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Giorno: 23 Settembre 2021

DIARIO IN PUBBLICO
Martha, la divina

 

 Ritorno in città dall’esilio ‘laidesco’ (per chi mi legge solo ora è il mio modo di chiamare il Lido/Laido degli Estensi) impegnatissimo a concludere i lavori in corso compresa la conferenza su Dante, che sarà il giusto omaggio a chi tanto mi ha dato nella mia vita culturale e accademica.

Mi telefona un’amica, domandandomi se sapessi del concerto che apriva al teatro comunale la stagione sinfonica dove avrebbe suonato la ‘mia’ Martha. Mi precipito ad acquistare il biglietto pregustando una serata degna degli angeli.

E così è stato. Avrebbe suonato un pezzo difficilissimo di Dmitrij Šostakovič [Qui]Concerto per pianoforte con accompagnamento di orchestra d’archi e tromba assieme al trombettista israeliano-russo Sergei Nakariakov [Qui] e con la Manchester Camerata [Qui] diretta da Gábor Takács-Nagy [Qui]. L’attesa era tanta. Martha Argerich [Qui] zoppica un poco, il suo bellissimo viso è contornato e semi-nascosto dalla massa di capelli grigi.

La potenza delle dita e delle mani è tale che il pianoforte sembra sussultare sotto il loro tocco, poi uno sguardo al biondo ragazzo che comincia a suonare la tromba, mentre i capelli con la scriminatura a metà si chiudono sul suo volto arrossato per lo sforzo e alla fine due occhi infantili chiedono il giudizio alla divina Martha, che glielo concede con dolcezza e protezione. Un silenzio stupefatto subito dopo l’ultima nota.

Lei si alza con un sorriso infantile piega la grigia chioma e allora il teatro è scosso da un urlo irrefrenabile mentre i ‘bravi!’ si sprecano e la stessa Camerata entusiasticamente batte la sua approvazione sugli archetti.

Si allontana la divina col suo passo esitante, accompagnata dal suo ragazzo-tromba poi ritorna e per ben cinque volte accontenta il pubblico in delirio, ripetendo il primo tempo del concerto e poi ancora, ancora, fino all’immancabile commiato, che ce la porta lontano nel regno del divino da cui era discesa a miracol mostrare.

La Camerata esegue poi la celeberrima Serenata per archi di Pëtr Il’ič Čajkovskij [Qui]: il direttore entusiasta ricorda che quella esecuzione è dedicata al grandissimo Abbado di cui ora Nagy occupa la stanza che dà sulla piazza del Castello nell’hotel Annunziata.

Gli archi cominciano a suonare e l’occhio spazia sugli esecutori. Il primo contrabasso è una signora dagli infuocati capelli rossi; tra le viole sorride un giovane che sembra Calenda da giovane; nascosta nell’ultima fila suona una signora che sembra la copia della moglie del fittavolo che in Downton Abbey tenne come figlia Marygold, la bimba del peccato della infelice Edith, che se la riprende e perde il fidanzato.

Salta come un ossesso il direttore Nagy e conferma ciò che la Camerata intende per musica e la sua trasformazione in un complesso etico che, spiega il programma, “lavora con ricercatori e professionisti a livello mondiale nel campo della demenza, per offrire una musicoterapia efficace e significativa”.

Saltella Nagy, s’infiamma nel dirigere infiamma allo stesso tempo il pubblico e l’orchestra. Poi lentamente le luci s’accendono e un pubblico commosso accompagna gli orchestrali, che si salutano sul palco.

Pian piano mi avvio verso casa, traversando un centro semi-deserto (e sono solo le 11 di sera). Penso a questa ‘Ferara’ capace di offrire queste intrusioni nel divino e poi ripiegarsi su imbarazzanti e semi-inutili polemiche sui “settantacinque anni di comunismo”, come da tempo viene definito il periodo dell’amministrazione di sinistra.

Mi rattrista a volte il ruolo che le associazioni culturali benemerite sono costrette a sostenere; quelle associazioni che in tempi lontanissimi ho frequentato e a volte presieduto.

Infine, arrivo a casa ‘pedon pedoni’. Gli amici sfrecciano in bicicletta e m’invitano a fermarmi a mangiare una pizza della buonanotte. Ringrazio e faticosamente proseguo. Il cielo s’illumina di lampi minacciosi, poi si aprono le cateratte di un nubifragio improvviso.

Forse il cielo piange la fine del concerto della divina Martha.

