Skip to main content

Giorno: 21 Ottobre 2021

Ferrara, la Giunta delle indagini giudiziarie: in testa (ipotesi di concussione) c’è sempre il Vicesindaco

 

Una volta Ferrara era la città delle biciclette.

Ora pare essere diventata la città delle indagini giudiziarie nei confronti della Giunta e dei componenti della maggioranza consiliare.

Ormai non si contano più. Buoni spesa, regolamento accesso alle case popolari, promesse di lavoro ai consiglieri di opposizione, consiglieri che amoreggiano con le pistole, abbattimenti creativi di stabili pubblici, dimissioni raccolte in mezzo alla via.

Fino alla concussione, ipotizzata dal PM e notificata in questi giorni al Vicesindaco.

Innanzitutto vogliamo esprimere solidarietà al lavoratore. Niente e nessuno potrà ricompensare i danni da lui subiti per la gogna mediatica cui è stato sottoposto, evidentemente a torto.

Poi, però, c’è bisogno che qualcuno spieghi al Vicesindaco le regole della democrazia indiretta. L’essere stato eletto non gli consente di fare tutto quello che vuole. Nessuno è al di sopra della Legge. E gli appalti o le convenzioni, contrariamente a quello che dice e pensa il Dottor Lodi, non sono attribuiti o attribuibili ad personam.

Ora la città, tutta, sarà costretta a sobbarcarsi ulteriori spese legali perché qualcuno, che rappresenta una parte, pensa di essere un novello Dredd in salsa ferrarese.

A questo aggiungiamo l’aumento di 850.000, euro rispetto al preventivo originario, per la nuova caserma della polizia locale. Un caserma che, per citare il Vicesindaco, sicuramente sarà “all’avanguardia a livello nazionale per i crismi di sicurezza”, ma che prima non aveva costi per la collettività.

In tutto questo il Comune continua a dire che non ci sono le condizioni per assumere personale. Pare ovvio vista la concentrazione delle spese nel capitolo giudiziario.

Tuttavia sono i dipendenti a garantire i servizi, non le caserme. E nemmeno il desiderio di onnipotenza che sembra guidare alcune scelte della Giunta.

Per comunicare efficacemente ciò che l’Amministrazione sta facendo, o non facendo, occorre uno staff di assoluta fiducia: spendere più di 600.000 € all’anno in incarichi fiduciari ci pare però un poco troppo.

Con quei soldi, il Comune avrebbe potuto assumere, ad esempio, 20 dipendenti di categoria C e, di conseguenza, migliorare i servizi.

Sempre che il vero obiettivo non sia quello di esternalizzare tutto ciò che il Comune può non gestire direttamente, riducendo i servizi. Almeno, però, si abbia la forza e l’onestà di dirlo alla città: si dica che il progetto politico dell’attuale maggioranza è quello di una privatizzazione spinta dei servizi pubblici, che il modello proposto dalla giunta scarica sui lavoratori in appalto il peso ed il costo di queste scelte.

Per parte nostra sappiamo già da che parte stare. I servizi universali non possono che essere pubblici.

Luca Greco per la FP CGIL

Gruppo Iccrea: al via sul territorio la selezione delle migliori idee imprenditoriali nel campo dell’innovation technology

 

Al via l’Innovation Festival BCC, il progetto promosso dalle BCC del Gruppo Iccrea per individuare e supportare nella crescita le migliori idee imprenditoriali nel campo  dell’innovation technology.
Saranno 25 le idee selezionate, di cui 3 le vincitrici finali di un percorso di incubazione del controvalore stimato di 30.000 euro.

La partecipazione è gratuita. Il termine di presentazione della domanda è il 30 novembre 2021.

Le BCC del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, il maggiore gruppo bancario cooperativo italiano, hanno dato il via all’Innovation Festival BCC, un progetto finalizzato ad individuare le migliori idee imprenditoriali nel campo dell’innovation tecnology e facilitarne un percorso di crescita e posizionamento sul mercato.

Possono partecipare al Festival tutti i soggetti interessati ad iniziative nel campo dell’innovazione che faranno domanda attraverso il sito www.innovationfestivalbcc.it in uno dei seguenti settori di interesse: fintech, insurtech, agritech, foodtech, digital media (e-commerce, pubblicità, comunicazione), manufacturing 4.0. Chi non è socio o cliente di una BCC potrà indicare il nome di una BCC del Gruppo Iccrea presente sul proprio territorio oppure recarsi e presentare domanda presso la stessa.

