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Giorno: 3 Maggio 2021

Automotive: Silk-FAW sceglie Reggio Emilia come sede del futuro Centro produttivo e di innovazione.

 

Automotive. Silk-FAW sceglie Reggio Emilia come sede del futuro Centro produttivo e di innovazione, investimento da un miliardo di euro e mille posti di lavoro per realizzare nella Motor Valley auto elettriche di alta gamma. Bonaccini: “Progetto industriale di portata mondiale. Emilia-Romagna protagonista nella ripartenza del Paese”.

La joint venture fra gli americani di Silk EV e i cinesi di FAW, fra i più grandi produttori di automobili, scelgono la frazione di Gavassa, che ospiterà lo stabilimento e il Design, research, development & innovation Center. Il presidente di Silk-FAW, Krane: “Location ideale per le nostre esigenze logistiche e produttive, attireremo talenti e risorse”. Il sindaco Vecchi: “Un fatto epocale”. L’assessore Colla: “Subito al lavoro sull’Accordo di programma”. Si tratta del primo investimento tra Cina e Italia nei segmenti auto super premium e premium.

Bologna – Il futuro dell’industria automobilistica mondiale va veloce. Guarda sempre di più alla sostenibilità e sceglie l’Emilia-Romagna per diventare il presente. Silk-FAW, la joint venture tra Silk EV, società internazionale di ingegneria e design automotive, e FAW, uno dei maggiori produttori automobilistici cinesi, ha annunciato oggi che il nuovo sito produttivo di auto elettriche di alta gamma verrà realizzato nella frazione di Gavassa, nel comune di Reggio Emilia.
Lì nascerà un futuristico Centro produttivo e di innovazione secondo parametri ecologici e senza nuovo consumo di suolo. L’area, che si estende su 320.000 metri quadrati, ospiterà infatti lo stabilimento e il Design, research, development & innovation Center di Silk-FAW. Qui verranno progettati e realizzati i modelli della serie S di Hongqi: Hongqi S9, la prima della serie “S”, progettata da Walter De Silva, ma anche la Hongqi S7.

Il progetto industriale degli americani di Silk EV e dei cinesi di FAW – 130mila dipendenti, 3,5 milioni di vetture vendute nel 2019 – compie dunque un altro passo avanti importante, dopo la nascita della joint venture lo scorso febbraio. Nel giro di un anno, in un percorso condiviso con la Regione e il territorio, si consolida un progetto che prevede investimenti per un miliardo di euro e fino a mille posti di lavoro nella Motor Valley dell’Emilia-Romagna, uno degli ecosistemi più competitivi in Italia e in Europa. Al suo interno, Reggio Emilia è centrale per le competenze locali in ambito meccatronica e robotica, fondamentali per il futuro del Made in Italy industriale. L’area di Gavassa si trova a 9 chilometri dalla stazione AV di Reggio Emilia. In macchina Gavassa si trova a 40 minuti da Milano e a soli 20 da Bologna.
La scelta dell’area è stata al centro di una videoconferenza stampa oggi in Comune a Reggio Emilia.

“Siamo entusiasti che il nostro stabilimento produttivo e innovazione sorgerà nel comune di Reggio Emilia – afferma Jonathan Krane, presidente di Silk-FAW-. Gavassa è un’area iconica per l’intero network automotive e una location ideale che risponde perfettamente alle nostre necessità logistiche e produttive. Grazie a questo sito strategico saremo in grado di attirare talenti e risorse altamente specializzati nell’area. Ringrazio la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Reggio Emilia per averci supportato in questa scelta così importante. Siamo felici di poter contribuire alla crescita e all’innovazione della Regione attraverso l’espansione dell’infrastruttura e dell’expertise nei veicoli elettrificati”.

“L’Emilia-Romagna viene scelta per realizzare un progetto di portata mondiale- sottolinea Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna-. Due gruppi internazionali, uno cinese e uno americano, decidono di unirsi e di investire qui per numerose ragioni: le professionalità presenti, le reti regionali dell’Alta tecnologia e dei Tecnopoli, che vedono insieme le nostre università e il mondo produttivo, le filiere innovative, la formazione specialistica e le infrastrutture digitali che si rafforzano attorno al Big Data Technopole di Bologna e alla Data Valley emiliano-romagnola. Abbiamo puntato su ricerca e sviluppo, su innovazione e saperi, basti pensare a Muner, l’università internazionale dell’Automotive che ogni anno chiama in Emilia-Romagna centinaia di giovani da tutto il mondo, e oggi raccogliamo i frutti di quelle scelte. Vince l’Emilia-Romagna, dunque, e con essa il Paese, a dimostrazione della capacità di ripartire che vogliamo mettere in campo al più presto, con l’obiettivo della buona occupazione e dello sviluppo sostenibile, in linea con il Patto per il Lavoro e per il Clima firmato con tutte le parti sociali”.

Silk-FAW è stata costituita per sviluppare una serie di veicoli sportivi di ultra-lusso, ad alte prestazioni e a nuova energia avente come target di vendita la Cina e i mercati globali. La joint venture è il primo investimento tra Cina e Italia nei segmenti auto super premium e premium e segna un’importante pietra miliare nell’ambito dell’iniziativa Belt & Road per la Cina, l’Italia e l’industria automobilistica globale. Silk-FAW prevede di lanciare i nuovi modelli di lusso completamente elettrici e ibridi sotto la serie Hongqi ‘S’, che è posizionata per catturare le opportunità nei segmenti auto in più rapida crescita in Cina e nei mercati internazionali

“Grazie a Silk-FAW per aver scelto Reggio- aggiunge il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi-. Per la città, per la sua storia anche industriale e manifatturiera che, dalle Officine Reggiane ha contribuito alla crescita del modello economico emiliano, questo risultato ci arricchisce nella contemporaneità di una nuova competenza distintiva destinata a segnare in positivo il nostro futuro. Essere riusciti ad attrarre un investimento di questa portata rappresenta una grande opportunità, un fatto epocale che posiziona Reggio Emilia come città europea dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile baricentrica nella Motor Valley emiliana. Un investimento che porterà posti di lavoro, rafforzamento del sistema produttivo ma soprattutto una grande opportunità per diventare sempre più città internazionale ed attrattiva. Ma è anche la dimostrazione che il sistema della Motor Valley lungo l’asse della via Emilia è ormai punto di riferimento mondiale”.

Il sito ospiterà la produzione non solo della Hongqi S9, la prima della serie “S”, progettata da Walter De Silva e svelata all’Autoshow di Shanghai, VP Styling and Design di Silk-FAW, ma sarà anche sito di manifattura della Hongqi S7. Con l’obiettivo di accelerare la continua crescita di Silk-FAW, la società aveva annunciato la scorsa settimana l’ingresso di Amedeo Felisa come Special Advisor del presidente Krane e membro del Senior Advisory Board.
“Adesso vogliamo subito metterci al lavoro per arrivare a un Accordo di programma che coinvolga il territorio- spiega Vincenzo Colla, assessore regionale alle Attività produttive-, con l’obiettivo di accompagnare l’insediamento Silk-FAW, sostenere investimenti innovativi in ricerca, nuove tecnologie, formazione, in collegamento con le Università e gli Enti di ricerca dell’Emilia-Romagna. Il progetto avrà un forte impatto in termini di occupazione, sviluppo e sostenibilità, e ci permetterà di rafforzare la filiera della componentistica e dei servizi innovativi. Guardiamo alla ripartenza con fiducia, grazie a un ecosistema territoriale attrattivo e ad alto valore aggiunto”.

La Motor Valley e la rete regionale delle conoscenze scientifiche:

La Motor Valley dell’Emilia-Romagna è un distretto industriale unico al mondo forte di 16.500 aziende e oltre 90mila addetti, con 16 miliardi di fatturato annuo e un export di 7 miliardi. Qui hanno radici e sede marchi noti in tutto il mondo: Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas, Magneti Marelli, Maserati, Pagani e Toro Rosso.
La Rete regionale dei Tecnopoli è formata da 10 infrastrutture, dislocate in 20 sedi sul territorio dell’Emilia-Romagna, che ospitano e organizzano attività e servizi specializzati a supporto dell’innovazione delle imprese, delle persone e del territorio. La Rete favorisce la circolazione delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, in stretta sinergia con la ricerca industriale emiliano-romagnola. Insieme ai Laboratori di ricerca industriale – promossi da università e centri di ricerca – e ai Centri per l’innovazione, fanno parte della Rete regionale Alta Tecnologia.

FAW Group:

China FAW Group Corporation (FAW), già China First Automobile Works, è stata fondata il 15 luglio 1953, quando fu costruito il suo primo impianto di assemblaggio. FAW è uno dei più antichi e grandi produttori automobilistici cinesi, conta più di 130.000 dipendenti, un capitale sociale di 35,4 miliardi di RMB e un patrimonio totale di 457,83 miliardi di RMB.
Gli impianti di produzione di FAW si trovano nelle province di Jilin, Liaoning e Heilongjiang, nella Cina nordorientale, nella provincia di Shandong e nella municipalità di Tianjin, nella regione autonoma di Guangxi Zhuang e nella provincia di Hainan, nella Cina meridionale, nella provincia di Sichuan e nella provincia dello Yunnan, nella Cina sud-occidentale.
Il Gruppo possiede i marchi Hongqi, Bestune e Jiefang. Nel 2019, FAW ha venduto 3,464 milioni di vetture. I ricavi delle vendite del Gruppo nel 2019 sono stati pari a 620 miliardi di RMB, mentre gli utili sono stati pari a 44,05 miliardi di RMB. Inoltre, il Gruppo è all’87° posto nella classifica Fortune Global 500 del 2020.

