Skip to main content

Giorno: 21 Aprile 2021

In libreria Gianluca Morozzi col romanzo:
Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen

 

Essere figlio di Bob Dylan e scoprirlo da grande, il giorno di Natale. È in libreria Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen, dello scrittore bolognese Gianluca Morozzi, edizioni BookTribu. Lajos, ragazzo dall’età imprecisata e dal lavoro vago e provvisorio in un negozio di fumetti, viene sconvolto da un’incredibile rivelazione: la madre gli confida che in gioventù ha avuto una fugace relazione con Bob Dylan, e che lui è il frutto di quell’incontro. Da quel momento Lajos stravolge completamente la sua esistenza, ma ci penserà la bella Florence a contrapporsi alla sua quotidianità.
“Una storia d’amore dylaniata tra un lui e una lei grandi di una diversa grandezza: come Bob Dylan e i Queen”, apostrofa Morozzi questa sua opera, ambientata a Bologna, che alla risata sa alternare momenti di profonda riflessione su come sono fatti tutti gli uomini e tutte le donne, e come ciascuno cerchi di sopravvivere ai propri disastri.
I protagonisti della storia sono così coerenti da fare precipitare il lettore nella risata quando la loro prevedibilità si scontra con l’inevitabile realtà: il personaggio è così tanto uguale a sé e alle proprie vicende da non accorgersi (e con lui chi legge) che l’irreparabile è già arrivato.

Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971. Ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2001 (Despero) e ha raggiunto il successo nel 2004 con Blackout. È docente di scrittura creativa, ha al suo attivo 38 romanzi e circa 200 racconti. Nel campo del fumetto, ha vinto il premio Micheluzzi con Pandemonio (per i disegni di Squaz) e ha sceneggiato i tre volumi di FactorY, realizzati con Michele Petrucci, oltre a Hellzarockin’ (disegnato da autori vari).

Covid: L’assessore Colla incontra i rappresentanti di acconciatori, estetisti, ristoratori e operatori della moda.

 

Covid. L’assessore Colla incontra i rappresentanti di acconciatori, estetisti, ristoratori e operatori della moda: “Coinvolgeremo le associazioni imprenditoriali in piani finanziari ‘ponte’ in vista della ripresa. Necessario un intervento sulla nuova normativa Ue, per sbloccare le banche e favorire il credito”.

L’incontro oggi in Regione con i rappresentanti di Cna e dei settori coinvolti che hanno richiesto, tra l’altro, più attenzione nell’ambito dei protocolli di sicurezza per evitare chiusure in autunno, e nell’organizzazione delle vaccinazioni.

Bologna – “Appena arriveranno i fondi europei per l’assistenza alla ripresa, coinvolgeremo le associazioni imprenditoriali per pianificare un’operazione “ponte” di liquidità finanziaria per le imprese, e aiutarle così a incrociare la ripresa”.

È l’impegno comunicato dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, a conclusione dell’incontro che si è svolto questa mattina in viale Aldo Moro, su richiesta del presidente di Cna di Bologna, Valerio Veronesi.

Un incontro cui hanno partecipato i rappresentanti delle categorie degli acconciatori-estetisti, della ristorazione e della moda, che hanno lamentato le difficoltà dovute alla crisi pandemica per le chiusure imposte, in particolare su accesso al credito e ristori. Presente anche il direttore di Cna di Bologna, Claudio Pazzaglia.

I presenti hanno chiesto più attenzione per i rispettivi settori, a partire dalla possibilità di una libera circolazione dei clienti a seguito di prenotazione. Inoltre, hanno chiesto di ridiscutere i protocolli di sicurezza per evitare chiusure in autunno, oltre che organizzare vaccinazioni anti covid per i lavoratori a contatto col pubblico. Durante l’incontro si è parlato anche della possibilità di una gestione “agile” dei pass per vaccinati/tamponati, e del problema delle infiltrazioni criminali che possono approfittare dell’attuale situazione.

Nel sottolineare la grande correttezza verso le istituzioni e il ruolo fondamentale per la tenuta sociale svolto nel corso della pandemia, l’assessore Colla ha ringraziato i presenti e affermato che “la Regione Emilia-Romagna sta dimostrando che la ripresa c’è ed è molto forte, ma polarizzata. Interi settori, i servizi in primis, avranno una ripartenza più lenta e noi abbiamo il dovere di accompagnarli per dare a tutti il diritto di agganciare la ripresa. Al Governo ho chiesto che il prossimo provvedimento ponga attenzione soprattutto a queste attività, concentrandosi sui settori che hanno vissuto la più grande crisi della storia contemporanea”.

“Ovviamente– ha continuato l’assessore- il Paese non può vivere di ristori, pur importanti. Dobbiamo superare l’emergenza dei sostegni a pioggia e garantire invece un accompagnamento finanziario che faccia da ponte rispetto a questi settori più in difficoltà e che potrebbe arrivare a breve con la liquidità del React_Ue”.

Colla ha infine ricordato la lettera scritta al Governo, con cui ha chiesto di prorogare le moratorie sui prestiti, ritenendo tuttavia necessario “anche un intervento per liberare le banche dal blocco della nuova normativa dell’Unione europea sulla centrale rischi, che rischia di far scivolare nella lista dei cattivi pagatori, bloccandone i finanziamenti, tante piccole imprese che hanno attività solo momentaneamente in difficoltà”.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna: 21 aprile 2021.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 27mila tamponi effettuati, 760 nuovi positivi (2,8%), 3.160 i guariti. Calano i ricoveri (-59) e i casi attivi (-2.423). Vaccinazioni: un milione e 361mila dosi somministrate.

Diminuiscono anche le persone in isolamento domiciliare (-2.364). Sul totale dei positivi, il 96% è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi contagi è di 41,2 anni. 23 i decessi.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 360.694 casi di positività, 760 in più rispetto a ieri, su un totale di 27.263 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 2,8%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, le persone dai 75 anni in su e quelle nella fascia d’età 70-74 anni.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 1.361.309 dosi; 412.086 sul totale sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 355 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 269 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 443 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 41,2 anni.

Sui 355 asintomatici, 260 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 34 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 13 con gli screening sierologici, 7 tramite i test pre-ricovero. Per 41casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Reggio Emilia con 157 nuovi casi; poi Bologna (89) e Modena(83). Seguono Ravenna (76), Parma (67) e Ferrara (63); quindi Forlì (59), Rimini (57), Cesena (54). Infine, Piacenza, con 39 nuovi casi, e il Circondario Imolese con 16.

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 16.627 tamponi molecolari, per un totale di 4.272.699. A questi si aggiungono anche 10.636 tamponi antigenici rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 3.160 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 289.471.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 58.533 (-2.423 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 56.130 (-2.364), il 96% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 23 nuovi decessi: 1 a Piacenza (un uomo di 79 anni), 3 a Parma (2 donne, di 88 e 93 anni, e un uomo di 91), 2 a Reggio Emilia (entrambi uomini, di 72 e 79 anni), 3 a Modena (tutti uomini, rispettivamente di 78, 80 e 84 anni), 3 a Bologna (un uomo di 52 anni e 2 donne, di 52 e 82 anni, quest’ultima deceduta a Imola), 2 a Ferrara (entrambi uomini, di 57 e 92 anni), 3 nel ravennate (una donna di 90 anni e 2 uomini, di 69 e 85 anni), 2 in provincia di Forlì-Cesena (entrambi uomini, di 78 e 84 anni), 4 nel riminese (un uomo di 70 anni e 3 donne, rispettivamente di 82, 85 e 91 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.690.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 287 (-4 rispetto a ieri), 2.116 quelli negli altri reparti Covid (-55).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 11 a Piacenza (-1 rispetto a ieri), 32 a Parma (+2), 31 a Reggio Emilia (+3), 44 a Modena (-4), 76 a Bologna (-6), 12 a Imola (+1), 37 a Ferrara (+2), 12 a Ravenna (+2), 6 a Forlì (-1), 4 a Cesena (invariato) e 22 a Rimini (-2).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 22.571 a Piacenza (+39 rispetto a ieri, di cui 15 sintomatici), 25.385 a Parma(+67, di cui 27 sintomatici), 43.509 a Reggio Emilia (+157, di cui 76 sintomatici), 61.552 a Modena (+83, di cui 38 sintomatici), 77.258 a Bologna (+89, di cui 60 sintomatici), 12.119 casi a Imola (+16, di cui 7 sintomatici), 22.179 a Ferrara (+63, di cui 19 sintomatici), 28.489 a Ravenna (+76, di cui 55 sintomatici), 15.445 a Forlì (+59, di cui 40 sintomatici), 18.076 a Cesena (+54, di cui 37 sintomatici) e 34.111 a Rimini (+57, di cui 31 sintomatici).

Rispetto a quanto comunicato nei giorni precedenti, sono stati eliminati 7 casi, di cui 6 positivi a test antigenico ma non confermati da tampone molecolare e uno giudicato non Covid-19.

 

 

A Ferrara arriva il tour nazionale dell’UGL “Il Lavoro Cambia anche Noi!” verso il Primo Maggio.

 

Mercoledì 21 aprile arriva a Ferrara, in via Eridano, Zona Petrolchimico alle ore 16.30, la ventunesima tappa del tour itinerante promosso dall’UGLa bordo di un bus, in occasione della Festa del Lavoro col motto “Il Lavoro Cambia anche Noi!”. Il sindacato ha deciso di essere al fianco dei lavoratori con 30 appuntamenti che si snoderanno lungo l’Italia e che si concluderanno sabato primo maggio a Milano. 

 L’obiettivo è quello di raggiungere nei singoli territori i propri iscritti, i dirigenti e tutti i lavoratori alle prese con una crisi economico-sociale che sta acuendo le disuguaglianze. All’incontro, tra gli altri, prenderanno parte: Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, Tullia Bevilacqua, Segretario Regionale UGL Emilia e Romagna e Federico Donato, Segretario UTL Ferrara.

 L’idea nasce dalla volontà dell’UGL di rivendicare la centralità del lavoro, andando nelle piazze, nelle fabbriche e nelle realtà produttive di tutto il Paese. 

 «Siamo qui a Ferrara perché questo distretto rappresenta una fra le filiere agroalimentari più importanti della Regione con tantissime aziende che operano nel settore e con migliaia di lavoratori coinvolti. La tenuta dei redditi da lavoro autonomo è fondamentale e oggi i sussidi pubblici sono sicuramente importanti, ma serve semplificare e tracciare. Bisogna utilizzare la leva fiscale per favorire i processi di aggregazione sul territorio, le attività di trasformazione e il consumo consapevole da parte dei cittadini. È inoltre decisivo il potenziamento delle infrastrutture materiali e immateriali per ottimizzare il consumo di risorse e per permettere il trasporto dei prodotti così come il coinvolgimento e la responsabilizzazione della GDO all’interno della filiera agroalimentare italiana al fine di tutelare il valore e il lavoro nel settore. Inoltre siamo certi che se Il Ministero delle Politiche Agricole attivasse un canale con gli enti locali per favorire e sostenere la costituzione di mercati a chilometro zero e la consegna a domicilio, questa aiuterebbe notevolmente tutto il settore. Una grande opportunità infine potrebbe derivare dai fondi del PNRR sulla digitalizzazione che potrebbe rendere efficace l’e-commerce, sostenendo le imprese nella transizione digitale e riducendo il digital divide nei territori a vocazione agricola». Lo hanno dichiarato in una nota congiunta il Segretario Generale UGL, Paolo Capone e Tullia Bevilacqua, Segretario Regionale UGL Emilia. 