Cover: Martha Argerich (Buenos Aires, 5 giugno 1941) – Foto Wikimedia Commons

Per leggere tutti gli altri interventi di Gianni Venturi nella sua rubrica Diario in pubblico clicca  [Qui]

Parole a capo
Anna Bellini: alcune poesie da “Lo sgranare dei giorni”

“E’ il poetare che rende l’abitare un abitare”
(Holderlin / Heidegger)

La vita è un soffio

La vita
è un soffio

diceva
a sé
stessa,
nella sua
solitudine
amara.

Aveva
dato
fuoco
alla sua
vita,
ardente e
piena di
stupore.

La vita
è un soffio

si ripeteva
ogni giorno.

Non si dissolve
l’angoscia.

Amore e
amicizia
sono trappole
da sacrificio.

Oh, se almeno
potesse
cantare
le radici
della follia.

La vita
è
un soffio.

 

Lo sgranare dei giorni

Lo sgranare
dei giorni
le rivelò
il legame
tra rischio
e
calamità,

tra mortalità
e
immortalità,

viveva
come se
non ci fosse
vita.

Inappagata
volse
lo sguardo
tra polvere
e
nuvole,

ripiegò
il proprio corpo
sulla soglia
di sepolcri
privati da ogni
infinito.

 

Oggi

Oggi
un giorno come
tanti
eppur esito,
mi soffermo
ad ogni passo.

Oggi
la nostalgia di un attimo
ha distolto il mio sguardo,
e piano è rinato
un possibile
altrove.

*****

Per ritrovare
la gioia
delle parole,

cerco il filo
dei discorsi.

Tutto pare
frantumato,
disciolto.

Contemplo
le trasparenze

 

Ci sono frasi

Ci sono frasi
cui ho dato
inizio
con parole
senza fine;

piccole fonti
dove mi sono
abbeverata,

scavate
con le mani
e con il cuore.

Questa nuova raccolta di poesie di Anna Bellini, scritte tra il 2016 ed il 2020, osserva l’inesorabile passare del tempo misurato dai grani quotidiani di un rosario vitale che non si arrende al già visto, allo scontato, al “sempre” uguale, ma si sofferma alla novità di “un possibile altrove” anche se in mezzo a continue trasformazioni. Parole che si muovono raso terra tra radici, foglie e fili d’erba. Anna “dialoga” continuamente con gli attori e le attrici naturali di un giardino, alternando meraviglia a malinconia, solitudine quasi rassegnata al desiderio di “inventarci un progetto che ci permetta un tempo ritrovato”.

Anna Bellini, nata a Biella, vive a Ferrara. Scrive poesie da diversi anni. Questa è la sua quarta raccolta di poesie. Ha pubblicato: Nell’infinito Tu (2015), Transitum (2017), Sentieri nel vento (2018), Lo sgranare dei giorni (2020).

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]

Diario di un parent for future (aka PFF).
24 settembre: in piazza per lo Sciopero Climatico Globale

 

In realtà i governanti europei sapevano e sanno benissimo che le loro politiche di austerità stanno generando recessioni di lunga durata. Ma il compito che è stato affidato loro dalla classe dominante, di cui sono una frazione rappresentativa, non è certo quello di risanare l’economia. E’ piuttosto quello di proseguire con ogni mezzo la redistribuzione del reddito, della ricchezza e del potere politico dal basso verso l’alto in corso da oltre trent’anni.”.
(Luciano Gallino, Il colpo di Stato di banche e governi, Einaudi, 2013)

Il 24 settembre si scende in piazza per lo sciopero climatico globale e ci sono ancora tantissime cose da fare!

Per fortuna i cartelloni sono pronti: ieri con alcuni compagni di classe di mia figlia siamo andati al parco a prepararli. Si sono molto divertiti e credo ne resterà un bel ricordo. Abbiamo parlato di come vorrebbero il loro futuro e i bimbi in gran parte chiedono meno auto: a 7 anni capiscono perfettamente che la mobilità a base di combustibili fossili costituisce uno dei problemi principali del riscaldamento globale.

Abbiamo cercato di coinvolgere le altre famiglie della classe e la scuola, ma molti genitori faticano a prendere ferie. Certo, se i sindacati avessero proclamato lo sciopero sarebbe stato tutto più facile, ma non credo che la gravità della situazione sia ancora correttamente compresa.

Dopo tutto ognuno vive nella propria bolla: la mia, da ormai anni, è quella legata alla conservazione degli ecosistemi; altri vivono la bolla del lavoro prima di tutto; sarebbe importante farle scoppiare tutte e iniziare a parlarci senza pregiudizio.