Coronavirus: In trenta giorni in distribuzione in Emilia-Romagna oltre un milione di dosi di vaccino.

 

Coronavirus. In trenta giorni in distribuzione in Emilia-Romagna oltre un milione di dosi di vaccino: a fine maggio saranno quasi 844mila, che si aggiungono alle 185mila consegnate negli ultimi tre giorni di aprile. L’assessore Donini: “Da qui a fine mese, se le consegne previste saranno rispettate, saliremo a oltre 2,5 milioni di somministrazioni”.

Nelle forniture di questo mese più della metà sono Pfizer-Biontech, che supera le 610mila unità, mentre 150mila arrivano da Astrazeneca-Vaxzevira, 70mila da Moderna e oltre 11mila da Johnson&Johnson.

Bologna – Con la macchina regionale delle vaccinazioni già capace di viaggiare a pieno regime e di rispettare la tabella di marcia stabilita dalla Struttura commissariale nazionale, che lo scorso 29 aprile per l’Emilia-Romagna prevedeva 42mila dosi iniettate poi abbondantemente superate, l’arrivo di nuove dosi di vaccino previste per il mese di maggio farà fare un ulteriore salto in avanti all’immunizzazione degli emiliano-romagnoli: in trenta giorniesatti di calendario, dal 27 aprile al 27 maggio in regione, tra consegne già effettuate e future, arriverà complessivamente oltre un milione di dosi di vaccino.

Dopo la distribuzione alle Aziende sanitarie, lo scorso 27 aprile, di 17mila dosi di Moderna e 9.600 di Astrazeneca e il 29 aprile, di 159.120 Pfizer-Biontech, per un totale quindi di 185.720 dosi negli ultimi tre giorni del mese, da ieri è iniziata la distribuzione di maggio, mese in cui sono previste 843.590 dosi dai quattro diversi produttori: 610.740 di Pfizer-Biontech, 150.600 di Astrazeneca, di recente rinominato Vaxzevria, 70.850 di Moderna e 11.400 di Johnson&Johnson, che a differenza degli altri vaccini richiede una sola dose per l’immunizzazione.

“Confidando nel rispetto degli accordi di distribuzione- afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini– questo piano di consegne ci permette di sfruttare appieno la capacità della macchina vaccinale e di far fare un ulteriore passo avanti, davvero significativo, alla campagna di immunizzazione: con queste consegne supereremo per la fine del mese i 2,5 milioni di dosi inoculate. Il Governo ci ha dato una tabella di marcia che abbiamo già dimostrato di saper rispettare, unica condizione indispensabile è appunto la fornitura del giusto quantitativo di dosi. Ora più che mai – conclude l’assessore- è importante non abbassare la guardia e continuare ad adottare comportamenti corretti, a maggior ragione in questa fase di riaperture, per non vanificare il grandissimo sforzo fatto in questi mesi proprio nel momento in cui, qui come nel Paese, la campagna accelera”.

Le consegne sul territorio:

Le prime consegne del mese di maggio sono iniziate ieri, con l’arrivo in regione delle 18.300 dosi di Moderna, 128.500 di Astrazeneca-Vaxzevria e 11.400 di Johnson&Johnson. Il 6 maggio sono previste 154.440 dosi di Pfizer-Biontech, il 10 altre 26.200 di Moderna, mentre il 13 saranno distribuite nuovamente 154.440 dosi di Pfizer.

Le consegne della seconda metà del mese si aprono con 26.350 dosi di Moderna il 18 maggio, il 20 è in programma l’arrivo di 152.100 dosi di Pfzier-Biontech e di 22.100 Vaxzevira. L’ultima fornitura di maggio sarà quella del 27 del mese, con 149.760 Pfizer.

Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio nel mese di maggio, a Piacenza saranno consegnate 39.780 dosi di Pfizer-Biontech, 2.900 di Moderna, 10.400 di Astrazeneca e 800 di Johnson&Johnson, complessivamente 53.880 dosi.

In provincia di Parma la distribuzione sarà di 59.670 dosi di Pfizer-Biontech, 4.300 di Moderna, 15.400 di Astrazeneca e 1.100 di Johnson&Johnson, per un totale di 80.470 dosi.

Nel territorio di Reggio Emilia arriveranno 69.030 dosi di Pfizer-Biontech, 4.900 di Moderna, 17.200 di Astrazeneca e 1.200 di Johnson&Johnson, in totale 92.330 dosi.

A Modena si attendono 91.260 dosi di Pfizer-Biontech, 6.800 di Moderna, 23.900 di Astrazeneca e 1.700 di Johnson&Johnson, quindi 123.660 dosi complessive.

A Bologna sono attese 140.400 dosi di Pfizer-Biontech, 10.300 di Moderna, 29.600 di Astrazeneca e 2.700 di Johnson&Johnson, per un totale di 183.000 dosi.

A Ferrara sono in arrivo 54.990 dosi di Pfizer-Biontech, 4.000 di Moderna, 14.100 di Astrazeneca e 1.000 di Johnson&Johnson, complessivamente 74.090 dosi.

Nelle province dell’Ausl della Romagna, quindi Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, sono previste complessivamente 155.610 dosi di Pfizer-Biontech, 11.300 di Moderna, 40.000 di Astrazeneca e 2.900 di Johnson&Johnson, in totale 209.810 dosi.

Da tutte queste suddivisioni sono escluse le 26.350 dosi di Moderna in consegna il 18 maggio, per cui non è ancora stata formalizzata la distribuzione tra le Aziende sanitarie.

 

 

INFALLIBILE?
La domanda scomoda di Hans Küng

Meno di un mese fa, il 6 aprile, è morto all’età di 93 anni Hans Küng. Nato in Svizzera (1928), teologo, prete, perito conciliare, docente universitario, con la sua scomparsa, scrive Antonio Ballarò (Il Mulino online, 8 aprile 2021), se ne va “un largo frammento di storia della Chiesa e del secolo che ereditiamo”. Franco Valenti (settimananews.it, 11 aprile 2021) lo descrive come “probabilmente uno dei teologi più letti dalla ‘gente’ – laici e credenti – negli ultimi 50 anni”. Per la sua ricerca teologica, ricorda Sergio Ventura (Vinonuovo.it, 11 aprile 2021), si è guadagnato gli appellativi di progressista, scomodo, controcorrente, critico, ribelle e addirittura di eretico.

È bene sgomberare il campo dall’ultimo termine: gli fu tolta nel 1979 la cattedra di teologia dogmatica, ma non venne mai sospeso a divinis, né scomunicato. Di conseguenza, in base al Codice di Diritto Canonico, non è possibile giudicarlo eretico.
Anche l’appellativo di “critico della Chiesa o del papa”, puntualizza Thomas Jansen (settimananews.it, 20 marzo 2018), era motivo di “suo grande dispiacere”.
Più appropriata sembra la definizione di chi si è sempre mosso sulla linea di confine, dove si incontrano, mescolano, confrontano e scontrano il dentro e fuori, l’identità e l’alterità. Quella linea sottile lungo la quale cercare di riannodare legami spezzati. “Un cammino di ricerca – prosegue Ventura – che si può riconoscere e bene-dire senza necessariamente approvarne tutti i tornanti e tutti i traguardi”.

Ma perché il suo nome è ancora noto come ‘il caso Küng’?

Non è per niente facile condensare in poche righe il succo di un dibattito teologico durato una vita intera. A titolo di esempio, scrive ancora Valenti, la sola editrice Herder Verlag: “lo ha onorato con la pubblicazione di 24 volumi della sua produzione teologica: un tributo riservato a pochissimi testimoni chiave del ‘900”.
Già la sua tesi di dottorato (1957) gli valse una prima attenzione del Sant’Uffizio (poi Congregazione per la dottrina della fede): scheda protocollata col numero 399/57/i. Con quella dissertazione Küng sosteneva, con Karl Barth, che la dottrina della giustificazione in campo riformato non era da ritenere in contrasto con quella cattolica, “non c’è separazione nella fede”, scrive Rosino Gibellini (La teologia del XX secolo, 1992).

Di fatto, 42 anni dopo, nel 1999 fu firmata ad Augusta la Dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla dottrina della giustificazione, lo storico documento siglato dal capo del dicastero vaticano per l’Unità dei cristiani, cardinal Kasper, e dal segretario della Federazione luterana mondiale, pastore Noko, fortemente voluto da papa Giovanni Paolo II con il consenso del card. Ratzinger. Dichiarazione confermata a inizio 2021, con l’aggiunta di metodisti, anglicani e riformati.
Per farsi un’idea dell’importanza teologica del tema, basti pensare che ha impegnato per due millenni intelligenza e genio di personaggi del calibro di San Paolo (Lettera ai Romani), Sant’Agostino, San Tommaso, Lutero, fino al grande teologo protestante Karl Barth.

A costo di rischiare la banalità, si può dire che giustificazione è l’azione con cui Dio rimette i peccati, riammettendo gli uomini in uno stato d’innocenza causata da Dio. Azione confermata e rinnovata da Cristo, per il quale essere giustificati significa diventare partecipi della sua morte e risurrezione, nell’itinerario sacramentale del battesimo. Due aspetti caratterizzano, dunque, la giustificazione: quello negativo della remissione dei peccati e positivo della creazione dell’uomo nuovo.
Per lungo tempo si è disquisito, specie sulla scorta di Lutero, se la giustizia di Dio, per la quale si diventa giusti per grazia, sia una giustificazione dell’uomo pienamente nuovo, oppure se sia un’azione di carattere forense che ripulisce dai peccati ma permanendo la condizione di peccatori.