 Dopo Roma, Napoli, Messina, Reggio Calabria, Matera, Brindisi, Bari, Campobasso, San Salvo, Pescara, L’Aquila, Frosinone, Fiumicino, Cagliari, Rieti, Terni, Arezzo, Firenze, Casette D’Ete, Ancona e Ferrara il viaggio lungo le realtà italiane proseguirà a Venezia, Trieste, Monfalcone, Verona, Trento, Riva del Garda, Genova, Aosta, Torino e Milano.

 

Agricoltura: Danni da gelate, compromessa gran parte della produzione frutticola e vitivinicola dell’intero territorio regionale.

 

Agricoltura. Danni da gelate, compromessa gran parte della produzione frutticola e vitivinicola dell’intero territorio regionale. Sopralluogo dell’assessore Mammi sull’Appenino ravennate: “Serve una strategia nazionale di rilancio per la frutta. Si potrebbe attingere anche dalle risorse ottenute dal Governo con scostamento di bilancio”.

Dopo la visita nel Comune di Casola Valsenio per verificare i danni da maltempo che hanno interessato l’intero territorio regionale e nazionale. Chiesto l’intervento del ministero delle Politiche agricole, l’attivazione di indennizzi economici e la riattivazione del tavolo ortofrutticolo nazionale.

 Bologna – Sono rilevanti i danni delle gelate degli scorsi giorni sulla produzione di ortofrutticola e vitivinicoladell’Emilia-Romagna. E ora, per sostenere gli agricoltori e risollevare il comparto, servono indennizzi e soprattutto una strategia nazionale.

È questo il punto della situazione dopo la visita di ieri nel Comune di Casola Valsenio (Ra) dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, insieme al sindaco, Giorgio Sagrini e agli agricoltori del territorio.

L’assessore si è recato presso alcune aziende zootecniche per verificare i danni provocati dalle gelate che hanno interessato l’Appennino ravennate e tante altre zone regionali e hanno duramente colpito le coltivazioni frutticole e i vigneti compromettendo buona parte della produzione del 2021.

Di fronte a un’emergenza che colpisce il comparto per il terzo anno consecutivo la Regione si è rivolta quindi al ministero delle Politiche agricole per richiedere sostegno e indennizzi economici per gli agricoltori e la riattivazione del tavolo ortofrutticolo nazionale.

“Quello dell’ortofrutta, per il valore economico e sociale che rappresenta, è un settore vitale non solo a livello regionale ma anche nazionale- spiega Mammi-, perché la nostra regione è uno dei cuori pulsanti della produzione e della trasformazione italiana. Sarebbe veramente poco lungimirante non investire e sostenere questo settore che ha tutti i numeri per poter continuare a crescere e a garantire occupazione e sostenibilità”.

L’assessore Mammi ha poi ricordato agli agricoltori presenti durante la visita di aver chiesto al ministero l’attivazione degli indennizzi per il 2021, la richiesta di deroga al decreto legislativo 102, la disponibilità dei 20 milioni di euroche erano stati previsti per le gelate del 2020 e i 70 milioni di euro impegnati per calamità ed emergenze nella legge di Stabilità del dicembre 2020.

Infine, da diversi mesi, è al vaglio del ministero un piano strategico per la frutticoltura promosso dall’Emilia-Romagna in collaborazione con le associazioni agricole, per chiedere la riduzione dei costi di produzione e il sostegno agli investimenti necessari per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la ricerca di nuove tecniche di difesa chimica e biologica, l’attivazione di strumenti per la gestione del rischio, l’incremento della sostenibilità lungo tutta la filiera, la riconversione varietale in funzione delle preferenze di gusto e la promozione delle eccellenze regionali.

“Proprio nei giorni scorsi- conclude Mammi– è giunta la notizia che il Governo italiano ha chiesto e ottenuto uno scostamento di bilancio per 40 miliardi di euro. Ci auguriamo quindi che una parte di queste risorse possa essere destinata all’agricoltura e al settore ortofrutticolo. Come Regione siamo pronti a fare la nostra parte continuando a garantire le risorse regionali e quelle previste dal Piano di sviluppo rurale”.

Nel frattempo, continuano le ricognizioni sulla piattaforma online regionale per raccogliere tutte le segnalazioni dei potenziali danni alle imprese agricole e permettere così una precisa valutazione della situazione sul territorio. L’indirizzo della piattaforma: https://questionari.regione.emilia-romagna.it/643362?lang=it

Montagna: La Regione raddoppia il contributo ad altre 346 giovani coppie e famiglie per acquistare o ristrutturare casa in Appennino.

 

Montagna. La Regione raddoppia: contributo fino a 30mila euro a fondo perduto ad altre 346 giovani coppie e famiglie per acquistare o ristrutturare casa in Appennino, per andare a viverci o rimanerci. In totale salgono a 700. Bonaccini: “Misura unica nel Paese che continueremo a finanziare. Vogliamo ridurre i divari territoriali, per tornare più forti di prima dobbiamo ripartire tutti insieme”. Lori: “Colto un bisogno diffuso grazie a un progetto straordinario”.

Età media di poco superiore ai 30 anni, in 9 casi su 10 nuclei con figli: grazie allo stanziamento di altri 10 milioni di euro dal bilancio regionale, 20 in totale, prosegue l’attuazione del Bando Montagna con lo scorrimento della graduatoria a favore di coloro che vogliono trasferirsi in uno dei 119 comuni appenninici dell’Emilia-Romagna. Gran parte dei lavori affidati a imprese del territorio. Tutti i dati per provincia.

Bologna – Andare a vivere in Appennino? La Regione rilancia e raddoppia, dando questa opportunità a ulteriori 346 giovani coppie o famiglie che si aggiungono alle prime 341 che si erano già aggiudicate il contributo nella prima graduatoria del Bando Montagna.

Salgono dunque a quasi 700 i nuclei familiari che su tutto il territorioriceveranno circa 30mila euro a fondo perduto per acquistare o ristrutturare un’abitazione in uno dei 119 comuni montani dell’Emilia-Romagna. Età media di poco superiore ai 30 anni, in 9 casi su 10 nuclei con figli: questo il profilo delle nuove famiglie che ottengono l’aiuto regionale, in linea con quelle della prima chiamata.

Una promessa mantenuta grazie a uno stanziamento aggiuntivo di 10 milioni di euro che porta a 20 milioni il totale delle risorse messe a disposizione dal Bilancio regionale: un plafond che mobilita ulteriori investimenti privati attraverso i lavori di ristrutturazione previsti in molti casi.

Per i territori montani una preziosa iniezione di risorse,anche occasione di sviluppo e lavoro, grazie ai cantieri che si apriranno. Anche per questa seconda tranche di domande ammesse a finanziamento, infatti, la gran parte dei lavori saranno affidati a imprese del territorio.

“Di fronte al successo di questa misura, unica nel suo genere nel Paese e citata da molti quale esempio virtuoso, e alle tante domande arrivate e giudicate idonee, ci eravamo subito impegnati a raddoppiare i fondi disponibili e, soprattutto, i beneficiari- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, presentando il provvedimento in videoconferenza stampa-. Lo facciamo a pochi mesi dalla prima tranche, con uno stanziamento rilevante, interamente dal bilancio regionale, e diamo gambe a ciò che avevamo detto rivolti alle tante famiglie e giovani coppie che hanno risposto con entusiasmo alla nostra proposta. Perché sia chiara una cosa: a vincere è la montagna, territorio splendido della nostra regione, con 700 giovani coppie, famiglie o nuclei aiutate nella loro decisione di voler vivere in appennino, o di rimanervi. Abbiamo centrato l’obiettivo, cogliendo un bisogno diffuso. Per questo renderemo strutturale questa misura, finanziandola anche nei prossimi anni. Mi auguro anzi che il Governo possa destinare fondi alle aree montane, sostenendo provvedimenti di questo tipo. Un bisogno che va nella stessa direzione delle nostre politiche di rilancio dei territori montani: un impegno a 360 gradi per promuovere uno sviluppo sostenibile di questa parte così importante del territorio regionale, con l’obiettivo di colmare il divario con la pianura e i grandi centri abitati, perché potremo ripartire più forti di prima solo se ripartiremo tutti insieme”.

“L’impressionante mole di richieste per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa in montagna- osserva l’assessore a Montagna, parchi e forestazione Barbara Lori– sono il segno tangibile che i nostri sforzi per andare incontro alle necessità delle persone e dei territori dell’Appennino hanno colto nel segno.  Abbiamo dato il via un progetto straordinario che mette al centro le giovani coppie e le famiglie, intervenendo in maniera concreta nel loro futuro. Il nostro obiettivo è anche valorizzare e promuovere queste aree scommettendo sulle opportunità che rappresentano in chiave sociale, ambientale ed economica. Il bando ‘Giovani coppie 2020’, che ha messo a disposizione complessivamente 20milioni di euro, ci ha permesso di avviare un percorso virtuoso per il nostro Appennino. Non si tratta ‘solo’ di una casa, ma di un ‘movimento’ che aiuta a contrastare lo spopolamento della montagna. Questo attraverso l’arrivo di nuove famiglie che scelgono di vivere fuori dai centri urbani contribuendo a dare nuova linfa vitale a questi territori e a rafforzare politiche di sostenibilità,a partire dal recupero di parte del patrimonio edilizio esistente”.

 

Il Bando:

Uscito lo scorso maggio, con il via a settembre alla presentazione delle domande, il Bando Montagna aveva visto 2.310 domande ammissibili, di cui 341 appunto finanziate a novembre. Un successo e la conferma di un rinnovato interesse per questi territori così preziosi da un punto di vista ambientale, nei quali va scongiurato il rischio di spopolamento e invecchiamento demografico.

Un interesse che la Regione vuole dunque sostenere e accompagnare, perché anche da questo passa la possibilità di uno sviluppo più equilibrato e sostenibile per tutta l’Emilia-Romagna.

Da qui la scelta di scorrere la graduatoria, finanziando una seconda tranche di domande.


La fotografia delle domande:

Con lo scorrimento della graduatoria vengono finanziate 346 domande per ulteriori 10 milioni di euro (per l’esattezza 9.988.280 euro). Di queste, 167 per l’acquisto di una abitazione, 84 per un intervento di ristrutturazionee 95 per un intervento misto di acquisto e ristrutturazione. L’analisi di questa seconda tranche di domande conferma complessivamente quanto era già emerso per la prima.  Nell’87 % dei casi si tratta di nuclei familiari o monoparentali con figli, nel 13% di single. L’età media continua ad essere bassa, di poco superiore ai 30 anni. Sostanzialmente in linea anche il valore dell’importo medio assegnato, di poco inferiore ai 29 mila euro.

