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Giorno: 11 Maggio 2021

LIBERI DENTRO
La libertà corre lungo i canali televisivi dell’Emilia Romagna

 

Irene Fioresi – Funzione Strumentale per la comunicazione – Cpia di Ferrara

Anche Ferrara nel palinsesto di Eduradio – Liberi dentro, il progetto regionale che ha lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza sul tema della detenzione e sul reinserimento delle persone detenute nel contesto sociale, obiettivo prioritario per sconfiggere il problema della recidiva, e allo stesso tempo di continuare ad essere presenti nelle carceri della regione Emilia Romagna attraverso le voci e i volti di chi promuove attività riabilitative, istruzione e vari servizi di volontariato. 

Il Cpia di Ferrara sostiene una nuova tappa della programmazione che vedrà l’emissione di una decina di programmi costruiti in collaborazione con il Teatro Nucleo e Astrolabio, il giornale del carcere, assieme ai volontari di diverse Associazioni e Cooperative che regolarmente operano nella Casa Circondariale di Ferrara.

Mercoledi’ 12 maggio sul canale 118 Lepida TV alle ore 13.30 sarà in onda la prima emissione ferrarese, sul tema l’attesa, una delle dimensioni pervasive della vita in carcere.  I video, realizzati in collaborazione con Web Radio Giardino, avranno come filo conduttore “parole – chiave” che attraverso spezzoni del lavoro teatrale svolto nei laboratori in carcere del Teatro Nucleo risuoneranno con accenti diversi dentro e fuori le mura.

Il 21 maggio 2021 il progetto di Eduradio sarà presentato e discusso a livello nazionale, con un convegno online a cui parteciperà anche il Ministro per la Giustizia Marta Cartabia.  Nato dal desiderio di continuare, nonostante l’emergenza sanitaria, il servizio culturale, educativo, di assistenza spirituale nella Casa circondariale Rocco D’Amato di Bologna, il Progetto Liberi dentro – Eduradio, è riuscito ad unire le voci impegnate nel difficile compito dell’esecuzione penale, per arrivare direttamente nelle celle e accorciare le distanze che separano il carcere dalla società.
Per raggiungere le camere detentive, sprovviste di collegamenti internet, le trasmissioni “a distanza” di informazione, cultura e didattica destinate al carcere e alla cittadinanza, hanno viaggiato, inizialmente attraverso gli apparecchi radio, acquistati dalla rete dei promotori e donate al carcere, su Radio Città Fujiko 103.1 FM, a partire dal 13 aprile dello scorso anno, in piena pandemia, per far sentire ai detenuti una presenza e un’attenzione alla loro situazione e per dare continuità alle attività sospese. In seguito la ‘famiglia Eduradio’ si è allargata agli altri volontari e operatori degli istituti di pena di Modena, Parma, Reggio Emilia, Ferrara e Faenza (Forlì), che hanno deciso di aderire all’iniziativa, che ha trovato spazio anche sul canale televisivo 636 e, da aprile 2021 è in onda quotidianamente anche su Lepida TV canale 118 alle ore 13.30.

Qui il link alla programmazione andata in onda: https://liberidentro.home.blog/podcast-liberi-dentro-regione-er/

Il gruppo di Ferrara, sostenuto dal CPIA, intende dare continuità alla propria partecipazione attraverso una trasmissione quindicinale di un contributo video su racconti dal carcere, per il carcere e sul carcere, che coinvolgeranno non soltanto i soggetti delle attività educative e rieducative, ma anche esperti ed interessati alla realtà carceraria.

 

Le rubriche a tema di Eduradio – alle 6.30 su Radio Fujiko 103.1 e alle 17.00 su Teletricolore 636
Su LEPIDA TV CANALE 118 tutti i giorni della settimana dalle 13.30 alle 14.00 (e il weekend dalle 13):

Lunedì 10 AVoC e Centro Internazionale del Libro Parlato, Voci da dentro

Martedì 11 Poggeschi, Ne vale la pena

Mercoledì 12 CPIA Ferrara con Sonni Boi; Segue Lezioni di cucina con Lost in translation

Giovedì 13 Cantieri Meticci

Venerdì 14 Ginnastica da camera; Segue: Spiritualità Islamica e cultura araba

Sabato 15 (6.00 Radio; 10.30 TV636; 13.00 Lepida): Cappellania della Dozza con Il Vangelo ti è
vicino. Segue (6.30 Radio, 11.00 TV636, 13.30 Lepida): Teatro del Pratello con
Scritture teatrali tra carcere e città. Al termine (6.45 Radio, 11.15 TV 636, Lepida
13.45) la rubrica Parliamo di Buddismo.

Domenica 16 (Ore 6.00 Radio, 10.30 TV636, 13.00 Lepida): CPIA Bologna con School on air. Segue
(Ore 6.30 su radio Fujiko, 11.00 su TV636, 13.30 Lepida) il Teatro dell’Argine

Cover: Carcere di Ferrara, esterno (foto: Cristiano Lega)

Mirabilandia in piazza a Roma per la riapertura dei parchi divertimento.

 

MIRABILANDIA IN PIAZZA A ROMA INSIEME AD ARTISTI E LAVORATORI DELLO SPETTACOLO DEI PARCHI DIVERTIMENTO.

11 maggio 2021 – “Liberate il Sorriso” è stato il motto di oggi a Roma, a piazza del Popolo, dove i protagonisti sono stati i parchi divertimento italiani che hanno partecipato alla manifestazione organizzata dall’Associazione Parchi Permanenti Italiani aderente a Confindustria. In piazza anche Mirabilandia, il parco divertimenti più grande d’Italia. A gran voce si chiede la riapertura di parchi tematici e acquatici prima dell’1° luglio.

Chiediamo di non essere discriminati. Siamo gli ultimi a ripartire nonostante abbiamo dei protocolli così rigidi che l’hanno scorso hanno garantito che in nessun parco italiano ci fosse nessun contagio né fra gli operatori né fra gli ospiti”. Così Riccardo Marcante, direttore generale di Mirabilandia ha commentato la situazione dei parchi di divertimento italiani nel corso della manifestazione odierna. “A fronte di tutto questo – ha puntualizzato – ci sono settori che ripartono molto prima di noi, parlo dei ristoranti al chiuso, dei cinema e dei teatri, delle palestre e delle fiere, e noi siamo gli ultimi a ripartire come se fossimo i peggiori degli untori. I nostri protocolli di sicurezza – ha aggiunto – sono quelli validati a livello mondiale dalla IAPA, la federazione internazionale dei parchi di divertimento, e prevedono l’utilizzo della mascherina, la sanificazione di tutte le aree, il mantenimento della distanza di sicurezza e soprattutto un contingentamento degli ingressi che ci ha fatto ridurre l’affluenza massima nel nostro Parco di circa il cinquanta per cento”.

All’evento hanno partecipato tutti i protagonisti del settore, provenienti da ogni parte d’Italia: i parchi del gruppo Costa Edutainment, Leolandia, MagicLand, Mirabilandia, Zoomarine, Gardaland e molti altri ancora.

Per info www.mirabilandia.it

Mirabilandia:

850.000 mq, 47 attrazioni, 6 aree tematiche, show, punti ristoro, negozi e photocall. Con questi numeri Mirabilandia è il più grande parco divertimenti in Italia. Dall’apertura del 1992 a oggi ha continuamente aggiornato la sua offerta con attrazioni nuove, sempre uniche e diverse, per coinvolgere famiglie con bambini, ma anche giovani e adulti spericolati. Le tecnologie all’avanguardia rendono il Parco da Guinness dei primati: iSpeed il più alto e veloce launch coaster in Italia, Katun il più lungo inverted coaster in Europa, Divertical è il più alto water coaster al mondo ed Eurowheel, con i suoi 90 metri, è la seconda ruota panoramica più alta del continente. Il 2019 è stato l’anno di Ducati World: 35.000 mq completamente trasformati per accogliere la prima area tematica al mondo ispirata a un brand motociclistico, costruita intorno a Desmo Race, l’esclusivo roller coaster interattivo a doppio binario che simula la guida di una moto Panigale V4 per far sentire tutti dei veri piloti. Nel 2014 è stata inaugurata Dinoland, la più vasta area presente in un parco divertimenti dedicata al mondo dei dinosauri. Il mondo dei cowboy è arrivato nel 2016 con la Far West Valley, completamente in stile old west e adatta a tutta la famiglia. Molto amato e seguito anche il programma degli show che propone, tra gli altri, “Hot Wheels City – La nuova sfida”, il più acclamato stunt show d’Europa, con il loop mobile più alto, 18 metri di altezza, mai eseguito in un parco divertimenti. Accanto a Mirabilandia nel 2003 è nato Mirabeach, un Parco acquatico in stile caraibico con sabbia bianchissima e una laguna cristallina che concilia relax e divertimento. Nel 2018 l’area è stata ampliata con ulteriori 20.000 mq, in cui sono ospitati 6 nuovi scivoli, una nuova area Vip e una piscina a onde di 2.000 mq.

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia Romagna 11 maggio.

 

Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 25mila tamponi, 456 nuovi positivi (1,8%). 2.945 i guariti, calano i casi attivi (-2.501), i ricoveri (-64) e le persone in isolamento domiciliare (-2.437). Vaccinazioni: verso 2 milioni di dosi somministrate.

Il 95% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 38 anni. 12 i decessi. Online anche il report settimanale sull’andamento del contagio in regione

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 376.939 casi di positività, 456 in più rispetto a ieri, su un totale di 25.380 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è dell’1,8%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dai 60 anni in su, mentre da ieri sono aperte le prenotazioni anche per i 55-59enni, con le prime vaccinazioni già effettuate, e da giovedì 13 maggio per i 50-54enni.

Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento, all’indirizzo https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.

Tutte le informazioni sulla campagna vaccinale: https://vaccinocovid.regione.emilia-romagna.it/.

Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 1.980.768 dosi; sul totale, 667.549 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 182 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 197 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 294 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 38 anni.

Sui 182 asintomatici123 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing30 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 12 con gli screening sierologicitramite i test pre-ricovero. Per 30 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 154 nuovi casi; seguono Modena (69), poi Reggio Emilia (46), Parma (36), Rimini (32), Piacenza (30). Quindi Ravenna (26), Forlì (25), Cesena (19), Ferrara (12) e, infine, il Circondario imolese (7).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Il Report settimanale sull’andamento dell’epidemia in Emilia-Romagna è disponibile al link https://bit.ly/2RGqECA.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 12.571 tamponi molecolari, per un totale di 4.548.857. A questi si aggiungono anche 12.809 tamponi rapidi.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guaritesono 2.945 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 335.032.

casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 28.876 (-2.501 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 27.396 (-2.437), il 95% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 12 nuovi decessi: 1 a Piacenza (una donna di 88 anni); 2 in provincia di Reggio Emilia (un uomo e una donna, entrambi di 94 anni); 2 a Modena (una donna di 94 anni e un uomo di 81), 4 in provincia di Bologna (tutte donne, rispettivamente di 80 e 83 anni – decedute a Imola –, poi 92 e 97 anni); 3 a Ravenna (una donna di 89 anni e 2 uomini, rispettivamente di 40 e 53 anni). Non si registrano decessi a Parma, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 13.031.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 186 (-1 rispetto a ieri), 1.294 quelli negli altri reparti Covid (-63).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 15 a Parma (+1), 23 a Reggio Emilia (-1), 26 a Modena (invariato), 52 a Bologna (invariato), 9 a Imola (+1), 16 a Ferrara (-2), 11 a Ravenna (-1), 6 a Forlì (invariato), 6 a Cesena (invariato) e 12 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 23.266 a Piacenza (+30 rispetto a ieri, di cui 22 sintomatici), 27.055 a Parma (+36, di cui 9 sintomatici), 45.811 a Reggio Emilia (+46, di cui 34 sintomatici), 64.173 a Modena (+69, di cui 42 sintomatici), 80.561 a Bologna (+154, di cui 108 sintomatici), 12.441 casi a Imola (+7, di cui 2 sintomatici), 22.871 a Ferrara (+12, di cui 4 sintomatici), 29.814 a Ravenna (+26 di cui 16 sintomatici), 16.490 a Forlì (+25, di cui 15 sintomatici), 19.018 a Cesena (+19, di cui 14 sintomatici) e 35.439 a Rimini (+32, di cui 8 sintomatici).

Rispetto a quanto comunicato nei giorni precedenti, sono stati eliminati 3 casi, di cui 2 positivi a test antigenico ma non confermati da tampone molecolare, e uno giudicato non caso Covid-19.

