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Giorno: 14 Aprile 2021

M’AMA NON M’AMA …
Riconoscere le radici della violenza e scegliere la libertà

 

Si definisce ‘femminicidio’ o ‘omicidio di genere’ un omicidio doloso o preterintenzionale, in cui una donna viene uccisa da un individuo di sesso maschile per motivi basati sul genere.

Si allunga ogni settimana la lista delle donne vittime di questo tipo di omicidio. Nei primi tre mesi del 2021 sono state ammazzate da compagni e fidanzati quindici donne e la lista continua a salire ogni giorno che passa. Un fenomeno che non si arresta, che non tende a diminuire. Più se ne parla, più se ne scrive, e più la situazione peggiora, come se un minimo di rilevanza mediatica desse a questi assassini un po’ di voglia in più di ammazzare.

Nel 2020 sono stati commessi novantuno femminicidi, di questi ottantuno sono stati commessi nel contesto familiare, cioè l’89% del totale (Rapporto Eures 2020). C’è poco da fare, i mostri li abbiamo in casa. Sono i nostri compagni o ex-compagni, che ci sfigurano con l’acido, provano ad ammazzarci, ci calpestano, ci prendono a schiaffi e calci, ci rapiscono i figli (non tutti, s’intende!). Mi chiedo sempre da dove arrivi un odio del genere. Per quanto la psicanalisi provi a spiegarne le motivazioni profonde, le modalità, le giustificazioni e i mezzi, io continuo a stupirmi e addolorarmi ogni giorno.

Mi tornano così alla memoria storie di soprusi che ho sentito raccontare, storie di umiliazioni perpetrate all’infinito, che tolgono qualunque tipo di dignità, che lavorano in maniera silente e costante come tante stalagmiti che crescono grazie al lavorio delle gocce d’acqua. Conformazioni calcaree che ci mettono molto tempo a diventare visibili, una vita a calcificare e a diventare punte acuminate che perforano l’aria. A un certo punto le vedi, piantate nella grotta nella quale si trovano, pronte ad acuire il senso di pericolo, pronte a fare male senza esitazione. Una sberla un giorno, poi una dopo una settimana, poi due dopo un mese e poi più in là ancora altre.

Non c’è sempre la possibilità di ribellarsi a questo mostro che cresce dentro casa, a questa modalità lenta, silente e progressiva che si nutre di quotidianità, di impossibilità di rompere legami sbilanciati, dal punto di vista della relazione e/o delle necessità economiche. C’entra l’indipendenza come arma a doppio taglio: si può odiare una donna perché è indipendente, così come la si può odiare perché è dipendente. La dipendenza crea umiltà, paura, sottomissione. Ma il mostro è spesso un vile e gli piace molto, in quanto vile, prendersela con chi non sa difendersi. Allo stesso tempo il vile ama a sua volta i rapporti sbilanciati. Adora chi è prepotente con lui, detesta chi è sottomesso, chi è ridotto a una passività imposta dal logorio di un’umiliazione costante. È questo logorio che riduce una donna al suo livello, quello che proprio lui detesta. Un vile odia se stesso e adora i prepotenti. Per questo odia sua moglie, che è una sua pari, una che conosce i suoi difetti che lui non sopporta, le sue paranoie dalle quali tenta sempre di sfuggire, ma dalle quali è riacciuffato.

Un uomo violento è un uomo pieno di malessere e rancore. In una donna piena di malessere riconosce se stesso e per questo l’odio si moltiplica. È un odio che si nutre di odio per se stessi. È un odio che consuma l’altro per ridefinire le caratteristiche di un mondo interiore che non lascia spazi di libertà a nessuno. Una donna sottomessa, privata della sua volontà e della sua indipendenza è la vittima preferita di questo tipo di maschio violento. Vile coi vili e decisamente servizievole con gli arroganti e prepotenti. I vili non hanno mai saputo trovare un equilibrio giusto, una autostima accettabile, un senso del perdono e della pietà eticamente fondato.

Un secondo tipo di maschio violento è il prepotente per antonomasia. Quello che non tollera la donna indipendente che sa ribellarsi. Qui però non c’è un gran logorio giornaliero. Se mai c’è la ribellione e subito dopo la ripercussione. L’atto aggressivo e violento è una ripercussione, una reazione esagerata a un atto contrario alla propria volontà, al proprio desiderato e alle proprie aspettative. Spesso l’aspettativa di un prepotente non è reale. Il maschio in questione non è empatico e non riconosce i segni di disagio femminile, fino a quando emergono come un fiume in piena che nessuno sa più contenere e frenare. Un fiume che corre e se ne andrà lontano.

La prepotenza si nutre di confronti aggressivi, di necessità di umiliare l’altro e di ricondurlo a una via conosciuta, a un percorso controllabile e prevedibile, che permette l’aggressione come atto liberatorio, come conferma di un potere effimero. Un’illusione come quella di controllare una relazione, le sue conseguenze, i suoi possibili sviluppi e anche la sua fine. Il maschio aggressivo sa quando e come finirà una relazione, ma non lo deve e non lo può sapere la donna con la quale si relaziona. E così, nel gioco di potere tra viltà, sottomissione, mancanza di indipendenza e atti di rivendicazione di una dignità mai trovata, si consuma la violenza e la persecuzione nei confronti delle persone per le quali questo è possibile, è nascondibile, occultabile.

Poi c’è il degrado della mancanza di spazio familiare, della mancanza di evasione culturale, di sostegno economico, che permette un po’ di trasgressione, quella buona che riduce la conflittualità, che ridimensiona il senso di angoscia, che rischiara i rapporti. E poi c’è l’uso di alcol e di sostanze stupefacenti, che scatenano l’aggressività anche in chi non è aggressivo, anche chi in condizioni normali sa mantenere una mitezza esagerata, che mai farebbe pensare che presto quel ‘dipendente’ ti sfigurerà coll’acido. L’uso di droghe altera la percezione che una persona ha di se stessa. Altera la sua autostima e il suo bisogno di successo, ridimensiona la sua dignità rendendolo schiavo e succube. Le esplosioni di rabbia sono impreviste, legate all’uso dell’alcol che annienta i freni inibitori e fa sì che la selvaggia e primordiale voglia d’uccidere attraversi le menti di individui un po’ strani e molto eccitabili, dal comportamento dannoso.

Ma il danno più grosso succede prima. Durante il processo di annientamento. In quella fase a volte lunga (può durare anni) e a volte cortissima (può durare qualche minuto), in cui la dignità di una donna viene distrutta. È la mancanza di dignità che fa uscire dalla tana il mostro. Una mancanza di dignità causata dal mostro stesso e dai suoi comportamenti reiterati, dai suoi malumori. La psicologia insegna che i comportamenti più radicati non sono quelli che hanno rinforzi continui, ma quelli che hanno rinforzi occasionali. L’imprevedibilità del cambio d’umore accompagna spesso gli atti denigratori. Gli abbassamenti di status e di ruolo si configurano come un rinforzo occasionale, come un risucchio verso il basso, come una voragine che si apre all’improvviso e non è possibile arginare. La voragine imprevista risucchia chi sta camminando sopra di lei. Lo trascina verso il basso, lo copre col fango, lo deteriora un po’ alla volta, lo ricopre di terra, lo sotterra e lo dimentica.

La violenza si scatena sopra tutto questo, dentro tutto questo, lo sovrasta, lo ricopre e lo abbandona. Poi ricomincia, si crea un’altra voragine che inghiotte qualcuno, anche in maniera quasi casuale, lo mastica e lo consuma. I comportamenti violenti tendono a reiterarsi, perché sono lo sfogo di una personalità fatta così, di un dramma interiore che si manifesta così, di una incapacità di essere riflessivi, corretti, altruisti e anche giusti. Tutto ciò che si vede è così, senza possibilità di fraintendimenti.

