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Giorno: 30 Aprile 2021

“Insieme per un viaggio più sicuro”: La campagna di comunicazione di Tper, Seta, Start e Tep.

 

Comunicato stampa TPER Spa

Le quattro aziende del trasporto pubblico dell’Emilia- Romagna (SETA – TPER – START ROMAGNA – TEP)  che da sempre si coordinano nella gestione di questa fase pandemica, hanno deciso di promuovere una campagna di comunicazione congiunta per sensibilizzare tutto il mondo del trasporto, utenti ed operatori, sulle “buone regole” da seguire: “Insieme per un viaggio più sicuro”.

Questo il claim della campagna che propone un vero e proprio “patto” tra operatori e passeggeri trasportati: un accordo siglato metaforicamente con il gesto simbolo di questi tempi, il veloce contatto tra i gomiti. Una collaborazione rafforzata, ad esempio, tra una conducente d’autobus e un signore di ritorno dalla spesa o ancora tra un addetto alla sanificazione dei mezzi ed una studentessa: oggetto dell’accordo la comune attenzione ai tanti gesti che fanno la differenza.

Le aziende mettono in campo le sanificazioni, il ricambio d’aria affidato gli impianti di bordo costantemente verificati, i dispenser di gel igienizzante a bordo mezzo e una serie di soluzioni tecnologiche tra cui la bigliettazione digitale a mezzo dell’app Roger e delle varie app disponibili presso le Aziende del trasporto.
All’utente si chiede attenzione nel corretto utilizzo della mascherina, cautela nel parlare il meno possibile a bordo autobus o comunque a bassa voce, la richiesta di evitare di telefonare quando si è sul mezzo e l’impegno a igienizzarsi costantemente le mani.

Se ciascuno fa la propria parte, questo è il senso della campagna, ogni rischio viene ridotto al minimo, come hanno dimostrato, nella nostra regione, anche le verifiche condotte dai NAS che nelle scorse settimane hanno verificato il rispetto delle norme da parte delle aziende e il buon livello di collaborazione degli utenti.
Forte la raccomandazione finale: “rispettiamo le regole, rispettiamo gli altri. Con l’impegno di tutti, il viaggio è più sicuro!”

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna, 30 aprile.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 30.700 tamponi effettuati, 1.206 nuovi positivi (3,9%). 483 i guariti, diminuiscono i ricoveri (-40). Vaccinazioni: oltre 1 milione e 638mila dosi somministrate.

Il 95,6% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 38,6 anni. 17 i decessi.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 369.250 casi di positività, 1.206 in più rispetto a ieri, su un totale di 30.758 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 3,9%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni e le persone dai 70 anni in su, mentre da lunedì sono aperte le prenotazioni anche per la fascia d’età 65-69, con le prime vaccinazioni già effettuate.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 1.638.979 dosi; sul totale, 532.110 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Tutte le informazioni sulla campagna vaccinale: https://vaccinocovid.regione.emilia-romagna.it/

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 482 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 425 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 714 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 38,6 anni.

Sui 482 asintomatici, 365 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 33 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 21 con gli screening sierologici, 10 tramite i test pre-ricovero. Per 53casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 247 nuovi casi, seguita da Modena (193), Reggio Emilia (151) e Parma (146); poi Ravenna (106), Rimini (86), quindi Forlì e Cesena (entrambe con 64 nuovi casi), Piacenza(63) e Ferrara (60). Infine, il Circondario imolese (26).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 15.096 tamponi molecolari, per un totale di 4.404.747. A questi si aggiungono anche 15.662 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 483 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 312.018.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 44.356 (+706 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 42.398 (+745), il 95,6% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 17 nuovi decessi: 1 nel piacentino (un uomo di 70 anni), 3 nel parmense (2 donne, di 62 e 96 anni, e un uomo di 72 anni), 3 in provincia di Reggio Emilia (tutti uomini, rispettivamente di 75, 77 e 92 anni), 2 in provincia di Modena (una donna di 81 anni e un uomo di 78), 4 in provincia di Bologna (3 donne, rispettivamente di 62, 91 e 93 anni, e un uomo di 89 anni), 1 nel ferrarese (un uomo 81 anni), 1 a Ravenna (un uomo di 85 anni), 2 in provincia di Forlì-Cesena (una donna di 91 anni e un uomo di 82). Nessun decesso nel riminese.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.876.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 226 (-8 rispetto a ieri), 1.732 quelli negli altri reparti Covid (-32).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 9 a Piacenza (-1 rispetto a ieri), 22 a Parma(-2), 28 a Reggio Emilia (+1), 34 a Modena (-1), 56 a Bologna (-5), 11 a Imola (numero invariato rispetto a ieri), 25 a Ferrara (+1), 12 a Ravenna (invariato), 6 a Forlì (+1), 7 a Cesena (invariato) e 16 a Rimini (-2).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 22.945 a Piacenza (+63 rispetto a ieri, di cui 43 sintomatici), 26.204 a Parma(+146, di cui 76 sintomatici), 44.724 a Reggio Emilia (+151, di cui 74 sintomatici), 62.913 a Modena (+193, di cui 134 sintomatici), 78.898 a Bologna (+247, di cui 197 sintomatici), 12.305 a Imola (+26, di cui 9 sintomatici), 22.598 a Ferrara (+60, di cui 8 sintomatici), 29.243 a Ravenna (+106, di cui 41 sintomatici), 16.002 a Forlì (+64, di cui 51 sintomatici), 18.565 a Cesena (+64, di cui 51 sintomatici) e 34.853 a Rimini (+86, di cui 40 sintomatici).

Rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi è stato eliminato un caso, positivo a test antigenico ma non confermato dal tampone molecolare.

 

 

Difesa del suolo: Partito puntuale il collaudo funzionale della Cassa del Panaro.

 

Difesa del suolo. Partito puntuale il collaudo funzionale della Cassa del Panaro: a due giorni dalla chiusura delle paratoie invasati già 3 milioni 400mila metri cubi d’acqua.

Sopralluogo dell’assessore regionale Irene Priolo: “Le operazioni procedono senza intoppi e nella massima efficienza. Grazie a chi è al lavoro per un traguardo storico posto a garanzia di sicurezza e piena efficienza di una delle Cassi più grandi d’Italia per capacità di invaso”.

Bologna – Le paratie si sono abbassate e, in poco più di due giorni d’invaso, il Panaro ha già riempito la Cassa di Sant’Anna di 3 milioni e 400 mila metri cubi d’acqua, come previsto per la prima fase del collaudo funzionale dell’invaso e nel pieno rispetto del deflusso minimo vitale del fiume.

Il sopralluogo per verificare lo svolgimento delle operazioni si è svolto questa mattina alla presenza dell’assessore regionale Difesa del suolo e Protezione civile, Irene Priolo,e delsindaco di San Cesario sul Panaro, Francesco Zuffi.

“Stamattina è stato registrato il livello di sei metri e mezzo accumulati in seguito alla chiusura delle paratoie, avvenuta mercoledì scorso- spiega Priolo-. Si tratta dello step iniziale del percorso di collaudo, preceduto dall’autorizzazione della direzione Dighe del ministero delle Infrastrutture e da un’ampia fase di preparazione perché le operazioni si svolgano senza intoppi e nella massima efficienza”.

“L’avvio del collaudo- sottolinea il sindaco Zuffi– si è svolto nel pieno rispetto delle misure previste dal Documento di protezione civile e dal Piano di emergenza diga e quindi con la massima attenzione alla sicurezza della popolazione locale. Rinnoviamo la nostra collaborazione con Aipo e con tutti gli altri enti interessati affinché le operazioni procedano secondo le modalità e i tempi previsti, per raggiungere insieme questo importante e atteso traguardo”.

L’acqua sarà ora trattenuta nella Cassa per sette giorni consecutivi, in modo da consentire al personale dell’ufficio di Aipo – Agenzia interregionale per il fiume Po – di Modena di svolgere le attività di ispezione, monitoraggio piezometrico e misure di controllo sul manufatto principale. A partire da venerdì 9 maggio prenderanno il via le operazioni di rilascio, con la riapertura delle paratoie.

“L’obiettivo è portare a termine il primo step del collaudo in sicurezza, così come le ulteriori due fasi che ancora ci attendono: a tal proposito, fondamentale è la collaborazione tra Aipo, Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile e gli enti locali- aggiunge l’assessore-  ricordando che nei prossimi mesi saranno svolti altri due invasi sperimentali con volumi via via crescenti, fino a raggiungere, nell’ultimo, oltre 23 milioni di metri cubi d’acqua con un livello di 40,83 metri sul livello del mare”.

Le fasi del collaudo saranno tre, ognuna caratterizzata da invasi sperimentali con volumi d’acqua via via crescenti, fino a raggiungere, appunto, nell’ultima fase, oltre 23 milioni di metri cubi.