 

 

Agricoltura: Nuovo riparto fondi Feasr 2021-2022.

 

Agricoltura. Nuovo riparto fondi Feasr 2021-2022, gli assessori di 15 Regioni: “Nessuna contrapposizione Nord-Sud. La nostra proposta strutturata su criteri di merito oggettivi, a vantaggio dell’intera agricoltura nazionale per garantire equità e risposte agli agricoltori e alle imprese agricole di tutta Italia”.

Bene la proposta di mediazione indicata dal ministro Patuanelli, ma “bisogna fare presto perché ogni giorno che passa si traduce in un rallentamento per il nostro sistema agricolo e agroalimentare a fare gli investimenti necessari a essere più resiliente, competitivo e organizzato”. Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Provincia autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento, le 15 Regioni firmatarie.

Bologna – “In merito alla ripartizione delle risorse dello sviluppo rurale per il biennio 2021-2022, ci preme ribadire la nostra posizione e puntualizzare rispetto ad affermazioni riscontrate in questi giorni. Fa comodo far credere che ci sia una contrapposizione nord-sud. Non è così e lo dimostrano le firme in calce a questo comunicato, che appartengono a Regioni di diverse aree geografiche del Paese”.

Così le 15 Regioni – Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Provincia autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento -, spiegano le ragioni del confronto sui criteri di riparto del Feasr iniziato nove mesi fa.

“Dopo mesi di riunioni- proseguono le Regioni- nelle quali abbiamo proposto scenari e criteri differenti, con lo sforzo progressivo per ricercare soluzioni in grado di contemperare al meglio le diverse esigenze espresse dai territori, 6 Regioni del Paese (Campania, Puglia, Umbria, Calabria, Sicilia, Basilicata) hanno deciso di sottrarsi ad ogni ipotesi di mediazione chiedendo di mantenere esclusivamente le quote storiche di riparto. Spiace constatare come queste Regioni non si siano mai – nei fatti – rese disponibili nemmeno a considerare alcuna proposta tra le diverse formulate da noi e anche, da ultimo, dal ministro Stefano Patuanelli. Un atteggiamento inaccettabile che blocca il comparto agricolo del Paese in un momento storico complesso, nel quale l’agroalimentare svolge una funzione essenziale”.

“Non possiamo condividere un riparto del Feasr frutto di tempi, coefficienti e logiche non più attuali- spiegano le Regioni- e che si pone in chiaro contrasto con quanto già stabilito nel 2014 dalle Regioni italiane, nell’ambito dell’accordo relativo alle risorse 2014 – 2020, approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome il 16 gennaio 2014. In quell’occasione è stato da tutti condiviso che il criterio di riparto – risalente alla programmazione dello sviluppo rurale 2000-2006 – venisse utilizzato per l’ultima volta per il periodo 2014 – 2020 (documento D. 17/007/SR10/C10) e che, quindi, si rivedessero i parametri di riparto sulla base di criteri oggettivi. In tale occasione, molte Regioni dettero l’intesa in virtù di questo atto, pur a fronte di una sensibile penalizzazione rispetto alla quota di cofinanziamento a loro carico. Ora siamo chiamati ad attuare quell’impegno; continuare a rinviare e prorogare significa fare un danno prima di tutto al Paese, perché utilizzeremmo ‘criteri antistorici’ che non aiuterebbero a creare quello sviluppo di cui abbiamo assoluto bisogno”.

“In coerenza con l’impegno richiamato, abbiamo avanzato già a fine settembre scorso- sottolineano le Regioni- la proposta di un riparto nazionale dei fondi basata su parametri oggettivi, come ad esempio il numero di aziende agricole, la Plv (Produzione lorda vendibile), la Sau (Superficie agricola utilizzata) e la superficie forestale. La pesatura di tali parametri è stata rivista lungo il percorso di confronto, con particolare riferimento alla Plv. Sono state operate integrazioni, con un parametro che esprimesse la ruralità, e ci siamo anche resi disponibili a mantenere una percentuale significativa di pesatura dei criteri storici, garantendo un percorso equilibrato e graduale per tutti i territori del Paese. Purtroppo, ogni proposta ha incontrato la completa chiusura da parte delle 6 Regioni”.

“Il resto è storia di questi mesi- incalzano le Regioni-. Sono stati più di una decina gli incontri della Commissione Politiche Agricole e, nonostante i continui passi in avanti messi in campo dalle 15 Regioni e Province Autonome che sottoscrivono questo comunicato, nell’interesse prevalente del Sistema Paese e della coesione tra tutti i territori, a prescindere dalla loro collocazione geografica, non è stato possibile trovare alcuna disponibilità da parte delle 6 Regioni. Il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Patuanelli in queste ultime settimane ha provato a cercare punti di accordo in ogni modo, ma, fino ad oggi, ogni proposta ha trovato dall’altra parte un rigido atteggiamento di chiusura che determina un blocco di risorse essenziali per le imprese agricole di tutta Italia, a maggior ragione in una fase storica come quella che stiamo attraversando”.

“A questo punto- affermano le Regioni-, crediamo servano serietà e responsabilità per trovare un accordo equilibrato, una proposta di riparto strutturata su criteri di merito oggettivi, a vantaggio dell’intera agricoltura nazionale, e a favore della quale si è già espressa la stragrande maggioranza dei territori, per garantire equità e risposte agli agricoltori e alle imprese agricole di tutta Italia. Questo, per superare una situazione di stallo che in alcun modo è basata, come si tenta di far credere, su una spaccatura tra Nord e Sud. Insistere su una posizione di chiusura pregiudiziale rischia di procurare un grave danno al nostro Paese e all’agricoltura italiana. Bisogna fare presto-chiudono- perché ogni giorno che passa si traduce in un rallentamento per il nostro sistema agricolo e agroalimentare a fare gli investimenti necessari a essere più resiliente, competitivo e organizzato”.

I firmatari:

Regione Abruzzo, assessore Emanuele Imprudente; Provincia Autonoma di Bolzano, assessore Arnold Schuler;  Regione Emilia-Romagna, assessore Alessio Mammi; Regione Friuli Venezia Giulia, assessore Stefano Zannier;  Regione Lazio, assessore Enrica Onorati; Regione Liguria, assessore Alessandro Piana; Regione Lombardia, assessore Fabio Rolfi; Regione Marche, assessore Mirco Carloni; Regione Molise, assessore Nicola Cavaliere; Regione Piemonte, assessore Marco Protopapa; Regione Sardegna, assessore Gabriella Murgia; Regione Toscana, assessore Stefania Saccardi; Provincia Autonoma di Trento, assessore Giulia Zanotelli; Regione Valle d’Aosta, assessore Davide Sapinet; Regione Veneto, assessore Federico Caner.

 

Ristori cultura: Cinema e spettacolo, 2 milioni e 350 mila euro per i settori.

 

Ristori cultura. Cinema e spettacolo, 2 milioni e 350 mila euro per i settori: al via il bando regionale gestito da Unioncamere.

Un milione di euro a disposizione delle imprese del settore cinematografico e 1,350 milioni per gli operatori dello spettacolo. Domande on line dal 12 maggio al 4 giugno.

Bologna – Partono i ristori regionali per le imprese culturali, in particolare del settore spettacolo. La Regione Emilia-Romagna interviene con 2 milioni e 350 mila euro a sostegno del mondo della cultura duramente colpito dall’emergenza pandemica. Per le attività del settore dello spettacolo sono previsti 1 milione e 350 mila euro, mentre per il settore cinematograficolo stanziamento è di 1 milione di euro.

Le domande di contributo dovranno essere presentate on line a partire dalle ore 10 del giorno 12 maggio 2021 e fino alle ore 12 del giorno 4 giugno 2021.Le indicazioni sulle modalità di presentazione della domanda sono disponibili sul sito di Unioncamere Emilia-Romagna a partire dal 12 maggio.

Le misure sono comprese nel bando di oltre 13 milioni approvato dalla Giunta regionale, e rendono disponibile un contributo per coloro che abbiano vissuto e vivano momenti di difficoltà a causa delle chiusure dovute all’emergenza Covid.

Per quanto riguarda l’area cultura, potranno beneficiarne isoggetti economici iscritti al Registro delle Imprese della Camera di commercio competente o al Repertorio Economico Amministrativo che, rispetto all’anno precedente, nel 2020 abbiano subito un calo superiore al 20% del valore dato dalla somma del fatturato e di finanziamenti pubblici ricevuti.

I ristori per il settore cinematografico:

Per le imprese del settore cinematografico, sono previsti contributi fino a 4.000 euro per ciascun operatore con sede legale in Emilia-Romagna che, in possesso di codice Ateco specificato nel bando, eserciti l’attività di programmazione cinematografica in sala o attività di distribuzione, con almeno un film lungometraggio in sala nel periodo tra il 20 febbraio 2020 e il 31 dicembre 2020.

Sono ammesse al contributo anche imprese che si occupano di riparazione e manutenzione di apparecchiature ottiche, fotografiche e cinematografiche, il cui fatturato dell’anno 2019 sia prevalentemente composto da beni e servizi a favore delle sale cinematografiche.

I ristori per il settore culturale:

I soggetti economici dell’ambito culturale potranno beneficiare fino a 3.000 euro ciascuno se, avendo sede legale o unità locale in Emilia-Romagna, svolgono attività di registrazione sonora ed editoria musicale, gestione di edizione e studi di registrazioni sonore;  producono spettacoli dal vivo; gestiscono sale teatrali con attività di programmazione nell’ambito dello spettacolo dal vivo o spazi adibiti alla musica dal vivo/live clubs; organizzano festival o rassegne che siano giunti nel 2020 almeno alla terza edizione; organizzano concerti o live events o svolgono attività di booking o di intermediazione di concerti, curano management e consulenza artisti.
Inoltre, sono previsti contributi anche a chi fornisce noleggio con operatore di strutture ed attrezzature per manifestazioni e spettacoli e servizi ausiliari del settore spettacolo, e a coloro che hanno svolto attività didattica nell’ambito dello spettacolo dal vivo per l’anno scolastico 2019/2020, per corsi di danza e altra formazione culturale.

Tra i requisiti sono comunque previsti livelli minimi di attività e il possesso di almeno uno dei codici Ateco specificati nel bando.

I dati Siae:

I dati recentemente pubblicati dalla Siae nell’ultima edizione dell’Annuario dello spettacolo registrano nel 2020 in Emilia-Romagna, rispetto all’anno precedente, un calo del 72% di spettatori per lo spettacolo dal vivo e di quasi il 70% per il grande schermo, con una riduzione di oltre l’83% della spesa al botteghino per teatro, danza e concerti e di quasi il 72% per il cinema.

Il bando  è disponibile sul sito di Unioncamere Emilia-Romagna.

Riapre IN LOCO. Il museo diffuso dell’abbandono sul territorio Romagnolo: Il progetto unico in Italia dell’Associazione Spazi Indecisi.

 

Comunicato stampa Encanto Public Relations.

Tra i vincitori del bando 2021 della Fondazione Italia Patria della Bellezza.

Riapre “IN LOCO. Il museo diffuso dell’abbandono”

Il primo museo in Italia che racconta 70 immobili in disuso sul territorio romagnolo tra fabbriche, conventi, colonie, chiese e ville combinando memoria e tecnologia. In Italia si contano centinaia di migliaia di edifici dimenticati

Scelto tra le iniziative più meritevoli dalla Fondazione Italia Patria della Bellezza e già segnalato dalla guida Lonely Planet, ha riaperto in queste ore anche “Il museo diffuso dell’abbandono”, progetto unico in Italia dell’Associazione Spazi Indecisi di Forlì, sede del centro visite. Un invito all’esplorazione dei luoghi in disuso in maniera immersiva e innovativa, combinando esperienza, memoria e tecnologia.

Gli interessati possono cominciare consultando il sito www.inloco.eu, dove si può anche scaricare la APP dagli store digitali, che servirà per conoscere in diretta la storia dei luoghi, e prenotando una visita alla mail inlocomuseo@gmail.com.

Al momento attivo in Romagna, si tratta di un progetto di valorizzazione pensato per essere replicato in altri contesti culturali e geografici del nostro Paese, che conta un patrimonio di centinaia di migliaia di edifici dimenticati, fra cui 50.000 palazzi storici, 20.000 edifici ecclesiastici e 5.000 borghi.