Le 8 BCC del Gruppo Iccrea operative in Emilia-Romagna sono: Credito Cooperativo Ravennate, Forlivese e Imolese (BO, FC, RA); Emilbanca (BO, FE, MO, PR, RE); Credito Cooperativo Romagnolo-BCC di Cesena e Gatteo (FC, RA); Riviera Banca (FC, RN); Cassa Rurale di Rivarolo Mantovano (PR); Credito Padano (PR, PC); Banca Centropadana (PC); Banca Cremasca e Mantovana Credito Cooperativo (PC).

La partecipazione dei Champions alla manifestazione è a titolo gratuito e dovrà avvenire entro il 30 novembre 2021.

Fra tutte le richieste di adesione pervenute, il comitato scientifico del Festival selezionerà sino ad un massimo di 25 idee, che avranno accesso al Festival Day. In quella giornata i progetti imprenditoriali verranno presentati ad una giuria di esperti del settore e saranno proclamati i 3 vincitori finali. Per ogni progetto partirà quindi un percorso di incubazione di circa 3 mesi del controvalore stimato di 30.000 euro, oltre ad un percorso facilitato per l’accesso al credito agevolato previsto dalla normativa italiana sulle startup, finalizzati alla trasformazione delle idee in vere e proprie imprese. Successivamente, i membri del team potranno partecipare all’Investor Day, con l’obiettivo di presentare la propria start-up a potenziali investitori e partner, e ad una giornata di International Networking, per incontrare realtà internazionali del mondo IT e dello sviluppo di imprese innovative ed eventualmente partecipare a progetti di mobilità in ambito europeo.

L’iniziativa è stata realizzata con l’ausilio di Knowledge Institute e il contributo dei partner Accenture, Bain Capital, Business Integration Partner, Franklin Templeton, Hudi e Zeb Consulting.

Il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea è il maggiore gruppo bancario cooperativo italiano, l’unico gruppo bancario nazionale a capitale interamente italiano e il quarto gruppo bancario in Italia per attivi con circa 175 miliardi di euro. Il Gruppo è costituito ad oggi da 128 Banche di Credito Cooperativo presenti in oltre 1.700 comuni italiani con più di 2.500 sportelli e da altre società bancarie, finanziarie e strumentali controllate dalla capogruppo Iccrea Banca. Le BCC del Gruppo al 30 giugno 2021 hanno realizzato su tutto il territorio italiano 93 miliardi di euro di impieghi lordi e una raccolta complessiva (diretta e indiretta) pari a circa 140 miliardi di euro, contando più di 3 milioni di clienti e 833 mila soci. Il Gruppo ha totalizzato un CET 1 Ratio del 16,5% e un TCR del 17,2% al 30 giugno 2021.

Al 30 giugno 2021, le 8 BCC del Gruppo Iccrea operative in Emilia Romagna, presenti in regione con 237 sportelli, hanno realizzato impieghi per 8 miliardi, una raccolta diretta di 10,7 miliardi e una raccolta indiretta di 6 miliardi. Le 8 BCC del Gruppo hanno altresì finalizzato impieghi soggetti a moratoria per 1,9 miliardi di euro e nuove erogazioni cura Italia per 723 milioni.

Dal 23 ottobre alla Galleria Carbone: SCANDITO AD ARTE 2 – Suggestioni sulla misurazione del tempo

 