 

Gli interventi per provincia:

Su 346 interventi, 26 sono quelli che riguardano i comuni montani della provincia di Piacenza per un importo complessivo dei contributi di 770mila euro; 59 i comuni montani della provincia di Parma per un importo totale di 1.693.830 euro; 54 quelli del Reggiano per 1.527.500 euro; 60 quelli del Modenese per 1.737.550 euro. E ancora: vengono finanziati 59 interventi nell’Appennino bolognese per 1.711.000 euro; 47 nell’Appennino forlivese-cesenate per 1.362.900 euro; 16 in quello Ravennate per 475mila euro e 25 nei comuni montani del Riminese per 710.500 euro.

Considerando anche la prima tranche di interventi, su 687 interventi complessivamente finanziati: 68 nuclei familiari ricevono il contributo in provincia di Piacenza, per un importo complessivo di 1.985.576 euro; 123 in provincia di Parma per un importo di 3.578.580 euro; 124 in provincia di Reggio Emilia per 3.520.916 euro; 112 nel Modenese per 3.285.050 euro; 84 in provincia di Bologna per 2.449.000 euro; 94 in provincia di Forlì-Cesena per 2.765.400 euro; 33 in provincia di Ravenna per 977.061 euro. Infine, 49 gli interventi totali nel Riminese per 1.414.000 euro.

 

Il bando Montagna, le ragioni di un successo:

Il successo del Bando Montagna è attestato dall’elevato numero di domande ammissibili: 2.310.  Così distribuite sempre per quanto riguarda la provincia interessata dall’intervento: 129 in quella di Piacenza, 335 in quella di Parma, 297 in quella di Reggio Emilia, 390 in quella di Modena, 624 in quella di Bologna, 99 in quella di Ravenna, 319 in quella di Forlì-Cesena, 120 in quella di Rimini.

Il bando prevede per tutti i beneficiari l’obbligo di trasferire la propria dimora abituale nell’alloggio acquistato o ristrutturato, entro sei mesi dalla sottoscrizione dell’atto di acquisto o dalla data di ultimazione dei lavori, richiedendo contestualmente la residenza nel comune montano per almeno cinque anni. Tra le finalità – oltre a quella di rilanciare lo sviluppo di questi territori – anche quello di spingere sul recupero del patrimonio edilizio montano con criteri premianti per gli interventi su edifici di valore storico come le case in sasso, situati all’interno di aree di pregio ambientale, oppure dismessi e abbandonati.

I contributi sono a fondo perduto e vanno da un minimo di 10 mila euro, a un massimo di 30 mila euro, comunque non superiori al 50% delle spese sostenute in caso di acquisto dell’immobile e, in caso di ristrutturazione, al 50% dell’importo lavori e alla somma non portata in detrazione fiscale.

Per quanto riguarda la tempistica, il bando prevede la conclusione dell’intervento entro 9 mesi (in caso di acquisto dell’immobile) o di 24 mesi (in caso di recupero, con fine dei lavori).  In particolare, per questa seconda tranche di progetti i termini decorrono dalla data di approvazione della delibera di scorrimento della graduatoria.

Destinatarisono inuclei familiari in cui almeno uno dei componenti (ad esclusione dei figli) sia nato dopo il 1^ gennaio 1980 (età massima 40 anni) e abbia la residenza anagrafica in Emilia-Romagna o comunque svolga un’attività lavorativa esclusiva o principale nel territorio regionale. Tra i requisiti anche l’Isee inferiore a 50mila euro se relativo a un nucleo già formato, e fino a 60 mila per nuclei da formare. Tra le premialità, quelle a favore degli interventi realizzati in comuni montani in cosiddetta fascia 1 e 2 (su tre fasce, quelli più penalizzati sulla base degli indici di reddito, di anzianità e di spopolamento). Punteggi aggiuntivi anche per i nuclei familiari che trasferiscono la residenza da un comune non montano (in particolare se un componente del nucleo ha un lavoro in montagna); per le famiglie con figli conviventi e/o minori; per quelle già residenti, ma con attività lavorativa in altro comune montano.

Per i beneficiari della prima tornata, sono già state avviate le operazioni di rendicontazione delle domande e sono in dirittura d’arrivo le prime erogazioni.

Confagricoltura: Salvaguardiamo la Fruit Valley Ferrarese.

 

Comunicato Stampa Confagricoltura Ferrara.

“Per salvaguardare le nostre eccellenze dobbiamo celermente effettuare un cambio di paradigma rispetto al passato: sostegno concreto ai produttori che in prima persona subiscono le avversità climatiche attraverso sinergie, quali una nuova visione della gestione del rischio catastrofale”.

Lo afferma la Presidente della Sezione Frutticola di Confagricoltura Ferrara Elisabetta Moscheni, che prosegue, “Favorire investimenti per l’adozione di impianti per contrastare i danni da gelo, con uno studio sulle varie ipotesi adottabili; investimenti nel settore della ricerca che ci consentano di affrontare le sfide che ci aspettano, tenendo presente che il patrimonio di esperienza dei nostri frutticoltori va tenuto in somma considerazione, perché non si può prescindere dal know-how acquisito in decenni di pratica sul campo.
Sosteniamo chi si occupa dei prodotti della terra, dedicandocisi con passione, nonostante tante avversità. Non è certamente scontato tutto ciò che troviamo sugli scaffali dei supermercati!

Per questo piano di rilancio abbiamo bisogno di iniezioni di fiducia e di liquidità che le istituzioni, a più livelli, compresa Bruxelles, devono far pervenire alle aziende produttrici, che solo così potranno continuare ad investire, generando nell’indotto, e quindi anche nelle aziende di trasformazione, una forza propulsiva per affrontare un futuro che deve guardare all’agroalimentare con una visione economica collaborativa, per poi ripartire su sane e solide basi. Quella che è stata la “fruit valley” per decenni – conclude Moscheni di Confagricoltura Ferrara – oggi rischia di scomparire.
Il rilancio del settore ortofrutticolo passa anche attraverso un appropriato percorso d’istruzione, il coinvolgimento delle future generazioni del territorio a specializzarsi in ciò che la natura della nostra pianura ci ha regalato: terreni fertili, un grande fiume, pianura dalle grandi potenzialità, con lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia per affrontare le sfide del futuro agroalimentare, sviluppando un percorso scolastico idoneo proprio nella nostra città, che da culla del Rinascimento potrebbe essere il punto di partenza di un nuovo progetto”.

 

 

Paolo Mazzini eletto nuovo Presidente dei costruttori di Cna.

 

Comunicato stampa CNA Ferrara.

“Il settore delle costruzioni, per crescere e svilupparsi, ha sempre più bisogno di manodopera qualificata di alto livello, in grado di sostenere il ricambio generazionale del personale nelle aziende. È questo il primo impegno che mi assumo e il perno del mio mandato quadriennale: operare per un rilancio della formazione e dell’istruzione in campo edile, e per nuovi progetti di scuola-lavoro.”

Paolo Mazzini, eletto Presidente dell’Unione Costruzioni di Cna, ha indicato così la priorità del proprio nuovo impegno di rappresentanza: “la formazione e qualificazione della manodopera è il perno su cui ruota tutto il resto – aggiunge – Dall’impegno per un’applicazione del codice degli appalti che sia rispettosa delle imprese del territorio, all’impiego dei fondi del Recovery plan, alle opportunità offerte dai superbonus”.

Paolo Mazzini ha 40anni, è titolare di Geostrutture Srl e Geostrutture Restauri Srl, aziende operanti rispettivamente nel campo edile e del restauro monumentale sia in ambito pubblico che privato. E’ copparese, e fino a pochi giorni fa è stato Presidente di Cna Area Copparo-Berra: in questo ruolo ha promosso incontri, momenti di confronto ed elaborazione di proposte rivolte alle amministrazioni comunali e ai sindaci del territorio.

Mazzini sarà affiancato da tre vice Presidenti: Lauro Lambertini – ditta Stella di Lambertini Lauro e c; Alessandra Vacchi – ditta Vacchi s.n.c. di Vacchi Domenico e Alessandro & c.; Roberto Cavallari – ditta Cavallari Gian Carlo e Roberto.

Enrico Ghezzo confermato Presidente di Cna Produzione:

Enrico Ghezzo, titolare dell’Elettronica Marittima di Bosco Mesola, è stato confermato Presidente, per il secondo mandato, di Cna Produzione. Elettronica marittima è stata fondata nel 1977 da Ilio Ghezzo, padre di Enrico; è socia Cna dal 2002. L’attività aziendale è iniziata con l’installazione di strumenti elettronici per la navigazione e la comunicazione radio. Dal 2009 è stata attivata con lo scopo di studiare e sviluppare nuovi sistemi: sensori radar, sistemi di navigazione a comando e controllo ecc.

Nella propria attività di rappresentanza Enrico Ghezzo sarà affiancato da due Presidente di mestiere: Enrica Mantovani, Presidente del Mestiere Serramenti e infissi è socia della ditta Mantovani e Mantovani srl di Codigoro. La ditta, fondata nel ’77, in Cna da quasi 40anni,  è specializzata nel restauro, produzione vendita e installazione di serramenti e infissi. Stefano Castaldini è Presidente del settore Produzione Meccanica. La sua azienda opera nella costruzione di particolari meccanici in conto terzi: la fondò lui stesso nel 1996.

Emanuela Toselli nuova Presidente di Cna Agroalimentare:

E’ stata eletta Presidente dell’Unione Cna Agroalimentare Emanuela Toselli, che dal 1998 – con il fratello Marco e la famiglia – gestisce la Pasticceria San Giorgio. L’azienda è in Cna dal 2000, e Emanuela Toselli è impegnata da tempo nell’attività di rappresentanza all’interno dell’associazione. Il San Giorgio, nato come pasticceria, si è affermato negli anni anche come caffetteria e raffinata enoteca.

Nella propria attività di rappresentanza Emanuela Toselli sarà affiancata da tre presidenti di Mestiere: Luciano Palazzi Marconi, per i produttori di Bevande: titolare dell’azienda Antichi Sapori Estensi, fondata nel 2006 e da allora socia di Cna; Vittorio Campanella, per il mestiere dei Dolciai e Panificatori. Vittorio ha 39 anni e insieme a Davide Moretti è titolare della Officina Integrale, laboratorio di panificazione di qualità. Sebastiano Tundo, Presidente del Mestiere dei Pastai: è un giovane imprenditore di 32 anni, socio di Romagnola Bio, storico pastificio argentano per la produzione di pasta biologica.

Confermato Bruno Faccini alla Presidenza dei Giovani Imprenditori:

“Mantenere un filo diretto e una collaborazione proficua tra l’associazione e i giovani che si avvicinano al mondo imprenditoriale: è stata la nostra priorità degli ultimi quattro anni e continuerà ad esserlo nel corso del mio prossimo mandato. A questo scopo abbiamo sperimentato anche nuove forme di comunicazione, e continueremo a farlo: per condividere la nostra esperienza con altri imprenditori e in questo modo dare valore al ‘marchio’ Cna”.

