di workshops e letture portfolio che coinvolgeranno i giovani grazie ad attività ad-hoc realizzate in collaborazione con Istituti cittadini, come il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara e con il Liceo Artistico Dosso Dossi di Ferrara.

Inoltre, al circuito ufficiale di mostre si affiancherà la prima edizione dell’OFF RIAPERTURE, un percorso parallelo di 30 progetti fotografici selezionati tra le candidature pervenute tramite call che verranno accolte all’interno di attività ricettive e commerciali del centro storico di Ferrara, per una città che per un mese si vestirà di fotografia.

A far da cornice all’atteso Festival e al sul programma, ci sarà un ricco palinsesto fruibile anche in modalità digitale, con rubriche dedicate rese disponibili sui canali Facebook e Instagram di Riaperture in cui a parlare saranno i luoghi, i fotografi e le mostre, assieme ai volontari, cuore pulsante della manifestazione, che racconteranno la loro personale esperienza del festival da un punto di vista inedito.

Il tema Ideale su cui verte la quinta edizione di Riaperture Photofestival Ferrara, si pone come un esercizio di fantasia, una proiezione immaginifica in tensione verso l’assoluto senza mai raggiungerlo, ma capace di cambiare i passi in percorso. Nella sua apparente inconsistenza, l’ideale è in grado di trasformare tanto la società quanto l’esistenza dei singoli individui. Per la pace si conquistano piazze, per l’amore si programmano vite o si stravolgono completamente, per la fede si lotta incessantemente, per l’uguaglianza si combattono rivoluzioni, per la famiglia si cambiano leggi per tutelarne le sue molteplici forme, per l’armonia tra la dimensione umana ed urbana si sono ideate intere città che ancora oggi vivono grazie a quei principi. Tutti questi ideali spingono le persone a uscire fuori da sé stesse, quasi a dimenticarsene, per difendere, ammirare, amare quell’ideale e puntare in alto, cercando di fermare la vita ad un istante di felicità. Per farlo, però, devono scardinare luoghi comuni e dare un senso nuovo al presente e alla lotta, sia personale che collettiva, che questi deve affrontare per affermarsi.

Il Concorso Fotografico, V edizione, Tema “Ideale”:

La quinta edizione di Riaperture Photofestival Ferrara non può prescindere dal suo consueto concorso fotografico. La call rimarrà aperta fino al 9 maggio 2021 e come di consueto sarà possibile partecipare sia con uno scatto singolo che con un intero progetto fotografico. Quest’anno, inoltre, il vincitore della categoria progetto fotografico si aggiudicherà non solo l’opportunità di esporre i lavori nel percorso ufficiale della V Edizione di Riaperture, ma sarà presente con il proprio lavoro anche a Mantova, all’interno del programma Off 2021 della Biennale della Fotografia Femminile. Per partecipare, clicca qui

La call per il Circuito OFF Riaperture:

Tra le grandi novità annunciate per l’edizione 2021 di Riaperture c’è anche la prima edizione della Call per partecipare al circuito OFF Riaperture, la cui scadenza è stata prorogata al 30 maggio 2021. Tramite la call verranno selezionati i 30 fotografi che meglio avranno interpretato la tematica dell’Ideale in tutte le sue molteplici sfaccettature. 30 saranno i nuovi luoghi tra attività commerciali, strutture ricettive, locali, spazi culturali, scelti da Riaperture per accogliere i progetti vincitori: ideali nel loro essere insoliti, in un dialogo tra quotidianità e riflessione. La call è aperta a tutti, dai fotografi professionisti agli appassionati, dai fotografi emergenti agli autodidatti di qualsiasi nazionalità, senza alcun limite di età, sia in modalità individuale che collettiva. Per partecipare, clicca qui.

Riaperture PhotoFestival Ferrara 2021, Festival internazionale di Fotografia V Edizione, è una manifestazione organizzata da Riaperture APS sotto la Direzione Artistica di Giacomo Brini con il Patrocinio del Ministero della Cultura e del Comune di Ferrara, in collaborazione con BFF di Mantova, Italy Photo Award e con Photo Contest World Water Day.