SCANDITO AD ARTE 2 – Suggestioni sulla misurazione del tempo
GALLERIA DEL CARBONE – via del Carbone, 18/a – Ferrara
dal  23 Ottobre al 14 Novembre
inaugurazione Sabato 23 Ottobre ore 18.00
testo introduttivo di Franco Basile
Alla Galleria del Carbone in via del Carbone, 18/a, inaugura  Sabato 23 Ottobre alle ore 18.00 la mostra Scandito ad Arte – suggestioni sulla misurazione del tempo. La rassegna è il frutto di due precedenti mostre alla Galleria del Carbone nel 2014 con dodici opere e nel 2017 alla Galleria “Mercato Centro Culturale” di Argenta con l’integrazione di altre dodici opere. La mostra presenta ventiquattro orologi sui quali altrettanti artisti, di provenienza e tendenze artistiche diverse, sono intervenuti trasformando dei semplici orologi “industriali” in vere opere d’arte. Il testo introduttivo al catalogo, curato a suo tempo da Franco Basile, è un contributo poetico alle “suggestioni sul concetto di tempo”, in perfetta sintonia con il sottotitolo della mostra. L’iniziativa, curata dall’Accademia d’Arte Città di Ferrara, di riproporre la mostra  in completo a Ferrara avviene a seguito della donazione da parte degli artisti dell’intera collezione di Scandito ad Arte alla Fondazione “Tito Balestra” presso il Castello Malatestiano di Longiano (FC) http://www.fondazionetitobalestra.org/.
Opere di : Lidia Bagnoli, Raoul Beltrame, Paola Bonora, Riccardo Bottazzi, Daniela Carletti, Gianni Cestari, Francesco Cornacchia, Domenico Difilippo, Flavia Franceschini, Gianfranco Goberti, Andrea Gualandri, Gianni Guidi, Stefano Masotti, Marco Moschetti, Gian Paolo Roffi, Lorenzo Romani, Giuseppe Tassinari, Ernesto Terlizzi, Giuliano Trombini, Simone Turra, Vito Tumiati, Gianfranco Vanni, Paolo Volta, Sergio Zanni.
La mostra rimarrà in parete fino al 14 novembre 2021.
PS importante il rispetto delle Norme Anticovid-19

TERZO TEMPO
L’origine del bullpen, il recinto che fa discutere il baseball

A lato di ciascun campo da baseball c’è un’area in cui i lanciatori effettuano il riscaldamento: per il pubblico nordamericano è il cosiddetto bullpen, cioè “il recinto dei tori”. Nonostante quest’espressione venga utilizzata da più di un secolo – e precisamente dal dicembre del 1915 – la sua origine è tutt’oggi dibattuta, così come è dibattuto il suo utilizzo.

La teoria più chiacchierata sull’origine del nome bullpen è quella che risale agli ultimi anni del 1800, un’epoca in cui i botteghini degli stadi statunitensi vendevano biglietti extra a prezzo stracciato nei minuti successivi all’inizio delle partite. Dato che non c’era più posto sugli spalti, coloro che acquistavano quei biglietti assistevano all’incontro in piedi, stipati in un’area recintata a lato del campo. La somiglianza di quest’immagine con gli allevamenti intensivi di bovini fu colta da gran parte del pubblico del baseball; così, non appena quell’area venne recintata e adibita al riscaldamento dei lanciatori, assunse il nome di bullpen.

Un’altra ipotesi è quella che coinvolge i cartelloni pubblicitari del tabacco più in voga nella seconda metà del 1800, il cui simbolo era, per l’appunto, un toro [Qui]. Ebbene, quei cartelloni campeggiavano un po’ ovunque all’interno degli stadi statunitensi, e in particolare nei pressi dell’area in cui si allenavano i lanciatori. Ciò ispirò i tifosi dell’epoca nel dare un nome a quello spazio.

Un’ulteriore ipotesi l’ha fornita il cronista Jon Miller, voce ufficiale dei San Francisco Giants dal 1997. Miller sostiene che il nome bullpen sia da attribuire a un vero e proprio allevamento di tori, situato nelle immediate vicinanze del primo campo da gioco degli stessi Giants, ossia lo storico Polo Grounds di New York, città in cui fu fondata la franchigia.

Sta di fatto che, mentre il dibattito sull’origine è ben lontano dal giungere a una conclusione, qualche mese fa l’espressione bullpen è stata messa in discussione dalla PETA, la principale associazione statunitense a sostegno dei diritti degli animali. Quest’ultima, infatti, ha proposto alla MLB di sostituire bullpen con un più generico e apparentemente neutro arm barn, eliminando così qualsiasi possibile riferimento agli allevamenti intensivi di bovini.

Tuttavia, stando al sito Urban Dictionary, pare che arm barn sia un’espressione slangata con cui ci si riferisce a una pratica sessuale [Qui]. Al di là del significato, però, l’iniziativa della PETA ha dato il via a una discussione che, per quanto possa sembrare innocua e superficiale, è un ulteriore spunto di riflessione sull’adeguatezza e sulla sensibilità sociale delle parole che scegliamo di usare.

