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Giorno: 2 Settembre 2021

Balamòs Teatro alla Carcere Femminile di Giudecca:
incontro con il regista di “Ariaferma” Leonardo Di Costanzo e gli attori Silvio Orlando e Salvatore Sasà Striano

di Michalis Traitsis

Biennale Cinema di Venezia 2021 alla Casa di Reclusione Femminile di Giudecca:
incontro con il regista del film Ariaferma Leonardo Di Costanzo e gli attori Silvio Orlando e Salvatore Sasà Striano

Una iniziativa di Balamòs Teatro – progetto teatrale “Passi Sospesi”

Prosegue la proficua collaborazione tra gli Istituti Penitenziari di Venezia e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, con le attività coordinate da Michalis Traitsis, regista e pedagogo teatrale di Balamòs Teatro e responsabile del progetto teatrale “Passi Sospesi”, attivo dal 2006 negli Istituti Penitenziari veneziani. Avviate nel 2008, le iniziative si svolgono dentro e fuori gli Istituti Penitenziari durante il periodo della Biennale Cinema (Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, Casa Circondariale Maschile di Santa Maria Maggiore, Venezia).

In questi anni, sono stati organizzati incontri, conferenze, proiezioni di documentari sul progetto teatrale “Passi Sospesi” nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, ma anche all’interno degli Istituti Penitenziari. Nelle ultime edizioni Michalis Traitsis invita registi e attori ospiti della Mostra per un incontro con la popolazione detenuta, preceduto dalla presentazione dei film più rappresentativi degli artisti ospitati. Negli anni passati hanno visitato le carceri veneziane Abdellatif Kechiche, Fatih Akin, Mira Nair, Gianni Amelio, Antonio Albanese, Gabriele Salvatores, Ascanio Celestini, Fabio Cavalli, Emir Kusturica, Concita De Gregorio, David Cronenberg, Paolo Virzì, Daniele Luchetti.

Grazie a Biennale di Venezia e alla Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, nell’ambito della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di VeneziaMartedì 7 Settembre 2021, alle ore 15.00, presso la Casa di Reclusione Femminile di Giudecca, si svolgerà un incontro tra le donne detenute e il regista cinematografico Leonardo Di Costanzo, gli attori Silvio OrlandoSalvatore Sasà Striano, che con il film Ariaferma” (ambientato in un carcere immaginario), parteciperanno alla Mostra del Cinema di Venezia 2021.

Locandina del film “Ariaferma”, Italia, 2021, fuori concorso alla 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

“Il film – dichiara il regista –  è ambientato nel carcere di Mortana, un vecchio carcere ottocentesco, situato in una zona impervia e imprecisata del territorio italiano, in dismissione. Per problemi burocratici i trasferimenti si bloccano e una dozzina di detenuti rimane, con pochi agenti, in attesa di nuove destinazioni. In un’atmosfera sospesa, le regole di separazione si allentano e tra gli uomini rimasti si intravedono nuove forme di relazioni. Al centro, insomma, il rapporto tra persone detenute e agenti di polizia penitenziaria”.

L’incontro è riservato agli autorizzati e si svolgerà all’aperto nel rispetto delle misure vigenti di prevenzione e contenimento della diffusione del coronavirus

La collaborazione di Balamòs Teatro con gli Istituti Penitenziari di Venezia e la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia ha come obiettivo quello di ampliare, intensificare e diffondere la cultura dentro e fuori gli Istituti Penitenziari ed è inserita all’interno di una rete di relazioni che comprende come partner il Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere, l’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, il Teatro Stabile del Veneto, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, il Centro Teatro Universitario di Ferrara e la Regione Veneto.