Il punto di partenza ideale per intraprendere il viaggio è il centro visite di Forlì, situato nella palazzina uffici del deposito delle corriere SITA-EXATR in via Ugo Bassi 16. Qui è possibile ascoltare i primi approfondimenti storici, vedere un plastico del museo e assistere alla presentazione degli itinerari.

La collezione, composta da 68 tra ville, conventi, colonie marine, edifici industriali, parchi di divertimento e chiese è una selezione della ricerca e della mappatura fatta da Spazi Indecisi che ha portato all’individuazione di 250 luoghi abbandonati. L’obiettivo è portare alla luce una ricchezza che solo se resa visibile, raccontata e connessa alle comunità ha possibilità di essere recuperata e rigenerata.

“IN LOCO – spiega Francesco Tortori, tra i fondatori del Museo – è il tentativo di scegliere quali di questi luoghi, oggi dimenticati, portare nel futuro, non salvandone e conservandone i muri, ma valorizzando in prima istanza il patrimonio immateriale che racconta caratteri peculiari del territorio. Oggi la “collezione” del museo è composta da luoghi in abbandono di eccezionale valore storico-culturale. Abbiamo cominciato nel 2011 con una mappatura del territorio, scavalcando cancelli, scattando fotografie, intervistando persone, riaprendo le serrature arrugginite ma anche organizzando eventi e mostre in questi stessi luoghi per riportarli a nuova vita. Un immenso patrimonio culturale che rischiavamo di perdere per sempre. Tutto questo non lo abbiamo fatto da soli, ma con il contributo di tanti appassionati che, attraverso il sito, hanno segnalato luoghi, inviato foto, condiviso visioni e idee”.

L’iniziativa dell’Associazione Spazi Indecisi ha ricevuto il plauso della Fondazione Italia Patria della Bellezza, la cui missione è rimettere al centro il valore del patrimonio culturale, artistico, monumentale e paesaggistico del nostro Paese, identificando e sostenendo le realtà impegnate nella valorizzazione della Bellezza italiana.

La Fondazione ha lanciato un bando per sostenere le attività di promozione, comunicazione e branding di progetti che si distinguano per la loro capacità di sviluppo delle realtà locali, andando a ricercare direttamente nei territori gli esempi più virtuosi: “Il Museo diffuso dell’abbandono ha colpito subito la nostra attenzione per la profondità del pensiero e per la capacità di individuare una nuova chiave interpretativa, oltre che per lo sforzo di valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale, di riscoperta della memoria e della tradizione in ottica rigenerativa. Abbiamo trovato in loro dei veri ambasciatori di bellezza”, afferma Alessia del Corona, Direttrice della Fondazione.

Presentato ufficialmente l’anno scorso, il progetto nonostante la pandemia che ha fermato tutti i musei in Italia ha accolto grazie al sito e alle APP dedicate ben 36.000 visitatori virtuali, oltre a circa 2.500 reali, persone che hanno potuto in tutta sicurezza esplorare e scoprire il patrimonio in abbandono dietro casa, un valore che raccontato attraverso foto, documenti, testimonianze e multimedia dona una nuova consapevolezza dell’evoluzione socio-culturale.

Per visitare Il Museo diffuso dell’abbandono ci sono ben sette itinerari di viaggio rivolti a tutti coloro che vogliono conoscere la storia del territorio che va da Imola a Cattolica, una guida turistica alternativa in continua evoluzione che rende disponibili contenuti multimediali creati ad hoc, fruibili unicamente in loco tramite una APP che accompagna i visitatori alla scoperta del museo diffuso. Scaricabile gratuitamente, l’applicazione contiene le mappe GPS degli itinerari, le schede degli spazi, ma anche i racconti dei protagonisti del passato e tutte le informazioni utili ai visitatori (documentari, video 3D, sonorizzazioni, etc.) una volta arrivati nelle vicinanze dei luoghi.

 

GLI ITINERARI DI IN LOCO:

DARSENA 3.0 | Un attracco storico per il futuro

Tra mare e archeologia industriale, la darsena 3.0 rende omaggio agli avamposti storici della produttività di Ravenna, luogo di sviluppo economico in passato e oggi volano di crescita culturale. Tra i contenuti speciali, i disegni di Gianluca Costantini.

DO.VE | I confini incerti di arte e abbandono

Do.Ve. (dotted venue, luoghi dai confini incerti) è un itinerario che lega ai luoghi abbandonati l’arte contemporanea. È il risultato di un percorso in cui nove artisti hanno indagato il potenziale estetico e narrativo di altrettanti luoghi abbandonati rileggendoli in chiave contemporanea.

LAVORI IN (TRAS)CORSO | I luoghi del lavoro della Forlì del ‘900

Questi residui urbani rendono omaggio ad alcuni tra i più importanti luoghi di lavoro della Forlì del ‘900. Fa parte di questo itinerario il deposito delle corriere ATR dove, grazie alla collaborazione tra Spazi Indecisi, Città di Ebla, Comune di Forlì e ATR, è stato attivato il progetto EXATR che trasforma l’edificio in un hub culturale e ospita il centro visite di IN LOCO.

SENTI IERI | Storie di vita nella Romagna appenninica

Attraverso le memorie dei suoi abitanti, questo itinerario è dedicato ai vecchi edifici in pietra della Romagna appenninica, testimonianza di mestieri e vite che iniziarono dal dopoguerra a trasformarsi profondamente.

TOTALLY RIVIERA | Le architetture monumentali della Riviera

Un viaggio lungo la costa romagnola alla scoperta delle colonie e degli ospizi marini per l’infanzia costruiti durante il regime: architetture imponenti arenate sulla spiaggia, in contrasto con l’urbanizzazione che le ha inglobate e, al tempo stesso, isolate. Fra i luoghi dell’itinerario, la colonia Colonia Varese di Milano Marittima ha una chiara valenza simbolica: l’edificio progettato dall’architetto Mario Loreti raffigura un idrovolante atterrato sulla spiaggia.

TOTALLY TERRAE | Architetture totalitarie in Romagna

Un itinerario che percorre l’entroterra romagnolo alla scoperta delle architetture costruite tra le due guerre mondiali, oggi abbandonate. Partendo dal progetto fotografico “Totally Lost”, l’itinerario ci interroga sulle possibilità di conferire una nuova vita a questo patrimonio. Tra gli edifici si segnala la centrale di sollevamento dell’acquedotto di Spinadello (Forlimpopoli), che rappresenta uno dei primi esempi di consorzio tra enti locali per la distribuzione dell’acqua. Dal 2017, è al centro di un progetto di rigenerazione urbana che lo valorizza trasformandolo nel punto di partenza per vivere l’area fluviale in cui è immerso.

UN’ESTATE AL MARE | Il mito senza tempo dell’estate in riviera

Un itinerario alla scoperta degli spazi che hanno contribuito a creare il mito dell’estate in Riviera. Un tuffo nei tempi passati, per riflettere su come è cambiato il modo di vivere le vacanze e su quali sono le potenzialità future di un territorio che ha fatto dell’ospitalità la sua bandiera.

Biografia Spazi Indecisi

L’associazione di promozione sociale Spazi Indecisi sperimenta dal 2010 interventi di rigenerazione urbana leggera attraverso dispositivi culturali che trasformano i luoghi in abbandono in un campo di indagine e di ricerca per artisti, fotografi, architetti, urbanisti e cittadini.

 

 

 

Fiume Po, ristoro momentaneo grazie alle piogge imminenti.

 

Comunicato stampa Autorità Distrettuale del Fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica.

Le precipitazioni previste colmeranno il deficit delle portate del Grande Fiume. Marzo senza piogge e Aprile tra i più freddi degli ultimi trent’anni influiscono ancora sui livelli di risorsa idrica, ma saranno compensati dalle precipitazioni e dallo scioglimento delle nevi alpine. Meuccio Berselli(Autorità Distretto del Po): “I dati ci consegnano un quadro per una volta normale nella speranza che l’acqua in arrivo rigeneri lo scenario ambientale e colturale”.

Parma, 11 Maggio 2021 – Un mese di Marzo senza piogge significative e un mese di Aprile considerato dalla statistica uno tra i più freddi degli ultimi 30 anni, caratterizzato da temperature ben al di sotto delle medie (generalmente -2 gradi), hanno impedito il repentino scioglimento del manto nevoso presente sui rilievi e il contestuale verificarsi delle cosiddette “morbide” primaverili del Grande Fiume, ovvero la discesa lenta , ma corposa dei flussi di risorsa idrica lungo l’asta del Po fino al Delta. Le precipitazioni abbondanti che però stanno cadendo, abbastanza uniformemente, sul Distretto idrografico del Po in queste ore e che con ogni probabilità cadranno anche nei prossimi giorni secondo le previsioni degli esperti, unite al progressivo scioglimento delle nevi presenti su gran parte dell’arco Alpino, potranno garantire la presenza costante della risorsa idrica nel bacino.

È questo il dato più rilevante emerso nel corso del meeting periodico dell’Osservatorio Permanente sugli utilizzi Idrici nel Distretto del Fiume Po che si è tenuto stamane in collegamento da remoto tra tutti i partners (Ministero della Transizione Ecologica, Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Dipartimento della Protezione Civile, ADBPo, AIPo, Regione Emilia-Romagna, Regione, Liguria, Regione Piemonte, Regione Lombardia, Regione Veneto, Regione Valle d’Aosta, Regione Toscana, Regione Marche, Provincia Autonoma di Trento, ISTAT, ISPRA, ANBI, CREA, Terna, Utilitalia, ANEA, Assoelettrica, Consorzio del Ticino, Consorzio Adda, Consorzio dell’Oglio) dalla sede parmense dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po e che, in apertura di seduta, ha visto il Segretario Generale di ADBPo Meuccio Berselli sottolineare come la situazione di partenza nell’analisi integrata dei dati fosse già  di Bassa Criticità caratterizzata da precipitazioni, fenomeno che, come anticipato, si è parzialmente verificato nel periodo di interesse, ma che si verifica in queste ore e si verificherà nei prossimi giorni.  Vediamo i dettagli analizzati.

LAGHI: L’evento meteorico degli inizi di Maggio ha ricolmato i Grandi Laghi, che versavano già in una condizione non ottimale soprattutto il Lago Maggiore ed il Lago di Como. L’assenza di precipitazioni e lo scarso scioglimento delle nevi ha caratterizzato il livello che si attesta, comunque, al di sotto delle medie, solo parzialmente mitigato dalle ultimissime piogge. Sul Lago Maggiore l’idrometro di Sesto Calende misura +39,5 cm sullo zero idrometrico. Gli altri laghi, specie il Lago di Garda, si mantengono di poco superiori alle medie.

NEVE: Il clima freddo del mese di Aprile e l’elevata densità della neve indicano una maggior resistenza alla fusione e quindi la tendenza ad una durata maggiore della neve stessa sul terreno. Sull’arco Alpino è presente ancora un quantitativo di neve superiore alle medie seppur con differenze marcate tra Piemonte (sotto le medie) e Lombardia(sopra le medie).

PREVISIONI METEOROLOGICHE: Regime moderatamente ciclonico con precipitazioni che saranno al di sopra dei valori del periodo e temperature generalmente in linea. Prossimamente la limitata espansione dell’anticiclone lascerà una “porta aperta” sull’Atlantico che potrà dar luogo anche a frequenti ed intense precipitazioni zonali.

La situazione del mese appena trascorsoha commentato il Segretario dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po Meuccio Berselli indica come le precipitazioni sotto le medie del mese di Aprile abbiano di fatto posticipato l’incipiente siccità verificatasi in Marzo, ma il contesto attuale ci regala un quadro complessivo molto più roseo alla luce delle piogge e delle nevi presenti in montagna che, con il loro scioglimento, incrementeranno le portate future grazie temperature più alte. Per questo, oltre a consentire al Consorzio del Ticino gestore dei livelli del Lago Maggiore di invasare risorsa idrica fino a quota 1,25 come potenziale riserva, abbiamo concertato per questa fase temporale un semaforo verde con mancanza di criticità nel distretto. Tra le altre cose evidenziate nel corso dell’incontro di oggi si sottolinea che sia le basse temperature che il vento costante dei giorni scorsi non hanno aiutato anche il comparto agricolo che ha visto così verificarsi un parziale ritardo delle semine a causa dei terreni resi secchi dalla forte ventilazione e dalle inevitabili difficoltà incontrate per praticare una corretta irrigazione dei suoli”.

L’ appuntamento, come di consueto, per tutti i membri dell’Osservatorio Permanente sarà tra un mese da oggi.

 

La nuova rivoluzione spray di TAG Colors protagonista di ArtU Festival.