Non fermatevi donne davanti alla prima sberla, lasciate quella casa e quella famiglia, portatevi via i vostri figli, se li avete. Non c’è ragione per sopportare la situazione, non c’è giustificazione da portare a se stessi, non patria per il pensiero, non c’è rimedio al dolore. A volte aprire una porta è un grande segnale di coraggio, la prova di un orgoglio che non è stato annientato, di una speranza che non è stata disintegrata del tutto, che riscopre qualcosa, che ricorda la luce.

Dentro ogni donna c’è la possibilità di sperare, credere e camminare con decisione e fiducia, ma ogni donna è anche una possibile vittima della situazione, delle circostanze, del dolore dell’abbandono e della malattia. Una donna fragile attira i fragili che cercano una vittima sacrificale per la loro necessità catartica volta a immolare loro stessi insieme alla vittima. Maschi che tentano di uccidere la sottomissione che riguarda entrambi, che annientano, attraverso l’aggressione, quella vergogna perpetrata di non essere mai all’altezza di niente. Sicuramente non all’altezza del proprio orgoglio smodato e invece degni di una bassezza da rasentare la terra marcia.

Spero che in ogni donna ferita e oppressa nasca la voglia di uscire dal guscio, di dire la verità, di rischiare la vita per una nuova possibilità, di abbandonare una vecchia vita per una nuova prospettiva.

Andatevene voi uomini aggressivi e senza dignità.

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna: 14 aprile 2021.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 27mila tamponi effettuati, 859 nuovi positivi (3,1%). 660 i guariti, in calo i ricoveri (-78). Vaccinazioni: un milione e 184mila dosi somministrate.

Il 95,5% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 41,3 anni. 30 i decessi.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 353.761 casi di positività, 859 in più rispetto a ieri, su un totale di 27.447 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3,1%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, le persone dai 75 anni in su e, con l’avvio delle prenotazioni da lunedì, la fascia d’età 70-74 anni.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 1.184.576 dosi; sul totale, 355.820 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Le informazioni sulla campagna vaccinale in Emilia-Romagna: https://vaccinocovid.regione.emilia-romagna.it/.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 373 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 361 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 492 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 41,3 anni.

Sui 373 asintomatici, 284 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 33 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 10 con gli screening sierologici, 12 tramite i test pre-ricovero. Per 34casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Ravenna con 131 nuovi casi, seguita da Reggio Emilia (119) e Bologna (104); poi Rimini (95), Forlì (93), Parma (77), Modena (72). Quindi Cesena (58), Ferrara (54), infine Piacenza (29) e il Circondario Imolese (27).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 15.807 tamponi molecolari, per un totale di 4.179.419. A questi si aggiungono anche 11.640 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 660 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 276.162.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 65.117 (+169 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 62.210 (+247), il 95,5% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 30 nuovi decessi: 3 in provincia di Piacenza (due donne, di 57 e 93 anni, e un uomo di 86); 2 nella provincia di Parma (una donna di 81 anni e un uomo di 70); 1 nel reggiano (una donna di 86 anni); 4 nel modenese (due donne, di 56 e 87 anni, e due uomini di 71 e 74 anni); 13 nella provincia di Bologna (6 donne – rispettivamente di 66, 73, 78, 87, 91, 95 anni – e 7 uomini, di 65, 70, 71, 85, 86, 88, 91 anni); 2 nella provincia di Ferrara (una donna di 85 anni e un uomo di 73); 1 in provincia di Ravenna (un uomo di 79 anni); 4 in provincia di Forlì-Cesena (tutte donne, rispettivamente di 72, 84, 87 e 92 anni). Nessun decesso, infine, nella provincia di Rimini.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.482.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 317 (-14 rispetto a ieri), 2.590 quelli negli altri reparti Covid (-64).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 9 a Piacenza (-1 rispetto a ieri), 31 a Parma(invariato), 33 a Reggio Emilia (invariato), 60 a Modena (-3), 80 a Bologna (-5),14 a Imola (-2), 40 a Ferrara (invariato rispetto a ieri), 14 a Ravenna (+1), 8 a Forlì (invariato), 4 a Cesena (-2) e 24 a Rimini (-2).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 22.279 a Piacenza (+29 rispetto a ieri, di cui 21 sintomatici), 24.822 a Parma(+77, di cui 41 sintomatici), 42.488 a Reggio Emilia (+119, di cui 65 sintomatici), 60.389  a Modena (+72, di cui 23 sintomatici), 76.030 a Bologna (+104, di cui 52 sintomatici), 12.002 casi a Imola (+27, di cui 16 sintomatici), 21.709 a Ferrara (+54, di cui 18 sintomatici), 27.836 a Ravenna (+131, di cui 82 sintomatici), 14.978 a Forlì (+93, di cui 72 sintomatici), 17.710 a Cesena (+58, di cui 46 sintomatici) e 33.518 a Rimini (+95, di cui 50 sintomatici).

Rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi sono stati eliminati 6 casi, di cui 3 positivi a test antigenico ma non confermati dal tampone molecolare e 3 risultati non Covid-19.

Europa Verde alla regione: Completare le ciclovie turistiche per rilanciare il turismo fuori dai circuiti di massa.

 

Comunicato Stampa Europa Verde.

Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde in Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna: “Il cicloturismo è in crescita. Nell’estate 2020 la spesa dei cicloturisti, di cui molti stranieri, è stata pari a circa il 18% del totale della spesa turistica in Italia. Il completamento delle ciclovie nazionali e regionali che attraversano il territorio dell’Emilia-Romagna può contribuire alla conversione sostenibile e al rilancio del turismo, un settore in forte sofferenza a causa delle restrizioni legate alla pandemia”.

 Bologna, 14 aprile 2021 – Il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha presentato oggi un’interrogazione alla Giunta per chiedere chiarimenti sullo stato dell’arte della realizzazione della rete delle ciclovie di rilevanza regionale e nazionale che attraversano l’Emilia-Romagna e per sollecitare lo stanziamento di risorse adeguate al loro completamento.

Il sistema nazionale delle ciclovie turistiche è stato finanziato con 361 milioni di euro di fondi statali e prevede 10 ciclovie nazionali, tre delle quali interessano l’Emilia-Romagna: Ciclovia Vento, Ciclovia del Sole (ieri è stato inaugurato il primo tratto tra Mirandola e Osteria Nuova) e Ciclovia Adriatica. Oltre a quelle nazionali, in Emilia-Romagna insistono anche percorsi ciclabili a carattere interregionale, come ad esempio la Ciclovia Tirrenica, che collega la Ciclovia del Sole al Tirreno passando dal Po e dalla città di Parma (la cosiddetta Ti-Bre dolce) e la Ciclovia del Crostolo, che segue gli argini del torrente Crostolo, da Reggio Emilia a Guastalla.

Le ciclovie turistiche sono sempre più un fattore trainante per la tenuta dell’intero comparto turistico, che deve essere messo in condizione di intercettare i crescenti flussi di cicloturisti, anche stranieri. Secondo il recente rapporto ISNART-Legambiente, il cicloturismo in Itala è un settore in continua espansione, che ha trovato ulteriore impulso nel 2020 a seguito dei cambiamenti indotti dalla pandemia nella scelta dei luoghi di vacanza. Se per il 2019 il rapporto stima una spesa complessiva dei cicloturisti pari a 4,6 miliardi di euro (di cui 3 miliardi di euro spesi da cicloturisti stranieri), per la sola estate 2020 è stata stimata una spesa di poco superiore ai 4 miliardi di euro, pari al 18% dell’intera spesa turistica generata in Italia, contro il 5,6% registrato dal cicloturismo nell’intero 2019.