Marco Fabbri (Pd): “Unife in controtendenza in Emilia-Romagna, conferma la didattica a distanza, una scelta che va progressivamente superata”

 

Università, Marco Fabbri (Pd): “Ferrara in controtendenza in Emilia-Romagna, conferma la didattica a distanza

Marco Fabbri è intervenuto in Commissione in Regione: “Auspico che questa scelta, autonoma e legittima da parte di UniFe, venga progressivamente superata”

La ripartenza degli atenei in Emilia-Romagna è stata al centro dell’informativa dell’Assessora all’Università Paola Salomoni in V Commissione. “La sua fotografia del rientro in aula degli studenti negli atenei dell’Emilia-Romagna è stata puntuale ed esaustiva” riporta il consigliere Marco Fabbri che spiega come sia emersa tuttavia una profonda eterogeneità a livello regionale. “L’autonomia dell’Università non è in discussione, ma dobbiamo registrare come Ferrara appaia molto più indietro delle altre realtà. Qui, infatti, la maggior parte delle attività, a eccezione dei laboratori, viene mantenuta a distanza”.

“La situazione dell’anno accademico appena iniziato è profondamente diversa da quella che registravamo un anno fa. Proprio per questo – sottolinea il consigliere ferrarese – la scelta di UniFe è legittima ma sta creando malumori e scontento, soprattutto tra gli studenti che penso debbano essere gli interlocutori più importanti dell’università. Chiedono di poter interagire con i loro docenti, nulla di più banale. Invece molti denunciano di trovarsi di fronte a lezioni videoregistrate, talvolta non aggiornate”.

“Auspico sinceramente che la scelta operata sino a qua non sia strutturale ma venga progressivamente superata. Le criticità evidenziate dagli studenti non possono rimanere inascoltate. Mi auguro che qui, e ovunque, ci si avvii rapidamente verso la normalità, garantendo la massima qualità dell’offerta agli studenti delle nostre facoltà”.

Ufficio Stampa Gruppo Partito Democratico
Assemblea Legislativa – Regione Emilia-Romagna

Uscire dalla dualità giusto-sbagliato:
lo scontro sul green pass e la lezione della complessità.

Ho riflettuto sull’assegnazione dei premi Nobel per la Fisica in associazione al tema della complessità. La commissione che assegna il Nobel, oltre a riconoscere la qualità scientifica, usa  questo premio anche per dare al mondo un’indicazione di ciò che in quel momento occorre all’umanità per lo sviluppo della cultura e della civiltà. Quest’anno, in particolare, ha indicato che occorre osservare la realtà con uno sguardo improntato alla complessità e non alla specializzazione, per non soccombere al rapporto di forze che spinge le nazioni a competere anziché a collaborare per la soluzione dei problemi che coinvolgono l’intero globo terrestre e tutta l’umanità.

I tre premi per la fisica, pur nella diversità delle loro ricerche, hanno in comune la consapevolezza del fatto che i problemi complessi si risolvono se si collabora per giungere alla loro soluzione. E’ un messaggio politicamente importante: l’umanità si salva soltanto se riesce ad individuare un obiettivo comune e non perde tempo, forze ed energie in battaglie localistiche e settoriali che hanno come finalità l’imporre la propria ragione.

Come afferma Giorgio Parisi nell’intervista pubblicata da La Stampa: “Occorre accettare che la soluzione di problemi complessi può richiedere approcci non semplici e azioni collettive e che l’umanità è più di un gruppo di individui dove ognuno fa per sé”.

Colgo l’occasione di sottolineare il messaggio del premio Nobel per offrire una strada che consenta agli schieramenti favorevoli e contrari al vaccino di uscire dalla dualità del giusto-sbagliato, del “ho ragione io”, di uscire da questa situazione divisiva e di incamminarsi su una strada che porti ad un’auspicabile soluzione. Perché la divisione dà al potere spazio per esistere ed esercitare la propria potenza. Il potere non è una persona o un gruppo, ma un modo di pensare ed è sempre ottuso perché anziché badare al bene comune, mira solo a perpetuare sé stesso e a riempire il vuoto di senso (che è la sua essenza) con l’esercizio del dominio e il possesso.

L’attuale situazione di spaccatura relativa alle posizioni sul vaccino e il green pass ha origine nel passato e riguarda principalmente tre ambiti: la qualità e il fine ultimo della ricerca di base, la dimensione economica-produttiva e la dimensione culturale-politica, dove l’informazione dovrebbe essere funzionale alla democrazia.