Il punto di Barth (protestante) e di Küng (cattolico), è di considerare le due posizioni dottrinali –  riformata che pone l’accento sulla condizione umana di peccator e cattolica dell’intima trasformazione dell’uomo iustusnon come inconciliabilmente distanti, ma due approcci teologici – dal basso e dall’alto – in un certo senso riconciliati dall’azione unificante della grazia come pieno ed esclusivo dono, fonte divina che trasforma.

Gli anni ’60 vedono Hans Küng partecipare al Concilio Vaticano II (1962-1965) in veste di perito, cioè esperto, conciliare. Dell’assise convocata da papa Giovanni XXIII – ricorda Ballarò – ”confesserà la sua parziale delusione per i risultati ottenuti”, resistendo anche all’invito di far parte della Commissione teologica.
Anni che coincidono con un’intensa ricerca ecclesiologica, che – scrive Gibellini – “ha il suo punto più espressivo in La Chiesa (1967) e il suo momento più polemico in Infallibile? Una domanda (1970)”. Ricerche che lo videro entrare di nuovo nel mirino vaticano sui punti caldi della collegialità e democrazia nella chiesa.

Ma è con il libro del 1970 che la temperatura si alza. Küng affronta il tema elettrico dell’infallibilità del papa (definita al concilio Vaticano I, cent’anni prima). Lo affronta con il suo stile pungente, affermando, come scrive Jensen, “che non poteva essere dedotta né dalla Bibbia né dalla Tradizione” e rincarando la dose sul fatto che “alcune decisioni del papa nella storia della Chiesa, a suo parere, erano degli evidenti errori”.
Con un’analisi sul Nuovo Testamento, Küng aveva già prospettato in La Chiesa una soluzione ecumenica dello spinoso problema del primato: se di servizio, e non di potere, non è contrario alla Scrittura. La proposta è quindi per una rinuncia del potere di Pietro per un servizio di Pietro.

Ora, sull’infallibilità, su cui torna nel 1973 con Fallibile? Un bilancio, la proposta è per una chiesa complessivamente indefettibile, che non cade in difetto. In altri termini, una chiesa che, al netto degli errori, non viene meno, ma non a motivo di proposizioni a priori infallibili. Alla stregua della Bibbia, per la quale non si può parlare di un’inerranza proposizionale.
Inevitabile fu il dibattito in ambito teologico. Ad esempio, per Yves Congar, altro gigante della teologia del Novecento, pur apprezzando l’indagine sulle fonti bibliche, l’indefettibilità era un concetto poco convincente. Figurarsi dentro le mura vaticane. La Congregazione per la dottrina della fede, infatti, aprì una procedura che arrivò a un richiamo pubblico nel 1975. Nonostante l’opera di mediazione attribuita al card. Julius Döpfner (fra i più attivi in concilio e al quale era legato personalmente), con il libro Essere cristiano (1974) la misura fu colma, con alcuni passaggi – dalla divinità di Cristo, alla nascita verginale, fino all’eucaristia – finiti sotto la lente d’ingrandimento della Santa Sede.
Il risultato fu il ritiro vaticano nel 1979 della licenza d’insegnamento nell’università di Tubinga, in cui insegnò Ratzinger, dalla quale Küng, però, ottenne in seguito una cattedra di teologia ecumenica indipendente.
In questo nuovo ruolo si dedicò al dialogo tra le religioni, passando dal dialogo interconfessionale a quello interreligioso. Suo fu il progetto Weltethos, ossia per un’etica globale, con la creazione dell’omonima Fondazione da lui presieduta.

Significativo è stato il suo rapporto con alcuni pontefici.
Con Giovanni Paolo II, scrive Francesco Strazzari (settimananews.it, 7 aprile 2021), i rapporti partirono subito in salita a causa di un articolo che Küng scrisse un anno dopo l’elezione di Wojtyla (avvenuta nel 1978), patito dal pontefice come un colpo basso e che pare all’origine del precipitare degli eventi fino al ritiro della cattedra di Tubinga. Nel 1989, infatti, disse in proposito il card. Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca: “ho seguito mese dopo mese l’evoluzione del caso Küng. Nel 1975 veniva ammonito e lo si invitava a rivedere le sue posizioni. Non capisco perché abbia ripreso quelle stesse posizioni riaffermandole, anzi, enfatizzandole, con una sfida imprudente”.
Di Benedetto XVI, suo ex collega a Tubinga, va detto che nel 2005 volle riceverlo a Castel Gandolfo. Un colloquio durato quattro ore, sintetizzato in un comunicato che, sostenne Küng, fu redatto dallo stesso pontefice.
Di riconciliazione si può parlare con il pontificato di Bergoglio. Più di tutto, forse, vale il gesto di papa Francesco durante il suo viaggio apostolico in Kenya nel 2015, quando ai rappresentanti musulmani disse: “Nessuna pace tra le religioni è possibile senza un dialogo tra le religioni”. Le stesse parole di Hans Küng nel suo programma ecumenico per un’Etica Globale: “Non vi può essere convivenza umana senza un ethos mondiale delle nazioni; non vi può essere pace tra le nazioni senza la pace tra le religioni; non vi può essere pace tra le religioni senza un dialogo tra le religioni”.

Pesca, Moria delle vongole: pronto il bando da 400mila euro per il risarcimento dei danni subiti dalle imprese ittiche.

 

Pesca. Moria delle vongole: pronto il bando da 400mila euro per il risarcimento dei danni subiti dalle imprese ittiche. L’assessore Mammi: “Un aiuto dalla Regione, per compensare parte delle perdite registrate dal settore della pesca alle vongole. E’ un impegno che avevamo preso che oggi manteniamo”.

Ok dalla Giunta regionale all’avviso pubblico con i criteri per l’erogazione dell’indennizzo una tantum. Le domande vanno presentate entro il 21 giugno esclusivamente tramite posta elettronica certificata.

Bologna – Sono in arrivo i fondi della Regione per sostenere le imprese ittiche della Costa. La Giunta regionale ha infatti approvato il bando da 400 mila euro per la concessione di un indennizzo straordinario alle imprese emiliano-romagnole della pesca per il danno economico subito a causa dall’eccezionale fenomeno di moria delle vongoleche si è verificato tra fine settembre e inizio ottobre 2020 nelle acque dell’Adriatico davanti alla costa romagnola, da Ravenna a Rimini e ai lidi di Comacchio (Fe).

Si tratta di un sostegno una tantum, coperto da uno stanziamento ad hoc nel bilancio regionale 2021, che punta a ricompensare, almeno in parte, la perdita di produzione registrata nell’autunno dello scorso anno dalle imprese dedite alla pesca delle vongole (Chamelea Gallina), nonché a quelle di allevamento delle vongole veraci (tapes spp) che operano nelle aree di demanio marittimo dei canali di Comacchio.

Le domande di aiuto, corredate dalla necessaria documentazione, dovranno essere presentate entro il 21 giugno, alla scadenza dei 40 giorni dalla pubblicazione dell’apposito avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna. L’istanza dovrà essere compilata utilizzando l’apposita modulistica allegata alla delibera e inviata esclusivamente tramite Posta elettronica certificata (Pec) al seguente indirizzo: territoriorurale@postacert.regione.emilia-romagna.it

“Con questo bando- sottolinea l’assessore regionale alla Pesca, Alessio Mammi– mettiamo a terra una misura concreta per dare un parziale ristoro a un settore composto da tante piccole imprese che hanno subito danni ingenti per lo stop imposto dal repentino e grave episodio di anossia delle acque dell’autunno scorso. Un impegno che avevo preso fin d’allora con le rappresentanze dei pescatori e che ora finalmente si va concretizzando”.

“Al tempo stesso- conclude l’assessore- continueremo a investire nella ricerca per studiare le cause del fenomeno naturale e trovare soluzioni che ci aiutino a gestire meglio il problema nel caso si dovesse ripresentare in futuro”.
Chi ha diritto all’aiuto e come sarà calcolato:

Possono chiedere l’indennizzo le imprese, singole o in forma associata, che praticano la pesca con draga idraulica lungo la costa adriatica o l’allevamento di vongole nei canali demaniali marittimi di Comacchio.

L’aiuto, sotto forma di sovvenzione diretta, sarà erogato come forma di compensazione per il danno economicosubito a seguito dell’evento eccezionale di anossia delle acque marine verificatosi nell’autunno scorso ed è commisurato alla perdita quantitativa di prodotto che ciascuna impresa ha subìto.

In particolare, per beneficiare dell’indennizzo le imprese ittiche che utilizzano il sistema di draga idraulica turbosoffiante dovranno dimostrare che i quantitativi di vongole commercializzati nel periodo 1^ ottobre-31 dicembre 2020 sono risultati inferiori di almeno il 20% rispetto al quantitativo massimo pescabile nello stesso periodo.

Le imprese di allevamento di vongole dovranno invece documentare che i quantitativi commercializzati nel periodo in esame sono stati inferiori di almeno il 20% rispetto alla media registrata nei quarti trimestri del quinquennio 2015-2019.

L’importo dell’indennizzo spettante a ciascuna impresa sarà calcolato moltiplicando l’entità del danno subito per l’importo unitario dell’aiuto; un valore, quest’ultimo, calcolato suddividendo il budget a disposizione di 400.000 euro per la misura della perdita complessiva di produzione.