Saggezza e follia

I protagonisti delle vignette sono sgargianti individui che non sembrano appartenere al nostro mondo, forse vivono in un mondo variopinto o più probabilmente i loro colori accesi spiccano in un mondo all-white; un avatar del nostro contesto quotidiano, dove ciascuno di loro assomiglia a tutti e non assomiglia a nessuno. In fondo diverte l’idea di identificarsi con sagome fluo col naso a pera, ma voglio credere che anche questo può contribuire a guardarsi “da fuori” per sorridere e riflettere su ciò che siamo e ciò che stiamo diventando…
Riccardo Francaviglia

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Vecchia Emilia chitarra nera

Tante cose accadono in una settimana, tante altre ne accadranno.
Per com’è andata quella appena finita: io ho paura, paurissima, anche più del solito.
Un uomo saggio una volta ha detto che “la paura è la miglior amica dell’uomo” e ìo sono sempre stato d’accordo con lui ma un altro uomo saggio una volta ha detto “non voglio più amici, voglio solo nemici e basta alle vostre bugie, bugiEAH”.
Inizio paurosamente a essere d’accordo pure con lui.
Pensando alla settimana appena trascorsa potrei anche ridere e anche forte.
Nell’ordine: Mario Draghi ha pronunciato la parola “coscienza” (Mario Draghi!), Ursula Von Der Leyen si è dovuta sedere su un divano, il Principe Filippo se n’è andato (con lui se ne va anche il suo immenso talento comico, volontario o meno) e ultima – ma non meno importante – è tornato Vasco Brondi o almeno: io ho scoperto, forse in colpevole ritardo, che è tornato.
Non sono mai stato un fan di questo semi-eroe locale/nazionale, le cose che propone non sono esattamente la mia tazza di te.
Non capisco nemmeno il 99% dei cantautori italiani “classici”, figuriamoci se capisco la scarnificazione totale dei già troppo – musicalmente – scarnissimi cantautori italiani.
Quando anni fa era esploso il noto cantautore Calcutta, mi era sembrato di cogliere una sua vaga vena polemica nei confronti della “storica” posizione “di rilievo” della regione Emilia Romagna all’interno della produzione musicale italiana.
Mi sembrava di cogliere questa cosa da una sua intervista ma boh, chi lo sa, magari ero ubriaco o avevo semplicemente letto male.
Mi ricordo però che mi ero ritrovato a pensare al povero Vasco Brondi.
Avevo immaginato che – causa onda lunga di queste “nuove leve” – in breve tempo, il Vasco provinciale si sarebbe ritrovato soppiantato irrimediabilmente.
Disperso in un limbo tipo “troppo vecchio per la nuova scena indie-o-itpop-o-come-si-chiama-adesso/troppo alternativ* per Sanremo”.
Confesso che in impeto di bontà mi ero quasi sentito dispiaciuto per lui.
Questa mia bontà è però sparita – vanificando anni di sforzi – la scorsa settimana, circa al primo minuto di ascolto accidentale della sua nuova hit, l’ormai celebre “Chitarra nera”.
Durante quel primo minuto ho provato esattamente le stesse sensazioni di quel lontano 2008, anno in cui questo eroe indie a km zero era letteralmente ovunque e – soprattutto a Ferrara – con quei suoi soliti accordi zappati sulla chitarra e quel perpetuo recitato ansiogeno/apparentemente ricercato/con velleità letterarie, appestava l’aria della città estense peggio di quella “centrale elettrica” che l’aveva ispirato.
Quelle sensazioni – purtroppo – erano: dio, questo mi fa venir voglia di ammazzarlo con una bottiglia rotta, proprio come voleva fare quell’altro baffone ai tempi con James Taylor.
Quindi mi rendo conto perfettamente che ero e sono ancora cattivo.
Ma in realtà no, col tempo avevo provato a capire e a contestualizzare.
Avevo quasi rispettato, negli anni successivi, quei suoi timidi tentativi di evolversi almeno un minimo da quella roba lì che secondo alcuni era “il suo stile” ma per me era la bestemmia delle bestemmie: la sciatteria più insensata spacciata per “attitudine punk” per di più con quel piglio da frase sulla Smemoranda di uno che però LEGGE MOLTO E LEGGE BENE.
Ordunque ora mi chiedo: ma perché – dopo quei timidi tentativi di rimescolare le carte – uscirsene fuori così, con una roba del genere, così imbarazzantemente 2008, nell’anno del Signore 2021?
E mi chiedo poi: ma perché la gente ancora abbocca?
È forse perché in Italia, come sempre e da sempre, l’ipotetico ascoltatore medio tende sempre a farsi abbindolare più dalle parole che dalla musica?
E a proposito, mi chiedo: ma perché un testo del genere?
Ferrara è una città piccola dove tutti sanno tutto e quella lunga colata di parole sarebbe comprensibile persino da Mons. Negri anche se non abita più a Ferrara da anni e anzi, secondo me gli fischiano pure le orecchie perché ha abitato a Ferrara abbastanza e penso che in queste settimane si gli sia venuta una certa insonnia.
Dunque ancora: perché?
Sig. Vasco Brondi, perché?
Perché hai scaraventato me – e tanti altri perché so per certo che non sono da solo – in quel lontano 2008?
L’hai forse fatto per farci dimenticare il maggior caos in cui si sguazza in questi ruggenti anni ’20?
Se sì: grazie per il pensiero ma non serviva.
E ad ogni modo non funziona.
Mario Draghi è ancora qua, con quella sua epidermide così peculiare.
Sarebbe davvero bello se tu, Vasco Brondi, riuscissi a riportarci tutti a quel 2008 in cui la parola “retromania” era quasi sconosciuta nel nostro bel Paese.
Ma non penso sia fattibile.
Ad ogni modo buona fortuna.
È comunque divertente rendersi conto che – proprio come in quel 2008 – il concetto di fastidioso e sciatto rumore inascoltabile continui a non includere voi noiosi cantautori per la maggior parte delle persone.
Il rumore inascoltabile è e sarà sempre la roba che ascoltiamo noi che veniamo guardati storti perché mettiamo su i Throbbing Gristle o i Mars mentre beviamo il primo caffè al mattino, va benissimo così perché ormai siamo abituati
Tutto questo poi mi fa quasi sentire meno anni sul groppone, proprio come quella volta di tanti anni fa, quando un altro cantautore mi chiese di togliere i Flipper perché “troppo rumorosi per le ore 3 e 40 circa del mattino”.
Ma vabbè, non possono perseverare solo gli altri quindi anch’io rimango qui a perseverare e a urlare “Flipper” per strada e a caso, proprio come nel 2008.
Brindo allora a te, Vasco Brondi e anche al mondo intero con un bel bicchierino di Vecchia Emilia – Chitarra Nera perché è così che va il mondo, proprio come dicevano i Flipper.
Buona settimana a tutti e cordiali saluti.