“A tutti coloro che sono all’opera in questi giorni e lo saranno di nuovo in futuro- conclude Priolo– va un ringraziamento particolare perché stanno lavorando per un risultato particolarmente atteso dalla popolazione, una garanzia di sicurezza e piena efficienza di una delle Cassi più grandi d’Italia per capacità di invaso dell’intero Paese”.

Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara: approvato il bilancio consuntivo.

 

Comunicato stampa Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara.

Spese “prudenti” nel 2020 che consentiranno nel 2021 un investimento in manutenzione straordinaria e risparmio energetico.

FERRARA, 30 aprile 2021 – Nella seduta del 29 aprile il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara ha approvato il Bilancio consuntivo 2020. Com’è noto, il 2020 ha rappresentato un anno singolare rispetto a quelli precedenti a causa della pandemia da COVID-19 che ha modificato in modo significativo la vita delle persone e conseguentemente l’operatività degli enti e delle imprese, tra le quali anche il Consorzio.

“Le conseguenze che l’emergenza epidemiologica avrebbe provocato sul sistema produttivo e su quello dei servizi non erano note, né prevedibili” sottolinea il Direttore Generale, l’Ing. Mauro Monti. “Il Consorzio ha pertanto adottato una politica di grande rigore, ponendo particolare attenzione all’andamento dei ricavi e dei costi, pur mantenendo in costante esercizio il sistema infrastrutturale a servizio del territorio e del mondo produttivo agricolo. In questi anni è ormai evidente che il clima stia cambiando in maniera sensibile, assumendo caratteristiche di marcata variabilità: ci sono eventi estremi molto più frequenti rispetto al passato e in periodi dell’anno inconsueti. Le attività del Consorzio devono, perciò, adattarsi alle mutate condizioni meteorologiche e lo devono fare in modo puntuale e tempestivo, per garantire quelle condizioni di sicurezza idraulica e di sviluppo delle attività agricole essenziali per la sua stessa esistenza. Anche il comparto dell’agricoltura ha subito modifiche sostanziali, il bisogno di acqua per irrigazione è diventata condizione imprescindibile per un’adeguata produzione”.

“L’adozione di una politica prudenziale e un andamento climatico particolarmente siccitoso – sottolinea il Presidente del Consorzio di Bonifica, Stefano Calderoni – hanno permesso al Consorzio di conseguire significative economie. Nel 2020 ci sono stati, infatti, maggiori ricavi per circa 400 mila euro, derivanti dalla maggiore richiesta di irrigazione, e minori costi di circa 1 milione di euro, dovuti in gran parte dalla contrazione dei consumi di energia elettrica. Il saldo è stato quindi ampiamente positivo, con un risultato di esercizio di 1.480 milioni di euro che ha consentito al Consiglio di approvare la destinazione di queste risorse finalizzandone a misure specifiche, che daranno in poco tempo risposte concrete”.

Risorse ingenti e immediatamente disponibili che, su proposta del Comitato Amministrativo, verranno destinate principalmente a tre voci:
“Abbiamo deciso di destinare l’avanzo – continua il presidente Calderoni – potenziando, in primo luogo, l’investimento in interventi di manutenzione straordinaria delle reti di distribuzione del comparto irriguo presenti sul territorio, per migliorarne l’efficacia e la funzionalità. In secondo luogo, una parte delle risorse verrà destinata al risparmio energetico: adeguamenti impiantistici, investimenti in energie rinnovabili e in studi e progettazioni di soluzioni innovative che permettano ad un soggetto energivoro come il Consorzio di contrarre i costi energetici e di ridurre l’impatto ambientale. Infine, investiremo risorse per il completamento di interventi in corso sul patrimonio edilizio dell’ente per la manutenzione straordinaria e la valorizzazione delle sedi principali, dell’archivio storico e biblioteca di Sant’Antonino e dei centri operativi”. Il Bilancio consuntivo e la destinazione dell’avanzo di esercizio sono stati approvati all’unanimità.

1 maggio, Fials: Dignità e rinnovo contratti in linea con Ue per sanitari sempre in corsia.

 

Comunicato stampa FIALS.

1 maggio, Fials: Dignità e rinnovi contrattuali in linea con Ue per gli operatori sanitari sempre in corsia

Il segretario generale Giuseppe Carbone sarà in piazza Plebiscito a Napoli da cui è prevista la diretta Facebook.

30 apr. – “Se il primo maggio è la festa del lavoro, c’è davvero poco da festeggiare con un milione di occupati in meno rispetto a prima della pandemia e la crisi economica che ha approfondito le povertà già esistenti. Anche i lavoratori del comparto sanità, sia pubblici che privati, hanno pagato il conto della crisi, tra precariato dilagante e tagli camuffati ai fondi contrattuali. Troppo spesso incerti sul loro futuro e ancora trattati come prestatori d’opera ‘usa e getta’. Durante questo interminabile anno di emergenza, il sindacato ha assistito a situazioni limite, dove i diritti di coloro che tutti hanno definito eroi sono stati più volte calpestati e vilipesi. Ma è giunta l’ora di un segnale forte con un rinnovo contrattuale che riconosca loro professionalità, competenze e relativi sviluppi di carriera in linea con gli altri paesi europei. Ad attenderlo 550mila operatori sanitari stremati da 14 mesi di Covid”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials, che domani mattina sarà in piazza del Plebiscito a Napoli.

“Vale la pena ricordare che mai gli operatori sanitari – prosegue – hanno avuto un momento di tregua da oltre un anno a questa parte, vivendo un quotidiano drammatico in strutture per la maggior parte sotto organico e dovendo supplire in prima persona a carenze organizzativo-gestionali pregresse. Si tratta di categorie di lavoratori con turnistica h24, sette giorni su sette, sempre in prima linea. L’emergenza li ha travolti, all’inizio sequestrando persino la loro vita personale e mettendone a repentaglio la vita, ma ancora oggi li tiene sotto pressione”. “E’ al loro alto senso del dovere, portato alle estreme conseguenze dalla condizione di esposizione al virus, che dedichiamo questa giornata – conclude Carbone – non dimenticando gli applausi tributati dai balconi, né i loro volti sfigurati dalle mascherine. Sempre memori degli oltre 110mila sanitari contagiati e delle centinaia di vittime lasciate sul campo”.

Per intervenire su questi temi e molto altro, il segretario generale della Fials presenzierà all’evento organizzato dalla Confsal (Confederazione Generale Sindacati Autonomi Lavoratori) dal titolo“Giornata del Lavoro per la Ripresa e la Rinascita”, previsto per il primo maggio in piazza del Plebiscito a Napoli. L’evento intende celebrare la festa dei lavoratori in modo costruttivo insieme a tutte le Federazioni, attraverso la presentazione e il confronto sulle proposte fondamentali per il futuro del Paese. Sarà possibile seguire la diretta Facebook a partire dalle ore 10:00, collegandosi al seguente link: https://fb.me/e/2u10fB780.

1°maggio Ferrara Inline 2021 – Virtual Edition 5K.

 

Comunicato stampa Palestra Ginnastica Ferrara a.s.d..

Le gare del 1°maggio Ferrara Inline – Trofeo del Lavoro “Città di Ferrara” di Pattinaggio Corsa su strada anche quest’anno non potranno svolgersi a causa della pandemia da COVID-19 che sta funestando il mondo, ma noi non ci arrendiamo e vogliamo comunque ricordare questo giorno con una sfida benefica sui 5km “insieme contro il cancro” in favore di AIL di Ferrara, da svolgersi dal 30 aprile al 2 maggio: le iscrizioni sono già aperte su www.pgeferrara.it/ferrarainline! Di seguito invece troverete tutte le info e il regolamento di partecipazione.

Nonostante le attività sportive agonistiche siano già riprese, realizzare in una Piazza Ariostea riservata ai soli addetti ai lavori una manifestazione come quella del “1°maggio” che vede nello spettacolo offerto, nella presenza di pubblico e nel turismo sportivo i suoi principali punti di forza, sarebbe una follia organizzativa, inutile e non rispettosa della situazione attuale.

Ci sarà tempo, speriamo a breve, per tornare a correre in quello che è, a giudizio unanime, il più incredibile palcoscenico per una gara di pattinaggio corsa, reso ancor più bello dai recenti lavori di restauro. Vogliamo però onorare anche quest’anno la manifestazione, che da oltre 60 anni movimenta il 1°maggio rotellistico internazionale, non dimenticandoci il suo forte spirito solidaristico. Dopo il successo della “run-up edition” 2020, dedicata a Croce Rossa Italiana, abbiamo pensato di proporvi una nuova sfida, da correre ognuno dove può, nel rispetto delle normative vigenti, questa volta insieme contro il cancro.