 

Comunicato stampa ArtU Festival delle Arti Urbane.

Il neonato marchio made in Italy sceglie il Festival delle Arti Urbane di Portomaggiore per lanciare il suo innovativo messaggio: Show your skills!

Oltre 30 artisti al lavoro su 20 muri per la seconda edizione di ArtU – Festival delle Arti Urbane, organizzato dal Comune di Portomaggiore con la collaborazione della Pro Loco Portomaggiore, che si è concluso lo scorso weekend nella località ferrarese.

La manifestazione, ideata come contaminazione tra arte contemporanea, architettura e arredo cittadino, nasce con l’intento di rigenerare e dare nuova identità a luoghi trascurati o semplicemente dimenticati. Innestando le proprie radici nel territorio, la forma di creatività più democratica e inclusiva permette loro di tornare al centro di un’esperienza visiva.

Questo forte desiderio di connettere e far interagire il tessuto sociale con gli spazi pubblici attraverso l’arte è stato sostenuto da TAG Colors, il nuovo marchio che promette una rivoluzione nel panorama dei graffiti e della Urban art. Una produzione tutta italiana creata da artisti e tecnici alla ricerca di una qualità senza compromessi, in grado di portare nel mondo dei graffiti sostenibilità e innovazione.

 

L’ARTE SOSTENIBILE NELLE TUE MANI:

TAG Colors vuole essere un invito a guardare la realtà con occhi diversi: ogni luogo può tingersi di arte all’insegna del motto Show your skills grazie a prodotti versatili dal minimo impatto ambientale. Attraverso una formulazione esclusiva, gli spray della linea, composta da 96 colori dalla finitura opaca, offrono una copertura duratura, priva di colature e variazioni nel tempo. La vivacità cromatica della loro finitura si fonde in maniera omogenea alla pittura di fondo con tempi di asciugatura rapidissimi, oltre a evitare riflessi nelle fotografie. Garantiscono un utilizzo trasversale, dimostrandosi pratici e veloci sulle ampie campiture, ma anche della massima qualità nei tratti di precisione grazie a una gamma di valvole con cui modulare l’erogazione per molteplici effetti.

Frutto di anni di esperienza nel settore e avanzate ricerche tecnologiche, ad oggi gli spray sono i meno inquinanti sul mercato non contenendo metalli pesanti, contaminanti o pigmenti pericolosi per la salute. In conformità alle più severe normative internazionali, assicurano un contenuto in composti volatili nell’ambiente (VOC) nettamente inferiore ai limiti stabiliti. Il gas contenuto non aggredisce l’ozono atmosferico e i materiali utilizzati sono riciclabili al 100%.

 

TAG COLORS CREW, PRESENTE L’ARTISTA RASH:

Cabine di energia elettrica, panchine e ancora parchi, edifici popolari, centri civici e aree verdi nelle frazioni di Gambulaga, Quartiere, Portoverrara, Ripapersico sono state le tele degli artisti provenienti da tutta Italia, tra cui Alessandro Etsom, Vesod e Basik, liberi di esprimersi nel proprio stile.

Presente per la TAG Colors Crew Edoardo Mendez (Rash), nato in provincia di Ferrara e cresciuto a Portomaggiore dove, fin da ragazzino, entra in contatto con il mondo dei graffiti in strada con pennelli e spray su muro. Dopo anni di sperimentazioni da graffiti writer, con lettering e scomposizione di immagini, il suo lavoro punta alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi uniti a tecniche pittoriche miste.

Nell’opera, realizzata in 80 ore di lavoro – dichiara Edoardo Mendez ho voluto creare ritmo visivo, sia con elementi figurativi sia con le cromie. Le macchine rappresentate mi hanno aiutato a dare vita a questa ritmica, a sfogarmi a livello cromatico comunicando un’idea di pulsazione e di dinamica. Era la prima parete di queste dimensioni e ho cercato di curarla al meglio utilizzando tecnica mista, tra tinte a pennello e circa 50 spray, ripetendo passaggi di una sull’altra.

 È stata una bella soddisfazione realizzare il mio primo intervento di questa entità proprio dove ho usato la prima volta uno spray, tra l’altro a 100 metri dal primo lettering. Sono legato al mio territorio, soprattutto alla sua anima rurale provenendo da una famiglia di contadini in cui la connessione tra uomo e natura è sempre stata forte. Mi ha dato molto a livello umano ma anche ostacolato professionalmente, quando c’era ancora diffidenza verso questa forma d’arte, tanto da spostarmi appena finite le scuole a Ferrara. Ora tornare grazie ad ArtU è stato emozionante”.

Il Consorzio di Bonifica apre le porte di due “capolavori” dell’arte e della tecnica in occasione delle Giornate del FAI di Primavera.

 

Comunicato stampa Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara.

Sabato 15 e domenica 16 maggio sarà possibile visitare lo splendido Palazzo Naselli Crispi, sede amministra?va del Consorzio, e l’imponente impianto idrovoro di Codigoro.

FERRARA, 11 maggio 2021 – Una delle dimore cinquecentesche più sugges?ve di Ferrara, Palazzo Naselli-Crispi, e uno dei manufa? più significa?vi della bonifica idraulica italiana e mondiale, l’an?co stabilimento idrovoro di Codigoro. Sono ques? i beni culturali del Con- sorzio di Bonifica Pianura di Ferrara che apriranno le porte al pubblico sabato 15 e dome- nica 15 maggio, in occasione delle Giornate di Primavera del Fai, Fondo Ambiente Italiano, manifestazione nazionale che ha ricevuto la Targa della Presidenza della Repubblica. Un’apertura straordinaria in tu? sensi che rappresenta, però, solo un primo appuntamen- to con una serie di visite a palazzi e stabilimen? storici del Consorzio, come spiega il presi- dente Stefano Calderoni. “Il FAI ha scelto di inserire Palazzo Naselli Crispi e l’o?ocentesco stabilimento di Codigoro tra i luoghi che saranno aper? quest’anno in occasione dell’ormai tradizionale appuntamento con le sue Giornate di Primavera. Una ripartenza – spiega Cal- deroni – per godere nuovamente della cultura e della storia del nostro territorio, dopo un lungo periodo di chiusure dovute all’emergenza sanitaria che ha privato le persone, natu- ralmente per necessità, della bellezza e delle emozioni che solo l’arte e la cultura riescono a dare. Per noi è importante far entrare le persone dove lavoriamo e svolgiamo le nostre a?vità ogni giorno: non luoghi distan? e inaccessibili ma un patrimonio dell’intera comu- nità. E aggiungo – conclude il presidente Calderoni – che le Giornate del Fai sono solo l’ini- zio di a?vità, visite guidate ed even? che abbiamo proposto in passato e che riproporremo alla ci?adinanza, emergenza da Covid-19 perme?endo, per consen?re la fruizione di di- more e impian? dal grande valore tecnico-ar?s?co”.

Sabato 15 e domenica 16 maggio sarà dunque possibile visitare l’originale cor?le interno e le meravigliose stanze dai soffi? affresca? di Palazzo Naselli-Crispi, dimora cinquecente- sca a pochi passi dal Castello Estense che riapre le sue porte per la prima volta dopo gli im- ponen? lavori di restauro post sisma. Sabato 15 maggio, invece, gli studen? della IV B dell’Is?tuto tecnico “G.B. Aleo?” di Ferrara – con il supporto dei tecnici del Consorzio e dei volontari – saranno i giovani “ciceroni” che accompagneranno il pubblico alla scoperta de- gli stabilimen? di bonifica di Codigoro, con i suoi cinque impian? idrovori, costrui? e mo- difica? a par?re dall’O?ocento, che ancora oggi raccolgono e scaricano nel Po di Volano i deflussi provenien? da un comprensorio di oltre 50.000 e?ari.

Un viaggio alla scoperta di due luoghi straordinari che sapranno sicuramente incantare e stupire i visitatori. Ricordiamo che i pos? sono limita? ed è necessario prenotare la visita guidata sul sito ufficiale del Fai www.giornatefai.it

Mense, empori solidali, distribuzione di beni prima necessità, pacchi alimentari: Regione e Terzo settore insieme per sostenere chi ha più bisogno.

 

Welfare. Mense, empori solidali, distribuzione di beni prima necessità, pacchi alimentari: Regione e Terzo settore insieme per sostenere chi ha più bisogno, anche a causa dell’emergenza sanitaria. 600 mila euro di contributi regionali per finanziare 20 progetti di solidarietà sociale e recupero alimentare su tutto il territorio, da Piacenza a Rimini.

Approvata la graduatoria del bando aperto ad organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale iscritte ai registri regionali e alle Fondazioni del Terzo settore. Contributi diversificati da 15mila a 100mila euro sulla base della dimensione territoriale delle proposte. La vicepresidente Schlein: “Insieme al Terzo Settore per ridurre gli sprechi alimentari e non far mancare un pasto a nessuno”.

Bologna – Aiutare concretamente le persone in difficoltà a causa della crisi economica determinata dall’emergenza Covid-19: pacchi alimentari, somministrazione di cibo da asporto, distribuzione di prodotti alimentari e non, sostegno alle mense.

A questo guardano i 20 progetti presentati da Fondazioni del terzo settore, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale presenti in Emilia-Romagna che la Regione finanzia con 600mila euro, dopo l’approvazione da parte della Giunta del bando per la solidarietà e il recupero alimentare aperto l’8 febbraio scorso.

“Con questo bando per la solidarietà e il recupero alimentare- sottolinea la vicepresidente e assessora al Welfare, Elly Schlein – la Regione è intervenuta ancora una volta a fianco del Terzo settore per non far mancare un pasto a nessuno. I progetti approvati, insieme alle altre iniziative che in questi mesi abbiamo messo in campo, per e con il Terzo settore, costituiscono un ulteriore tassello per rafforzare la rete di solidarietà che si occupa capillarmente di far arrivare una risposta concreta alle persone più fragili, che purtroppo stanno aumentando”.

Il bando ha visto una grande partecipazione delle realtà del territorio, che hanno presentato 68 progetti; con i 600mila euro stanziati ne saranno finanziati 20 al 100%. Tra i progetti approvati c’è quello a valenza regionale presentato dalla Fondazione Banco Alimentare Emilia-Romagna onlus del valore di 100 mila euro, quelli a valenza più circoscritta a singoli distretti, il cui valore unitario varia da 15 a 20mila euro, fino ai 50mila euro dei progetti di carattere sovradistrettuale.

Tra questi, 14 progettualità – 9 delle quali riconducibili agli Empori solidali – sono incentrate sulla raccolta, presso la grande distribuzione, le imprese produttrici e i piccoli esercizi commerciali di zona, dei beni alimentari e per l’igienee la successiva distribuzione alle persone che, anche a causa delle conseguenze della pandemia, si trovano in gravi difficoltà economiche; ulteriori 5 azioni sono relative alla produzione e distribuzione di pasti pronti, sempre a favore delle persone indigenti, tra cui i senza dimora; un ulteriore progetto, di dimensione regionale, è quello presentato dal Banco alimentare.

Nelle proposte approvate dal bando è emersa, in particolare da parte degli Empori solidali, la capacità di costruire progetti di rilievo sovra distrettuale, provinciale o sovra provinciale, sia legati al tema più classico del recupero dei beni, sia ad aspetti strategici come ad esempio la logistica, al servizio di più empori o di altri soggetti del terzo settore del territorio. Ma tra le iniziative approvate spiccano anche progettazioni di dimensioni più contenute o legate a territori nelle aree montane, in grado anche in questo caso di costruire reti e sinergie tra diversi soggetti.

Progetti approvati per ambito provinciale:

Oltre al progetto a valenza regionale presentato dalla Fondazione Banco Alimentare con sede a Imola, a livello provinciale 5 progetti interessano la provincia di Bologna, 3 quella di Modena, 3 Ferrara, 2 Parma, 2 Forlì-Cesena, 1 Ravenna, 1 Reggio Emilia, 1 Piacenza e1 la provincia di Rimini.

Gli Empori solidali:

Da anni la Regione, nell’ambito del sostegno alle iniziative di recupero alimentare, supporta l’azione degli Empori Solidali che per numero (23 attualmente attivi e alcuni in progettazione) e distribuzione territoriale, rappresentano una specificità emiliano-romagnola. Sono veri e propri “negozi” in cui la persona seguita non solo ha la possibilità di scegliere i prodotti in piena autonomia, ma usufruisce anche di attività “accessorie” quali ad esempio l’ascolto, l’orientamento verso i servizi, la formazione, l’inserimento lavorativo, gli spazi mamma-bambino, le consulenze al credito e alla gestione domestica, la possibilità di partecipare ad eventi sociali, sportivi e culturali.