Sito internet di Balamòs Teatro: http://www.balamosteatro.org/
Sul film Ariaferma: https://www.mymovies.it/film/2021/dallinterno/

In copertina: Silvio Orlando e Toni Servillo in una scena del film “Ariaferma” del regista Leonardo Di Costanzo

Riaperture Photofestival Ferrara 2021:
dal 10 settembre al 3 ottobre 2021 – tutti i weekend

Non può mancare la FORMAZIONE nel nostro Photofestival IDEALE
L’anno scorso è nata Riaperture Academy, un contenitore a tema formazione che si sviluppa in maniera continuativa durante l’anno.
La fotografia non è solo scattare: l’idea, la creatività, la tecnica, lo sviluppo di un progetto, ma anche la promozione del proprio lavoro. Riaperture Academy è il luogo in cui misurarsi e in cui sentirsi curiosi; un luogo nel quale la passione non manca mai.
Per il nostro Photofestival IDEALE abbiamo voluto crearci due grandi opportunità … ve le raccontiamo proprio qui sotto

“Il contenuto del workshop sarà un’esperienza per testimoniare la propria sensibilità fatta di invenzione, emozione, pensiero, fantasia, versatilità, un pensiero avventuroso che fa a pezzi le regole, perché la fotografia creativa non deve riprodurre il visibile ma rendere visibile il suo “Invisibile”, confermando così una testimonianza con risultati di indipendenza fotografica con la quale ognuno si determina in un’autonomia creativa con contenuti d’identità.
E perché il colore? Perché il colore è anche una sensazione fisiologica, interpretazione psicologica ed emozionale, modo e mezzo di conoscenza ed è per questo fondamentale soprattutto nella fotografia.”
Franco Fontana

“In un mondo dove la tecnologia ha cambiato l’informazione, dove la fotografia è accessibile a molti e le immagini sono diventate un linguaggio universale, se saremo in grado di scegliere le immagini giuste, saremo considerati dei bravi fotografi, diversamente, i nostri scatti si perderanno nel caos digitale.”
Fabio Bucciarelli
riaperture

 

 

Info e biglietti:
www.riaperture.com
https://www.facebook.com/riaperture/
Instagram @riaperturefe

Parole a capo
Roberto Dall’Olio: Cinque poesie da “Monet cieco”

“Ciò che tiene sveglio il mio cuore è il silenzio colorato.”
(Claude Monet)

Monet è cieco

Monet è cieco
Perché non vede il nero
Non lo ama
Non lo capisce
Lui il cercatore della luce
Delle sue sfumature
Aveva il pregiudizio del nero
No maestro
Il nero si ama
Se non si hanno pregiudizi
come il tuo nero
di donna
Che muta
In ogni momento

 

Vorrei che tu mi gettassi il tuo giallo addosso

Vorrei che tu mi gettassi
il tuo giallo addosso
Per farmi girasole
Mettermi i binocoli
Per varcare i confini degli occhi
Spargerti il mio liquore chartreuse
Come crema antirughe
Nonostante la tua pelle liscia
Da biliardo
Da luna
In un miliardo
Di stelle
Io vorrei
I tuoi caffè
Sentire
La adrenalina
Del tuo volto che riaffiora
Dal riso
Come una mondina

 

Io sono

Io sono
Resto
E voglio rimanere
Un marginale
Quanta vita
Nelle ore spente
Mai morte
Assopite
Trovo la pagina bianca
Il tuo bianco
Miniera apuana
remo
in un canale
Tu porti la bianchezza
All’estremo
All’ideale

Novembre

novembre
Rubino
Rosso
Rubizzo
Un guizzo
Di primavera
Dei suoi morti
Colori
In breve risorti
Addosso
A te
A noi
Novembre
Giallo
Marrone
Un burrone
Di lampi
Di saette
Nel sereno sbiavido
Pallido
Di cera
Il vento
allacca
Le miti foglie
La luce
non le intacca

 

Non sarebbe mai ora

Non sarebbe mai ora
Di scrivere
Ancora
Dopo il miracolo
Dell’aurora
Di una marea di luce
Rovescia
Una pinta di birra
Tra le umide tavole
Di un pub sul mare
Sabbia azzurra
E la rosolia del cielo
Un amaro dei certosini
Quasi la pioggia
Di zecche isolate
Gocce
Sganciate
Da chissà quale vento
Il nostro
Distratto
Sempre attento