In questo lungo anno podismo, ciclismo e altre discipline si sono organizzate per correre “a distanza”, ognuno sul proprio percorso di allenamento, le loro più importanti manifestazioni. Così ha fatto anche il pattinaggio corsa, dove l’apripista è stata la BERLIN-MARATHON Inlineskating, la più importante competizione rotellistica del pianeta che, lo scorso settembre nel fine settimana generalmente dedicato alla competizione, ha dato via alla sua prova virtuale sfidando i pattinatori di tutto il mondo sulla canonica distanza dei 42,196 metri. Abbiamo deciso di seguire il loro esempio scegliendo una distanza che abbia modo di dare a tutti la possibilità di partecipare: i più piccoli, da sempre protagonisti del 1°maggio, il mondo del fitness e anche chi non sa pattinare e vuole aggregarsi a piedi, in carrozzina, con l’handbike…: una sfida virtuale sui 5km, da svolgersi nel fine settimana che va dal 30 aprile al 2 maggio! È questa la prova, basata sul Fair Play, che vi proponiamo quest’anno!

Perché la scelta della lotta ai tumori? Lo scorso agosto ci ha lasciato un grande Amico della manifestazione, il Maestro Andrea Samaritani, che negli ultimi anni ci aveva aiutato, con il garbo che il suo pennello sapeva offrire, a rappresentare alcuni dei momenti più belli della nostra manifestazione tramite la sua particolare opera pittorica: il foto-dipinto. Abbiamo deciso quindi di devolvere l’utile della raccolta fondi di quest’anno alla ricerca di AIL – Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma (nello specifico alla sezione di Ferrara) e realizzare un volumetto celebrativo dedicato alle “copertine” del Trofeo del Lavoro disegnate da Andrea ed al valore etico dello sport (soprattutto durante questa pandemia) che verrà donato come premio di partecipazione a tutti gli iscritti.

La Palestra Ginnastica Ferrara a.s.d., organizzatrice del 1°maggio Ferrara Inline – Trofeo del Lavoro “Città di Ferrara” di Pattinaggio Corsa su Strada e degli eventi collaterali quali i Ferrara Inline Roller Games, unita alla FISR – Federazione Italiana Sport Rotellistici, che ha subito dato la sua adesione alla prova, vi invitano a cimentarvi in questa challenge per ricordare quella che per 60 anni è sempre stata la giornata di festa del pattinaggio corsa italiano, dandovi già da ora l’appuntamento al 1°maggio 2022, rimanendo comunque a disposizione della stesa Federazione e secondo la disponibilità del Comune di Ferrara,  per organizzare una manifestazione nella rinnovata Piazza Ariostea nella seconda parte di quest’anno.

Dal momento della messa in moto organizzativa sono stati tanti, tra amici e partner della manifestazione, che si sono interessati a seguire questa particolare edizione, tra i quali Rollerblade, che vedrà alcuni suoi testimonial plurititolati cimentarsi nella sfida, inserendo la challenge attivata ad inizio mese sui suoi canali social.

Possiamo inoltre affermare che la solidarietà unisce! Sono due le manifestazioni sportive che scaldano il cuore di Ferrara in occasione del 1°maggio: la nostra e il Giro Podistico delle Mura, organizzato dalla Polisportiva Doro, che ha deciso di aderire alla nostra sfida solidale! Quindi i podisti non hanno proprio scuse per non prendere parte all’evento! E, visto che una delle cose più importanti delle gare è il “pettorale” da attaccare per le foto, abbiamo provveduto a realizzarlo, da personalizzare con il numero che preferite, oppure con il tempo finale della prova

Aspettiamo le vostre foto e filmati durante la prova! Potete pubblicare il materiale relativo all’evento con gli hashtag #ferrarainline #rollebladechallenge ricordandovi di taggare, su Facebook @primomaggioferrara e su Instagram @ferrarinline @pgf.palagym.asd e @rollerbladeitalia, soprattutto nelle storie! Vi invitiamo inoltre a caricare la traccia della vostra prova su STRAVA aderendo al club 1°maggio Ferrara Inline – Trofeo del Lavoro “Città di Ferrara” virtual edition, dandoci così modo di vedere le vostre performance “a distanza”!


REGOLAMENTO:

Svolgimento: pianifica la tua prova sui 5km nel weekend dal 30 aprile al 2 maggio, rispettando tutte le norme sanitarie e legate alla circolazione con i pattini. Attenzione! È una prova basata sul fair play, fate i bravi!

Iscrizione: 10€ importo minimo, andando all’indirizzo www.pgeferrara.it/ferrarainline – L’iscrizione/donazione è gestita tramite la piattaforma specializzata Rete del Dono, che rilascerà la ricevuta di avvenuta donazione, valida ai fini fiscali.

Premio a tutti i partecipanti: tramite e-mail diploma di partecipazione a questa challenge, appena disponibile magazine celebrativo delle copertine foto-dipinte del 1°maggio del Maestro Andrea Samaritani.

Chi può partecipare? Tutti, anche non pattinatori, meglio se in divisa di gara!

Quando bisogna effettuare la prova? Dal 30 aprile al 2 maggio!

Per ricevere copia digitale del diploma inviate la ricevuta di avvenuta donazione a ferrarainline@live.it, unitamente a nominativo, data di nascita, eventuale società di appartenenza, modalità di svolgimento della prova (con i pattini, a piedi, “spettatore”,…) , foto del tracker con il quale si è tracciata la prova.

ATTENZIONE: ognuno partecipa sotto la propria responsabilità, conscio di essere in grado di svolgere una prova di questo tipo.

 

Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata internazionale del lavoro.

 

Comunicato stampa.

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata internazionale del lavoro intende ripercorrere i momenti più significativi di tale ricorrenza, ricordare l’impegno dei movimenti sindacali e gli obiettivi sociali ed economici raggiunti dai lavoratori dopo anni di lunghissime battaglie.

Le origini di tale giornata sono da ricercare nelle prime lotte operaie durante la rivoluzione industriale.

Nello Stato dell’Illinois, negli Stati Uniti, i Knights of Labor, i cavalieri del lavoro, alla fine del 1800 si battevano per i diritti dei lavoratori i quali chiedevano la riduzione dell’orario di lavoro. Il 1° maggio del 1886, in uno dei tanti scontri tra polizia e movimento operario, furono uccisi dei manifestanti e la lotta finì drammaticamente nel sangue.

Tre anni dopo, il 20 maggio del 1889, Parigi ospitò il congresso della Seconda Internazionale per spingere simultaneamente tutti i Paesi a chiedere alle pubbliche autorità di ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. Quando si passò a decidere la data per istituire la giornata del lavoro, la scelta cadde sul 1° maggio per commemorare la strage di lavoratori avvenuta nel 1886 negli Stati Uniti.

Nello stesso periodo l’Italia viveva la fase più acuta dei moti per il pane, culminati con il tragico epilogo del 1898 a Milano.

In Italia la Festa del 1° maggio fu introdotta nel 1891. Nel 1923, sotto il regime fascista, la giornata celebrativa fu abolita e, anzi, confluì nel Natale di Roma, 21 aprile, leggendaria data di fondazione della capitale, nel 753 a.C.

Solo dopo due anni dalla fine della II Guerra mondiale, nel 1947, la Festa del lavoro divenne ufficialmente festa nazionale.

Per quanto riguarda gli altri Paesi, già agli inizi del ‘900 la festa superò gli originari confini francesi e iniziò ad essere rivendicata e celebrata in tutti i Paesi dove gli operai erano impegnati nelle lotte per il riconoscimento dei loro diritti. Quindi, nonostante la reazione repressiva di molti governi, il 1° maggio ottenne un’altissima adesione.

Oggi, come ieri, il 1° maggio è una giornata celebrativa che coniuga il sapore della festa per i molti traguardi raggiunti e l’originario carattere di lotta e di mobilitazione delle categorie più svantaggiate che vedono ancora lontani i loro diritti e la loro stabilità lavorativa.

“L’Italia si cura con il lavoro”, è lo slogan che quest’anno hanno scelto Cigl, Cisl e Uil. Un messaggio chiaro e diretto che la dice lunga sulle conseguenze che la pandemia ha avuto sull’Italia.

Per il secondo anno consecutivo, purtroppo, non ci saranno le tradizionali manifestazioni di piazza sia a livello nazionale che territoriale. Ci saranno, però, su Rai 3 appuntamenti importanti con collegamenti con l’Acciaieria di Terni, con il sito Amazon di Rieti e con l’ospedale dei Castelli in provincia di Roma.

E Infine, la diretta del Concertone del 1° maggio dall’Auditorium Parco della Musica a porte chiuse. Il concerto darà anche spazio alle riflessioni dei leader di Cigl, Cisl e Uil e testimonianze di lavoratori, lavoratrici e pensionati.

Il CNDDU tiene a sottolineare l’importante valore storico, sociale, economico e politico di tale giornata e intende ricordare che l’articolo 1 della Costituzione italiana fissa in modo solenne quello che fu il risultato del Referendum del 2 giugno 1946:

L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. L’Italia è stata costruita, edificata, originata sul fertile terreno della produzione operosa di un popolo, il nostro.