La Regione Emilia-Romagna ha stanziato, negli anni, oltre 25 milioni per sostenere lo sviluppo della mobilità ciclabile. Per Europa Verde è fondamentale che siano previsti finanziamenti specifici per le ciclovie turistiche – afferma Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e vicepresidente dell’Assemblea legislativa -. Con la dettagliata risposta alla mia interrogazione oggi ho avuto conferma dall’Assessore Corsini che la Giunta regionale ha predisposto un sistema di monitoraggio di quanto realizzato finora e che intende reperire risorse atte a finanziare la realizzazione e il completamento delle ciclovie turistiche che attraversano il nostro territorio. Per i Verdi le ciclovie sono infrastrutture importanti per la transizione ecologica del settore turistico, perché tutelano l’ambiente e incentivano il cicloturismo che contribuisce a valorizzare l’intero patrimonio culturale, paesaggistico ed enogastronomico della regione al di fuori dei circuiti del turismo di massa. Investendo sulle ciclovie si può contribuire al rilancio su basi nuove del turismo, un’attività rilevante per il Pil regionale, da un anno in gravissima sofferenza a causa della pandemia”.

 

Agrolimentare: L’assessore Mammi sottoscrive la petizione lanciata su Change.org in difesa del Made in ER.

 

Agrolimentare. Etichettatura Nutriscore per i cibi, l’assessore Mammi sottoscrive la petizione lanciata su Change.org in difesa del Made in ER: “I nostri prodotti sono buoni e sicuri. No ad una classificazione che non informa correttamente i consumatori”.

Il testo dell’appello diffuso in rete sulla nota piattaforma e indirizzato, tra gli altri, ai vertici dell’Unione europea e al ministro Patuanelli. Bocciatura per l’etichetta semaforica a vantaggio del sistema NutrInform proposto dall’Italia.

Bologna – “Semaforo rosso per il cibo Made in Italy? NO, GRAZIE!”. Con questo titolo è partita nei giorni scorsi su Change.org la petizione contro la proposta di adottare in tutta Europa il cosiddetto sistema Nutriscore per l’etichettatura degli alimenti. Postata sulla nota piattaforma, la petizione è stata sottoscritta tra i primi dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi.

L’assessore ha annunciato il proprio sostegno all’iniziativa nel suo intervento di questa mattina all’Assemblea dei delegati del Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, con l’invito a sottoscrivere l’appello diffuso via internet rivolto ai colleghi assessori regionali, al Governo, agli europarlamentari italiani di ogni colore politico, ai produttori dell’agroalimentare e, più in generale, a medici e nutrizionisti.

“Etichettare prodotti di eccellenza- afferma Mammi– come il vostro ‘Re dei formaggi’ o il Prosciutto di Parma con un bollino rosso come se fossero cibi che mettono a rischio la salute è una vera e propria assurdità. Così facendo, anziché orientare in modo corretto i consumatori, si finisce solo per accrescere la disinformazione, arrecando un grave danno al cibo Made in Italy”.

In uno dei passaggi centrali della petizione si sottolinea come ormai sia “venuto il tempo di costruire un’alleanza a tutela dei nostri prodotti Dop e Igp, alla qualità, alla bontà e alla sicurezza del cibo made in Italy, che è cibo sicuro e controllato. Questa è una battaglia che l’Italia deve giocare unita insieme ad altri Paesi europei: noi siamo per dire quali sono i nutrienti dei cibi e sostenere che i cibi vanno consumati nelle giuste quantità”.

Un appello indirizzato dai proponenti ai vertici dell’Unione europea, a partire dalla presidente della Commissione di Bruxelles, Ursula Von Der Leyen, dal vicepresidente, Frans Timmermans, e dal Commissario europeo per l’Agricoltura per lo Sviluppo rurale, Janusz Wojciechowski.  Tra i destinatari anche il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e il coordinatore del gruppo Socialisti e Democratici della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro.

“Noi- prosegue il testo della petizione- siamo per la soluzione NutrInform, proposta dall’Italia, un sistema che permette di rappresentare graficamente la percentuale assunta di energia e dei singoli nutrienti rispetto alla porzione di consumo consigliata dell’alimento. Un modello trasparente con basi scientifiche molto più serie. Con il Nutriscore ci rimetterebbero gli agricoltori, le imprese agroalimentari, i lavoratori italiani e le loro famiglie. E il nostro buon cibo, che sa raccontare storia e bellezza dell’Italia. Ci rimetterebbero i cittadini travolti da informazioni sul cibo semplicistiche e scorrette”.

“Per contrastare un modello di etichettatura che penalizzerebbe ingiustamente molti prodotti alimentari italiani ed emiliano-romagnoli- chiude Mammi– bisogna insistere molto anche sull’importanza di una corretta educazione alimentare rivolta a famiglie e giovani, con la consapevolezza dell’origine dei cibi e una grande attenzione alla varietà degli alimenti. Temi sui quali come Regione stiamo lavorando da tempo, per tenere alta la bandiera dei nostri 44 prodotti a marchio Dop e Igp che tutto il mondo conosce e apprezza da tempo”.

L’edizione 2021 del giro d’Italia sulle strade della provincia Estense.

 

Comunicato Stampa Prefettura di Ferrara.

All’esame del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica gli aspetti di security e di safety della tappa del 21 maggio prossimo.

Il Prefetto Michele Campanaro ha presieduto stamane, in videoconferenza, una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato per pianificare le misure di safety e security in occasione dello svolgimento della 13^ tappa della 104° edizione del Giro d’Italia Ravenna-Verona, di passaggio nel territorio della provincia estense il 21 maggio prossimo.

Presenti all’incontro il Presidente della Provincia e Sindaco di Portomaggiore Nicola Minarelli, il Vice Sindaco del Comune di Ferrara Nicola Lodi, l’Assessore del Comune di Argenta Giulia Cillani, il Sindaco di Voghiera Paolo Lupini, il Questore Cesare Capocasa, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Gabriele Stifanelli, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Cosimo D’Elia, il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco Antonio Marchese, il Comandante della Sezione di Polizia Stradale Marco Coralli, il Coordinatore del Servizio 118 Flavio Ferioli, il delegato della struttura territoriale ANAS per l’Emilia Romagna Nicola Tonelli e il Responsabile di RCS Sport Maurizio Molinari.

In vista del passaggio di tappa della “corsa rosa” nel territorio ferrarese, dal Ponte della Bastia sulla S.S.16 nel Comune di Argenta, fino al Ponte sul Po sulla S.S. 16 a Pontelagoscuro di Ferrara, attraversando anche i territori di Portomaggiore e Voghiera, in un arco temporale tra le ore 13,10 e le ore 14,20, è stata effettuata dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica una attenta analisi e valutazione degli impatti di safety e security concernenti l’evento sportivo, tenendo conto che, in relazione alla situazione pandemica, devono essere assicurati dall’organizzatore RCS Sport l’applicazione delle Linee guida e dei Protocolli sanitari per il contenimento del contagio da Covid-19, adottati dalla Federazione Ciclistica Italiana.