Bruno Faccini è stato confermato Presidente dei Giovani Imprenditori di Cna. Classe 1983, laurea magistrale in Ingegneria dell’Informazione, dal 2006 lavora nell’agenzia di marketing digitale ITestense, di cui è co-fondatore. Nel 2010 ha dato vita al progetto Occhio del Fotografo, che vanta oltre 130.000 follower, oltre 5 milioni di visualizzazioni su YouTube e il libro “Foodporn: l’arte di fotografare il cibo” (edito da Tecniche Nuove e uscito nel 2020 in tutte le librerie).

Nella gestione del Gruppo Giovani sarà affiancato da Loretta Vocino, giovane professionista, laureata in architettura, che dal 2013 si occupa di organizzazione di eventi privati, sportivi e aziendali.

 

Nuovo record di Plastic Free:
170.508 Kg di rifiuti rimossi dall’ambiente in un solo giorno

 

da: Plastic Free – Cento (Fe)

L’obiettivo era 100.000 kg, ma grazie ai 140 appuntamenti confermati in tutt’Italia ed agli oltre 15.300 partecipanti, il risultato dell’associazione Plastic Free stupisce tutti 

 

Grande successo per Plastic Free Onlus per l’iniziativa che, domenica 18 aprile ha visto più di 15.000 persone in tutta Italia in azione per il bene dell’ambiente. Negli appuntamenti svolti in contemporanea sono stati raccolti oltre 170 mila chilogrammi di plastica e rifiuti di ogni genere portando così il conteggio finale dell’associazione ad oltre 500 mila chilogrammi di spazzatura eliminata dalla natura dalla sua nascita fino ad oggi.
Una media di 110 partecipanti per ogni appuntamento che ha visto coinvolti grandi e piccini per una grande giornata di sensibilizzazione. Tra i luoghi con maggiore affluenza abbiamo Torino, Cuneo, Milano, Cremona, Verona, Bologna, Reggio Emilia, Ferrara, Sabaudia, Latina, Ostia, Città Sant’Angelo, Caltagirone, il parco dell’Etna e Trapani.

 

In particolare, per la città di Cento il risultato è stato 1400 Kg e 95 partecipanti, tra cui 14 bambini,  un risultato unico grazie all’organizzazione dei referenti locali Anna Gardini ed Andrea Firrincieli.
A Cento per far partecipare attivamente ed in sicurezza anche i più piccoli, ben 14 è stato realizzato un ‘ciccometro’ tarato (durante le nostre precedenti raccolte ‘singole’ stante la zona rossa)  per 5 mila cicche corrispondenti ad 1 Kg e distribuiti ai bimbi 20 boccali in cartone con logo “Plastic Free challange” per la raccolta, ottenendo il risultato che i bimbi si sono divertiti facendo a gara tra loro per riempirlo, cosa avvenuta ben 4 volte (anche con l’aiuto dei genitori…) per un totale di 20 mila mozziconi raccolti prima che finissero in mare.
Tante le espressioni di compiacimento e di incoraggiamento da parte dei Centesi.

Ma non finisce qui. La data nazionale è uno delle tante iniziative della Plastic Free. “Realizziamo più di 2.000 appuntamenti di raccolta all’anno in Italia” – racconta il Presidente, Luca De Gaetano – “e tanti altri eventi nazionali, con l’obiettivo di creare sensibilizzazione attraverso l’azione”.

Infatti, l’associazione prevede un grande evento il 23 maggio lungo gli argini del Po, per la più intensa pulizia del più grande fiume in Italia, e una seconda data nazionale a settembre. Una vera a propria rivoluzione ecologica è appena iniziata e per prendere parte in maniera attiva basterà registrarsi sul sito plasticfreeonlus.it.

Plastic Free Onlus è un’associazione di volontariato nata il 29 luglio 2019 con l’obiettivo di informare e sensibilizzare più persone possibili sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica, in particolare quella da plastica monouso, che non solo inquina bensì uccide. Si sviluppa online e in meno di 2 anni è diventata una realtà sempre più grande e con oltre 700 referenti in tutt’Italia.

Nota: 
La cover e le immagini che corredano il testo sono state realizzate dagli stessi volontari di Plastic Free di Cento (FE) in occasione della raccolta del 18 aprile scorso. La redazione di Ferraraitalia li ringrazia, augurandogli nuovi successi per le prossime iniziative.

Ristori regionali – Bonaccini: “Un aiuto a chi ha dovuto comunque sostenere spese ingenti durante le chiusure”.

 

Ristori regionali. Ecco quelli ai gestori, privati e associazioni, delle piscine pubbliche di proprietà dei comuni: in totale 1,5 milioni di euro per 147 impianti. Bonaccini: “Un aiuto a chi ha dovuto comunque sostenere spese ingenti durante le chiusure”

I fondi ai Comuni, da girare a chi ha le piscine in gestione, esterna nella gran parte dei casi. La ripartizione dei ristori nelle singole province. L’impegno della Regione per lo sport di base aveva già portato allo stanziamento di 3 milioni di euro per oltre 22mila ‘voucher famiglie’

Bologna – Piscine, ecco i ristori regionali per i gestori. Minimo 6.674 euro a impianto, con cifre che salgono a seconda della tipologia, a partire dal numero di vasche e della classificazione (olimpionica o meno). Nell’ultima seduta, la Giunta regionale ha approvato la graduatoria del bando per il trasferimento dei fondi relativi a 147 piscine comunalidell’Emilia-Romagna, inattive o soggette a restrizioni a causa delle misure sanitarie legate al Covid-19.
Ristori per complessivi 1,5 milioni di euro che la delibera destina a 117 Comuni e da questi assegnati ai gestori degli impianti – in gran maggioranza soggetti privati e associazioni, nel resto dei casi gli stessi enti locali – che in questo durissimo periodo hanno dovuto sostenere le spese di gestione delle piscine.
Già avviato l’iter per l’impegno finanziario a favore di ciascun beneficiario.

Per quanto riguarda i contributi per ciascuna provincia, in quella di Bologna sono stati assegnati alle piscine di 23 Comuni 364 mila euro, a Forlì-Cesena 122 mila euro (11 Comuni), a Ferrara 97 mila euro (5 Comuni), a Modena 194 mila euro (16 Comuni), a Piacenza 190 mila euro (19 Comuni), a Parma 199 mila euro (14 Comuni), a Ravenna 100 mila euro (9 Comuni), a Reggio Emilia 179 mila euro (14 Comuni) e a Rimini 57 mila euro (6 Comuni).

“In attesa delle prossime riaperture- afferma Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna- abbiamo voluto sostenere i gestori delle piscine, in difficoltà per lo stato di emergenza. Queste chiusure hanno creato una situazione critica non solo per il blocco dei servizi a migliaia di utenti, ma anche per le esposizioni finanziarie che i gestori stessi hanno dovuto sopportare a fronte di spese necessarie per garantire comunque il buon funzionamento degli impianti. Il nostro impegno per lo sport non si ferma alla stagione di grandi eventi in Emilia-Romagna, lavoriamo perché la pratica sportiva di base sia un diritto per tutti”.

La suddivisione delle risorse finanziarie ai singoli Comuni varia appunto a seconda della tipologia dell’impianto, ovvero se presenti una o più vasche allo scoperto e/o anche al coperto, e se queste siano olimpioniche.
L’impegno della Regione è volto a far sì che non si vanifichi uno degli obiettivi fondamentali del Piano regionale dello Sport, cioè l’incremento della pratica motoria e sportiva e la lotta contro la sedentarietà, in particolare per le fasce d’età più giovani.

Il provvedimento adottato dalla Regione, sotto il coordinamento di Gianmaria Manghi, capo della segreteria politica della Presidenza della Giunta, si aggiunge ad altri già adottati, come l’intervento per sostenere, con uno stanziamento di 3 milioni di euro, le spese di iscrizione dei giovani a corsi, attività e campionati organizzati da associazioni e società sportive dilettantistiche, attraverso l’erogazione di oltre 22mila ‘voucher sport’ alle famiglie.

 

Infrastrutture: Strade sicure, l’Emilia-Romagna investe 4 milioni di euro per migliorare la qualità delle proprie strade.

 

Infrastrutture. Strade sicure: l’Emilia-Romagna investe 4 milioni di euro per migliorare la qualità delle proprie strade. L’assessore Corsini: “Interventi necessari, dobbiamo garantire sicurezza”

Le risorse destinate alle province serviranno per la risistemazione delle pavimentazioni stradali, l’installazione di barriere di sicurezza e lavori urgenti per situazioni di particolare degrado. Il riparto dei fondi

Bologna – Strade di qualità per viaggi sempre più sicuri. È con questo presupposto che la Regione Emilia-Romagna continua a investire nel miglioramento della rete viaria mettendo a disposizione delle otto Province e della Città metropolitana di Bologna un finanziamento complessivo di 4 milioni di euro per l’anno 2021.

Le risorse, dedicate agli interventi per migliorare la sicurezza stradale da Piacenza a Rimini, prevedono la risistemazione della pavimentazione l’installazione di barriere di sicurezza, ma anche lavori per risolvere particolari situazioni di degrado.

“Dalla cura delle nostre strade dipende la sicurezza e la qualità dei viaggi delle persone- afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti, Andrea Corsini-. Ed è per questo che anche quest’anno, nonostante il perdurare di un periodo difficile legato all’emergenza sanitaria, continuiamo ad ascoltare le richieste che ci arrivano dai territori destinando alla manutenzione della rete regionale un sostanzioso pacchetto di risorse. Investimenti fondamentali, che ci auguriamo di poter incrementare ancora”.

Le Province potranno intervenire prioritariamente sulle strade definite di interesse regionale, ma anche sulla restante rete provinciale per assicurare caratteristiche il più possibile omogenee a tutte le strade di propria competenza.

La ripartizione dei fondi sul territorio:

La distribuzione dei fondi sul territorio regionale è la seguente: alla Città metropolitana di Bologna sono destinati circa 525mila euro, alla provincia di Modena più di 712mila euro, 501mila euro alla provincia di Parma, oltre 549mila euro al territorio di Reggio Emilia e circa 344mila euro alla provincia di Piacenza. E ancora, al bacino di Ferrara vanno 237mila euro di finanziamento, a Ravenna 532mila euro, circa 573mila euro sono rivolti alla provincia di Forlì-Cesena e ammonta a oltre 26mila euro l’importo per la provincia di Rimini.

Make in FE: Esperienze alla scoperta del territorio ferrarese e delle nuove tecnologie per bambini e ragazzi.

 

Comunicato stampa CIDAS.

Make in Fe, il progetto educativo che porta bambini e ragazzi alla scoperta del territorio ferrarese e delle nuove tecnologie, è ora pronto a partire con un’edizione adattata alle nuove misure anti Covid.

Attraverso sei diversi itinerari didattici alla scoperta della città a cui sono associati laboratori tecnologici,Make in Fe si propone di stimolare l’acquisizione di competenze per l’infanzia e l’adolescenza, e mira al contempo a valorizzare il patrimonio storico culturale di Ferrara.

È realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia e promosso da Comune di Ferrara e Cooperativa Sociale CIDAS, con la collaborazione del Laboratorio Aperto “ex Teatro Verdi”.

La data di partenza del calendario di uscite è fissata per il 28 aprile, dopo la sospensione dei mesi scorsi, nel pieno rispetto delle disposizioni sanitarie.