Il Lavoro è allo stesso modo riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Art. 23:

Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.

Nessun popolo e nessun Paese possono vivere il presente e pensare al futuro se l’attività lavorativa è carente, precaria, inadeguata, non tutelata.

L’emergenza sanitaria ha creato nuove fratture nel già fragile settore lavorativo. La disoccupazione ha certamente colpito più le donne e ha accentuato i disagi del popolo dei precari.

Anche per questo dobbiamo dare al 1° maggio l’attenzione che merita.

Occorre unire le forze, progettare, ripartire.

Occorre investire, creare nuove possibilità ed essere presenti e reattivi in questo complesso periodo storico che ha colpito duramente tutti.

Invitiamo i docenti della scuola secondaria di I e II grado a ricordare ai propri studenti l’importanza della festa del lavoro e a ripercorrere le origini di questa importante giornata che vede tutti i lavoratori di tanti Paesi impegnati a lottare e difendere i propri diritti.

Oggi alcune basilari conquiste sociali rischiano di nuovo di essere messe in discussione, anche per questo è opportuno consolidare i traguardi attraverso l’impegno di tutti, compreso quello dei giovani.

Il lavoro non è solo un modo per guadagnarsi lo stipendio, ma anche un modo per sentirsi utili e apprezzati. La dignità del lavoro deve essere sempre tutelata e la dignità del lavoratore non deve mai essere messa in discussione. Questo è l’humuse il senso più profondo che nutre, sostiene e fa crescere e andare avanti la Festa del 1°maggio.

E queste sono le idee da trasmettere ai nostri ragazzi futuri lavoratori del vicino domani.

L’hashtag della giornata è #Illavoroèdignità 

“La vita ha due doni preziosi: la bellezza e la verità. La prima l’ho trovata nel cuore di chi ama e la seconda nella mano di chi lavora.” Khalil Gibran

Comune di Copparo: Partito il cantiere per la seconda linea del crematorio.

 

Comunicato stampa Comune di Copparo.

È in corso la fase di trasporto, assemblaggio e installazione dell’impianto realizzato in stabilimento.

Hanno preso il via al Giardino della Cremazione di Copparo i lavori di realizzazione della seconda linea del forno. Si tratta della fase di trasporto, assemblaggio e installazione nel complesso di via Certosa dell’impianto costruito negli stabilimenti del fornitore Officine Meccaniche Cirol di Spa, che se ne è aggiudicata la gara.

Il termine per completare la fornitura è per contratto indicato in 74 giorni naturali consecutivi, cui seguiranno le operazioni di collaudo prima della piena funzionalità. Nel frattempo Gecim sta procedendo con l’iter per ottenere da Arpae la nuova autorizzazione propedeutica all’accensione. L’obiettivo è poter attivare entro la fine dell’estate l’impianto, in cui sono stati investiti oltre 600mila euro.

Gli interventi sono in corso di esecuzione mantenendo in funzione la prima linea, dunque senza interruzione del servizio. «Sono particolarmente soddisfatta di questo traguardo, che concretizza un percorso molto complesso e importante attraverso il quale siamo giunti all’avvio dei lavori – afferma Silvia Buzzoni, amministratore unico di Gecim -. La seconda linea segna un passo decisivo per l’operatività della società e per la sua organizzazione: contiamo che a breve potrà
entrare in funzione».
La nuova struttura permetterà di dare continuità al servizio, sia durante i periodi di manutenzione programmati sia in caso di rotture o malfunzionamenti imprevisti dell’esistente, e garantirà il mantenimento di alti standard di servizio. «Nel periodo più critico della pandemia e ancora adesso l’impianto è sottoposto a considerevoli livelli di funzionamento – rimarca il sindaco Fabrizio Pagnoni – Si è dunque reso improcrastinabile un impegno verso un raddoppiamento del crematorio, già individuato come opera di particolare rilevanza, tanto che nel settembre 2019 si è voluta imprimere una nuova spinta alla richiesta presentata nel 2017, per giungere al cantiere di oggi».

 

Coldiretti, un fine settimana a km zero tra mercato coperto ed agriturismi.

Comunicato stampa Coldiretti Ferrara.

COLDIRETTI, IL MERCATO COPERTO DI CAMPAGNA AMICA FERRARA APERTO IL 1 MAGGIO PER PREPARARE LE AGRISCAMPAGNATE CON IL CESTINO A KM ZERO.

Anche a Ferrara chi vuole organizzare scampagnate e pranzi al sacco per il week end della festa dei lavoratori, può fare acquisti al mercato coperto e tornare negli agriturismi.

Torna, dopo lo stop di un anno per l’emergenza Covid, il picnic all’aria aperta nel weekend del primo maggio con l’iniziativa della Coldiretti negli agriturismi e nei mercati di Campagna Amica dove verranno offerti consigli per riempire al meglio il tradizionale cestino nel rispetto della tradizione, garantirsi prodotti freschi e di qualità, preparare gustose merende contadine, scegliere la giusta carne per grigliate in sicurezza e comportarsi in modo rispettoso per l’ambiente.

Sabato il Mercato Coperto di Campagna Amica Ferrara sarà aperto con il consueto orario dalle 8.30 alle 13.30 per acquisti di prodotti freschi, da utilizzare per il menù del primo maggio, con i consigli dei produttori per il miglior utilizzo di verdure, frutta e altri prodotti di stagione della filiera agricola, come asparagi, uova, fragole, cipollotti, verdure, aglio, pasta, riso e vongole di Goro.

Dalle 10.30 omaggio di un piccolo assaggio di vongole, in modalità da asporto per chi farà la spesa al mercato e sino ad esaurimento.

Nel fine settimana spazio anche al ritorno negli agriturismi, con la possibilità di mangiare negli spazi aperti attrezzati per godere delle ricette tipiche della nostra cultura e di qualche innovazione gastronomica, come all’Agriturimo “Agripub la Romagnola”, a San Biagio d’Argenta, dove trovare anche prodotti da asporto con le Agribag di Campagna Amica e dolci omaggi per i clienti.

La mappa completa dei mercati aperti e delle iniziative nei mercati e negli agriturismi la trovate sul sito www.campagnamica.it e sulla pagine Facebook di Campagna Amica Ferrara.

Unife presenta in un webinar due metodi innovativi brevettati per la sostenibilità agricola nell’ambito del Tech Share Day.

 

Comunicato stampa Università degli studi di Ferrara.

E’ incentrato sui metodi innovativi e sostenibili brevettati dall’Università di Ferrara per affrontare le sfide della gestione agricola, il webinar in programma il 5 maggio dalle ore 14 alle ore 16 “Gestione ambientale ed agricoltura. Dal mondo accademico all’industria. Strategie, tecnologie e pratiche innovative”, organizzato da Unife, insieme alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito dell’edizione 2021 di “Tech Share Day – Towards Sustainable Developement”evento online che mette in contatto il mondo della ricerca pubblica con quello delle imprese, degli investitori e degli innovatori, organizzato da Netval, Associazione delle università e degli enti di ricerca sulle tematiche di trasferimento tecnologico, a cui Unife è associataUfficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM), Politecnico di Torino e Knowledge Share.

Il Tech Share Day è incentrato sulle Environmentally Sound Technologies, ossia tutte le soluzioni che possono migliorare significativamente le prestazioni ambientali rispetto allo «status quo» del settore di riferimento.

Due i metodi innovativi dell’Università di Ferrara che saranno presentati nel corso del webinar.

Massimo Coltorti, Professore Ordinario di Petrologia e Geochimica, illustrerà i vantaggi derivanti dall’utilizzo dei geomateriali per un’agricoltura sostenibile, grazie a un progetto per trattare sostanze organiche e realizzare un fertilizzante. Si tratta di un metodo caratterizzato da un approccio biologico e con impatto inquinante nullo, che comporta un risparmio economico nonché una maggiore efficienza della fertilizzazione.

Inventori della metodologia oltre al Professor Coltorti, la Dottoressa Barbara Faccini del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife, ed Elio Passaglia, Professore Ordinario fuori ruolo dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

“L’invenzione consiste in un metodo per trattare reflui industriali o zootecnici contenenti azoto ammoniacale e fosforo, al fine di diminuirne l’impatto ambientale e al contempo di realizzare un materiale fertilizzante a rilascio lento e controllato – spiega Coltorti – La tecnologia si basa sull’uso di tufi vulcanici ricchi in zeoliti che vengono posti in contatto con i reflui e fatti reagire mediante agitazione e sedimentazione. Alla fine di questo procedimento del tutto naturale, le zeoliti si arricchiscono di azoto ammoniacale e diventano così in grado di rilasciare lentamente azoto alle radici delle piante. Una volta che la zeolite si è esaurita, potrà intrappolare nuovo azoto dalle fertilizzazioni applicate al suolo, aumentando l’efficienza della fertirrigazione da parte delle colture e riducendo sensibilmente l’inquinamento del suolo, dell’atmosfera e delle risorse idriche”.