Nel corso dell’incontro sono stati, in particolare, pianificati tutti i dispositivi di vigilanza e di sicurezza della viabilità, per consentire uno svolgimento della manifestazione in piena sicurezza, pur in assenza di pubblico. Massima attenzione è stata rivolta alle condizioni della viabilità stradale, oggetto di specifici sopralluoghi da parte della Polizia Stradale, ed ai collegamenti dei mezzi di soccorso con i presìdi sanitari del territorio. Nell’attraversamento del centro abitato di Ferrara, con presenza di un traguardo volante, è stato disposto un accurato potenziamento del dispositivo di vigilanza ai bivi, agli incroci ed ai punti sensibili, con l’impiego di volontari e personale A.S.A. – Addetti alla Segnalazione Aggiuntiva, in aggiunta a Forze di polizia e Polizia locale. Sarà assicurata massima diffusione alla popolazione delle chiusure al traffico e dei percorsi alternativi, attraverso organi di informazione e social.

“Il passaggio del Giro d’Italia nella provincia estense – ha dichiarato il Prefetto Campanaro, a conclusione della riunione di Comitato – rappresenta sempre un appuntamento di grande fascino e richiamo per gli sportivi e la cittadinanza tutta, che dovranno però quest’anno seguire il passaggio dei corridori nel rigoroso rispetto delle misure di contenimento del contagio da Covid-19, evitando il rischio di assembramenti, considerato che l’evento è in assenza di pubblico. Sarà, in ogni caso una bella giornata di sport e di promozione dell’immagine di Ferrara e della sua provincia”.

 

 

Nasce Credimi Commerce: il servizio che supporta le PMI nella realizzazione di progetti digitali.

“Credimi Commerce” è il primo finanziamento rivolto alle imprese italiane dedicato allo sviluppo di progetti negli ambiti di e-commerce, digital marketing e CRM grazie alla collaborazione con agenzie web specializzate.

Key-One, MODO | We Code Design, Queryo, Six Socks Studio, Sketchin, vtenext, Webidoo SpA i primi partner che hanno aderito all’iniziativa. 

L’adesione è aperta ad ulteriori agenzie che potranno iscriversi sul sito di Credimi 

Milano, 14 aprile 2021 – Credimi, il più grande digital lender per le imprese in Europa (fonte: P2P Market Data), lancia Credimi Commerce, il servizio nato per supportare le PMI nella realizzazione di progetti digitali di e-commerce, digital marketing e CRM (Customer Relationship Management), rivolti alla crescita del business.

Credimi Commerce è stato creato per le piccole e medie imprese – incluse le ditte individuali – che desiderano investire nella digitalizzazione della propria azienda. Sviluppato da Credimi in partnership con agenzie digitali selezionate – tra cui Key-One, MODO | We Code Design, Queryo, Six Socks Studio, Sketchin, vtenext, Webidoo SpA  è un servizio che mette a disposizione sia un’agenzia di specialisti che le risorse economiche per realizzare un progetto digitale “ad hoc” per l’azienda.

Qualsiasi sia l’obiettivo digitale dell’azienda – aprire un e-commerce o creare un sito Internet, trovare nuovi clienti lanciando campagne di marketing digitale, o migliorare la gestione dei rapporti e delle interazioni con i clienti già esistenti – Credimi Commerce permette di mettere a terra progetti personalizzati, realizzati dagli specialisti del web coinvolti e sostenuti da un finanziamento dedicato a TAEG 0%.

Il finanziamento è legato all’avvio di progetti digitali, è assistito dalla garanzia del Fondo di Garanzia per le PMI e si richiede online in pochi minuti, 24 ore su 24. L’importo finanziabile va da un minimo di 12.000 euro ad un massimo di 1 milione di euro ed è versato direttamente da Credimi all’agenzia approvata dal cliente. Il finanziamento ha una durata di 5 anni ed è rimborsabile a rate a partire dal quinto trimestre dalla data di erogazione. Non è prevista l’applicazione di commissioni o interessi corrispettivi a carico dell’impresa.

L’impresa richiede Credimi Commerce direttamente sul sito di Credimi.com, indicando anche gli obiettivi di crescita che vuole raggiungere attraverso il digitale. Credimi verifica la finanziabilità dell’azienda in tre giorni lavorativi e successivamente seleziona l’agenzia adatta a sviluppare il progetto digitale, mettendola in contatto con l’azienda. Gli specialisti dell’agenzia e l’imprenditore lavoreranno insieme per definire il progetto: quando l’imprenditore lo avrà approvato e avrà sottoscritto il finanziamento, l’agenzia darà il via alla realizzazione. 

Per Credimi questo nuovo prodotto è il raggiungimento di una tappa molto importante nel nostro percorso. Abbiamo ascoltato i bisogni delle PMI e da questa osservazione è nato Credimi Commerce – il cui nome è stato scelto proprio dalle imprese nostre clienti. Da sempre siamo vicini alle PMI per garantire loro un accesso più veloce al credito e con Credimi Commerce possiamo finalmente dare loro anche un supporto concreto, affiancandole con servizi importanti per la crescita, aiutandole a sviluppare gli strumenti digitali necessari per competere in questo periodo di grandi cambiamenti” dichiara Ignazio Rocco, CEO e Co-Founder di Credimi. “Non solo è importante agevolare l’accesso al credito per le imprese, ma è quanto mai fondamentale supportarle nel percorso di investimento di queste risorse, sia per semplificare i processi, sia per adottare strumenti e partner giusti per la loro crescita. Credo che il FinTech farà la differenza e Credimi, insieme a Key-One, MODO | We Code Design, Queryo, Six Socks Studio, Sketchin, vtenext, Webidoo SpA, è in prima linea sul fronte di questa ripartenza.

Questo servizio nasce dall’osservazione e dall’ascolto diretto dei bisogni delle imprenditrici e degli imprenditori durante il 2020 e i primi mesi del 2021. Come infatti rilevato da una ricerca di Credimi realizzata insieme a Nextplora su un campione di 1.200 aziende[1], per il 43% delle imprese individuali, il 35% delle società di persone e il 30% delle società di capitali italiane la digitalizzazione è ormai “una tappa fondamentale del processo di crescita” dell’azienda”. Una consapevolezza che nasce anche dal fatto che una maggiore adozione di strumenti digitali non solo permette di rispondere meglio alle modificate esigenze dei clienti, ma permette anche di gestire in modo più efficiente molti processi aziendali. Nell’ultimo anno, le aziende che hanno acquistato un servizio o realizzato un’attività digitale sono state soprattutto quelle dei servizi (68%) seguite da quelle dell’industria (59%) e del commercio (57%).

Del resto, anche se stando ai dati dell’ISTAT, oltre il 70% delle imprese italiane ha già effettuato investimenti nel digitale, l’Italia, è ancora in 24° posizione su 28 Stati membri dell’UE secondo il Digital Economy and Society Index 2020 (DESI). Questo perché le imprese, specialmente le più piccole e le ditte individuali che sono la base del tessuto imprenditoriale del nostro Paese, si rendono conto dell’importanza della digitalizzazione ma – come emerge dalla ricerca di Credimi – non hanno le competenze necessarie per dotarsi autonomamente di questi strumenti, infatti sembrano maggiormente disposte ad affidarsi a consulenti. Come rileva una survey condotta da Credimi tra i suoi clienti, le maggiori paure nell’affrontare la sfida del digitale sono: non essere in controllo perché non si conosce bene la materia (32,7%), spendere soldi senza un risultato soddisfacente (28%), non avere un’idea chiara dei costi (27,1%), avere difficoltà nel trovare i fornitori (11,2%).