Grazie all’ultimo bando regionale per il sostegno alle attività solidaristiche di recupero e distribuzione di beni, sia alimentari che per l’igiene personale e della casa, verranno finanziate le attività o l’avvio degli Empori Solidali di 8 province su 9, grazie a proposte fortemente incentrate sulla costruzione di sinergie, sia tra gli empori stessi che con le risorse, pubbliche e private, dei territori.

Si tratta di strutture che in questi anni, grazie anche all’apertura di nuove sedi e ovviamente nell’ultimo periodo per effetto delle ricadute della pandemia, hanno registrato un significativo incremento nel numero di famiglie e persone seguite: 3.776 nuclei e 13.603 persone nel 2018, 4.170 nuclei e 14.400 persone del 2019 fino ai 5.383 nuclei, per un totale di 18.159 persone, tra cui 5.452 minori, del 2020.

Gli Empori Solidali mobilitano 865 volontari, sono raccordati con 290 organizzazioni del terzo settore e, escludendo i piccoli esercizi commerciali del territorio, ricevono beni da 317 aziende donatrici.

 

Regione: Sessione europea dell’Assemblea legislativa 2021.

 

Regione. Sessione europea dell’Assemblea legislativa 2021, il presidente Bonaccini in Aula: “Dall’Europa risposta senza precedenti. Emilia-Romagna protagonista della ripartenza: grazie al lavoro di tutti, questa regione sta dimostrando di avere le potenzialità per uscire prima e meglio di altri da una crisi durissima”

Al centro dell’intervento la lotta alla pandemia, il sostegno alle categorie più colpite, la “piena consonanza” tra la strategia europea, il Pnrr presentato dal Governo e gli obiettivi regionali contenuti nel Programma di mandato e nel nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima. “Importante il lavoro fatto da inizio legislatura con il contributo di tutti i Gruppi consiliari, di maggioranza e opposizione”

Bologna – “L’Emilia-Romagna vuole essere protagonista di questa ripartenza: ogni nostra energia sarà concentrata per uscire rapidamente dalla pandemia, anzitutto attraverso lo sforzo eccezionale del piano vaccinale, che tra poche ore supererà quota 2 milioni di somministrazioni. Ma anche con il sostegno alle categorie e alle famiglie più colpite”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel suo intervento questa mattina in Aula alla Sessione europea dell’Assemblea legislativa per l’anno 2021. Sessione aperta dalla presidente Emma Petitti, cui seguono gli interventi di Massimo Gaudina, Capo della Rappresentanza della Commissione europea a Milano, della vicepresidente della Regione con delega ai Rapporti con la Ue, Elly Schlein, e dei rappresentanti dei Gruppi assembleari.

La pandemia non è finita. L’emergenza sanitaria richiede attenzione. Ma lo scenario sta cambiando, ha ricordato Bonaccini, anche perché “a una crisi senza precedenti l’Unione europea ha dato una risposta senza precedenti”. Archiviata la troppo lunga stagione dell’austerità, “l’Unione ha saputo mettere in campo misure straordinarie per consentire ai Paesi membri di intervenire fuori dai vincoli di finanza pubblica, assicurando risorse importanti”. Soprattutto, ha proseguito il presidente, “ha scelto di realizzare un vasto programma di interventi per la ripresa e la resilienza”: tra Next Generation EU e nuovo Quadro Finanziario Pluriennale, “parliamo di 1.800 miliardi di euro a sostegno non solo della ripresa dalla pandemia di Covid-19, ma anche dell’attuazione delle priorità a lungo termine nei diversi settori d’intervento”.

Bonaccini si è soffermato sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, che vale oltre 235 miliardi di euro, sulla quota – al suo interno – per i progetti “verdi” (pari a 70 miliardi) e quelli digitali, che ammonta a 50 miliardi. Due ambiti molto importanti, che evidenziano una “piena consonanza” tra la strategia europea, il Piano presentato dal Governo e gli obiettivi regionali contenuti nel Programma di mandato e nel nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima sottoscritto nel dicembre scorso in Emilia-Romagna dalla Regione con tutte le parti sociali: “Qui- ha sottolineato il presidente- ancor prima che il Governo, abbiamo istituito la delega per la transizione ecologica. E abbiamo già approvato la nostra Agenda digitale 2020-25 ‘Data Valley Bene Comune’”.

In questo modo, “la nostra terra ospiterà l’80% della capacità di calcolo italiana e circa il 20% della capacità di calcolo europea: un risultato straordinario, con l’arrivo del Centro Meteo Europeo e del Supercomputer di calcolo ‘Leonardo’ tra i più veloci al mondo per lettura e trasferimento dei big data alle imprese e al mondo della ricerca”. Grazie all’investimento fatto sul Tecnopolo di Bologna, dove oltre al Data Center del Centro Meteo Europe troveranno sede anche tutti i più importanti enti scientifici e di ricerca nazionali. Fulcro dell’Emilia-Romagna Data Valley europea.

Accanto a questi obiettivi, il Piano nazionale dà evidenza al contrasto delle diseguaglianze, a partire dal destino delle nuove generazioni e non di meno delle donne: “Quest’Assemblea- ha ricordato Bonaccini-, fin dall’avvio di legislatura ha incalzato la Giunta perché nella nostra programmazione il contrasto ai divari di genere e la promozione delle pari opportunità per tutti i cittadini e tutte le cittadine fossero un obiettivo qualificante”.

I contenuti della nuova programmazione europea per il nuovo settennato “vanno esattamente nella direzione indicata dalla Commissione e dal Piano nazionale- ha ribadito Bonaccini-: se rispetteremo i tempi che ci siamo dati, la nostra strategia sarà pronta per giugno e potremo rapidamente passare al Piano operativo regionale, in modo tale che l’Emilia-Romagna sia pronta per investire subito le risorse. Il nostro impegno- ha concluso il presidente- è già concentrato sulle misure di ripresa e di sostegno agli investimenti: in questo contesto vogliamo essere protagonisti della ripartenza, e metterci alla testa del cambiamento”.

Infine, un ringraziamento “per il lavoro che abbiamo fatto tutti insieme – Giunta e Gruppi assembleari, di maggioranza e di opposizione – in questo primo anno di legislatura. In un anno difficilissimo e complicatissimo in cui ancora una volta, però, questa regione, questa terra, sta dimostrando di avere tutte le potenzialità per uscirne prima e meglio di tanti altri”.

 

Il Polittico Griffoni ‘per sempre’ a Bologna: presentata questa mattina l’installazione a Palazzo Pepoli e la nuova ipotesi ricostruttiva.

 

Comunicato stampa Genus Bononiae – Musei nella città – Mec&Partners.

La riproduzione dell’opera, frutto di un lavoro di scansione con le più moderne e raffinate tecnologie digitali, entra nella collezione permanente di Palazzo Pepoli e – con la pubblicazione del volume ‘Il Polittico Griffoni. Un dono per la città’ – si arricchisce la lettura critica del capolavoro di Del Cossa e De’ Roberti: monumento perduto e ritrovato del Rinascimento bolognese.

Roversi-Monaco: “Come ogni progetto serio e fecondo, l’esposizione ha stimolato nuove ricerche, incitato a nuove scoperte, aperto nuovi interrogativi. Questo è l’obiettivo da perseguire: offrire occasioni di vero approfondimento culturale”.

Bologna, 11 maggio 2021 – A tre mesi dalla chiusura a Palazzo Fava, la mostra “La Riscoperta di un Capolavoro” – che ha riunito a Bologna dopo 300 anni le 16 tavole del Polittico Griffoni di Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti – prosegue idealmente nelle sale del Museo della Storia di Bologna, a Palazzo Pepoli, che da oggi accoglie in modo permanente la preziosa replica realizzata da Factum Foundation e acquisita nelle collezioni del Museo, grazie ad un accordo firmato con la Basilica di San Petronio.

Nasce proprio in San Petronio nel 2012, per iniziativa dell’architetto Roberto Terra, nell’ambito del restauro architettonico della cappella di San Vincenzo Ferrer, che in origine ospitava il Polittico, il progetto di documentare l’opera perduta grazie alla innovativa e sofisticata tecnologia di Factum Foundation, che ha realizzato la fedelissima riproduzione dell’opera: la scansione e la stampa 3D ad alta risoluzione, la ricostruzione digitale e il ritocco a mano delle dorature.

Collocato a Palazzo Pepoli nella Sala del Sacro, che già ospita le testimonianze dell’antico culto cittadino alla Beata Vergine di San Luca, il facsimile del Polittico consente ora a tutti di vedere riunite le 16 tavole note, nella disposizione che con ogni probabilità corrisponde a quella d’origine. Gli studi avviati per la Mostra e proseguiti con il Convegno Internazionale dell’ottobre 2020 – al quale hanno preso parte illustri storici dell’arte da diversi Paesi – hanno riaperto il dibattito e avviato nuove scoperte.

Partendo da una prima ipotesi di ricostruzione (Cavalca 2013), le ultime indagini hanno confermato che l’impianto prospettico delle tre tavole del registro principale impone una collocazione di questi elementi il cui ingombro in larghezza corrisponde perfettamente alla larghezza della predella vaticana. È inoltre emersa la sostanziale attendibilità del disegno di Stefano Orlandi (1725) conservato all’Archivio di Stato di Bologna, per quanto concerne il numero delle piccole figure di santi collocate in origine sui pilastri laterali della cornice: 12 in tutto. È stata dunque proposta una nuova ipotesi che prevede la sistemazione delle due tavolette leggermente più alte di tutte le altre della serie – la Santa Caterina e il San Girolamo della Collezione Cini – sul lato destro del registro principale, a fianco della figura di San Giovanni Battista, e tutti gli altri santi sui due lati del registro superiore.

La collocazione della copia nel Museo della Storia di Bologna è dunque il frutto di una autentica collaborazione tra voci diverse, resa possibile dall’esperienza espositiva, e trova il suo naturale completamento nella presentazione del volume ‘Il Polittico Griffoni. Un dono per la città’, a cura di Mauro Natale, edito da Minerva Editore.

Pari opportunità: La Regione rilancia il proprio impegno.

 

Pari opportunità. La Regione rilancia il proprio impegno: oltre 2 milioni di euro per promuovere la parità di genere e contrastare la violenza sulle donne, gli stereotipi e le discriminazioni. Assessora Lori: “Il protagonismo femminile fondamentale per costruire una società più giusta e innovativa. Importante fare rete e sostenere le tante realtà sul territorio”.

Campagne di sensibilizzazione e iniziative con le scuole, ma anche progetti di prevenzione della violenza, protezione e accompagnamento in ambito sociale e lavorativo. Contributi fino all’80% per sostenere le iniziative di enti locali, associazioni di promozione sociale, organizzazione di volontariato, onlus. Domande entro il 4 giugno

Bologna – Promuovere le pari opportunità tra uomo e donna, contrastare la violenza sulle donne, gli stereotipi di genere e ogni forma di discriminazione e sopruso basata sull’ orientamento sessuale. La Regione Emilia-Romagna rilancia il proprio impegno per promuovere una vera cultura della parità e stanzia 2 milioni e 120 mila euro per finanziare, attraverso un bando biennale, progetti di enti locali, associazioni di promozione sociale, organizzazione di volontariato, onlus.

Iniziative con le scuole e con la cittadinanza, attività artistiche, culturali e sportive, campagne disensibilizzazione e comunicazione. Ma anche progetti di prevenzione e protezione per le donne vittime di violenza o a rischio di emarginazione e discriminazione, come quelle migranti, con un’attenzione particolare alla formazione in ambito lavorativo, all’accompagnamento legale e sociale, al sostegno genitoriale.

“Vogliamo valorizzare e sostenere le azioni e le iniziative che nel territorio regionale promuovono la diffusione di una cultura del rispetto, aumentando le sinergie tra Regione, Enti locali e associazionismo – afferma l’assessora regionale alle Pari opportunità Barbara Lori –. Il protagonismo delle donne è fondamentale per la costruzione di una società più giusta e innovativa. Per questo è importante fare rete e sostenere le tante realtà che si impegnano per un cambiamento culturale e sociale urgente e necessario”.