Simonetta Pancaldi, Professoressa Ordinaria di Botanica, interverrà invece sull’impiego delle microalghe come fitostimolanti in agricoltura biologica, con un metodo a cui hanno lavorato insieme a lei il Professor Lorenzo Ferroni e la Dottoressa Costanza Baldisserotto del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie di Unife, nonché della PMI Alga&Zyme Factory srl, spin off della stessa Università.

“Questa tecnologia prevede coltivazioni, con metodologie proprietarie, di microalghe opportunamente selezionate per ottenere estratti e prodotti derivati da utilizzare in agricoltura biologica come fitostimolanti.  Si tratta di una metodologia assolutamente biologica che offre l’opportunità di ottenere prodotti alternativi ai composti chimici normalmente usati in agricoltura. Gli estratti microalgali sono già stati testati su piante orticole con ottimi risultati”, afferma la Professoressa Pancaldi.

metodi brevettati da Unife sono già pubblicati sulla piattaforma Knowledge Share, portale nato per rendere disponibili informazioni relative a brevetti e tecnologie che rappresentano l’eccellenza del know-how scientifico delle Università italiane e dei Centri di Ricerca.

Al webinar interverrà in rappresentanza del mondo delle imprese il Dott. Riccardo Liguori, Responsabile dell’organizzazione e gestione di tutte le attività del team di valutazione dell’efficacia biologica nel settore di Ricerca e Sviluppo del Centro di Ricerca di ISAGRO spa, che condividerà l’esperienza positiva derivata dalla collaborazione con Unife per una agricoltura sostenibile e in particolare con il gruppo di ricerca della Professoressa Simonetta Pancaldi.

 

LA SBORNIA DA RECOVERY PLAN:
Non è tutto oro quello che luccica

 

Più di un anno di pandemia ci consegna un Paese con meno lavoro, più diseguale e più povero, con un forte decremento del PIL e una grande crescita del debito. I numeri sono impietosi in proposito: nel 2020 sono stati persi circa un milione di posti di lavoro, per lo più di lavoratori precari, indipendenti, giovani e donne.
Per quanto riguarda le disuguaglianze, già un anno fa il governatore della Banca d’Italia Visco avvertiva che “per le famiglie che prima dell’emergenza sanitaria erano nel quinto più basso della distribuzione (del reddito), la riduzione del reddito sarebbe stata due volte più ampia di quella subita dalle famiglie appartenente al quinto più elevato”. Ancora: nel 2019, il numero di persone sotto la soglia di povertà assoluta era al 7,7 % della popolazione, mentre nel 2020 esso è arrivato a toccare il 9,4 %. Il 2020 si è chiuso con una caduta del PIL pari all’8,9% in termini reali rispetto al 2019, mentre il rapporto tra debito pubblico e PIL ha subito un’impennata al 155,8 per cento dal 134,6 per cento del 2019. Il debito aggiuntivo cumulato già oggi autorizzato da qui al 2026 raggiungerà la cifra astronomica di 496,8 miliardi (confrontate questa cifra con le risorse provenienti dal Recovery Plan).

Insomma: siamo dentro la più grande crisi ecologica, economica e sociale dal dopoguerra del secolo scorso ad oggi. A cui si aggiunge la crisi democratica provocata dal governo Draghi, ben testimoniata dal totale esautoramento del Parlamento, che è stato convocato per discutere del Recovery Plan alle 16 di lunedì pomeriggio scorso, dopo aver ricevuto la sua ultima versione alle 14, due ore prima, un documento di più di 300 pagine, che, come ha sottolineato lo stesso Presidente Draghi, segnerà il destino dell’Italia per i prossimi anni.
in realtà, questo documento non aveva bisogno di essere discusso, essendo già stato concordato nei giorni precedenti tra il Presidente del Consiglio e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Un esempio perfetto di tecnocrazia al lavoro, del resto confezionato da esperti di questa tecnica di governo, come Draghi, che già nella precedente crisi economica-sociale del 2011-2012 si proclamava non preoccupato, perché tanto c’era una sorta di ‘pilota automatico’ al comando, ben rappresentato dai vincoli prodotti dall’Unione Europea in tema di politiche di austerità.

Comunque, oggi arriva la ‘risoluzione dei nostri problemi’, con l’approvazione del Piano di Ripresa e Resilienza Nazionale (PNRR). Vale la pena approfondirne i contenuti, gli assi di riferimento di fondo, la sua utilità ed efficacia.
Come sufficientemente noto, esso prevede uno stanziamento complessivo di circa 235 miliardi, suddivisi nelle sei missioni fondamentali: Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (50 mld), Rivoluzione verde e transizione ecologica (70 mld circa), Infrastrutture per una mobilità sostenibile (31,4 mld), Istruzione e ricerca (33.8 mld), Inclusione e coesione (29,6 mld), Salute (19,6 mld), non discostandosi di molto, sia per i capitoli che per le risorse assegnate, da quanto a suo tempo elaborato dal governo Conte.
Su ciascuna di queste scelte ci sarebbe molto da dire, e in termini sostanzialmente molto negativi.

Mi limito ad alcune considerazioni parziali ed esemplificative: su digitalizzazione e innovazione, si assume questa priorità in modo acritico, senza alcuna riflessione sul modello sociale e produttivo che la diffusione dell’utilizzo delle tecnologie informatiche e dei Big Data comporta, in termini di controllo sociale e limitata creazione di occupazione. A quest’ultimo proposito, mi pare particolarmente suggestiva e passibile di utili riflessioni la notizia uscita recentemente per cui Apple ha varato il suo piano industriale da qui al 2026, prevedendo investimenti giganteschi, per ben 430 miliardi $, quasi il doppio del PNRR, per potenziare il proprio impegno nella ricerca hi-tech e nell’intelligenza artificiale, che, però, sono destinati a generare in tutti gli Stati Uniti solo 40.000 posti di lavoro, confermando la tendenza al disaccoppiamento tra investimenti e occupazione nei settori ad alta tecnologia.
In questa missione è inserita anche la voce “Cultura e turismo”, scelta che potrebbe apparire curiosa, ma che viene chiarita dallo stesso testo quando si scrive che ci si prefigge “l’obiettivo di rilanciare i settori economici della cultura e del turismo, che all’interno del sistema produttivo giocano un ruolo particolare, sia in quanto espressione dell’immagine e brand del Paese, sia per il peso che hanno nell’economia nazionale (il solo turismo rappresenta circa il 12% del PIL)”, vale a dire considerandoli sostanzialmente come fattori produttivi.

Per quanto riguarda la transizione ecologica, le risorse a favore delle energie rinnovabili sono decisamente insufficienti, con l’obiettivo di installare impianti per circa 5 GW da qui al 2026, mentre ne servirebbero almeno 25, supportando le politiche di ENI e SNAM che continuano anche per per il futuro a puntare sulle energie fossili, in primis il gas, e a progettare impianti come il CCS di Ravenna per ‘catturare’ e sotterrare la CO2 emessa, anziché evitare di produrla.
Sempre in questo capitolo, non è previsto un intervento efficace per contrastare il dissesto idrogeologico, mentre in tema di acqua e servizio idrico non si ragiona per risparmiare seriamente la risorsa, per esempio costruendo un vero Piano per la riduzione delle perdite delle reti, e si prospetta un nuovo intervento di ulteriori privatizzazioni, consegnando il Mezzogiorno alle grandi multiutilities di natura privatistica Hera, Iren, A2a e ACEA, cancellando così totalmente l’esito referendario di dieci anni fa.
Ancora: si stanziano risorse notevoli per l’Alta velocità, circa 28 mld, più di quanto va al tema della Salute, finanziato con un po’ meno di 20 mld, che non recuperano neanche i tagli effettuati negli ultimi 15 anni e che, soprattutto, dimostrano quanto poco si sia imparato dalla vicenda della pandemia.
Infine, vengono delineate una serie di cosiddette “riforme”, il vero oggetto del contendere con l’Unione Europea, ben più stringenti rispetto al documento del governo Conte: Riforma della Pubblica Amministrazione, riforma della Giustizia, Semplificazione e promozione della concorrenza, Riforma Fiscale e altre ancora, tutte ispirate ad una logica di apertura al mercato e di “liberazione” dai vincoli che lo ostacolano. Qui, in fondo, sta l’anima del Recovery Plan: un’idea di modernizzazione, trainata da una spinta all’innovazione e legittimata da una presunta conversione ecologica, che, però, ancora una volta assume come parametri e obiettivi l’idea della crescita quantitativa, della competitività e della concorrenza, della centralità dell’impresa e del mercato come regolatore fondamentale, peraltro da sostenere con il debito “buono” quando la crisi diventa troppo grave.