L’aiuto è concesso in regime de minimis, nel limite di 30mila euro di importo complessivo erogato negli ultimi tre anni.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna, 3 maggio.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: 641 nuovi positivi, 391 i guariti. Vaccinazioni: 1 milione e 728 mila dosi somministrate.

Effettuati 11.062 tamponi. Sul totale dei positivi, il 95,4% è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi casi è di 34,1 anni. 10 decessi.

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 371.776 casi di positività, 641 in più rispetto a ieri, su un totale di 11.062 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri, pari al 5,8%, non è indicativa dell’andamento generale visto il numero di tamponi effettuati, che la domenica è inferiore rispetto agli altri giorni. Inoltre, nei festivi soprattutto quelli molecolari vengono fatti prioritariamente su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dai 65 anni in su.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 1.728.140 dosi; sul totale, 576.144 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Tutte le informazioni sulla campagna vaccinale: https://vaccinocovid.regione.emilia-romagna.it/

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 282 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 185 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 364 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 34,1 anni.

Sui 282 asintomatici, 215 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 6 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 8 con gli screening sierologici, 1 tramite i test pre-ricovero. Per 52casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 161 nuovi casi, seguita da Reggio Emilia (111) e Modena (108); poi Rimini (70), Cesena (61), Forlì (42), Ravenna(39) e Piacenza (27); quindi il Circondario Imolese(9), Parma (7), e infine Ferrara (6).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 6.487 tamponi molecolari, per un totale di 4.435.642. A questi si aggiungono anche 4.575 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 391in più rispetto a ieri e raggiungono quota 316.859.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 42.001 (+240 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 40.095 (-221), il 95,4% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 10 nuovi decessi: 1 a Parma (un uomo di 70 anni); 1 nella provincia di Reggio Emilia (una donna di 89 anni); 3 nella provincia di Modena (tre uomini, uno di 79 e due di 86 anni); 1 in provincia di Bologna (un uomo di 86 anni); 1 nella provincia di Ferrara (un uomo di 84 anni); 1 in provincia di Ravenna (una donna di 93 anni); 1 in provincia di Forlì-Cesena (una donna di 64 anni). Si segnala inoltre il decesso, diagnosticato dall’Ausl di Ferrara, di una donna di 92 anni residente nella provincia di Rovigo. Nessun decesso nelle province di Piacenza e Rimini.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.916.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 219 (+2 rispetto a ieri), 1.687 quelli negli altri reparti Covid (+17).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 9 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 17 a Parma (+1), 29 a Reggio Emilia (invariato), 34 a Modena (+1), 56 a Bologna (-1), 11 a Imola (invariato), 23 a Ferrara (invariato), 13 a Ravenna (+1), 6 a Forlì (invariato), 6 a Cesena (invariato) e 15 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 23.067 a Piacenza (+27 rispetto a ieri, di cui 12 sintomatici), 26.426 a Parma(+7, di cui 3 sintomatici), 45.144 a Reggio Emilia (+111, di cui 48 sintomatici), 63.360 a Modena (+108, di cui 80 sintomatici), 79.413 a Bologna (+161, di cui 81 sintomatici), 12.333 casi a Imola (+9, di cui 4 sintomatici), 22.662 a Ferrara (+6, di cui nessun sintomatico), 29.421 a Ravenna (+39, di cui 24 sintomatici), 16.138 a Forlì (+42, di cui 30 sintomatici), 18.739 a Cesena (+61, di cui 45 sintomatici) e 35.073 a Rimini (+70, di cui 32 sintomatici).

Rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi, sono stati eliminati 2 casi, positivi a test antigenico ma non confermati dal tampone molecolare.

Impianti di risalita: Seggiovia del Corno alle Scale, l’assessore Corsini incontra il Comitato ‘Un altro Appennino è possibile’.

 

Impianti di risalita. Seggiovia del Corno alle Scale, l’assessore Corsini incontra il Comitato ‘Un altro Appennino è possibile’: “Rendere più moderni e sicuri gli impianti di Polla-Lago Scaffaiolo è necessario per lo sviluppo del turismo sostenibile della nostra Regione. Lavoriamo per vivere la montagna tutto l’anno”-

Video incontro promosso dall’assessore regionale alle Infrastrutture e Turismo, presente il sindaco di Lizzano in Belvedere (Bo), Polmonari. La nuova seggiovia prenderà il posto degli impianti ‘Direttissima’ e ‘Cupolino’ che verranno eliminati. Il progetto ha superato il primo livello di valutazione ambientale prevista dallo screening.

Bologna – “La seggiovia del Corno alla Scale è un’opera necessaria per rendere la struttura più moderna e sicura. Ed è un impianto compatibile con tutte le esigenze di tutela ambientale previste dall’accordo di programma siglato con il Ministero, la Regione Emilia-Romagna e la Toscana. E, come per i cammini e il nuovo tratto della Ciclovia del Sole, sarà un progetto strategico per lo sviluppo del turismo sostenibile della nostra Regione. La nuova seggiovia al Corno alle Scale offrirà infatti un importante impulso non solo al turismo invernale, ma sarà funzionale alle attività oudoor praticabili tutto l’anno sul nostro Appennino”.

Sono le parole con cui l’assessore regionale con delega alle Infrastrutture e Turismo, Andrea Corsini, ha concluso l’incontro di questa mattina con il sindaco di Lizzano in Belvedere,  Sergio Polmonari e alcuni rappresentanti del Comitato ‘Un altro Appennino è possibile’. Incontro convocato dalla Regione per illustrare e informare sull’iter del progetto e sul percorso approvativo per la realizzazione della nuova seggiovia quadriposto che collegherà Polla al lago Scaffaiolo, nel comune del bolognese, all’interno dell’area protetta del Parco regionale del Corno alle Scale.

“Infine- sottolinea Corsini-, vorrei ricordare anche che lo screening, ossia il primo livello di valutazione previsto per questo genere di interventi, ha dato esito positivo in termini di impatto ambientale. Inoltre, gli aspetti che riguardano la tutela dell’area e le mitigazioni che sono necessarie per realizzare l’opera sono stati analizzati in modo corretto e questo si può ricavare dai contributi tecnici favorevoli espressi dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna e le Provincie di Modena, Reggio Emilia, Ferrara e dall’Ente Parco Emilia Centrale”.

L’iter del progetto:

L’intervento nasce sulla base di un accordo di programma, sottoscritto nel novembre 2017 tra l’ufficio dello Sport del Consiglio dei ministri, le Regioni Toscana ed Emilia-Romagna, per il sostegno e la promozione congiunta degli impianti sciistici della montagna emiliano-toscana. L’investimento per costruire le condizioni infrastrutturali per lo sviluppo di un comprensorio sciistico sportivo e legato anche al turismo outdoor in genere, vale 20 milioni di euro complessivi di finanziamento, di cui 10 milioni per la Regione Emilia-Romagna e altri 10 milioni per la Toscana. La metà dei fondi, quindi 5 milioni di euro, sono rivolti alla realizzazione dell’impianto del Corno alle Scale. Il piano preliminare del progetto è stato approvato dalla Giunta regionale nel novembre 2018, ma a causa di alcuni cambiamenti che hanno interessato i vertici governativi in questi anni, l’esecutività degli interventi ha subito alcuni rallentamenti. Nell’aprile 2019 Ervet (Emilia-Romagna valorizzazione economica territorio), società in house della Regione, su sollecitazione dell’allora primo cittadino di Lizzano in Belvedere, ha individuato un soggetto esterno per la realizzazione del masterplan del progetto (strumento volontario che sviluppa ipotesi di soluzioni ma senza finalità vincolanti). L’attuale amministrazione comunale in sinergia con la Regione, sulla base delle indicazioni contenute all’interno del documento, ha apportato alcune modifiche al progetto originale. La scelta progettuale definitiva prevede la realizzazione di una nuova seggiovia quadriposto che collega Polla al Lago Scaffaiolo e che si inserirà lungo il corridoio individuato tra i ‘vecchi’ impianti ‘Direttissima’ e ‘Cupolino’, i quali verranno entrambi rimossi.

 

Difesa della costa: Spiagge pronte per la stagione balneare.

 

Difesa della costa. Spiagge pronte per la stagione balneare. In via di conclusione i lavori nei litorali tra Cervia e Ravenna finanziati dalla Regione con 350mila euro.

Interventi di ripascimento a Milano Marittima nord, Marina Romea e Lido Adriano. Priolo: “Pronti all’appuntamento con la stagione balneare in vista della ripartenza dopo il Covid. Cura dei litorali leva importante di mitigazione e adattamento delle conseguenze del cambiamento climatico, che accrescono i rischi di ingressione ed erosione costiera”.

Bologna – Circa 29mila metri cubi di sabbia destinati a rimpinguare le spiagge della costa cervese e ravennate, di cui 19mila metri cubi in vista dell’arrivo dell’estate. È in dirittura di arrivo l’intervento di ripascimento dei litorali in erosione nei comuni di Ravenna e Cervia.
I lavori, a cura del Servizio di Ravenna dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, vedono un investimento della Regione Emilia-Romagna per opere di manutenzione ordinaria pari a 350mila euro.
A Milano Marittima nord (Cervia) e Marina Romea (Ravenna) le opere sono state ultimate, mentre sono in fase conclusiva a Lido Adriano sud (Ravenna). Sono stati impiegati i materiali sabbiosi prelevati dalle aree di accumulo sottomarine e posizionati nei tratti maggiormente esposti all’erosione, integrati con modesti quantitativi di sabbia di cava, quando le disponibilità in loco si sono rivelate più limitate.