I progetti dovranno avere un costo compreso tra i 10mila e i 50mila euro e il contributo potrà arrivare a coprire fino all’80% delle spese. Tutti gli interventi dovranno essere realizzati tra il 2021 e il 2022. Le domande dovranno essere presentate dalle ore 10 del 12 maggio ed entro le ore 13 del 4 giugno 2021.

Un impegno che continua. I progetti per favorire la parità di genere, prevenire la violenza e combattere le discriminazioni:

Con  questo bando la Regione prosegue nell’attuazione dei principi contenuti nella Legge regionale n. 6/2014 “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere” e del Piano regionale contro la violenza di genere.

Un impegno che continua dunque al fianco delle tante realtà che sul territorio si attivano per rispondere ai bisogni e cogliere le opportunità di cambiamento. Fare rete significa infatti valorizzare e moltiplicare energie, idee, progetti, con ricadute capillari.

Basti pensare alle iniziative finanziate con gli scorsi bandi: 67 progetti sostenuti con 1 milione di euro per promuovere le pari opportunità e contrastare le discriminazioni, gli stereotipi e la violenza di genere; 42 progetti promossi da Enti locali e terzo settore e finanziati con 1 milione di euro per sostenere la presenza paritaria delle donne nella vita economica, i percorsi di carriera e la promozione di progetti di welfare aziendale. A questi si aggiungono le risorse – oltre 840mila euro da fine 2020 per il biennio 2021-2022 – per il sostegno abitativo ed economico delle donne che escono da un percorso di violenza.

Il futuro non si (s)tocca. No Green Washing Eni, Sì Riviera Adriatica Eolico-Solare.

 

Comunicato stampa Federazione dei Verdi – Europa Verde Emilia-Romagna.

Dichiarazione dei Verdi dell’Emilia-Romagna che aderiscono alla manifestazione contro il progetto ENI di stoccaggio CO2 in programma domani 12 maggio a Ravenna.

Bologna, 11/05/2021 – La Federazione dei Verdi-Europa Verde dell’Emilia-Romagna aderisce alla manifestazione contro il progetto dell’impianto ENI di stoccaggio CO2 che si terrà domani a Ravenna, e ribadisce la richiesta che si lavori invece a favore di una riviera Adriatica eolico-solare. In piazza Kennedy, alle 17, sarà presente una delegazione dei Verdi di cui farà parte il co-portavoce regionale Paolo Galletti. Contemporaneamente sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Federazione dei Verdi-Europa Verde Emilia-Romagna andrà in onda un webinar, nel corso del quale interverranno gli scienziati Massimo Scalia, Nicola Armaroli e Vincenzo Balzani, la capogruppo regionale di Europa Verde Silvia Zamboni e l’eurodeputata Verde Eleonora Evi.

Negli anni Ottanta, grazie anche a numerose mobilitazioni animate dal nascente partito dei Verdi (vedi foto allegata) Ravenna poté evitare l’inquinamento di una prevista centrale a carbone, che fu sostituita da una centrale alimentata a metano, come combustibile di transizione verso fossili meno impattanti.

A quaranta anni di distanza i tempi sono maturi per il passaggio alle rinnovabili: eolico e solare come proponiamo da tempo, anche come elemento di riqualificazione del turismo rivierasco, in particolare per attrarre quei turisti d’Oltralpe particolarmente sensibili alle tematiche ambientali.

Imprese e sindacati che oggi si attardano a difendere un modello energetico superato, contrassegnato anche dalla crescente fuga dei fondi di investimento, non fanno un buon servizio né alle imprese né ai lavoratori. I target europei di drastica riduzione delle emissioni di gas serra, richiedono che s’imbocchi senza tentennamenti la strada della transizione ecologica ed energetica per lasciarci alle spalle l’era dei fossili. Occorre preparare da subito il passaggio deciso all’impiego delle rinnovabili riqualificando imprese e lavoratori anche con l’aiuto del pubblico.

Al contrario, il progetto dell’impianto ENI CCS di stoccaggio fino a 500 milioni di tonnellate di CO2 in depositi di metano esauriti al largo delle coste ravennate non fa che ritardare questo processo nella fuorviante illusione che tutto possa continuare ad andare come sempre, come se il cambiamento climatico non fosse già in atto con le prime devastanti conseguenze a cui abbiamo assistito anche sulla costa romagnola, come improvvise trombe d’aria che hanno colpito mortalmente la pineta di Milano Marittima. Non abbiamo a disposizione un tempo infinito per invertire la rotta. Non c’è un Pianeta B su cui trasferire le giovani generazioni, a cui avremo reso invivibile la Terra se non tiriamo il freno d’emergenza.

La pericolosa ambiguità del governo Draghi e del Ministro della “finzione ecologica” Roberto Cingolani in merito a questo progetto va stigmatizzata. All’impianto CCS dell’ENI il Piano nazionale di ripresa e resilienza non destina esplicitamente fondi. La prova definitiva l’avremo però dai bandi per l’assegnazione dei fondi europei. Nel frattempo va respinta l’autorizzazione a nuove trivellazioni in Adriatico che ha avuto il via libera del governo, una scelta bocciata anche dall’Istituto Superiore di Sanità.

Siamo consapevoli che la conversione ecologica è un percorso impegnativo, che non si risolve dall’oggi al domani. Sappiamo che riguarderà anche le abitudini quotidiane dei cittadini, compreso l’uso domestico del gas metano. Intanto però cominciamo la transizione dalle industrie a maggioranza pubblica come l’ENI.

Silvia Zamboni, Vicepresidente Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, co-portavoce regionale della Federazione dei Verdi-Europa Verde dell’Emilia-Romagna.

Paolo Galletti, co-portavoce regionale della Federazione dei Verdi-Europa Verde dell’Emilia-Romagna-

Link evento Facebook del webinar ”Il futuro non si stocca”: https://www.facebook.com/silviazamboniverdi/posts/296085215384161

Il Gruppo Hera si allea con i giovani per ripensare la città sostenibile del futuro.

 

Comunicato stampa Gruppo Hera.

Al via GenHERAtion On Board, il progetto della multiutility per creare un team di giovani tra i 20 e i 28 anni che, insieme all’architetto Mario Cucinella, proporranno soluzioni nuove per la città sostenibile del futuro. Da domani, mercoledì 12 maggio, sarà possibile iscriversi all’HERAthon del 3 giugno, la maratona di idee in cui verranno selezionati i membri del giovane board.

La spiccata sensibilità ambientale è una delle migliori caratteristiche delle nuove generazioni. A loro il Gruppo Hera, da anni impegnato sui temi ambientali, si rivolge con il nuovo progetto GenHERAtion on Board: l’obiettivo è creare un team creativo e operativo di giovani menti tra i 20 e i 28 anni che, insieme al coach d’eccellenza Mario Cucinella, avrà il compito di ideare soluzioni nuove e sostenibili per la città di domani. Per i partecipanti sarà quindi un’importante opportunità per essere in prima fila nella costruzione del futuro di cui saranno protagonisti.

Come saranno scelti i componenti del team? Con una gara alla ricerca delle idee migliori. La multiutility, infatti, coinvolgerà gli aspiranti membri in un hackathon, denominato HERAthon, che si terrà il prossimo giovedì 3 giugno.

Da domani, mercoledì 12 maggio, ci si potrà iscrivere sul sito www.herathon.it alla maratona di idee della durata di 10 ore in cui gli iscritti, divisi in gruppi, si sfideranno alla ricerca della “soluzione più sostenibile” su una specifica tematica. La giuria, guidata dall’architetto Mario Cucinella, selezionerà le 6 migliori idee. I membri dei 6 gruppi vincitori entreranno a far parte del GenHERAtion On Board e riceveranno in premio un monopattino elettrico.

A parte l’età non vi è alcun vincolo di partecipazione in termini di curriculum o titolo di studio: saranno infatti valorizzate l’originalità, la diversità e l’eterogeneità delle idee e delle proposte.

Il Gruppo Hera, con questo nuovo e stimolante progetto, conferma ancora una volta la volontà e l’impegno nel coinvolgere e sensibilizzare i territori e le comunità locali, a partire dalle nuove generazioni, nonché l’attenzione e gli investimenti per progettare e realizzare le migliori soluzioni per le circular smart city di domani: comunità e luoghi in cui temi ambientali, sociali ed economici possano autoalimentarsi e dove imprese come la multiutility siano sempre più in grado di creare valore condiviso a beneficio di tutti i cittadini e del territorio.

“L’innovazione e lo sguardo al futuro sono nella nostra natura, come l’impegno per mantenere aperto il dialogo con le nuove generazioni – commenta Giuseppe Gagliano, Direttore Centrale Relazioni Esterne del Gruppo Hera – Lo facciamo, tra le altre cose, con progetti di educazione ambientale nelle scuole di ogni ordine e grado e con iniziative e campagne di sensibilizzazione per le comunità locali. Con questo nuovo progetto facciamo un passo in avanti, aprendo un tavolo creativo che siamo certi produrrà idee brillanti e concrete per i territori in cui operiamo”.

 

Gruppo BPER e Ance: sostegno alle imprese per la gestione del superbonus.

 

Comunicato stampa Gruppo BPER e Ance.

Siglato accordo per agevolare l’avvio di interventi di riqualificazione energetica e messa in sicurezza sismica

Modena, 11 maggio 2021- Il Gruppo BPER e l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) hanno siglato un accordo di collaborazione per assistere le aziende iscritte all’associazione nell’utilizzo del Superbonus 110% e di tutti gli altri bonus fiscali per la riqualificazione del patrimonio immobiliare.

L’intesa, estesa su tutto il territorio nazionale, prevede un sostegno reciproco per agevolare le aziende nella gestione dell’iter di accesso allo strumento fiscale, facilitando così l’avvio di interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza sismica degli edifici. Il Gruppo BPER, in particolare, mette  a disposizione delle imprese Ance prodotti e servizi dedicati.

“Con l’accordo siglato oggi Ance rafforza i rapporti con il sistema creditizio per fornire massima assistenza alle imprese sul territorio impegnate negli interventi di riqualificazione legati al Superbonus110%”, commenta il Presidente Ance, Gabriele Buia. “Per cogliere tutte le opportunità legate allo strumento  – aggiunge Buia – è necessario unire le forze per agevolare imprese e cittadini e consentire un accesso più ampio possibile al bonus, accelerando i tempi per l’avvio dei lavori e mettendo a sistema le professionalità di tutti gli attori coinvolti nel processo non più rimandabile di efficientamento energetico e messa in sicurezza sismica del patrimonio immobiliare del Paese.”

Il Vice Direttore Generale e Chief Business Officer di BPER Banca, Pierpio Cerfogli, dichiara: “L’accordo con Ance rappresenta un’ottima opportunità che permetterà al Gruppo BPER di fornire supporto alle imprese e professionisti associati attraverso la concessione di appositi finanziamenti e l’acquisto del credito d’imposta in relazione a lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico degli immobili agevolati con il Superbonus110%. Siamo fortemente convinti dell’importanza della relazione con Ance che ci permetterà di collaborare su tutto il territorio nazionale attraverso i referenti, individuati nei singoli territori, che agevoleranno la raccolta dei documenti, l’individuazione dei prodotti, dei servizi e la formula del credito più idonee”.

 

 

 

Aperitivi Psicologici con esperti: Due incontri in diretta Facebook sul tema coronavirus, psicologia e gli effetti a lungo termine.

 

Comunicato stampa Comune di Codigoro.

A distanza di un anno dalla pandemia, che ha profondamente inciso sulle abitudini di vita generali e sulle relazioni umane, il Servizio Pubblica Istruzione del Comune di Codigoro ha ritenuto di promuovere due aperitivi psicologici online, aperti a tutti, dal tema “Coronavirus e psicologia: gli effetti a lungo termine.”
Si tratta di un primo ciclo di appuntamenti serali, che avranno luogo  in diretta Facebook sul profilo del Sindaco Sabina Alice Zanardi, nel corso dei quali interverranno diversi, qualificati specialisti del settore.
“Stress e corpo nell’epoca del distanziamento sociale: gli effetti psicologici e somatici dello stress, tra paura e desiderio di contatto” è il titolo del primo incontro, dedicato alla fascia adulta, che si terrà venerdì 14 maggio, dalle ore 18 alle ore 19.
Interverranno il fisioterapista Alessandro Pavanello, lo psicologo Michele Contro ed il dietista, dottore in scienze e tecniche dell’attività motoria, preventiva e adattata, Francesco Marinelli.
La tematica sarà approfondita sotto il profilo psicologico, corporeo e motorio, mettendo in luce fattori di rischio e suggerendo le buone pratiche per un corretto stile di vita e per la promozione del benessere psico-fisico.
Il secondo appuntamento in programma, dedicato all’infanzia e all’adolescenza, si terrà, invece, sempre in diretta Facebook sul profilo del Sindaco, mercoledì 26 maggio, dalle ore 18 alle ore 19.
“Essere genitori oggi. Pandemia e crescita di bambini, bambine ed adolescenti” è il tema di questo secondo incontro, nel corso del quale interverranno la psicologa dello sviluppo e dell’educazione Laura Orlandini e l’educatore professionale, Alberto Urro. Si parlerà di sofferenza diffusa e marcata dei bambini e degli adolescenti nell’anno appena trascorso e di come essa si sia manifestata. Saranno forniti suggerimenti per comprendere, arginare e trasformare il disagio. Coloro che volessero porre domande agli esperti, potranno intervenire nello spazio riservato ai commenti, durante la stessa diretta Facebook.
Entrambi gli incontri saranno fruibili, anche in seguito, sul canale You Tube del Comune di Codigoro e sul profilo Facebook comunale.