Il punto di fondo è che, però, non si vuole vedere – e tanto meno ammettere – che questo meccanismo non funziona più. Ce lo dicono gli stessi numeri del PNRR e del Documento di Economia e Finanza 2021: al di là della propaganda e della grancassa suonata in questi giorni, le stesse pagine del Recovery Plan stimano, nello scenario più ottimistico,  una crescita aggiuntiva cumulata proveniente dallo stesso da qui al 2026 del 3,6%, che vuol dire circa una media dello 0,6% in più ogni anno, mentre l’occupazione, sempre in termini cumulati, dovrebbe aumentare del 3,2%, il che, però, significa che solo nel 2024 si dovrebbe ritornare ai livelli occupazionali del 2019.
Non una grande prospettiva, che poi viene decisamente aggravata se consideriamo l’andamento del debito pubblico: i dati – contenuti nel DEF ma non nel PNRR – dicono che nel 2024 saremo ancora agli stessi livelli registrati alla fine del 2020, attorno al 152% del PILe si ritornerebbe alla situazione pre-Covid, vicino al 135% del PIL, solo nel 2032.
Qui sta un punto decisivo, quello che, passata la sbornia delle “più grandi risorse a nostra disposizione”, nel giro di qualche anno, potrebbe improvvisamente far diventare  ‘cattivo’ il debito che oggi viene chiamato buono, riproponendo nuovi scenari di lacrime e sangue. Soprattutto se non verrà cambiato radicalmente il paradigma del Patto di Stabilità europeo in vigore fino all’inizio della pandemia e oggi sospeso probabilmente fino alla fine del 2022, che però comporta la revisione dei Trattati, la modifica profonda dell’ortodossia economica, che appare anch’essa solo sospesa e non abbandonata, la messa in campo di un’altra idea di Europa e del suo modello produttivo e sociale.
Questo, sia detto per inciso, sarà probabilmente il vero terreno di scontro nei prossimi anni, utile a verificare una possibile svolta, che non c’è stata, a differenza dei tanti che l’hanno esaltata, con la creazione del Next Generation UE, fatto più per necessità che per virtù, come del resto è successo nella gran parte delle economie capitalistiche, a partire dagli Stati Uniti.

All’inizio del suo discorso alla Camera, il Presidente del Consiglio Draghi ha invitato a giudicare il Recovery Plan con gli occhi dei giovani, delle donne, delle persone sofferenti durante la pandemia. Sono d’accordo nel seguirlo lungo questa strada ma, proprio per questo, non posso che essere, nel contempo, preoccupato e distante da chi, come questo governo, non riesce a usare lenti diverse, se non un po’ riverniciate, rispetto al passato per pensare al futuro. Che reclama, invece, un cambiamento radicale e la messa in discussione delle scelte di fondo che ci hanno condotto sino a qui e che si ritrovano, sia pure aggiornate, in questo Recovery Plan. E che per questo va respinto, anche con la mobilitazione sociale e politica, e riscritto.
Stanno provando a farlo un insieme di soggetti e movimenti che si sono aggregati ne La società della cura [Vedi qui]. Ne va, appunto, del nostro destino futuro.

Protesta gestori piscine Emilia-Romagna.

 

Ufficio Stampa UISP Ferrara.

Decreto Riaperture: continua la battaglia dei gestori delle piscine“In Emilia-Romagna siamo pronti a restituire gli impianti ai Comuni”

Il COVID-19 impatta sul settore con cali del 90% di fatturato negli ultimi 6 mesi di lockdown.

“I parametri della riapertura non consentono una gestione economicamente sostenibile”.

Bologna, 29 aprile – In Emilia-Romagna continua la battaglia dei gestori delle piscine per arrivare a un quadro delle riaperture che consenta la sopravvivenza economica degli impianti natatori della regione, in gran parte pubblici e gestiti da associazioni e società sportive che garantiscono il benessere dei cittadini e il diritto alla pratica motoria a prezzi bassi. Alla luce delle indicazioni contenute nel nuovo Decreto sulle riaperture rimangono dubbi sull’attività al coperto, per cui non ci sono indicazioni normative, e sui 10 metri quadrati di distanza fra gli utenti per le piscine all’aperto ipotizzati (mentre i protocolli attuali ne raccomandano 7). Norme che rendono impossibile la sostenibilità economica di impianti di prossimità, a costi bassi, che garantiscono salute e danno lavoro, in un ambiente ostile al COVID-19 per l’alto livello di misure di igienizzazione da sempre messe in campo.

Uisp Emilia-Romagna ha coordinato un tavolo di lavoro sull’impiantistica natatoria raccogliendo la voce di 65 impianti, molti dei quali anche esterni al mondo Uisp, in rappresentanza del 60% degli impianti coperti in regione, per una battaglia di serietà a tutela di un settore che rischia di pagare gravissime conseguenze in termini economici e di posti di lavoro. Ecco il nuovo testo sottoscritto da 65 gestori emiliano-romagnoli:

«Sono 147 le piscine di proprietà degli Enti Locali in Emilia-Romagna; di queste 81 sono le piscine pubbliche coperte. La gestione imprenditoriale degli impianti natatori pubblici della regione è svolta per lo più da società sportive o soggetti no profit che, in gran parte, noi rappresentiamo. I contratti sottoscritti ci vincolano al ruolo di servizio pubblico ma ora, a causa del COVID-19, non possiamo svolgere la nostra attività e molte Amministrazioni Comunali proprietarie degli impianti sono restie a rinegoziare un piano economico-finanziario che dovrebbe essere assicurato dall’Ente, non rientrando la pandemia nel rischio d’impresa, come definito dalle normative vigenti.

Dietro alle nostre società di gestione, società sportive e associazioni ci sono persone che hanno fatto di questa difficile missione il loro lavoro, si sono indebitati, hanno investito per migliorare la qualità del servizio. Stiamo parlando di 1.500 lavoratori fissi più un migliaio di stagionali estivi, e di oltre 5.000 istruttori e allenatori che collaborano per assicurare la continuità del servizio e sono cittadini, al pari di tutte quelle persone che godono delle attività sportive fruibili nei nostri impianti.

La gestione delle piscine pubbliche si basa storicamente su tariffe basse con un numero elevato di frequentatori, a fronte di costi fissi molto elevati ma soprattutto poco comprimibili e un’altrettanto elevata complessità gestionale, legata al mantenimento di scrupolosi protocolli sanitari. Questa situazione, impattando con i problemi e le chiusure derivanti dalla pandemia, ha portato l’intero comparto ad una crisi drammatica: sulla base dei dati raccolti possiamo stimare che la perdita per l’intero comparto delle piscine pubbliche coperte si aggiri nel 2020 su circa il 40% in meno del fatturato dell’anno precedente e che, negli ultimi 6 mesi di lockdown, da novembre 2020 ad aprile 2021, esploda al 90% in meno. Il disavanzo medio per ogni impianto in questi 14 mesi di pandemia è pari a centinaia di migliaia di euro. E per delle strutture non profit, al servizio della collettività, la situazione è del tutto insostenibile.

Non siamo avvezzi a lamentarci pubblicamente ma ora abbiamo bisogno del sostegno dei cittadini per difendere i nostri diritti, che coincidono con il loro benessere. In questi 14 mesi ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo apportato significative modifiche per rendere i nostri impianti sicuri, abbiamo studiato i protocolli e interloquito con le istituzioni. Abbiamo usufruito degli esigui ristori (meno dell’1% per chi è stato fortunato) e abbiamo accumulato debito.

Noi chiediamo che la riapertura degli impianti sia definita da protocolli di buon senso che garantiscano sicurezza e sostenibilità economica (è ingestibile economicamente aprire un impianto al 30% della sua capienza e con 10 metri quadrati di distanza fra ogni utente) e accompagnata da detrazioni fiscali, sgravi su utenze, blocco delle accise, imposte differite e da una norma che vincoli i Comuni a ridefinire con i gestori i piani economici finanziari con allungamento convenzione e ridefinizione dei costi.

Se non si verificassero le condizioni che abbiamo elencato, non avremo alternative e saremo costretti a restituire gli impianti ed esigere la restituzione degli investimenti fatti. Così, invece di discutere di riaperture e di progressivo ritorno alla normalità, nel nostro caso si discuterà di chiusure definitive e di

impianti natatori pubblici destinati a diventare cattedrali nel deserto, luoghi non più sede del benessere delle persone ma cimiteri dell’incuria e dell’abbandono».