Proprio per questo Credimi Commerce si avvale della collaborazione di aziende specializzate che possono supportare le imprese in percorsi di digitalizzazione dedicati. L’adesione a Credimi Commerce è aperta a tutte le agenzie operanti nell’ambito della consulenza e realizzazione di progetti digitali (creazione siti web, e-commerce, digital marketing, CRM, branding etc..); per sottoporre la propria candidatura, è sufficiente andare su https://www.credimi.com/commerce/ e compilare il questionario.

Triathlon: 4^ edizione di Supersapiens IRONMAN Italy Emilia-Romagna.

 

Triathlon. 4^ edizione di Supersapiens IRONMAN Italy Emilia-Romagna: l’unica data italiana del circuito americano torna a Cervia dal 16 al 19 settembre. L’assessore Corsini: “Fino al 2025 saremo gli unici in Italia a ospitare lo spettacolo dell’IRONMAN, già al lavoro per accogliere in sicurezza migliaia di atleti da tutto il mondo”.

IRONMAN Italy long distance, IRONMAN 70.3, 5150 Cervia Triathlon Emilia-Romagna le gare principali in programma. La manifestazione presentata oggi a Bologna con il capo della segreteria politica della Presidenza, Manghi, il sindaco e l’assessore allo Sport del Comune di Cervia, Medri e Brunelli e il direttore area sud Europa Ironman, Capdevila. Prolungato l’accordo tra Regione, Comune di Cervia e il marchio americano fino al 2025, confermata alla città romagnola l’esclusività per l’Italia della long distance e a livello regionale del 70.3.

Bologna – Si nuota per 3,8 chilometri in acque libere, poi si pedala per 180 e infine si corre per 42 chilometri; senza fermarsi mai. Questo è il triathlon nella sua distanza più estrema: l’IRONMAN.

Uno spettacolo che richiama migliaia di atleti da 98 Paesi e che, per la quarta volta, sceglie di radunare i migliori uomini ‘d’acciaio’ a Cervia, dal 16 al 19 settembre, per dare lo ‘start’ all’edizione 2021 di Supersapiens IRONMAN Italy Emilia-Romagna.

Tre le gare principali del circuito che tornano protagoniste del week end romagnolo del triathlon: Supersapiens IRONMAN Italy Emilia-Romagna long distance che si disputerà il 18 settembre, IRONMAN 70.3 Italy Emilia-Romagna (su distanza minore) e il 5150 Triathlon Cervia (su distanza olimpica) che si svolgeranno il 19 settembre 2021.

Quattro giorni di grande sport ma anche di eventi collaterali e proposte turistiche per gli atleti, gli accompagnatori e le famiglie che scelgono di vivere l’Iron Village della Romagna.

Un format collaudato e di successo che porta Regione Emilia-Romagna, Comune di Cervia e il marchio IRONMAN a rinnovare l’accordo fino al 2025. La città romagnola resta così la meta preferita del circuito mondiale del triathlon che la conferma, nonostante diverse candidature, l’unica tappa italiana della gara long distance e a livello regionale del 70.3.

L’edizione 2021 di Supersapiens IRONMAN Italy Emilia-Romagna è stata illustrata oggi in video conferenza stampa dall’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, dalcapo della segreteria politica della presidenza di Giunta, Gianmaria Manghi e dall’assessore a Sport ed eventi del Comune di Cervia, Michela Brunelli. Collegati da remoto hanno partecipato anche il sindaco del Comune di Cervia, Massimo Medri, il titolare del Fantini Club, Claudio Fantini e il direttore dell’area sud Europa di IRONMAN, Agustí P. Capdevila.

“L’IRONMAN torna in Emilia-Romagna dopo lo stop imposto lo scorso anno dall’emergenza sanitaria- afferma l’assessore Corsini- e questa è già una bella notizia. Ma non basta, perché grazie all’accordo che abbiamo sottoscritto con il Comune di Cervia e i vertici di IRONMAN, resterà fino al 2025 uno dei grandi eventi ospitati nella nostra regione. Un impegno che conferma l’Emilia-Romagna come terra di sport e di manifestazioni internazionali che solo qui si possono seguire. E ringrazio fin da ora gli organizzatori e gli amministratori dei Comuni di Cervia, Bertinoro, Forlimpopoli, Ravenna, Forlì e Cesena per il loro lavoro che garantirà agli atleti e ai loro accompagnatori, le migliori condizioni di sicurezza possibili sia durante le gare che per tutto il soggiorno”.

“Anche quest’anno- prosegue Corsini– sarà infatti allestito all’interno del Comune di Cervia il villaggio IRONMAN, ancora più grande e ricco di opportunità per consentire ai nostri ospiti di trascorrere quattro giorni tra le bellezze della nostra terra. L’Emilia-Romagna è già pronta per far sì che ogni singolo ingranaggio della macchina del triathlon sia perfetto. Una buona base per la ripartenza con la speranza che l’edizione 2021 si confermi la piùgrande festa della triplice in Italia”. 

Nel 2019 la manifestazione ha registrato oltre 52mila presenze turistiche nelle strutture ricettive per un giro d’affari di circa 9,3 milioni di euro tra alloggio, ristorazione, shopping e servizi.

“Siamo molto soddisfatti di questo nuovo accordo che consacra Cervia come città dell’IRONMAN-sottolinea il sindaco del Comune di Cervia, Massimo Medri-. In questi anni abbiamo tracciato un percorso insieme, ogni anno qualcosa è cambiato, si è perfezionato; oggi siamo certi di poter dare alla città un evento sempre più completo e partecipato. Questa edizione credo sarà ancora più emozionante dopo un anno di fermo dovuto al Covid. Sperando per questo di poter ricevere nel nuovo Villaggio, che sarà completamente rinnovato, non solo gli atleti, ma tanti turisti e appassionati. Come amministrazione stiamo continuando a investire nello sport e nel turismo sportivo che ci sta permettendo di crescere come numero di presenze e come visibilità; questo grazie anche a un territorio, quello di Cervia, che si presta per la sua conformazione a numerosi eventi sportivi. Come ultima costa vorrei ringraziare tutte le parti che hanno concorso alla chiusura di questo accordo così importante per la nostra città”.

“In qualità di rappresentante IRONMAN sono molto contento del rinnovo dell’accordo fino al 2025 – spiega il direttore dell’area sud Europa di IRONMAN, Capdevila–. Gli eventi realizzati fino al 2019 hanno confermato come l’Emilia-Romagna e la città di Cervia sono luoghi perfetti per eventi di questo tipo. La grande collaborazione con le istituzioni e le comunità locali ha contribuito a rendere questo evento uno dei più partecipati nel mondo IRONMAN. Ora il momento non è facile ma noi continuiamo a lavorare per tornare presto in terra di Romagna più forti di prima”.

 

Le gare IRONMAN in programma:

Supersapiens IRONMAN Italy si è classificato al quinto posto come miglior evento nella categoria ‘Overall Celebration Day/Post Race Celebration Experience’ negli Athelete Choice Awards 2018. Degli oltre 40 IRONMAN che si svolgono nel mondo quello di Cervia è il più partecipato in termini di iscritti: nell’edizione 2019 hanno gareggiato oltre 3mila atleti da 98 Paesi e sono più di 52mila le presenze nei giorni della manifestazione. Fin dalla prima edizione è stato uno degli appuntamenti più seguiti al mondo grazie anche alle dirette Facebook previste dall’accordo tra Ironman e il social network solo per alcune gare del circuito, tra cui anche quella italiana.