 

Sanità: Dopo la Cartella della Gravidanza, arriva in Emilia-Romagna anche quella del Neonato.

 

Sanità. Dopo la Cartella della Gravidanza, arriva in Emilia-Romagna anche quella del Neonato: “Non da sola. Dopo la nascita, comprendere per crescere. Insieme”. Un nuovo strumento della Regione pensato per le prime settimane dopo la nascita. L’assessore Donini: “A fianco delle donne, lungo tutto il percorso”.

Da Piacenza a Rimini, oltre la metà delle gestanti (56,5%) si rivolge ai Consultori pubblici per l’assistenza in gravidanza. Nascite in calo nel 2020 (-4%), in linea con il trend nazionale.

Bologna – L’importanza del contatto “pelle a pelle” tra mamma e neonato, il calendario vaccinale, l’allattamento. Ma anche i cambiamenti corporei dopo il parto, il recupero della forma fisica, la cura delle suture perineali.

In Emilia-Romagna c’è un nuovo strumento per aiutare le neo-mamme (e i neo-papà) durante le prime settimane dopo la nascita, con tutte le informazioni per rispondere nel migliore dei modi a dubbi, necessità e bisogni propri e del piccolo: è la Cartella del Neonato “Non da sola. Dopo la nascita, comprendere per crescere. Insieme”, messa a punto dalla Regione. L’obiettivo è quello di accompagnare i nuovi genitori in questa importante fase della vita, fornendo informazioni aggiornate che possano facilitare la comunicazione tra loro e i professionisti che incontreranno, in modo da realizzare scelte appropriate e serene.

Questo utile strumento informativo si compone di una cartellina che al suo interno contiene due opuscoli: il primo è dedicato alla salute della mamma, il secondo si focalizza sul neonato. Entrambi sono composti da schede monotematiche che prendono in esame argomenti diversi: l’opuscolo sulla salute della mamma tratta, tra gli altri, temi quali la riabilitazione del pavimento pelvico, la contraccezione dopo il parto, la cura delle suture perineali. Quello dedicato al neonato approfondisce argomenti come il contatto pelle a pelle, le vaccinazioni, la cura del moncone ombelicale, l’allattamento.

“In Emilia-Romagna il parto è un momento non solo importante, ma che si svolge in maniera consapevole, oltre che sicura- commenta l’assessore alle Politiche per la Salute Raffaele Donini-, con la possibilità, per tutte le donne, di essere prese in carico nei nostri servizi in tutte le fasi: dal concepimento ai nove mesi dell’attesa, al parto. Di questo percorso virtuoso- aggiunge l’assessore- fanno parte anche gli strumenti cartacei digitali messi a disposizione per aiutare le donne a orientarsi, con un’attenzione rivolta soprattutto a quelle che, per i motivi più diversi, hanno maggiore bisogno di sostegno”.

Frutto del lavoro di un gruppo multidisciplinare della Commissione tecnico scientifica sul Percorso Nascita, basato su evidenze scientifiche e nel rispetto dei più recenti provvedimenti nazionali e regionali, la Cartella del Neonato sarà distribuita a tutte le donne che partoriscono in Emilia-Romagna al momento della dimissione dal punto nascita, o a seguito di un parto in ambiente extra-ospedaliero.

Tutti i contenuti della Cartella del Neonato sono anche liberamente consultabili e scaricabili dalle pagine del sitodel Centro di Documentazione sulla salute materna e riproduttiva, SaPeRiDoc, all’indirizzo https://www.saperidoc.it/cartella-neonato

Uno strumento di sostegno ai genitori che va dunque a completare l’offerta informativa sul Percorso Nascita che la Regione ha avviato nel 2015 con la Cartella della Gravidanza, distribuita in formato cartaceo a tutte le donne nei Consultori familiari, disponibile on line dal sito www.saperidoc.it e attraverso l’App “Non da sola” scaricabile gratuitamente e disponibile per smartphone e tablet Android e iOS.

La fotografia 2020 dei parti in Emilia-Romagna:

Sulla base dei dati ricavati dai Certificati di assistenza al parto (CedAP), nel 2020 in Emilia-Romagna ci sono stati 29.868 parti, con 30.321 neonati venuti alla luce: un dato in calo di 1.279 unità (-4%) rispetto all’anno precedente, secondo un trend in linea con quanto accade a livello nazionale.

Le donne alla prima gravidanza sono il 40,6% del totale. La quota di madri con cittadinanza straniera è passata da 24,6% del 2007 a 32,3% del 2020, e l’età media al momento del parto è pari a 32 anni (stabile negli ultimi 5 anni). La quota di donne che partoriscono dai 35 anni in su è del 34,7%; negli anni è aumentato il numero di quelle in fascia di età ≥40 anni (passata da 5,5% nel 2007 a 9% nel 2020). Il 23,7% delle madri ha una scolarità che non supera la licenza di scuola media inferiore mentre il 35,9% è laureata o con diploma universitario. Il tasso di occupazione delle madri è pari al 64,3% e il 9% risultano disoccupate o in cerca di prima occupazione.

Oltre la metà delle donne (56,5%) si rivolge ai Consultori pubblici per l’assistenza in gravidanza (dato in aumento negli anni), il 5,2% ad ambulatori ospedalieri e il 37,2% a professionisti privati. Il tasso di parti cesarei è del 23,5% (dato in costante calo).

Unife: Unico Ateneo italiano a partecipare al primo studio di archeogenetica sull’evoluzione del microbioma orale.

Comunicato stampa Università degli studi di Ferrara.

I batteri orali, una sorpresa per la nostra storia evolutiva: Il primo studio di archeogenetica sull’evoluzione del microbioma orale negli ultimi 40 milioni di anni. Unife l’unico Ateneo italiano a partecipare.

Persino la semplice placca che ricopre i nostri denti, e che spazzoliamo via attentamente ogni giorno contiene, in realtà, piccoli ma straordinari indizi riguardo all’evoluzione della nostra specie e alla nostra salute giornaliera.

In un articolo appena pubblicato sulla rivista scientifica PNAS, un gruppo internazionale digenetisti e paleoarcheologi ha messo a confronto la placca dentale trovata in fossili di Sapiens e Neandertal con quella presente sui denti di scimpanzé, gorilla e scimmie urlatrici. 

L’approccio ha coinvolto un nutrito gruppo di collaboratori operanti in diversi campi scientifici e ha permesso di ricostruire una completa immagine del nostro passato.

Tra gli autori del lavoro, il professor Marco Peresani dell’Università di Ferrara, che dirige gli scavi nei siti archeologici di Grotta de Nadale (Vicenza) e Grotta di Fumane (Verona) da cui provengono i denti decidui di Neandertal analizzati, risalenti rispettivamente a70mila e 54-47 mila anni fa.

“L’analisi della placca dentale fossile ha identificato dieci gruppi di batteri che hanno fatto parte del nostro bioma per oltre 40 milioni di anni, e che sono inoltre condivisi con altre specie di primati da oltre 40 milioni di anni. Questi batteri ricoprono funzioni essenziali per la nostra salute oralema sono raramente studiati, e in alcuni casi nemmeno conosciuti”, spiega Peresani.

Dal confronto tra le specie batteriche ritrovate nei denti dei nostri diretti antenati Sapiens, nei Neandertal e in quello dei primati emerge anche un dato sorprendente:

“Nonostante le molte similitudini con altri primati, lo studio ha rivelato che il nostro microbioma è in realtà più simile a quello dell’Uomo di Neandertal, fino a risultare da quest’ultimo quasi indistinguibile”, continua James A. Fellows Yatesa, giovane ricercatore del Max Planck Institut di Monaco (Germania), primo autore dell’articolo.

Lo studio mette in luce anche alcune differenze, grazie alle quali è stato possibile rivelare che i Sapiens che popolavano l’Europa durante l’ultima Era Glaciale possedevano alcuni ceppi batterici in comune con i Neandertal, sebbene questi ceppi non siano più presenti nella nostra specie al giorno d’oggi.

Altra scoperta interessante riguarda un differente gruppo di batteri specificamente adattato a consumare l’amido, identificato sia nei Sapiens che nei Neandertal:

“Sorprendentemente, questo risultato suggerisce che cibi contenenti amido potrebbero essere entrati a far parte della dieta umana molto prima dell’introduzione dell’agricoltura: addirittura anche prima della comparsa degli uomini anatomicamente moderni”, argomenta Marco Peresani.

Cibi di questo tipo, come radici, tuberi e semi, sono ricche fonti di energia. Per questo, la transizione dei nostri antenati verso una dieta ricca in amido potrebbe essere messa in relazione con i cambiamenti nell’architettura del cervello che caratterizzano la nostra specie Homo sapiens, ma che hanno anche favorito l’aumento encefalico dei Neandertal.

Ricostruire il menu dei nostri antenati,grazie anche allo studio dei batteri orali, potrebbe quindi aiutare a comprendere i primi cambiamenti nella dieta che hanno contribuito a renderci distintamente umani.

“Il nostro microbioma orale si è evoluto di pari passo con la nostra specie per oltre un milione di anni, e c’è ancora molto da scoprire. Persino la semplice placca che ricopre i nostri denti, e che spazzoliamo via attentamente ogni giorno contiene, in realtà, piccoli ma straordinari indizi riguardo all’evoluzione della nostra specie e alla nostra salute giornaliera”, conclude il professore Marco Peresani.

 

UNA VITA MIGLIORE

 

Provai grande delusione quando finirono le speranze di dar vita a una società migliore, trasformata dagli ideali del Sessantotto. Certo quel movimento aveva le sue contraddizioni e la lotta a una società ingiusta era troppo spesso motivata da frustrazioni e rancori personali, dalla noia di un’esistenza troppo comodamente borghese o dall’aspirazione a un potere alternativo non meno elitario. Ma è innegabile che in quel periodo fiorirono nobili ideali di emancipazione e fratellanza tra gli uomini che ancora oggi meritano di essere perseguiti. Per molti anni ho ricercato vanamente un’attività che in qualche modo potesse ridarmi quell’entusiasmo e quella voglia di realizzare qualcosa al di là dell’angusta sfera della dimensione personale.
Poi, un giorno, del tutto casualmente, ho cominciato a praticare lo Yoga e ho appreso così che lo Yoga classico, diversamente da molte fantasiose e discutibili interpretazioni contemporanee, non si limita solo a migliorare la gestione equilibrata delle risorse personali (fisica, energetica e mentale), ma che non può prescindere anche dalla ricerca dell’armonia con l’ambiente circostante: uomini, animali, natura. Questo perché alla base dello Yoga, così come di altre discipline orientali, c’è una visione di sostanziale unità della vita e dell’interdipendenza delle sue manifestazioni. Il benessere profondo, dunque, necessita di realizzare unione con la Vita (yoga vuol dire unione) e svolgere il proprio ruolo in sintonia con gli eventi, in ogni momento della giornata. Centrati quanto più possibile nel Sé interiore, si affrontano le diverse situazioni della vita, cercando di dare il meglio in ogni occasione. Si vive così profondamente soddisfatti per il solo fatto di essere, comunque, dovunque.