I 65 gestori di impianti dell’Emilia-Romagna:
Olimpia Vignola; Sport Center Parma; Ortignola gestita da Deai srl Imola; Dogali Modena; Società Wesport SSD con le piscine comunali di Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Bomporto, Corassori di Modena; Coopernuoto con le piscine comunali di Correggio, Novellara, Carpi, Mirandola, Parma; Asd Amici del nuoto; Piscina Vigili del Fuoco Modena; Pool 4.0 con le piscine comunali di Lugo, Parco Bacchelli di Ferrara e Gianni Gambi di Ravenna; Nuova Sportiva con le piscine di Cento, Cervia, Formigine, Sassuolo, San Pietro in Casale, Beethoven Ferrara; Ferrari; Ferretti Reggio Emilia; Around con le piscine comunali di Cesenatico, San Leo, Cesenatico, Forli, Bertinoro, Seven Sporting club di Savignano e Atlantica di Cesenatico; Sogese con le piscine Vandelli, Carmen Longo e Cavina di Bologna, il Palaventuri di Zola Predosa, le comunali di Sasso Marconi, Pianoro, Ozzano, Castel San Pietro, San Giovanni in Persiceto, la Paolo Gori di Pianoro e la Kennedy di San Lazzaro – Equipe Sportiva con la De Sanctis di Reggio Emilia, la Komodo di Rubiera, Campegnine, Boretto e Castelfranco Emilia; l’Egovillage di Collecchio; la Piscina Azzurra di Scandiano; l’Aquatico di Reggio Emilia; Cooperativa Incontro con La Favorita di Montecavolo; AppenninoSport con Appennino Blu di Pavullo; Pergolesi Sport con Pergolesi Modena; Uisp Ferrara con Pastro Ferrara; Centro Nuoto Copparo con Comunale di Copparo; Body Art con piscine comunali di Bagno di Romagna e Mercato Saraceno; ASD Doro Ferrara; Polisportiva di Riccione; Piscina comunale di Faenza; Piscina comunale di Cattolica; Aquae Sport Center Porto Fuori di Ravenna; Gerden Sporting Center di Rimini; Gelso Sport di Bellaria; Piscine Melegnano.

Non tornerò

di Marcella Mascellani

Apprendo, su di un social, della denuncia di un marito relativa alla scomparsa della moglie che poi, in realtà, aveva deciso di lasciare lui e i figli fuggendo con l’amante. Non entro nel merito perché non ne ho alcun diritto. La notizia, tuttavia, mi porta a riflettere sul fatto che, forse, era troppo difficile dire che se ne sarebbe andata e che così soddisfatta della propria vita non fosse.
Avrebbe fatto così scalpore la fuga di un uomo? Non credo. Almeno una volta all’anno sento di uomini che se ne vanno di casa per un’altra donna noncuranti di lasciare figli e magari anche la propria madre in casa con la moglie. Si sentono più sicuri e tranquilli.
Sicuramente le critiche più feroci verranno dalle donne stesse, dalle protettrici del focolare domestico. Alcuni uomini, seduti sul divano e con lo sguardo sornione, penseranno che in fondo veder ogni giorno la propria moglie dar posto alla sciatteria (vi ricordate la canzone del di Charles Aznavour “Ti lascia andare”) fin dei conti non è poi un prezzo così alto rispetto a correre il rischio che se ne vada con un altro e lo faccia in maniera teatrale finendo su tutti i giornali. Non so se avete mai notato come sono orgogliosi gli uomini quando descrivono la propria moglie, o compagna, che si scapicolla dalla mattina alla sera? Innalzano il pensiero su di lei come una coppa lucida di metallo e cantano vittoria. L’importante è che non ceda e che abbia tutto sotto controllo.
Tutto questo mi fa pensare alla nostra condizione.
Anni fa, scusate l’imprecisione, sicuramente almeno dieci e forse più, mi capitò fra le mani un opuscolo curato dal Comune di Ferrara e dall’Azienda Usl sulla depressione femminile in prevalenza causata dal sovraccarico famigliare. Ricordo un ordinato libretto di una decina di pagine, con tanto di numeri di telefono ed indirizzi ai quali rivolgersi in caso di bisogno. Tale stampato ci descriveva benissimo nel nostro disperato tentativo, non sempre fruttifero, di far coincidere tempi di vita personale e lavorativa che insieme formano il grande puzzle della nostra giornata.
Tocca a noi donne provvedere, in prevalenza, alla cura dei figli, dei genitori e di tutti coloro che possono aver bisogno di aiuto durante l’arco della nostra vita. In fondo siamo noi che siamo state educate (e continuiamo ad educare le nostre figlie) a prenderci cura degli altri e a tenere le redini del mondo che ci circonda.
Allora cominciamo col dirci la verità; il sovraccarico famigliare per una donna che lavora, o non lavora, e magari ha anche figli o persone da accudire è una condizione inevitabile. Nel caso lavori fuori casa si aggiunge, spesso, una situazione economica che non sempre consente di ricorrere ad un aiuto domestico. Talvolta, per quanto riguarda i figli, deve fare i conti con un parco nonni ancora impegnato nell’attività lavorativa o di età troppo avanzata per accudire i nipoti, vista la scelta di diventare genitori sempre più ritardata.
La giornata di noi donne inizia la mattina molto presto (prima che sia spuntato il sole per i Teletubbies) e termina a sera inoltrata, con buona pace divina. Ci incontrate per strada in macchina, trafelate e spettinate (abbiamo ancora l’impronta del cuscino stampata sulla testa) alla conquista della scuola materna che dista a circa 15 km dalla nostra vita. Ci rivedrete subito dopo sfrecciare nel disperato tentativo di conquistarci un parcheggio che, velocemente, all’uscita dal lavoro ci consenta di cimentarci in quel paradossale e frenetico mondo che è la nostra quotidianità.
Poi si va avanti con la vita e ci sono i genitori o i suoceri da accudire. E allora via con i sensi di colpa, con gli incontri con l’assistente sociale, la risposta al quesito “badante o casa di riposo?” – Tra quanto entrerà in convenzione? Mamma, papà, come non vuoi stare qui? Come non vuoi quella persona in casa? Per ora ci sto io, dormo da loro, non importa se sul divano, non importa se mi sveglierò sette o otto volte in una notte. Non posso, non devo, con tutto quello che hanno fatto loro per me! –
Augurandomi con tutto il cuore che la fuga di ogni donna che violi la legge morale, che si elevi a paladina della libertà di scegliere e di sottrarsi al destino, sia dettata da un allontanamento dalla routine e non da altri motivi, la invito, però, prima di prendere qualsiasi decisione, a leggere Innamoramento e amore di Francesco Alberoni o ascoltare la canzone di Mina Non tornerò. Leggendo o ascoltando una delle due, troverà traccia del fatto che nel giro di pochi anni la vita con l’innamorato si trasformerà in una vita routinaria simile a quella che aveva con il marito.
E così che va il mondo delle donne. Le donne hanno un cuore grande, sanno trovare il lato bello della cura, sognano mentre si occupano di un bambino o di un anziano. Sanno prendere il sole su di una panchina regalando un sorriso a chi è vicino, che sia una carrozzina con un bambino o un anziano seduto. Sanno trovare, con la dovizia di un ricercatore, un fazzoletto che sia scomparso dalle mani del loro figlio o del loro padre, sanno quando è arrivato il momento di allungare la bottiglia di acqua invitando a non disidratarsi, che sia la loro figlia o la loro madre. E, dando libero pensiero all’antico quesito che chiude la loro giornata, s’interrogano “ma stasera cosa preparo per cena?”

Successi per la squadra slalom del Canoa Club Ferrara.

 

Ufficio Stampa Canoa Club Ferrara.

Sul fiume Aniene di Subiaco gli atleti ferraresi danno prova di grande abilità dominando le classifiche.

Dopo un inverno di preparazione, svoltasi nonostante le difficoltà e restrizioni che viviamo, la stagione di gare inizia anche per la canoa slalom e per gli atleti estensi, che dopo alcune gare tra Italia e Slovenia si sono cimentati nella Gara Nazionale ottenendo numerosi successi.

Una due giorni di gare a Subiaco, in provincia di Roma, tenutasi nel weekend 24-25 Aprile. La società estense partecipa in grande numero con la sua squadra agonistica al completo, collezionando numerose medaglie in tutte le categorie, per un totale di 10 Ori, 4 Argenti e 8 Bronzi.

Nella gara di sabato nella specialità della canadese vediamo la vittoria di Michele Campana nella categoria Junior; stesso risultato per Luca Rizzieri che trionfa nella categoria Ragazzi, a seguire nella stessa categoria troviamo Samuele Dianati al terzo posto. I tre gareggiano insieme nella gara a squadre vincendo l’oro. Sempre nella canadese vediamo al terzo posto Emanuele Campana nella categoria Senior, che si diletta anche nel kayak vincendo la classifica Senior. Nel kayak troviamo numerosi successi estensi, a partire dal giovanissimo Andrea Nardo che vince nella categoria Cadetti; nella categoria Ragazzi invece Nicola Rizzieri fa gioire la squadra raggiungendo il secondo posto nella categoria più ricca di concorrenza, seguito dai compagni Luca Bini e Tommaso Cavazzini rispettivamente al terzo e quarto posto. Per i più grandi, gli Junior, ci sono soddisfazioni per Filippo Callegari, terzo classificato, seguito dai compagni in ordine Michele Campana 4°, Tobia Piccinini 5° e Federico Taglioli 6°; Callegari, Piccinini e Taglioli vincono anche la gara a squadre K1 Junior. Al femminile invece vediamo Lea Bertoncelli disputare una buona gara però penalizzata da un salto di porta che la spinge in terza posizione.