  • Per quanto riguarda la ricerca, vediamo due posizioni contrastanti: da una parte c’è la delega incondizionata alla scienza, dall’altra il presupposto stesso sulle finalità della ricerca. La scienza, proprio perché nasce dall’uomo, è un valore, però non deve diventare un assoluto; infatti, non basta a descrivere la complessità dell’umanità perché riguarda solo ciò che colpisce i sensi e l’umanità è molto più di questo. Il suo opposto, dall’altra parte, è l’antidoto all’onnipotenza della scienza che, se esasperato, toglie l’uso della ragione e riporta alla superstizione.
  • L’industria, il settore produttivo in genere, ha smarrito la finalità come espressione della creatività umana per il raggiungimento del benessere come obiettivo comune e ha privilegiato la scelta del profitto individuale, che è sì un elemento intrinseco al funzionamento dell’industria, ma posto come unica finalità ha portato al consumismo che è l’origine dello squilibrio in cui ci troviamo. Un esempio ne è l’industria farmaceutica.
  • La terza dimensione è la conquista della libertà da tutte le necessità (fame, malattie e potere), e si esprime nella dimensione della democrazia, ma quest’ultima è un processo graduale che deve sempre mediare tra il personale e il comune. Per realizzarsi necessita di strumenti di informazione che sappiano fornire conoscenze complesse e non specialistiche. Occorre altresì un’informazione che rispetti i tempi della comprensione: ora l’informazione viene pubblicata prima di essere verificata, prima di essere compresa nel suo valore, nelle sue implicazioni, quindi, invece di essere funzionale alla formazione della società, la disgrega.

E’ per questi motivi che la spaccatura della società oggi ha raggiunto il suo culmine nella contrapposizione tra favorevoli e contrari al vaccino e al green pass, perché individuando come elemento di scontro il vaccino, che è l’epilogo di questa situazione, pretendono di risolvere problemi dalla storia ampia e complessa e che con il vaccino hanno a che vedere solo marginalmente, come i monopoli delle case farmaceutiche, il dominio della finanza e la supremazia delle nazioni.

Il richiamo dei premi Nobel alla visione della complessità richiede una capacità di distinguere la scala su cui nasce il problema e quella su cui si sviluppa il dibattito. Non solo la scala deve essere la stessa (universale, mondiale, locale…), non si devono confondere neppure i piani: non ha senso rispondere a un problema culturale con una visione morale, scientifica o politica.
E’ anche un errore di prospettiva: non si dovrebbero fare denunce che non lascino una via d’uscita o che costringano all’emarginazione, all’incomunicabilità tra parti della società, perché questo è il preludio ad una guerra. La forza dell’umanità è la relazione, l’avere una prospettiva comune: dove c’è emarginazione c’è la sconfitta dell’umanità.

Proprio perché entrambe le posizioni sono legittime, ma parziali, ed hanno la propria ragione d’essere, è indispensabile che trovino come obiettivo comune la soluzione ai problemi che hanno creato la crisi. L’esercizio della propria personale libertà, ciò che ci consente di non essere pedine in mano altrui e non mettersi in una situazione di impotenza da cui si esce soltanto con la contrapposizione o addirittura la violenza, è il trovare una soluzione valida per tutti e ciò può essere fatto soltanto ascoltando le ragioni degli altri e usando la creatività.

Parole a capo
Natalia Bondarenko: Alcune poesie inedite

La poesia è come l’acqua nelle profondità della terra. Il poeta è simile a un rabdomante, trova l’acqua anche nei luoghi più aridi e la fa zampillare.
(Alberto Moravia)

Uscire dal concetto di rifugio,
di ricavo,
di qualcosa che ti protegga,
di una salvezza con la “S” maiuscola,
insomma, di una casa con la “C” minuscola…

Uscire senza sdoganare,
convivere con l’abitudine di arrivare a cena in pigiama
spersonalizzarsi per non infrangere il mutismo,

[passare dalla ragione al torto è semplice,
basta parlare]
incontrarsi al lavabo e discutere sulla pentola da buttare via…
è che ci sia, questo rischio!
Il tuo aiutarmi è un inciampare permanente,
da fumetto, disegnato con il detersivo per i piatti…

Risuona la Buonanotte in anticipo di ore
come l’urlo del cammello nel deserto,
o di un naufrago in mare aperto,
o di un chissà cosa in chissà dove
Così, per tornare al discorso con la “D” maiuscola,
confondiamo le camere da letto con le celle,
i corridoi con le autostrade,  le scale con le vie di fuga,
confondiamo  i toni accesi del perdono con la resa…

[di queste sviste ne abbiamo fatto un’arte].