“La cura dei litorali è di primaria importanza dal punto di vista ambientale e della sicurezza idraulica del territorio- afferma l’assessore regionale alla sicurezza territoriale e alla protezione civile, Irene Priolo-e costituisce una leva importante di mitigazione e adattamento delle conseguenze del cambiamento climatico, che accrescono i rischi di ingressione ed erosione costiera. Al tempo stesso, la Regione è impegnata in una serie di cantieri di manutenzione dei litorali che hanno l’obiettivo di arrivare pronti all’appuntamento con la stagione balneare perché l’economia del mare, fatta anche di turismo, è una leva di crescita su cui puntare in vista della ripartenza dopo il Covid”.

Tutte le informazioni sui lavori in corso in Emilia-Romagna per la sicurezza del territorio sul sito: https://www.regione.emilia-romagna.it/territoriosicuro.

Comune di Copparo: La bandiera della croce rossa sventola sulla casa comunale.

 

Comunicato stampa Comune di Copparo.

Issata la bandiera della croce rossa in occasione della settimana che celebra il lavoro di soccorso di milioni di volontari nel mondo.

Nella mattinata di lunedì 3 maggio la presidente della sezione copparese della Croce Rossa, Elisa Zaghi, ha consegnato al sindaco, Fabrizio Pagnoni, la bandiera dell’associazione, che è stata esposta sul fronte della sede municipale in occasione della Settimana della CRI, che culminerà, l’8 maggio, nella Giornata Mondiale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.

Il primo cittadino ha annunciato che sabato la Fontana monumentale sarà illuminata di rosso «per ringraziare i volontari per l’appassionato e generoso impegno profuso ogni giorno sul territorio, in particolare in questo periodo di emergenza sanitaria e per la loro costante e instancabile presenza». Fra i diversi servizi, la Croce Rossa di Copparo si occupa anche della distribuzione dei generi di prima necessità alle famiglie in situazioni di fragilità.

PROTOCOLLO OPERATIVO PER LE OCCUPAZIONI SUOLO PUBBLICO:

I pubblici esercizi saranno esentati dal pagamento del canone patrimoniale unico fino al 31 dicembre

È pubblicato il Protocollo operativo di gestione straordinaria delle occupazioni suolo pubblico in regime di emergenza Covid-19, valide nel territorio dell’Unione Terre e Fiumi e prorogato al 31 dicembre 2021.
Vi è prevista la modalità semplificata di presentazione delle domande di nuove occupazioni o ampliamento delle preesistenti, mediante compilazione di apposita modulistica disponibile sul sito dell’Unione, da inoltrare esclusivamente all’indirizzo pec
unioneterrefiumi@pec.unioneterrefiumi.fe.it.
Entro 7 giorni dalla data di presentazione dell’istanza si potrà procedere alla occupazione salvo diverse indicazioni da parte della Polizia Locale, in caso di prescrizioni.
Solo per le attività localizzate nel Comune di Copparo sono state individuate tre casistiche specifiche.
Per attività che non sono pubblico esercizio (es. negozi di abbigliamento) è disponibile, nel limite dello spazio antistante i locali, un posto auto dal lunedì al venerdì, due posti sabato e domenica comprensivo di spazio per la sosta del pubblico (es. espositori di abbigliamento). Per attività di beni/servizi di prima necessità (generi alimentari e farmaci/parafarmaci) la possibilità è estesa senza limite giornaliero, con dimensione di massimo due posti auto: è ammessa l’installazione di strutture temporanee o modifiche alle concessioni esistenti. Per pubblici esercizi e attività artigianali di alimenti e bevande, nel rispetto di quanto previsto dal Codice della Strada, le occupazioni di suolo pubblico possono essere richieste senza particolari distinzioni o limitazioni preliminari, stante la possibilità di preventiva valutazione da parte del comando di Polizia Locale.
I pubblici esercizi saranno esentati dal pagamento del canone patrimoniale unico fino al 31 dicembre 2021.

ASSEGNAZIONE IN LOCAZIONE DI UN LABORATORIO NELLA STRUTTURA EX SIPRO:

Si tratta di un modulo produttivo con affitto agevolato per la natura di incubatore di imprese.

Dopo l’assegnazione in locazione del capannone produttivo, è rimasto in disponibilità un solo modulo all’interno del complesso di proprietà comunale di via Cosmè Tura.
Si tratta di un laboratorio, strutturato come produttivo, di 39 mq di dimensione, con servizi igienici e locali tecnici comuni e pavimento flottante.
L’affitto, con durata di sei anni, rinnovabili tacitamente alla scadenza per ulteriori sei, è a canone agevolato in considerazione della natura dell’immobile di incubatore di imprese, a partire 2025 euro annui più iva di legge.
Le imprese regolarmente iscritte o in fase di iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio alla data dell’istanza possono presentare domanda attraverso pec all’indirizzo comune.copparo@cert.comune.copparo.fe. La modulistica è scaricabile dal sito internet del Comune di Copparo www.comune.copparo.fe.it.
Per info Settore Sviluppo Economico tel. 0532/864664, e-mail: gminichiello@comune.copparo.fe.it.

RILEVATORI ISTAT, C’È LA GRADUATORIA:

Il documento ha validità triennale dalla pubblicazione.

È stata approvata la graduatoria, per soli titoli, per il conferimento di incarichi di rilevatore per lo svolgimento indagini Istat, che avrà validità di tre anni dalla data di pubblicazione sull’Albo Pretorio (3 maggio 2021) e che verrà utilizzata esclusivamente per l’affidamento di incarichi di rilevatore per indagini statistiche di natura occasionale, per le cui fasi di raccolta dati, monitoraggio, elaborazione e trasmissione finale il Comune si avvale di personale esterno. La graduatoria è consultabile sul sito istituzionale alla pagina http://www.comune.copparo.fe.it/nqcontent.cfm?a_id=10771&tt=copparo2014

Helbiz arriva a Ferrara con monopattini e biciclette per una mobilità sempre più sostenibile.

 

Comunicato stampa Helbiz.

Ferrara, 3 maggio 2021 – Helbiz, la società americana leader globale nella micro-mobilità e protagonista di una recente fusione con GreenVision Acquisition Corp. e dell’acquisizione di MiMoto Smart Mobility S.r.l., leader italiano del mercato dello sharing di motorini, a partire da domani come da licenza da bando, metterà a disposizione dei cittadini di Ferrara una flotta di 200 nuovi monopattini e 200 biciclette per muoversi in città in maniera sempre più agile e rispettosa dell’ambiente.

A Ferrara, i monopattini Helbiz, dotati di targa riconoscitiva e cartellini esplicativi, e le biciclette elettriche si potranno muovere in free floating all’interno di un’area operativa di ben 25 km². Inoltre, i mezzi potranno essere parcheggiati in alcune aree di sosta individuate dal Comune di Ferrara e visibili all’interno dell’App dedicata, che permetterà di visualizzare sulla stessa mappa entrambe le tipologie di mezzi per offrire una maggiore scelta. Nel centro storico ci saranno degli stalli obbligatori per il parcheggio. Per quanto riguarda i limiti di velocità sono stati fissati a 6 km/h nelle aree pedonali, 15 km/h entro le mura e 25 km/h fuori le mura fino al limite del centro abitato.

L’arrivo a Ferrara va a rafforzare la presenza di Helbiz in Emilia Romagna, dove il servizio è già presente a Cesena, Ravenna, Parma, Modena, per un totale di 1.450 mezzi su strada autorizzati.

Inoltre, gli utenti dell’app Moovit a Ferrara, app numero uno al mondo per i mezzi pubblici e la mobilità urbana, durante la pianificazione del percorso potranno visualizzare e selezionare i tragitti suggeriti con i monopattini e le biciclette di Helbiz. Un’integrazione completa tra viaggi con il trasporto pubblico e mezzi di micro mobilità utili a colmare quelle brevi distanze tra la propria destinazione e la fermata dell’autobus che spesso scoraggiano le persone a utilizzare il mezzo pubblico.

L’apertura di questo nuovo polo con un doppio servizio sia di monopattini sia di bici, dimostra il continuo impegno di Helbiz per rendere gli spostamenti dei cittadini maggiormente sostenibili e a supporto del servizio pubblico, quindi un valido alleato delle municipalità per rendere sempre più belle le nostre città.

Per noleggiare un monopattino, sarà sufficiente avviare l’applicazione mobile gratuita Helbiz, scaricabile su smartphone Android e iOS, localizzare il mezzo più vicino all’interno della mappa georeferenziata e sbloccarlo mediante la scansione di un codice QR situato sul manubrio. In aggiunta è possibile pagare le corse anche in contanti attraverso la modalità ricarica in contanti, che permette di generare codice a barre da mostrare in tutti i punti convenzionati.

Le tariffe per usufruire del servizio di monopattini prevedono un costo iniziale di 1 euro per lo sblocco iniziale e 0,20 euro per ogni minuto di utilizzo. Alle tariffe standard si aggiunge la possibilità di usufruire di una vantaggiosa tariffa flat – Helbiz UNLIMITED al costo di 29,99 euro al mese – che permette di effettuare un numero di corse giornaliere illimitato della durata di 30 minuti (a distanza di almeno 20 minuti l’una dall’altra) e l’accesso al servizio anche da Telepass Pay con 30 minuti di corse gratuite. Per quanto riguarda le biciclette elettriche, invece, saranno disponibili a 0,20 euro per lo sblocco iniziale e 0,10 euro al minuto.