Way of the world (Flipper, 1982)

La catabasi del lockdown

 

Era sabato dell’altra settimana, Sabato Santo, il giorno in cui Cristo scende agli inferi, il giorno del silenzio. Penso allora a come quest’ultimo anno ha fermato tante persone, non solo in senso fisico, ma anche come momento necessario per ripensarsi, cambiare abitudini, cambiare progetti. E a come questo non è spesso naturale o semplice, ma ci costringe a toccare le nostre fragilità e paure. Insomma, una vera e propria discesa agli inferi. O “catabasi”, dal greco κατάβασις: “discesa”, formata da κατα- “giù” e βαίνω “andare”; un topos letterario, dunque un archetipo della psicologia che descrive metaforicamente l’esperienza umana.
I vari racconti della letteratura parlano delle diverse sfumature di questa discesa: può accadere per amore, come a Orfeo che tenta di salvare la sua Euridice; per purificarsi, come ad Ercole, che come ultima e più ardua fatica deve catturare Cerbero; per fare memoria e scoprire i disegni futuri, come a Ulisse, che rievoca le anime dei defunti e dialoga con loro; per comprendere le ragioni del proprio peregrinare, come a Enea, che dialoga con l’anima del padre Anchise, e così via.
Comunque sia il nostro viaggio interiore, ne risaliamo con delle nuove consapevolezze; sono esse che ci danno forza per il cammino e, nel senso inverso, salire verso l’alto. Per usare un termine pasquale, per Risorgere.