(Tutte le poesie sono tratte dalla raccolta  fresca di stampa “Monet cieco”, edizioni Pendragon, disponibile nelle migliori librerie, in particolare a Bologna e Ferrara)

Roberto Dall’Olio (1965), bolognese, docente di filosofia e storia al Liceo Classico Ariosto di Ferrara. Ha pubblicato diversi volumi di poesia. E’ del 2015 il poema “Tutto brucia tranne i fiori” Moretti e Vitali editore- nota di Giancarlo Pontiggia postfazione di Edoardo Penoncini – con il quale ha vinto il premio Va’ Pensiero 2015. Con l’editore L’Arcolaio ha pubblicato il poema Irma con note di Merola, Muzic, Sciolino, Barbera e la raccolta di poesie “Se tu fossi una città” con nota di Romano Prodi. Nel 2021 ha pubblicato Monet cieco (Ed. Pendragon). Vive a Bentivoglio nella pianura bolognese dove è presidente della sezione locale dell’ANPI.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

Le storie di Costanza /
Settembre 2060 – Amori

31Ad Axilla piace Dylan, ma non sappiamo se a Dylan piace Axilla.
Cosmo-111 detesta Dylan, dice che è brutto e antipatico. Cosa non vera a detta di tutti i Santoniani. I Santoniani sbagliano raramente, a maggior ragione se si confrontano tra loro e raggiungono una visione unitaria della questione in discussione. Cosmo-111 è geloso, strano per un mezzano distinto e intelligente come lui.

Dylan è alto circa un metro e ottantacinque, non altissimo vista l’altezza media dei ventenni attuali che si attesta intorno al metro e novanta, con punte che superano abbondantemente i due metri e numeri di scarpe che superano il cinquanta.

Intorno alle altezze medie dei nostri giovani si sono diffuse le leggende metropolitane più svariate. “Hanno mangiato troppa carne contenente ormoni da piccoli, oppure hanno mangiato troppe proteine. È colpa del clima che è cambiato, della gravità della terra che è leggermente diminuita, della luna che ha aumentato il suo influsso sull’altezza (come se far crescere più o meno un bambino sia come determinare il flusso di una marea). Oppure dipende da una mutazione genetica iniziata non si capisce né come né quando, è un accidente della vita e non ha nulla a che fare con tutto ciò, oppure, al contrario, ha a che fare con tutto ciò, ma non con uno solo di questi eventi scatenati che quindi non possono essere considerati tali”.

Mia madre Cecilia racconta che quando mio fratello Enrico era piccolo una volta mi ha detto:
“Valeria devi smettere di crescere, tutti gli esseri viventi molto rari e grossi sono a rischio di estinzione, pensa a quel che è successo ai dinosauri. Alcuni erano talmente grossi e talmente grandi che mangiavano tantissimo, a un certo punto non hanno più trovato sufficienti alimenti e sono morti di fame. Altri sono stati uccisi da un grande meteorite e altri ancora si sono sbranati tra loro. Il fatto che fossero così grossi ha sicuramente influito sulla loro estinzione, sono spariti dalla faccia della terra”.

Poi Enrico era andato a prendere una delle sue ottanta statuine di dinosauro e aveva aggiunto: “Lo vedi questo? è un triceratopo, il mio preferito, non so cosa darei per vederlo vivo e invece è morto da milioni di anni e mai lo vedrò.”
Mia madre racconta che ero scoppiata a ridere ma Enrico, sempre più serio, aveva continuato imperterrito: “Ti consiglio di mangiare di meno e di stare poco al sole”.
“Poco al sole?”  gli avevo chiesto” “Si, poco al sole” aveva risposto.
“Come le piante, più stanno al sole e più crescono. Come i frutti più stanno al sole e più maturano. Vai a vedere i pomodori nel nostro orto, sono rossi ma proprio rossi e verdi non lo diventeranno più. Non devi crescere troppo perché finirai per estinguerti”.