Questa visione della vita è evidentemente diversa dalla ricerca della felicità, così come viene intesa nella società occidentale contemporanea, in cui si ricerca generalmente il piacere che deriva dal possedere quantità sempre più crescenti di beni materiali e dalla capacità di assumere ruoli sociali che ci distinguano per importanza e ci facciano sentire ‘migliori’ degli altri. Realizzarsi è diventato desiderare qualcosa, essere qualcuno.
Ma il benessere materiale e il successo personale non sono mai sufficienti, e gli individui, per quanto possano avere o essere, sono ben lontani dalla felicità. Molte persone vivono una tensione ininterrotta e nevrotica verso un piacere effimero e di breve durata; stimolati da una costante pressione dei mezzi di comunicazione, ricercano in modo ossessivo la conquista di sempre nuovi desideri.
Con il prevalere dei valori tecnico-economici, per cui il successo è misurabile in termini di denaro e di notorietà, ci si allontana però dalle esigenze umane più profonde. Manca sempre più un quadro di riferimento condiviso e un comune senso della vita; ciò provoca l’accentuarsi di un individualismo che alimenta un concetto di libertà senza limiti, dove tutto è praticabile per riempire solitudine e vuoto esistenziale. Viene esaltata la retorica di una libertà di scelta che nasconde irresponsabilità, incapacità di autodisciplina e sacrificio. La vita è spesso percepita priva di senso e di scopi degni di essere perseguiti.

Credo sia ormai evidente la necessità di sviluppare un diverso modello sociale, in sintonia con l’attuale globalizzazione, processo di interdipendenze economiche, sociali, culturali, politiche e tecnologiche, che può essere visto come opportunità di operare con una visione unitaria del mondo.
L’importanza del singolo va inquadrata all’interno della comunità umana, dalla quale si può ricevere posizione e significato; è fondamentale che gli individui si sentano uniti dalla consapevolezza di lavorare in una comune direzione e sappiano perseguire esigenze e scopi comuni. Solo se si riesce a vedere il vantaggio di superare i propri interessi particolaristici, si può costruire un mondo giusto e solidale, in cui si ponga un limite allo sfruttamento delle risorse umane e ambientali e si adotti uno sviluppo sostenibile, finalizzando le politiche economiche globali alla lotta contro la disuguaglianza e la povertà. Un tale modello di sviluppo sposa «un modello ‘ecologico’, in base al quale la vita delle parti è tanto migliore quanto migliori sono le relazioni tra le parti» (G, Pasqualotto, East & West, Marsilio).
Risulta ormai urgente porre le basi di un nuovo umanesimo, che metta l’uomo al centro e consideri la tecnica come strumento per la sua realizzazione e felicità, contrastando la tendenza che vede gli uomini al servizio dei beni e della ricchezza. Determinante è un rinnovamento della cultura, tramite l’integrazione di tutte le conoscenze umane, e dell’educazione, con cui alimentare la crescita di individui capaci di costruire un mondo migliore.
Ritengo indispensabile che i diversi tipi di conoscenza sviluppati in ogni parte del pianeta possano connettersi utilmente; in particolare, ritengo auspicabile l’integrazione tra la scienza e la spiritualità.

Lo sviluppo dell’atteggiamento scientifico e del sapere critico-razionale, che hanno portato a indubbi successi relativamente alla qualità e alla durata della vita – (basti pensare agli effetti delle tecnologie di produzione alimentare e della scienza medica) – non è sufficiente a interrogarsi e a progredire sui significati del vivere.
La conoscenza sempre più forte del legame tra gli esseri e il loro mondo, la percezione di questo legame globale è piuttosto l’oggetto caratteristico di una “via del cuore”, una funzione dell’anima, la cui cura resta, ancora oggi, di fondamentale importanza. Proprio l’aspetto spirituale, con la sua visione di una dimensione unitaria dell’uomo e della vita, merita una rinnovata interpretazione, che ispiri azioni di ricerca e sperimentazioni, le quali pragmaticamente offrano soluzioni per superare le attuali criticità sociali dell’Era globale.
Può essere utile una spiritualità che non necessita dell’adesione ad alcun credo religioso, e che al tempo stesso non lo escluda, che non sia necessario catalogare con nessuna formula e che possa essere patrimonio di chiunque, ma che soprattutto si esprima e sia valutata in fatti concreti, in azioni e comportamenti che aiutino il cammino degli esseri umani; che si fondi sulla reale aderenza a principi e valori comuni di fratellanza umana e rispetto dell’ambiente, concretamente espressi nel quotidiano con sentimenti di vicinanza, comunione, condivisione e coesione tra gli esseri. Questi valori devono guidare le scelte, orientare il desiderio, indicare il senso di ogni attività, costituire oggetto fondamentale di trasmissione educativa, fornendo un senso di appartenenza che dia forza per superare le capacità meramente individuali.
Si potrà così coltivare un Uomo globale, che potrà affrontare utilmente le sfide del futuro, comprendendo quanto la collaborazione sia lo strumento più efficace per ottenere i risultati desiderati; egli dovrà avere come obiettivo il migliore destino comune per l’umanità intera, conscio dei legami tra gli individui. Sarà pertanto necessario coltivare apertura mentale, flessibilità e disponibilità a ridiscutere le proprie conoscenze, alla luce di nuove possibilità, trovando ogni volta il pensiero e l’azione più adatta per raggiungere un nuovo equilibrio adatto al mutare degli eventi. Sempre più privo di soluzioni già pronte per l’uso, ovunque e comunque valide, l’essere umano è spinto a sviluppare la consapevolezza, oltre che delle connessioni tra i vari saperi, dei limiti di ognuno di essi e a scegliere liberamente tra più opzioni, nonché a sapere ridiscutere le sue convinzioni quando queste si dimostrino superabili.

Questa consapevolezza è la base più adatta per disegnare un futuro pragmaticamente utile per una visione della vita da cui sviluppare chiarezza, ordine e valore, in sintonia con le conoscenze più moderne. Con questa idea pratico e insegno da molti anni EduYoga, un metodo che ho sviluppato a partire dalle ‘vie’ dello Yoga classico, che ha l’obiettivo di educare il praticante a realizzarsi con generale soddisfazione, esprimendosi in ogni momento della vita con la miglior sintonia possibile al mutare delle situazioni. Ritengo che un percorso di evoluzione e di cambiamento consapevole, nel rispetto delle proprie esigenze e di quelle dell’ambiente circostante, possa supportare lo sviluppo di individui che, migliorando se stessi e le loro relazioni con il mondo che li circonda, siano portatori di benessere, pace e cooperazione.
Nel corso della mia esperienza ho avuto modo di verificare che anche il mondo dello Yoga non nasconde pericoli e contraddizioni. Ho frequentato insegnanti che plagiavano i loro allievi, sono stato costretto ad allontanarmi dalla più grande associazione italiana di insegnanti di yoga perché, insegnando gratuitamente, sono stato accusato di svolgere concorrenza sleale nei confronti dei “professionisti” dello Yoga e ho commesso il terribile errore di credere che donare senza pretendere nulla in cambio fosse in sintonia con un percorso di ricerca spirituale. Ciò nonostante continuo nella mia attività di ricerca e di condivisione perché, indipendentemente dalle inevitabili contraddizioni, penso ancora che perseguire un ideale apprezzabile, seppur con un adeguato senso della realtà, mi aiuti a cercare un’esistenza migliore per me e per gli altri, con i quali condivido questo viaggio della Vita.

Comacchio: Fragole, le varietà CIV presenti in oltre 60 paesi.

 

Comunicato stampa C.I.V. Consorzio Italiano Vivaisti.

Le nuove varietà di fragole CIV in vetrina alla nona edizione del Simposio Internazionale della fragola ISS 2021:

I due breeders Leis e Diamanti: “Utile confronto a livello globale. Grazie agli organizzatori Crea e Politecnico delle Marche. Arrivederci alla prossima edizione del Simposio nel 2024 in Cina”.

A conclusione del Simposio Internazionale della fragola 2021, lo scorso Mercoledì 05 Maggio 2021 si è svolta la presentazione del Campo varietale ISS2021 a Martorano 5 di Cesena con una cospicua presenza di nuove varietà di fragole del Consorzio Italiano Vivaisti.  I due breeders del  CIV,  Michelangelo Leis e Jacopo Diamanti,  hanno illustrato le principali caratteristiche di numerose fragole unifere ad alto fabbisogno di freddo e varietà rifiorenti: Muranopbr, Clerypbr, Jolypbr, Apricapbr Sibillapbr, Vivarapbr, CIVN223*/Annely®, CIVNB557pbr/Lycia®, CIVN251pbr/Quicky®, Delypbr e Nandipbr (quest’ultima presentata dal licenziatario COVIRO di Cervia).

“Con le nostre varietà di fragole siamo presenti su tutto il panorama mondiale della fragolicoltura in oltre 60 Paesi. Abbiamo varietà leader in Francia come Clerypbr, prima anche tra le precoci in Germania, o come Muranopbr che è tra le varietà più coltivate in Inghilterra. Con la ricerca sulle nostre varietà unifere e rifiorenti abbiamo avviato collaborazioni in Usa, Messico e Sud Africa – dicono i due breeders – Grazie alla consolidata esperienza, ai continui investimenti in Ricerca & Sviluppo, alla sinergia e cooperazione con i più qualificati centri di ricerca pubblici e privati a livello internazionale, CIV è da sempre impegnato nella innovazione varietale grazie a caratteristiche sensoriali di elevata qualità, adattabilità e resistenza alle principali patologie per rispondere alle esigenze della produzione, soddisfare differenti segmenti di clientela e preservare la natura”.

“L’edizione ISS 2021 – continuano i due breeders – è stata quindi una ottima opportunità per il CIV di confrontarsi con il mondo della ricerca e sperimentazione grazie ad interessanti contributi e spunti di riflessione di relatori di alto livello e/o di partecipanti istituzionali, accademici ed operatori aziendali internazionali del settore. Abbiamo peraltro avuto l’onore di aver parzialmente contribuito ai contenuti del Simposio con la relazione scientifica “Genetic improvement on strawberry and state of the art of 40 years of CIV experience” del dott. Saverio Orsucci, la sponsorizzazione del Virtual Technical Tour Northern Area e la presenza di alcune nostre varietà nel Virtual Technical Tour Southern Area.”

Il CIV –  concludono i breeders Michelangelo Leis e Jacopo Diamanti – ringrazia quindi gli organizzatori del 9° Simposio ISHS-ISS (Simposio Internazionale della Fragola) – Crea ed Università Politecnica delle Marche – per l’ottima organizzazione dell’Evento condividendo il messaggio di chiusura del Prof. Bruno Mezzetti “Tenere alta la memoria del passato, guardando al futuro” nel segno di un continuum nel campo della ricerca e sviluppo della fragolicoltura che unisce senza soluzione di continuità il prezioso lavoro scientifico già realizzato finora ed il presente e futuro lavoro di ricerca e sviluppo che stiamo oggi svolgendo e attende tutti noi nei prossimi anni.  Arrivederci dunque alla prossima edizione del Simposio internazionale sulla fragola nel 2024 in Cina.”

 

Scheda / CIV Programma breeding Fragola:

Attivo dal 1984, si è sviluppato lungo quattro linee di ricerca: fragole per ambienti a clima temperato mediterraneo, per ambienti a clima continentale, rifiorenti e varietà adatte alla trasformazione industriale. Utilizzo di tecniche classiche, e sviluppo di nuove varietà che garantiscano produzioni elevate e frutti di ottima qualità, assieme ad una naturale rusticità e vigoria delle piante, costituiscono obiettivi primari del CIV per offrire al mercato nazionale e a quelli internazionali non solo qualità ma il massimo della eco-sostenibilità.

 

Scheda / CIV – Consorzio Italiano Vivaisti:

Il CIV – Consorzio Italiano Vivaisti – è leader in Italia nell’innovazione varietale e nella produzione di materiali di propagazione certificati. Attivo dal 1983, con sede a San Giuseppe di Comacchio, in provincia di Ferrara, il CIV è composto dai tre vivai italiani leader nel settore: Vivai Mazzoni, Salvi Vivai, Tagliani Vivai. Attraverso la sinergia, l’esperienza e gli investimenti importanti nella ricerca, CIV è in grado di offrire prodotti all’avanguardia e più rispondenti alle esigenze del mercato. Il CIV, con grande lungimiranza, è impegnato da anni a selezionare varietà che possono fornire produzioni di alta qualità con ridotto fabbisogno energetico e basso impatto ambientale. Nel complesso i tre vivai producono ogni anno circa 5 milioni di portinnesti, 3,5 milioni di piante di mele, pere e drupacee, 150 milioni di piante di fragola. CIV è un membro fondatore dell’International New-varieties Network (INN), un’associazione mondiale di vivai che promuove lo scambio, la valutazione e la commercializzazione di nuove varietà nelle principali aree di produzione nel mondo.