Il percorso della long distance consiste nella somma di tre prove classiche: 3,86 chilometri a nuoto nelle acque del Mare Adriatico antistanti il Fantini Club di Cervia, 180,260 chilometri in bici attraverso il Parco naturale delle Saline di Cervia e l’entroterra fino al Borgo di Bertinoro, per terminare poi con la maratona di 42,195 chilometri che toccherà i punti più caratteristici di Cervia e Milano Marittima. I Comuni di Cervia, Bertinoro, Forlimpopoli, Ravenna, Forlì e Cesena e le Prefetture di Ravenna Forlì- Cesena coinvolti dal tracciato.

Il tempo massimo per raggiungere il traguardo è di 16 ore, la gara è valida per la qualificazione alla finale di Kona alle Hawaii.

IRONMAN 70.3 Italy Emilia-Romagna, alla seconda edizione, è una versione più breve rispetto al Supersapiens IRONMAN Italy e prevede 1,9 km di nuoto, 90 km in bici e 21 km di corsa.

Infine, la terza competizione, il 5150 Cervia Triathlon Emilia-Romagna si percorre su distanza olimpica e vedrà gli atleti sfidarsi lungo 1,5 km di nuoto, 40 Km in bici, per chiudere con 10 km di corsa.

Si parte quindi giovedì 16 settembre con la Night Run, corsa podistica in notturna di 10 km, a seguire venerdì 17settembre Ironkids, il triathlon dedicato ai più piccoli per chiudere, in serata, con il Gala Dinner.

Il clou della manifestazione sarà sabato 18 settembre con Supersapiens IRONMAN Italy Emilia-Romagna long distance e domenica 19 settembre con il 2^ IRONMAN 70.3 Italy Emilia-Romagna e il 5150 Cervia Triathlon Emilia-Romagna.

Covid: UECOOP, Turismo primo settore a riprendersi in 2021.

 

Comunicato Stampa UECOOP.

Per 1 impresa su 3 (33%) sarà il turismo il primo settore a riprendersi nel 2021 seguito dalla ristorazione (28%) se la massiccia campagna di vaccinazione riuscirà a prendere slancio con una progressiva uscita dell’Italia dall’emergenza Covid.

E’ quanto emerge dall’indagine dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) a livello nazionale in riferimento alla sospensione sull’utilizzo del primo carico di Johnson&Johnson in Italia e all’ipotesi di riaprire i ristoranti per le cene all’aperto già da maggio.

Turismo, alimentare e ristorazione sono tre settori trainanti dell’economia nazionale soprattutto in vista del periodo apicale dei mesi caldi estivi con milioni di turisti italiani e stranieri che prima della pandemia si mettevano in viaggio per visitare località di mare, montagna e città d’arte generando un indotto importante. Intanto sale a quasi 61 miliardi il buco delle spese turistiche in Italia nel 2020 e nei primi tre mesi del 2021 a causa della pandemia secondo l’analisi di Uecoop su dati Isnart-Unioncamere

Il turismo – sottolinea Uecoop – è un comparto strategico del Paese che si compone di 612mila imprese e rappresenta il 10,1% del sistema produttivo nazionale e il 12,6% dell’occupazione nazionale secondo Unioncamere. Per questo – afferma Uecoop – la campagna vaccinale è strategica per ripristinare la libertà di viaggio, anche usando il pass sanitario Ue, in modo da rimettere in moto un’economia nazionale in cui una buona fetta è rappresentata proprio da turismo e agroalimentare.

Al terzo posto per velocità di ripresa all’interno del sistema economico nazionale ci sono – secondo la rilevazione di Uecoop – i servizi alle aziende (15%), dalle pulizie alla logistica seguiti dal settore immobiliare (6%) mentre in fondo alla classifica delle aziende, con appena il 5%, troviamo – continua Uecoop – sport e benessere, cultura e spettacolo alcuni fra i settori più colpiti dalle chiusure e dalla sospensione dell’attività a causa dell’emergenza Covid.

Se oltre la metà delle imprese interpellate – sottolinea Uecoop – si aspetta che per la ripartenza ci vorrà tutto il 2021 c’è però un 15% che prevede serviranno almeno due anni. Qualche piccolo segnale di speranza – conclude Uecoop – viene dall’ultimo report di Bankitalia che registra a febbraio una crescita dei prestiti al settore privato trainata dal balzo del +7,6% di quelli alle società non finanziarie.

Montagna: La Regione rafforza il suo impegno per la manutenzione della rete escursionistica.

 

Montagna. La Regione rafforza il suo impegno per la manutenzione della rete escursionistica e stanzia ulteriori 100mila euro per i sentieri appenninici. Assessora Lori: “La scorsa estata un’impennata del turismo slow in Appennino. Vogliamo garantire ai tanti appassionati percorsi sempre più sicuri e belli.”

Salgono così a 180 mila euro le risorse per il 2021. Con il precedente bando sostenuti 16 programmi di intervento. Tra le opere che potranno essere finanziate: manutenzioni dei sentieri, diradamento della vegetazione, miglioramento della segnaletica.

Bologna – Sentieri appenninici più sicuri e agevoli da percorrere, anche grazie ad una migliore segnaletica.Oltre 7 mila chilometri a disposizione di chi ama fare trekking o andare in mountain bike. La Regione rafforza il proprio impegno per la rete escursionistica e stanzia ulteriori 100mila euro per contribuire alle spese per i lavori di ordinaria manutenzione compiuti dai Comuni e dalle Unioni di Comuni montani. Risorse che si aggiungono a quelle già messe a disposizione alla fine dello scorso anno, portando lo stanziamento complessivo per il 2021 a 180mila euro: 80mila completano la precedente programmazione triennale e 100mila aprono il un nuovo ciclo.

“Con questi ulteriori 100mila euro, che si aggiungono agli 80mila del precedente bando, destinati alla manutenzione della sentieristica in Appennino, vogliamo ribadire l’importanza della valorizzazione della montagna. Questo anche alla luce del crescente interesse dimostrato anche da chi non abita questi territori ed è interessato a scoprirli – commenta l’assessora alla Montagna, parchi e forestazione, Barbara Lori -. La scorsa estate ha segnato un’impennata del turismo slow e amante dell’ambiente, che già negli ultimi anni si era andato affermando. Per l’Appennino emiliano-romagnolo si tratta di un’opportunità importante che va sostenuta, partendo anche dalla manutenzione di una rete sentieristica particolarmente estesa. Una rete vera e propria che deve potersi integrare con le tante iniziative di valorizzazione, a partire da quelle promosse dai Parchi regionali dell’Appennino e dai GAL. Vogliamo garantire ai tanti amanti dell’escursionismo e della mountain bike percorsi sempre più sicuri e belli. Ci eravamo presi l’impegno di implementare ulteriormente le risorse per garantire questo ulteriore sostegno ai Comuni e l’abbiamo mantenuto. Conferma che la montagna è sempre più al centro di un’azione regionale che promuove lo sviluppo sostenibile e di qualità di questi territori”.

Contributi fino ad un massimo di 5mila euro:

Tra gli interventi che possono essere finanziati quelli per il diradamento della vegetazione, come sfalci, tagli e decespugliamenti. E quelli per rinnovare la segnaletica, anche su strade carrabili. I contributi di cui potranno usufruire i Comuni o le Unioni di Comuni montani possono arrivare fino ad un massimo di 5mila euro per ogni ente.

I lavori dovranno essere completati entro la fine del 2021. Nella valutazione delle domande sono previste premialitàper i Comuni con minore popolazione e dunque più in difficoltà nel reperire le risorse; per gli interventi in cofinanziamento e per quelli che prevedano forme di collaborazione con associazioni ed enti del territorio, a partire dal Club Alpino Italiano.