*

Poetare quando nessuno te lo chiede,
scrivere a crudo, leggere a cotto –
la cucina delle circostanze te lo impone
ma a voce bassa,

[si sente appena] perciò
devo spulire l’orecchio, smortare l’occhio,
snervare le dita e smollare la lingua
per dire qualcosa che non sia una congiura,
insomma,
che mi faccia fare una bella figura, e così
provo scontare la notte e sfinire il giorno,
perché di giorno
non ti viene nient’altro che poetare,
poetare, poetare,
e urlare

[in sordina]
e urlare.

*

Come si chiama quella cosa
quando tu vivi da qualche parte del mondo
che, probabilmente, non ti appartiene,
quando il mare si trova
a soli venti chilometri di distanza,
il vento viene prevalentemente da nordest,
la pioggia da sudovest
e il sole ha il destino fragile
mentre dalla tua finestra vedi passare
soltanto
anni e anni d’incomprensioni.

Come si chiama quel pensiero perdurante,
quella teoria di una nostalgia più o meno sana
di un paese dove crescono molti cavoli,
dove le bufere di neve ti tolgono la vista,
e in chiesa si va solo per distribuire le scuse,
perché la vita da quelli parti si gusta con gli occhi
e la poesia si mangia al dente
dentro un monolocale, quattro per quattro,
dove si sta comodi solo se si sta abbracciati.

La perplessità sta nel non riconoscere più le cose,
dall’essere plagiati da un dettaglio
che non è affatto un dettaglio
mentre qualcosa di maligno
si spiffera dalle finestre chiuse
e mette a dura prova il tuo midollo osseo
ormai modificato.

*

Torno/fuggo/resto/sbotto,
la passione urla dentro e sussurra fuori,
prende la forma del sale sciolto,
di un semifreddo, di uno yogurt scaduto.

Evito/cedo/storno/muoio o
fingo di morire, la differenza è minima,
restano i verbi obsoleti, i capelli orrendi
e la domenica a letto con i pensieri corti.

Perciò, inizio da capo: torno/resto/
amo/evito/fuggo/storno/ di nuovo amo
/muoio/scrivo/scrivo/scrivo/scrivo/scrivo/scrivo/scrivo/scrivo/scrivo/scrivo…

lo faccio di getto, facendo tanti errori,
come si fa quando si ama.

Natalia Bondarenko, fotografa e scrittrice. Nata nel 1961 a Kiev (ex Unione Sovietica) in una famiglia d’artisti. Nel 1990 si trasferisce in Italia. Attualmente vive e lavora a Udine.
Scrive da sempre nella sua lingua madre, in particolare ha scritto sceneggiature per spettacoli universitari, poesie, racconti e romanzi. Ha tradotto in italiano opere poetiche e narrative di autori russi e ucraini. Direttamente in lingua italiana scrive solo dal 2008. È vincitrice del Premio letterario  “Scrivere altrove”, 2013.
Ha pubblicato “Profanerie private”, (Guarnerio Editore, Udine, 2010), “Terra altrui” (Samuele Editore, Pordenone, 2012), poemetto “Confidenze confidenziali” (Rayuela Edizioni, Milano, 2013), antologia “Vietato aggrapparsi ai sogni!” (Guarnerio Editore, 2014) e “L’Esilio” “Die Verbannung”  (plaquette italiano-tedesco pubblicato da Poesia&friends, 2017).
Dal 2015 fa parte della redazione della rivista VERSANTE RIPIDO dove cura la rubrica “L’ironia è una cosa seria”.
È curatrice di Poesia&friends, un evento friulano (più o meno mensile) di letteratura, arte, fotografia e musica.

La rubrica di poesia Parole a capo curata da Gian Paolo Benini e Pier Luigi Guerrini esce regolarmente ogni giovedì mattina su Ferraraitalia. Per leggere i numeri precedenti clicca [Qui]