Comunque non ci diamo per vinti! Giorni fa, nel tentativo di creare la massima adesione allo sciopero di Ferrara, abbiamo pensato di contattare singole persone del sindacato, all’ultimo minuto e in modo sconclusionato, ma speriamo di vederli in piazza.

Serve poi che molto presto, al di là dei cortei, riusciamo a dialogare con le OO.SS. Sennò capiterà in continuazione di trovarli su posizioni opposte nelle singole vertenze: è stato così con il CCS a Ravenna. [Vedi qui]

L’iniziativa più bella comunque la stiamo organizzando come PFF Italia insieme ai Fridays for future (FFF) Italia: una staffetta ciclistica “Running for future [Qui] che parte da Roma il 24 settembre e termina a Milano il 2 ottobre – si tiene a Milano l’ultimo summit pre-COP26 [Vedi qui] – lungo la via Francigena, per ricordarci che abbiamo un paese meraviglioso, poco tempo per agire, e molti punti da connettere.

Ogni tappa (in diretta FB) focalizzerà un punto nodale della transizione ecologica necessaria, ovvero le emissioni di CO2: l’agricoltura, la salute, l’equità sociale, la biodiversità, la cementificazione, il patrimonio forestale, l’acqua.
Il 2 ottobre la staffetta confluirà nella manifestazione di Milano per mandare un messaggio inequivocabile ai negoziatori di tutti i Paesi che non si può più tergiversare rispetto agli obiettivi minimi dell’Accordo di Parigi.

Di nuovo, i ragazzi di FFF hanno una marcia in più, stanno raccontando da mesi ormai cosa gira intorno al vertice per l’ambiente in modo rigoroso e divertente [clicca Qui] .

Belli i PFF, li vedo lavorare nella mia città, a livello nazionale e anche nel globale. In quest’ultimo, do solo un minimo contributo nel gruppo traduzione, quando servono documenti da diffondere su scala mondiale: sta per uscire un video di genitori (adulti in realtà, perché essere PFF non significa avere figli) di tutte le nazionalità per ringraziare i ragazzi di FFF di essere una scintilla fondamentale nel movimento contro i cambiamenti climatici.

Cose analoghe abbiamo fatto anche a livello nazionale, dove va gran parte del mio impegno come facilitatrice, e sono convinta che solo un movimento fatto in gran parte di donne (mamme e non) potrebbe pensare a modi tanto accorati e delicati di mobilitarsi. Certo, un movimento femminile è un po’ caotico, però quei pochi ‘elementi maschili’ che ci abitano, portano la loro corteccia cerebrale per incanalare tutta l’energia creativa verso singoli obiettivi.
Mi vengono in mente esempi specifici, non faccio nomi, come il progetto Climate clock [Qui] (testimone della staffetta che parte venerdì da Roma) e i progetti mobilità a Ferrara [Qui] guidati da volenterosi papà.

Sono tantissimi i gruppi di lavoro qui e a tutti i livelli del movimento, serve pazienza per accompagnare il cambiamento verso una società di fatta di giustizia sociale, economica, climatica. Serve cambiare punto di vista (uscire dalle bolle!), non più solo compatibilità economica ma impronta di carbonio. Serve cambiare modo di prendere le decisioni. In PFF ci proviamo con la Sociocrazia 3.0 [leggi Qui] che davvero è uno strumento potente, perché fa venire a galla gli obiettivi e fiorisce nelle differenze di pensiero.

Il problema è il tempo: se anche l’IPCC ha anticipato il suo ultimo rapporto [Qui] date le novità non incoraggianti, le evidenze scientifiche rendono sempre più evidente che entro il 2030 il grosso della decarbonizzazione deve essere compiuta, pena il caos climatico.

Mentre scrivo sto guardando un film dello Studio Ghibli intitolato Nausicaä, è un’opera a tema ecologista come tanti lavori di Hayao Miyazaki. “Mamma, venerdì alla manifestazione diamo il messaggio di Nausicaä! Dobbiamo lasciare stare la Terra perché tutto vada a posto. La Terra sta bene e noi stiamo bene. Lasciamo spazio ai boschi, senza costruire troppo.”. Mi sembra una buona idea.

Sciopero Globale per il Clima 2021Venerdì ho preso ferie e sarà una bella giornata:
a Ferrara ci troveremo alla Porta degli Angeli alle ore 9,00.
Marcia fino a piazza Municipale e poi interventi,

Non si può mancare! …
non abbiamo un pianeta B
.

(spoiler) vado a fare una foto da mandare ai FFF, la solita genialata dell’ultimo minuto per convincere i lavoratori a partecipare, cercatela sui social!