Nella gara di Domenica i successi sono più o meno gli stessi salvo per Filippo Callegari che scala una posizione concludendo al secondo posto, e per Lea Bertoncelli che allo stesso modo si migliora mettendosi al collo l’argento al termine di una gara molto impegnativa per tutti gli atleti in gara.

 

De Palma: «PNRR governo, con le nuove risorse si dia impulso all’infermiere di famiglia».

 

Sanità, Nursing Up, De Palma: «Nuovo PNRR del Governo occasione da non sprecare per il rilancio della sanità territoriale. Le rinnovate risorse a disposizione, fino a 4 miliardi, per l’assistenza domiciliare, siano l’impulso definitivo per far partire il tanto atteso progetto degli infermieri di famiglia, fin qui rimasto mera utopia».

30 DIC 2021 – «Il nuovo PNRR del Governo Draghi, l’atteso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dovrebbe prevedere, la nostra speranza è questa, una concreta riforma della sanità territoriale, un salto di qualità indispensabile da mettere in atto, alla luce di un aumento consistente delle risorse, con la dote per l’assistenza domiciliare che sale ufficialmente fino a 4 miliardi di euro. 

Siamo di fronte ad una occasione da non perdere per il futuro del nostro Sistema Sanitario: ora che finalmente ci sono più fondi a disposizione, Governo e Regioni devono camminare di pari passo e pianificare da subito un piano strategico che si traduca in una missione di rilancio che non può e non deve conoscere tentennamenti di alcun genere. In quest’ottica è arrivato il momento di dare finalmente impulso alla realtà progettuale dell’infermiere di famiglia, che rappresenta certamente il perno della sanità territoriale italiana del presente e del futuro. Le 9600 assunzioni previste a luglio scorso, ma che realmente non si sono mai tradotte in realtà e sono rimaste mera utopia, non sono sufficienti: occorre dislocare infermieri di famiglia in ogni dove, a disposizione dei nostri cittadini, da nord a sud, con una organizzazione omogenea ed equilibrata degna di tal nome, che parta da un alveo di normative concrete ma soprattutto facenti parte di un unico solido sistema, dove le Regioni possano avvantaggiarsi, finalmente, del rigore di un Governo che è capace di dettare le regole per il bene dei pazienti e dei malati».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, commenta il nuovo PNRR del Governo, accogliendo positivamente la notizia delle maggiori risorse a disposizione per la sanità italiana e augurandosi che premesse così positive non finiscano alla fine inghiottite dalla confusione e dal marasma di una realtà troppo spesso deprimente, con 21 Regioni e 21 sistemi sanitari differenti.

«L’Infermiere di famiglia, lo ripetiamo, alla luce del nuovo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una occasione troppo importante, da non sprecare. Ora ci aspettiamo le idee, le iniziative, i fatti: e non la politica dei buoni propositi che rimane un’eterna incompiuta.

Al Governo spetta il compito di pianificare azioni in sintonia con la realtà regionali, adesso è inevitabile: e ci dispiace prendere atto del fatto che alla luce della carenza di personale, siano stati ridotti, nella sanità territoriale, proprio da parte delle Regioni, sia le case di comunità, da 2575 a 1288, sia gli Ospedali di Comunità, da 753 a 380. I dati in questione sono allarmanti e ci dicono che il sistema sanitario italiano cammina con il passo del gambero. Ma ora che ci sono i fondi a disposizione non è tollerabile gettare tutto alle ortiche!

Si abbia il coraggio di assumere personale, lo si faccia prima possibile e e con un piano che non prevede distinzioni, in tutto il territorio nazionale. Il rilancio della sanità territoriale passa attraverso l’inserimento di nuove figure professionali, capaci di snellire i ricoveri, di supportare le realtà private, e naturalmente di fornire assistenza domiciliare ai soggetti fragili in modo capillare. Ma naturalmente occorre anche organizzare le strutture, rimpolpando di personale quelle già esistenti e pianificando la creazione di nuovi ospedali e case di comunità, e certo non sposando la politica distruttiva dei tagli o peggio ancora trasformando le realtà che già ci sono in cattedrali nel deserto, prive dei professionisti qualificati e delle energie indispensabili per stare ogni giorno vicino ai nostri pazienti».

Proseguono gli appuntamenti organizzati da Terziario Donna Ferrara di Confcommercio.

Comunicato stampa Ascom Ferrara.
Caffè in Rosa – questo il nome del progetto –  vede lunedì prossimo (03/05) la quarta puntata sempre su Facebook. 
Questa volta l’ospite sarà  il Maggiore Gabriele Porta del Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri.
A moderare gli incontri sarà Simona Salustro, Presidente provinciale di Terziario Donna Ferrara, a partire dalle ore 14.00 con una  durata massima 15 minuti… giusto appunto il tempo di un caffè…da qui il nome della serie di appuntamenti. 
“Questa volta l’obiettivo del nostro incontro  – entra nello specifico Annalisa Busi,componente del Consiglio provinciale di Terziario Donna  Ferrara  che condurrà l’intervista –  sarà incentrato sulla violenza condotta contro le Donne.
Un tema di grande attualità anche nel nostro territorio. Cercheremo di capire le radici di questo odioso crimine, dove si concentra (tra le mure domestiche o sui luoghi di lavoro.). Ed ancora chi sono le Donne che maggiormente subiscono queste violenze. Sopratutto chiederemo indicazioni concrete all’Arma per come affrontare queste situazioni di pericolo fisico e psicologico”.
Prosegue così il lavoro di Ascom Confcommercio di informazione e sensibilizzazione sociale iniziato nell’estate del 2018 proprio con il supporto dei Carabinieri del comando provinciale di  Ferrara con la realizzazione di un opuscolo congiunto intitolato “Stop alla violenza sulle Donne”. 
Gli appuntamenti di Caffè in Rosa sono, in diretta, ogni lunedì sulla pagina Facebook @terziariodonnaferrara

Il Primo Maggio del Montalcini pensando ai diritti dei bambini.

 

Comunicato stampa IIS RL Montalcini.

Al Montalcini un Primo Maggio pensando ai bambini: le studentesse creano il loro manifesto contro il lavoro e lo sfruttamento minorile.

Il primo maggio si celebra la giornata internazionale dei lavoratori.

Sono tantissime le iniziative che hanno coinvolto gli studenti del Montalcini ed in particolare, all’indirizzo sociosanitario, le alunne hanno analizzato gli articoli inerenti il lavoro minorile, il diritto al gioco ed al tempo libero contenuti nella  Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.

In tale Documento le alunne della classe 1 A SSAS si sono occupate degli articoli inerenti il lavoro minorile inteso come lavoro che priva i bambini della loro infanzia, della possibilità di avere un futuro migliore e della loro dignità.

Tutto ciò è illegale e dannoso per lo sviluppo psicofisico del bambino e lo priva della possibilità di studiare e di poter aspirare ad un futuro diverso e migliore. 

Sono, infatti, 152 milioni i bambini costretti a lavorare nel mondo, la metà dei quali ha tra i 5 e gli 11 anni viene  impiegata in lavori di forza, in condizioni di igiene e sicurezza precarie.

Per questo motivo è importante agire dove il fenomeno è più diffuso, per sensibilizzare, aiutare le famiglie e permettere a questi bambini un’infanzia felice.

Dopo aver analizzato gli Articoli della Convenzione ONU sul lavoro minorile le alunne si sono occupate di quelli concernenti il diritto all’istruzione, al gioco e al tempo libero (artt. 23-31) quali momenti fondamentali che ogni bambino ha il diritto di “vivere” al fine di sviluppare la propria dimensione creativa, la scoperta del mondo, la sperimentazione e la propria vena artistica.

Le alunne hanno poi creato il proprio Manifesto contro il lavoro e lo sfruttamento minorile in tutti i settori e le politiche pertinenti per ribadire come sia importante contrastarli e combatterne tutte le forme, lo hanno voluto fare proprio in occasione del primo Maggio, in cui si celebra la festa dei lavoratori ricordando che spesso sono “lavoratori” anche i bambini, quando in realtà dovrebbero essere studenti, perché il diritto all’istruzione non dovrebbe essere negato a nessuno.

Anche questa occasione, ovvero la celebrazione nazionale della festa dei lavoratori, é stata lo spunto per far riflettere  le studentesse della 1 A SSAS sul diritto-dovere al lavoro, al gioco e al tempo libero quali dimensioni di una stessa entità che dovrebbe trovare piena realizzazione in ogni essere umano.