Dopo il periodo di distanziamento legato alla pandemia, Make in Fe vuole offrire nuove esperienze di esplorazione e socialità, in linea con le normative vigenti. Le attività si svolgeranno in piccoli gruppi e verranno adottate tutte le tutele per la sicurezza dei partecipanti.

Il progetto si rivolge a bambini e ragazzi da 8 a 14 anni. Ogni giornata di attività si compone di due momenti diversi e complementari.

La prima fase di ogni esperienza si svolgerà in ambiente esterno, con l’accompagnamento di un educatore professionale e di una guida esperta, e darà l’opportunità di osservare la città con occhi e strumenti nuovi, stimolerà una visione che mira a valorizzare la ricchezza di storia, cultura e arte di Ferrara, ma anche il bagaglio esperienziale dei partecipanti, con uno sguardo rivolto al futuro e all’ecosostenibilità.

La seconda fase prevede attività ludico-didattiche in continuità con la visita effettuata, che si svolgeranno nei locali del Laboratorio Aperto “ex Teatro Verdi” di Ferrara. Qui ragazze e ragazzi potranno esprimere la loro personale creatività attraverso l’uso della tecnologia, affiancati da un team esperto in Tech Education.  Si potranno quindi esplorare e sperimentare varie tecnologie educative come la robotica, l’elettronica, il coding ed il design 3D. Verranno utilizzati kit Robotica Educativa Lego e Makeblock, così come le piattaforme di Scratch 3.0 e Tinkercad con cui immaginare e trasformare idee in progetti reali. Grazie all’approccio basato su progetti e creatività, si potrà quindi familiarizzare divertendosi con i concetti base della programmazione, del pensiero computazionale, dello storytelling, della robotica e della modellazione 3D. Questo approccio, oltre che garantire un migliore coinvolgimento dei ragazzi, li vuole stimolare a proseguire attivamente nel processo di apprendimento in libertà, secondo i loro interessi e tempistiche.

Le attività sono strutturate per due diverse fasce d’età: da 8 a 11 anni, e da 11 a 14 anni.

I percorsi esperienziali, sono:

  • Sulle tracce dell’antico porto sul fiume a Pontelagoscuro, si passeggerà alla ricerca delle tracce del passato per giungere alla conca di navigazione e vedere il passaggio delle imbarcazioni
  • Lupo di fiume: alla scoperta delle origini fluviali della città, una navigazione dal canale di Burana al Po di Volano, alla scoperta della nascita sulle acque di Ferrara
  • Alle origini della nostra specie, un tuffo nel passato più remoto alla ricerca della genesi dell’uomo
  • Experience tour, creiamo la nostra visita alla città, a spasso tra i nostri luoghi preferiti
  • Viaggio dal centro della Terra allo spazio, attraverso l’osservazione e l’analisi di rocce e minerali si illustrerà la nascita e l’evoluzione del nostro pianeta Terra
  • L’uomo e le piante un legame indissolubile, un’avventura alla scoperta dell’Orto Botanico di Ferrara

Queste proposte si svolgeranno in collaborazione con il Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Ferrara, Associazione Fluviale Nena e Maria Chiara Ronchi, guida turistica dell’Associazione Itinerando.

Per Dorota Kusiak Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Ferrara Make in Fe “è un’importante opportunità educativa e di socializzazione per bambini e ragazzi, che valorizza lo stare insieme attraverso esperienze vicine al nostro territorio e ai linguaggi innovativi. In questo momento pandemico e con la graduale ripartenza, risulta fondamentale realizzare proposte sia ludiche che didattiche rivolte ai giovanissimi perché possano riappropriarsi appieno dei loro percorsi di crescita e di sviluppo, ricostruire la rete di relazioni dopo il periodo di isolamento e tornare a sviluppare le proprie competenze, interessi e talenti”.

“I più giovani delle nostre comunità hanno visto molte delle loro opportunità limitate per le restrizioni dovute al Covid. Per questo abbiamo lavorato intensamente per proporre loro un programma che speriamo possano trovare divertente e stimolante, e che auspichiamo possa coinvolgerli e al contempo valorizzare le risorse del territorio” afferma Elias Becciu, responsabile del Settore Educativo di CIDAS.

Le giornate in cui si svolgeranno le varie esperienze saranno, fino al 5 giugno, il mercoledì ed il venerdì dalle ore 14:00 alle 19:00 oppure il sabato dalle ore 9:30 alle ore 16:00. Dal 5 giugno a metà luglio si svolgeranno dalle ore 9:30 alle ore 16:00.

L’iscrizione è completamente gratuita e comprende l’accompagnamento di un educatore professionale che resterà con i ragazzi durante tutto il tempo dell’attività, il trasporto di andata e ritorno dal Laboratorio Aperto, l’ingresso ai luoghi, la visita guidata e l’utilizzo delle attrezzature tecnologiche.

Per ulteriori informazioni ed iscrizioni:

makeinfe@cidas.coop
https://www.cidas.coop/progetto-make-in-fe/
https://laboratorioapertoferrara.it/attivita/make-in-fe/

 

Il film bolognese San Donato Beach selezionato al Ferrara Film Festival.

 

Un saggio visivo sulla solitudine, in concorso alla sesta edizione del Ferrara Film Festival.

Bologna/Ferrara, 21 Aprile 2021 – Il nuovo film del regista bolognese Fabio Donatini “San Donato Beach” fa parte della selezione ufficiale di opere in concorso alla sesta edizione del Ferrara Film Festival, che si terrà dal 29 maggio al 6 giugno 2021. Sarà il primo festival cinematografico maggiore a svolgersi in presenza. Il film San Donato Beach, prodotto dalla Zarathustra FIlm, sarà in gara nella sezione “E.R. Filmmakers”.

San Donato è un quartiere situato nell’immediata periferia di Bologna, dove Fabio Donatini abita da anni. Il film è composto dai ritratti dei personaggi che popolano il quartiere, presenze abituali nella vita quotidiana del regista. Servendosi di una troupe ridotta al minimo e di attrezzatura leggera, Donatini riesce a muoversi in totale libertà tra le strade della periferia scoprendo un linguaggio visivo essenziale e intimo, il più adatto a rivelare l’essenza dei suoi personaggi.

Studiare la solitudine. L’idea che muove l’intero film parte dalla necessità di un’indagine discreta ma attenta sulle varie sfaccettature di questo sentimento universale. Patrizia, Andrea, Reza, Armando e Stefania vivono un quotidiano fatto di pause, riflessioni, ricordi e paure. La periferia in cui l’estate sembra non finire mai diventa scenario di flussi di coscienza di persone emarginate solo all’apparenza. San Donato è il luogo in cui tutti viviamo, è il quartiere che ci sembra di conoscere da sempre.

“Volevo realizzare un saggio visivo sulla solitudine. Non capivo esattamente da dove partire, poi mi sono accorto che bastava attendere Ferragosto nella prima periferia di Bologna e uscire di casa. Era tutto già lì. Nella sua straordinaria bellezza, nella sua logorante malinconia. Ogni volta che mi trovavo ad intervistare qualcuno cercavo di fargli dire quello che serviva a me. Ma loro, parlando d’altro, dicevano cose molto più interessanti. Quindi ascoltavo e basta. E me ne stavo zitto”  ha dichiarato il regista.

Fabio Donatini ha studiato semiologia del cinema e della musica presso il DSC dell’Università di Bologna. Ha lavorato per l’ITC Movie, Pavonificio Ghinazzi, Cineteca di Bologna, Bottega Finzioni, Bottega Produzioni, Articolture, Mammut Film e per la Zarthustra Film. Segue e organizza corsi per avvicinare la disabilità psichica e motoria alla recitazione e al set. I suoi lavori più importanti sono: “L’ispettore Coliandro”, “Tuber – la saga del Pico bianco” , “Il Boia/I principi dell’Indeterminazione”, “Le muse inquietanti” e “Chemio”. In fase di finalizzazione il suo ultimo docu-film sul lockdown della primavera 2020.

E’ autore, sceneggiatore, regista e produttore.

Venerdì 23 aprile la giornata informativa di avvio del percorso partecipato per la difesa e l’adattamento della costa ai cambiamenti climatici.

 

Sicurezza del territorio. Che costa sarà? Venerdì 23 aprile la giornata informativa di avvio del percorso partecipato verso la nuova strategia di gestione integrata per la difesa e l’adattamento della costa ai cambiamenti climatici.

L’assessore Priolo: “L’obiettivo è tracciare le fondamenta per definire il futuro del litorale a fronte della sfida del cambiamento climatico. Fondamentale il contributo degli Enti locali e di tutti i portatori di interesse”. Gli appuntamenti in programma.

Bologna – Che costa sarà? Come affrontare le conseguenze del cambiamento climatico sul litorale regionale, valorizzando al tempo stesso la sua importanza ambientale e socioeconomica?

Parte il prossimo 23 aprile, in Emilia-Romagna, il percorso partecipativo per la stesura della nuova Strategia di gestione integrata per la difesa e l’adattamento della costa ai cambiamenti climatici (GIDAC).

“L’obiettivo è tracciare le fondamenta per definire il futuro del litorale, rispondendo alla sfida cruciale del clima che muta- spiega l’assessore regionale alla Difesa del suolo e della costa, Irene Priolo-. Per riuscirci, è necessario agire in un’ottica di sistema coinvolgendo gli enti locali e tutti i portatori di interesse del territorio costiero: gli appuntamenti al via hanno appunto questo obiettivo ambizioso”.

Venerdì 23 aprile, dalle 10 alle 13, è convocata online la giornata informativa (Infoday) sulla costa durante la quale saranno illustrate le tappe del percorso partecipativo, parte del progetto europeo “AdriaClim” che punta a migliorare la resilienza climatica nel bacino adriatico con lo sviluppo di piani di adattamento, azioni e buone pratiche di mitigazione degli impatti sulle zone costiere, fornendo strumenti informativi e scenari di maggiore dettaglio rispetto a quelli attualmente disponibili.

Le attività si articoleranno quindi tra incontri plenari, workshop specifici per i territori costieri e webinar, da martedì 4 maggio a febbraio 2022. Permetteranno di condividere il Quadro Conoscitivo della nuova strategia e acquisire contributi informativi integrativi; definire una visione condivisa della costa anche in relazione agli scenari futuri del cambiamento climatico; individuare linee d’azione da seguire su temi quali: interventi strutturali, buone pratiche di gestione dei litorali, governance dell’azione di difesa e gestione della costa.

“Il litorale è uno scrigno di ricchezza naturalistica e biodiversità- aggiunge l’assessore-, ma anche un’area della nostra regione ricca di attività umane e dove vive un’economia di assoluta rilevanza, che spazia dall’alimentare al settore turistico”.

“La parola chiave della strategia sarà quindi sostenibilità, in tutte le accezioni: ambientale, sociale ed economica- chiude Priolo-. Solo con l’apporto e il contributo di tutti saremo in grado di individuare le soluzioni migliori, più efficaci ed efficienti sia per la tutela ambientale che per la crescita delle attività dell’economia blu”.