Con il precedente bando finanziati 16 programmi di intervento:

Con il precedente bando, aperto a tutti i Comuni e Unioni della Regione e che aveva stanziato 80mila euro, sono stati sostenuti 16 programmi di intervento. Cinque in provincia di Modena: Comuni di Fanano, Prignano sulla Secchia, Sestola, Montecreto e Unione Comuni Distretto ceramico; tre in provincia di Forlì-Cesena: Comuni di Sogliano sul Rubicone, Forlì, Bertinoro; tre nel Bolognese: Monterenzio, Monte San Pietro e Camugnano; due in provincia di Piacenza: Bobbio e Gropparello; uno in provincia di Parma: Bore. Ancora un intervento è stato finanziato nel Ferrarese, ad Argenta, e uno nel Ravennate, quello dell’Unione della Romagna faentina.

L’amicizia fra Medico e Paziente. Le relazioni di cura da Platone a Laìn Entralgo.

Comunicato Stampa Università degli studi di Ferrara.

Giovedì 15 aprile alle 17 il terzo appuntamento di “Anatomie della mente – Conferenze dei Giovedì di Psicologia”.

L’amicizia, soprattutto quella fra medico e paziente, è il tema al centro del terzo appuntamentodella nuova edizione del ciclo “Anatomie della mente – Conferenze dei Giovedì di Psicologia – Anno XIV”, a cura del Prof. Stefano Caracciolo, Ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara.

La conferenza “L’amicizia fra Medico e Paziente. Le relazioni di cura da Platone a Laìn Entralgo, in programma giovedì 15 aprile alle ore 17 in diretta sul canale YouTube della Biblioteca Comunale Ariostea, fa parte dell’ormai storico ciclo di incontri della Biblioteca Ariostea, realizzato in collaborazione con la Sezione di Neurologia, Psichiatria e Psicologia Clinica della Facoltà di Medicina, Farmacia e Prevenzione di Unife.

“La parola ‘amicizia’ deriva dal latino ‘amicus’ che a sua volta rimanda alla radice del verbo ‘amare’ – spiega il Prof. Caracciolo – Da Omero in poi gli antichi greci chiamavano questo legame ‘philia’, termine che ritroviamo nei Dialoghi di Platone, specialmente nel ‘Liside o sull’amicizia’, e nelle opere di Aristotele, in particolare nel libro Ottavo dell’Etica Nicomachea. Il termine può estendersi sia a indicare legami affettivi molto forti, come gli affetti familiari e i rapporti di amore, sia ai casi di pura conoscenza causale. Lo ritroviamo poi nelle opere di Cicerone (De Amicitia), nei Saggi di Michel de Montaigne e nelle opere di Kant ‘Lezioni sull’Etica e Metafisica dei Costumi’ in cui si afferma: ‘L’amicizia è l’unione di due persone legate da un uguale reciproco rapporto d’amore e rispetto’”.

Come si diventa amici? Si tratta di una relazione equilibrata oppure caratterizzata da dipendenza, talora reciproca, e da esclusività? Esiste poi un solo tipo di amicizia o, come sostenne Aristotele, se ne possono distinguere tre diversi tipi? E quale è il confine, se esiste, fra il legame di amicizia e quello amoroso?

“I riferimenti all’amicizia sono sporadici nell’opera di Sigmund Freud, in cui la corrente amorosa della tenerezza viene considerata solo all’interno delle relazioni di coppia, ma acquistano un importante rilievo nelle relazioni sociali adolescenziali e poi adulte, in cui si delineano le metapulsioni di scambio, tipiche della vita adulta secondo gli scritti di Franco Fornari, in particolare ‘Genitalità e Cultura’”, prosegue Caracciolo.

E se le due persone che si incontrano sono un malato e il suo medico?

“Su questo tema – conclude il Professore – si impernia l’opera intera del medico e filosofo Pedro Laìn Entralgo (1908-2001), Professore e Rettore dell’Università di Madrid, fondatore di una nuova antropologia medica culminata proprio nei suoi scritti sulla ‘amicizia medica’, elemento fondante del rapporto medico-paziente, basata appunto sulla ‘philìa’”.

 

Fino al termine della situazione emergenziale tutti gli incontri si svolgeranno in diretta video nell’orario indicato sul canale Youtube della Biblioteca Comunale Ariostea.

FANTASMI
Fondi di caffè e alberi magici

Fondi di caffè e alberi magici

Stamattina mi sono alzato molto presto. Ho trascorso la notte in un penoso dormiveglia, senza riuscire a prendere sonno, una consuetudine ormai da mesi. Dopo una veloce colazione ho raccolto le idee e sono uscito per la solita passeggiata: dovrò fare anche la spesa, mia moglie si è raccomandata. Con passo stanco sono andato al parco, come faccio nei giorni di sole, anche se oggi è nuvoloso: ci portavamo i bambini quando erano piccoli, ogni tanto ci torno per rivivere momenti lontani.
Comincio a camminare, da solo: la mascherina posso toglierla, non c’è nessuno. Lì davanti a me, un cane randagio va annusando, frugando vicino a un cassonetto ribaltato.
Tra me penso che questo mondo alla rovescia e contraddittorio, strabordante di cattiveria e di ipocrisia, è proprio come quel cassonetto.
Su una panchina poco distante un ragazzo sta seduto assorto nei suoi pensieri, giocando con un bastoncino di legno. Disegna sul terreno qualcosa.

Il cane – ha un collare… mi sa che non è un randagio, l’ho giudicato troppo presto – si avvicina al giovane e gli deposita davanti un sacchetto mezzo rotto, rovesciandone il materiale contenuto: bucce d’arancia e poco altro.

Ero uscito per fare due passi e cercare qualcosa che riaccendesse in me l’interesse verso l’umanità, dopo una notte insonne vuoto come una bottiglia di birra a testa in giù in una duna sabbiosa del deserto, cercando qualcosa a cui appassionarmi per dimenticare questa pandemia. Mi siedo all’altra estremità di quella panchina, consapevole che avrei trascorso un’altra mattinata grigia alla ricerca, inevasa, di un motivo per non pensare ai miei figli lontani.
Guardo quel giovane a 2 metri da me: distanza di sicurezza. Il mio coinquilino di panchina avrà trent’anni circa, è un ragazzo alto. Penso che alla sua età sarei stato in giro a inseguire sogni, chitarra a tracolla e sigaretta sempre accesa, per fare serenate a due-tre ragazze e decidere come cambiare il mondo.
“Ecco, questo tipo è una delle cause del mondo capovolto di cui sopra” rifletto tra me.

Il bastoncino tra le mani del ragazzo attira non solo la mia attenzione, ma anche quella del suo cane, che cerca di strappargliela addentandola per coinvolgerlo nel gioco del lancio e recupero, quello che fa sempre felice un cane, cucciolo o attempato che sia. Ma non riesce a distogliere il giovane dal suo muto vagabondo tracciamento di ghirigori. Stufo il cane si allontana inseguendo una foglia, attività infinitamente più interessante.
Anche io guardo quei ghirigori: con la punta del bastoncino il ragazzo disegna, spiana, poi ritraccia altri segni, gli occhi bassi.
“Ciao” gli dico. Senza alzare lo sguardo, lui, a voce bassa: “Ciao”.
“Cosa fai di bello?”. E lui: “Cerco una risposta”.
Gli chiedo allora quale risposta si possa trovare rigando un po’ di terra.
“Non è terra: è un fondo di caffè”.