Quando ricordano questa storia dei dinosauri, mia madre e mio fratello Enrico ridono di gusto.
“Quando saranno più grandi, dovrò raccontare questa storia a Marlon e a Gyanny. Secondo me si divertiranno anche loro” ho detto a mio fratello.
“Assolutamente no!” mi ha risposto lui.

Credo che, almeno per ora, non voglia che i suoi figli sappiano che lui era un appassionato di dinosauri con un forte dispiacere per la loro estinzione e una forte preoccupazione per la conseguente estinzione degli esseri umani che, secondo lui, stavano diventando troppo grandi.
Comunque, aldilà di questo aneddoto casalingo, i nostri attuali giovani sono molto alti, e per ora, non si sono estinti.

Dylan, il preferito di Axy, ha i capelli ricci e neri, gli occhi scuri e la pelle chiara. Credo che piaccia ad Axilla perché, oltre al buon aspetto fisico, è gentile e intelligente. Fa il terzo anno di Giurisprudenza a Trescia. Impara tutto velocemente. Un possibile secondo avvocato in famiglia. Uno lo abbiamo già, non avremmo difficoltà ad accogliere il secondo. Tutti noi ci imparenteremmo con lui volentieri, tranne Cosmo-111.“Dylan nooo. Non sa niente, non mangia il gelato, non pulisce la casa, non sa cantare!. Io non lo voglio”. Cosmo-111 è gelosissimo di Axilla, senza attenuanti. Davvero una strana storia, considerando che Cosmo-111 è un robot di nuova generazione.

Eppure l’apprendimento per imitazione scatena anche questo. Si instaura una forma di attaccamento con l’umano, di riferimento primario che assomiglia ad un matrimonio d’intenti, non programmato, ma vissuto ogni giorno. Naturalmente la relazione che si genera utilizza le modalità “possibili” dai mezzani e non prevede sesso e riproduzione. Si concretizza in una forma di affettività fatta di necessità per la sopravvivenza. Sicuramente i nostri robot-111 sono molto dipendenti da chi interagisce con loro, dà loro da mangiare, li copre e protegge dai temporali, passa qualche ora con loro giocando, oppure cantando canzoni bizzarre.

Nel mondo dei mezzani non esiste alcun legame tra attaccamento e riproduzione. La riproduzione è un fattore meccanico e basta. Negli esseri umani questo modus sembrerebbe inaccettabile, ma di fatto è prossimo a quello che a volte succede, a quello che a volte è sempre successo anche nel ‘cristallino’ mondo degli umani. Non credo che si possa parlare di riproduzione umana ‘meccanica’  ma, di riproduzione ‘necessaria’ e indipendente dai sentimenti, sicuramente sì.

Quante volte i matrimoni sono stati e sono combinati per questioni politiche, legate al rango, al ceto sociale, all’appartenenza ad una casta (in pectore o davvero esistente e riconosciuta). Quante spose bambine ci sono, quanti matrimoni combinati dalla mafia perché un mafioso sposi la figlia di un altro mafioso e i panni sporchi si possano continuare a lavare in casa.

Il progresso ha eluso alcune tradizioni, ma ha anche ingessato dentro il silenzio alcune abitudini malate. Ogni tanto qualcuno prova a raccontare cosa sia l’omertà, ma raccontandola la fa emergere e l’emersione trasfigura la mostruosità.

Ogni tanto qualcuno racconta qualcosa di drammatico ma questo qualcosa è una ricostruzione mediata dalle poche e mal ricostruite informazioni circolanti e da un misto di pietismo, luoghi comuni, culture superate, trattati di antropologia di basso livello e anche un po’ di considerazioni qualunquiste, senza alcun valore.