 

Come aderire all’Infoday della costa:

Visto il perdurare della delicata situazione pandemica, la giornata di presentazione e lancio del percorso si svolgerà online, su piattaforma Zoom. Per partecipare è necessario registrarsi al seguente link https://platform.eventboost.com/e/infoday-adriaclim/26645/ a cui seguiranno ulteriori comunicazioni e agenda dell’evento.

Al fine di garantire la massima informazione ed opportunità di prendere parte al percorso partecipativo, è stata anche predisposta una piazza virtuale nella piattaforma ioPartecipo+ (www.partecipazione.regione.emilia-romagna.it/che-costa-sara) appositamente dedicata e aperta a tutti i cittadini, dove il processo potrà essere seguito in ogni sua tappa, trovando dati e reportistiche ma, soprattutto, con la possibilità sia di fornire un proprio contributo che interagire attraverso sondaggi online e altri strumenti digitali.

 

Il calendario degli appuntamenti:

Dopo l’Infoday del 23 aprile, il calendario di appuntamenti per entrare nel vivo del percorso partecipativo sulla gestione integrata della costa prenderà il via il 4 maggio con un incontro online sul “Quadro Conoscitivo” e la “Visione Futura” del litorale. A seguire, sono in programma una serie di incontri – sempre in videoconferenza – che hanno come target specifiche aree geografiche. Il 6 maggio con un workshop, sempre online, sulle azioni per la zona riminese; l’11 maggio per il cesenate; il 13 maggio per il ravennate e il 18 maggio per il ferrarese.

Giovedì 27 maggio è in calendario l’incontro partecipativo “Confronto e Integrazione” che servirà per dettagliare ulteriormente idee e proposte su strategie, misure, interventi e azioni da mettere in campo per il futuro del litorale. Il 16 novembre si terrà infine il webinar di restituzione delle attività svolte. /red

 

Vite di carta /
Sullo scrivere di sé: Teresa Ciabatti “Sembrava bellezza”

Vite di carta. Sullo scrivere di sé: Teresa Ciabatti “Sembrava bellezza”

Ho letto anche Sembrava bellezza. Nello scorso numero dicevo di avere scoperto Teresa Ciabatti, autrice di una autobiografia che ho trovato coinvolgente, La più amata, uscita nel 2017.

Svelo subito perché anche questo secondo libro mi ha attratta: perché “è scritto meravigliosamente”. Tra virgolette metto le parole che ha scelto Michela Murgia per presentarlo insieme a Chiara Valerio in un incontro a cui ha partecipato l’autrice. Tutto si può rivedere su Youtube digitando ‘Teresa Ciabatti’, peggiorata in Ciaby dal diminutivo usato durante l’intervista: l’unica nota stonata di una conversazione a tre per me divorante. Sulla femminilità e sull’essere donna, sulla adolescenza come tempo supremo della inadeguatezza, sul valore del corpo, sul rapporto tra bellezza e percezione della bellezza (la propria, soprattutto).

Tre figure di donna occupano anche il centro del romanzo: la narratrice e la sua amica storica Federica si ritrovano quando hanno quasi cinquant’anni, si aggiunge a loro la sorella di Federica, Livia, che è stata la più bella ragazza del liceo quando erano adolescenti, ma a diciassette anni ha subito un grave incidente che le ha procurato un ritardo mentale. Le altre due nell’adolescenza non sapevano riconoscersi belle e ora che sono cresciute e sono diventate madri, una di loro anche  famosa come scrittrice, rinsaldano la loro amicizia con una solidarietà tutta nuova.

È la narratrice a scavare nel passato suo e delle altre e a dare di sé un’immagine di acuto spaesamento: “Metto in scena la proiezione più bassa di me e scrivendo dipingo la mia adolescenza come l’età della sofferta percezione di me; ero la brutta e inadeguata ragazzina venuta a Roma dalla provincia che nessuno dei compagni di scuola ha mai voluto degnare di considerazione”. Le parole sono più o meno queste, ho messo io “dipingo” per riprendere un’altra osservazione di Murgia: se questo libro fosse un quadro sarebbe un quadro dell’impressionismo, tutto pennellate pesanti che ritraggono con frasi fulminee la percezione che della realtà ha la narratrice.

E io che percezione ho avuto del valore di un romanzo come questo? Un romanzo che si pone in continuità con La più amata e torna insistentemente su come si è da adolescenti, sulla insoddisfazione verso il nostro corpo. Sulla figura dei genitori che ci hanno fatto violenza in qualche modo mentre ci facevano crescere; sulle ferite che ci hanno inferto i compagni di scuola con la loro indifferenza spietata. Su quest’ultimo aspetto merita di essere letto il bel romanzo autobiografico di Diego Marani, Il compagno di scuola, ambientato negli anni Settanta tra la campagna di Tresigallo e il Liceo Classico di Ferrara.

Ci penso da parecchi giorni e di proposito ho centellinato la lettura delle ultime pagine di Sembrava bellezza per lasciar sedimentare la mia reazione di lettrice. Poi stando al mercato del mio paese lo scorso mercoledì ho fatto chiarezza: c’era una bella luce nella piazza e le bancarelle di ogni tipo tornavano a occupare le consuete postazioni. Soprattutto i capi primaverili messi in mostra sprigionavano colori nuovi, tinte pastello per lo più. Ho incontrato amici e conoscenti e ho scambiato più chiacchiere del solito, in cerca di un piccolo risarcimento emotivo dopo le restrizioni dovute al Covid, che ci hanno tenuti in casa per alcune settimane. Nel resto della giornata ho ripensato a come è stato piacevole ritrovare la socialità paesana.

Ho fatto l’appello delle persone incontrate con la loro sana psicologia e ho preso via via le distanze dalla personalità di Ciabatti, o dalla narratrice che senza avere nome è il suo alter ego dentro al romanzo. Quella che dice solo e sempre ‘io’, si guarda nel presente e poi si volta indietro a recuperare l’adolescenza e ne riassapora il tormento, senza superarla mai. Senza fare sintesi tra le fasi della propria vita: ora che è una scrittrice e una giornalista di fama non si sente risarcita e non sa guardare avanti; ora che la figlia è adulta non si perdona di essere stata una cattiva madre e torna ciclicamente ad accusarsi. Non mi trova d’accordo ciò che ha detto Chiara Valerio, che la conoscenza è una forma di perdono; almeno non mi pare che questo accada nel libro.

Dopo averla vista su Youtube conosco il volto dell’autrice e allora mi domando come possano i suoi lineamenti tanto regolari e una gestualità così gradevole racchiudere il tarlo della incompiutezza come persona, come donna. Ha detto alle sue interlocutrici di essere più avanti rispetto ai personaggi che mette nei romanzi e di voler scrivere sulla mancanza di reciprocità tra sé e gli altri, sulla esclusione che l’ha ferita negli anni del liceo. Per me lettrice una ragione di più per tenere separate autrice da una parte e narratrice-protagonista dall’altro. Eppure ci sono cascata e confesso che anche ora se ripenso al libro tendo a sovrapporle. Anche perché a una certo punto dell’intervista lei dice: “La adolescenza la odio e meno male che ora è lontana”.

Per ristabilire un patto chiaro con entrambe mi serve che Ciabatti scriva altri romanzi. Storie che vadano oltre l’autobiografia. Occorre che lei rinunci a provocare i lettori con questa ambiguità di ruoli e si travesta magari da narratore di genere maschile, di un’età diversa, che ambienti la nuova storia in un’epoca lontana. Mi occorre che si stacchi da sé stessa e dalla narratrice che è stata.

Intanto tutte le persone incontrate stamattina mi riportano a queste giornate che viviamo. C’è una ferita collettiva che taglia la carne del mondo, ci attraversa una paura ancestrale per la nostra salute e per quella dei nostri cari. La nota stonata in questa scrittura insistita sul sé, in questo scavo alla ricerca dei traumi subiti nella adolescenza è che rasenta il solipsismo. La trovo fuori tempo come proposta culturale. Però mi convince e mi avvince in quanto scrittura sincopata e sincera fino alle estreme conseguenze espressive; mi piacciono le frasi brevi che denudano persone e cose, mentre le inondano di una luce bianca come sotto interrogatorio.

Alla fine torno a ciò che ho detto nel mio incipit, a ciò che ha detto Michela Murgia: “Questa scrittura vale tutto il libro”.

Nell’articolo faccio riferimento ai seguenti romanzi:
– Diego Marani, Il compagno di scuola, Bompiani, 2005
– Teresa Ciabatti, Sembrava bellezza, Mondadori, 2021 (finalista al Premio Strega 2021)

Per leggere gli altri articoli e indizi letterari della rubrica di Roberta Barbieri clicca [Qui]

Ematoma subdurale cronico nell’anziano: Studio Unife mette in luce il ruolo centrale della nutrizione.

 

Comunicato Stampa Università degli studi Ferrara.

Uno stato di nutrizione adeguato gioca un ruolo fondamentale per la salvaguardia della salute degli anziani.

Alba Scerrati e Pasquale De Bonis, docenti del Dipartimento Traslazionale e per la Romagna dell’Università di Ferrara e dirigenti medici della Neurochirurgia di Ferrara, hanno guidato un team di ricercatori dell’Università la Sapienza di Roma (Ospedale S. Andrea) e dell’Ospedale Bufalini di Cesena, conducendo il primo studio finalizzato a valutare l’influenza della nutrizione sul decorso post-operatorio di pazienti anziani affetti da ematoma sottodurale cronico.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale “Nutritional Neuroscience”.

L’ematoma sottodurale cronico è una malattia caratterizzata da un versamento di liquido misto a sangue che si accumula lentamente all’interno della scatola cranica spingendo il cervello. L’ematoma può causare confusione, sonnolenza, cefalea, disturbi di forza e difficoltà nel linguaggio.

Gli anziani sono la categoria più a rischio di sviluppare di questa patologia sia per l’atrofia cerebrale tipica dell’età avanzata che per la facilità ai sanguinamenti dovuta alla maggiore fragilità dei vasi sanguigni.

“L’ematoma si rimuove con un intervento chirurgico ormai standardizzato e in anestesia locale – spiega la Professoressa Scerrati – Alcuni pazienti rispondono brillantemente all’intervento, altri hanno un decorso più difficile e lungo. E’ quindi molto importante stabilire su quali ulteriori fattori si possa intervenire per ottenere un rapido e buon recupero dello stato di salute”.

Nello studio sono stati presi in esame i dati di 178 pazienti anziani operati fra il 2016 e il 2020.

“I risultati del nostro studio suggeriscono che lo stato nutrizionale rappresenta un elemento che influenza tantissimo la probabilità di una guarigione – prosegue Scerrati – la probabilità di ottenere un concreto e rapido miglioramento clinico nei pazienti con stato nutrizionale normale è 6 volte superiore rispetto ai pazienti a rischio di malnutrizione e 80 volte superiore rispetto ai pazienti malnutriti. Questo indipendentemente dalla presenza di altre malattie dei pazienti e dall’età”.

Lo stato nutrizionale rappresenta quindi un aspetto su cui va posta grande attenzione, sia durante la degenza che sul territorio, con una adeguata educazione del paziente e di chi se ne prende cura e mediante diete opportunamente studiate per il mantenimento di un buono stato di salute.