“Ferrara compie il primo passo verso la mobilità del futuro, che necessariamente deve strizzare l’occhio all’ambiente” afferma Nicola Lodi, Vicesindaco di Ferrara con delega alla Mobilità. “Per noi, che vantiamo già di essere la città delle biciclette e per questo particolarmente sensibili alle tematiche riguardanti la mobilità sostenibile, il lancio del servizio di Helbiz rappresenta il primo vero banco di prova per quanto concerne la viabilità del domani. Molti giovani decidono di puntare sui nuovi mezzi elettrici e, considerati anche i numeri della nostra Università, sono sicuro che la città saprà cogliere al meglio questa grande opportunità. Puntare sulla mobilità alternativa è da sempre uno degli obiettivi più stimolanti per il nostro Comune, che su questo versante grazie alla collaborazione con Helbiz compie una decisa accelerata dando un’ulteriore possibilità a tanti cittadini di potersi muovere senza utilizzare la propria auto”.

“Più persone scelgono di abbandonare l’auto privata in favore dei mezzi pubblici e dei mezzi di mobilità alternativa meno impattanti, più le nostre città risulteranno vivibili” commenta Samuel Sed Piazza, responsabile italiano dell’app Moovit. “Per questo motivo siamo orgogliosi di offrire anche a Ferrara un’integrazione completa tra trasporto pubblico e mezzi Helbiz andando a semplificare la vita quotidiana di tanti pendolari e studenti che si muovono nell’area”

Comacchio: Violenza di genere e rinascita della speranza dal 4 al 14 maggio 2021 mostra fotografica a Palazzo Bellini.

Comunicato stampa Comune di Comacchio.

Save the women, Save the world, Violenza di genere e rinascita della speranza: dal 4 al 14 maggio 2021 mostra fotografica a Palazzo Bellini.

Le porte della Galleria d’Arte di Palazzo Bellini (Comacchio, via Agatopisto, 5) si riaprono per la a mostra fotografica Save the women, save the world.

Si tratta di un progetto fotografico, sostenuto dal Comune di Comacchio – Assessorato Pari Opportunità e dalla Regione Emilia Romagna. sul tema della violenza di genere in Nepal a cura di Giacomo d’Orlando, fotografo documentarista, in collaborazione con Apeiron ODV, associazione non profit di Cesena che lavora in Nepal dal 1996 a favore delle donne, per far sì che uomini e donne possano godere di pari opportunità e diritti.

La mostra si svolgerà da 4 al 14 maggio, a Palazzo Bellini: orario di apertura
lunedì, mercoledì e venerdì al mattino dalle ore 9 alle 12,30, martedì e giovedì anche nel pomeriggio dalle ore 15 alle18.

Per vivere un’esperienza ancora più completa, è possibile prenotarsi ad una visita guidata (che si svolgeranno tutti i giorni di apertura), è sufficiente inviare una mail a info@apeironitalia.it

Per saperne di più
apeironitalia.it
info@apeironitalia.it
Facebook, Instagram, Twitter e YouTube:
Apeiron ODV

Tutela del Frattino a Lido di Volano:

C’è anche un’ordinanza per tutelare il limicolo Frattino nella zona più a nord del territorio comunale. Con l’atto n. 118 del 28 aprile scorso il Comune di Comacchio, per garantire la massima salvaguardia ambientale e la biodiversità del tratto costiero posto a nord dell’ultimo stabilimento balneare “Cormorano” a Lido di Volano, ha vietato l’accesso di persone e mezzi nel tratto in questione interessato dalla nidificazione della specie ornitica, prevedendo l’accesso ai mezzi di servizio di Polizia Municipale, delle amministrazioni pubbliche e degli autorizzati per studio o servizio. Un’apposita segnaletica informerà delle disposizioni previste.

Sport e territorio: Emilia-Romagna protagonista del 104^ Giro d’Italia al via sabato prossimo.

 

Sport e territorio. Emilia-Romagna protagonista del 104^ Giro d’Italia al via sabato prossimo: quattro tappe dalla montagna al mare, tra cultura e turismo nel segno di Dante 700. Il presidente Bonaccini: “Pronti ad accogliere una manifestazione straordinaria seguita in tutto il mondo. Un altro segnale della nostra voglia di ripartire”.

Presentate le tappe emiliano-romagnole in video-conferenza con il direttore del Giro, Mauro Vegni, e Davide Cassani. L’omaggio ad Alfredo Martini nel centenario dalla nascita e a Gino Bartali. Si parte l’11 maggio con la Piacenza-Sestola, il 12 con la Modena-Cattolica e poi il 20 con la Siena-Bagno di Romagna (Tappa Bartali) e il 21 con la Ravenna-Verona. Il Giro dall’ 8 al 30 maggio, in 21 tappe che attraversano il territorio nazionale. Nei 160 anni dell’Unità d’Italia, la Partenza a Torino l’arrivo a Milano

Bologna – Da Piacenza a Rimini, dall’Appennino al mare. Percorrerà tutta l’Emilia-Romagna la 104^ edizione del Giro d’Italia che quest’anno, in occasione del 160^ anniversario dell’Unità d’Italia, prenderà il via da Torino sabato 8 maggio.

Torna quindi in Emilia-Romagna la carovana rosa, la gara di ciclismo più amata dagli italiani e seguita in tutto il mondo, con quattro tappe che toccheranno tutte le città capoluogo e le province della regione.

Un viaggio a 360 gradi per una manifestazione che, quest’anno in particolare, intreccia sport, cultura, storia e turismo.

La prima tappa emiliano-romagnola, la quarta del Giro, sarà la Piacenza-Sestola. Partenza martedì 11 maggio dal capoluogo emiliano e primo suggestivo arrivo in montagna dopo aver attraversato il parmense, il reggiano e il modenese.  Il giorno dopo, mercoledì 12 maggio, si prosegue con la Modena-Cattolica, dove protagonisti diventeranno i velocisti che sfileranno a Bologna, Imola, Faenza, Forlì, Cesena, Rimini e Riccione.

E ancora, giovedì 20 maggio, si torna in Emilia-Romagna con la Siena-Bagno di Romagna nel ricordo dell’indimenticato Alfredo Martini, nei 100 anni della nascita, e con la prestigiosa ‘Tappa Bartali’, omaggio a un altro mito della storia del ciclismo italiano e mondiale. Infine, venerdì 21 maggio, la Ravenna-Verona, con partenza dalla città dei mosaici, quest’anno al centro delle manifestazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, e poi via verso il ferrarese e la città Estense per poi lasciare l’Emilia-Romagna verso il Veneto.

Le quattro tappe sono state presentate oggi nel corso di una video-conferenza stampa dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, insieme al direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni, e al ct della Nazionale italiana di ciclismo e presidente di Apt Servizi Emilia-Romagna, Davide Cassani. Presente il capo segreteria politica della Presidenza della Giunta regionale, Giammaria Manghi.

“L’Emilia-Romagna è la terra delle due ruote, con oltre 8mila chilometri di piste e percorsi ciclabili naturali e cittadini, ed è la terra d’origine di grandi campioni. Quello col Giro d’Italia è quindi per noi un appuntamento irrinunciabile- afferma Bonaccini– ed è motivo di orgoglio e speranza ospitarlo anche quest’anno con quattro tappe che porteranno la carovana rosa in tutte le nostre città e i nostri splendidi territori. Orgoglio perché ancora una volta l’Emilia-Romagna si conferma terra di sport e grandi eventi grazie alla capacità ricettiva e alla rodata macchina organizzativa che sostiene sempre con professionalità e grande spirito di collaborazione tutte le manifestazioni. E di speranza perché mentre continuiamo a gestire l’emergenza sanitaria, grazie anche alla campagna vaccinale, che ci vede fra le regioni che vaccinano di più, accelerazione che riguarda tutto il Paese, iniziamo a guardare con maggiore fiducia i prossimi mesi, anche se dobbiamo continuare a rispettare tutte le misure di sicurezza, per continuare a fare passi avanti e non dover tornare indietro”.

“Il Giro d’Italia qui è di casa- prosegue il presidente-, siamo certi che le tappe sul nostro territorio saranno una festa e un grande spettacolo agonistico, così come saranno sicure dal punto di vista della prevenzione sanitaria. Puntiamo ancora una volta e con forza sullo sport per valorizzare il territorio, come volano di crescita e di sviluppo non solo dal punto di vista turistico ed economico ma anche per promuovere l’interesse per la pratica sportiva a tutti i livelli. Senza contare che quest’anno coincide con un appuntamento straordinario come Dante 700 e due ricorrenze sportive di grande valore come il ricordo di Alfredo Martini e Gino Bartali”.

“Il Giro è uno dei tantissimi eventi previsti al momento in Emilia-Romagna nel nostro calendario di eventi sportivi 2021-chiude Bonaccini– che vogliamo arricchire: appuntamenti nazionali e internazionali in tutte le discipline. E anche questo è un segnale che vogliamo dare nel segno della ripartenza, che saremo pronti a cogliere a pieno”.

“La Regione Emilia-Romagna è da sempre legata a doppio filo con il Giro d’Italia- afferma Mauro Vegni-. Una terra di ciclismo, di grandi appassionati e che ha dato ai natali a grandi campioni non poteva mancare anche quest’anno nel percorso della Corsa Rosa. Sestola, primo arrivo in salita del Giro, Piacenza, Modena, Cattolica, Bagno di Romagna e Ravenna – insieme a tutto il territorio emiliano-romagnolo che attraverseremo – faranno da cornice a tappe che mi aspetto spettacolari e ricche di fascino, non solo sportivo, ma anche culturale, storico e paesaggistico”.