Avrei potuto alzarmi e tornare sui miei soliti, annoiati passi, ma qualcosa mi fa restare.
Tento di farlo parlare: la mia indole di professore in pensione, abituato a cacciar fuori con le pinze una parola dagli studenti pur di fargli dire qualcosa e non dar loro un “impreparato”, mi spinge a chiedergli quale verità ci sia in un po’ di posa di caffè caduta da una busta di un cassonetto.
Risponde: “Mio nonno mi raccontò che dalle sue parti, al Sud, le donne per interpellare gli spiriti usavano il fondo di caffè, mentre gli antichi leggevano le viscere e i comportamenti degli animali”.
Gli chiedo: “Ma tu cosa cerchi in quel fondo di caffè?”.
Spostando appena un po’ lo sguardo, dice: “Vorrei trovarci dei fantasmi, per poterli seguire, anzi inseguire… chiedergli tante cose. Ma non funziona. Forse è decaffeinato, perciò non funziona”.

Il cane torna a chiedere una carezza, alla ricerca di affetto e di un compagno di giochi: la ruvida leggerezza con cui il suo muso sfiora la gamba del ragazzo mi ricorda vagamente la carezza di un padre. “Joker, va’ a giocare…” sbotta lui.
“Davvero credi ai fantasmi?” gli chiedo.
Iniziamo così a parlare: a raffica gli racconto della mia famiglia, dei miei figli, di cui uno ha circa la sua età, lontani per colpa del COVID e del lavoro inesistente. Gli parlo di un nipotino che non vedo da molti mesi: io non ho avuto i nonni, ma quel bambino un nonno ce l’ha, perché non posso stare con lui, portarlo al parco, al cinema? Raccontargli tante cose, articoli di giornali, favole, teorie, testi di canzoni, romanzi, trame di fumetti…?
Luca, così si chiama il ragazzo, alza gli occhi e mi guarda. Un leggero sorriso incurva appena le sue labbra notando i capelli bianchi sfuggenti sotto il mio cappello. E così mi parla di suo nonno: un ex-professore di latino e greco che gli aveva insegnato tante cose, come scrivere l’alfabeto greco e storie di mitologie e leggende… storie bellissime.
“Perché non vai a trovarlo, tuo nonno, ogni tanto?” gli chiedo, burbero.

Ricomincia con quel bastoncino a interrogare il fondo di caffè, non vuole parlarne, ma poi alla fine, risponde:
“Ero al battaglione in quel periodo. Sapevo che nonno stava male e che forse dovevano ricoverarlo, ma mia madre non mi aveva detto nulla di più. Poi quel giorno di marzo accadde tutto: ci chiamarono dal comando. Ci dissero che servivano i camion, bisognava trasportare i morti del COVID perché erano troppi in città e non c’era più posto. A me sembrava tutto assurdo, incredibile, avevo solo voglia di guardare lo sport sullo smartphone per non pensarci, ma poi mi telefonò mia madre e disse che nonno non ce l’aveva fatta. Nessuno sapeva dove era stato ricoverato, né dove ora l’avrebbero portato. Nulla”.

Joker si era accucciato ai suoi piedi, ad ascoltare: anche lui voleva finalmente capire perché Luca fosse così da giorni, anzi mesi.
“Io chiesi al capitano di poter essere uno degli autisti: ma come me ce n’erano altri che avevano perso qualcuno allo stesso modo. Tutti volevamo … non so… magari trovare un nome su una cassa. Ma il capitano rispose che noi eravamo troppo coinvolti, perciò avrebbe scelto altri come autisti. Allora mi sono ricordato del cavallo di Troia e di Ulisse, quello che con una bugia faceva fare ciò che voleva a chiunque: ho seguito il capitano e gli ho detto che l’ultima volta che avevo visto mio nonno avevamo litigato. Così il capitano mi ha inserito nel gruppo degli autisti” ha concluso Luca.
Comincio a capire: mi ritornano in mente quelle lunghe file di camion nella notte di Bergamo, viste in televisione da miliardi di persone attonite e sconvolte. Ma non avevo mai pensato agli uomini che guidavano quei camion. Luca aveva pochi altri ricordi, e tanta rabbia e dolore. Poi ha continuato, a voce bassa: “Quando abbiamo chiuso quel cancello dietro al quale avevamo ammassato le casse, siamo rimasti lì fuori, in attesa. Di che cosa poi? Boh.
Uno di noi autisti disse: ci vorrebbe una preghiera.
Un altro disse: ci vorrebbero dei fiori. Ma non avevamo nulla.
Un sergente magrolino andò allora nel suo mezzo, e tornò con due Arbre Magique, uno azzurro un po’ usato e uno rosso nuovo che tolse dalla bustina, e fece cenno a tutti di fare altrettanto. Li andammo a prendere e li mettemmo tutti insieme: erano di tanti colori diversi, c’era un profumo intenso. Ma non sapevamo come legarli tra loro. Io mi sono strappato il braccialetto di cotone colorato, il portafortuna, e ho detto agli altri di fare lo stesso. Quel sergente mi ha guardato, li ha intrecciati velocemente in modo ordinato: così, nonostante la mascherina, mi sono accorto che era una sergente. Lei mi ha guardato con due occhi … quegli occhi che non riesco più a dimenticare. E così sul cancello abbiamo legato quella piccola corona di alberi profumati variopinti: è stata come la celebrazione del Milite Ignoto. Non so nemmeno di quale brigata fosse quel sergente, né il suo nome, non so nulla. Certe volte non so neppure se ho sognato tutto. Per questo ora cerco di capire qualcosa negli oscuri segni del destino o nei fondi del caffè: vorrei trovare almeno una risposta”.

Joker ha infilato la sua testa sotto la mano di Luca, e questa volta Luca lo accarezza, poi afferra il bastoncino e lo lancia lontano. Joker come un fulmine schizza a riprenderlo e glielo riporta, felice di aver ritrovato l’amico fraterno di giochi.
Sono rimasto lì, confuso: ribaltato come il cassonetto di prima.

Ho salutato Luca e distrattamente gli ho teso la mano, ma l’abbiamo ritratta entrambi, memori delle regole sul distanziamento, così ho scorto sul suo polso un braccialetto portafortuna.
“Sì” dice Luca” il giorno dopo ne ho comprato un altro: questo servirà per ricordarmi mio nonno. Ho deciso che lo terrò per tutta la vita, o almeno fino al giorno in cui non ritroverò gli occhi di quel sergente”.
“Li ritroverai, ne sono certo” gli ho detto. ”Come fai ad esserne così sicuro?” mi ha ribattuto Luca.
“Lo so. Studiavo i greci come tuo nonno: io però guardo le nuvole per indovinare i venti e cercare di capire gli eventi. E poi scrivo racconti, da leggere forse un giorno a mio nipote: se vuoi posso raccontare la tua storia, magari ritrovo quel sergente…”.
Luca ha annuito e ha sorriso, finalmente. Poi mi ha salutato con il gomito e un gesto della mano.

Sono tornato di corsa a casa, dimenticando di fare la spesa, l’animo in subbuglio ma vivo: e ho subito iniziato a scrivere.

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Il mare comprensivo

 

I protagonisti delle vignette sono sgargianti individui che non sembrano appartenere al nostro mondo, forse vivono in un mondo variopinto o più probabilmente i loro colori accesi spiccano in un mondo all-white; un avatar del nostro contesto quotidiano, dove ciascuno di loro assomiglia a tutti e non assomiglia a nessuno. In fondo diverte l’idea di identificarsi con sagome fluo col naso a pera, ma voglio credere che anche questo può contribuire a guardarsi “da fuori” per sorridere e riflettere su ciò che siamo e ciò che stiamo diventando…
Riccardo Francaviglia

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