Lo studio pone le basi per considerazioni ben più ampie. L’analisi dello stato nutrizionale potrebbe essere inclusa nella valutazione clinica generale di tutti i pazienti anziani mediante lo sviluppo di specifici protocolli, al fine di applicare trattamenti personalizzati.

 

Covid: UECoop, riapertura spettacoli vale 300mila posti di lavoro.

 

Comunicato stampa UE COOP.

Vale oltre 300mila posti di lavoro nel settore degli spettacoli la riapertura di cinema, teatri, sale da concerto e altri locali con le nuove regole allo studio del Governo per l’emergenza pandemia. E’ quanto merge dall’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Inps in riferimento al prossimo DL Covid valido dal 26 aprile al 31 luglio con la progressiva ripartenza di tutte le attività.

Le limitazioni imposte dall’emergenza Covid – sottolinea Uecoop – sono costate la cancellazione di oltre 7 eventi su 10 (72,6%) nel 2020 mettendo in ginocchio un settore nel quale – spiega Uecoop – operano molte cooperative e genera un forte indotto sia in termini di servizi diretti, dalle luci alla vigilanza, sia per il turismo nazionale ed estero. La spesa del pubblico per concerti, spettacoli, cinema e teatri è franata dell’86,7% spiega Uecoop su dati Siae prosciugando i redditi di migliaia di lavoratori del settore che rischiano di entrare a fare parte delle schiere dei nuovi poveri che stanno popolando l’Italia al tempo del Covid.

Una situazione drammatica in uno scenario dove con il gruppo più numeroso è rappresentato dagli attori (25,4%), seguiti dai lavoratori degli impianti e circoli sportivi (11,2%), dagli impiegati (11%) e dai concertisti e orchestrali (9,4%) con più di 45mila giovani fra i 25 e i 29 anni e le donne che – sottolinea Uecoop – rappresentano oltre 4 addetti su 10 (42,5%).

Il problema dei lavoratori dello spettacolo non riguarda ovviamente i vip che hanno risorse economiche per superare il blocco causato dall’emergenza, ma colpisce – evidenzia Uecoop – tutti gli altri che, magari a inizio carriera o con posizioni professionali meno qualificate, hanno una retribuzione media annua che nel 2019 ha raggiunto appena i 10.664 euro con meno di 1 giornata di lavoro su 3 da gennaio a dicembre.

Siamo di fronte a una una crisi senza precedenti e la progressiva ripartenza non riuscirà a riassorbire in tempi brevi le perdite subite con il blocco causato dalla pandemia, per questo – afferma Uecoop – servono aiuti strutturali a lavoratori e aziende per agganciare una possibile ripresa per la quale oltre la metà delle realtà produttive prevede che ci vorrà almeno un anno con 9 imprese su 10 (92%) secondo cui – conclude Uecoop – la massiccia campagna vaccinale per immunizzare gli italiani è la prima condizione per la ripartenza dell’economia con l’uscita dall’emergenza Covid secondo l’indagine Uecoop sulle imprese a livello nazionale.

 

Arzà: “Bene Emilia Romagna, su risoluzione a favore della conversione a gas delle auto a livello nazionale”.

 

Approvata all’unanimità dalla Commissione III Territorio, Ambiente, Mobilità nella seduta del 14 aprile 2021 del Consiglio regionale una risoluzione per incentivi nazionali a favore della mobilità sostenibile: tra le misure, anche della conversione a gas dei veicoli.

-21 aprile 2021. L’Assemblea Legislativa-Commissione III “Territorio, Ambiente, Mobilità” dell’Emilia Romagna si fa promotrice di un’iniziativa di contrasto all’inquinamento dei circa 200 comuni del territorio regionale.

Attraverso la risoluzione n. 2874 del 14 aprile 2021, si impegna il Presidente e la Giunta regionale “a continuare e rafforzare le proprie politiche di contrasto all’inquinamento atmosferico e di promozione di veicoli a bassa emissione d’inquinanti o a emissioni zero”, a sollecitare il Governo ad introdurre, entro l’anno in corso, una serie di misure finalizzati a incentivare non solo l’acquisto e l’utilizzo di auto elettriche, ma anche la conversione a metano e GPL di auto a benzina e diesel euro 4 e 5, oltre a sostenere tali misure “per le Regioni del bacino padano, per avviare un’azione straordinaria coordinata e sinergica tra Stato e tali Regioni”, ricorrendo ai fondi del Next Generation EU.

“Plaudiamo all’iniziativa dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna – commenta Andrea Arzà presidente di Assogasliquidi-Federchimica – che nel settore del trasporto leggero ha adottato una risoluzione molto netta, affinché lo Stato centrale introduca incentivi a favore anche della conversione a metano e GPL delle auto già circolanti euro 4 ed euro 5, alimentate a benzina e diesel. Auspichiamo che questa risoluzione possa essere adottata anche dalle altre regioni del Bacino Padano che, come l’Emilia Romagna, soffrono particolarmente le conseguenze dell’inquinamento dell’aria. Ma soprattutto ci auguriamo che il Governo e il Parlamento possano già nei provvedimenti oggi alla loro attenzione per il sostegno alle attività colpite dall’emergenza sanitaria introdurre a livello nazionale le misure suggerite dall’Emilia Romagna, capofila del progetto Lifeprepair, che studia da anni proprio il fenomeno dell’inquinamento da polveri sottili ed emissioni climalteranti. Come associazione, abbiamo da tempo presentato una proposta nazionale quantificando costi e benefici, che porterebbero ad una drastica riduzione delle emissioni, garantendo un sostegno economico proprio alla fascia della popolazione con minor potere di spesa e più duramente colpita dall’emergenza”.


La proposta di Assogasliquidi-Federchimica:

La proposta prevede incentivi pari a 600 euro per il retrofit a GPL e di 900 euro per quello a metano. A fronte di un investimento triennale di circa € 300 milioni, la misura permetterebbe di convertite a gas (metano e GPL) un potenziale di 495mila veicoli euro 4 e 5 a benzina e diesel, con una riduzione di oltre 7 tonnellate di ossidi di azoto e di circa 90mila tonnellate di CO2 nei tre anni considerati e una riduzione annua di circa 30mila tonnellate di CO2 e di oltre 2,5 tonnellate di ossidi di azoto negli anni a seguire.

Molti i vantaggi per il settore industriale italiano e per le autofficine e un ritorno – in termini fiscali – che compenserebbe l’investimento complessivo, riducendolo a soli € 145 milioni di oneri netti per lo Stato.

Oltre ai benefici dal punto di vista ambientale, la misura garantirebbe un ampio risparmio alle famiglie che oggi non possono permettersi di acquistare una nuova auto, neanche con gli incentivi.

https://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/articolo?urn=er:assemblealegislativa:attoindirizzoapprovato:11;2874

Assogasliquidi:

Assogasliquidi è l’Associazione di Federchimica che rappresenta le imprese produttrici, importatrici, e distributrici di GPL (gas di petrolio liquefatto) e GNL (gas naturale liquefatto) per uso combustione ed autotrazione, impegnate negli investimenti necessari per lo sviluppo di tutta la filiera dei gas liquefatti, dalle infrastrutture di approvvigionamento fino alla distribuzione alle utenze finali.

L’associazione è dal 1995 a servizio dell’industria del GPL e dal 2013 a sostegno del GNL. Assogasliquidi collabora con le amministrazioni e gli enti pubblici per la migliore definizione di un quadro normativo del settore, informa gli operatori sulle innovazioni tecnico/legislative e promuove l’immagine del settore presso gli utilizzatori e gli utenti finali.

Aderiscono all’Associazione anche imprese operanti in attività collegate a questi settori, come: costruzione di apparecchi e recipienti per l’utilizzo del prodotto; costruzione di mezzi di trasporto e relativa componentistica progettazione; costruzione e manutenzione impianti per la movimentazione; manutenzione e riqualifica di recipienti fissi e mobili per lo stoccaggio ed il trasporto attività di servizio inerenti l’ambiente e la sicurezza; attività di trasporto

 

 

 

Nursing Up: al via il contest social #condividilatuavoce.

 

Comunicato stampa Nursing Up.

Gli infermieri italiani si raccontano attraverso la campagna ideata dal Sindacato.

ROMA 21 APR 2021 – «L’emergenza sanitaria per i nostri infermieri ha rappresentato e continua a rappresentare, ogni giorno, una delicata battaglia che ci vede combattere in prima linea, come soldati, come instancabili guerrieri in difesa della salute degli italiani, pronti a rischiare la nostra vita.

Ed è in un momento del genere che, più che mai, come Sindacato che vive fianco a fianco dei professionisti della sanità, sentiamo la necessità di coinvolgere i nostri colleghi, di far ascoltare ai cittadini la nostra voce. Perchè dietro quel camice, ci sono un’anima e un cuore. Un cuore che batte forte con le sue emozioni e anche le sue legittime paure. Per questa ragione abbiamo immaginato e creato un contest social dove al centro di tutto, c’è ancora una volta l’infermiere italiano».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, presenta l’iniziativa #condividilatuavoce.

Una campagna dove gli infermieri potranno avere la libertà di comunicare tutto ciò che stanno vivendo: la professione, con le sue certezze ma anche le sue tante problematiche, la vita fuori e dentro le realtà ospedaliere.

Chi è l’infermiere oggi, il senso della nostra professione, l’assistenza infermieristica come ponte di umanità che porta ad occuparsi dell’essere umano senza alcun pregiudizio, la competenza, la passione, l’etica, questi e tanti altri possono essere i temi su cui ogni iscritto decide di esprimersi. L’obiettivo della campagna è quello di canalizzare la comunicazione social professionale in una dimensione narrativa, permettendo così la condivisione di un pensiero intellettuale. Nursing Up dà sempre di più voce agli infermieri! Gli iscritti che desiderano partecipare al contest dovranno scrivere un testo/elaborato breve che abbia un minimo di senso narrativo sul tema del cambiamento culturale, intellettuale, professionale e contrattuale in ambito infermieristico. Chi vuole può anche leggere il testo mandando per email l’audio formato Mp3 e testo scritto. I migliori saranno montati in un video della durata di 1 minuto e pubblicati su tutti i nostri canali social con il nome e cognome dell’autore ed entreranno a far parte della campagna #condividilatuavoce.

Il video più condiviso e che otterrà più like risulterà inoltre il vincitore assoluto del contest.

 

FANTASMI
Ghostbook o I fantasmi della Rete

 

C’è un posto che pullula davvero di fantasmi, ma non è un maniero spettrale in una landa mitteleuropea. Non è neanche Al-Qarafa, nel cuore del Cairo. È Facebook.
Infatti, molti milioni di profili attivi nella sfera virtuale di Facebook corrispondono ormai a persone defunte in quella reale. Si tratta, evidentemente, di un effetto indesiderato della combinazione di due fattori: l’enormità del numero dei fruitori del network e la persistenza della sua popolarità, ragguardevole se rapportata alla volubilità dell’epoca.