“E’ sempre un onore per la nostra regione ospitare il Giro d’Italia, uno degli eventi sportivi più importanti del nostro Paese- commenta Davide Cassani-. Una manifestazione straordinaria che quest’anno percorrerà il nostro territorio in lungo e in largo con una cavalcata sulla via Emilia e tappe impegnative come quella prestigiosa a Bagno di Romagna nel segno di Martini e Bartali. Un vero e proprio abbraccio dell’Emilia-Romagna al Giro”.

 

Il Giro d’Italia in Emilia-Romagna tra cultura, storia e turismo:

A Ravenna, in particolare, i temi sportivi si incrociano e valorizzano quelli culturali promossi dal territorio, con il grande omaggio a Dante Alighieri nei settecento anni dalla morte, uno dei temi centrali del Giro di quest’anno.

Un passaggio che è sottolineato in regione da numerose iniziative, fra cui due grandi mostre: la prima a Ravenna, città dove il sommo poeta è sepolto (“Le Arti al tempo dell’esilio” nella Chiesa di San Romualdo), e la seconda nella vicina Forlì, dove fu ospite della famiglia Ordelaffi (“Dante. La visione dell’arte” nei Musei San Domenico), arricchite da una serie di eventi collaterali.

Ma non solo la cultura accompagna le tappe emiliano-romagnole. L’approdo della 12^ tappa a Bagno di Romagna sarà l’occasione per ricordare Alfredo Martini, “padre-partigiano del ciclismo italiano” nei 100 anni della nascita. Ma anche un indelebile protagonista di questa gara storica, Gino Bartali, a cui la tappa è dedicata.

 

Le tappe in regione:

L’Emilia-Romagna entrerà in corsa da martedì 11 maggio, con la quarta tappa, Piacenza-Sestola, di 186 Km, dove i ciclisti dovranno affrontare un dislivello di 1.800 metri (difficoltà 3) per raggiungere il primo arrivo in salita, momento delicato per gli atleti in gara.

Mercoledì 12 maggio si svolgerà la quinta tappa del giro: Modena-Cattolica, di 171 Km, con 300 metri di dislivello (un percorso che metterà alla prova i velocisti).

Giovedì 20 maggio i ciclisti affronteranno la dodicesima tappaSiena-Bagno di Romagna, la famosa “Tappa Bartali”, 209 km di percorso con 3 Gran premi della montagna e 3.700 metri di dislivello (difficoltà livello 3).

Venerdì 21 maggio, la tredicesima tappa partirà da Ravenna per arrivare a Verona dopo 197 km di percorso, in gran parte in pianura, senza grandi difficoltà (livello 1), almeno sulla carta.

 

Polizia Locale: attività di tutela del decoro urbano.

 

Comunicato stampa Comune di Comacchio.

Prosegue il contrasto all’abbandono dei rifiuti della Polizia Locale.

Nel mese di marzo e aprile sono state accertate violazioni a carico di una decina di persone che hanno abbandonato rifiuti in varie località del territorio. Tra le violazioni accertate, la Polizia Locale – Ufficio Ambiente, è riuscita ad identificare il soggetto che ha scaricato a Lido nazioni in prossimità del Capanno Garibaldi, mobili, materassi, poltrone, vestiti ed alti suppellettili.

Mentre in corrispondenza dell’area dell’ex Zuccherificio, sono state sorprese due persone ad abbandonare rifiuti di varia natura.

Grazie agli accertamenti svolti, complessivamente sono state accertate violazioni amministrative per un importo di circa 9.000 euro a carico degli autori degli abbandoni.

Il caso Ilva al centro dell’evento di lancio della nuova laurea in Scienze Giuridiche della Sicurezza e della Prevenzione.

Comunicato stampa Università degli studi di Ferrara.

Il caso Ilva al centro dell’evento di lancio della nuova laurea in Scienze Giuridiche della Sicurezza e della Prevenzione. Tra diritto ambientale, del lavoro, procedura penale e responsabilità delle imprese.

Giovedì 6 maggio in diretta streaming.

L’Ilva di Taranto è al centro dell’evento di lancio della nuova laurea in Scienze Giuridiche della Sicurezza e della Prevenzione, che prenderà il via presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara a partire dall’anno accademico 2021-2022.

Nel corso dell’iniziativa “Dialoghi sul caso Ilva”, che si terrà in streaming giovedì 6 maggio a partire dalle ore 10docenti ed esperti di settori che vanno dal diritto ambientale, al diritto del lavoro, dal diritto penale e processuale penale, al diritto dell’organizzazione e alla responsabilità civile dell’impresa, affronteranno il caso Ilva da ogni angolatura, con particolare attenzione al dibattimento in corso presso la Corte d’assise di Taranto e alle conseguenze che potrà avere per altri casi analoghi e per la loro possibile prevenzione.

Il caso Ilva, infatti, mette in evidenza la difficoltà del bilanciamento tra beni in conflitto: da un lato, l’iniziativa economica e il diritto al lavoro (peraltro, nell’ambito di stabilimenti di rilevante interesse nazionale, che godono di uno speciale status giuridico); dall’altro, la salute e l’ambiente. Un conflitto che fa riflettere su una pluralità di questioni sociali e giuridiche che sorgono quando stabilimenti industriali, situati in contesti abitativi, espongono la popolazione a sostanze tossiche. Diventa significativo, allora, non solo il tema della salute dei lavoratori ma anche dei cittadini e, in senso ampio, la salubrità dell’ambiente esterno.

Obiettivo dell’evento è applicare l’approccio multidisciplinare del corso di laurea innovativo in “Prevenzione e Sicurezza” per confrontarsi con il caso Ilva in tutta la sua complessità: affrontando sia l’attuale procedimento penale per associazione a delinquere finalizzata a  commettere un disastro sanitario e ambientale, ma anche la problematica valorizzazione delle indagini epidemiologiche nel documentare l’aumento delle patologie oncologiche tra gli abitanti, fino alle questioni sollevate dagli strumenti nuovi e straordinari di tutela economica della continuità produttiva, a partire dai più volte riproposti provvedimenti governativi noti come “Salva Ilva”.

Il nuovo corso di laurea in Scienze Giuridiche della Sicurezza e della Prevenzione, infatti, nasce proprio dalla necessità di affrontare fenomeni sempre più complessi e interconessi, per i quali molto spesso non esistono strumenti di analisi o titoli di studio adeguati. Il Dipartimento di Giurisprudenza di Ferrara, che già può vantare il riconoscimento del Ministero come “Dipartimento di Eccellenza” (al primo posto in Italia per la qualità della ricerca e ai vertici per la didattica innovativa) darà, invece, alle proprie studentesse e ai propri studenti la possibilità di specializzarsi in indirizzi unici nel panorama accademico e formativo italiano: Scienze giuridiche per la polizia, le indagini e i servizi alla giustizia; Sicurezza sul lavoro, ambientale e dei prodotti; Prevenzione e gestione dei rischi d’impresa.

Una laurea concepita su misura per il mondo del lavoro, che in soli tre anni fornirà a laureate/i il titolo e gli strumenti per fare carriera e ricoprire il ruolo a cui aspirano, ma che nell’attuale contesto, messo alla prova da sfide ed emergenze inedite, assume un valore particolare, nonché strategico per formare la classe dirigente dell’immediato futuro.

 

Il comune di Ravenna condanna a morte una famiglia di nutrie mascotte di bambini e adulti: Risponde l’Oipa.

Comunicato stampa OIPA.

L’OIPA: «L’ALTERNATIVA PER SALVARLA C’È» E LANCIA UNA PETIZIONE PER CHIEDERNE LA “GRAZIA”.

Il controllo della fertilità è un metodo già utilizzato in contesti circoscritti come oasi e parchi, applicata con successo nel 2018 anche nella Città Metropolitana di Torino.

È una piccola famiglia di nutrie amata dai numerosi frequentatori del parco pubblico di Ravenna e da tanti bambini, eppure l’Amministrazione comunale ha deciso: “I pochi esemplari presenti al Parco Teodoricovanno contenuti con i metodi previsti dal Piano di controllo regionale”: dunque vanno uccisi. Per questo l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa)lancia una petizione nazionale in cui chiede la salvezza degli animali.

Il Comune di Ravenna ignora sia il parere contrario di tanti cittadini che, affezionati alle “mascotte” del parco, come chiamano la famigliola di castorini formata da due genitori e sette cuccioli, si propongono per farle sterilizzare a proprie spese, sia quello delle associazioni animaliste tra cui Oipa, Animal Liberation, Clama Ravenna, Cruelty Free, Italia Nostra, Lav Bologna e Lega del cane.

L’Oipa chiede quale esempio il Comune guidato da Michele de Pascale intenda trasmettere ai cittadini, in particolare alle giovani generazioni, quando, di fronte alla possibilità di intervenire con metodi ecologici e non cruenti come la sterilizzazione, preferisce invece seguire la strada della violenza e della crudeltà, poiché, a suo dire, la “sterilizzazione non è soluzione efficace”.