Dylan ovviamente non c’entra con queste mie riflessioni e con la gelosia che Cosmo-111 nutre nei suoi confronti. Non sa che Cosmo-111 è geloso di lui e forse, se lo sapesse, se ne stupirebbe, visto che non sa nemmeno di piacere ad Axy.

Però Axilla e Dylan sono amici, vanno in giro in biciletta insieme, qualche volta in gelateria con un gruppo di coetanei, frequentano l’oratorio di Pontalba e si scambiano idee sulle feste parrocchiane, sulle iniziative pastorali e sulle funzioni religiose che li vedono spesso coinvolti come lettori ufficiali delle preghiere diffuse dal pulpito ai convenuti in preghiera.

Ho imparato con l’esperienza che tutto questo ‘fare insieme’ potrebbe cementare l’amore, ma potrebbe anche avvenire il contrario. Potrebbe succedere che un bel giorno, arrivi a Pontalba un Legolas (Il più bello degli Elfi, un personaggio di Arda, l’universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese J. R. R. Tolkien) a cavallo con la sua lunga chioma bionda e Axilla si metta a rincorrere il sogno che lui incarna.

Una nuova vita, nuove conoscenze, nuove abitudini e nuove speranze. L’amore scoppierà e Dylan verrà dimenticato insieme a tutto il resto. Questo potrà succedere o non succedere, dipende dagli accidenti della vita, dal caso e anche da come è fatta (dentro) una persona. C’è chi rincorre i sogni e non può vivere senza di essi e chi ama la (sua) quotidianità e non la potrebbe lasciare per nessuna ragione al mondo.

Chissà da che parte andrà il cuore di Axilla, se sceglierà Dylan, a patto che lui scelga lei, oppure incontrerà qualcun altro con altre caratteristiche che sembreranno quelle giuste, impellenti, necessarie e miracolose.

E poi, cosa sceglierà Dylan? Vorrà una ragazza come Axilla, bella, determinata, costante, diligente, con un carattere forte e dei programmi strutturati per il futuro. Potrebbe essere, ma potrebbe anche non essere. Magari arriverà una ragazza bionda con gli occhi azzurri che sa giocare a tennis, volare come una libellula e parlare di sport e di vacanze. E allora Dylan proverà a volare lontano verso il sogno e verso l’avventura che la bella tennista sembrerà incarnare. Oppure no, sceglierà Axilla e questo per sempre sarà.

Mi diverte molto pensare a quei due giovani e fare ipotesi su cosa succederà. Mi piace perché è una favola viva, un romanzo che qualcuno sta scrivendo e che prima o poi una conclusione avrà. Di fronte alla vita che evolve e porta novità, nuovi visi da studiare, nuovi discorsi da cercare di capire, nuove timidezze da eludere e nuovi dolori da confortare, mi stupisco sempre. Mi fermo sempre a guadare con discrezione le novità, come se fossi nascosta dietro una tenda. Sto là per capire come sarà il mondo nuovo, quali amori arriveranno, quali dolori ci annienteranno, quali saranno le persone che in punta di piedi entreranno sul palcoscenico della nostra vita e quali se ne andranno senza salutare e senza disturbare.

Povero Cosmo-111 che continuerà a essere geloso. Ad un certo punto dovrà rassegnarsi al fatto che Axilla non è solo sua e che la dovrà dividere con il principe dei principi e ricavarsi in questa nuova dimensione un nuovo spazio per vivere con la sua eroina. Anche per Cosmo-111, dopo un po’ di sofferenza, uno spazio continuerà ad esserci, perché Axy ama fraternamente Cosmo-111 e questo sentimento, che li ha visti crescere insieme, non cambierà. Anche Cosmo-111 maturerà una certezza: anche per lui esiste una forma strana d’eternità.

Costanza e il suo mondo sono solo apparentemente diversi e distanti dal mondo che usiamo definire “reale”, e quasi sovrapponibili ad ogni mondo interiore. Chi fosse interessata/o a visitare gli articoli-racconti di Costanza Del Re, può farlo cliccando [Qui]