A oltre quindici anni dalla sua nascita, e benché ormai démodé soprattutto tra i più giovani, Facebook conta infatti circa due miliardi e mezzo di utenti in tutto il mondo. I dati quantitativi più attendibili sull’ordine di grandezza percentuale del fenomeno dei profili fantasma sono stati elaborati già alcuni anni fa in una ricerca promossa dall’Università di Oxford, il che già di per sé sottolinea il rilievo del fenomeno.
Tale ricerca aveva dimostrato che il numero dei defunti su Facebook cresceva al ritmo di circa ottomila al giorno, ma ormai questa stima è da considerarsi insufficiente. In ogni caso, prima della fine del XXI secolo i fantasmi su Facebook saranno miliardi e il loro numero avrà superato quello dei viventi.

Di fronte alle insidie di questa prospettiva, il social ha tentato di mettere in campo delle specifiche strategie. Sono nate, infatti, le ‘pagine commemorative’, e da tempo agli utenti è data – anzi: suggerita – la possibilità di nominare un curatore che possa, a suo tempo, occuparsi della trasformazione del profilo del caro estinto in quella direzione.
Al momento, tuttavia, questa possibilità non sembra incontrare particolarmente il gradimento degli utenti. È ancora molto difficile, girovagando per Facebook, imbattersi in una qualsiasi di queste pagine.
Potrebbe certo trattarsi di un disinteresse provvisorio, dovuto al fatto che la pratica non si è ancora diffusa e non è entrata nella consapevolezza dei fruitori.

Tuttavia, vogliamo qui prendere in considerazione un’ipotesi diversa, secondo la quale tale renitenza potrebbe derivare da qualcosa di più essenziale, qualcosa di connaturato all’essenza stessa di Facebook.
Bisogna, intanto, cominciare a notare che il tentativo di demarcazione dei vivi dai morti nel milieu di Facebook appare piuttosto debole: non vi è infatti, almeno per il momento, alcuna separazione rigida – come quella fondativa dello spazio urbano contemporaneo stabilita a Saint Cloud – tra lo spazio dei vivi e quello dei trapassati.
Profili normali e pagine commemorative non sono, infatti, divisi da alcun confine virtuale, sì che i morti – anche quando distinti dall’etichetta ‘in memoria’ – popolano la stessa sfera dei vivi e circolano lungo le medesime arterie virtuali.

È ampiamente dimostrato dall’esperienza che gli architetti di Facebook sanno quel che fanno, sì che dietro una scelta come questa si presume vi siano ragioni pregnanti.
Ma quali? L’ipotesi che qui tentiamo di argomentare è la seguente: la pagina di Facebook è, per essenza, un luogo nel quale la differenza reale tra vivo e defunto tende a livellarsi, non certo a strutturarsi.
Una prima indicazione in questa direzione, forse, ce la può fornire quel che succede sui profili dei nostri contatti purtroppo non più in vita.

Per quanto riguarda i miei, nessun profilo è stato ‘volturato’ in commemorativo (e io stesso non ho nemmeno considerato questa possibilità). In alcuni, la situazione si è di fatto congelata con la scomparsa dell’intestatario, ma è interessante che, in tale blocco, siano rimaste attive tutte le ‘amicizie’, come se la rete social alimentasse i suoi nodi a prescindere dal predicato dell’esistenza in vita.
Negli altri, questo alimentazione si manifesta in modo ancora più pregnante: i profili continuano, nell’ovvio silenzio dell’intestatario, a essere frequentati negli anni. Oltre agli auguri di compleanno (una funzione di Facebook sulla quale torneremo tra non molto), gli amici usano la bacheca del defunto per inviargli delle comunicazioni colloquiali, in genere ovviamente affettuose, come se il post fosse una finestra medianica – priva tuttavia di qualunque risvolto parapsicologico – attraverso la quale contattare ordinariamente chi non c’è più.
Infatti, se si capita per caso su una delle pagine di cui poco sopra, il più delle volte non è affatto immediato rendersi conto che l’intestatario è trapassato, e anzi bisogna farsi strada verso questa verità decifrando il senso dei vari post.
Insomma, nello spazio abitativo di Facebook, la discriminazione del vivo dal defunto non è affatto un’operazione intuitiva; al contrario, essa richiede un’attivazione ermeneutica che trova degli analoghi solo nella dimensione letteraria e cinematografica, ad esempio in pellicole come Sixth Sense e Una pura formalità.

Ed eccoci alla domanda decisiva: perché accade questo? Perché nella dimensione di Facebook la differenza di vivente e defunto tende, essenzialmente, a livellarsi?
C’è una risposta abbastanza scontata, ma non per questo superficiale: proprio perché siamo in un mondo nel quale la morte viene il più possibile occultata, si procede alla sua abolizione là dove possibile, ovvero nella sfera disincarnata della rete.
Tuttavia, vorremmo qui avanzare un’ulteriore e diversa ipotesi: e se il problema fosse rovesciato? Se la matrice immaginativa di Facebook non fosse la polis dei vivi, ma il cimitero? Se, in essenza, non fossero i defunti gli intrusi, bensì i vivi accorsi ad abitare una dimensione strutturalmente funebre?

Non credo si possa qui dare una risposta definitiva alla questione, ma se ne può senz’altro saggiare la consistenza attraverso una collezione di indizi.
Facebook è un libro di facce: un’impaginazione di fotografie di volti con sottostante il relativo nome (anche se poi è lecito divagare). Da qualche anno, poi, si è sentita l’esigenza di aggiungere una ‘immagine di copertina’, ovvero uno sfondo orizzontale rettangolare che incornicia e dà risalto alla foto. Tutto questo non riflette esattamente il canone formale della lapide? Provate a guardare un qualsiasi profilo alla luce di questa analogia e poi ditemi se non è inquietante.
D’altra parte, l’invenzione del dagherrotipo è di pochi anni successiva proprio all’editto di Saint Cloud. Non sarà che da questo incontro predestinato è nata una nuova matrice identitaria della quale oggi vediamo dispiegarsi gli effetti planetari?

Continuando nelle analogie, Facebook offre poi l’opzione ‘Aggiungi una biografia‘. Chi la utilizza, crea una finestra di testo che s’impagina proprio sotto il nome, ai piedi del blocco immagine di copertina-foto. Ora, personalmente non ho mai visto questa funzione utilizzata davvero in chiave biografica. Perlopiù, le persone inseriscono una frase evocativa, o allusiva, o anche una citazione, in calce alla lapide. Insomma, “Aggiungi un epitaffio”.

E cosa dire di quando fai una ricerca per nome e cognome, magari nel tentativo di ritrovare qualcuno del quale non hai notizie da tempo? Ecco che tutti gli omonimi ti appaiono con la rispettiva foto e il nome uno sopra l’altro, proprio come in una delle file verticali di loculi sovrapposti caratteristiche dei contemporanei condomini cimiteriali.

Parliamo infine, come anticipato, dei compleanni. Per chi abita un po’ su Facebook, è prassi considerare le notifiche quotidiane dei compleanni dei propri contatti, decidendo di volta in volta presso quali manifestarsi con formule augurali. È anche prassi dedicare una certa parte del proprio compleanno a considerare gli auguri ricevuti e ad articolare una qualche risposta.
Ebbene, in questa seconda incombenza l’insieme degli auguranti appare sempre un po’ incongruo: arrivano auguri, a volte anche pensati, da contatti dai quali mai ce li saremmo aspettati, e al contrario fanno difetto quelli attesi da altri in teoria più ravvicinati.
In breve, la compagine augurante che si raduna su Facebook lo fa in risposta a un annuncio pubblico – la notifica – e in base a una serie di variabili piuttosto eterogenee: gli impegni di giornata, la propensione a presenziare, il tempo libero, la permeabilità alle informazioni, e così via.

Queste, però, non sono le variabili in base alle quali si partecipa a una riunione di compleanno nella vita reale. Sembrano, piuttosto, quelle che regolano l’affluenza ai funerali, nei quali le frasi certamente più bisbigliate sono: “Certo che X sarebbe dovuto venire…”; “Ma che ci fa qui Y? Si conoscevano?”.

Ecco, dunque, che le analogie paiono molteplici e, soprattutto, dense quasi come le omologie.
Facebook si avvia a diventare, se sopravviverà abbastanza a lungo, il più grande cimitero della storia, e questo è un fatto. Ma è solo un’ipotesi che quel fatto non farebbe altro che amplificare la forma, l’eidos, che lo ha caratterizzato fin dall’origine?
Se non lo è, sarà allora il caso di domandarsi: A egregie cose il forte animo accendono i libri di facce? Peccato solo che Pindemonte non sia online.

Come pubblicare un libro, aperte le iscrizioni al corso di formazione della casa editrice BookTribu

Un manoscritto nel cassetto e la volontà di vederlo pubblicato con successo. Corso di pubblicazione è un percorso di formazione alla pubblicazione di un libro proposto dalla casa editrice bolognese BookTribu: un calendario di otto webinar, a partire dall’11 maggio fino al 29 giugno tutti i martedì dalle 20 alle 21, con scrittori, critici letterari, editor e giornalisti per imparare quale sia il percorso migliore affinché un libro incontri il pubblico, grazie anche alle figure professionali che lavorano a fianco dello scrittore. BookTribu è una casa editrice e community letteraria che si occupa di scrittori emergenti e illustratori di copertine, pubblica e distribuisce in tutta Italia, anche online.

Il progetto editoriale che accompagna ciascun manoscritto, è il tema del corso di formazione che avrà come docenti Gianluca Morozzi, scrittore che ha pubblicato 38 romanzi, tra i quali recentemente Prisma (Tea) e Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen (BookTribu), e Emilio Alessandro Manzotti, fondatore di BookTribu e di Business Athletics, con cui supporta l’avvio di startup. Tra gli ospiti degli incontri anche Eugenio Fallarino (editor e tutor della scuola di scrittura bolognese Bottega Finzioni), Riccarda Dalbuoni (giornalista), Riccardo Burgazzi (manager nell’ambito della distribuzione libraria), Sandra Cristina Tassi (critico letterario e formatore), Angelo Amoroso (distributore nazionale DirectBook).

Il programma.
La frequenza avverrà via webinar: ogni partecipante potrà collegarsi via web alla lezione e interagire con il docente e con l’aula. Le lezioni si terranno di martedì dalle 20 alle 21 secondo il calendario.

11/05/2021 Concepire un progetto editoriale: dal manoscritto al libro; 18/05/2021 Le 3 T dello scrittore: tema, titolo, target: pensare a chi legge; 25/05/2021 Ascoltare l’editor: il ruolo di chi affianca lo scrittore; 1/06/2021 Comunicare la propria opera alle case editrici: sinossi e biografia dell’autore; 8/06/2021 Il contratto di edizione: ciò che serve sapere; 15/06/2021 Comunicare la propria opera al pubblico: presentazioni, reading e promozione; 22/06/2021 Il mestiere dello scrittore: bugie, verità, leggende; 29/06/2021 Preparatevi all’impresa: scrivere un libro richiede competenza e lavoro di squadra.

Il costo del corso è di 120 euro, le iscrizioni sono aperte fino al prossimo 4 maggio, per informazioni e modulo di iscrizione amministrazione@booktribu.com
https://www.booktribu.com/it/blog/preparati-all-impresa-formazione-alla-pubblicazione