«Ricordiamo che il controllo della fertilità è un metodo già utilizzato in contesti circoscritti come oasi e parchi, applicata con successo nel 2018 anche nella Città Metropolitana di Torino graziea un progetto avviato in collaborazione con il Centro animali non convenzionali (Canc) della facoltà di Medicina veterinaria dell’Università di Torino e di cui l’Oipa è stata parte attiva», dichiara Giovanna Augello, delegata dell’Oipa di Ravenna. «La sterilizzazione, inoltre, è un metodo previsto anche dal Piano di gestione della nutria (Myocastor coypus) redatto dal Ministero dell’Ambiente e dall’Ispra che, nella parte dedicata al controllo della riproduzione, non esclude che interventi condotti mediante cattura, sterilizzazione chirurgica e successiva liberazione, possano essere utilizzati su nuclei numericamente contenuti ed ecologicamente isolati, proprio come quello presente nel Parco Teodorico».

L’Oipa sottolinea inoltre che studi scientifici hanno dimostrato l’inefficacia dei piani di abbattimento, che portano proprio al risultato opposto, cioè all’aumento esponenziale delle capacità riproduttive della nutria. Durante le campagne di eradicazione, le femmine gravide tendono a nascondersi, esponendo all’abbattimento i maschi adulti e favorendo quindi la preservazione dei giovani che feconderanno nuovamente le femmine. Non solo. Anche se si riuscisse a sterminare un’intera famiglia, la nicchia lasciata libera verrebbe ricolonizzata da altri individui.

Come attestano inoltre gli stessi veterinari che hanno condotto l’esperimento di contenimento della fertilità a Torino, il vantaggio della sterilizzazione sta anche nel fatto che si rende l’animale improduttivo, ma senza alterarne gli equilibri ormonali che gestiscono l’identità e l’operatività gerarchica all’interno di un gruppo. Dunque l’animale non procrea più e il territorio non viene abbandonato e quindi ricolonizzato da esemplari più forti.

Per la salvezza della famiglia di nutrie di Ravenna l’Oipa invita a partecipare alla petizione che chiede al Comune una scelta più lungimirante e rispettosa nei confronti  di una specie animale considerata a torto nociva e pericolosa e che si è riprodotta nel nostro Paese solo a causa dell’uomo, che l’ha introdotta per la produzione di pellicce.

Leggi, firma e diffondi la petizione promossa dall’Oipa

Guarda e scarica l’infografica e la foto

Per approfondire:

https://www.oipa.org/italia/focus-nutrie/

https://www.oipa.org/italia/nutria/

Vertuani (Confagricoltura): L’agricoltura non può più fare a meno delle biotecnologie.

 

Comunicato stampa Confagricoltura.

“Un recente studio della Commissione europea ha riconosciuto che le biotecnologie possono dare un valido contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici, dando la possibilità alle imprese agricole di salvaguardare il potenziale produttivo con una minore pressione sulle risorse naturali”.

Lo sottolinea il Presidente di Confagricoltura Ferrara Gianluca Vertuani, evidenziando come lo studio rilevi che la vigente legislazione sugli organismi geneticamente modificati, risalente al 2001, non è adeguata per regolamentare le innovazioni tecnologiche in questione.

“In mancanza di una specifica legislazione, nel 2018 la UE equiparò le nuove tecniche di ibridazione agli organismi geneticamente modificati, bloccando di fatto la sperimentazione. Si è trattato di un imperdonabile errore – prosegue Vertuani – anche perché le nuove biotecnologie hanno l’obiettivo di velocizzare processi che avverrebbero in modo naturale, arrivando a sviluppare varietà sicure dal punto di vista di tutela ambientale, più resistenti a malattie e condizioni climatiche avverse, capaci quindi di garantire rese maggiori e conseguenti minori costi economici.

Varietà che vengono ottenute con le tecniche del genoma editing (come le CRISPR usate in medicina e chimica e che sono valse il Nobel a Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier), e la cisgenesi, che è il processo attraverso il quale vengono inseriti in una pianta geni della stessa specie (e non di specie diverse) per migliorarne la qualità e renderla più resistente alle malattie ed ai cambiamenti climatici, rappresentando una svolta fondamentale per il progresso dell’agricoltura.

Abbiamo davanti a noi una sfida fondamentale, quella di produrre con sempre minore superficie terrestre e meno risorse per una popolazione in costante e progressivo aumento. In alcuni continenti questo si è tradotto in una corsa alla terra, si è iniziato a produrre ovunque, trasformando anche le foreste in seminativi, con un conseguente e pesante impatto ambientale.

L’impegno di Confagricoltura è quello di promuovere un modello di agricoltura sostenibile, producendo di più preservando l’ambiente e le sue risorse. Per questo occorre superare i pregiudizi verso le biotecnologie, che consentono di produrre di più e meglio, grazie alla realizzazione di prodotti resistenti ai fitopatogeni; per questo motivo tutti dobbiamo farci promotori della ricerca e dello sviluppo di tecnologie, nell’interesse generale e per un’agricoltura sempre più sostenibile.

E’ ora necessario che la UE ed i governi nazionali giungano velocemente ad una chiara ed efficace regolamentazione per l’uso delle più avanzate biotecnologie in ambito europeo – conclude il Presidente di Confagricoltura Ferrara – perché l’agricoltura non può fare a meno del miglioramento genetico, che tra l’altro in natura è sempre avvenuto; a fronte del cambiamento climatico che incombe sulle nostre colture, le nuove biotecnologie sono più che mai necessarie”.

Nursing Up: Gravi ritardi nel tirocinio dei futuri infermieri.

 

Comunicato stampa Nursing Up.

Sanità, Nursing Up De Palma: «Giungono segnalazioni di importanti ritardi nelle attività di tirocinio dei futuri infermieri. Chiedono di essere vaccinati e vogliono al più presto completare il loro percorso di laurea per realizzare il sogno più grande: diventare infermieri. Parliamo di casi isolati o di scabrose realtà comuni a diversi Atenei? Per scoprire la verità, Nursing Up promuve una indagine sindacale»

3 MAG 2021 – «Ce lo diranno le nostre delegazioni sindacali, che stanno raccogliendo le denunce degli studenti per comprendere a quali livelli e con quale frequenza il fenomeno si presenta.

Tutto parte dall’Università Vanvitelli, di Grottaminarda, dove i giovani ci raccontano di essere gli unici studenti in infermieristica a non essere stati ancora vaccinati.

Circa 300 laureandi in provincia di Avellino, quindi studenti del terzo anno, i nostri futuri infermieri, non avrebbero nemmeno ricevuto la prima dose. I nostri referenti locali e le testimonianze dirette di alcuni dei protagonisti di questa triste vicenda, ci portano a conoscenza anche dei ritardi cronici in merito al tirocinio, come noto fondamentale nel nostro percorso di studi per arrivare alla laurea. Gli studenti del terzo anno denunciano di aver completato solo le ore previste per il primo anno, e parrebbe addirittura che quelli del primo e del secondo anno non avrebbero mai svolto nemmeno un’ora della pratica prevista. Una situazione gravissima che, se confermata, non sappiamo fino a che punto possa essere imputata solo all’emergenza sanitaria, e sulla quale chiediamo che sia fatta luce nel più breve tempo possibile. Nel frattempo le nostre delegazioni sindacali collazioneranno le denunce degli studenti per comprendere a quali livelli e con quale frequenza il fenomeno si presenta su tutto il territorio nazionale.

Così Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up.

«Ci arrivano testimonianze dirette, attraverso le quali veniamo a conoscenza che analoga situazione l’avrebbero vissuta, sempre nella Regione Campania, gli studenti  del Moscati di Avellino, che sarebbero stati vaccinati solo due settimane fa, dopo le loro continue rimostranze. I ragazzi di Grottaminarda lamentano apertamente la mancanza di dialogo con il management aziendale e stigmatizzano un atteggiamento di incomprensibile chiusura. Si tratta degli studenti che prima del Covid effettuavano il tirocinio presso le due realtà ospedaliere dell’Asl di Avellino, ovvero il Frangipane di Ariano Irpino e il Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi.

E’ inaccettabile, continua De Palma, quanto sta accadendo. Oltre ai ritardi sul completamento del tirocinio, che in quanto tali potrebbero pregiudicare gravemente la complessa e delicata macchina dell’apprendimento degli studenti interessati, come Sindacato non possiamo non mettere in evidenza come il desiderio di questi ragazzi, di completare il proprio percorso di studi e la voglia di essere un concreto aiuto anche in favore dell’emergenza sanitaria nel loro territorio, non fanno certamente il paio con l’impegno delle istituzioni ai vari livelli.

Questi studenti sono i nostri futuri professionisti, e con le loro rimostranze stanno dimostrando il loro elevato livello di responsabilità, nonostante non abbiano ancora completato il percorso di studi al quale partecipano. Stiamo parlando di giovani che possiedono consapevolezza ed  abnegazione, qualità tipiche di una professione delicata come quella infermieristica, parliamo di quelle giovani leve su cui il nostro SSN deve puntare nel presente e per il futuro.

Ebbene, essi chiedono di essere vaccinati il prima possibile per contribuire, sul campo e con il loro apporto, a snellire le tempistiche dell’emergenza. Ed è straordinario il fatto che questo spirito, questa consapevolezza, battano forte nel cuore e nell’animo anche di chi infermiere ancora non lo è diventato, e che vorrebbe realizzare presto la sua massima aspirazione, sempre che i fatti incomprensibili dei quali oggi scriviamo non continuino a creare ostacoli sul suo cammino.

La nostra indagine è aperta e se, come noi pensiamo, non si tratta di casi isolati, in qualità  di sindacato denunceremo all’attenzione dell’opinione pubblica, senza indugio, i relativi esiti e dettagli».